“Abbiamo presentato unitariamente gli emendamenti al disegno di legge di riforma della Rai presentato dal centrodestra. Un disegno di legge totalmente in contrasto con le linee del freedom act. Ci auguriamo che per evitare la possibile infrazione comunitaria la maggioranza prenda in considerazione le nostre proposte che vanno nella direzione dí recepire totalmente il freedom act. Di contro il rischio di incorrere nella procedura d’infrazione sarebbe un’ulteriore tassa per gli italiani, la TeleMeloni tax. Con i nostri emendamenti chiediamo di aumentare l’indipendenza e la libertà dei giornalisti Rai, assicurare risorse certe alla Rai, no alla vendita delle quote per privatizzarla e valutare in modo obiettivo attraverso parametri qualitativi e quantitativi i programmi della Rai. Vogliamo che la Rai sia un’azienda del servizio pubblico con una governance il più autonoma e indipendente possibile”. Così in una nota i parlamentari di opposizione in commissione Vigilanza sulla Rai, Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5S) Giuseppe De Cristofaro (Avs) e Maria Elena Boschi (Italia Viva).
“Esprimiamo la nostra solidarietà a Bruno Vespa per le intimidazioni e le offese subite. Questo inaccettabile clima d’odio che si è venuto a creare non è più tollerabile soprattutto all’interno dell’azienda dell’informazione pubblica, l’informazione di tutti i cittadini, la casa della democrazia. Occorre una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche perché solo in questo modo si riuscirà a ristabilire un clima civile”. Così in una nota il capogruppo pd in commissione di vigilanza sulla Rai Stefano Graziano.
“È ormai evidente come una parte della destra abbia scelto la strada della mistificazione per distorcere i fatti e delegittimare chi osa esprimere opinioni diverse. L’ultimo caso legato alla Flotilla e alle polemiche seguite alle parole di Mario Sechi ne è l’ennesima prova: si preferisce costruire attacchi personali e mediatici piuttosto che affrontare il merito delle questioni. Addirittura si chiedono le dimissioni della senatrice Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai, rea di aver esecrato le parole di Sechi contro la Flotilla. Siamo di fronte a una narrazione manipolata, utile solo a colpire chi non si allinea e a rafforzare un sistema mediatico sempre più piegato al potere”. Lo affermano in una nota i parlamentari dem componenti della commissione di Vigilanza Rai.
“Chi denuncia la propaganda - conclude la nota - diventa il bersaglio, mentre chi alimenta l’odio viene difeso. È un capovolgimento inaccettabile dei valori democratici. Serve rispetto per la verità e per il diritto dei cittadini a essere informati in modo libero e trasparente. Non arretreremo di un passo nel difendere questi principi”.
“Esprimo la mia piena solidarietà alla giornalista dell’Adnkronos vittima di minacce da parte di un gruppo di persone incappucciate durante la manifestazione pacifica in solidarietà a Gaza e alla Flotilla. Si tratta di un episodio gravissimo, che colpisce non solo una professionista dell’informazione, ma l’intero principio della libertà di stampa, pilastro fondamentale di ogni democrazia”.
Lo dichiara il deputato Stefano Graziano, capogruppo PD in commissione di Vigilanza Rai
“In un contesto già carico di tensioni, chi sceglie la strada dell’intimidazione e della violenza tradisce lo spirito stesso della protesta pacifica. Ai giornalisti deve essere garantito il diritto di lavorare in sicurezza e senza paura, qualunque sia il tema che stanno raccontando. Mi auguro che le autorità competenti facciano piena luce sull’accaduto e che si adottino tutte le misure necessarie per tutelare chi ogni giorno assicura ai cittadini il diritto all’informazione”.
“L’incendio che il 16 agosto scorso ha devastato l’impianto Campania Energia a Teano, in provincia di Caserta, è stato un disastro ambientale e sanitario di proporzioni enormi. I Vigili del fuoco hanno impiegato quindici giorni per domare le fiamme e le conseguenze sulla salute dei cittadini e sull’ambiente sono evidenti. Per questo avevo presentato un emendamento al disegno di legge Terra dei Fuochi che stanziava 15 milioni di euro destinati alle bonifiche e agli interventi di messa in sicurezza. Ma il governo lo ha respinto».
Lo dichiara il deputato casertano del Pd Stefano Graziano, capogruppo in Commissione Difesa e Vigilanza Rai.
“Ancora una volta – sottolinea l’esponente dem – l’esecutivo si schiera contro il Mezzogiorno, contro la provincia di Caserta e contro la tutela della salute pubblica. È inaccettabile che davanti a un’emergenza così grave si scelga di voltarsi dall’altra parte, negando le risorse necessarie a caratterizzare i terreni, avviare le bonifiche e garantire sicurezza ambientale e sanitaria ai cittadini”.
“Avevo rivolto un appello – conclude Graziano - affinché l’Aula votasse in maniera trasversale, al di là degli schieramenti, perché la difesa del territorio e della salute non hanno colore politico. Purtroppo il mio emendamento è caduto nel vuoto. Avrei voluto almeno che i deputati del centrodestra eletti in provincia di Caserta facessero sentire la propria voce, invece è calato un silenzio assordante. Il Partito Democratico continuerà a battersi con forza per la Terra dei Fuochi e per la sicurezza dei nostri cittadini.
“Quali iniziative intende assumere la Rai per censurare il comportamento di Bruno Vespa che nell’intervistare uno dei portavoce della Global Sumud Flotilla lo ha apostrofato volgarmente, utilizzando un comportamento non certo in linea con lo stile che ci si attende da un giornalista su una rete pubblica come Rai1?”.
E’ la domanda che rivolgono alla dirigenza Rai i parlamentari democratici della Commissione di Vigilanza.
“La Rai - proseguono - ha l’obbligo non solo di essere, ma anche di essere percepita dai cittadini italiani come un luogo di libero confronto delle idee e delle posizioni e non di denigrazione dell’altro. Ancor di più in una fase così difficile che la vede continuamente perdere ascolti e gradimento. Da un giornalista come Vespa - concludono - attendiamo il pieno rispetto delle regole deontologiche e dalla Rai che le faccia applicare nelle sue trasmissioni di approfondimento”.
«La decisione della Rai di spostare il palinsesto di Rai 3 anticipando Linea Notte per mandare a tarda notte la messa in onda del film sulla Open Arms, prevista in prima serata su Rai3 in occasione della Giornata internazionale per le vittime dell’immigrazione, rappresenta l’ennesima dimostrazione di come il palinsesto del servizio pubblico sia ormai nelle mani dei partiti di governo. È inaccettabile che la programmazione venga piegata alle pressioni politiche della Lega, solo perché il film riguarda la Ong che ha portato a processo l’allora ministro Salvini.
Quello che sta accadendo è gravissimo: agli italiani viene consentito di vedere solo ciò che la destra al governo decide che si possa vedere. Non è più la Rai dei cittadini, ma una Rai condizionata dall’esecutivo.
Per questo il gruppo del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza presenterà immediatamente interrogazioni sul caso. È intollerabile che, a fronte di episodi così rilevanti, la Commissione sia bloccata da mesi e che l’amministratore delegato non si presenti per rendere conto di nulla, ignorando il suo dovere istituzionale.
Il servizio pubblico deve essere indipendente, pluralista e rispettoso della sua missione, non uno strumento nelle mani del governo di turno. Difenderemo con forza questi principi, dentro e fuori il Parlamento» così i componenti ti del Pd nella commissione di Vigilanza Rai.
“La Rai è in crisi profonda, senza una vision, senza informazione pluralista e senza ascolti. Persino Domenica In e Ballando con le stelle sono stati superati da Mediaset. La Rai non adempie più all’obbligo di fornire informazione. Non c’è più un programma di approfondimento in prima serata e per la prima volta in trent’anni non c’è più il duopolio ma addirittura un quadripolio perché sono in gara anche La7 e il Nove; i Tg in particolare Tg1 e Tg2 promuovono il governo”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo PD in Commissione Vigilanza Rai, in una intervista sulle pagine del Domani.
“Il servizio pubblico sta affondando tra scelte editoriali faziose, palinsesti sbagliati e una governance bloccata da veti politici. Nel weekend, Rai1 è stata travolta da Mediaset anche sull’intrattenimento, mentre l’AD continua a non presentarsi in Vigilanza. Serve una riforma condivisa, non la Telemeloni Tax: i cittadini non devono pagare per un servizio pubblico trasformato in megafono di parte. Noi come opposizioni, presenteremo solo emendamenti condivisi al testo di riforma per dare un segnale politico: noi abbiamo un’idea ben precisa di cosa deve essere il servizio pubblico sul modello di governance e sulle risorse pubbliche. Il nostro faro è il media Freedom act”, prosegue Graziano.
“Per quanto riguarda la linea editoriale a nostro avviso c’è un problema ma siccome i cittadini sono più avanti di quello che pensano la destra Rai e Meloni dicono la loro con il telecomando.
L’ultimo episodio è quello che ha subito Lucia Goracci, additata come «negazionista» dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri su Rai3 - alla quale va tutta la nostra solidarietà”, conclude il capogruppo dem.
“Gli insulti sguaiati di Maurizio Gasparri a Lucia Goracci sono molto gravi perché rappresentano una vera e propria intimidazione politica nei confronti di una professionista di altissimo livello del servizio pubblico. Non siamo di fronte a critica, ma a un uso distorto del ruolo istituzionale per intimidire il lavoro dei giornalisti, che peraltro arriva da un componente della Commissione di Vigilanza Rai. Attaccare in questo modo Goracci significa colpire la libertà di informazione e il pluralismo che la Costituzione garantisce”. Lo affermano i componenti del Partito democratico della Commissione di Vigilanza Rai.
“A Lucia Goracci va la nostra piena solidarietà” concludono i parlamentari democratici.
“Bisogna convocare subito l’amministratore delegato e i direttori della Rai per capire qual è il quadro e cosa sta succedendo alla luce delle notizie apparse sulla stampa secondo cui Mediaset avrebbe sorpassato la Rai. L’abbraccio mortale con il governo, fare tele Meloni, dimostra che in realtà si sta compiendo uno scempio sulla più grande azienda pubblica del paese. Il problema vero, sono i 12.000 dipendenti che rischiano di avere un danno non di poco conto”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo pd in commissione di vigilanza sulla Rai.
“Esprimiamo solidarietà alla giornalista Chiara Giannini e alla troupe di Porta a Porta per la grave aggressione subita a Padova. Un episodio inaccettabile che colpisce non solo chi svolge con professionalità il proprio lavoro, ma anche il principio fondamentale della libertà di informazione. Ai giornalisti e alla troupe va la nostra vicinanza e il sostegno convinto alla necessità di poter raccontare la realtà senza minacce né intimidazioni” così i componenti democratici della commissione di vigilanza rai.
“Nemmeno ai tempi di Berlusconi la Rai si è prostrata così spudoratamente alle volontà di un presidente del Consiglio. Oggi Telemeloni ha raggiunto l’apice con il collegamento di Domenica in. Lo spottone della Rai è ancora più grave perché sono mesi che Giorgia Meloni sfugge a qualsiasi confronto parlamentare. Il mondo sta bruciando , da Gaza a Kiev, ma i cittadini italiani possono ascoltare il proprio presidente del Consiglio che discetta solo di cucina e di altre bagatelle dal megafono di una trasmissione Rai.
Il pranzo della domenica riguarda tutti e Domenica In non può farlo diventare un totem della destra. È francamente imbarazzante per tutti . questa è la rappresentazione del brutto clima che si vive in Rai e nel Paese.”
Così in una nota i componenti del Pd della Commissione di Vigilanza Rai.
“Le dichiarazioni di Sangiuliano trasudano bile e mostrano chiaramente come la sua posizione nel servizio pubblico sia ormai usata come un megafono per la propaganda politica. Non è possibile che un giornalista della RAI partecipi a raduni di partito per attaccare le opposizioni e seminare divisione. Questo non è giornalismo, è pura faziosità.
La RAI non può più tollerare un comportamento di questo tipo: deve intervenire immediatamente, senza indugi, e prendere provvedimenti contro Sangiuliano. È inaccettabile che un ex ministro, il cui operato è stato un fallimento su tutta la linea e che ha umiliato le istituzioni, continui a sfruttare il paracadute economico che il servizio pubblico gli fornisce, a spese dei cittadini italiani. I contribuenti non devono essere costretti a finanziare lo stipendio di un politico camuffato da giornalista.
Le istituzioni e il servizio pubblico meritano rispetto. È tempo che Sangiuliano scelga: abbandoni definitivamente la politica o lasci la RAI. Non può più giocare su entrambi i fronti” così una nota dei componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.
«I dati sul calo di ascolti confermano la gravità della crisi che attraversa la Rai. Il sorpasso del Tg5 sul Tg1, la débâcle estiva dell’access e le difficoltà di Rai2 e Rai3 non sono episodi isolati, ma il segnale di un indebolimento del servizio pubblico. Chiediamo che la governance aziendale e la maggioranza politica di destra che la sostiene affrontino con urgenza questa situazione, restituendo pluralismo, qualità e credibilità alla Rai, che appartiene ai cittadini e non al governo di turno. Serve un cambio di rotta urgentissimo perché è in pericolo la nostra democrazia». Lo dichiarano in una nota i parlamentari PD della commissione di vigilanza sulla Rai.
“Le decisioni della RAI di cancellare la rubrica RegionEuropa e di spostare in fasce di programmazione penalizzanti rubriche storiche come Mezzogiorno Italia e Mediterraneo rischiano di ridurre l'approfondita narrazione e la corretta rappresentazione del Sud e il rapporto tra le realtà locali e l’Unione Europea. È inaccettabile sacrificare trasmissioni che hanno consolidato in determinati orari di programmazione il proprio pubblico e la credibilità dell'offerta informativa, senza alcun confronto con le redazioni. Così facendo non si rispettano gli obblighi del Contratto di Servizio. La RAI deve rafforzare, non indebolire, il racconto dei territori, valorizzando la propria missione di informazione di servizio pubblico”.
Lo dichiarano i componenti PD della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai, che hanno presentato un’interrogazione in Commissione all’Ad della Rai, Giampaolo Rossi.