02/07/2025 - 12:05

“Sui dazi imposti dagli Stati Uniti il nostro Paese rischia di capitolare, ma dal governo Meloni solo parole di circostanza e nessuna iniziativa concreta per non disturbare l’alleato Trump. Si parla del 10% sui nostri prodotti ma in realtà si arriva al 23% con la svalutazione del 13% del dollaro dall’insediamento di Trump, come ha ricordato anche il presidente di Confindustria Orsini, ai quali aggiungere lo stop alla global minimum tax sulle multinazionali americane e l'accordo Nato per aumentare le spese per difesa e sicurezza al 5 per cento del Pil entro il 2035, con un costo aggiuntivo per i contribuenti italiani di oltre 400 miliardi di euro in dieci anni. Un vero e proprio disastro peraltro già certificato da alcuni dati preoccupanti che arrivano dal settore agroalimentare.  Ad aprile, quando sono entrate in vigore le tariffe aggiuntive sulle merci di importazioni europee la crescita delle esportazioni di cibo made in Italy negli Stati Uniti è crollata al +1,3% rispetto al +28,7% dell’anno precedente
Si registra al contempo una diminuzione significativa di consumo di vino italiano negli Stati Uniti,  6,3 per cento in meno sia in quantità e sia nel giro d’affari. La media generale della domanda di vino negli Stati Uniti nel loro complesso segna un -14,4% rispetto a maggio 2024 e un -9%, considerando i primi 5 mesi dell’anno in corso. Ed allora prima di riempirsi la bocca di Eccellenze e Made in Italy il governo Meloni dovrebbe impegnarsi di più sul fronte europeo per alimentare quella trattativa vera che fino ad ora con l’Usa di Trump non vi è stata anche perché, erroneamente a quanto si pensa, l’Italia non esporta solo prodotti di lusso che potrebbe non risentire dell’aumento del prezzo ma anche e soprattutto prodotti dai costi più contenuti e per un mercato di acquirenti molto più vasto. Intanto in Italia riprende la crescita dell’inflazione e l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +535,50 euro annui, di cui +174,60 euro solo nel settore alimentare”.

Così il capogruppo Pd in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli Ecoreati e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.

 

19/06/2025 - 18:22

"Dopo l' incontro di oggi al Ministero per le Imprese ed il Made in Italy resta molto alta la preoccupazione per le prospettive del gruppo Marelli. Si tratta di difendere un presidio produttivo fondamentale per il Paese e garantire l' occupazione. Ribadiamo la richiesta al Governo di mettere in atto tutte le iniziative necessarie a garantire la continuità produttiva. Ci riserviamo di assumere tutte le iniziative parlamentari utili". Così Andrea De Maria e Virginio Merola deputati PD.

19/06/2025 - 10:50

“In un’Italia dove un cittadino su dieci vive in condizione di povertà assoluta, la risposta del governo Meloni è istituire una giornata della ristorazione italiana, con una spesa prevista di 43 mila euro per distribuire medaglie. Un'iniziativa di facciata, del tutto inadeguata rispetto alla gravità della crisi che il Paese sta attraversando.” Lo dichiara Stefano Vaccari, deputato del Partito Democratico, componente della Commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.

“Davanti a dati allarmanti forniti da Istat e Caritas – prosegue l’esponente dem – servirebbero misure concrete, risorse vere, azioni efficaci. Ma l’esecutivo preferisce dedicarsi alla propaganda, mentre gli agricoltori, già colpiti duramente dai cambiamenti climatici, dall'aumento dei costi energetici e ora minacciati da nuovi dazi, restano senza risposte. Il governo Meloni non sta sostenendo con forza l’azione dell’Unione Europea. È rimasto alla finestra, prigioniero di un atteggiamento di sudditanza verso il presidente Trump. Invece di difendere gli interessi del comparto agroalimentare italiano, tace di fronte ai ricatti statunitensi: dai dazi punitivi al gas liquido, dai disciplinari imposti su alcuni prodotti europei fino alla pressione per ridurre le misure Ue sulle auto americane.”

“Quello che emerge – conclude Vaccari – è un’Italia priva di visione strategica e incapace di difendere i propri interessi. Il settore agricolo ha bisogno di risposte strutturali, non di passerelle o medaglie. Serve una politica estera commerciale forte, capace di tutelare davvero il made in Italy e di rispondere alle sfide globali con serietà e determinazione”.

 

11/06/2025 - 13:09

“Quello della moda e del tessile è un comparto strategico del made in italy e l’ossatura dell’export italiano. Noi del Partito Democratico abbiamo messo in campo una serie di proposte perché il governo è assente su più punti importanti. innanzitutto, per quel che riguarda i costi dell’energia. Le piccole e micro imprese, e non soltanto nel settore moda e tessile, sono quelle che non hanno avuto strumenti di sostegno rispetto all’aumento del costo dell’energia.
Non ci sono stati da parte del Governo interventi strutturali sul meccanismo di formazione del prezzo dell’energia elettrica. E questo ha danneggiato molto tutte quelle Pmi soprattutto artigiane.
I dazi creano molta instabilità e il governo non è attrezzato ad affrontarli.
C’è poi tutto il tema dí accompagnamento di questo setttore nella transizione ecologica e digitale. Il programma del Governo “transizione 5.0” non sta funzionando e non ha funzionato finora. Anche i dati sulla produzione industriale di oggi che riguardano il settore moda dimostrano che la produzione è in calo e il settore in profonda crisi. Occorre intervenire con proposte strutturali e chiediamo da parte del Governo più attenzione”.
Lo ha detto Vinicio Peluffo, capogruppo PD in commissione attività produttive di Montecitorio, in conferenza stampa di presentazione delle proposte del Partito Democratico per il settore moda, tessile, abbigliamento.

11/06/2025 - 12:37

“I dati della produzione industriale di oggi dimostrano come il settore della moda insieme a quello dell’automotive siano ancora oggi in profonda crisi.
Ricordiamo che il settore della moda e di tutta la filiera del tessile riguarda 80 mila realtà, piccole e micro imprese con 600 mila lavoratori.
Servono misure urgenti, non c’è piu tempo di aspettare perché rischiamo di perdere una grandissima eccellenza. Per questo abbiamo deciso come Partito democratico di mettere in campo le nostre proposte per le imprese, per salvare il settore del Made in Italy importantissimo anche per l’export. In questi mesi il Partito Democratico ha già fatto un lungo lavoro per cercare di salvare il comparto industriale tessile e ci saremmo aspettati una maggiore attenzione da parte del Governo.

Oggi noi chiediamo innanzitutto che il governo metta in moto una vera e propria politica industriale per questo settore, seria, rivolta al futuro e che affronti le transizioni ecologica e digitale in maniera adeguata.
Servono politiche per creare le condizioni della crescita anche delle piccole realtà industriali e artigianali. Occorre rivedere anche gli strumenti di incentivazione all’innovazione, una
revisione degli strumenti a sostegno del Made in italy, politiche di contrasto a concorrenza sleale e illegalità e la tracciabilità di questa filiera.
Chiediamo che venga salvaguardata la continuità lavorativa, con la cassa integrazione in deroga per tutto il 2025, riformando lo stesso strumento in modo che possa andare incontro anche alle realtà lavorative più piccole.
Noi non molliamo perché questo settore merita una grande attenzione che il Governo non dà. E con il colpo dei dazi questo settore rischia di chiudere i battenti per sempre”. Lo ha detto Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del gruppo pd alla camera, in conferenza stampa di presentazione delle proposte del Partito Democratico per il settore moda, tessile, abbigliamento.

 

06/06/2025 - 16:40

“Ciò che dispiace davvero, o forse preoccupa maggiormente, è che il ministro delle Imprese e del Made in Italy si sia affrettato a contestare le mie affermazioni senza nemmeno prima confrontarsi con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a cui, come lo stesso Mimit segnala nella nota, ho personalmente inviato la richiesta di accesso agli atti, proprio perché di sua stretta competenza”.

Così Ubaldo Pagano deputato del Partito Democratico, in risposta alla nota di smentita del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Oltre a negare l’evidenza, darmi del bugiardo e impartire inutili lezioni - aggiunge - il ministro Urso ha dato piena dimostrazione di quanto ho voluto denunciare: la sua prima preoccupazione non è salvaguardare Taranto, promuovere la decarbonizzazione dell’acciaieria e tutelare i lavoratori, ma utilizzare il dossier dell'ex Ilva per fare campagna elettorale. Un modo assolutamente disgustoso di gestire questa dolorosa questione perché, ancora una volta, si ricatta un’intera comunità obbligandola a scegliere tra lavoro e salute. Il fatto, poi, che il ministro Urso si sia sentito tirato in ballo dalle mie parole malgrado io abbia chiaramente addossato le responsabilità del diniego non a lui ma al governo di cui fa parte - conclude Pagano - dimostra solo tutto il suo imbarazzo nell’essere stato colto in fallo”.

 

03/06/2025 - 18:36

La Regione Puglia è un interlocutore formale del Ministero del Made in Italy in questa fase di definizione delle procedure ambientali relative all’impianto ex Ilva. Nei giorni scorsi il Presidente Emiliano ci ha informato circa la proposta del Governo relativa ad un Accordo di Programma che definisca le basi programmatiche del futuro dell’acciaieria. La proposta è estremamente delicata, dal momento che il Governo chiede di recepire, all’interno dell’Accordo di Programma, alcune previsioni che verrebbero poi poste a base della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. La possibilità che la produzione possa proseguire a ciclo integrato per un lasso di tempo incompatibile con il livello inquinante della fabbrica ci vede fermamente contrari. Solo quando sarà chiarito il percorso di decarbonizzazione totale, con lo spegnimento dell’area a caldo, sarà possibile esprimersi sulla proposta del Governo. Resta inteso, come peraltro chiarito da Emiliano, che qualsiasi decisione sarà oggetto di una condivisione tra tutte le forze politiche e sindacali che in questi anni hanno condotto la battaglia sul territorio per assicurare che il binomio salute/lavoro fosse non un semplice auspicio ma una realtà.”

Così, in una nota congiunta, i deputati pugliesi del Partito Democratico, Ubaldo Pagano, Claudio Stefanazzi e Marco Lacarra.

 

30/05/2025 - 15:15

"Sulla questione dei dazi americani, il governo Meloni si sta muovendo in maniera pericolosamente superficiale, sottovalutando le ricadute concrete sull’economia italiana, in particolare sul Mezzogiorno e su settori strategici come l’agroalimentare e il Made in Italy". Così il deputato dem Claudio Michele Stefanazzi, componente della commissione Finanze.

"È difficile comprendere – prosegue l’esponente Pd - quale sia la vera strategia del presidente Trump. Siamo di fronte a un’alternanza confusa di mosse che, anziché rafforzare l’economia americana, sembrano danneggiarla. I dati economici USA sono allarmanti. Esistono due possibili letture: una, più improvvisata, che sarebbe motivo di forte preoccupazione; l’altra, più calcolata, che punta a ridurre in termini reali il peso del debito pubblico statunitense tramite l’inflazione. Una manovra che, pur essendo folle dal punto di vista economico, avrebbe almeno una sua coerenza interna".

"Quel che è certo – conclude Stefanazzi – è che le conseguenze di questa strategia sono già gravi per l’Italia. In particolare, il Sud rischia di essere colpito in modo devastante. Province come Salerno, Napoli, Nuoro e Crotone vivono in gran parte di export agroalimentare verso gli Stati Uniti. Se il mercato americano si chiude, quelle economie locali vengono spazzate via. Alcuni soggetti vicini al governo hanno provato a minimizzare l’impatto dei dazi, ma è una narrazione fuorviante. I dati parlano chiaro: il 15% del PIL nazionale derivante dal settore Agrifood è in parte legato all’export verso gli USA. Se le tariffe doganali colpiranno fino al 50% delle esportazioni, come si teme, l’impatto sarà catastrofico. Serve subito una strategia nazionale seria per sostenere i produttori più esposti e tutelare territori che rischiano il collasso economico. Il governo non può continuare a ignorare la realtà".

 

29/05/2025 - 13:42

“La storia della rana bollita viene spesso usata per raccontare il pericolo del riscaldamento del pianeta, la temperatura sale lentamente, il pianeta si scalda sempre di più e senza nemmeno accorgercene finiamo stecchiti come la rana nella pentola. Ma questa storia si presta a descrivere piuttosto bene anche quello che può accadere quando da democrazia liberale ci si trasforma in democratura. Al posto della temperatura che sale mettiamo i diritti che scendono, che si comprimono e vengono lentamente cancellati”.

Così la deputata del Pd, Eleonora Evi, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul Dl Sicurezza.

La libertà di dissentire e manifestare - aggiunge - viene a poco a poco soffocata. Si creano nuovi reati, si aumentano le pene, si puniscono con il carcere anche le azioni di disobbedienza civile. Dal reato di blocco stradale che diventa penale e punisce con il carcere chi protesta in modo pacifico e con il proprio corpo, penso agli ecoattivisti per il clima o ai lavoratori a cui questo governo sta dicendo, ‘state zitti’, ‘non disturbate’. O ancora la misura del daspo urbano che può scattare con una semplice denuncia, per arrivare alla norma oscena che manderà dietro le sbarre donne incinte e neomamme accanendosi così sui bambini, altro che difesa dell’interesse superiore del minore. E poi un capolavoro di pura propaganda. Azzerate il comparto della canapa made in Italy. Per la vostra ottusità - conclude - migliaia di agricoltori e imprese dall’oggi al domani sono senza lavoro. Tutto per portare avanti la vostra crociata basata su fake news e pregiudizi. Complimenti”.

 

 

29/05/2025 - 12:14

“Le risorse messe in campo a sostegno del settore moda dalla Regione Toscana rappresentano una boccata  d’ossigeno per migliaia di imprese, soprattutto Pmi, che da anni stanno affrontando una crisi gravissima. Si tratta di finanziamenti ingenti che potranno sostenere l’intera filiera incentivando l’efficienza dei processi produttivi, la crescita dimensionale, l’innovazione, la transizione ecologica e digitale”: è quanto dichiara la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè sugli oltre 100 milioni di euro stanziati dalla Giunta Giani per rilanciare un comparto fondamentale del Made in Italy che in Toscana coinvolge 16.700 imprese e 105mila addetti.
“Adesso ci aspettiamo che vengano concretizzate le misure che il Ministro Urso ha annunciato da mesi. Dei 250 milioni promessi l’unico bando attivato ad oggi per le aziende è soltanto quello di 15 milioni per la transizione ecologica mentre degli altri incentivi si sono perse le tracce. Anche il disegno di legge sulle Pmi, che nelle intenzioni il Mimit avrebbe dovuto stanziare 100 milioni di euro per i contratti di sviluppo nel il settore della moda, non è stato ancora trasmesso al Parlamento”: conclude Simona Bonafè.

23/05/2025 - 19:48

“Da Feltri parole inaccettabili e sessiste”. Il partito democratico ha presentato una interrogazione parlamentare in vigilanza Rai per sapere dal Presidente e dall’Amministratore delegato della RAI, “quali opportune e tempestive iniziative intenda assumere con urgenza la Rai che in qualità di servizio pubblico e di principale azienda culturale del Paese, non può derubricare un episodio di tale gravità e per evitare che possano ripetersene di analoghi”. L’interrogazione si riferisce alla trasmissione “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, condotta da Piero Chiambretti e andata in onda su Rai 3 il 22 maggio  in cui si faceva riferimento alle infelici espressioni del Ministro Nordio che ha consigliato alle donne vittime di violenza di rifugiarsi in chiesa o in farmacia. Il conduttore - scrivono i democratici - si domandava dove avrebbero potuto andare le donne vittime di violenza se avessero trovato chiese e farmacie chiuse. Al che Feltri commentava: “A casa mia. Se sono bone”.

Siamo davanti - aggiungono i dem - a una evidente, vergognosa ed inaccettabile frase sessista e violenta, che colpisce tutte le donne vittime ogni anno di violenza e di maltrattamenti, che offendono la memoria di tutte le donne uccise per mano di un uomo, e che evidenziano ancora una volta come, colpevolmente, anche da parte del servizio pubblico, non sia adeguatamente compresa la gravità di certe espressioni.

Inoltre - sottolineano - è di tutta evidenza che quanto affermato da Vittorio Feltri durante il programma in oggetto viola apertamente sia il Contratto nazionale di servizio tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la Rai - Radiotelevisione italiana S.p.a che all’articolo 2 comma 2 prevede espressamente che “L'offerta di servizio pubblico deve essere improntata (…) al contrasto di ogni forma di violenza, discriminazione e discorsi d'odio”, sia il Regolamento della Agcom contro Hatespeech ("Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona ai sensi dell'articolo 30 del Decreto Legislativo 8 novembre 2023, n. 208)”. L’interrogazione è stata presentata con la prima firma di Ouidad Bakkali, a cui seguono quella del capogruppo Stefano Graziano e di tutti i componenti dem in vigilanza.

 

23/05/2025 - 13:55

“La mafia percorre nuove strade per allargare i suoi tentacoli sull’agroalimentare, con un volume d’affari che oggi raggiunge i 25,2 miliardi di euro, come documentato nell’8° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia presentato recentemente da Eurispes, Coldiretti e Fondazione Osservatorio Agromafie”. Così in una nota a prima firma della deputata Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione agricoltura e gli altri componenti dem Stefania Marino, Nadia Romeo, Andrea Rossi e Stefano Vaccari.

“Contraffazione dei prodotti – continuano gli esponenti dem - caporalato, frodi alimentari e sul packaging, credito illegale, acquisto di aziende in difficoltà, riciclo denaro, controllo dei mercati e intercettazione dei fondi pubblici sono le modalità sempre più utilizzate dalle agromafie per trarre profitto illegale dal grande business del Made in Italy. Le ricadute riguardano la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti, l’alterazione delle dinamiche di mercato e la compromissione dell’identità stessa delle produzione d’eccellenza italiane”. “È necessario tenere alta la guardia, affinare e potenziare i controlli, rafforzare la collaborazione tra istituzioni e organizzazioni di settore”, concludono i deputati Pd.

 

20/05/2025 - 20:13

“Nonostante l’aumento dell’occupazione, l'Italia è il paese che ha i tassi di partecipazione al mercato del lavoro più bassi d’Europa, in particolare fra le donne e i giovani. Ma l’Italia in Europa vanta anche il record negativo di avere i salari più bassi d’Europa": è quanto dichiara la vice presidente dei deputati Pd Simona Bonafè intervenendo oggi, martedì 20 maggio a Roma, nel corso del "Meeting Made in Italy - Unire le eccellenze per avere l'eccellenza" organizzato dalla Confederazione Aepi.

"Le nostre imprese devono sostenere elevati costi energetici e gli incentivi sull’innovazione tecnologica per agganciare la rivoluzione verde e digitale, come Industria 5.0, si sono rivelato un flop. Servono politiche industriali efficaci per sostenere realmente le Pmi che rappresentano la spina dorsale produttiva ed occupazionale del paese e l'eccellenza del Made in Italy nel mondo": conclude Simona Bonafè.

 

12/05/2025 - 19:30

"Ancora fumata grigia al Ministero del Made in Italy sulla vertenza Venator. Serve una soluzione rapida ed efficace per i 200 lavoratori e le loro famiglie ancora bloccati nell'incertezza. I contratti di solidarietà vanno confermati almeno fino al 2026 mentre serve un piano industriale serio, anche valutando nuovi soci visto la disponibilità avanzata dalla società di cedere lo stabilimento di Scarlino per rilanciare un sito produttivo fondamentale per la provincia di Grosseto”. E’ quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani intervenendo oggi alla riunione presso il Dicastero delle Imprese e del Made in Italy.

06/05/2025 - 19:35

"Abbiamo presentato questa mozione per dare voce al grido di dolore delle piccole e medie imprese del comparto moda, tessile, abbigliamento e calzaturiero, che rappresentano un'eccellenza del Made in Italy ma che oggi affrontano una crisi strutturale senza precedenti". Lo ha detto in Aula alla Camera la vicepresidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera, Simona Bonafè, esprimendo il voto favore alla mozione dem per fronteggiare la crisi sul settore di cui è prima firmataria.

"La crisi non è passeggera né congiunturale – ha proseguito l’esponente Pd – ma è determinata da una molteplicità di fattori: la turbolenza dei mercati internazionali, la minaccia dei dazi USA, il calo del potere d’acquisto delle famiglie italiane, il costo dell’energia sproporzionato rispetto ai competitor europei, il cambiamento climatico e la concorrenza sleale del fast fashion. Ma anche dalle scelte sbagliate di alcune grandi griffe del lusso, che hanno scaricato la crisi sugli anelli più deboli della filiera. Il governo è arrivato tardi e male su questa crisi, e l’unico provvedimento adottato, la cassa integrazione in deroga per le imprese sotto i 15 dipendenti, si è rivelato insufficiente e mal strutturato, con gravi penalizzazioni per le realtà più piccole”.

"Non servono interventi una tantum – ha concluso Bonafè - ma misure strutturali che accompagnino la transizione ecologica e digitale delle imprese. Serve sostenere il ricambio generazionale, incentivare le reti d’impresa e contrastare la concorrenza sleale. Le riformulazioni proposte alla nostra mozione sono inaccettabili: non si può più parlare di 'valutare l’opportunità di intervenire'. Il tempo delle valutazioni è finito, servono azioni concrete ora. Da un governo che ha ribattezzato il ministero dello Sviluppo Economico in ministero del Made in Italy ci saremmo aspettati ben altro".

 

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