"L'aumento dell'età pensionabile è il modo più facile per ottenere la sostenibilità del sistema pensionistico. Facilissimo: si aumenta il periodo che si deve passare al lavoro, lasciando fermo quello che si passa in pensione. Questa modalità, progettata da Maroni e messa a regime da Berlusconi, non può essere una soluzione per sempre, non è socialmente sostenibile, specie in Italia, che ha la più alta età pensionabile di tutta Europa. È da gennaio che come Pd chiediamo che si discuta, anche nel confronto con i sindacati, una soluzione strutturale. Il governo ha passato questo tempo ad alimentare la speranza di un congelamento dei tre mesi di aumento, per arrivare a ipotizzare una pezza al problema, pasticciata, a due giorni dalla legge di bilancio. Una finta soluzione che penalizza i soggetti più fragili, tra cui caregiver, invalidi civili, disoccupati e donne con problematiche familiari". Lo dichiara la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra in replica al ministro Giorgetti durante il Question Time alla Camera.
"La manovra ha l'esito di sconfessare il proclama numero uno del governo Meloni: il superamento della legge Fornero. Il governo ha fatto al contrario, restringendo così tanto la possibilità di uscita anticipata - ape sociale, opzione donna e persino quota 103 - da renderne quasi irrilevante la totale soppressione. In definitiva l'unica cosa che è andata in pensione anticipata con l'azione di questo esecutivo sono le sue mendaci promesse", conclude Guerra.
Dal 10 al 14 settembre l’Iren Green Park di Reggio Emilia sarà teatro, per la prima volta, della Festa Nazionale delle Donne Democratiche, che avrà come titolo “Libere. Unite. Ovunque. In Italia, in Europa e nel mondo”.
La manifestazione affronterà temi di grande attualità: dai diritti civili e sociali negati alla condizione dei consultori, dall’uguaglianza nel mondo del lavoro alle violenze, fisiche e verbali, che quotidianamente colpiscono le donne.
Tra i focus principali ci sarà anche la salute. Nella conferenza stampa di presentazione, Ilenia Malavasi, deputata del Partito Democratico e membro della commissione Affari Sociali della Camera, ha sottolineato:
“Nell'ambito della Festa, avremo la possibilità di riflettere, per esempio, sulla riforma della non autosufficienza del 2023, male attuata e male interpretata da questo governo: una riforma tradita, che non dà risposte vere alle tante associazioni e persone che attendevano da questa legge un passo concreto rispetto ai loro bisogni. La salute delle donne sarà poi al centro di un appuntamento dedicato ai 50 anni dalla nascita dei Consultori, presìdi di salute e luoghi insostituibili per una nuova medicina di prossimità: una conquista storica, attuale e necessaria, continuamente messa in discussione da questa maggioranza, con la propria visione ideologica tesa a negare alle donne il diritto di autodeterminazione. Infine, un tema che mi tocca da vicino è quello legato alla grande urgenza e necessità di dare diritti e pieno riconoscimento ai caregiver e al loro insostituibile ruolo di cura, che nella grande maggioranza dei casi sono appunto donne, in età lavorativa, oggi costrette a rununciare al lavoro, non avendo alcuna tutela”.
“Questa Festa - ha concluso Malavasi - rappresenta un’occasione preziosa per affrontare temi cruciali, che toccano il vissuto e i diritti delle donne e, insieme a loro, della nostra intera comunità”.
“Riconoscere il ruolo del caregiver è una battaglia di civiltà e di dignità. In Italia abbiamo circa 8 milioni di persone – soprattutto donne, spesso in età lavorativa – che rinunciano al proprio progetto di vita per dedicarsi e accompagnare un familiare o un conoscente nel percorso di cura.
È fondamentale lavorare sull'informazione, sulla formazione, sul supporto psicologico e sull’accompagnamento di queste figure, riconoscendo loro maggiore flessibilità nel rapporto con il mondo del lavoro, affinché non vengano emarginate. Occorre inoltre garantire contributi pensionistici che valorizzino questo percorso di vita, che rappresenta anche un grandissimo aiuto per lo Stato: senza la presenza di queste persone, non ci sarebbe la possibilità per l’Italia di assistere le tante persone non autosufficienti che hanno bisogno di cure quotidiane. La cura ha un grande valore sociale, ma merita riconoscimento e rispetto, sia per chi ne ha bisogno, sia per chi la esercita.
La figura del caregiver non va confusa con quella della badante: si tratta di persone che quotidianamente si prendono cura volontariamente delle esigenze quotidiane delle persone non autosufficienti, disabili o semplicemente malate, che necessitano di assistenza e cura. Oggi già 12 regioni hanno legiferato ed è necessario superare le differenze regionali oggi esistenti, dotando il nostro paese di una legge equa e inclusiva, che dia risposte a tutti i caregiver, garantendo a tutte e a tutti gli stessi diritti, sia sul piano dell’assistenza che su quello del riconoscimento professionale e delle tutele.
Siamo ottimisti: in questa legislatura si può fare. All’interno della Commissione Affari sociali della Camera sono già state incardinate diverse proposte di legge, tra cui quella del Partito Democratico, di cui sono prima firmataria. La riteniamo importante, urgente e necessaria, ma siamo convinti che si possa arrivare a una proposta unitaria. Ne va della credibilità della politica nel dare risposte concrete ai cittadini. Oggi ribadiamo la necessità di arrivare in questa legislatura alla definizione di una legge nazionale che riconosca in modo ugualitario la figura del caregiver in tutto il Paese” così la democratica Ilenia Malavasi, componente della commissione affari sociali della Camera che oggi ha partecipato nell’ambito della Festa del Cinema di Venezia alla proiezione del cortometraggio ‘La luce nella crepa”, per la regia di Anselma Dell’Olio, dedicato ai caregiver, che in Italia – da semi invisibili – sono circa 8 milioni: una storia vera di dedizione e assistenza a familiari o amici, a cui per scelta o necessità dedicano la loro vita, oggi in totale solitudine.
"L'integrazione del bando Home Care da parte dell'Inps recupera, anche se solo in parte, gli errori fatti nella prima edizione del bando e che avevamo denunciato con un'interrogazione firmata insieme ai colleghi parlamentari Scotto, Furfaro, Girelli, Malavasi, Vaccari." Lo scrive in una nota il parlamentare del Partito Democratico Silvio Lai che, facendo seguito anche alle richieste di intervento da parte dell'Anci, aveva chiesto l'intervento del Governo e la convocazione in audizione in Commissione Lavoro del presidente dell'Inps.
"Di sicuro – afferma Lai – attraverso l'integrazione del bando che recupera la possibilità di garantire i servizi per gli OSS, che prima erano esclusi, oltre a fare giustizia tutela in maniera adeguata competenze professionali riconosciute da diplomi formativi regionali e nazionali. Risolve, inoltre, il problema dell'impatto sull'occupazione per numerose cooperative in tutta Italia. Erano state infatti molte le denunce provenienti dalla Sardegna, dall'Umbria e dalla Toscana, sugli effetti distorsivi causati dall'esclusione di queste professioni e sui danni conseguenti subiti dalle famiglie con la prima versione del bando. Ricordiamo, infatti, che il progetto Home Care è un'importante misura di integrazione assicurativa sociosanitaria garantita ai dipendenti pubblici."
"Siamo soddisfatti – prosegue il parlamentare dem – che il nostro intervento abbia fatto cambiare idea all'Inps, tuttavia resta il mancato riconoscimento delle attività dei caregivers, quelle figure familiari indispensabili in alcuni territori per assistere persone non autosufficienti ma che non richiedono interventi di integrazione sociosanitaria o sanitaria tout court. Sarebbe bene, a nostro avviso, che l'Inps rivedesse il bando anche recuperando i caregivers sui quali si stanno facendo passi avanti anche nel dibattito sulla legislazione nazionale, riconoscendo funzioni di cura all'interno delle famiglie, senza le quali molti nuclei familiari non potrebbero sopportare il carico della non autosufficienza. Per questo, con un'ulteriore interrogazione, chiederemo al Ministro Calderone quale sia la sua posizione e se non intenda intervenire nei confronti dell'Inps per modificare ulteriormente il bando."
“La Ministra Locatelli non ha stanziato un euro in più per i caregiver: i 30 milioni di cui parla sono quelli che erano già previsti nel fondo caregiver, che é successivamente confluito nel fondo unico. Dunque, non c’è nessuna risorsa in più rispetto a quello che era già previsto. Bisogna dire la verità e non prendere in giro milioni di cittadini.
Peraltro, segnalo che si stanno "con prontezza" destinando alle regioni le risorse del 2024, quando il 2025 è iniziato da quasi sei mesi. L’ennesimo gioco delle tre carte di un governo che non tutela e sostiene in alcun modo i più fragili". Lo scrive Ilenia Malavasi, deputata del Pd della commissione Affari Sociali
“La Ministra nel suo comunicato elude la questione centrale: serve approvare la legge. Basta tergiversare. È una legge di civiltà che il Paese aspetta da anni. Finora si è solo perso tempo. Il comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità ha condannato il nostro paese per il mancato riconoscimento giuridico della figura del caregiver, dandoci 180 giorni per colmare la lacuna legislativa e adempiere tempestivamente agli obblighi internazionali attraverso l'adozione di misure effettive di protezione sociale delle persone con disabilità e dei familiari che le assistono. Era il 3 ottobre 2022. Di giorni ne sono passati quasi 1000. Non sono più tollerabili vaghi annunci e promesse. Serve un'attenzione ampia e plurale per tutelare queste persone che svolgono un ruolo sociale importante, garantendo la tenuta del nostro welfare. Parliamo di quasi 8 milioni di cittadini, non solo conviventi come la Ministra si ostina a ripetere, tra cui tantissime donne che sono costrette a rinunciare al lavoro e alla loro libertà di autodeterminarsi, e che aspettano ancora una risposta. Nel 66 per cento dei casi, infatti, lasciano il lavoro, anche rinunciando alla propria indipendenza economica, mettendo a rischio l'esercizio dei propri diritti. Al Paese serve una legge moderna, equa e inclusiva per dare risposte a tutti i milioni di caregiver, senza alcun vincolo di convivenza, ma con tutele crescenti in base al bisogno assistenziale del paziente”. Così conclude la dem
l'INPS a partire dal primo luglio taglierà alcuni importanti servizi al progetto Home Care, destinato ai pubblici dipendenti che peraltro contribuiscono economicamente. Saranno colpite moltissime persone e tra queste anche i non autosufficienti. Ad essere cancellati per il triennio 2025-28 saranno i servizi OSS, i caregiver e le attività effettuate dalle cooperative sociali. Una decisione grave anche perché non è sufficiente stabilire l’effettuazione di tali servizi con altre professionalità sapendo che attualmente l’operatività è garantita da personale acquisito nel tempo e con il quale il paziente ha costruito un rapporto su base fiduciaria. La scelta dell’Inps porterà al licenziamento di numerosi lavoratori poiché si calcola che sono almeno 35.000 gli utenti che usufruiscono dei servizi cancellati.
Per questo insieme ai colleghi parlamentari Scotto, Furfaro, Girelli, Malavasi, Vaccari abbiamo depositato una interrogazione alla Camera per chiedere alla ministra Marina Elvira Calderone le motivazioni alla base di questa scelta repentina dell’Inps e quali siano le iniziative che intende intraprendere per evitare che siano interrotti i servizi agli utenti e licenziati i lavoratori delle cooperative coinvolte nelle attività del progetto Home Care". Lo dichiara il deputato PD Silvio Lai.
“Con un emendamento a scatole cinesi, il Governo e la maggioranza tolgono i soldi ai caregiver familiari per metterli sulle non autosufficienze e vanno ad intervenire su un altro articolo della legge di bilancio che abolisce l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Una doppia beffa, grave, per chi è attento alle persone fragili nel nostro Paese. Non solo non si finanzia la legge 33 sugli anziani, ma non si aggiungono risorse per la non autosufficienza destinandogli le risorse del Fondo per i caregiver familiari. Umiliando una volta di più un pilastro del nostro sistema come i caregiver familiari. Contemporaneamente si elimina uno strumento fondamentale come l’Osservatorio, rinunciando al contrasto alla diffusione dell’azzardopatia e rimandando il tema ad un generale contenitore sulle dipendenze patologiche. Un pessimo segnale di disinteresse verso un dramma del nostro Paese, quello dell’azzardo che colpisce e rovina tanti nostri concittadini e le loro famiglie. Di male in peggio”. Lo dichiara Paolo Ciani, vice capogruppo Pd-Idp alla Camera e segretario di Demos a margine dei lavori della Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.
Non si smentiscono mai. Il governo Meloni sposta risorse da una parte all’altra per mera propaganda. Oggi è stato depositato un emendamento del governo alla legge di bilancio che istituisce l'articolo 38 bis e prevede che le risorse del Fondo caregiver, destinato al riconoscimento dell'attività di cura svolta dal caregiver familiare, confluiscano nel Fondo nazionale per la non autosufficienza. Così facendo tolgono soldi ai caregiver - con il risultato che andranno a morire anche i progetti già avviati - per poter dire che aumentano le risorse per gli anziani non autosufficienti. In realtà, non stanziano nemmeno un euro in più, ma girano le risorse da una parte all’altra, mettendo in contrapposizione i caregiver con gli anziani. Un giochino ignobile. Giorgia Meloni e il suo governo la smettano, una volta per tutte, di giocare con la vita delle persone. La politica è priorità: sui non autosufficienti mettano i soldi per i condoni, per il centro in Albania, per il Ponte sullo Stretto. Non certo i soldi per chi cura le persone sostituendosi allo Stato". Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale
Scotto: con Melonomics meno diritti e precarietà
Il Partito Democratico chiede al governo di “battere un colpo su lavoro, stipendi e pensioni, che sono i grandi assenti della manovra di bilancio e più in generale della politica economica del governo”. Così il capogruppo democratico in commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto che torna sul pacchetto di emendamenti presentati insieme alle forze di opposizione per migliorare le tutele dei lavoratori e rafforzare i diritti sociali. Tra le proposte principali vi è l'introduzione di un congedo paritario per madri e padri, che estende il congedo di paternità a cinque mesi, equiparandolo a quello materno, di cui almeno quattro mesi obbligatori. Questo congedo sarà disponibile dal mese precedente alla nascita fino ai 18 mesi di vita del bambino, con i primi dieci giorni da fruire insieme. La proposta include inoltre i lavoratori autonomi, che finora non avevano diritto a giorni di congedo, e l'aumento dell'indennità di maternità al 100%. Per il congedo parentale, proponiamo che uno dei tre mesi aggiuntivi sia obbligatoriamente fruibile dall’altro genitore. Un altro emendamento unitario delle opposizioni – sottolinea Scotto - introduce il salario minimo legale a 9 euro l’ora, una misura urgente per scongiurare sfruttamenti e garantire una retribuzione dignitosa, promuovendo una stabilità economica di base per tutti i lavoratori.
In tema di stabilità lavorativa, proponiamo di eliminare il blocco del turnover al 75% per le pubbliche amministrazioni, che rischia di peggiorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. La nostra proposta prevede quindi il turnover al 100%, eccetto per le piccole amministrazioni con meno di 20 dipendenti. Allo stesso tempo, chiediamo di restituire nel contratto 2022-2024 delle funzioni centrali della Pubblica Amministrazione tutta l’inflazione perduta per garantire il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi dei lavoratori. Per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, è inoltre necessario un aumento dei controlli: proponiamo quindi un rafforzamento dell’organico dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro con l’assunzione di 1.000 nuovi ispettori, accompagnato da uno stanziamento di 50 milioni di euro a partire dal 2025. Introduciamo inoltre un meccanismo dissuasivo per i contratti a termine di breve e brevissima durata per combattere la precarietà. Infine, proponiamo la proroga di "Opzione Donna" mantenendo l'attuale requisito anagrafico, ma eliminando i requisiti soggettivi (disabilità, caregiver, disoccupazione) che riducono la platea delle beneficiarie, consentendo così a più lavoratrici di accedere al pensionamento anticipato. Questi emendamenti – conclude Scotto - riflettono l’impegno del Partito Democratico per costruire un sistema più giusto e inclusivo, che tuteli il lavoro e promuova l’equità sociale. Dopo due anni di Melonomics sono diminuiti i diritti e aumentata la precarietà”.
“Oggi in una conferenza stampa abbiamo presentato un manifesto-appello dal titolo ‘Caregiver: per una legge inclusiva e di equità sociale’, promosso da Cittadinanzattiva e CARER, associazione di caregiver familiari, per sottolineare, l'urgenza di una legge nazionale che riconosca il ruolo del caregiver familiare, unitamente a 104 associazioni di pazienti, sindacati, rappresentanze economiche e Comuni che chiedono con forza una legge Nazionale”. Così la deputata dem Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari sociali, a margine della conferenza stampa alla Camera dei Deputati.
“Attualmente – ha concluso Malavasi - l'Emilia-Romagna è la prima regione che ha normato con una legge questa figura, seguita da altre 12 regioni. La legge nazionale deve sanare anche una difformità territoriale che penalizza il diritto di circa 8 milioni di cittadini e soprattutto donne in età lavorativa, che per scelta, necessità od obbligo spesso rinunciano al lavoro per assistere i propri cari. Il lavoro di cura è un valore, ma va riconosciuto senza indugio".
Finalmente in commissione affari sociali alla Camera è stata calendarizzata la proposta di legge del partito democratico che chiede di riconoscere la figura del caregiver familiare. È un fatto importante perché aprirà una discussione profonda con le altre forze politiche su quella che riteniamo essere una vera e propria emergenza sociale. Una proposta che nasce dalla necessità di dare un sostegno a più di 2,8 milioni di persone in Italia che per ragioni affettive, per scelta o per necessità, si prendono cura dei propri cari non autosufficienti. Un caregiver familiare spesso vive le conseguenze di questa sua scelta a livello professionale, in termini di assenza al lavoro, ad esempio, o nelle limitazioni della vita sociale. Per questo è urgente riconoscere queste figure e sostenerle anche dal punto di vista economico. La calendarizzazione è un primo passo e le prossime settimane saranno decisive per una legge decisiva per la vita di milioni di persone. Lo afferma Marco Furfaro della segreteria nazionale PD e capogruppo in commissione affari sociali.
Mercoledi 24 gennaio alle ore 11.30 presso la sala stampa della Camera dei deputati.
"Impedire altri 'casi Improta', la vicenda giudiziaria di Elena Improta e di suo figlio nato con disabilità a seguito del parto, costretta a pagare spese giudiziarie pari a oltre 300mila euro". Questi in sintesi i contenuti della proposta di legge dal titolo 'Istituzione di un Fondo di garanzia a beneficio delle parti soccombenti in giudizi relativi a danni subiti dal neonato a seguito del parto e impossibilitate al pagamento' che verrà presentata mercoledi 24 gennaio alle ore 11.30 presso la sala stampa di Montecitorio. Parteciperanno alla conferenza stampa i deputati dem promotori della proposta Ilenia Malavasi e Marco Simiani ed Elena Improta.
"Il nostro atto vuole colmare un paradosso normativo su cui il Parlamento è chiamato a riflettere e confrontarsi; occorrono norme e risorse
per sostenere concretamente una famiglia che ha trovato la forza ed il coraggio di trasformare una drammatica vicenda personale in una progetto solidale di accoglienza, di inclusione e speranza rivolto alle altre persone con disabilità. Chi ritiene di aver subito un danno grave durante il parto non può aver paura di difendersi perché potrebbe essere costretto a pagare ingenti spese processuali (come accaduto ad Elena Improta) e le conseguenze non possono ricadere sul caregiver che si occupa non solo di suo figlio ma di tante famiglie in difficoltà. Ci appelliamo alla sensibilità di tutte le forze politiche affinchè possano sostenere questa proposta", concludono Ilenia Malavasi e Marco Simiani.
Pd presenta interrogazione a prima firma Ilenia Malavasi
“In Italia sono oltre 2,8 milioni i caregiver, che per ragioni affettive, per scelta, ma spesso anche per necessità, si prendono cura dei propri cari non autosufficienti ma che io governo colpevolmente non considera”. Così Ilenia Malavasi, deputata Pd che ha presentato una interrogazione urgente. “A fine ottobre, prosegue Malavasi, il Ministro per le Disabilità e il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali dichiaravano che era stato firmato il decreto per l’istituzione del “Tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari”. A più di un mese non è chiaro se il tavolo tecnico si sia già costituito e riunito e quali siano le associazioni che ne facciano parte. Con un’interrogazione abbiamo chiesto se non si ritenga doveroso fare maggiore chiarezza sul tavolo tecnico e indicare non solo quali siano le associazioni che ne fanno parte, ma anche quale sia lo stato attuale dei lavori. Oggi abbiamo ricevuto un risposta che è assolutamente vaga e generica. Ci è stato detto che il decreto è in fase di pubblicazione e il tavolo in fase di costituzione. Lo riteniamo un fatto grave e una mancanza di rispetto per milioni di famiglie che aspettano una legge nazionale sulla figura e sui diritti del caregiver attesa ormai da troppo tempo.” “Con il tavolo (che non c'è) -incalza Malavasi- il governo ha soltanto preso tempo, buttando la palla in tribuna. Si tratta dell'ennesimo annuncio a cui dopo 1 mese non corrispondono i fatti”. Per l’esponente del Pd “si deve partire dalle proposte di legge in Parlamento per dare finalmente pieno riconoscimento e sostegno alle oltre 2,8 milioni di persone del nostro Paese che già oggi si prendono cura dei propri familiari non autosufficienti, svolgendo un compito prezioso per la tenuta del nostro welfare, senza alcun riconoscimento.”
Dichiarazione di Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali e della segreteria nazionale del Pd
“Un altro annuncio per prendere tempo, a fronte di zero fatti. Questa volta sulla pelle dei caregiver. E’ insopportabile che ancora una volta anziché affrontare in Parlamento i problemi reali della vita delle persone, il governo annunci l’ennesimo tavolo che rimanda a data da destinarsi le condizioni di vita di milioni di persone. La problematica dei caregiver è conosciuta e se ne discute da anni. Mancano fondi e un quadro normativo approfondito di tutela. Non solo. Il Parlamento serve esattamente a questo: quando si discute una proposta di legge si attivano audizioni e confronti con chi vive le problematiche in prima persona e chi se ne occupa. Non servono tavoli, ma azioni. Abbiamo depositato le nostre proposte da mesi e da mesi chiediamo che si discuta in Parlamento. Perché i caregiver non possono aspettare, tanto più dopo che la pandemia ha aggravato il carico di cura e ridotto i servizi di supporto e sollievo. Il governo ha trovato il tempo in questi mesi per occuparsi della farina di insetto e della carne coltivata, ma non dei caregiver. Non ci sono ancora i decreti attuativi sulla non autosufficienza e sulla disabilità, ma soprattutto non sì è ancora messo un euro per aiutare le persone in difficoltà. Vogliono occuparsi dei caregiver? Calendarizzino la discussione in Parlamento e insieme daremo una risposta a chi ne ha bisogno”. Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari Sociali e componente della Segreteria nazionale del Partito Democratico.