Il candidato segretario del Pd toscano sul pestaggio al liceo Michelangiolo: “Da Meloni ancora nessuna condanna: si rivede nei giovani picchiatori?”
“Il rilancio del Pd passa anche dal rimettere al centro la scuola. Partendo da alcune priorità: non ridurre le autonomie scolastiche, evitare gli accorpamenti e non sopprimere classi, ma semmai aumentare gli investimenti per garantire il diritto allo studio di ragazze e ragazzi che vivono nelle aree interne, in montagna e sulle isole, e allo stesso tempo combattere il fenomeno delle ‘classi pollaio’, che incide negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e alimenta abbandono e dispersione scolastica”.
A dirlo è stato Emiliano Fossi, candidato a segretario regionale del Pd toscano, che ieri ha partecipato da remoto all'incontro "Per una scuola pubblica diffusa e paritaria" che si è svolto al Circolo Arci Isolotto P.Pampaloni alla presenza delll'assessora regionale all'Istruzione Alessandra Nardini.Durante l’incontro, un professore del liceo Michelangiolo di Firenze ha raccontato il pestaggio dei ragazzi del collettivo Sum ad opera di un gruppetto di Azione studentesca sabato scorso.
“I responsabili delle violenze - dice Fossi - sono stati individuati e ora ci auguriamo che la giustizia faccia velocemente il suo corso, perché un pestaggio non può restare impunito. Ma c’è un punto politico che non va dimenticato: Giorgia Meloni non ha ancora preso le distanze dai suoi giovani iscritti che hanno commesso la violenza. Viene il dubbio che riveda in loro se stessa”.
“Il Pd deve stare senza se e senza ma dalla parte della scuola pubblica - ha detto Fossi d’utente l’incontro -. Non si può parlare di merito senza garantire a tutti i ragazzi e le ragazze uguali opportunità, senza distinzione sociale, culturale e territoriale. Ciò significa chiedere investimenti, in controtendenza rispetto ai tagli operati dal governo, e quindi prendere posizione: più soldi alla scuola pubblica, meno a quelle private”.
“Più nel dettaglio - continua Fossi - il Pd toscano deve sostenere convintamente il progetto 'Nidi gratis' della Regione, perché il nido deve diventare davvero un'opportunità per tutte le bambine e per tutti i bambini toscani per combattere le disuguaglianze e le povertà educative, conciliare tempi di vita e tempi di lavoro delle famiglie. Il Pd regionale toscano che vogliamo costruire si impegnerà per tutelare i progetti educativi zonali perché si possa costruire una scuola sempre più inclusiva, che rafforzi gli strumenti di sostegno ai disabili, e multiculturale, che potenzi le attività di insegnamento della lingua italiana agli alunni di lingua straniera. Ancora: lottare a tutti i livelli per maggiori investimenti in edilizia scolastica per la realizzazione di ambienti di apprendimento sostenibili, accessibili, innovativi e sicuri”.
“Non mi ritengo per nulla soddisfatto dalla risposta del governo, in relazione alle modalità e soprattutto ai tempi previsti per colmare il digital-divide tra le zone urbane urbane e le aree interne dove persiste un enorme problema di connettività e di copertura di rete che non interessa solo Internet ma anche la rete telefonica e addirittura il segnale televisivo”. Così il capogruppo del PD in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo, dichiarandosi insoddisfatto dopo la replica del governo all’interrogazione con cui si evidenzia il ritardo dei servizi a banda ultra larga, per le aree interne, i piccoli comuni e le isole minori.
“C’è un paese che viaggia a due velocità – ha detto Barbagallo – mentre per la Costituzione l’Italia è una e indivisibile. E il governo, anche per quanto riguarda le risorse del PNRR stanziate in questo ambito, non ha fornito risposte adeguate. Basti pensare che le risorse per questo obiettivo – ha concluso – coprono solo i settori come sanità e scuola e non sono neanche sufficienti a soddisfare le esigenze delle isole minori: bastano solo per 21 isole minori in tutta Italia ma solo in Sicilia sono 15. Prova evidente che si tratta di uno stanziamento insufficiente”.
“Le prime scelte del governo in materia di istruzione sono gravi e prefigurano un vero e proprio attacco alla scuola pubblica. In particolare, la norma sul dimensionamento scolastico determinerà, di fatto, la riduzione, non solo delle sedi, che verranno inevitabilmente accorpate, ma anche del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi, che saranno quasi dimezzati rispetto ad oggi.
Una norma ingiusta e discriminatoria che andrà ad impattare negativamente sui territori già in difficoltà come le aree interne ed il Mezzogiorno. Questo è un governo che taglia sull'istruzione e con la scelta scellerata di andare avanti con il progetto Spacca Italia, non farà che favorire le disuguaglianze e le disparità territoriali.
Va aperto un dibattito tra esecutivo e regioni per evitare che l'istruzione venga ulteriormente depotenziata. Per noi è urgente reperire risorse adeguate per assicurare a tutti il diritto all'istruzione, su tutto il territorio nazionale. La misura sul dimensionamento va corretta e va stabilito definitivamente che le risorse liberate dalla riduzione della spesa per istruzione conseguente al calo demografico siano reinvestite nel medesimo settore a beneficio dei giovani e delle future generazioni”.
Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e la capogruppo in commissione Cultura Irene Manzi.
Il candidato alla segreteria del Pd toscano ha viaggiato da Borgo San Lorenzo a Santa Maria Novella: “Pochi convogli e sempre pieni. Ferrovie deve darsi una mossa, noi come partito dobbiamo farci sentire”
“Ritardi costanti, treni sovraffollati. Così non va. I pendolari del Mugello che ho incontrato stamani mi hanno detto che ogni giorno è una roulette: sia all’andata che al ritorno non sanno quando il treno arriverà. E purtroppo non succede solo in Mugello, ma anche in altre aree interne della Toscana”.
Stamani alle 7 Emiliano Fossi, candidato alla segreteria del Pd toscano, ha preso il treno a Borgo San Lorenzo insieme a tanti pendolari diretti a Firenze.
“Il treno che ho preso - racconta Fossi - è uno dei treni 'forti' per studenti e lavoratori. Qui, come in altre aree interne della Toscana, i treni sono troppo pochi. Ferrovie si deve dare una mossa e dalla Toscana deve arrivare una richiesta forte in questo senso. Bene parlare di Tav, ma le pressioni per fare l’opera non possono essere dissociate dall’obbiettivo di potenziare il trasporto in superficie”.
“I toscani che si muovono in treno - dice Fossi - non possono essere cittadini di serie B. Anzi dovrebbe essere il contrario: bisogna aiutare chi usa mezzi alternativi all’auto. Non possiamo lasciare soli pendolari e istituzioni in questa battaglia. Il Pd della Toscana deve essere dalla loro parte, perché una mobilità efficiente tiene insieme il diritto a muoversi e una forte scelta ecologica”.
l candidato alla segreteria regionale con Elly Schlein a Massa Carrara, Viareggio, Lucca, Pistoia e Prato: “Il partito riparta da lotta alle disuguaglianze”
“Il Pd deve ripartire dalla lotta alle disuguaglianze. Non possono esserci una Toscana di serie A e una di serie B nelle condizioni sociali e nelle opportunità per donne e uomini. Ci deve essere una sola Toscana, giusta, aperta e libera”.
A dirlo è stato Emiliano Fossi, candidato alla segreteria del Pd toscano per la mozione “Una nuova speranza”, durante l'intervento davanti alle 400 persone venute ad ascoltare la presentazione della sua candidatura e quella nazionale di Elly Schlein oggi a Massa. Stamani Fossi e Schlein hanno partecipato a due iniziative partecipate da centinaia di persone, a Massa come a Viareggio, mentre nel pomeriggio sono a Lucca, Pistoia e Prato.
“La costa e le aree interne della Toscana - dice Fossi - stanno scontando un ritardo intollerabile in termini di infrastrutture e di occasioni di crescita, un ritardo per gran parte dovuto al fatto che dal governo nazionale c’è stata poca attenzione a questi territori. Il nuovo Pd deve ripartire da qui, dall’ascolto di donne e uomini che da troppo tempo si sentono cittadini di serie B. Dobbiamo lavorare ad accorciare le differenze che ancora persistono tra la zona centrale della Toscana da una parte e la costa e le aree interne dall’altra. E nel farlo dobbiamo mettere in cima alla priorità il bene più prezioso, la salute: la sanità pubblica non va solo difesa ma sostenuta e finanziata, anche ricorrendo alla leva fiscale nei confronti di chi ha redditi alti”.
“Il Pd toscano - conclude Fossi - deve ritrovare una sua centralità, un suo protagonismo. La grande partecipazione e l’entusiasmo che stiamo vedendo nelle iniziative di oggi ne è la dimostrazione. La Toscana dei buoni amministratori non basta più… ognuno faccia il suo mestiere: il partito elabori e proponga politiche innovative, confrontandosi senza pudori e paure con la giunta regionale”.
“La scelta di Poste italiane di scommettere sul digitale per ridurre le diseguaglianze territoriali, purtroppo ancora presenti nel nostro Paese, conferma la vocazione all’innovazione dell’azienda di Stato. Con il progetto Polis, che prevede un investimento di oltre un miliardo di euro ed è sostenuto attraverso le risorse del PNRR, Poste italiane si è impegnata a contrastare lo spopolamento di piccoli centri e aree interne, garantendo accesso e qualità dei servizi al pari delle grandi metropoli. Una scelta di grande valore perché indirizzata a colmare le lacune della Pubblica amministrazione e, allo stesso tempo, a valorizzare le identità delle realtà locali, di cui gli uffici postali sono parte integrante.” Così Anna Ascani, vicepresidente della Camera e vicepresidente PD, ha commentato il lancio del progetto Polis di Poste italiane.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti
“In commissione Trasporti erano attesi oggi chiarimenti da parte del governo su due questioni particolarmente rilevanti per l’assetto delle telecomunicazioni nel nostro paese: il piano Minerva e Open Fiber. Ma ahime l'audizione del sottosegretario Alessio Butti è stata deludente e per nulla rassicurante”. Così il capogruppo del Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo, che prosegue: “in particolare ci aspettavamo dati concreti sul progetto Minerva e un'idea precisa su come colmare i ritardi relativi al piano nazionale di investimenti per la banda ultralarga e su queste due questioni così cruciali per l’assetto del nostro sistema delle telecomunicazioni dobbiamo purtroppo registrare da parte del governo solo affermazioni generiche e poco convincenti.” Per Barbagallo, “inadeguato è stato anche il passaggio sulla digitalizzazione della p.a. e nello specifico dei comuni: troppo gravi i ritardi soprattutto per quelli ricadenti nelle aree interne su cui il Pd propone di impiegare le economie dei fondi pnrr", ha concluso il rappresentante Dem.
“Non è possibile che a più di due mesi dall'insediamento il nuovo Governo non sia in grado di prendere alcun impegno sullo smart working. Ho chiesto che l'ordine del giorno che avevo presentato venisse posto in votazione perché ritengo che questo tema debba essere affrontato con serietà dati gli effetti positivi che può avere sulla riduzione dei costi energetici aziendali, delle emissioni di agenti inquinanti, sul miglioramento della vivibilità dei centri urbani, sul ripopolamento dei piccoli borghi e delle aree interne”. Lo afferma Chiara Gribaudo, vicepresidente della XI Commissione Lavoro.
“Non solo il governo sceglie di non prorogare il taglio delle accise, per poi cercare responsabili altrove, ma non ha messo in questo decreto alcuna idea nuova su come le famiglie e le imprese dovrebbero affrontare il caro energia che temiamo andrà ben oltre marzo. Io ho sollevato il tema dello smart working perché è di stretta competenza della mia Commissione, ma ci sono tante altre valide proposte che questo governo finge di non sentire” Conclude la deputata del PD.
Se vogliamo davvero che il Congresso del Pd sia un’occasione di confronto e democrazia dobbiamo aprirci a nuove modalità di partecipazione come il voto on line. È una modalità con cui i cittadini si confrontano nella quotidianità senza timori di mettere in pericolo dati e strumenti personali, anche molto riservati.
Affiancare ai gazebo la possibilità di un voto online, sicuro e certificato come già è avvenuto in diverse esperienze in questi mesi, è una prova di maturità per tutto il Partito Democratico. È giusto dare la possibilità di partecipare anche a chi abita nelle aree interne, a chi vive all’estero o a chi semplicemente preferisce utilizzare le possibilità delle nuove tecnologie che ormai sono parte della nostra vita quotidiana.
Così Chiara Braga deputata e Responsabile Transizione ecologica del Partito democratico
“Dopo il POS e dopo lo SPID adesso è la volta della ricetta elettronica. Questo Governo, più che promuovere la transizione digitale, sta attuando una politica di “regressione analogica”.
Sulla ricetta elettronica, in particolare, non possiamo arretrare di un millimetro. L’uso della tecnologia è infatti fondamentale, soprattutto per la Medicina di Territorio, dove occorre attuare un modello di “Sanità di prossimità”. Nelle Aree Montane e Interne, assistiamo ad una progressiva perdita di servizi, mentre il numero degli Medici di Famiglia diventa sempre più esiguo. L’uso capillare degli strumenti tecnologici rappresenta, dunque, un elemento di forte sostegno. Dobbiamo peraltro considerare che il Medico, oggi, è oberato da una burocrazia che sottrae risorse fisiche e mentali all’esercizio della professione. Strumenti come la ricetta elettronica, quindi, semplificano e decongestionano le procedure, consentendo ai Medici di Famiglia di applicarsi con maggiore efficacia sull’assistenza al paziente”. Lo dichiara Augusto Curti, deputato del Pd.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti
Al sottosegretario Butti, che in audizione stamane è venuto a dirci che il governo intende rilanciare Tim, voglio esprime tutta la nostra preoccupazione sullo stato della rete anche perché il governo non ha chiarito le proprie intenzioni ”. Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo che ha evidenziato come “occorra garantire la salvaguardia dell’interesse nazionale, rendere disponibile un servizio universale di qualità agli utenti e valorizzare le competenze del capitale umano e l’integrità delle aziende , nonché tutelare l’occupazione”. Per Barbagallo “se il sottosegretario ha provato a rassicurarci, permane invece da parte dei comuni italiani un’ansia più che giustificata di fronte al tema della digitalizzazione e del 5G. Fondamentale – ha aggiunto l’esponente del Pd- promuovere la digitalizzazione nelle aree interne e nelle isole minori dove 5G e connettività possono rappresentare una chiave di svolta. Chiediamo al governo – ha concluso Barbagallo- una attenzione particolare verso questo tema perché non possiamo permetterci un paese a due velocità”.
“Abbiamo depositato un’interpellanza urgente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per sapere se e quando intenda attivare un tavolo con Whirlpool e le Organizzazioni Sindacali per analizzare il Piano Industriale del Gruppo ed ottenere ampia informativa sulla procedura di cessione. Una eventuale cessione che -sia chiaro- dovrà essere vincolata a specifiche garanzie circa il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi”. Lo dichiarano in una nota i deputati del Pd, Irene Manzi, Augusto Curti, Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Piero De Luca, Marco Sarracino, Arturo Scotto, Toni Ricciardi, Marco Simiani, Federico Gianassi, Emiliano Fossi, Matteo Mauri e Chiara Braga
“Sono anni che Whirlpool attua un significativo ridimensionamento della forza lavoro, nonché la dismissione di unità produttive sul territorio nazionale, con una progressiva esautorazione della piattaforma produttiva italiana. E oggi -proseguono i deputati del Pd- con una trattativa di cessione in corso, la multinazionale ha disertato qualsiasi tavolo di confronto istituzionale, dimostrando grave mancanza di rispetto verso i lavoratori, le Istituzioni e le parti sociali.
“Nel nostro Paese la multinazionale ha 7 siti -molti dei quali collocati in aree interne- e impiega 5000 lavoratori, per non parlare di quelli dell'indotto e con le decisioni che sta prendendo rischia seriamente di non assicurare il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e la continuità produttiva degli stabilimenti.
Siamo nel pieno -scrivono i deputati dem nell’interpellanza- di una grave crisi economica ed è necessario che una cessione così impattante per il tessuto economico e sociale dei territori sia gestita attraverso adeguati criteri di governance e che il Ministero e le Organizzazioni Sindacali siano costantemente informati e coinvolti nelle diverse fasi della trattativa”.
“Ci aspettiamo dal governo una risposta chiara e iniziative immediate anche rispetto alle azioni che vorrà mettere in campo per sostenere il comparto della produzione di elettrodomestici in Italia, dichiarando il settore strategico, con politiche industriali mirate a tutelare e rilanciare il tessuto produttivo dei nostri territori”. Così concludono i deputati dem.
Tutelare e valorizzare "l'agricoltura contadina" è un atto di civiltà, di presidio del territorio e un collaudato modello di sostenibilità. Per ho questo ho sottoscritto la proposta di legge, di cui è primo firmatario Federico Fornaro, che già nella precedente legislatura fu approvata in prima lettura alla Camera senza purtroppo concludere l’iter legislativo.
Tra gli obiettivi della legge la promozione dell'agroecologia e la gestione sostenibile del suolo, la valorizzazione della biodiversità in agricoltura, il contrasto allo spopolamento delle aree interne, montane e marginali, il riconoscimento dell'agricoltore contadino nonché di quello custode. L'agricoltura contadina indirizzata all'autoconsumo e alla vendita diretta, rappresenta la forma di coltivazione più diffusa in Italia che integra e completa le altre forme di coltivazione.
Lo afferma Stefano Vaccari, capogruppo Pd Commissione Agricoltura della Camera.
“Le indiscrezioni di stampa sembrano riproporre un modello che ci lascia perplessi: ancora di più sul tema di scuola. La regionalizzazione della scuola ci allarma perché riteniamo che l’istruzione, per rispetto della nostra Costituzione, debba essere omogenea ed uniforme su tutto il territorio nazionale. E’ una materia fondamentale per lo Stato e per questo, pur considerando le previsioni contenute nell’art. 116- che stabilisce modalità di concessioni e autonomie alle Regioni- occorre rispettare una coerenza e una unitarietà dell’istruzione, essenziale per il Paese e motore della sua crescita e del suo sviluppo”.
Lo ha detto in un’intervista per Orizzonte Scuola, Irene Manzi, capogruppo Pd in VII commissione e responsabile Scuola del partito.
“Nella precedente legislatura, noi come Pd, anche attraverso il lavoro condotto dall’allora ministro Boccia, in accordo con tutte le Regioni, avevamo tracciato un percorso che partiva dall’individuazione dei Livelli essenziali di prestazione, senza i quali non si può procedere, perché si corrono dei grossi rischi”, precisa la deputata dem.
“Quando si parla di istruzione - aggiunge - si deve evitare di allargare le divisioni che finiscono per penalizzare certe realtà territoriali. Quando la proposta di Calderoli sarà resa pubblica potremo finalmente sapere quali siano le intenzioni del governo sul tema dell’autonomia. E’ un tema presente da più di vent’anni ma se non s’interviene sugli squilibri territoriali – non solo quelli Nord-Sud ma anche tra aree interne e non del paese – e se non si tiene presente che e’ essenziale definire le risorse , temo che si rischi di creare regioni di serie A e di serie B, e questo ci preoccupa. C’è la necessità dunque di trovare una soluzione equilibrata. Come partito e’ importante confrontarsi su questo tema ricercando le giuste modalità”.
“Bene il richiamo del presidente di Confindustria Bonomi alla necessità di un piano economico decennale per il Sud fatto di risorse per ricerca, innovazione, impresa, scuola e università. Per mettere a terra il Pnrr, il governo istituisca una cabina di regia sul modello Cassa per Mezzogiorno che, ricordo, fu in grado di colmare le distanze nel Paese, e soprattutto, ridurre le differenze tra aree interne e spazio urbano che, in quegli anni, cresceva in modo significativo. E’ del tutto evidente, tuttavia, che questo modello di governance, e quanto auspicato dal Presidente Bonomi, siano in completa antitesi con il progetto di autonomia differenziata che ha in mente il ministro Calderoli. Un progetto che aumenterebbe le disuguaglianze invece di ridurle, accrescendo enormemente i divari territoriali. I diritti di perequazione e solidarietà previsti dalla legge 42 del 2009 sono già ignorati, se andasse in porto il progetto del governo, sarebbero cancellati; verrebbe messa una pietra tombale sul futuro del Mezzogiorno. Mi auguro che in Parlamento si faccia una battaglia seria per salvaguardare l'interesse nazionale e il Sud e che l'opposizione, a partire dal Pd, trovi una compattezza nuova per tutelare i diritti dei cittadini e delle imprese del Meridione. L’Italia potrò tornare a crescere, solo se crescerà il Sud. Il presidente Bonomi lo ha capito, il governo no”.
Lo dichiara il deputato irpino del Pd, eletto all’estero, Toni Ricciardi.