"Le 'apprensioni' del cda Rai sugli effetti della manovra sono lacrime di coccodrillo. La verità è che sono talmente appiattiti sulla maggioranza da non avere avuto il coraggio e la forza di far sentire la propria voce quando il governo stava costruendo una manovra che non investe nel futuro del servizio pubblico, che rende vane le tante promesse di assunzioni e stabilizzazioni e che, con lo stop al canone, graverà sui conti delle famiglie italiane", afferma in una nota il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano che sottolinea: "è da più di un anno che denunciamo come l’assenza di certezza sulle risorse, il mancato investimento in programmi di qualità e una politicizzazione mai vista stiano avendo gravi effetti in termini di ascolti. Ci auguriamo che, invece di definirci delle cassandre, l’azienda prenda atto del fatto che il governo, con Telemeloni, sta affossando il servizio pubblico televisivo".
“Chiediamo alla Rai di spiegare quali siano le ragioni ostative che non stanno consentendo la messa in onda della trasmissione Il Posto Giusto e quale sia la data prevista dalla Rai per la sua effettiva messa in onda”. Così i componenti del Gruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai in un’interrogazione all’ad Giampaolo Rossi.
“Il Posto Giusto è un format televisivo Rai, ormai decennale, di informazione e approfondimento sui temi del mondo del lavoro, sulle opportunità, la formazione e l’andamento dell’occupazione, che ha sempre registrato un ottimo gradimento da parte del pubblico testimoniato dagli ascolti. Con la soppressione nel 2023 di Anpal che era il soggetto firmatario della convenzione con la Rai, il soggetto sottoscrittore della convenzione è divenuto direttamente il ministero del Lavoro. Nella scorsa stagione televisiva proprio a causa di questo cambio di responsabilità la trasmissione non è andata in onda. La convenzione risulta essere stata firmata da parte del ministero del Lavoro nel mese di luglio 2024 tant’è che la trasmissione è stata inserita nell’ambito del palinsesto dei programmi Rai. La data prevista di messa in onda per la stagione in corso sarebbe quella del 17 novembre 2024, come da annuncio di palinsesto. Ad oggi, però, tale data non risulta possibile in quanto la convenzione non sarebbe stata controfirmata dall’ad Rai ed è quindi legittima la preoccupazione da parte delle figure professionali impegnate nel format, a causa di questa incertezza che li mortifica lavorativamente”.
"I dati riportati oggi dal Sole24 confermano il declino della Rai sotto il governo Meloni: mentre la televisione italiana registra in generale un aumento di ascolti, i telegiornali Rai, in particolare il TG1 e il TG2, sono in caduta libera. Dati che certificano in maniera inequivocabile il fallimento di TeleMeloni". A dirlo in una nota i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai. "I dati auditel relativi all'inizio della stagione 2024-25 mettono in risalto come i due telegiornali della televisione pubblica siano in forte calo, con perdite rispettivamente del 5% e del 9%. Mentre la TV italiana in generale cresce, la Rai perde terreno a favore di altri canali, come La7, che registra un aumento del 15%".
"La Rai, sotto la guida del governo Meloni, non riesce a rispondere alle esigenze informative dei cittadini, fallendo il suo ruolo di servizio pubblico. Nei contenuti in primis, con evidenti conseguenze sugli ascolti".
"TeleMeloni è un disastro culturale, sociale ed economico per il Paese". Così i componenti democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai commentano il risultato disastroso del programma "L'Altra Italia", condotto da Antonino Monteleone, che ha registrato “ascolti mai visti prima nella storia della Rai. Con uno share dello 0,99% e appena 169.000 telespettatori in prima serata su Rai 2, il programma ha segnato il punto più basso mai toccato dalla rete, nonostante il conduttore sia legato a un contratto da oltre 300.000 euro”. Sottolineano i democratici che stigmatizzano “lo stallo in cui la maggioranza ha gettato la Rai” e come “l’incapacità anche di chiudere la procedura di nomina della presidenza sia la conferma dell’uso tutto politico di quello che era il servizio pubblico televisivo".
"La maggioranza continua a sabotare la Commissione di Vigilanza Rai disertando le sedute e bloccando l’iter istituzionale di nomina del presidente del CdA. È un atto irresponsabile e di totale disprezzo verso le regole e verso i cittadini che pagano il canone, ai quali la Rai dovrebbe garantire un servizio pubblico indipendente e trasparente", così in una nota Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Vigilanza che ha chiesto agli uffici della commissione di convocare subito un ufficio di presidenza per prendere atto che non ci sono le condizioni per completare la votazione sulla Presidenza Rai prevista per legge.
"È inaccettabile – prosegue il deputato dem – che, pur di sfuggire al confronto, la maggioranza scelga di paralizzare una delle principali istituzioni di controllo del nostro sistema radiotelevisivo. E senza il parere favorevole della commissione a maggioranza qualificata, previsto per legge, qualsiasi nomina resta inefficace. Ma anziché rispettare le regole, preferiscono bloccare tutto e compromettere il ruolo della Vigilanza".
"Questo atteggiamento irresponsabile – conclude – non solo mina la trasparenza e l’efficacia del servizio pubblico, ma rappresenta un attacco alla democrazia parlamentare. Non permetteremo che la Commissione diventi il campo di battaglia per giochi di potere e mercanteggiamenti: la Vigilanza è e deve restare indipendente, a tutela delle istituzioni e dei cittadini".
“Stallo sulla presidenza Rai, la maggioranza non si presenta in vigilanza e blocca la regolare procedura di nomina del presidente del Cda che, per legge, diviene efficace solo dopo l'acquisizione del parere favorevole, espresso a maggioranza dei due terzi dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. La maggioranza non ha i numeri, è divisa sui nomi e conferma di essere allergica alle regole: è triste che questo avvenga proprio nel giorno in cui si celebrano in parlamento i 70 anni della tv e i 100 anni della radio i” così i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai
Allergica a ogni forma di controllo democratico, no al mercato dei voti
“Oggi si è verificato un fatto estremamente grave e senza precedenti: la maggioranza non si è presentata in Commissione di Vigilanza RAI, facendo venir meno il numero legale e bloccando così il funzionamento della commissione che avrebbe dovuto decidere l’iter per l'eventuale nomina della presidenza, che diviene efficace solo con il parere positivo dei due terzi dei componenti della Commissione stessa. Senza questo passaggio, qualsiasi nomina risulta incompleta e inefficace. Ecco perché, non avendo i numeri, la maggioranza vorrebbe adesso aprire il mercato dei voti: diciamo no a Rai Suq”. Così in una nota il capogruppo democratico in Commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, che stigmatizza il comportamento irresponsabile della maggioranza che è passata “dall’Aventino a metodi degni di Colle Oppio”. Mai prima d'ora - conclude - si era infatti assistito a una simile mancanza di responsabilità: la Vigilanza RAI deve poter operare con trasparenza ed efficacia, garantendo il rispetto delle regole e delle istituzioni. Siamo in parlamento non in una sede di partito”.
“Come componenti Pd della commissione di vigilanza sulla rai vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla troupe del Tg3 aggredita in Libano ed esprimere il nostro dispiacere per l’autista rimasto vittima di questo feroce attacco. La nostra solidarietà va anche a tutti i giornalisti che ogni giorno lavorano in territori difficili cercando di portare la verità delle notizie, la verità dei fatti. Non dobbiamo permettere a nessuno di calpestare la democrazia e la libertà dell’informazione”. Così in una nota i componenti PD della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
“Come avevamo detto la maggioranza non ha alcuna intenzione né di fare la riforma della Rai né di rispettare la legge attuale che prevede la votazione entro 10 giorni dalla vigilanza.
Non è stata stabilita alcuna data ed è stata convocata la plenaria per domani mattina alle otto. È gravissimo quanto sta accadendo; i termini di legge scadono venerdì e quindi dobbiamo assolutamente stabilire entro venerdì una data per ratificare la presidenza del cda della Rai. Ho fatto un appello alla maggioranza a scegliere una data da oggi a venerdi ma anche su questo punto si è rifiutata”. Così Stefano Graziano capogruppo PD in commissione di vigilanza sulla Rai a margine della seduta di commissione.
“Ci auguriamo che la maggioranza rinsavisca domattina e prenda una decisione. Mi auguro che non vogliano boicottare la funzionalità della commissione perché sarebbe una grave lesione parlamentare il fatto di di non far stabilire una data che prevede la legge e il regolamento. Non possono non rispettare un adempimento di legge”.
"Governo e maggioranza attenti solo alle poltrone, non vedono la perdita eclatante di credibilità e di pubblico dei programmi del servizio pubblico. La trasmissione andata in onda ieri sera su Rai 2, condotta da Antonino Monteleone, ha subito un vero e proprio crollo: nasconderlo è impossibile". Così i componenti del Partito Democratico nella Commissione di vigilanza Rai.
"In vigilanza chiederemo quanto è stato il costo di questo programma che si è classificato ultimo tra quelli in prima serata sulle principali reti televisive. Siamo davanti a un altro flop di Telemeloni”.
Buon lavoro a Mario Orfeo, figura di spicco e professionista esemplare che lascia la direzione del TG3 per intraprendere un nuovo prestigioso incarico alla guida di La Repubblica. Con la sua esperienza, competenza e visione strategica, Mario Orfeo ha rappresentato per la Rai un punto di riferimento imprescindibile nel panorama giornalistico. Auguriamo a Orfeo il più grande successo nel suo nuovo incarico, certi che continuerà a essere una figura chiave nel mondo dell'informazione italiana, capace di innovare e guidare con la stessa passione e impegno che ha sempre dimostrato”. Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
"Come è stato possibile mandare in onda una puntata chiaramente registrata in un momento così delicato dal punto di vista del contenuto trattato dal format? E se non intenda, altresì, accertarne le responsabilità, avendo esposto il servizio pubblico radiotelevisivo a una pessima figura e dimostrando una scarsa attenzione alla qualità dell'informazione, come contestato dal CDR." Così i componenti democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai, in un’interrogazione depositata oggi, chiedono al nuovo amministratore delegato della Rai, Gianpaolo Rossi, di chiarire le ragioni per cui la trasmissione condotta da Annalisa Chirico, registrata il 2 ottobre, sia stata mandata in onda nel pieno della guerra in Medio Oriente, al culmine dell'escalation tra Israele e Iran. “La messa in onda – sottolineano - ha creato confusione tra gli ascoltatori, poiché il dialogo tra la conduttrice e gli ospiti è risultato completamente decontestualizzato rispetto agli eventi attuali, disorientando coloro che avevano ascoltato le notizie del GR e gli aggiornamenti durante la trasmissione “Radio Anch’io”. Si tratta di una brutta pagina che ha giustamente suscitato proteste, non solo da parte del CDR, ma anche da ascoltatori che hanno segnalato l’accaduto".
“Chiediamo alla presidente Floridia di convocare velocemente il nuovo CdA Rai in commissione di Vigilanza. È fondamentale conoscere le linee programmatiche della nuova governance anche alla luce delle necessarie modifiche legislative e statutarie che si renderanno necessarie con il recepimento dell’European Freedom Act da parte del nostro paese”. Così i componenti democratici della commissione di Vigilanza Rai che sottolineano come “il passaggio in commissione di Vigilanza è necessario a completare l’eventuale nomina della presidenza che diviene efficace solo con il parere positivo dei due terzi dei componenti della commissione di Vigilanza Rai”.
“Il re è nudo, la maggioranza dice addio alla riforma della governance Rai” lo ha detto nel suo intervento in vigilanza Rai il capogruppo dem, Stefano Graziano, che sottolinea come “le dichiarazioni di Gasparri, che usa la riforma come clava per ricattare le opposizioni, e Candiani, che sottolinea come il prossimo Cda resterà in carica per tre anni, sono molto chiare: non c’è alcuna volontà di recepire l’European freedom act”.
Da governo aspettiamo che alle parole seguano i fatti
“Il partito democratico insieme a tutte le opposizioni ha firmato un documento dove chiede con chiarezza di attuare prima la riforma del Freedom Act e poi eleggere il nuovo cda. Nel caso in cui non si andasse in quella direzione è evidente che c’è la volontà del governo di portare l’Italia in infrazione il che significa un’ulteriore multa a carico degli italiani perché entro agosto 2025 bisogna attuare la nuova riforma e questo significherebbe che oltre al canone gli italiani dovrebbero pagare un’altra tassa.
Poi c’è il tema che riguarda più in generale il servizio pubblico. Il servizio pubblico deve essere un servizio indipendente, autonomo, e la libertà dell’informazione deve essere un tema indiscusso.
Il fatto che abbiano riconosciuto che bisogna cambiare la legge è sicuramente una vittoria delle opposizioni e ora aspettiamo che alle parole seguano i fatti”. Lo ha detto Stefano Graziano capogruppo pd in commissione di vigilanza sulla Rai in una intervista al Quotidiano del sud.