“Per la destra la ricetta è sempre la stessa: sotto elezioni un bel condono edilizio non si nega mai. E pazienza se poi tra qualche mese piangeremo sui danni di frane o alluvioni. L’ennesima vergogna di un manovra che ignora la crisi climatica e che non mette un euro per chi la casa non ce l’ha”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Giunti solo un decimo dei fondi, emendamenti in tre provvedimenti ad esame Camere
“Servono subito almeno 500 milioni di euro per rimettere in sicurezza e risarcire i danni causati dalle alluvioni del 2023 in Toscana. Con questo obiettivo è stato presentato un apposito emendamento sia al Decreto Ristori alla Camera che alla Legge di Bilancio al Senato, mentre una proposta similare verrà depositata al Decreto che ha prorogato lo stato di emergenza nelle zone colpite. La destra non ha più scuse per mantenere gli impegni presi da ormai due anni fa, dal momento che oggi del miliardo di euro necessario è arrivato poco più di un decimo”.
Così il segretario Dem della Toscana e deputato Pd, Emiliano Fossi.
“Nel 2023 - aggiunge - le province di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Massa-Carrara, Livorno e Pisa, hanno subito danni enormi a infrastrutture, abitazioni, attività produttive e terreni agricoli. Le comunità locali hanno risposto con una straordinaria solidarietà, ma il governo deve garantire continuità negli interventi di ricostruzione e messa in sicurezza. Lo Stato di emergenza per le alluvioni in Toscana è stato prorogato ma rischia di essere inutile se non vengono stanziati i fondi necessari. I nostri emendamenti sono chiari: ci sono tre provvedimenti attualmente in discussione in Parlamento che possono attivare le risorse. La maggioranza - conclude - non può respingere per sempre le richieste di famiglie e imprese in difficoltà”.
“Il governo Meloni ha tagliato 6,5 miliardi contro la lotta al dissesto idrogeologico, il ministro Pichetto Fratin continua a fare lo scaricabarile e si è dimenticato le scorse alluvioni in Toscana. Mentre l'Italia si allaga, il governo si dimentica che il 94,5% dei comuni italiani è a rischio. In modo strumentale l'esecutivo crea favole per colpire quelle regioni meritevoli come la Toscana che continua a operare con tempestività e concretezza investendo sul non-consumo del suolo il 90% delle risorse disponibili”. Lo dice il deputato e segretario del Pd Toscana, Emiliano Fossi in replica al ministro Pichetto Fratin durante il Question Time alla Camera.
“A differenza di quanto sostiene Pichetto Fratin e al contrario del governo – continua l'esponente dem -, la Toscana lavora per ovviare anche ai problemi delle famiglie che hanno perso tutto con le alluvioni, con i ristori mai arrivati. Si chiedono risorse e semplificazioni nelle procedure per la realizzazione degli interventi strutturali di prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico”. “Non è la pioggia che uccide, ma la politica che non previene. A fare i disastri sono i tagli, le scelte e, soprattutto, l'indifferenza del governo. Ogni volta che un torrente esonderà e un paese verrà sommerso, non si dica che è colpa della Natura. La colpa sarà solo di questo governo”, conclude Fossi.
“Ancora una volta la destra dimostra di non avere a cuore la sicurezza dei cittadini né la tutela dei nostri territori. Oggi è stato bocciato il mio ordine del giorno che chiedeva al governo di prevedere nella prossima Legge di Bilancio risorse adeguate e vincolate per sostenere la Toscana, una delle regioni più colpite dagli eventi climatici estremi degli ultimi anni”. E’ quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario Dem della Toscana sul suo atto discusso dall’Aula di Montecitorio.
“Parliamo di comunità devastate dalle alluvioni, di famiglie che hanno perso case e attività, di agricoltori che hanno visto spazzati via mesi di lavoro, di infrastrutture pubbliche e private ancora oggi danneggiate e non ripristinate. Di fronte a questa emergenza la destra ha scelto di girarsi dall’altra parte. Il mio ordine del giorno chiedeva tre cose semplici e di buon senso: ristori rapidi e certi per i territori colpiti, investimenti nella prevenzione contro il dissesto idrogeologico e una pianificazione strutturale di lungo periodo che superasse la logica dell’emergenza. Tutti principi che dovrebbero unire, non dividere. Invece la maggioranza ha deciso di bocciarli, confermando la linea dei tagli alla prevenzione e portati avanti in questi anni”.
“Il Partito Democratico continuerà a battersi in Parlamento e sul territorio perché i cittadini colpiti dalle calamità non vengano abbandonati e perché la Toscana, insieme a tutto il paese, abbia finalmente una strategia seria contro il dissesto idrogeologico e per l’adattamento climatico”, conclude Fossi.
“Purtroppo il cambiamento climatico sta aumentando in maniera vertiginosa gli eventi estremi e le alluvioni stanno colpendo con violenza zone del Paese sempre più vaste. Invece di aumentare risorse ed elevare la prevenzione, in tre anni di governo la destra ha solo alimentato il negazionismo, togliendo da un lato finanziamenti contro il dissesto idrogeologico e costringendo dall’altro le imprese ad assicurarsi contro il maltempo. Serve una netta inversione di tendenza e una piena assunzione di responsabilità, senza le quali, risulta di fatto impossibile garantire la sicurezza dei cittadini non solo nei territori storicamente fragili, ma in gran parte dell’Italia. Gli ultimi episodi che hanno devastato la Toscana, e in particolare le isole d’Elba e del Giglio, confermano come sia necessario un piano straordinario per mettere in sicurezza il Paese. La prossima Legge di Bilancio deve introdurre, in questa direzione nuove risorse”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.
“In risposta alla surreale nota stampa di Bonguerrieri urge rispondere perché la solita pratica di propaganda e disinformazione che questo governo pratica si fermi e smetta di speculare sulla pelle di alluvionati e dei territori. Nessuna schizofrenia, patologia che eviterei di tirare in ballo nel rispetto di chi ne soffre davvero. La malafede invece la rimandiamo al mittente, ovvero a coloro che da una parte usano toni trionfalistici approvando migliorie che vi chiediamo da due anni e che avete sempre, voi sí, rifiutato o ignorato. Oggi arrivate, dopo aver ripristinato un clima collaborativo che avevate contribuito ad avvelenare con le accuse dei vostri ministri a regione e sindaci - questo governo non è un bancomat, accuse di mala gestione, conferenze stampa in piena emergenza per polemizzare contro chi stava salvando vite, ricordate? Siamo al secondo Commissario in due anni, il quale con spirito repubblicano sta lavorando a stretto contatto con regione e sindaci e che grazie a questa cooperazione si sono fatti significativi passi in avanti. A loro, ai territori, ai sindaci, ai comitati degli alluvionati va il sostengo per aver lavorato nonostante tutto e nonostante le mancanze e le migliorie che solo oggi avete concesso loro dopo due anni di richieste. Il decreto risulta insufficiente sulla prospettiva, quella chiedono i cittadini, sapere se potranno rimanere nei propri territori perché le Istituzioni stanno realmente affrontando la crisi climatica e le sue conseguenze con serietà e responsabilità. Questo il punto che abbiamo reputato gravemente insufficiente e che ha motivato il voto contrario. Lasci stare quindi i malati psichiatrici e se ci chiedete se siamo in malafede allora no, siamo coerenti ed esigenti per i nostri territori e per il diritto a restare dei nostri cittadini e delle nostre imprese” così la deputata democratica Ouidad Bakkali.
“Oggi la Camera ratifica l’ennesimo decreto sugli eventi catastrofali. Un testo non all’altezza delle emergenze che stiamo vivendo, a partire dalla mancanza di prospettiva e organicità. Un provvedimento che ha un approccio sbagliato e di corto respiro, che aggiusta i precedenti decreti anche grazie a proposte che il Pd aveva presentato ormai due anni fa, se parliamo dei territori alluvionati, e un anno fa, se ci riferiamo ai territori dei Campi Flegrei. Richieste che erano giunte dai territori e dai loro amministratori. Bene almeno che la maggioranza abbia compreso che commissariare i governi locali non paga né elettoralmente, né sul fronte della ricostruzione e della prevenzione”.
Così la deputata democratica Ouidad Bakkali, intervenendo in Aula alla Camera per annunciare il voto contrario del Pd al Dl Alluvioni.
“Un programma straordinario di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico da un miliardo in dieci anni - ha aggiunto - è un segnale insufficiente, disarticolato e non in grado di rendere efficace una strategia nazionale, che purtroppo continuiamo a non avere. Non si garantisce così il diritto a restare nei propri territori. Non si contrasta in questo modo l’abbandono progressivo di molte zone a partire da quelle collinari, spesso all’origine della forza devastatrice di fango e acqua che arrivano a valle. Anche sui Campi Flegrei nessuna strategia chiara: siamo al terzo decreto dopo 10mila scosse, 130 edifici inagibili e una popolazione in allarme. In questo modo - ha concluso - il negazionismo climatico e l’approccio emergenziale continuerà a fare morire le persone e a portare distruzione e disperazione nei nostri territori”.
Servono poteri speciali per presidenti di Regione
“Sul tema delle alluvioni, il punto è non 'se' ma 'quando' accadrà di nuovo. Il cambiamento climatico travolge il pianeta, ma questo governo non se ne accorge e non dà risposte. Per le alluvioni in Romagna, l'esecutivo provó a dire che la responsabilità era della Regione e dei comuni. Poi ciò che successe e sta succedendo in tutta Europa, purtroppo ha evidenzato che il cambiamento climatico produrrà ancora danni soprattutto per i territori fragili che, per loro natura, sono sotto il livello del mare o in ambiti idrografici morfologicamente vulnerabili. L'intervento statale non può fermarsi alla sola emergenza tamponata con le nomina governativa di commissari nelle regioni, spesso come una clava politica per attaccare i territori. Quando si parla di calamità come le alluvioni c'è il tema delle risorse necessarie, dell'impianto normativo e della governance per i ristori e il pronto intervento nell'emergenza e la pianificazione. Chi è sul territorio, i presidenti di Regione, devono avere la responsabilità, ma anche gli strumenti per agire e rispondere”. Lo dice il deputato Pd, Andrea Gnassi, intervenendo in Aula sul decreto eventi alluvionali.
“Ci ricordiamo – continua il parlamentare - i cittadini romagnoli nel fango a rimboccarsi le maniche mentre la politica del governo arrancava nelle polemiche e il ministro Musumeci da Roma alimentava le difficoltà dando colpe ai comuni e alle regioni del centrosinistra". ”Sono necessarie misure e leggi che diano strumenti e poteri speciali ai presidenti di Regione e questo per far sì che la responsabilità di agire a cui sono chiamati, possa avere gli strumenti perché possa essere esercitata. Bisogna dare ai presidenti di Regione la possibilità di avvalersi, come per i Commissari, di soggetti tecnici competenti a supporto delle decisioni importanti, sia di emergenza sia di pianificazione. I commissari passano i presidenti restano sul campo. Il resto, è davvero inutile, a parte la propaganda che un governo non dovrebbe fare, almeno sulla prevenzione delle calamità governativa”, conclude Gnassi.
“Dal torinese al cuneese oggi il Piemonte è stato tragicamente protagonista di disastri ambientali: frane, alluvioni, maltempo ovunque. Purtroppo anche con conseguenze gravi come un uomo a Bardonecchia morto trascinato via dalla piena del fiume. Seguo con apprensione l’operato della protezione civile e di chi scende in campo per aiutare le popolazioni colpite. Grazie per il lavoro che svolgono in queste ore critiche”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sull’allerta meteo in Piemonte di oggi.“Mi aspetto un’azione da parte del Governo per un intervento tempestivo che aiuti i territori colpiti - prosegue la deputata piemontese - Cosa che, ad esempio, non è avvenuta a Chivasso e nelle zone attigue, che stanno ancora attendendo che venga riconosciuto lo stato di calamità per l’alluvione di aprile e i conseguenti fondi per aiutare il territorio a rialzarsi”.
“Non bastano parole di cordoglio quando avvengono queste tragedie: la politica deve essere pronta a intervenire là dove necessario, altrimenti si tratta di propaganda e frasi vuote. Ne è un esempio il ministro Musumeci, che oggi era atteso proprio a Chivasso per un seminario sulla transizione climatica, che ha prontamente saltato per ‘impegni istituzionali’. Non basta riempirsi la bocca, bisogna agire preventivamente nelle aree più a rischio e, quando avvengono le tragedie, essere pronti a sostenere i territori” conclude Gribaudo.
A rischio la sicurezza dei cittadini
“Il governo continua a colpire i territori con tagli insostenibili che mettono a rischio la sicurezza e la vivibilità delle nostre comunità. Per questo ho presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere conto delle gravi riduzioni di risorse destinate alla manutenzione straordinaria della viabilità provinciale e metropolitana”. Così il deputato Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“La nota del Ministero del 16 maggio 2025 – prosegue l’esponente dem – conferma una nuova decurtazione delle risorse previste dal decreto n. 101/2022, che si somma ai tagli già stabiliti nella Legge di Bilancio per il 2025 e dal decreto-legge n. 202/2024, per un totale di 175 milioni di euro in meno nel biennio 2025-2026. Si riducono inoltre drasticamente gli stanziamenti previsti dalla legge n. 205/2017, con un taglio complessivo di 660 milioni entro il 2029.”
“A lanciare l’allarme – conclude Merola – sono direttamente i territori, preoccupati per lo stop a cantieri cruciali soprattutto nelle aree interne colpite da alluvioni e calamità. In Emilia-Romagna le province perdono fino al 70% delle risorse previste: Bologna, ad esempio, perderà 6,9 milioni di euro tra il 2025 e il 2026. Chiediamo al ministro Salvini come intenda garantire sicurezza e accessibilità per i cittadini, di fronte a un evidente disimpegno dello Stato”.
"La risposta del governo alla mia interrogazione sull'alluvione che ha colpito il Mugello lo scorso marzo è la minima. Il governo ha lasciato troppo a lungo da solo il territorio, mentre la Regione Toscana, unica a intervenire con tempestività, stanziava le prime risorse concrete. Il governo, invece, ha impiegato settimane a dichiarare lo stato di emergenza e si presenta con un decreto che appare del tutto inadeguato. Inadeguato nei tempi, perché è stato necessario alzare la voce – con interrogazioni, atti formali e pressione politica costante – per ottenere anche solo un primo passo. E inadeguato nei contenuti, perché va detto con chiarezza: nel decreto non c’è un euro nuovo. Si razionalizza, si sposta, si riorganizza. Ma non si investe. Le risorse sono prese da fondi già esistenti, in larga parte dal PNRR. Nulla che dia respiro vero ai territori colpiti. Sul Mugello si copre l’urgenza, in altre zone si dà qualche arretrato delle alluvioni passate, ma non si mette mano a ciò che servirebbe davvero: interventi strutturali per prevenire nuovi disastri, mettere in sicurezza, proteggere le comunità. Né nel Mugello né altrove. Famiglie e imprese che da mesi non ricevono risposte. Chi ha perso tutto ha diritto a fatti, non a promesse. Se questo decreto è un punto di partenza, allora il governo lo dimostri subito: servono risorse vere, immediate e aggiuntive. Perché chi è stato colpito non può più aspettare". Lo dichiara il deputato toscano Marco Furfaro, componente della segreteria nazionale, commentando la risposta del governo alla richiesta di stanziamenti per le alluvioni in Toscana e nel Mugello.
"Il Toscana il maltempo non dà tregua: da ottobre a maggio ormai i cambiamenti climatici stanno flagellando la Regione in ogni provincia. In Versilia e Lunigiana si stanno verificando adesso i disagi maggiori con frane, strade interrotte e frazioni isolate. La Regione si è mossa subito dichiarando lo stato di emergenza regionale e stanziando le prime risorse mentre la macchina della Protezione Civile è già sui luoghi interessati. Chiediamo al governo di ripristinare le risorse contro il dissesto idrogeologico tagliate con il Pnrr e di farsi trovare pronto quando la Regione richiederà lo stato di emergenza nazionale. Non è francamente ammissibile perdere settimane o mesi di tempo come accaduto per le precedenti alluvioni di febbraio e marzo". Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati Emiliano Fossi, segretario dem della Toscana, e Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente.
“Per riconoscere lo stato di emergenza delle alluvioni che si sono verificate in Toscana a febbraio e marzo scorsi il governo ha perso mesi di tempo, si attivi adesso per velocizzare l’immediata sospensione del pagamento delle fatture per le utenze delle bollette di acqua, luce e gas di famiglie ed imprese dei territori colpiti”. Lo chiede il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi in un ordine del giorno presentato al Decreto Bollette attualmente in discussione a Montecitorio.
“Le zone interessate sono moltissime: le province di Livorno, Pistoia e Grosseto dal maltempo di febbraio mentre a marzo la Città metropolitana di Firenze, le province di Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Gli aiuti stanziati fino ad oggi sono parziali e palesemente insufficienti. Servono norme immediate a sostegno di cittadini ed imprese in difficoltà e la sospensione delle bollette può rappresentare una boccata d’ossigeno fondamentale”, conclude Emiliano Fossi
"Oggi il Consiglio dei Ministri ha trovato le risorse per riaprire il Centro migranti in Albania, già costato ai cittadini quasi un miliardo di euro, ma ha dimenticato ancora di riconoscere lo Stato di Emergenza nazionale per i territori colpiti dalle alluvioni in Toscana ormai due settimane fa": è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani.
"E' dal 19 marzo che il ministro Musumeci promette di intervenire senza però passare dalle parole ai fatti. Da troppo giorni molti comuni della Città metropolitana di Firenze delle province di Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena attendono norme e risorse per uscire dall'emergenza e tornare alla normalità. Per fortuna il governo ha avuto oggi almeno la decenza di rinviare in extremis l'assicurazione obbligatoria contro il maltempo da parte delle imprese, che sarebbe entrata in vigore a fine mese": conclude Marco Simiani.
“Dalla risposta all’interrogazione Pd svolta alla Camera sul contrasto al dissesto idrogeologico in Toscana emerge chiaramente come questo governo non solo non abbia fatto niente in due anni e mezzo per prevenire le alluvioni, ma non abbia nemmeno intenzione di predisporre piani straordinari di fronte all’aumento esponenziale di eventi catastrofici: ne prendiamo atto ma continueremo a chiedere risorse per salvare i nostri territori”.
Lo dichiarano i deputati Pd, Emiliano Fossi, segretario Dem della Toscana e Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente.
“Nel corso della discussione alla nostra interrogazione - aggiungono - è stato confermato come il rapporto Rendis (Repertorio nazionale degli interventi contro la difesa del suolo) non venga aggiornato da anni; il Ministero ha poi fatto riferimento al Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici) che ad oggi è però soltanto una ‘scatola vuota’ priva di risorse. Come Pd avevamo presentato un emendamento alla Legge di Bilancio per finanziarlo ma la destra lo ha bocciato. L’unica norma varata dalla maggioranza in questi - concludono - è stata infatti quella di obbligare le imprese ad assicurarsi contro il maltempo: una scelta che si commenta da sola”.