13/06/2025 - 13:32

Siamo totalmente insoddisfatti della risposta del governo alla nostra richiesta di conoscere le motivazioni che hanno portato il ministro della Giustizia a non trasmettere alla procura generale di Roma, come legge e trattati internazionali prevedono, la documentazione richiesta dalla Corte penale internazionale che ha di fatto bloccato l'operatività del mandato di arresto internazionale di Putin e altri cinque ricercati accusati di crimini contro l’umanità. E avremmo voluto sapere quale sia stata la valutazione del governo nel non rispettare gli obblighi internazionali derivanti dall'adesione dell'Italia allo statuto di Roma della corte penale internazionale, considerando tale decisione un vulnus per la credibilità dell'Italia nel sistema di giustizia penale internazionale.
Il governo non ci può venire a dire che non essendo previsto il transito di queste persone sul suolo italiano, allora il ministro Nordio si può arrogare il diritto di non procedere a trasmettere la documentazione alla procura di Roma. È come se dicessimo che il reato del furto noi non lo prevediamo nel nostro ordinamento e casomai lo prevederemo solo nel momento in cui si dovesse manifestare. Voi siete il governo che con l'ultimo decreto sicurezza sta introducendo un reato al giorno e non ci venite a dire che non avete avvertito la necessità di mettere a posto le carte per esser pronti ove mai questa fattispecie si dovesse concretizzare, perché voi ipotizzate che Vladimir Putin e i soggetti sui quali cade questo provvedimento non possano avere intenzione di transitare in Italia. Renderemmo un grande servizio all'immagine e alla credibilità del nostro paese se evitassimo che le opposizioni fossero costrette a dover venire in aula a chiedere se avete rispettato gli obblighi di un trattato, di una corte, di un principio del diritto internazionale nel quale questa Repubblica si riconosce proprio perché è stato siglato a Roma. Vi invitiamo veramente a metter mano con attenzione a questa vicenda perché il clima geopolitico internazionale necessita di tanta sicurezza preventiva e questo paese non può essere impreparato nei confronti di criminali di guerra. 

Lo ha detto Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo PD alla Camera intervenendo in aula durante l’ interpellanza urgente al governo.

 

12/06/2025 - 19:00

“Serve una regolamentazione giuridica semplice ed efficace sull’intelligenza artificiale, non una normativa che, come il decreto sicurezza, limita i diritti invece di tutelarli”. Lo ha dichiarato Chiara Gribaudo (PD), vicepresidente del partito, intervenendo oggi alla Camera dei Deputati al convegno “Intelligenza artificiale e rapporti di lavoro – Attualità e prospettive”.

“L’IA può salvare vite e migliorare le condizioni di lavoro, ma può anche diventare uno strumento di controllo e di esclusione. Per questo – ha aggiunto – non possiamo permettere un’introduzione unilaterale nei luoghi di lavoro, senza il coinvolgimento delle rappresentanze e senza tutele chiare”.Gribaudo ha sottolineato la necessità di “garantire responsabilità umana, informazione trasparente e diritti”, richiamando anche l’impegno dell’UE e dell’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro sul tema della transizione digitale. “Solo governando questa trasformazione – ha concluso – l’intelligenza artificiale potrà essere davvero al servizio di un lavoro dignitoso e sicuro”.

Tra i relatori anche l’avvocato Stefano Margiotta, docente all’Università degli Studi Roma Tre, che ha contribuito al dibattito con un approfondimento giuridico sul disegno di legge C-2316 e l’articolo 11.

 

12/06/2025 - 11:19

“Una serie di interventi per realizzare, modernizzare e mettere in sicurezza strade, ferrovie, termodotti e bacini idrici della Toscana”: questi i contenuti del pacchetto di emendamenti, concordato con il Pd regionale, presentato al Decreto Infrastrutture, attualmente in discussione a Montecitorio, dai deputati Pd eletti nella regione.

“Per quanto riguarda gli assi viari principali abbiamo chiesto il completamento della strada Tirrenica; la messa in sicurezza della Fi-Pi-Li, della Tosco – Romagnola e della Statale 12 dell’Abetone e del Brennero; l’adeguamento della Firenze – Siena; il completamento della Due Mari con particolare riferimento al tratto aretino. Stessa attenzione per la viabilità territoriale con la demolizione e ricostruzione del ponte sul fiume Cecina nei pressi del porto; con la realizzazione del Lotto Zero della Cassia vicino a Siena e con la progettazione del tratto stradale tra le località Maroccone e Chioma, nel territorio comunale di Livorno. Abbiamo anche proposto di togliere il pedaggio, per i residenti, alla barriera dell’A12 tra Palazzi e il casello di Rosignano e nella tratta tra i caselli Firenze Nord e Firenze Sud nell’autostrada A1.

“Sul trasporto su rotaia abbiamo chiesto il ripristino dei finanziamenti tagliati dal governo sulla Tramvia di Firenze e l’Interporto di Livorno; la realizzazione dell’Alta Capacità ed Alta Velocità ferroviaria nella tratta Genova – Roma della dorsale tirrenica; il raddoppio della linea Siena-Poggibonsi e la progettazione di nuove linee di trasporto rapido di massa per i collegamenti verso le località balneari e turistiche in provincia di Grosseto.
“Altri emendamenti riguardano poi la mitigazione del rischio idraulico nei comuni di Manciano, Calenzano, Quarrata e Campi Bisenzio e la realizzazione di termodotti per calmierare le bollette energetiche delle imprese”: è quanto riporta una nota congiunta dei parlamentari Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.

 

11/06/2025 - 19:06

“L'Italia naviga senza rotta, senza una visione dello sviluppo infrastrutturale in un'epoca di grandi cambiamenti. E’ ferma sulle sue gracilità e sulle sue debolezze. Si investe soprattutto grazie a quel Pnrr prima boicottato dalla destra e poi stravolto e rallentato. Ma, soprattutto, per il dopo Pnrr il governo non ha messo in campo alcuna strategia. Non c’è alcuna idea di futuro del Paese. Il sistema ferroviario e stradale si regge su una colonna vertebrale e sulle braccia, ma senza costole e senza gambe, per usare un'immagine tratta dalla fisiologia umana. Una colonna peraltro già sovraccarica che sta andando incontro al collasso. Il governo si è buttato sull'avventura Ponte sullo Stretto, un inghiottitoio di denaro pubblico a difesa del quale è stato approvato il decreto Sicurezza per vietare ogni protesta pacifica, cancellando tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione degli investimenti”.

Così il deputato democratico della commissione Trasporti, Roberto Morassut, intervenendo in Aula nella discussione delle mozioni sulle Infrastrutture.

“Cosa sta facendo il governo - ha aggiunto - per recuperare il gap di innovazione e modernizzazione tecnologica della rete ferroviaria? Prima si sono affacciati scenari di privatizzazione, poi immediatamente ritirati. Poi si annuncia una riforma sui porti, che però sparisce nel dimenticatoio, ma abbiamo capito che la vera intenzione era sintetizzata dalla parola magica della privatizzazione delle autorità portuali trasformate in Spa, con il seguito delle zuffe sulle nomine. Nel frattempo si è dato il via alla privatizzazione degli interporti, compromettendo la sovranità stessa del nostro Paese. Nessuna programmazione anche sul trasporto pubblico locale e sulla continuità territoriale. Due settori fondamentali il cui unico annuncio è stato l’aumento delle tariffe. Chiediamo - ha concluso - che il governo cambi rotta o, meglio, ne assuma una e coinvolga il Parlamento nelle scelte”. 

 

11/06/2025 - 11:53

"Le notizie che arrivano da Los Angeles sono veramente inquietanti e non concepibili in un paese democratico. Mandare la Guardia nazionale a reprimere le proteste è un metodo che ricorda la Russia di Putin: autoritarismi violenti, non democrazie. Metodi imposti, in netto contrasto con la sindaca di Los Angeles e del governatore della California. Le proteste si stanno allargando ad altre città e Trump minaccia di mandare l'esercito ovunque: una mossa che rischia di spaccare gli Stati Uniti e di militarizzare il Paese. E' così che le democrazie si trasformano in autocrazie: reprimendo il dissenso con la violenza.
Cos'ha da dire Giorgia Meloni sui metodi del suo amico Trump? E' a questo che punta anche lei partendo dal decreto sicurezza?
Apprendiamo, per altro, che Trump ha deciso di deportare 9mila stranieri nella famigerata prigione di Guantanamo. Tra loro ci sarebbero anche centinaia di cittadini europei e alcuni italiani. Abbiamo chiesto al ministro Tajani di venire a riferire in aula su come intenda intervenire anche rispetto ai nostri concittadini che potrebbero essere deportati a Guantanamo.
L'Italia non può restare indifferente, non solo per quello che riguarda gli italiani coinvolti, ma perché ha il dovere di vigilare sul rispetto dei diritti umani e delle regole democratiche anche e soprattutto da parte dei paesi alleati" Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

09/06/2025 - 14:30

Questa mattina una delegazione di parlamentari del Partito Democratico composta dal senatore Lorenzo Basso e dai deputati Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino hanno svolto una visita ispettiva al carcere di Marassi dopo i gravissimi fatti avvenuti nei giorni scorsi. I parlamentari hanno incontrato la direttrice, dottoressa Tullia Ardito, per verificare le condizioni del giovane detenuto vittima delle violenze e per cercare di comprendere come sia stato possibile che si verificasse un episodio così grave all’interno di una struttura penitenziaria dello Stato.

Si tratta di un ragazzo giovanissimo, mai stato in carcere prima, con una difficile storia personale alle spalle, che per giorni è stato sfigurato in numerose parti del volto con macchinette tatuatrici illegali e poi seviziato e violentato. Un episodio inaccettabile, che impone una riflessione immediata e profonda. È evidente che il sistema di garanzia e protezione non ha funzionato, e lo Stato deve assumersi fino in fondo la responsabilità di capire cosa sia accaduto e perché.

Durante la visita abbiamo constatato ancora una volta una situazione strutturale critica nonostante la grande professionalità degli operatori. Il carcere di Marassi presenta un tasso di sovraffollamento costante, aggravato proprio nei giorni dei fatti: quasi 700 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 550, una condizione di pressione insostenibile che solo in parte è stata ridotta con un primo sfollamento e con i trasferimenti seguiti alla rivolta (attualmente i detenuti sono 676).

Gravissima anche la carenza di personale: a Genova il personale di polizia penitenziaria del ruolo sovrintendenti è sotto organico del 48%, con quasi 50 unità in meno, ridotte ulteriormente durante i giorni festivi. Una condizione che mette a rischio tanto la sicurezza della struttura e di chi vi opera all'interno, quanto il rispetto dei diritti delle persone che vi sono detenute.

Di fronte a questa realtà, il governo invece di incentivare interventi a “bassa soglia”, sostenere le attività di volontariato e rieducazione, dedicare le opportune risorse ad agenti e personale, si limita a inventare nuovi reati con il Decreto "Repressione", invece di affrontare le vere emergenze del sistema.

E di fronte a un fatto di questa gravità il sottosegretario Delmastro continua a tacere. Cosa intende fare il governo per ripristinare condizioni dignitose di sicurezza e tutela all’interno degli istituti penitenziari, a partire da quello di Marassi dove si e' verificata questa gravissima violazione? Perché non e' stata ancora predisposta una ispezione per verificare puntualmente quanto accaduto?

Continueremo a seguire con attenzione l’evolversi delle inchieste in corso e presenteremo un’interrogazione parlamentare al Ministero della Giustizia per ottenere risposte puntuali e impegni concreti. Non ci fermeremo finché non sarà fatta piena luce su quanto accaduto.

 

 

04/06/2025 - 17:28

"L'approvazione del dl sicurezza anche al Senato, quindi definitiva, segna una pagina buia per le libertà e i diritti delle italiane e degli italiani. Un decreto che non risolve nulla sul piano della sicurezza, ma mette in campo gravi strumenti repressivi del dissenso, della protesta e delle libertà delle persone. Penso al reato di resistenza passiva che manderebbe in carcere i padri e le madri del pacifismo mondiale, o ai 2 anni di condanna che rischia chi fa un blocco stradale durante una manifestazione per tutelare il posto di lavoro o pretendere politiche efficaci contro la crisi climatica.
E penso soprattutto a quell'art.31: un dispositivo pericolosissimo che permette, con la firma della presidente del Consiglio, ad agenti dei servizi segreti di dirigere e organizzare associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, senza subire conseguenze penali. Questo nel paese della strage della stazione di Bologna, di piazza Fontana, di piazza della Loggia, dell'Italicus, di Ustica. Non a caso le famiglie delle vittime delle stragi hanno protestato, ma sono rimaste del tutto inascoltate. Scelte di una gravità inaudita che spingono l'Italia fuori dall'alveo delle democrazie liberali e verso uno stato di polizia". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

04/06/2025 - 17:27

“Quanto sta accadendo nel carcere di Marassi a Genova è semplicemente intollerabile. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza agli agenti penitenziari feriti durante la rivolta e a tutti gli operatori della giustizia che quotidianamente lavorano in condizioni sempre più difficili e gravose. Un plauso va anche alla nuova sindaca di Genova, Silvia Salis, che sta gestendo con prontezza e responsabilità questa emergenza, mantenendo un costante raccordo con le autorità coinvolte”. Così la responsabile nazionale Giustizia del PD, Debora Serracchiani, insieme ai deputati liguri Valentina Ghio e Alberto Pandolfo e Luca Pastorino, che sottolineano come “la situazione nelle carceri italiane rappresenta un allarme sociale ormai insostenibile. Nessuno vuole giustificare i disordini, ma è inaccettabile che l’inattività del Governo persista. Anche il decreto sicurezza, approvato definitivamente oggi al Senato, non prevede alcun finanziamento per l’assunzione di nuovo personale né misure concrete per affrontare il drammatico sovraffollamento carcerario. Questo silenzio e questa mancanza di investimenti aggravano ulteriormente la situazione, mettendo a rischio la sicurezza di operatori e detenuti. È il momento di mettere da parte le lacrime di coccodrillo e lavorare insieme, in modo unitario e responsabile in Parlamento, per affrontare con urgenza questa emergenza e garantire condizioni dignitose e sicure nelle carceri italiane. Non possiamo permettere che si ripetano eventi come quelli a cui stiamo assistendo a Genova, che rappresentano un fallimento collettivo”.

 

04/06/2025 - 17:17

“Oggi la destra ha compiuto un atto gravissimo: ha trasformato la paura in norma, ha ridotto il Parlamento a un passacarte e ha lasciato le forze dell’ordine senza risorse né futuro. Con il voto di fiducia imposto al Senato, il Governo ha approvato un decreto che non aumenta la sicurezza, ma restringe le libertà. Criminalizza i più fragili, i migranti, chi manifesta, chi soccorre. E lo fa togliendo a deputati e senatori ogni possibilità di intervento, ogni confronto, ogni correttivo.”

Lo dichiara Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, commentando l’approvazione definitiva del decreto sicurezza.

“Non c’è un euro per assumere nuovo personale, non c’è una norma che sblocchi le graduatorie, non c’è alcun rispetto per chi ogni giorno indossa una divisa per garantire i diritti di tutti. Insieme al collega Andrea Casu abbiamo presentato ordini del giorno chiari per chiedere lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per vice ispettori e per rafforzare davvero la Polizia di Stato. Il Governo li ha bocciati. E chi osa lamentarsene viene persino redarguito e intimidito pubblicamente dal sottosegretario Molteni, che invece di ascoltare chi chiede giustizia, usa le sue pagine social per rispondere con arroganza e minacce velate. È un uso del potere che offende le istituzioni.”

“Questa maggioranza continua a usare i decreti legge come manganelli politici, saltando ogni confronto democratico, blindando norme con il voto di fiducia e tradendo ogni promessa. Non si governa la sicurezza con la propaganda, ma con investimenti seri e rispetto per i cittadini, per chi lavora nelle forze dell’ordine, per chi manifesta pacificamente e per il Parlamento.”

“Chi oggi ha votato questo decreto ha votato contro le libertà e contro la dignità del lavoro pubblico. Il Partito Democratico sarà al fianco di chi resiste e si oppone a questa deriva.”

 

04/06/2025 - 13:01

Il decreto sicurezza è l’abdicazione dello Stato di diritto a favore della paura. Dopo aver mortificato il Parlamento, negando il confronto e la possibilità di migliorare l’obbrobrio, ora vengono peggiorate leggi esistenti, colpendo soprattutto persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità o fragilità sociale. Tutto ciò che è incontrollabile, che devia da una norma definita, diventa reato e il diritto penale sostituisce sempre di più il confronto pubblico, il dibattito politico e civile. Tutto questo ci avvicina molto e in modo pericoloso alle società illiberali e alle democrazie autoritarie che tanto piacciono a Giorgia Meloni.

Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

 

04/06/2025 - 12:14

“Le parole del senatore Berrino sul decreto Sicurezza sono gravi e inaccettabili. Riflettono una visione maschilista della maternità, in cui un rappresentante di Fratelli d’Italia si arroga il diritto di stabilire chi possa o meno essere madre. Si tratta di un’offesa profonda alla dignità delle donne, ma anche dei bambini e delle bambine, ridotti a meri strumenti di propaganda invece che riconosciuti come persone da proteggere”, dichiara Simona Bonafè, capogruppo democratica nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, che ha duramente contrastato il decreto durante l’esame a Montecitorio. “Il decreto – sottolinea la democratica - conferma un approccio repressivo e ideologico: limita i diritti delle madri detenute e impone una condizione inaccettabile alle bambine e ai bambini, costretti a crescere in carcere. Gli Icam, nonostante il nome, restano strutture penitenziarie, inadatte allo sviluppo affettivo e alla socializzazione con i coetanei. Non esistono “carceri a misura di bambino”: esistono diritti fondamentali da rispettare e tutele imprescindibili da garantire e difendere” conclude Bonafè.

04/06/2025 - 11:58

“Le parole pronunciate dal senatore di Fdi, Giovanni Berrino durante il dibattito sul cosiddetto decreto Sicurezza sono semplicemente inaccettabili. Affermare che “le donne che fanno figli per poter rubare non sono degne di farli” non è solo una grave caduta di stile: è l’espressione brutale di una visione disumana, che calpesta i diritti, la dignità e la complessità delle vite reali di tante donne, bambine e bambini coinvolti”, dichiara Michela Di Biase, capogruppo del Partito Democratico nella Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza.
“Berrino si esprime con superficialità su un tema delicatissimo che evidentemente non conosce, e dimostra così l’incapacità di Fratelli d’Italia di superare la propaganda per assumersi fino in fondo la responsabilità che richiede il legiferare per tutti gli italiani. Il rispetto per l’infanzia, la tutela del legame madre-figlio e il diritto alla genitorialità non possono essere sacrificati sull’altare del cinismo ideologico”, prosegue Di Biase.
“Come abbiamo già fortemente criticato anche alla Camera, il decreto conferma la linea repressiva del governo: introduce margini discrezionali per negare o interrompere il rinvio della pena per le detenute madri e incinte, utilizza criteri vaghi per il loro trasferimento in carcere e, con gravità inaudita, prevede la possibilità di sottrarre i bambini alle madri per mere e generiche “ragioni di ordine”. È un vero rovesciamento dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali”.
“Il decreto, inoltre, conferma che bambini innocenti continueranno a vivere reclusi. Gli Icam sono carceri a tutti gli effetti, solo con colori più tenui: ma restano luoghi inadatti all’infanzia, che negano la socialità, il contatto con i coetanei, la possibilità di crescere liberi. Dietro la retorica della sicurezza si nasconde una politica punitiva che colpisce i più vulnerabili. È il momento della responsabilità. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha il dovere morale e istituzionale di prendere le distanze da queste parole vergognose, pronunciate da un esponente del suo partito, e di chiedere scusa. Da madre e da Premier”, conclude Di Biase.

03/06/2025 - 19:13

“Il decreto Infrastrutture è l’ennesimo provvedimento senza bussola, senza una visione strategica per il Paese. Un mosaico disomogeneo di norme, che affrontano temi cruciali in modo frammentato e sbilanciato, con un unico punto fermo: l’ossessione del governo per il Ponte sullo Stretto”. Lo ha detto in Aula alla Camera, Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo dem, nel corso delle dichiarazioni sulle pregiudiziali di costituzionalità.

“Nel merito – ha proseguito l’esponente Pd – questo decreto è carente di risorse, svuotato nei contenuti su porti, infrastrutture ferroviarie, mobilità sostenibile, interventi per la rete idrica.
Una scelta miope, che mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Il Ponte, invece, assorbe tutto: 14 miliardi per un’opera inutile e dannosa, con criticità ambientali irrisolte, rischio sismico e una sproporzione di costi che dovrebbe preoccupare”.

“Sussistono poi – ha concluso Ghio - i pericoli legati alla legalità. È grave il tentativo, sventato grazie all’intervento del Quirinale, di centralizzare i controlli antimafia sul Ponte sotto il ministero delle Infrastrutture. Nel frattempo il capitolo porti è rimasto un titolo vuoto: non solo assistiamo al fermo sulle nomine dei nuovi presidenti delle Autorità di sistema portuale che, in attesa che le forze politiche di maggioranza si mettano d'accordo, sono lasciate in stallo con commissariamenti che in alcuni casi, come Genova durano da quasi due anni. Questo decreto è il simbolo di una politica infrastrutturale improvvisata, senza alcuna forma di pianificazione, con una sproporzione devastante per il Paese fra promesse annunciate e risultati reali. Il ministro Salvini esca dalla sua ossessione personale e costosa del Ponte e dia al Paese una vera politica per le infrastrutture.

 

01/06/2025 - 15:12

"La ministra Calderone, ‘laureata' in precarizzazione del mondo del lavoro, oggi da Genova spiega che il giorno dopo il referendum continuerà a lavorare sulla sicurezza del lavoro. La domanda è: perché non lo ha fatto prima? Visto che la sua patente a crediti si è rivelata nient’altro che una gigantesca autcertificazione che ha riguardato solo la metà delle imprese edili a cui sono stati fatti meno del 2 per cento dei controlli e appena 20 sospensioni di patente. Sono dati dell’Inail rispondendo a una interrogazione del Pd, non della Cgil. Fanno solo chiacchiere”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

"Dopo tanti decreti inutili - conclude Scotto - dove la parola sicurezza è stata usata e abusata solo per reprimere chi dissente e chi protesta, una sola misura doveva fare il governo per decreto: introdurre il principio della responsabilità delle imprese committenti lungo la catena degli appalti. Per la destra però il dramma di 3 morti sul lavoro al giorno non è un urgenza. Perché non vogliono toccare interessi consolidati e continuare a garantire l’impunità dei colletti bianchi. Il referendum dell’8 e 9 giugno è una risposta all’azione dannosa e inefficace del governo e della ministra Calderone. Bisogna andare a votare".

 

31/05/2025 - 16:00

"La ministra Calderone, ‘laureata' in precarizzazione del mondo del lavoro, oggi da Genova spiega che il giorno dopo il referendum continuerà a lavorare sulla sicurezza del lavoro. La domanda è: perché non lo ha fatto prima? Visto che la sua patente a crediti si è rivelata nient’altro che una gigantesca autcertificazione che ha riguardato solo la metà delle imprese edili a cui sono stati fatti meno del 2 per cento dei controlli e appena 20 sospensioni di patente. Sono dati dell’Inail rispondendo a una interrogazione del Pd, non della Cgil. Fanno solo chiacchiere”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

"Dopo tanti decreti inutili - conclude Scotto - dove la parola sicurezza è stata usata e abusata solo per reprimere chi dissente e chi protesta, una sola misura doveva fare il governo per decreto: introdurre il principio della responsabilità delle imprese committenti lungo la catena degli appalti. Per la destra però il dramma di 3 morti sul lavoro al giorno non è un urgenza. Perché non vogliono toccare interessi consolidati e continuare a garantire l’impunità dei colletti bianchi. Il referendum dell’8 e 9 giugno è una risposta all’azione dannosa e inefficace del governo e della ministra Calderone. Bisogna andare a votare".

 

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