Dopo la promessa fatta in campagna elettorale, il deputato dei Democratici ha presentato un emendamento alla manovra economica per concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare parte di quanto accantonato nel Fondo Crediti Dubbia Esigibilità
Roma, 13 dicembre 2022. “Il caro energia ha aggravato una crisi che stanno pagando imprese, lavoratori, famiglie, Terzo settore. Come promesso in campagna elettorale, ho presentato un emendamento alla manovra economica per concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare parte di quanto accantonato nel Fondo Crediti Dubbia Esigibilità (Fcde), per poter finanziare contributi a beneficio di quei soggetti maggiormente in difficoltà”.
Ad annunciarlo è il deputato del Pd Emiliano Fossi.
“I rincari energetici stanno mettendo in ginocchio Terzo settore, famiglie e imprese: rischiamo di veder scomparire parte delle associazioni di volontariato e con loro un fondamentale pezzo di welfare su cui si poggia la Toscana, come gran parte dell’Italia. Se il mio emendamento venisse approvato - dice Fossi - i Comuni potrebbero svincolare una percentuale del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità, destinando quelle risorse alle categorie più bisognose. Per recuperare i fondi, si può pensare anche a introdurre strumenti ancora più efficaci per il contrasto all’evasione fiscale”.
Una mossa che in Toscana, ad esempio, permetterebbe di sbloccare qualche centinaio di milioni di euro, dato che tutti i Comuni sono obbligati per legge ad accantonare soldi per coprire i vuoti di bilancio per le multe e le tasse non riscosse.
“Gli enti locali - spiega Fossi illustrando l’emendamento - potrebbero determinare con propria delibera entro il 31 marzo 2023 la definizione agevolata dei crediti in essere al 31 dicembre 2021, relativi alle proprie entrate tributarie e patrimoniali, consentendo il pagamento senza applicazione di sanzioni ed interessi. Potrebbero consentire la rateizzazione del pagamento entro un massimo di 60 mesi con cadenze trimestrali con importi non inferiori a 5 mila euro, da garanzia fideiussoria o ipoteca cautelare. In caso di pagamento in unica soluzione il debito verrebbe ridotto del 20%. Gli enti locali che adottano il provvedimento potrebbero ridurre il valore del fondo crediti di dubbia esigibilità, oggetto di accantonamento nel bilancio di previsione e nel rendiconto di gestione dal 2023 al 2027, di un importo pari all’80% del valore stimato”.
600mila bambini, tre milioni di italiani. Sono i numeri di un'emergenza di cui si parla troppo poco, sono gli italiani che hanno bisogno di aiuto per mangiare, tramite mense o pacchi alimentari. Numeri aumentati del 12 per cento rispetto all’anno precedente. Il caro energia, l'inflazione, le diseguaglianze sempre più crescenti colpiscono pensioni, lavoratori con stipendi miseri e disoccupati. E così cresce sempre di pù il numero di italiani che non riescono nemmeno più a fare la spesa per mangiare. E a fronte di questa grande ingiustizia, vi è l’enorme mole di invenduto della distribuzione alimentare: 230mila tonnellate di cibo che viene sprecato ogni anno e gettato nell'immondizia. Per questo abbiamo chiesto di introdurre il “reddito alimentare” in legge di bilancio, cioè uno strumento attraverso il quale si ponga fine a uno spreco immorale e si distribuisca il cibo a chi ne ha bisogno. Nessun esborso di denaro diretto, ma generi alimentari di prima necessità recuperati dalla grande distribuzione e distribuiti attraverso una collaborazione con il Terzo Settore a chi ne ha bisogno. Una norma di civiltà, che risponda al dramma di bambini e adulti in povertà, che combatta uno spreco di risorse e che può essere garantito con un fondo di 50 milioni. Una cifra irrisoria rispetto ai costi che portano povertà, malnutrizione, mancato accesso alle cure delle stesse persone coinvolte. Faccio appello al governo affinché ascolti una proposta di giustizia e mero buon senso, per aiutare gli italiani in difficoltà.
Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
Sono inaccettabili le dichiarazioni di Sgarbi dopo l’appello di Legambiente, WWF e Fai a favore di uno sviluppo equilibrato e rispettoso del paesaggio delle energie rinnovabili. Ancora più inaccettabile che a dire queste cose sia un sottosegretario del governo del nostro Paese che dovrebbe avere tra i suoi obiettivi prioritari proprio lo sviluppo delle rinnovabili, per aumentare la sicurezza energetica e superare la dipendenza dal gas russo. Tutto ciò nel silenzio imbarazzante del ministro della Cultura. Non è certo la prima volta che da Sgarbi arrivano parole così violente, che tradiscono, oltre a un pregiudizio inquietante, una totale ignoranza di cosa siano le rinnovabili e dell’urgenza di affrontare la crisi climatica. L’unico suo merito è rendere ancora più evidente la linea di questo governo: contro le rinnovabili, a favore delle fonti fossili. Una scelta fuori dal tempo e dannosa non solo per le generazioni future, ma prima di tutto per la nostra economia e per i cittadini italiani alle prese con il caro energia.
Così Chiara Braga, deputata e responsabile Transizione Ecologica del Partito Democratico.
Il governo accolga gli emendamenti del Pd per correggere le storture di questa manovra iniqua che colpisce i più fragili, strizza l’occhio agli evasori e fa cassa sulle pensioni e sulle donne. Chiediamo con forza la proroga di Opzione donna con le regole vigenti, perché l'allungamento dell'età pensionabile a 60 anni e per di più con gravi situazioni di difficoltà, è un’enorme ingiustizia verso le donne. Le risorse previste per innalzare la flat tax da 65mila a 80mila euro siano destinate, invece, al ripristino di uno strumento importante che ha aiutato molte donne alla fuoriuscita dal mercato del lavoro. Un’altra proposta del Pd riguarda la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici per il 2023. Non possiamo accettare che le persone più deboli sia le più esposte al caro energia e all’inflazione. Il governo ci ascolti e corregga il tiro su questa manovra, che così com’è non serve e fa male al Paese.
Lo afferma Simona Bonafè, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera.
“Briciole e solo qualche spot per il comparto agricolo nella manovra di bilancio. Meloni e la destra si sono dimenticati strategia ed urgenze, alla vigilia dell’entrata in vigore della nuova Pac.
Occorreva ben altro con l’obiettivo di valorizzare l’agricoltura nell’ottica della transizione ecologica e di sostenere, al contempo, le misure che risolvano le criticità.
Come gruppo Pd della Commissione Agricoltura abbiamo presentato emendamenti che affrontano i temi più complessivi del caro energia, delle calamità naturali, del fondo di solidarietà, dell’agricoltura biologica e delle accise sul tabacco e i temi più specifici delle problematiche in essere come la flavescenza, l’esubero dei cinghiali e i consorzi di bonifica.
Assurdo che il governo non abbia ritenuto di intervenire sugli effetti drammatici che la flavescenza dorata sta producendo in tanti territori sugli impianti della vite.
Le destre sono abili a grattare la pancia ad agricoltori e cacciatori e poi rimanere fermi alle parole. Nulla si muove per ridurre la presenza abnorme dei cinghiali che sta creando disagi in termini economici, sanitari e sociali.
Appare altresì inspiegabile e dannoso il definanziamento dei mutui ai consorzi di bonifica per l’opera meritoria che hanno svolto e continuano a svolgere in tutto il territorio nazionale sul tema della regimazione delle acque, gli invasi e l’approvvigionamento all’agricoltura”. Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd Commissione Agricoltura della Camera.
"Un'inversione di tendenza" dice il ministro? Vero, ma a danno della sanità pubblica. I fondi aggiuntivi in manovra destinati alla sanità sono 2 miliardi, di cui 1,4 miliardi saranno erosi dal caro energia e dall'inflazione. Il resto? Zero, niente di niente. Non c'è nulla per il personale, niente per il rinnovo dei contratti, niente per dimezzare le liste d'attesa. Niente per portare il numero di medici di base e pediatri a un livello appena dignitoso, finendola di gravare in modo spropositato su medici e operatori sanitari come fatto in questi anni. La verità è che la legge di bilancio metterà a rischio i bilanci delle regioni e, ancora peggio, il diritto alla salute degli italiani, in particolare quelli più fragili. Una linea chiara: per la destra a pagare devono sempre essere i più fragili, con i più ricchi che potranno ricorrere alla sanità privata.
Così Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari Sociali, commenta le dichiarazioni del ministro della Salute Schillaci che ha parlato di "inversione di tendenza"
"La protesta dei medici, dei dirigenti sanitari e delle loro organizzazioni sindacali non è solo comprensibile, è sacrosanta. Abbiamo vissuto anni terribili, con il covid che ha messo a nudo la debolezze del nostro sistema sanitario e ha evidenziato le scellerate scelte del passato che hanno svilito la sanità pubblica a favore di quella privata. Il risultato è stato non garantire universalmente il diritto alla salute dei cittadini e trovarsi impreparati di fronte alla pandemia. Abbiamo superato anni terribili grazie agli sforzi dei medici e degli operatori sanitari, che hanno fatto un lavoro encomiabile, a tratti disumano. Per questo era il momento di cambiare strada e finanziare con forza il sistema sanitario nazionale e premiare gli sforzi fatti. Il risultato è una legge di Bilancio che ha un obiettivo ben preciso: colpire la sanità pubblica. La destra, anziché incrementare a dovere il finanziamente del fabbisogno sanitario nazionale, intervenire sul personale gratificandolo con retribuzioni all'altezza dei loro compiti e ampliandone i numeri, investire sulla medicina di prossimità, sui pronto soccorso, sulla diminuzione delle liste di attesa, mette qualche spicciolo che a malapena coprirà i costi derivanti dall'aumento dell'inflazione e dal caro energia. Daremo battaglia per fare in modo che la destra non neghi il diritto alla salute degli italiani". Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali della Camera.
Il Governo non ha previsto del dl aiuti quater nessun intervento per la sanità. Nelle proposte della legge di bilancio per il 2023 le risorse previste per reggere al caro energia e ai costi del Covid sono di 2 miliardi. Ne servirebbero almeno altri 4 ,come come chiesto da tutte le Regioni. Il Fondo per la Sanità diminuisce nei fatti e non sono previste risorse per i prossimi anni per assumere personale medico e infermieristico e per aumenti adeguati delle loro retribuzioni: così li ringrazia la destra per il loro impegno nella pandemia. Per questo con il collega Virginio Merola e con i militanti del PD oggi abbiamo volantinato davanti all'Ospedale Maggiore a Bologna. Per informare i cittadini e per chiedere il loro sostegno per la battaglia che vogliamo mettere in campo in Parlamento per chiedere più risorse per la salute.
Così, Andrea De Maria, deputato Pd
Con un’interrogazione alla Camera indirizzata al ministro dell’Economia, Giorgetti, il deputato del Partito Democratico, Luciano D’Alfonso, interviene sul caso della tassazione degli extraprofitti per gli Enti Pubblici territoriali proprietari di impianti di produzione di energia verde.
In queste settimane migliaia di comuni stanno ricevendo dalla Gse le fatture con scadenza 31 ottobre 2022 per il pagamento delle somme dovute a seguito della applicazione retroattiva del meccanismo di “compensazione a due vie” sul prezzo dell’energia elettrica, come previsto dall’art. 15 bis del Decreto-legge 27 gennaio 2022 n. 4, c.d. DL Sostegni-Ter.
“E’ inaccettabile - commenta Luciano D’Alfonso - che vengano tassate somme che finanziano gran parte dei servizi erogati dall’Ente alla Comunità locale. L’applicazione di tale compensazione porta inevitabilmente a degli squilibri finanziari pesantissimi per i bilanci comunali”.
“La base morale di una tassa sull’extraprofitto - si legge nel testo dell’interrogazione - non è rinvenibile se si è in presenza di risorse aggiuntive che i Comuni italiani riversano in Servizi essenziali sulle comunità locali di riferimento, che per natura stessa assolvono ad una funzione redistributiva”.
“Mi unisco all’appello lanciato dall’Anci - conclude il deputato dem - affinché questa norma venga rivista per tutti gli Enti Pubblici territoriali con particolare riguardo per le autonomie locali e chiedo al ministro e al governo di far fronte agli effetti distorsivi degli equilibri finanziari dovuti al caro energia per gli Enti pubblici, sempre più afflitti da una crisi di liquidità aggravata da due ‘rotture di civiltà’ come la pandemia e la guerra in Ucraina”.
"Questa è una manovra senza visione, inadeguata ad affrontare questo momento difficile e, soprattutto, iniqua. E' gravissimo che il governo abbia tolto fondi alla sanità già provata dall'emergenza Covid e dal costo esorbitante dell'energia. La verità è che questo esecutivo vuole dare il colpo di grazia alla sanità pubblica, introducendo a livello nazionale il fallimentare sistema sanitario lombardo in cui vi è un forte sbilanciamento a favore del privato. Tra caro energia, super inflazione e spese Covid si è aperto un buco di 3,4 miliardi di euro che impedirà di assicurare a tutti i cittadini le migliori cure, ridurre le liste d'attesa sempre più lunghe e assumere i sanitari necessari al fabbisogno nazionale, ma anche quelli per far partire le Case e gli Ospedali di comunità previsti dal Pnrr per potenziare l'offerta dell'assistenza territoriale".
Così la deputata reggiana del Pd e componente della commissione Affari Sociali, Ilenia Malavasi.
"ll governo - prosegue la deputata dem - ha scaricato sulle amministrazioni locali gli oneri maggiori, mettendo a rischio i loro bilanci. Noi chiediamo all'esecutivo di fare marcia indietro e di intervenire subito per assicurare al sistema sanitario le risorse indispensabili per garantire l'universalità di accesso alle prestazioni. Ancora una volta, sarebbero i più fragili a pagare. Il Pd si batterà con tutte le sue forze per fare in modo che in sede di esame della Legge di bilancio siano incrementati i fondi per la sanità pubblica. La salute - conclude - è un diritto che deve essere garantito a tutti e che non deve generare nuove, drammatiche disuguaglianze".
“Il governo gira le spalle alla sanità pubblica. Meno fondi nella Legge di bilancio che non coprono nemmeno il buco Covid e il caro energia. Ci rimetteranno i servizi. Si allungheranno le liste d'attesa. A rischio Case e Ospedali di Comunità. Corsie senza i sanitari necessari”.
Così il deputato dem della commissione Bilancio, Silvio Lai, su Twitter.
"Nuove risorse alle imprese per incentivare l'autoproduzione da fonti rinnovabili, a partire dalla promozione di misure idonee per favorire la loro adesione alle comunità energetiche": è quanto chiedono i deputati del Pd, Simona Bonafè e Marco Simiani, in una interrogazione al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
"Il caro energia sta mettendo a rischio la sopravvivenza di oltre 881mila micro e piccole imprese con 3 milioni e mezzo di lavoratori. Le necessarie risorse immediate per calmierare le bollette devono essere affiancate da politiche di medio e lungo termine per incentivare l'autoproduzione di fonti rinnovabili. In questo contesto le comunità energetiche rappresentano una opportunità straordinaria per il nostro sistema imprenditoriale ed artigianale: vanno risolte però alcune criticità normative, tecniche e burocratiche, evidenziate dalle stesse associazioni di categoria, che stanno oggi rallentando questi processi. Chiediamo al governo di intervenire in tempi brevi": concludono i deputati Pd.
“Invece che occuparsi dei rave la maggioranza e il governo di centrodestra pensino al lavoro e a chi lo sta perdendo”.
A chiederlo è il deputato Pd Emiliano Fossi, membro della commissione Lavoro della Camera, dopo aver visto i dati di Unioncamere-Anpal sul crollo delle assunzioni in Italia: -17,7% rispetto al novembre 2021, -20% rispetto allo scorso ottobre.
“Altro che rave - dice Fossi - l’emergenza italiana si chiama lavoro, che deve tornare al centro dell’agenda politica. Serve un intervento deciso per favorire l’aumento dell’occupazione, iniziando magari a tagliare il cuneo fiscale che continua a frenare le assunzioni da parte delle aziende”.
“Soffrono un po’ tutti i settori - continua Fossi - ma quelli più penalizzati sono industria, edilizia e i servizi. La priorità della politica e delle istituzioni deve essere la difesa dei posti di lavoro e dell’identità territoriale delle aziende. E bisogna dire in modo molto chiaro che il caro energia non può essere pagato da chi lavora”.
“Bisogna poi investire sulla formazione - conclude Fossi - perché cresce a dismisura il fenomeno del ‘mismatch’, manca un profilo su due di quelli ricercati dalle imprese. Mancano tecnici, esperti di salute, informatici. Il mercato oggi cerca figure professionali specializzate, quasi introvabili”.
“Il DL Aiuti quater è un provvedimento deludente. Nulla di concreto per chi oggi ha davvero bisogno, per i soggetti e le categorie più fragili e in difficoltà. Solo misure pasticciate, inefficaci e pericolose, su cui peraltro la maggioranza è già fortemente divisa. Pensiamo all'aumento del tetto al contante, al blocco anticipato del superbonus 110% senza che ci siano soluzioni necessarie per sbloccare il problema della liquidità per le imprese, alla decisione sulle trivellazioni, contestata da esponenti stessi della Lega. Nell'esame del Decreto Aiuti ter avevamo fatto varie proposte emendative per rafforzare i sostegni a famiglie, enti locali, terzo settore e aziende rispetto al caro energia e al costo delle bollette, ma niente. Solo un “vuoto” che si aggiunge alle misure propagandistiche e pericolose adottate finora: come il reintegro dei medici no vax, la norma anti rave, illiberale e incostituzionale, e -come se non bastasse- le figuracce sul tema migranti. Insomma, i primi passi del governo si confermano drammatici e imbarazzanti”. Così Piero De Luca, vicepresidente Partito democratico alla Camera intervenendo stamattina su SkyTg24.
“La Nadef presentata dal governo è un documento omissivo. In contrasto con le previsioni normative non contiene alcuna indicazione né sulla dimensione complessiva della manovra, né sulla sua composizione. Il Gruppo Partito democratico - Italia democratica e progressista è invece convinto che al centro della Legge di Bilancio debbano esserci le misure a sostegno dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie. Con la nostra risoluzione chiediamo invece con determinazione un pacchetto di interventi anticrisi finanziati non solo dalle risorse previste in manovra, ma anche da quelle che potrebbero aggiungersi dal rafforzamento della tassazione degli extraprofitti e da ulteriori misure a carattere redistributivo. Il sostegno delle retribuzioni e del potere d’acquisto dei salari deve avvenire anche attraverso un abbattimento del cuneo fiscale, in continuità con il processo avviato nella scorsa legislatura, e garantendo che gli interventi previsti per fronteggiare il caro energia e l’incremento dei prezzi di altri beni primari siano applicati per tutto il periodo che si renderà necessario. Fondamentale sarà anche intraprendere le iniziative necessarie presso le sedi istituzionali europee al fine di concordare politiche e strumenti comuni di intervento orientati ad evitare che la persistenza dell’inflazione abbia ricadute negative sulla diseguaglianza sociale e sulla continuità operativa delle imprese, sull’occupazione e sulle famiglie. Purtroppo sembra che l’esecutivo sia più interessato a misure molto discutibili sul piano dell’equità fiscale, come l’estensione della flat tax per i professionisti e l’inaugurazione di una nuova stagione di condoni indiscriminati”.
Così la deputata Maria Cecilia Guerra, firmataria della risoluzione presentata dal gruppo Pd-Idp alla Camera.