Grave bocciatura di emendamento Casu su aggravante utilizzo smartphone durante la guida
"Oggi finalmente diviene legge un provvedimento importante che introduce il reato di omicidio nautico nel nostro ordinamento. L’obiettivo della legge è aggiornare il nostro codice penale, prevedendo che le stesse sanzioni previste per l’omicidio stradale e le lesioni personali stradali, siano estese anche per i medesimi fatti delittuosi che purtroppo avvengono in mare.
Un testo ampiamente condiviso ma che si poteva migliorare ancora, soprattutto su alcuni punti importanti come previsto dagli emendamenti presentati dal collega Casu, che la maggioranza ha bocciato, fra cui per esempio considerare una condotta aggravante, come nel caso del codice della strada, l'utilizzo dello smartphone durante la guida. Non vogliamo che passi il messaggio che chi è alla guida di una barca può distrarsi guardando un telefonino o un tablet di quando in quando, mettendo al rischio le altrui vite, sia del proprio equipaggio che di altre barche in mare". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Marco Lacarra, dichiarando il voto favorevole del Pd alla legge che prevede il reato di omicidio nautico.
"Nella sostanza, si inaspriscono le pene: si prevede ora una pena da 2 a 7 anni per l’omicidio colposo nautico; da 3 mesi a 1 anno per le lesioni gravi e da 1 a 3 anni per quelle gravissime. Ma non basta aumentare le pene per chi commette il reato, come spesso abbiamo visto fare alla maggioranza; bisogna fare ancora tanto lavoro di prevenzione, far capire l'importanza delle regole e della loro osservanza. Per questo mi auguro che le nuove norme siano accompagnate anche da una serie di iniziative che guardino alla prevenzione come obiettivo primario. Perché la vittoria non è punire con maggiore rigore, ma non avere nessuno cui infliggere una pena, né di cui piangere la morte", ha concluso Lacarra.
"Per rendere sicure le strade italiane occorre investire nella prevenzione e nei controlli. Inasprire alcune pene, soprattutto per chi guida con i cellulari, sotto effetto di droghe o alcool, è pienamente condivisibile ma se non c è chi controlla è perfettamente inutile. Occorre inoltre una reale operazione culturale finalizzata ad una efficace educazione stradale anche nelle scuole" : è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio sulle nuove norme del Codice della Strada approvate dal Consiglio dei Ministri.
"Questa è l'ennesima operazione bluff della destra che vara nuove norme senza verificare che quelle vigenti siano applicate correttamente e senza stanziare risorse adeguate. Basta vedere i social di Matteo Salvini: ogni giorno denuncia gli incidenti drammatici dimenticando però che il ministro che dovrebbe intervenire è proprio lui": conclude Marco Simiani.
“Oggi discutiamo un provvedimento che riprende il contenuto di un disegno di legge che già nella scorsa legislatura era arrivato praticamente a conclusione. Purtroppo lo scioglimento anticipato delle Camere, ci ha portato a discuterne in questa legislatura. I tanti fatti di cronaca ci dimostrano come sia molto importante inserire nel nostro ordinamento penale la fattispecie dell’omicidio nautico e considerarlo una priorità da parte dell’azione legislativa, come lo è stato per l’omicidio stradale.”. Così il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, durante la discussione generale del ddl sull’introduzione del reato di omicidio nautico già approvato dal Senato.
“Possiamo trasformare questo ritardo in un’opportunità – ha aggiunto Casu - aggiornando la norma che continua a contenere un’inaccettabile lacuna. Abbiamo presentato un emendamento, molto chiaro, bocciato inspiegabilmente dalla maggioranza in commissione Giustizia che ora ripresentiamo in Aula e abbiamo depositato anche come proposta di legge: come esistono condotte ritenute delle aggravanti sia per l'omicidio stradale che per l'omicidio nautico per l'uso di sostanze stupefacenti o dopo aver abusato di sostanze alcoliche, noi riteniamo che non si possa continuare a tenere gli occhi chiusi del Codice Penale sul fenomeno dilagante dell’utilizzo dello smartphone alla guida per girare un video o fare una diretta social o rispondere a un messaggio mettendo a rischio la vita degli altri e la propria. Di fronte a un fenomeno così grave, non basta annunciare di inasprire le sanzioni amministrative serve un intervento chiaro del legislatore anche sul piano penale che non può continuare a essere rinviato”.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera
“Il Ddl Salvini non affronta un tema cruciale: quello di garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo interviene sull’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite quando è alla guida, ma non interviene sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità, mentre con una serie di limitazioni e depotenziamenti fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani.” Lo dichiara il capogruppo Dem in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo a proposito della norma avanzata da Salvini anche a seguito “della morte di un bimbo di 5 anni investito da un Suv che viaggiava a grande velocità a Roma e guidato da uno youtuber”. Per Barbagallo, “il Ddl burocratizza l’iter di gestione della mobilità urbana e non tiene in nessun conto la battaglia culturale che il Parlamento sta effettuando da tempo in relazione all’obbligo di sorpasso delle biciclette ad almeno 1,5 metri di distanza laterale, che diventa obbligatorio solo dove le condizioni della strada lo permettano. In pratica - prosegue l’esponente Dem - accanto alle misure sanzionatorie si realizza una manovra a tenaglia per accerchiare e contrastare quella mobilità attiva che è nata negli ultimi anni e che, soprattutto nei centri urbani, va a supplire alle carenze del servizio di trasporto pubblico, sempre meno adeguato ad affrontare le sfide poste dalla transizione ecologica nelle città. La sensazione – conclude Barbagallo- è che invece di provare a gestire ed incanalare il flusso del cambiamento si sia scelta la via più semplice: quella del ritorno al passato ed alla burocratizzazione dei processi autorizzativi".
“Oggi il Consiglio dei ministri ha avviato l’esame preliminare del Disegno di legge recante Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Dalle bozze circolate in questi giorni possiamo affermare che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, porta in Cdm un provvedimento che non affronta il grande tema su come garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo si occupa dell’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma, dall’altra, non interviene invece sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità; mentre allo stesso tempo, con una serie di limitazioni e depotenziamenti, fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani”.
Lo dichiara il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Roberto Morassut.
“Inoltre - aggiunge - il Ddl burocratizza l’iter di gestione della mobilità urbana per gli enti locali prevedendo ulteriori passaggi autorizzativi e non tiene in nessun conto della battaglia culturale che il Parlamento sta effettuando in relazione all’obbligo di sorpasso delle biciclette ad almeno 1,5 metri di distanza laterale che diventa obbligatorio solo dove le condizioni della strada lo permettano. In pratica, accanto alle misure sanzionatorie, si realizza una manovra a tenaglia per accerchiare e contrastare quella mobilità attiva che è nata negli ultimi anni e che, soprattutto nei centri urbani va a supplire alle carenze di un servizio pubblico di trasporto, oggi non adeguato alle sfide poste dalla transizione ecologica nelle città. La sensazione - conclude - è che invece di provare a gestire e incanalare il flusso del cambiamento si sia scelta la via più semplice del ritorno al passato e alla burocratizzazione dei processi autorizzativi”Il Consiglio dei ministri ha avviato l’esame preliminare del Disegno di legge recante Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha portato in Cdm un provvedimento che non affronta il grande tema su come garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo si occupa dell’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma, dall’altra, non interviene invece sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità; mentre allo stesso tempo, con una serie di limitazioni e depotenziamenti, fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani”.
“Incredibile il ministro Matteo Salvini! Di fronte alla continua strage di ciclisti, a febbraio si riferiva al metro e mezzo nelle operazioni di sorpasso su strade extraurbane, storica battaglia di civiltà e norma esistente in tutta Europa, proposta di legge il cui iter è già avviato alla Camera. Oggi in question time parla di targa, casco e frecce obbligatorie per le biciclette! Una misura fuori dal tempo che, ancora una volta, colpevolizza e bullizza i ciclisti e gli utenti fragili della strada. Se non ci fosse tragicamente da piangere, ci sarebbe da ridere”.
Lo dichiara il deputato dem e responsabile Sport del Partito Democratico, Mauro Berruto.
Dichiarazione di Andrea Casu, deputato Pd
“Garantire a tutte le vittime della strada assistenza e servizi sul territorio utilizzando le risorse destinate dell’RC auto per non lasciare mai sole le persone colpite e le loro famiglie in nessuna fase, dall’assistenza legale alla riabilitazione. Questa è una priorità assoluta. Insieme ai colleghi Bakkali,Barbagallo, Ghio, e Morassut abbiamo presentato a novembre una proposta di legge sul tema e auspichiamo che tutte le forze politiche possano convergere nell’approvazione di un unico testo nei tempi più rapidi possibili”. Così il deputato Pd Andrea Casu, che stamane ha preso parte all’audizione in commissione Trasporti dei rappresentanti della Fondazione Luigi Guccione onlus e della Fondazione Michele Scarponi onlus, auditi in merito alle modifiche al codice della strada. “Abbiamo davanti una emergenza e una necessità”, ha aggiunto Casu. “Dobbiamo concludere al più presto l’iter della proposta salvaciclisti a prima firma Berruto e della nostra iniziativa per sostenere le vittime. E visto che, come dimostrano i dati presentati dalle Fondazioni audite oggi, i fondi ci sono, possiamo subito intervenire per mettere in campo nuovi strumenti concreti per utilizzarli al meglio.”
"Dopo l’informazione Rai, la giustizia, gli artisti di Sanremo e la Guardia Costiera, ora la destra vorrebbe tentare di mettere il bavaglio anche all’Anac, considerata colpevole di aver espresso critiche, attraverso il presidente Giuseppe Busia, al codice degli appalti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Anac che ha quale missione principale quella di prevenire la corruzione, promuovere la trasparenza e la cultura della legalità. Di tutto questo ha timore la destra? Dietro il paravento della velocizzazione ci sono altri interessi da tutelare? Perché si vuole rendere il sistema degli appalti pubblici più vulnerabile? I primi atti di questo governo confermano che la strada scelta è ben altra rispetto al rigore e al rispetto delle norme, per buona pace degli appetiti della criminalità organizzata. Per questo abbiamo aderito alla manifestazione del primo aprile promossa dalla Cgil decidendo di stare al fianco delle parti sociali e dei sindacati per chiedere che sul codice degli appalti, come sul Superbonus, questo governo risolva i problemi che ha creato". Lo afferma in una nota il deputato dem Silvio Lai, della commissione Bilancio.
“Le prime anticipazioni sui contenuti del nuovo codice degli appalti destano più che giustificate preoccupazioni. Non solo il 98% dei lavori pubblici verrà assegnato senza gara, così come evidenziato oggi dal Sole24Ore, con tutto che questo può comportare in termini di efficienza, di qualità e di rischi di commistione tra interessi privati e amministrazioni committenti. Se a questo si aggiunge la decisione di aprire la strada al cosiddetto ‘sub appalto a cascata’, il quadro che ne emerge è che la condizione per i lavoratori italiani, anche nell’esecuzione di lavori pubblici, rischia di divenire sempre più fragile e a rischio. Un appalto potrà essere subappaltato anche decine di volte, nonostante, le peculiari condizioni che connotano la nostra economia e che ci caratterizzano come uno dei paesi con maggior presenza di lavoro nero, infortuni gravi e malattie professionali, bassissime retribuzioni, infiltrazioni della criminalità organizzata, alto tasso di corruzione. Queste le ragioni che ci spingono a vigilare rigorosamente sugli effetti che il nuovo codice degli appalti produrrà e per proporre immediate correzioni. Non possiamo credere che il motto annunciato dalla presidente del Consiglio di ‘non disturbare chi vuole fare’ si traduca, per quanto riguarda la disciplina degli appalti pubblici in un ennesimo colpo ai diritti dei lavoratori, alla loro condizione economica e alla loro sicurezza”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Mauro Laus.
“Valuteremo il ministro Salvini dai suoi atti e senza alcun pregiudizio. Ma certamente usciamo da questa audizione preoccupati e delusi. Intanto sul tema del Mezzogiorno: saremo vigili affinché non venga distolto un euro delle somme assegnate con il Pnrr e gli altri strumenti di finanziamento per recuperare il gap Nord/Sud. Ed ancora, nessun riferimento nella relazione del ministro al tema, a noi tanto caro, della continuità territoriale; la mobilità sostenibile scomparsa dall'agenda del governo non solo nominalmente. Silenzi sul regime delle concessioni autostradali, nonché per le energie rinnovabili su porti, aeroporti e ferrovie. Sulle dighe avremmo voluto ascoltare una proposta per affrontare l’enorme problema ambientale della dismissione dei vecchi impianti ormai inutili e per ristabilire il normale corso dei fiumi e la ripresa delle zone umide. Ambigui anche i riferimenti sulle sovrintendenze al Codice appalti. Infine, abbiamo ribadito negli interventi di oggi che il Pd terrà alta la guardia sul tema del lavoro e della tutela dei lavoratori nei porti, aeroporti e nelle altre infrastrutture”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a margine dell’audizione del ministro Salvini.
Proposta di legge Pd per fermare strage sulle strade
“Abbiamo presentato una proposta di legge per tentare di porre rimedio alla strage di ciclisti sulle nostre strade. Dai dati delle Associazioni sostenitori e amici della polizia stradale, infatti, emerge un dato preoccupante: muore un ciclista ogni due giorni. Lo scorso anno i decessi sono stati 180, 11 in più rispetto al 2020. Secondo l’International Transport Forum, inoltre, l’Italia è il Paese con il più alto tasso di mortalità per km pedalato. Tale situazione impone necessariamente un intervento normativo. Diversamente da quanto avviene in altri Paesi europei, nel nostro codice della strada è assente l’individuazione della distanza minima da far rispettare agli automobilisti che sorpassano i ciclisti. Ecco perché la nostra Pdl introduce con apposita segnaletica uno specifico regime in materia di sorpasso: impone all’automobilista la distanza laterale minima di un metro e mezzo, proprio per favorire una manovra in sicurezza sia per l’auto che la bicicletta. Qualora la distanza laterale non possa essere rispettata, ad esempio a causa della ridotta ampiezza della strada, il conducente del veicolo che si approssima a un velocipede deve rallentare al fine di adeguare la propria velocità a quella del ciclista, per poi sorpassarlo solo quando è possibile e a velocità molto ridotta. Siamo convinti che per fermare questa scia di morte, oltre a sensibilizzare gli automobilisti a un maggior rispetto dei ciclisti, occorra adeguare al più presto il nostro Paese alle normative degli altri Paesi Ue”.
Lo dichiara Mauro Berruto, deputato dem e responsabile Sport della segreteria nazionale del Pd.
“Come Gruppo Pd della commissione speciale abbiamo presentato una serie di emendamenti per consentire agli enti locali di affrontare le gravi difficoltà dei prossimi mesi. Comuni e province hanno dovuto infatti farsi carico delle gravi emergenze degli ultimi anni e rappresentano quelle istituzioni più vicine alle concrete esigenze dei cittadini e la cui attività risulta ancora più preziosa in questa particolare fase.
Nel merito, proponiamo di destinare agli enti locali più risorse per far fronte ai maggiori oneri energetici e per sostenere i cittadini oltre ad attivare tutte le misure di semplificazione necessarie per assicurare la realizzazione dei progetti legati al Pnrr, misure che riguardano anche una più efficace organizzazione del personale.
Per fare solo alcuni esempi, vanno in questo senso gli emendamenti che riguardano: il rifinanziamento del Fondo straordinario a sostegno dei costi energetici; nuove misure per la solidarietà alimentare e per gli aiuti alle famiglie per il pagamento degli affitti e delle utenze; la deroga alla rendicontazione delle assegnazioni statali; le assunzioni a tempo indeterminato per l’attuazione dei progetti Pnrr; l’utilizzo degli avanzi e degli oneri di urbanizzazione in deroga alla disciplina ordinaria e utilizzo degli incassi per le violazioni del codice della strada; la sospensione del pagamento della quota capitale dei cosiddetti mutui Mef”.
Così la deputata democratica Ilenia Malavasi, componente della commissione speciale della Camera.
“Il Pd si fa carico di venire incontro alle esigenze e alle emergenze dei comuni italiani e lo fa attraverso un pacchetto di emendamenti al Dl Aiuti ter messo a punto insieme agli ex sindaci che oggi fanno parte del Gruppo del Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista e ai componenti della commissione speciale. In particolare, gli emendamenti riguardano: il rifinanziamento del fondo straordinario ex art. 27, dl 17/2022 per il periodo 2022-23, con lo stanziamento di un miliardo di euro e la riattivazione del tavolo tecnico di confronto che tra il 2020 e il 2021 ha permesso di governare in modo condiviso la crisi pandemica; le misure urgenti di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie per il pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche; il calcolo del Fondo di garanzia debiti commerciali e lo scomputo dei maggiori oneri da costi per l’energia non coperti da assegnazioni statali; la deroga alla rendicontazione delle assegnazioni statali ex art. 158 Tuel; gli extraprofitti comunali da energia rinnovabile; i pareri per le opere del Pnrr, norma necessaria per accelerare il rilascio delle autorizzazioni previste dalla legislazione; le assunzioni a tempo determinato per l’attuazione del Pnrr, per dotare gli enti locali del personale dotato di specifiche professionalità; la mobilità orizzontale, per far fronte alle carenze di personale; la proroga dei termini per l’edilizia scolastica; l’unicità del sistema ReGiS per la rendicontazione dei progetti finanziati dal Pnrr; e ulteriori norme per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione in fase di previsione, degli avanzi e oneri di urbanizzazione in deroga alla disciplina ordinaria e degli incassi da proventi per le violazioni al codice della strada; in fine abbiamo la sospensione della quota capitale per i mutui Mef 2022-2023 e l’alleggerimento degli oneri da indebitamento per le maggiori spese energetiche. Si tratta, dunque, di un pacchetto oggi fondamentale per gli Enti locali e molto atteso dai sindaci”.
Così il deputato dem, Andrea Gnassi.