GRIBAUDO: “Il calcio femminile un microcosmo di diseguaglianze. Per fortuna sta cambiando ma occorre impegnarsi di più”
Il libro “Volevo solo fare la calciatrice” di Alice Pignagnoli è stato presentato questo pomeriggio, mercoledì 9 ottobre, alla Camera dei Deputati nel corso di un dibattito organizzato dall’Onorevole Chiara Gribaudo.
Il libro racconta i sogni di una bambina che voleva diventare calciatrice e di quella calciatrice, che una volta diventata donna dovrà combattere non solo i pregiudizi dello sport e della società ma anche le ingiustizie del mondo del lavoro.
“Sono davvero felice di presentare la storia di Alice Pignagnoli in questo Luogo e con questa platea, perché il suo libro non è solo il racconto di una donna che ha inseguito con tenacia il sogno di diventare calciatrice, ma è anche uno spaccato autentico della realtà che molte ragazze hanno dovuto affrontare e continuano ad affrontare nel mondo dello sport” ha esordito l’Onorevole Chiara Gribaudo.
Ha spiegato poi Gribaudo: “Il libro ci prende per mano [...] e ci trasmette tutta la paura e la rabbia che ha provato come donna, come professionista, come lavoratrice, quando le viene comunicato che essendo incinta è fuori rosa, anzi è fuori rosa e senza più compenso. La sua storia ci ricorda quanto sia grande la disparità di trattamento e di opportunità tra uomini e donne, un gravissimo problema che attraversa trasversalmente la nostra società, dallo sport al lavoro, dalla politica alla cultura. È un'equazione ancora lontana dall'essere risolta.”
“Il calcio femminile - continua Gribaudo - è stato a lungo un microcosmo di queste disuguaglianze. Per anni è stato visto come qualcosa di strano, di marginale, di non conforme. Le donne calciatrici hanno dovuto lottare per conquistare spazi, visibilità e riconoscimento. Fortunatamente negli ultimi anni abbiamo assistito a una lenta ma inesorabile evoluzione. Sempre più ragazze si avvicinano al calcio. In tal senso un grande contributo è arrivato dai mondiali in Francia del 2019 dove quasi 7 milioni di italiani in TV seguirono le Azzure.”
La Vicepresidente Nazionale del PD ha poi toccato gli aspetti più politici: “Da lì in avanti grazie alle battaglie di AIC e di alcuni parlamentari del Pd è stato istituito il Fondo per il professionismo nello sport femminile, che ha messo a disposizione 11 milioni di euro per tre annualità per le federazioni che decidevano il passaggio al professionismo, che ha dato la spinta decisiva a tutto il movimento, inoltre grazie all’entrata dei club professionistici nel 2017 in questo mondo si è determinato un vero e proprio salto di qualità sia in termini di tesserate, oggi quasi 40 mila che di pubblico.
Infine uno sguardo sul presente e soprattutto sul futuro: “Ad oggi solo la serie A di calcio femminile è da considerarsi professionista, mentre le altre serie B e C femminili, sono da considerarsi dilettanti anche se con l’avvento della riforma del lavoro sportivo lo status di dilettanti esiste solo per la normativa sportiva, perché tutte sono da considerarsi lavoratrici sportive che stipulano contratti di collaborazione con le società con una, seppur modesta, contribuzione previdenziale. Questo non può e non deve bastarci, serve infatti continuare su questa strada partendo dal saldare ai club la terza annualità da 3.9 milioni del Fondo per il professionismo ed allo stesso tempo prolungarlo, applicare sgravi fiscali per i contratti delle giovani calciatrici , applicare una tax credit per realizzare strutture dedicate solo al femminile ancora carente di impianti dedicati solo al femminile e rafforzare le campagna di sensibilizzazione a partire dalle scuole.
“Alice voleva solo fare la calciatrice ma è diventato ben altro. Suo malgrado e per fortuna il suo coraggio ha permesso di trasformarla in un esempio per tutte le giovani atlete che sognano di fare carriera nel calcio” sono le parole con cui Chiara Gribaudo ha chiuso il suo intervento.
All’iniziativa organizzata in Sala Refettorio di Palazzo San Macuto hanno partecipato oltre all'autrice del libro personalità politiche come la Vicepresidente della Camera Onorevole Chiara Ascani e il deputato Mauro Berruto, già allenatore della Nazionale Italiana di Volley, le calciatrici della Nazionale di calcio femminile Laura Giuliani e Martina Piemonte e Astrid De Berardinis vicepresidente di Women in film, television and media Italia.
Il dibattito è stato moderato da Saverio Montingelli, inviato speciale Raisport.
"Essere amico di Israele oggi significa dire chiaramente che Netanyahu e il suo governo di ultradestra sono un problema, non solo per la regione, ma per lo stesso Israele e una minaccia per la sua sicurezza. C’è anche una recrudescenza di sentimenti antisemiti mai del tutto estirpati in Europa, ed è una cosa gravissima a cui opporsi fermamente. Ma sono state autorevoli voci della comunità ebraica internazionale a dire che è proprio la politica scellerata e sanguinaria di Netanyahu ad alimentare questi fenomeni gravi e pericolosi". Così Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, in un'intervista rilasciata oggi a l'Unità.
"Con l'appello #StopCrimesInPalestine, che ho promosso insieme al prof. Massimo Amato e al giornalista Gianni Giovannetti e che si può firmare su change.org - sottolinea - chiediamo che si mettano in atto iniziative concrete per fermare Netanyahu: è necessario fermare la vendita di armi a Israele che le usa contro i civili, mettere le sanzioni a Netanyahu e ai suoi ministri e sospendere l’accordo di Associazione tra Ue e Israele che si basa proprio sul rispetto dei diritti umani". "Alcune interpretazioni strumentali e in malafede leggono queste posizioni come un appoggio ad Hamas ed Hezbollah. Niente di più falso - chiosa Boldrini-. Chiedere di fermare Netanyahu significa chiedere e, anzi, pretendere che prevalga il diritto internazionale sulla legge del più forte".
Allergica a ogni forma di controllo democratico, no al mercato dei voti
“Oggi si è verificato un fatto estremamente grave e senza precedenti: la maggioranza non si è presentata in Commissione di Vigilanza RAI, facendo venir meno il numero legale e bloccando così il funzionamento della commissione che avrebbe dovuto decidere l’iter per l'eventuale nomina della presidenza, che diviene efficace solo con il parere positivo dei due terzi dei componenti della Commissione stessa. Senza questo passaggio, qualsiasi nomina risulta incompleta e inefficace. Ecco perché, non avendo i numeri, la maggioranza vorrebbe adesso aprire il mercato dei voti: diciamo no a Rai Suq”. Così in una nota il capogruppo democratico in Commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, che stigmatizza il comportamento irresponsabile della maggioranza che è passata “dall’Aventino a metodi degni di Colle Oppio”. Mai prima d'ora - conclude - si era infatti assistito a una simile mancanza di responsabilità: la Vigilanza RAI deve poter operare con trasparenza ed efficacia, garantendo il rispetto delle regole e delle istituzioni. Siamo in parlamento non in una sede di partito”.
"E' almeno la seconda volta che il consigliere Nahum ripete queste insinuazioni sul mio conto. Gli rispondo pubblicamente in modo che non ci siano fraintendimenti. Se prima di rilasciare dichiarazioni sul mio conto, Daniele Nahum si fosse informato, avrebbe saputo che ho sempre condannato il regime teocratico iraniano per non rispettare i diritti fondamentali delle persone e, in particolare, quelli delle donne. Sono sempre stata al fianco del movimento "Donna, vita, libertà" nato dopo l'uccisione di Mahsa Amini da parte della polizia morale iraniana, sia nelle piazze, sia nelle aule parlamentari. Ho incontrato Taghi Rahamani oppositore del regime iraniano, costretto all'esilio e marito della premio Nobel Narges Mohammadi detenuta in Iran per le sue battaglie per i diritti delle donne; ho ripetutamente chiesto al governo italiano di pretendere il rispetto dei diritti umani ai paesi con cui si stringono accordi, Iran incluso; il Comitato diritti umani della Camera che presiedo ha in più occasioni audito ONG e associazioni che denunciano le violenze perpetrate dal governo di Teheran e da quelle audizioni è nata una risoluzione con cui impegniamo il governo a chiedere all'Iran la cessazione immediata di atti di tortura, violenza, uccisioni e vessazioni verso le attiviste e gli attivisti per i diritti umani, la rapida scarcerazione di Mohammadi e degli altri dissidenti detenuti, il rispetto dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica; ho presentato un'altra risoluzione per chiedere al governo italiano di votare a favore dell'inserimento del reato di Apartheid di genere nella convenzione sui crimini contro l'umanità in discussione a breve all'Onu. Ultimo, ma non per importanza, insieme ad altre e altri, sto seguendo la vicenda di una giovane attivista curdo-iraniana, Maysoon Majidi, detenuta ingiustamente in Italia con l'accusa di essere una scafista. Tutte attività che hanno suscitato l'attenzione dell'ambasciatore iraniano in Italia che ha chiesto di incontrarmi nel vano tentativo di convincermi che mi sbaglio sui metodi del governo di Teheran.
Non so in cosa consista l'impegno del consigliere Nahum per l'affermazione dei diritti umani e delle libertà in Iran, ma so qual è il mio, da sempre. A lui sarebbe bastato scorrere i miei profili social per scoprirlo.
Lo invito, dunque, ad evitare di continuare a diffondere notizie evidentemente false e ad impegnarsi di più per i diritti delle cittadine e dei cittadini iraniani". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, rispondendo alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere comunale di Milano Daniele Nahum in un'intervista rilasciata oggi al Riformista.
“Come componenti Pd della commissione di vigilanza sulla rai vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla troupe del Tg3 aggredita in Libano ed esprimere il nostro dispiacere per l’autista rimasto vittima di questo feroce attacco. La nostra solidarietà va anche a tutti i giornalisti che ogni giorno lavorano in territori difficili cercando di portare la verità delle notizie, la verità dei fatti. Non dobbiamo permettere a nessuno di calpestare la democrazia e la libertà dell’informazione”. Così in una nota i componenti PD della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
“Come avevamo detto la maggioranza non ha alcuna intenzione né di fare la riforma della Rai né di rispettare la legge attuale che prevede la votazione entro 10 giorni dalla vigilanza.
Non è stata stabilita alcuna data ed è stata convocata la plenaria per domani mattina alle otto. È gravissimo quanto sta accadendo; i termini di legge scadono venerdì e quindi dobbiamo assolutamente stabilire entro venerdì una data per ratificare la presidenza del cda della Rai. Ho fatto un appello alla maggioranza a scegliere una data da oggi a venerdi ma anche su questo punto si è rifiutata”. Così Stefano Graziano capogruppo PD in commissione di vigilanza sulla Rai a margine della seduta di commissione.
“Ci auguriamo che la maggioranza rinsavisca domattina e prenda una decisione. Mi auguro che non vogliano boicottare la funzionalità della commissione perché sarebbe una grave lesione parlamentare il fatto di di non far stabilire una data che prevede la legge e il regolamento. Non possono non rispettare un adempimento di legge”.
"Oggi sarò in Sinagoga a Bologna per l'anniversario del 7 ottobre. Per manifestare tutta la mia solidarietà alla Comunità Ebraica. Per continuare a chiedere il rilascio degli ostaggi. Per condannare la barbarie di Hamas. Per chiedere che cessino le azioni militari e che si riaprono in Medio Oriente le prospettive di un negoziato e tornino le ragioni della Pace".
Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Le tensioni e le contingenze internazionali hanno fatto aumentare il costo delle materie prime e di approvvigionamento di gas ed energia elettrica. L'aumento del costo della vita, del carrello della spesa, dei beni al consumo ha ridotto profondamente il potere d’acquisto delle famiglie e i costi fissi hanno inciso pesantemente sulla competitività delle aziende. Il governo Meloni non ha fatto quello che era necessario: non solo ha messo in atto misure fumose come il prezzo medio della benzina o l’algoritmo sui voli aerei, su cui peraltro hanno dovuto fare marcia indietro, ma ha anche attuato provvedimenti che vanno in direzione esattamente opposta. Il Governo finora ha aumentato le tasse sui beni per la famiglia e la prima infanzia, hanno aumentato l'IVA e gli oneri di sistema sulle bollette, ha ridotto la platea dei beneficiari del bonus sociale su cui noi avevamo fatto un intervento importante che chiedevamo di prorogare. Si tratta di precise scelte politiche che chiamano in causa una forte responsabilità della destra, che sta per confermarle peraltro nella prossima legge di bilancio. La drammatica verità è che l’esecutivo non ha tutelato e non sta sostenendo famiglie e imprese che oggi sono costrette a pagare di più, anzi. Stanno letteralmente mettendo le mani nelle tasche degli italiani”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche UE alla camera, a Punti di vista su Rai2.
"Governo e maggioranza attenti solo alle poltrone, non vedono la perdita eclatante di credibilità e di pubblico dei programmi del servizio pubblico. La trasmissione andata in onda ieri sera su Rai 2, condotta da Antonino Monteleone, ha subito un vero e proprio crollo: nasconderlo è impossibile". Così i componenti del Partito Democratico nella Commissione di vigilanza Rai.
"In vigilanza chiederemo quanto è stato il costo di questo programma che si è classificato ultimo tra quelli in prima serata sulle principali reti televisive. Siamo davanti a un altro flop di Telemeloni”.
“Anche oggi dobbiamo piangere l’ennesimo operaio che lavorava per una ditta in appalto morto sul luogo del lavoro sui binari delle nostre ferrovie e questo è diventato ormai inaccettabile. Un altro incidente gravissimo dopo quelli di Brandizzo e Meina” così si è espressa la vicepresidente nazionale del PD Chiara Gribaudo.
“Non più tardi di due settimane fa - continua Gribaudo - la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia dopo un anno di indagini ha presentato una relazione del lavoro d'inchiesta che è stato svolto votata all’unanimità cercando di contribuire con quattordici proposte su controllo, investimenti in sicurezza e in tecnologia per evitare che tragedie simili accadano ancora.”
“Il Ministro Salvini e RFI - si appella la deputata dem - devono accogliere questa relazione e lavorare da subito su queste proposte.”
“Non possiamo più sopportare notizie di incidenti sul lavoro sulle linee ferroviarie, si deve fare ogni azione possibile. Subito” conclude l’onorevole Gribaudo.
Le imprese della Costa Toscana non possono beneficiare degli incentivi previsti per le Zls dal Decreto Omnibus e per un semplice motivo: la Zona logistica semplificata della Regione Toscana ancora non esiste, e soltanto a causa dei colpevoli ritardi del Governo Meloni. Nonostante le dichiariazioni rassicuranti di numerosi parlamentari di destra del territorio (la lista è lunga), che hanno ripetuto per giorni il contrario, la mancata istituzione è stata certificata ieri dalla Camera di Deputati che ha approvato un ordine del giorno proprio per accelerarne l’iter”: è quanto dichiarano i deputati Dem Marco Simiani ed Emiliano Fossi.
Rete ferroviaria stressata, Salvini non perda altro tempo
“Con profondo dolore esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari dell’operaio tragicamente deceduto questa mattina sulla linea ferroviaria Bologna-Venezia. Si tratta dell'ennesima vita spezzata sui binari, un fatto che ci deve far riflettere e porre seri interrogativi sulle condizioni di sicurezza della rete ferroviaria italiana, che è stressata e sovraccarica. La sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri deve essere una priorità assoluta, non solo nelle parole. Rivolgiamo quindi un appello al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, affinché concentri le sue attenzioni su queste gravi problematiche e la smetta di usare il proprio incarico istituzionale per rincorrere facili consensi. Non perda altro tempo” così il capogruppo democratico nella commissione trasporti della camera, Anthony Barbagallo.
Buon lavoro a Mario Orfeo, figura di spicco e professionista esemplare che lascia la direzione del TG3 per intraprendere un nuovo prestigioso incarico alla guida di La Repubblica. Con la sua esperienza, competenza e visione strategica, Mario Orfeo ha rappresentato per la Rai un punto di riferimento imprescindibile nel panorama giornalistico. Auguriamo a Orfeo il più grande successo nel suo nuovo incarico, certi che continuerà a essere una figura chiave nel mondo dell'informazione italiana, capace di innovare e guidare con la stessa passione e impegno che ha sempre dimostrato”. Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
"Se le autorità di pubblica sicurezza hanno valutato di non autorizzare il corteo pro-Palestina avranno motivo di pensare che esistano elementi che in qualche modo possano turbare l’ordine pubblico. Mi rifaccio dunque al parere delle autorità competenti che non penso abbiano fatto valutazioni politiche sul contenuto della manifestazione”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervistato da Radio Radicale.
“Io però penso - continua Morassut - che la richiesta di manifestare risponda al bisogno di protesta contro quello che è a tutti gli effetti un massacro. La risposta di Israele ai fatti del 7 ottobre scorso è stata una risposta che ha portato a circa 50 mila morti a Gaza e a un atto di invasione del Libano, che a sua volta ha causato la risposta da parte dell’Iran che ha lanciato 200 missili contro lo Stato ebraico. Insomma, siamo dentro una spirale in cui il ruolo dello Stato di Israele è stato un ruolo molto grave. Il governo Meloni, in tutto questo, anche grazie all’iniziativa del Pd si era assunto il compito di svolgere un ruolo diplomatico per arrivare al cessate il fuoco, un ruolo che non ha minimamente svolto”.
"Come è stato possibile mandare in onda una puntata chiaramente registrata in un momento così delicato dal punto di vista del contenuto trattato dal format? E se non intenda, altresì, accertarne le responsabilità, avendo esposto il servizio pubblico radiotelevisivo a una pessima figura e dimostrando una scarsa attenzione alla qualità dell'informazione, come contestato dal CDR." Così i componenti democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai, in un’interrogazione depositata oggi, chiedono al nuovo amministratore delegato della Rai, Gianpaolo Rossi, di chiarire le ragioni per cui la trasmissione condotta da Annalisa Chirico, registrata il 2 ottobre, sia stata mandata in onda nel pieno della guerra in Medio Oriente, al culmine dell'escalation tra Israele e Iran. “La messa in onda – sottolineano - ha creato confusione tra gli ascoltatori, poiché il dialogo tra la conduttrice e gli ospiti è risultato completamente decontestualizzato rispetto agli eventi attuali, disorientando coloro che avevano ascoltato le notizie del GR e gli aggiornamenti durante la trasmissione “Radio Anch’io”. Si tratta di una brutta pagina che ha giustamente suscitato proteste, non solo da parte del CDR, ma anche da ascoltatori che hanno segnalato l’accaduto".