Cosa aspettano Meloni e Sangiuliano a farlo dimettere?
“Da Sgarbi toni volgari e minacciosi che imbarazzano anche governo e
maggioranza che gli vietano di fare ingresso in parlamento. Cosa aspettano Meloni e Sangiuliano a rimuovere Sgarbi dai suoi incarichi?“ lo chiede la deputata democratica, Irene Manzi, insultata ieri da Sgarbi per aver depositato, insieme ai deputati del Pd, del M5s e di Avs, una mozione che chiede al Governo di revocare la nomina di Vittorio Sgarbi a Sottosegretario di Stato.
Ecco il testo della replica della capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi a Il Giornale:
“Gentile Direttore,
spiace dover tediare i lettori ma
l’articolo pubblicato ieri a firma del sottosegretario Sgarbi mi chiama direttamente in causa. Il tono volgare, per non dire velatamente minaccioso di Sgarbi, nasce dal fatto che ho depositato insieme ai deputati del Pd, del M5s e di Avs una mozione che chiede al Governo di revocare la sua nomina a Sottosegretario. Non si tratta di un “atto scritto sotto dettatura”, come viene sintetizzato sulle vostre pagine, ma della constatazione che il sottosegretario è al centro di diversi procedimenti che rendono imbarazzante la sua permanenza al governo.
Avrei discusso volentieri con lui in Parlamento, ma non è stato possibile: gli imbarazzi nel governo - quelli di Meloni e Sangiuliano - non permettono più al sottosegretario di fare ingresso nelle aule parlamentari. E infatti Sgarbi non era presente al dibattito alla Camera! Così come è lui stesso a ricordare che non viene più ricevuto e che non ha contatti con Sangiuliano da quando il Mic ha trasmesso all’Agcm gli atti per sue presunte violazioni della legge sul conflitto d’interesse. Non la sottoscritta, non il Pd, non Il Fatto quotidiano, non Report, ma il Capo di gabinetto del ministero! Per non parlare delle forti pressioni che il sottosegretario sta ricevendo da quando è stata comunicata dalla Procura di Macerata - non dai giornali! - la sua iscrizione nel registro degli indagati per autoriciclaggio di beni culturali. E da quando i Carabinieri del Comando di Tutela del beni culturali - non i giornali! - che dipendono dal Ministero della Cultura, gli hanno sequestrato il dipinto al centro dell’inchiesta che lo vede indagato. Un dipinto che – se l’indagine sarà confermata – è stato rubato, deturpato, tagliato, modificato. A tal riguardo, nella mozione ricordiamo che Sangiuliano ha attribuito a Sgarbi, tra le altre, le “funzioni di sicurezza del patrimonio culturale”. Non spetta a noi deputati emettere sentenze, è però di tutta evidenza il valore politico di questo caso. Ed è per questo che, in piena libertà e nel rispetto dei regolamenti parlamentari, abbiamo presentato la mozione di sfiducia. Invece di prendersela con me e con il Parlamento, Sgarbi dovrebbe riflettere sul perché la sua maggioranza no
“Gli hanno perquisito casa, sequestrato materiale, iscritto lui stesso nel registro degli indagati e ha ancora il coraggio di offendere. Sgarbi oggi prende di mira Irene Manzi, a cui va la mia solidarietà, con una lunga sequela di insulti di chiara impronta sessista perché non accetta le critiche ad un comportamento inaccettabile. Il Ministro Sangiuliano prenda atto di avere un problema ai Beni Culturali e lo rimuova”. Così in una nota Valentina Ghio, vicecapogruppo del Pd alla Camera.
"Oggi nell’aula della Camera assistiamo all’ennesima mossa securitaria di questa maggioranza con misure che possiamo definire ad personam - vecchio vizio della destra italiana - e che non fanno altro che restringere la libertà di dissenso e manifestazione. Una legge che tutela il patrimonio culturale esiste già, voluta dai ministri Orlando e Franceschini: inasprire le pene con sanzioni penali e amministrative è solo una bandierina repressiva.
Dopo i ragazzi dei rave party, le Ong che salvano vite umane in mare questa volta, nel mirino delle destre, ci sono le ragazze e i ragazzi di Ultima Generazione, accusati di “violenza” per i blocchi stradali e di danneggiare i beni culturali quando, in realtà, nessun monumento è stato oggetto di danni permanenti.
La verità è che non tollerano il dissenso e ricorrono alle leggi penali per reprimerlo.
I danni veri al patrimonio culturale dell’Italia li fanno i tagli apportati da questo governo. O il sottosegretario Sgarbi indagato per riciclaggio dei beni culturali che lede, lui sì, la reputazione dell’Italia.
Quando, anni fa, con il sostegno della Lega, i pastori sardi bloccavano le strade contro le quote latte, e quando poi i cosiddetti “forconi” bloccavano i caselli autostradali (e potremmo continuare a lungo), nessuno pensò di reprimere il dissenso inasprendo le pene con provvedimenti ad hoc. A queste destre va ricordato che non c’è democrazia senza libertà di manifestare e disobbedienza civile non violenta". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
Mantenere deleghe a Sgarbi sfregio a tutela e sicurezza patrimonio culturale
“Il silenzio del ministro Sangiuliano, che non ha proferito parola nel corso del dibattito su un provvedimento che porta la sua firma, è la conferma che la sua presenza in aula alla Camera era dovuta solo a coprire gli imbarazzi sul caso Sgarbi dal momento che il sottosegretario ancora detiene la delega al sicurezza del patrimonio culturale italiano. Siamo davanti a una situazione surreale che sta compromettendo la reputazione italiana nella tutela e salvaguardia dei beni culturali. Sangiuliano prenda coraggio e batta un colpo con la presidente Meloni, la permanenza di Sgarbi al Collegio Romano è uno sfregio all’onorabilità internazionale del nostro paese e del suo patrimonio culturale”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi.
Dibattito surreale, Sgarbi ha ancora la delega alla sicurezza del patrimonio culturale
“La delega alla sicurezza del patrimonio culturale è ancora attribuita al sottosegretario Sgarbi e oggi il ministro Sangiuliano si presenta alla Camera per coprire l’imbarazzo di dover discutere di un provvedimento che inasprisce i reati al patrimonio, proprio mentre il suo sottosegretario delegato è indagato con accuse pesantissime sulle stesse tematiche. Siamo davanti a una situazione surreale: con quale credibilità il governo pensa di tutelare i beni culturali, quando non è neanche in grado di fare chiarezza sulla condotta del sottosegretario che dovrebbe occuparsene?”. Così il deputato democratico Andrea Casu che è intervenuto in apertura dei lavori alla Camera dove si discute proprio di inasprimento delle pene per i reati contro i beni culturali e paesaggistici.
“Basta tentennamenti, Meloni e Sangiuliano smettano di proteggere Sbarbi”. È duro il commento della capogruppo democratica nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, alla nota della procura di Macerata che conferma che il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi è indagato per il reato di autoriciclaggio di beni culturali di cui all'articolo 518-septies del codice penale.
“Sono accuse
molto gravi che, se confermate, si sommano a una situazione già compromettente per un responsabile delle istituzioni. Meloni e Sangiuliano smettano di tentennare, le indagini avranno il loro corso ma è indubbio che siamo davanti a un caso politico e sono troppo fresche le ferite subite dal patrimonio artistico e bibliotecario italiano per colpa della mala gestione”.
Da oggi lunedì 8 gennaio Mattia Morandi è il nuovo capo ufficio stampa e comunicazione del Gruppo del Pd alla Camera dei Deputati. Morandi giornalista, già in forze nello stesso ufficio dal 2005 al 2013, ha svolto analoga funzione presso la Vicepresidenza della Camera, il Ministero dei Rapporti con il Parlamento e il Ministero dei Beni Culturali.
Dichiarazione di Luciano D’Alfonso deputato del Pd
La revisione del Pnrr proposta dal governo Meloni all’Unione Europea è esiziale per l’Abruzzo, poiché toglie al territorio 555,4 milioni di euro, annullando ben 1.861 progetti. In realtà la cifra complessiva ammonta a 629 milioni, in quanto diversi enti hanno cofinanziato le opere con risorse proprie o di altra provenienza.” Così in una nota i parlamentare abruzzese del Pd Luciano D’Alfonso. “Va ricordato – ha aggiunto l’esponente dem- che l’ambito regionale ha già subìto un devastante taglio dei fondi PNRR per il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara, cui il governo ha tolto 1 miliardo 465 milioni tra giugno e luglio scorsi.”
Le misure definanziate – precisa D’Alfonso- riguardano la messa in sicurezza del territorio, il miglioramento dell’illuminazione pubblica e l’efficientamento energetico degli edifici (1.723 progetti per un valore totale di circa 392 milioni); la riqualificazione del contesto sociale e ambientale delle città (69 progetti per 165 milioni); il miglioramento i servizi nelle aree interne (55 progetti per 39,4 milioni); la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni).” DìAlfonso inoltre sottolinea che “a livello provinciale - spiega il sito Openpolis - è Chieti il territorio in cui rischiano di saltare i progetti con l’importo totale più consistente (218,1 milioni). Seguono le province di Teramo (192,2), L’Aquila (158,7) e Pescara (114,4). A livello comunale sono le città capoluogo ad essere più penalizzate. Al primo posto troviamo Teramo con 10 progetti a rischio, per un valore complessivo di circa 33, milioni di cui 24,8 provenienti dal Pnrr. Seguono Pescara (27 progetti per 28 milioni quasi interamente Pnrr) e Chieti (12 progetti per 20,6 milioni, anche in questo caso quasi totalmente provenienti dal piano). L’Aquila vedrebbe un taglio di 5 progetti, per importi totali pari a 20,1 milioni di euro, ma di cui solo 340mila di provenienza Pnrr. Ci sono poi altri 5 Comuni – continua DìAlfonso- che hanno progetti a rischio per un valore complessivo superiore ai 10 milioni. Si tratta di Montesilvano (25 progetti per 15,7 milioni), Martinsicuro (12 progetti per 14 milioni), Roseto (9 progetti per 12,9 milioni), Avezzano (17 progetti per 12,3 milioni) e San Salvo (10 progetti per 10,5 milioni). Altri 231 Comuni hanno progetti a rischio per un importo superiore al milione di euro.” D’Alfono elenca inoltre alcuni “tagli eclatanti”: a Teramo rischiano di saltare i progetti finalizzati al recupero del teatro romano (11,6 milioni) e per il teatro comunale (11,7 milioni); a L’Aquila potrebbero svanire gli interventi di riqualificazione del campo da rugby di Centi Colella (170mila euro); a Pescara sarebbero annullati la riqualificazione del lungofiume nord e sud (4 milioni), del lungomare (2 milioni) e di corso Umberto e piazza Sacro Cuore (1,5 milioni); a Chieti andrebbero in fumo il recupero di palazzo Massangioli e del cinema Eden (4,3 milioni), la rifunzionalizzazione delle ex scuole Nolli e di piazza De Lauretis (3,3 milioni) e la riqualificazione del Supercinema (750mila euro). Fra le altre opere di notevole impatto troviamo poi un intervento da 4,1 milioni di euro a San Giovanni Teatino per la realizzazione del secondo lotto di un polo per l’infanzia. Un progetto da 3,7 milioni invece era previsto a Guardiagrele e prevedeva lavori di consolidamento e mitigazione del rischio idrogeologico in diverse frazioni. Per quanto riguarda la misura legata alla valorizzazione delle aree interne, salterebbero due progetti del valore totale rispettivamente di 3 e 2,5 milioni di euro. Il primo, nel comune di Lanciano, riguarda il recupero dell’ex calcificio Torrieri per la creazione di una struttura destinata a servizi socio-culturali. L’altro progetto a rischio definanziamento invece si trova a Vasto e consiste in un intervento di ristrutturazione dell’edificio sede del Comune. Di fronte a queste cifre che sono numeri veri v– conclude D’Alfonso diventa palese l’incapacità dimostrata dal governo nel gestire il fiume di risorse che l’Ue ha destinato all’Italia. Il centrodestra- conclude D’Alfonso- non ha una classe dirigente all’altezza e lo sta dimostrando ogni giorno. In Abruzzo, Marsilio e soci non sono riusciti ad aprire un solo cantiere , ma stanno persino facendo affondare l’aeroporto e la linea ferroviaria Roma-Pescara. Quanti danni dovremo patire prima che questi campioni della distrazione vadano a casa?”
Dichiarazione on. Fabio Porta, deputato Pd eletto nella circoscrizione Sudamerica
Si è aperta oggi l’undicesima Conferenza Italia-America Latina, promossa dal governo italiano e organizzata dall’IILA (Istituto Italo-latinoamericano), principale strumento di politica estera italiana verso la regione.
L’On. Fabio Porta, che ha rappresentato la Commissione Affari Esteri nella sessione di apertura alla Farnesina, ha ricordato “che nella diciassettesima legislatura approvammo in Parlamento una norma per rendere permanente questo importante strumento di cooperazione internazionale e politica estera dell’Italia verso un continente che storicamente rappresenta una proiezione dell’Italia dall’altra sponda dell’atlantico e che può contribuire a rafforzare le naturali complementarietà economiche e culturali tra il nostro Paese e la regione al mondo dove vive il maggior numero di italo-discendenti.”
“Per questi motivi – aggiunge il parlamentare eletto proprio in Sudamerica – salutiamo con favore questa undicesima Conferenza e diamo il benvenuto alle autorevoli delegazioni giunte a Roma per l’occasione; devo purtroppo registrare – senza spirito polemico ma costruttivo e con il pensiero alla prossima Conferenza – che per la prima volta alla Conferenza non partecipa il nostro Ministro degli Affari Esteri come nemmeno un capo di Stato o di governo dei Paesi latino-americani”
“Comprendiamo benissimo – conclude il deputato del PD – la drammatica e particolarissima congiuntura politica internazionale ma se vogliamo davvero investire sul ruolo strategico dell’Italia in una regione del mondo a noi così cara e sempre più importante nello scacchiere globale dobbiamo dare alla Conferenza l’autorevolezza, la dimensione e la visibilità che merita lo storico rapporto dell’Italia con i Paesi dell’America Latina”.
“Ho scritto al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, una lettera in cui ribadisco, dopo aver già presentato tre mesi fa un’interrogazione urgente, la necessità di sospendere i lavori del tunnel della Circumvesuviana nel comune di Castellammare di Stabia che comprometterebbe in maniera definitiva l’integrità del Parco Archeologico di Stabiae. Uno dei beni culturali più rilevanti della Regione Campania e che si iscrive pienamente nel circuito archeologico di Ercolano e Pompei. Oggi, con sentenza del Tar Campania Quinta sezione è stato annullato il decreto di occupazione di suolo da parte di Eav. Veniamo a sapere dalle carte che tutta la procedura è carica di illegittimità. Tra i ricorrenti al Tar c’è lo stesso ministero della Cultura: serve dunque un segnale definitivo che blocchi quell’opera, ascoltando i tanti cittadini che chiedono di salvaguardare un’area culturale importantissima per l’intero Paese”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Occorre un intervento straordinario per verificare la stabilità degli edifici di Siena ed in particolare del centro storico, patrimonio Unesco dell’Umanità: è necessario appurare che il terremoto dei giorni scorsi e le continue scosse causate dallo sciame sismico non lascino criticità agli immobili pubblici e privati. Le istituzioni locali si stanno già adoperando per monitorare eventuali danni: scuole, musei e luoghi pubblici sono stati chiusi per precauzione ma è evidente che il governo debba dare un supporto immediato in termini di risorse umane, finanziarie e logistiche per garantire la ripresa in sicurezza delle attività quotidiane”: è quanto dichiarano in una nota congiunta i parlamentari del Partito Democratico Marco Simiani e Silvio Franceschelli. Marco Simiani ha inoltre annunciato che sulla vicenda depositerà domani, lunedì 13 febbraio, a Montecitorio una interrogazione al Ministro delle Infrastrutture ed al Ministro dei Beni culturali.
“Il ministero dei Beni e delle attività culturali ha riconosciuto la necessità di fare chiarezza su cosa sta accadendo nell’ambito dei lavori del Comitato Puccini e, soprattutto, su come verranno spesi i fondi. Le nostre preoccupazioni erano fondate. Sebbene abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che i fondi stanziati per il 2022 non andranno persi e non sono a rischio, ci aspettiamo quanto prima che il ministero, tramite il proprio rappresentante nel comitato, intervenga per risolvere ogni problema e per consentire che le iniziative per celebrare il centenario della morte del maestro Giacomo Puccini vadano a buon fine. Ci aspettiamo di essere aggiornati”.
Così in una nota i deputati del Pd, Marco Simiani e Irene Manzi.
Prorogare anche al 2023 la possibilità per gli iscritti Aire di visitare gratuitamente i musei statali in Italia. A chiederlo è il deputato Pd eletto all’estero Nicola Carè che in una interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Manzi e Berruto in commissione cultura e da Cristian Di Sanzo, Toni Ricciardi e Fabio Porta, ha interpellato sul tema i Ministri della Cultura e del Turismo, Sangiuliano e Santanchè.
“In attuazione dell'articolo 1, comma 89, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, - scrive Carè nell’interrogazione- il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo consente, negli anni 2021, 2022 e 2023, nei limiti di un fondo appositamente istituito, l'accesso gratuito ai cittadini italiani residenti all'estero iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) a musei, aree e parchi archeologici gestiti dallo Stato, a seguito di esibizione di idoneo documento comprovante l'iscrizione all'Aire”.
“Una iniziativa importante e sostenuta dal Partito Democratico – evidenzia il deputato eletto in Australia – come un segnale di rispetto verso gli italiani all'estero e una misura utile su entrambi i versanti, quello dei connazionali che vivono fuori e che potranno conoscere meglio l'arte e la bellezza dell'Italia e quello del nostro Paese che dall'intensificarsi dei flussi ricaverà risorse preziose per la sua ripresa”.
“In questo modo – aggiunge Carè – si è voluto incentivare il cosiddetto “Turismo delle origini”, che coinvolge tutte quelle persone che tornano verso il Paese di origine della propria famiglia per riavvicinarsi alle radici della propria storia familiare e culturale. In Italia è un fenomeno in aumento, che coinvolge tra i 60 e gli 80 milioni di persone provenienti da tutto il mondo (dati Enit – Agenzia nazionale del turismo); per tal motivo è stato appunto previsto nella legge di bilancio 2020 un fondo da un milione e cinquecentomila euro fino al 2023 ai sensi dell'articolo 1, comma 89, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”, ma “con la pandemia di COVID-19, il flusso dei viaggiatori si è ridotto notevolmente a causa di tutte le restrizioni internazionali approvate e anche i cittadini Aire che sono comunque arrivati in Italia non hanno potuto usufruire appieno dell'iniziativa poiché i siti museali hanno avuto notevoli restrizioni di accesso”.
I deputati, quindi, chiedono di sapere “quanta parte del fondo previsto per l'iniziativa sia stato effettivamente speso e se ci sia la possibilità, qualora ci fosse ancora disponibilità, di prorogare oltre il 2023 l'iniziativa”.
Dichiarazione di Ilenia Malavasi, deputata Pd
“Va benissimo sostenere imprese e famiglie, ma nel frattempo non possiamo permettere che chiudano i servizi pubblici importanti. A novembre la fiscalità locale non si può cambiare, le entrate sono già certe. Davvero una scelta che giudico grave e pericolosa.” Così la deputata del Partito Democratico Ilenia Malavasi intervenendo in Aula sul decreto aiuti-ter. “I comuni – ha proseguito Malavasi- costituiscono l'asse portante del nostro Paese, tutti, indipendentemente dalla loro dimensione. Quasi 8 mila comuni italiani e quasi 110 province erogano quotidianamente servizi pubblici essenziali, fondamentali per garantire qualità della vita ai nostri cittadini, servizi alla persona, assistenza agli anziani, sostegno alle tante fragilità sociali: scuole, terzo settore, case protette, servizi culturali, sport, solo per fare qualche esempio.” “E i ristori finora decisi a favore dei comuni- ha proseguito la parlamentare Dem- coprono circa il 55 per cento dei costi sostenuti annualmente in condizioni di normalità. Noi del Pd – ha aggiunto- abbiamo presentato emendamenti precisi, proprio per garantire la chiusura dei bilanci del 2022 e per programmare con risorse certe il bilancio del 2023, almeno il primo semestre. Ma abbiamo trovato un muro di gomma. Solo dei no. E a tutti questi no se ne sono poi aggiunti altri: non ci sono maggiori risorse per il terzo settore, così come non ci sono maggiori risorse per gli enti di formazione professionale, che hanno chiesto aiuto per il caro bollette. Ricordo che questi enti erogano un pezzo importante del diritto allo studio per i nostri ragazzi. Ma non ci arrendiamo. Chiederemo al Governo di stanziare, nella prossima legge di Bilancio, le risorse necessarie, aprendo subito un'interlocuzione con ANCI e con UPI, oltre che con le regioni, per creare quelle condizioni di stabilità necessarie al Paese.