"Mi auguro che la manifestazione per tutelare tutta la popolazione civile nel conflitto in Medio Oriente, prevista per oggi in piazza dell'Esquilino alle 18.30 sia molto partecipata.
C'è un grande bisogno di riportare al centro del dibattito i temi della pace in un periodo in cui, invece, viviamo grandi tensioni e conflitti, a Gaza come in Ucraina e in tanti altri posti nel Mondo.
L'iniziativa di oggi è convocata da Amnesty International e AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale) e hanno aderito decine di altre associazioni: una società civile che non si stanca mai di chiedere la fine di ogni conflitto e il rispetto dei diritti umani in ogni angolo del Pianeta. Purtroppo non potrò esserci per impegni già presi da tempo e mi auguro che sia un'occasione di riflessione senza tentativi di strumentalizzazione né di esasperazione dei toni. Spero pure che partecipino numerosi altri esponenti politici e, nel rispetto della natura civica dell'appuntamento, si dia in questo modo un segnale chiaro e inequivocabile sulla volontà, anche della politica, di adoperarsi per affermare la pace". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
Una cosa è chiedere sicurezza per i civili palestinesi. Altra cosa è bruciare la bandiera di Israele o condividere un certo tipo di messaggi intolleranti e inaccettabili senza dire una parola sulla barbarie di Hamas. Chi si batte per la pace deve riconoscere il diritto alla sicurezza dello Stato di Israele insieme al diritto del popolo palestinese a vivere in un proprio Stato. Ed il rischio del riproporsi di fenomeni di antisemitismo non deve e non può essere sottovalutato. Ce lo insegna la storia che abbiamo alle spalle, anche in Italia.
Lo ha scritto su Facebook Andrea De Maria, deputato Pd.
“Apprezziamo le parole del ministro Tajani, ma chiediamo al governo uno sforzo in più per evitare che il Medio Oriente possa diventare un drammatico detonatore di violenza e terrore, che mette a rischio la sicurezza degli ebrei, dei palestinesi e la nostra. Ieri c’è stato il Consiglio Ue dei 27. Chiediamo che l’Italia sia all’altezza della sua storia, moltiplichi gli sforzi diplomatici per fermare l’escalation e rilanci la prospettiva dei due Popoli e due Stati, unica soluzione possibile. Israele ha diritto a esistere e difendersi, e teniamo alta l’allerta sull’antisemitismo. Ma quel diritto si esercita nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Bisogna colpire i terroristi di Hamas, non punire collettivamente i palestinesi, che hanno il medesimo diritto a esistere. I crimini di guerra vanno denunciati e condannati sempre. Il rispetto del diritto internazionale deve valere sempre. Oggi condanniamo la Russia per l’attacco terroristico a Zaporizhzhia. Se vogliamo preservare la credibilità dei nostri principi, non possiamo reiterare in Medio Oriente doppi standard, doppie morali. La morale dell’umanità è una sola. C’è un confine, invalicabile, tra giustizia e vendetta. Noi dobbiamo presidiare quel confine, da lì passa la nostra civiltà”.
Così il deputato e responsabile Esteri del Partito Democratico, Giuseppe Provenzano, replicando in Aula al ministro Tajani nel corso del Question Time alla Camera. Nell’illustrazione del Q/T, Provenzano ha denunciato come a Gaza sia “in corso una catastrofe umanitaria. È necessaria l’apertura immediata di corridoi per la salvaguardia dei civili e la creazione di ‘safe zones’ che includano scuole e ospedali. Assedio e bombardamenti hanno causato oltre 3 mila vittime e 12.500 feriti. La strage di civili all’ospedale Al Ahli - ha aggiunto - impone a questo Parlamento un messaggio, forte, unitario, di solidarietà al popolo palestinese e a chi lo rappresenta. Che non sono i terroristi di Hamas”.
“C’è un rischio molto alto di una escalation militare in Medio Oriente e oltre; bisogna ragionare con estrema prudenza perché un’allargamento del conflitto sarebbe un problema molto serio, considerando già quello che sta succedendo in Sudan, nella zona del Sael, la guerra russa-ucraina, in Kosovo, Serbia. Il tema fondamentale oggi è che nei confini dell’Europa c’è il rischio di estensione del conflitto molto alto. Per questo dobbiamo condannare fermamente l’azione di Hamas e agire in modo unitario. L’Europa e la comunità internazionale deve spingere per fermare l’escalation”. Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, ospite di Sky Start.
“Noi come Partito Democratico abbiamo offerto la nostra disponibilità alla maggioranza per una mozione unitaria in Parlamento - ha proseguito Graziano-. Abbiamo apprezzato le parole del ministro Tajani, la comunità internazionali si attivi per fermare l’escalation militare e non dimentichiamo che bisogna fornire aiuti umanitari dall’Europa. Non possiamo abbandonare ed affamare la popolazione civile nei luoghi del conflitto. Il principale problema oggi dei palestinesi - ha concluso Graziano- è esattamente Hamas.
Alla domanda se ci sarà una mozione unitaria Graziano risponde: “spero e scommetto sul si”.
"Ancora venti di guerra in Medio Oriente. Subito una iniziativa internazionale per bloccare l'offensiva terroristica e militare di Hamas contro Israele e per evitare una nuova spirale di lutti, distruzioni e violenza". Lo scrive su X il deputato dem Piero Fassino, vicepresidente della commissione Difesa.
Il gruppo Pd in commissione Esteri, prime firmatarie Lia Quartapelle ( vice presidente della Commissione ) e Laura Boldrini, ha presentato Risoluzione in Commissione
“Il governo italiano deve attivarsi immediatamente affinché l’Italia si faccia realmente promotrice di una iniziativa internazionale che, sotto l’egida delle Nazioni Unite e coinvolgendo i paesi G7 e i paesi del sud globale, metta a disposizione navi per scortare via mare i carichi di grano ucraini attraverso le acque territoriali della Bulgaria e Romania verso la Turchia.” È quanto scrivono, in una risoluzione presentata in commissione Esteri, le deputate Pd Lia Quartapelle e Laura Boldrini. Le parlamentari Dem osservano che “l'accordo che consente agli ucraini di esportare grano verso il Mar Nero, firmato tra Russia e Ucraina, con la mediazione della Turchia, è scaduto lo scorso 17 luglio, e non è stato rinnovato e la Russia ha deciso di interrompere il patto , in maniera del tutto unilaterale”. Quartapelle e Boldrini aggiungono inoltre che “la reazione della comunità internazionale è stata immediata: gli Stati Uniti, tramite l’ambasciatore alle Nazioni Unite, hanno definitivo lo stop russo all’export di grano «un atto di crudeltà». Il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha messo in guardia sul fatto che la mossa della Russia «la pagheranno milioni di esseri umani». La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha parlato di una «mossa cinica da parte della Russia», sottolineando che Bruxelles sta lavorando «per garantire la sicurezza alimentare per le persone vulnerabili in tutto il mondo. I corridoi di solidarietà Ue continueranno a portare i prodotti agroalimentari dall’Ucraina ai mercati globali». Infine, Quartapelle e Boldrini rilevano che “con lo stop unilaterale dell’accordo sul grano, la Russia sta cercando di strangolare l’economia ucraina. L’Ucraina esporta più del 50% della propria produzione di grano via nave. Si tratta della principale voce di esportazioni del paese, che ha visto il proprio PIL ridursi del 30% a causa dell’aggressione russa. Dalle esportazioni ucraine dipende la sicurezza alimentare di più di 400 milioni di persone nei paesi più poveri dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia. Non si può permettere che la Russia- concludono le parlamentari Dem- ricatti l’Ucraina e affami le nazioni più fragili”.
“Oggi, nel corso della seduta della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, io e il collega Arturo Scotto abbiamo chiesto alla sottosegretaria al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Maria Tripodi di condannare la recente visita del Ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Ben Givr, alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, che ha suscitato grande preoccupazione sia sul piano interno che su quello internazionale. E abbiamo chiesto inoltre se il Governo italiano intende sostenere la riapertura di un negoziato tra israeliani e palestinesi. Noi temiamo che in Israele e in Palestina si avvii un’ulteriore spirale di violenze. Le violenze, a dire il vero, non si sono mai fermate, neanche nei giorni e nelle settimane passate. L’Italia in quanto amica di Israele e consapevole delle ragioni del popolo palestinese, nel passato ha svolto un ruolo chiave per il dialogo e per la ricerca della pace tra israeliani e palestinesi. Un ruolo che ormai sembra dismesso. La risposta che ci ha fornito oggi la sottosegretaria Tripodi è insoddisfacente. L’obiettivo in sè giusto ‘due popoli, due Stati’ richiamato da Tripodi non ha senso se non si pone fine all’occupazione della Palestina. Ci si limita a ripetere la formula giusta ma non si vede, perché non si vuole vedere, che la proliferazione di insediamenti illegali in Cisgiordania è finalizzata a compromettere la continuità territoriale di un futuro Stato di Palestina e ad impedirne la realizzazione.
Non si vede, perché non si vuole vedere, quello ho constatato io stessa in un recente viaggio in Israele e Palestina e cioè che 1000 palestinesi vengono cacciati dalle loro case a Masafer Yatta, a sud di Hebron, perché l’esercito israeliano deve costruire un poligono di tiro. Non si vede, perché non si vuole vedere, quale risentimento e quale rabbia abbiano provocato gli sgomberi forzati nel quartiere di Sheik Jarrah, a Gerusalemme Est, di famiglie palestinesi che risiedevano li da decenni. Chiediamo in sostanza al governo italiano di agire in ottemperanza delle numerose risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedono la fine degli insediamenti e dell’occupazione e il ritorno ai confini del 1967: solo così si potrà garantire la pace e si potrà far nascere uno Stato di Palestina che viva nella sicurezza reciproca accanto allo Stato di Israele”.
Ad affermarlo in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
Chiediamo a governo di promuovere un’iniziativa per la pace
La visita del ministro della Sicurezza interna di Israele, Ben Givr, alla Spianata delle Moschee lascerà purtroppo un’ulteriore scia di sangue in Medio Oriente. L’Autorità nazionale palestinese ha dichiarato che la visita alla Spianata è paragonabile a un atto di guerra. Il ministro degli Esteri della Giordania, il cui governo ha la giurisdizione di quell’area, ha parlato di fragrante violazione del diritto internazionale e di atto provocatorio. L’ex primo ministro israeliano ha parlato di deliberata provocazione. Si rischia nei prossimi giorni una ulteriore escalation del conflitto, con decine di morti oltre che la pietra tombale su qualsiasi ipotesi di processo di pace fondato sul principio due popoli due stati, che già non è più nell’agenda del nuovo governo di ultradestra di Benjamin Nethanyahu. Presenteremo nelle prossime ore un’interrogazione al governo Meloni per capire quali azioni intenda mettere in campo per promuovere a livello internazionale un’iniziativa per la pace e il dialogo e per far rispettare le risoluzioni delle Nazioni Uniti a cui l’Italia ha sempre aderito.
Così i deputati di Pd-Idp Laura Boldrini e Arturo Scotto.