“Non si può riscrivere la storia”
È incredibile e gravissimo quello che è successo poco fa nell’Aula del Parlamento. La presidente del Consiglio in uno dei passaggi forse più dedicati della nostra storia recente, quando deve andare in Consiglio Europeo dove posizionare l'Italia su quello che sta accadendo, su una richiesta di nuova protezione dell'Italia, su una posizione che dobbiamo prendere rispetto alle scelte di Trump e rispetto alle guerre che continuano sia in Ucraina che nel Medio Oriente, di fronte a tutto questo ha pensato bene di irridere la nostra Costituzione, la nostra storia, l'Europa stessa. Meloni ha mistificato la realtà, ha ancora una volta strumentalmente e in modo truffaldino utilizzato proprio il manifesto di Ventotene per fare una caricatura, per insultare quegli uomini e quelle donne che hanno perso anche la vita per combattere i nazionalismi e il nazifascismo e per permetterci di vivere in un’Europa libera. Veramente una vergogna, non ha il minimo senso delle istituzioni. Presidente, non si può riscrivere la storia.
Così la deputata dem, Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.
"L'Oscar come miglior documentario a "No Other Land", frutto del lavoro di registi palestinesi e israeliani, che parla della violenza dei coloni e delle politiche di annessione di Israele in Cisgiordania, è una bellissima notizia. Non solo perché squarcia il velo sulla realtà drammatica che stanno vivendo i territori occupati dove recentemente oltre 40mila palestinesi sono stati cacciati dalle loro case, centinaia di persone uccise e case distrutte. Ma anche per le parole dei suoi autori, il palestinese Basel Adra e l'israeliano Yuval Abraham. Parole di condanna durissima, ma anche di speranza per una soluzione politica che rispetti entrambi i popoli e permetta a Israele e Palestina di vivere in pace e sicurezza". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Non stupisce la reazione del ministro della Cultura di Israele, Miki Zohar, che stigmatizza l'Oscar - sottolinea la deputata dem -: il governo di Tel Aviv non vuole che si sappia la verità di quello che succede in Cisgiordania come non voleva che si sapesse quello che accadeva a Gaza, ragione per cui ha impedito ai giornalisti internazionali di entrare a fare il loro lavoro. Tutto viene letto come un attacco a Israele, ma a morire sotto le bombe, a dover lasciare le loro case, a subire l'aggressione dei coloni e dell’esercito israeliano sono i palestinesi".
"La notizia arriva mentre dal Medio Oriente Netanyahu fa sapere di avere bloccato gli aiuti umanitari per Gaza. “Finiti i pranzi gratis”, ha ammonito con disprezzo - prosegue Boldrini - . Un anno fa esatto, con una delegazione di cinquanta persone tra parlamentari, accademici, attivisti delle Ong e giornalisti eravamo al valico di Rafah, al confine con l'Egitto, e abbiamo visto con i nostri occhi le centinaia di tir carichi di aiuti fermi fuori da Gaza, magazzini pieni di beni di prima necessità, farmaci, dispostivi medici accatastati perché le autorità israeliane ne impediva l'accesso. Abbiamo visto l’utilizzo della fame come arma di guerra: solo una delle tante violazioni del diritto internazionale perpetrate da governo israeliano". "La tregua - conclude - aveva aperto uno spiraglio di speranza, ma l'evoluzione dei fatti e l'appoggio incondizionato di Trump a Netanyahu rischiano di far vacillare tutto".
"Due anni fa ci davano per morti e invece siamo qui, in piena forma, il primo partito dell'opposizione. Ho apprezzato che Elly Schlein abbia iniziato la sua relazione da un'analisi dello scenario internazionale che stiamo vivendo, condannando fermamente le parole del vice presidente della Knesset che ha parlato dei palestinesi di Gaza come "feccia e subumani" auspicando l'eliminazione degli adulti. E la ringrazio per avere condannato altrettanto fermamente il raccapricciante video di Trump su Gaza "riviera del Medio Oriente".". Lo ha dichiarato, intervenendo alla direzione del Pd, Laura Boldrini, deputata dem e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Se siamo tornati a crescere è perché abbiamo una linea politica chiara: lo è sull'immigrazione, avendo preso le distanze dalla stagione dei memorandum con la Libia, lo è sulle questioni sociali che riguardano da vicino le vite delle persone: il salario minimo, la sanità pubblica, le crisi aziendali sulle quali le lavoratrici e i lavoratori sanno che sanno che siamo al loro fianco - ha proseguito -. Questo impegno ci porta naturalmente a sostenere i cinque referendum della CGIL, in perfetta coerenza con le nostre scelte per un lavoro stabile e sicuro, oltre che per la riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana per quei ragazzi e quelle ragazze che sono nati e cresciuti in Italia".
"Ora serve meno timidezza sulla tassazione dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari: i fondi per il welfare vanno cercati dove ci sono - ha sottolineato Boldrini -. E serve anche che il Pd spinga il Partito socialista europeo e l'Ue a una risposta compatta e ferma alle pulsioni autocratiche degli Usa di Trump dove i pilastri dello stato di diritto stanno pericolosamente vacillando con l'attacco al diritto internazionale, i licenziamenti in massa di dipendenti pubblici e delle agenzie federali, le deportazioni di migranti, l'annullamento delle politiche per le persone LGBTQIA+, l'offensiva contro la libertà di stampa e l'autodeterminazione delle donne. Difronte a questa minaccia, l'Europa come ha reagito? Finora si è limitata a parlare solo di alzare la spesa militare magari pensando che ogni Stato debba riarmarsi fino ai denti, forse comprando le armi dagli Usa. Questa non è difesa comune e non è la risposta adeguata alla gravità del momento che impone un'elaborazione politica che manca". "Questi temi devono essere al centro del dibattito, anche pensando a mobilitazioni pubbliche per costruire, insieme, proposte politiche concrete che arginino questa deriva e dare un futuro alle nuove generazioni". ha concluso.
"Un video raccapricciante è apparso poche ore fa sui profili social del presidente statunitense Donald Trump. Nel video si vede Gaza oggi, con le macerie dei bombardamenti, e dei bambini che camminano verso un altro scenario. Il nuovo scenario è come Trump immagina la "Riviera Medio Oriente": grattacieli, lusso, soldi che piovono dal cielo, Musk che beve cocktail circondato da banconote, statue d'oro che raffigurano Trump. Il video, con una canzone che parla di "golden future" si chiude con lo stesso Trump e Netanyahu in costume su due lettini che bevono drink a bordo piscina. Senza palestinesi". Lo ha denunciato intervenendo oggi nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"A Gaza sono state uccise, secondo Lancet, 70mila persone. Altre 10mila sono sotto le macerie, i palestinesi sono allo stremo, la situazione è drammatica e Trump pubblica un video oltraggioso e aberrante che conferma il piano di pulizia etnica che condivide con Netanyahu - ha proseguito -. Questo avviene nelle stesse ore in cui il vicepresidente della Knesset, Nissim Vaturi, dello stesso partito del premier Netanyahu, dice dei civili palestinesi: "Sono feccia, subumani, nessuno al mondo li vuole. I bambini e le donne vanno separati, e gli adulti eliminati". Di fronte ad affermazioni così riprovevoli, tutti dovremmo alzare la voce e avere reazioni durissime. Invece il silenzio della destra è assordante".
"Intanto "Breaking the silence", ong di ex militari israeliani, denuncia un pacchetto legislativo che attacca la libertà di espressione, colpisce la società civile che si occupa di diritti umani e comprime lo spazio democratico, già sottile, rimasto in Israele - ha aggiunto Boldrini -. Per non parlare di quello che accade in Cisgiordania dove 40mila palestinesi sono stati cacciati da Jenin, Tulkarem e altre località e il territorio della Palestina occupata è disseminato di 900 checkpoint a riprova dell'annessione in corso da parte di Israele".
"Davanti a tutto questo, l'Italia cosa fa? La presidente del Consiglio che posizione prende? Venga in aula a spiegarci in che direzione sta portando l'Italia" ha concluso la deputata dem.
"Fanpage, in una sua inchiesta riferita ai giovani di Fdi, ha documento affermazioni inaccettabili rivolte ad Elly Schlein, quelle di chi si augura di vedere la segretaria del PD 'impalata' per le sue posizioni sulla guerra in Medio Oriente. Ad Elly tutta la mia solidarietà. Giorgia Meloni e Fdi non possono tacere. Servono parole nette e chiare di condanna". Così Andrea De Maria, deputato PD
“Spero vivamente che la presidente Meloni non continui a scappare dalle sue responsabilità e almeno questa volta sia chiara e netta nel prendere le distanze e scusarsi per le parole che una giovane militante di Fdi ha rivolto alla segretaria Elly Schlein augurandole di essere 'impalata' per le sue posizioni sulla guerra in Medio Oriente. Qual è la posizione di Meloni su un insulto talmente grave fatto da quella gioventù di cui si dichiara fiera e orgogliosa? Senza una ferma condanna, Meloni ci dimostrerebbe, una volta per tutte, di che pasta è fatta”. Così in una nota il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in Commissione Difesa.
"Via i palestinesi da Gaza. E' questo il piano di cui hanno discusso Donald Trump e Benjamin Netanyahu nel loro incontro alla Casa Bianca. Al posto delle case, delle scuole, degli ospedali che vanno ricostruiti perché le persone possano viverci, sorgerà la "riviera del medio oriente".
Un progetto di vera e propria pulizia etnica: non c'è altro modo per definirlo, a cui i palestinesi si oppongono con tutte le loro forze. Ma a cui sono fermamente contrari anche Egitto e Giordania, così come l’Arabia Saudita che ha immediatamente ribadito "l'inequivocabile rifiuto” della violazione dei diritti del popolo palestinese, incluso il tentativo di spostarlo altrove, e che invece, chiede lo Stato di Palestina in cambio della normalizzazione dei rapporti con Israele.
L'Europa cosa dice? Cosa intende fare per garantire il diritto dei palestinesi a vivere nella loro terra e ad avere uno stato indipendente, come previsto dalla risoluzione ONU del 1947 ?
Non si può certo restare a guardare davanti alla cacciata di un popolo dalla propria terra e alla sua totale eliminazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Chiedevamo da tempo questa tregua. È un percorso difficilissimo: gli ostacoli saranno presenti a ogni passo e, anche in queste ore, all’interno del governo israeliano c’è chi sta lavorando per far saltare l’accordo raggiunto. Dobbiamo essere tutti uniti affinché la tregua sia preservata e rappresenti una via per la pace. C’è chi vuole affermare l’idea che la pace si affermi con la forza. Per noi la pace ha bisogno invece di politica e di giustizia. Per questo chiediamo al ministro Tajani di venire in Parlamento a riferire". Così in Aula alla Camera il responsabile nazionale Esteri del PD, Peppe Provenzano, che nel corso del suo intervento ha stigmatizzato le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro Tajani, il quale ha assicurato l’immunità a Netanyahu. “A che titolo il ministro Tajani ha fatto quelle dichiarazioni? Sta forse dicendo che l’Italia, davanti a un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale, si sottrarrà agli obblighi di legge e al diritto internazionale? Serve un chiarimento immediato”, ha concludo Provenzano.
Finalmente è stato raggiunto un accordo per il Medio Oriente. Non sappiamo se durerà e se darà frutti. Ma dopo 15 mesi di guerra e più di 45 mila morti, è una speranza da tenere stretta e alimentare in ogni modo per una soluzione di pace che garantisca la liberazione degli ostaggi e la nascita di uno stato palestinese. Per questo chiediamo che l’Europa e l’Italia mettano in campo ogni iniziativa per favorire le decisioni prese in queste ore e si gettino le basi per una pace duratura per l’intera regione: dal cessate il fuoco permanente all’invio di aiuti umanitari, e soprattutto il rilancio del processo di pace, con la soluzione politica dei “due popoli, due Stati”.
Così in una nota congiunta la capigruppo Pd alla Camera dei Deputati, Chiara Braga, il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, e il capodelegazione Pd al Parlamento Europeo, Nicola Zingaretti.
"Mentre ci accingiamo a iniziare il nuovo anno, il mio pensiero va a chi, nel 2024, ha dovuto affrontare difficoltà e situazioni complicate: non perdiamo mai la speranza, mai e poi mai, le cose possono sempre cambiare.
E va anche alle lavoratrici e ai lavoratori delle aziende in crisi come Beko e Trasnova, che ho incontrato di recente. A loro voglio dire che saremo insieme nella battaglia per salvaguardare i posti di lavoro. Un augurio particolare anche alle lavoratrici e ai lavoratori di Coopla Green, che si sono messi insieme, con spirito di iniziativa e coraggio, per rilevare l'azienda che, chiudendo, li aveva licenziati.
Come sapete, uno dei temi a cui tengo di più è quello della pace, che ritengo cruciale per tutte e tutti: senza pace non ci sono diritti, non c'è libertà, non c'è giustizia. Per questo auspico che il 2025 sia l'anno in cui torni la pace in Ucraina, nella martoriata Gaza e in tutto il Medio Oriente, in Sudan e nei tanti paesi in cui ci sono conflitti. Un pensiero particolare alle operatrici e agli operatori umanitari che proprio negli scenari di guerra rischiano la vita per salvarne altre.
Nel 2025 continuiamo a lavorare insieme, a lavorare per la giustizia sociale e l'affermazione dei diritti, lavoriamo
per la pace e lavoriamo per un futuro migliore.
Buon anno a tutte e tutti voi!"
ore 15 con Boldrini, Orlando, Ghio, Ferrari, Scarpa, Scotto
Oggi, le deputate e i deputati del Partito Democratico terranno un incontro con la stampa per relazionare sulla recente visita alla Corte Penale Internazionale (CPI) a L'Aja.
Alla conferenza stampa parteciperanno: Laura Boldrini, Ouidad Bakkali, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa e Arturo Scotto.
La conferenza stampa si terrà alle ore 15.00 presso la Sala Berlinguer del palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati.
Per l’ingresso della stampa da Via Uffici del Vicario 21 è necessario inviare un accredito all’indirizzo pd.ufficiostampa@camera.it
Domani conferenza stampa con Boldrini, Orlando, Ghio, Ferrari, Scarpa, Scotto
“La parola d’ordine oggi è salvare la Corte penale internazionale come istituzione giurisdizionale il cui scopo è affermare la legalità internazionale; salvare i tanti procedimenti in corso e proteggere chi vi lavora, oltre 1000 persone di 109 paesi. Oggi purtroppo la Corte vive in una condizione di assedio. E le dichiarazioni della presidente Meloni sono gravi perché negano il dovuto sostegno alla Cpi”.
Domani, le deputate e i deputati del Partito Democratico terranno un incontro con la stampa per relazionare sulla recente visita alla Corte Penale Internazionale (CPI) a L'Aja.
Alla conferenza stampa parteciperanno: Laura Boldrini, Ouidad Bakkali, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa e Arturo Scotto.
La conferenza stampa si terrà alle ore 15.00 presso la Sala Berlinguer della Camera dei deputati.
Per l’ingresso della stampa da Via Uffici del Vicario 21 è necessario inviare un accredito all’indirizzo pd.ufficiostampa@camera.it
“In Medio Oriente, tra l’orrore che dilaga, a partire da Gaza, si sta ridisegnando la mappa politica del mondo. E noi non ci siamo. Anche l’Italia poteva fare la sua parte. E non l’ha fatta. Penso al Libano, dov’eravamo stati protagonisti nella pace del 2006. Sa chi era capo del Governo, Presidente? Romano Prodi, ne abbia rispetto. Nella tregua, oggi, c’è la Francia, l’America, noi non abbiamo alcun ruolo. Ma lì ci sono i nostri soldati, mille soldati. Dov’è il vostro coraggio? Non lo abbiamo visto, di fronte agli attacchi voluti dal suo amico Netanyahu”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, intervenendo in Aula di Montecitorio.
"Oltre 500mila firme di cittadini e cittadine raccolte da diverse ONG come Medici Senza Frontiere, Emergency e Oxfam insieme agli appelli Fermatevi! e #StopCrimesInPalestine sottoposte con un'accorata lettera inviata il 25 novembre alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiederle di ascoltare le voci della società civile che richiedono di fare di più per giungere alla fine del massacro a Gaza.
Ma Meloni non risponde. Non si degna di ricevere chi rappresenta queste organizzazioni e lavora sul campo, e neanche di replicare alla mail. Un muro impenetrabile di indifferenza.
Un muro davanti a quasi 45mila morti a Gaza, davanti a oltre 343 operatori e operatrici umanitari e 191 giornalisti uccisi, davanti a un processo di annessione di Gaza Nord e della Cisgiordania che sembra inarrestabile. Un muro davanti ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti di Netanyahu, Gallant e al leader di Hamas, Deif che non si sa se è ancora vivo. Meloni tace anche su questo mentre i suoi vice, Salvini e Tajani, fanno dichiarazioni che si contraddicono tra loro. E domani, una delegazione di 32 persone, composta da 20 colleghi parlamentari dell’intergruppo per la pace tra Israele e Palestina, europarlamentari, oltre a rappresentanti delle Associazioni che lavorano in Medio Oriente sarà proprio alla Corte penale internazionale per esprimere vicinanza e apprezzamento per il lavoro di tutela del diritto internazionale che fanno i giudici dell'Aja, attività fondamentale se non vogliamo cadere nella barbarie.
Diritto internazionale continuamente violato e messo in pericolo nell’ultimo anno dai bombardamenti indiscriminati del governo israeliano a Gaza, in Libano e in Siria e dal divieto di accesso dei convogli umanitari nella Striscia.
Di fronte a tutto ciò la presidente del consiglio non ha preso posizione, non ha espresso parole di cordoglio per le vittime né di condanna verso le atrocità commesse, proprio per non disturbare l'alleato Benjamin Netanyahu.
Qual è la posizione dell'Italia su tutto questo? Cosa intende fare il governo oltre a preoccuparsi di impedire che arrivino profughi dalla Siria?". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.