03/04/2025 - 13:00

Con che faccia andrà al Vinitaly

“Ora i dazi di Trump sono una realtà. Meloni fa finta di preoccuparsi, ma fino a ieri ha continuato a richiamare il suo logoro refrain: prudenza ed equidistanza. Si è assunta una grave responsabilità nell’ignorare la necessità di un cambio di passo nel rapporto con il Tycoon e non ha fatto quelle che subito bisognava fare. Rafforzare l’Unione Europea e prendere le contromisure, come controdazi e apertura verso nuovo mercati, per evitare che a pagare le conseguenze sovraniste siano le aziende del Made in Italy. Con quale faccia Meloni e Lollobrigida si recheranno domenica a Verona per il Vinitaly e cosa diranno ai nostri produttori? Non basta più dire che siamo il Paese delle eccellenze se poi non vengono difese sui mercati internazionali. Meloni e Lollobrigida continuano ad ignorare  che con i dazi, come ha detto il presidente di Confindustria, ci sarà il calo del Pil e che come ci hanno ricordato le organizzazioni professionali agricole migliaia di aziende rischiano di chiudere e con loro perderanno l’occupazione decine di migliaia di persone.
Non pervenuto il vicepremier Salvini, che tra Trump e Putin viaggia su orizzonti antieuropeisti senza che la premier abbia la forza di intervenire. Per Meloni conta di più una foto ricordo con Trump in attesa di quella che farà con Vance subito prima di Pasqua. Gli interessi del Paese vengono dopo”.

Così il segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari.

 

03/04/2025 - 10:42

“Altro che pontiera: la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avallato fino all’ultimo la folle politica economica di Donald Trump, accettandone le conseguenze senza battere ciglio. Adesso, però, l’Italia rischia di pagare un prezzo altissimo. L’introduzione dei nuovi dazi minaccia gravemente il Made in Italy, con il rischio di selvagge delocalizzazioni e pesanti ripercussioni occupazionali per migliaia di lavoratori. Le nostre imprese, già sotto pressione, si troveranno a competere in un contesto ancora più ostile, con danni incalcolabili per l’export e per interi settori strategici della nostra economia”.  Così il capogruppo democratico nella Commissione attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo che aggiunge: “la sovranista Meloni è rimasta vittima del sovranismo. Adesso l’Italia alzi la voce in Europa il nostro Paese non può permettersi di restare a guardare mentre il proprio tessuto produttivo viene messo in ginocchio.

 

03/04/2025 - 10:41

“I nuovi dazi imposti da Trump mettono a rischio uno dei settori più rappresentativi del Made in Italy: la moda. Un comparto che dà lavoro a migliaia di persone e porta l’eccellenza italiana nel mondo, ora lasciato solo da un governo incapace di tutelare le proprie imprese.”

Così la vice presidente del gruppo del Pd della Camera, Simona Bonafè, che aggiunge: “la sovranista Meloni ha inseguito fino all’ultimo una politica economica miope, senza mai prendere una posizione chiara. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le aziende della moda, già sotto pressione per la concorrenza globale, si trovano ora a dover affrontare nuovi ostacoli senza alcuna strategia di difesa da parte dell’esecutivo.

Mentre altri Paesi proteggono le proprie industrie, l’Italia resta a guardare. È ora che il governo smetta di muoversi in ordine sparso, faccia sentire la sua voce in Europa e metta in campo azioni concrete per difendere il Made in Italy da scelte economiche che rischiano di avere conseguenze disastrose per la nostra economia e per l’occupazione.”

 

02/04/2025 - 18:21

“Il ministro Lollobrigida continua con la litania di mantenere toni diplomatici nonostante la pioggia di dazi di Trump che sta per abbattersi, come uno tsunami, sulle aziende italiane. Anche il presidente di Confindustria Orsini e il portavoce del Ppe Jörgen Warborn, hanno fatto presente la necessità di fare scelte coraggiose, ma Lollobrigida continua come se nulla fosse”. Così il deputato Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura commentando le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura a margine della prima edizione del premio "Maestro dell'Arte della Cucina Italiana" che si è svolta a Palazzo Chigi.

"L'Italia – ha aggiunto l’esponente dem - è ormai pienamente coinvolta nell'era dei dazi imposti dall'amministrazione Trump, e persino il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha riconosciuto la gravità della situazione per il settore agroalimentare. Peccato che, al di là delle dichiarazioni, dal governo non siano ancora arrivate risposte concrete. Non possiamo limitarci a constatare il problema ma dobbiamo costruire con l'Europa soluzioni reali. In gioco ci sono migliaia di imprese e di posti di lavoro, oltre a un export di quasi 8 miliardi di euro che rischia di essere compromesso. Servono azioni immediate e strategie concrete per proteggere i settori più colpiti".

“Il Partito Democratico – ha concluso Vaccari - chiede che il governo italiano smetta di restare inerte e avvii un confronto costruttivo con Bruxelles per trovare soluzioni efficaci. Non escludiamo misure di difesa come eventuali controdazi o l'apertura di nuovi orizzonti di mercato perché in una guerra commerciale serve una strategia chiara. Ma soprattutto, è fondamentale mettere in sicurezza le nostre imprese e tutelare i lavoratori, garantendo loro protezione in questa fase di trattative con gli Stati Uniti. Il governo si assuma finalmente la responsabilità di questa emergenza e agisca con determinazione per difendere davvero il Made in Italy e il nostro tessuto produttivo".

 

02/04/2025 - 10:53

“Durante l’interrogazione a risposta immediata in Commissione Attività produttive, il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso ha risposto senza fornire alcuna rassicurazione concreta sulla tutela della chimica di base in Italia. Da un lato, il Governo italiano sostiene a livello europeo l’iniziativa per un EU Critical Chemicals Act, volta a preservare le produzioni strategiche della chimica di base, modernizzando e decarbonizzando gli impianti, garantendo l’accesso competitivo alle materie prime e incentivando il reshoring delle produzioni. Dall’altro, però, lo stesso Governo avalla il piano di ENI-Versalis che prevede la dismissione della chimica di base nel nostro Paese, con la chiusura di impianti fondamentali come quelli di Priolo e Brindisi.
Le conseguenze sarebbero gravissime: la filiera produttiva nazionale perderebbe un settore strategico, aumentando la dipendenza da materie prime importate, con il rischio di incrementare i costi per migliaia di aziende e mettere a repentaglio oltre 200mila posti di lavoro tra occupazione diretta e indotto.
Mentre altri Paesi europei si muovono per garantire il futuro della chimica di base, l’Italia sembra andare in modo complice nella direzione opposta. Chiediamo al Governo di fare chiarezza: intende davvero difendere la competitività dell’industria italiana o vuole smantellarla?” Cosi una nota del capogruppo democratico nella commissione attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo.

02/04/2025 - 10:52

Surreale considerare politica dazi opportunità per Made in Italy

“L’annuncio imminente dell’amministrazione Trump sui nuovi dazi rappresenta un colpo durissimo per l’economia globale e, in particolare, per l’Italia, sesta potenza mondiale dell’export. Con il 40% del PIL legato alle esportazioni, il nostro Paese rischia di subire un impatto devastante da misure protezionistiche che penalizzeranno il Made in Italy. Di fronte a questa minaccia, il governo italiano si dimostra remissivo e inconcludente, scegliendo una strategia che invece di difendere con forza le nostre imprese, propone una debole “strategia transattiva” con gli USA. Il piano del governo presentato al parlamento non prevede alcuna opposizione ferma ai dazi ingiusti, nessuna difesa diretta dei nostri settori strategici, nessuna iniziativa autonoma per tutelare le imprese italiane. Si parla invece di riequilibrare il surplus commerciale con concessioni su gas e difesa, come se l’Italia dovesse negoziare la propria penalizzazione anziché contrastarla. Mentre altri paesi studiano misure decise per proteggere i propri interessi, l’Italia si limita a un “dialogo costruttivo” che nei fatti significa piegarsi alle decisioni americane senza reagire. Il governo non solo non critica apertamente le scelte scellerate di Trump, ma cerca in modo surreale di dipingerle come un’opportunità, suggerendo che i dazi contro altri Paesi possano favorire il Made in Italy, a discapito di una realtà ben diversa: le nostre imprese saranno le prime a pagarne il prezzo. Chiediamo un cambio di passo immediato: l’Italia deve farsi rispettare in Europa e nel mondo, pretendendo una reazione forte e compatta da parte dell’UE. Serve una strategia aggressiva di tutela del nostro export, non un atteggiamento remissivo che condanna le imprese italiane a pagare il prezzo delle scelte altrui” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano, commenta il Piano d’azione per l’export italiano presentato dal ministero degli Esteri al parlamento.

 

29/03/2025 - 14:33

“C’è un limite al ridicolo. Ci saremmo aspettati di tutto, tranne che la Presidente del Consiglio si recasse al congresso di un partito di opposizione per attaccare, non solo le opposizioni, ma anche la segretaria del PD, Elly Schlein. Un episodio che evidenzia la totale assenza di visione politica e che punta solo spostare l’attenzione dalle profonde divisioni della maggioranza e che ignora le sfide urgenti che l'Italia deve affrontare nel contesto internazionale. Invece di usare questa occasione per chiarire la posizione del governo italiano sulla politica estera e sulla gestione dei dazi, Meloni continua a eludere il dibattito e a ignorare i segnali di allarme lanciati dal mondo industriale, che denuncia i pericoli legati ai dazi. Queste scelte potrebbero avere effetti devastanti su settori vitali dell’economia italiana, compromettendo l’occupazione e l’export, in particolare per il Made in Italy.
Ma su questo Meloni tace", ha dichiarato Ubaldo Pagano, capogruppo democratico nella Commissione Bilancio della Camera.

28/03/2025 - 11:39

“Mentre la Commissione Europea si prepara a reagire contro i dazi imposti da Trump, la presidente del Consiglio italiano invita alla calma e frena ogni iniziativa di difesa dell’economia europea. Giorgia Meloni sembra prigioniera di una sindrome di Stoccolma politica, incapace di distinguere tra chi attacca e chi si difende.

È grave che di fronte a una minaccia concreta per le nostre imprese, il governo italiano scelga l'immobilismo, mettendo a rischio interi settori del Made in Italy, proprio quelli di cui si vanta ogni giorno. Gli imprenditori che esportano all'estero sanno bene che non reagire significa subire danni pesantissimi.

Noi siamo molto preoccupati: serve un'Europa forte e compatta per difendere il nostro tessuto economico. La strategia dell’immobilismo non è un'opzione” così una nota del capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.

 

27/03/2025 - 19:01

“È sempre più urgente che l'ambiguo ed evanescente ministro Urso venga in Aula a riferire sui rischi, sempre più concreti, che lo scontro commerciale tra Usa e Europa porterà al nostro Made in Italy. Le eccellenze italiane, che rappresentano un export pari a 67 miliardi, rischiano il tracollo e la posizione ondivaga e remissiva del governo non è un buon segnale per tutelare il Made in Italy dai dazi. Sono necessarie azioni concrete, l'inerzia dell'esecutivo fa molto male all'economia italiana”. Così in una nota il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo PD in Commissione Attività produttive alla Camera.

27/03/2025 - 18:42

“La moda è da sempre un'eccellenza del Made in Italy. Lo sanno tutti tranne l'evanescente e inadeguato ministro Urso che resta inerme davanti al perdurare della crisi di uno dei volani del sistema produttivo italiano. La preoccupazione è ancora maggiore se, oltre alla mancanza di azioni concrete per proteggere e dare nuova linfa alla moda italiana, a breve l'intero comparto potrebbe essere esposto all'imposizione dei dazi in arrivo dagli Stati Uniti. È giunto il momento che il ministro si assuma le sue responsabilità e venga in Aula a chiarire quali sono le politiche del governo per superare la crisi del settore moda e quali saranno le tutele contro i dazi americani”. Così in una nota la deputata dem Simona Bonafè, vicepresidente del Gruppo PD alla Camera.

26/03/2025 - 14:57

“È necessaria più giustizia per i lavoratori agricoli, per questo oggi ho depositato con il collega Marco Lacarra una proposta di legge con lo scopo di porre fine alla storica disparità tra l’indennità di disoccupazione agricola (oggi ferma al 40%) e quella degli altri lavoratori (fissata al 75%)”. Così si legge sul profilo social del deputato dem Mauro Laus.
“Con questa proposta – prosegue il parlamentare PD - vogliamo portare l’indennità agricola al 75% entro il 2027, con un aumento graduale già dal 2025. È una questione di giustizia, di dignità e di rispetto per chi lavora nei campi, alimenta il Made in Italy e rappresenta una parte fondamentale del nostro sistema produttivo”. “Quella del PD è una proposta, che sostiene oltre 590 mila lavoratori agricoli stagionali e riconosce il valore di un settore che vale oltre 70 miliardi per l’economia italiana. Ora tocca al Parlamento fare la sua parte”, conclude Laus.

23/03/2025 - 12:16

“Serve più tempo alle aziende per assolvere l’obbligo di stipulare polizze di assicurazione contro gli eventi catastrofali: la data del 31 marzo è irrealistica. Per coglierlo, basti pensare che alle stesse imprese assicuratrici è stato invece concesso tempo fino al 28 marzo per adeguare alle previsioni di legge i testi delle polizze da proporre e che ad oggi non è attivo il portale Ivass per la comparabilità delle offerte dei contratti assicurativi. Un paradosso: potrebbe accedere che tra il momento in cui una polizza efficace è disponibile sul mercato e quello in cui scade l’obbligo per i destinatari di assicurarsi, vi siano solo tre giorni a disposizione, per valutazioni complesse ed economicamente impattanti”. Così si legge nell'interrogazione presentata dalla deputata del PD, Nadia Romeo, con cui si chiede ai ministri del Made in Italy e dell'Economia e Finanze una proroga del termine di stipulazione delle assicurazioni contro gli eventi catastrofali.

“La conferma del termine del 31 marzo 2025, mette in seria difficoltà quasi quattro milioni di imprese – micro, piccole, medie e grandi – che avrebbero a disposizione meno di un mese per sottoscrivere polizze di particolare complessità”, conclude Romeo.

 

20/03/2025 - 16:27

“Le nuove misure sui dazi annunciate da Donald Trump rischiano di infliggere un colpo durissimo al settore agroalimentare italiano, che esporta negli Stati Uniti il 14% della propria produzione per un valore stimato tra gli 8 e i 9 miliardi di euro. L’imposizione di tariffe aggiuntive sui prodotti italiani, che sono riconosciuti in tutto il mondo per la loro altissima qualità, causerebbe danni irreparabili a migliaia di imprese e alle eccellenze del Made in Italy.” Lo dichiara il deputato Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, in un’intervista sui canali social dei deputati dem.

“Basti pensare – prosegue l’esponente Pd – al pecorino romano, che destina il 56% della propria produzione al mercato statunitense, o ai vini rossi toscani DOP, con il 40%. Entrambi i settori subirebbero un impatto devastante. Senza dimenticare la filiera del Parmigiano Reggiano, che nonostante una maggiore diversificazione del mercato, conta comunque 233 milioni di euro di esportazioni verso gli Stati Uniti”.

“L’Italia – conclude Vaccari - da sola non avrebbe la forza necessaria per negoziare con Washington, soprattutto di fronte alle pressioni già esercitate da Trump sul nostro Paese, e rischierebbe di soccombere. È indispensabile un’azione forte e unitaria dell’Unione Europea, che contratti con gli Stati Uniti non una guerra commerciale, ma una politica industriale solida e di lungo periodo che adesso manca al nostro Paese e all’Europa”.

 

19/03/2025 - 12:18

“Sul payback sanitario è il momento delle decisioni, ritardarle ulteriormente avrà quale conseguenza la tenuta economica di tante imprese del settore ma anche compromettere, in mancanza di risorse previste dalla legge, l’entità dei servizi ai cittadini di tante Regioni e la qualità delle forniture al servizio sanitario nazionale. Per questo il Pd, dopo aver già depositato interrogazioni e proposte di legge sul tema, ha ritenuto di presentare alla Camera una mozione parlamentare che ho firmato insieme ai colleghi Furfaro, Braga, Peluffo, Malavasi, De Maria, Girelli, Ciani, Stumpo, Ferrari, Forattini e Ghio, per impegnare il governo  ‘ad istituire immediatamente un tavolo nazionale con il coinvolgimento delle regioni, dei ministeri della Salute e delle Imprese e del made in Italy, delle rappresentanze delle imprese del settore per individuare soluzioni condivise, sia per il pregresso che per il futuro, che consentano di salvaguardare le imprese, i bilanci delle regioni e la qualità delle forniture al Servizio sanitario nazionale’.
Anche la conferenza delle regioni ha più volte sollecitato il governo ad affrontare il tema e alcune regioni, come ad esempio l’Emilia-Romagna, hanno istituito tavoli tecnici con le imprese. La questione payback ha determinato oltre 2000 ricorsi ai Tribunali amministrativi e la Corte Costituzionale con una sua sentenza ha evidenziato la criticità della norma. L’Italia è il secondo Paese dell’Ue per numero di occupati nel settore con 11.607 addetti e 4.641 aziende, di cui quasi il 94 per cento Pmi e il 6,5 per cento grandi imprese, a cui si aggiungono circa 300 tra startup e Pmi innovative”

Così il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Il payback sui dispositivi medici - aggiunge - nasce come strumento di governo della spesa introdotto nella normativa italiana nel 2015 pensato per far fronte all’emergenza finanziaria dell’epoca. Ora però è indispensabile superare per il futuro l’attuale meccanismo, individuando altri strumenti idonei a monitorare la spesa per tali investimenti e trovando soluzioni per il triennio 2015/2018. Per questo è il momento di trovare soluzioni condivise come a parole tutti i partiti vogliono fare ma la soluzione non si trova mai”.

 

06/03/2025 - 16:16

“Di fronte all’emergenza del granchio blu, il governo Meloni ha offerto solo passerelle, proclami e promesse senza alcuna risposta concreta per i pescatori, che stanno affrontando una crisi senza precedenti. La produzione di vongole è di fatto azzerata e il comparto è in ginocchio. Eppure, alla richiesta di sospendere l'obbligo del versamento dei contributi previdenziali, il governo ha risposto con un secco no.” Lo dichiara la deputata dem Nadia Romeo, componente della commissione Agricoltura, intervistata sui canali social dei deputati Pd.

“Dal mio insediamento, nel luglio 2024 – aggiunge l’esponente dem - chiedo a questo governo di adottare un provvedimento a costo zero, che preveda la sospensione dei contributi previdenziali e assicurativi per i pescatori e le partite IVA del settore. Si tratta di una cifra irrisoria, pari a circa 1,5 milioni di euro, che verrebbe comunque recuperata attraverso una rateizzazione nel momento in cui le attività riprenderanno fiato. Una misura semplice e concreta, che era stata promessa dallo stesso ministro Lollobrigida, ma che non è mai stata attuata”.

“La situazione – conclude Romeo - è drammatica: solo nell’area del Polesine, delle 1.500 partite IVA attive nel settore, al 31 dicembre scorso, ben 500 hanno chiuso. Parliamo di un provvedimento essenziale per la sopravvivenza delle imprese e delle famiglie coinvolte, ma anche per la tutela di un’eccellenza del Made in Italy. L’Italia era il primo esportatore europeo di vongole, un settore che vale 200 milioni di euro. Eppure, nonostante l’emergenza, siamo nel 2025 e le promesse del governo restano senza riscontro. Chiediamo con forza un intervento immediato: basta rinvii, servono risposte concrete per il settore ittico e per i lavoratori”.

 

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