25/06/2025 - 18:27

“Il nostro Gruppo voterà a favore dell’istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell’aspetto fisico delle persone, il body shaming, fissata per il giorno 16 maggio. Ringraziamo la prima firmataria, la collega Martina Semenzato, per il lavoro svolto in Commissione e nell’intergruppo parlamentare su body shaming e disturbi alimentari, che ha permesso di arrivare a un testo condiviso. Quando si colpisce il corpo, con scherno, derisione, violenza simbolica o reale, non si sta semplicemente criticando un aspetto esteriore: si sta cercando di delegittimare una persona nella sua interezza. Non è solo una questione di aspetto: è una questione di potere, controllo, narrazione sociale. Non è solo ‘insulto’, ‘goliardata’, né una questione di mera estetica o insensibilità individuale: è una violenza figlia di un ordine sociale e culturale che, tra le altre cose, interpreta il corpo non come espressione della propria singolarità ed identità, ma come un oggetto da inquadrare e soprattutto controllare”.

Così il deputato Paolo Ciani, vicepresidente del Gruppo Pd-Idp, intervenendo in Aula per annunciare il voto favorevole sulla Pdl Body shaming.

“I dati - aggiunge - parlano chiaramente: 1 adolescente su 3 ha dichiarato di aver subito body shaming (così in un report di Save The Children, 2025). Il 20% delle donne italiane afferma di esserne stata vittima (dati Eurispes, 2023). Secondo un’indagine il 36,4% delle donne ha un rapporto negativo con il proprio corpo. Tra le ragazze adolescenti, le persone con disabilità e chi vive in condizioni di marginalità, queste percentuali crescono ancora. In casi estremi, il body shaming è correlato a disturbi alimentari, depressione, comportamenti autolesivi. Dietro queste cifre ci sono persone, sofferenze silenziose, che interpellano anche la responsabilità della politica. Il body shaming - conclude - è uno dei tasselli della piramide della violenza di genere; uno dei primi gradini, quelli più invisibili, di un processo che normalizza il controllo, il giudizio e la svalutazione attraverso il corpo”.

 

19/03/2025 - 17:43

“Come può chiamarsi 'spettacolo' una vomitata di insulti, bodyshaming e atti sessuali simulati su un cartonato che raffigura una donna? Con un monologo di tre ore dal titolo 'Gurulandia', Fabrizio Corona pochi giorni fa al Teatro Nazionale di Milano e al Teatro Alfieri di Torino ha dato il peggio di sé, dimostrando, ancora una volta quale sia la sua insulsa e disgustosa opinione che ha nei confronti delle donne”. Così si legge nell'interrogazione fatta dalle deputate PD, a prima firma Eleonora Evi, al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, con cui si chiede al governo se e come intenda intervenire per contrastare la diffusione di messaggi intrisi di violenza e bodyshaming.
“Tra gli insulti a diverse figure pubbliche – spiegano le parlamentari PD - Corona ha preso di mira soprattutto Selvaggia Lucarelli, rivolgendole offese sull’aspetto fisico e mimando atti sessuali su di un cartonato raffigurante la giornalista”.
Per le deputate PD “non si tratta solo di un fatto grave e disgustoso nei confronti di una singola donna a cui va tutta la nostra solidarietà. Qui c’è in ballo molto di più, ha a che fare con quello che accade a tutte le donne, ha a che fare con quello che consideriamo 'normale' che accada alle donne, Non è satira, non è comicità, non è spettacolo, non è intrattenimento. È solo ed esclusivamente cultura dello stupro, è solo violenza verbale, è becera volgarità, è, ancora una volta, la tossicità del patriarcato”, concludono le deputate dem. L'interrogazione è stata firmata da Evi, Ascani, Braga, Prestipino, Gribaudo, Ghio, Serracchiani, Ferrari, De Biase, Forattini, Iacono, Madia, Manzi, Malavasi, Marino e Roggiani.

17/07/2023 - 14:50

Dichiarazione on. Bakkali Ouidad, deputata Pd

Mentre eravamo in piazza al fianco delle donne che chiedono giustizia e condannano le assurde sentenze di questi giorni che colpevolizzano le donne, come nel caso di Carol Maltesi o derubricano a questione di tempo e di secondi le molestie subite da una studentessa, il servizio pubblico offre il peggior contributo possibile e alimenta quella cultura patriarcale e misogino dove le radici di tutto questo affondano.
Oltre a questo non mancano nemmeno razzismo, stereotipi e bodyshaming.
La Rai dovrebbe contribuire a migliorare la cultura del nostro Paese, promuovere il rispetto delle persone, della convivenza civile del pluralismo sociale e culturale tenendo conto dell’articolazione complessa delle nostre comunità in termini di genere, generazioni, culture plurali, diversità religiosa e contrastare ogni tipo di violenza.
In pochi minuti invece si è concentrato il peggio in termini di toni, linguaggio e volgarità.
In vigilanza Rai chiederemo chiarimenti e depositeremo un’interrogazione.