Presentata interrogazione a ministro dell'Ambiente
La deputata del Pd, Giovanna Iacono, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per segnalare una grave ingiustizia che colpisce la Provincia di Agrigento e i suoi cittadini. Il decreto dell’8 agosto 2025, che disciplina gli incentivi del Pnrr per l’acquisto di veicoli elettrici, prevede contributi maggiorati esclusivamente per i residenti nelle cosiddette ‘Functional Urban Area’ (Fua). Tuttavia, Agrigento - pur essendo capoluogo di provincia e pur possedendo le caratteristiche di un’area che necessita di un forte sostegno nella transizione ecologica - è stata inspiegabilmente esclusa da questo elenco. Questa esclusione rappresenta una penalizzazione evidente per gli agrigentini, che vivono in un territorio caratterizzato da redditi medi più bassi, infrastrutture carenti e un parco auto tra i più vecchi d’Italia. Proprio queste condizioni dovrebbero giustificare un intervento pubblico rafforzato, non un’ulteriore discriminazione.
Con l’interrogazione presentata, si chiede al governo di rivedere i criteri adottati o di introdurre misure correttive che consentano anche alla Provincia di Agrigento di accedere agli incentivi per la mobilità sostenibile previsti dal Pnrr. “La transizione ecologica non può essere un privilegio riservato solo ad alcune città - dichiara Giovanna Iacono - ma deve essere un processo realmente nazionale, equo e inclusivo, che non lasci indietro nessun territorio, a partire da quelli più fragili e svantaggiati”.
“Contestiamo questo decreto sia nel metodo che nel merito. Avevamo chiesto un approccio diverso, con alcune proposte chiare, che la maggioranza ha però respinto: più risorse per le bonifiche e con continuità pluriennale; più strumenti per i comuni, che devono poter disporre di fondi per videosorveglianza, controlli e raccolta straordinaria; maggiori strumenti per l'educazione ambientale, a partire dalle scuole; più trasparenza nella gestione dei fondi, con la pubblicazione periodica dei dati sugli interventi e sulla spesa. Era necessaria l’istituzione di una cabina di regia nazionale che lavorasse insieme alla regione Campania, agli enti locali, alle associazioni e ai cittadini per evitare che la salute e la sicurezza ambientale fossero sacrificate ai tempi della burocrazia, all'assenza o alla ricerca di risorse che appaiono insufficienti, e invece nulla di tutto questo. Nel decreto ci sono solo inasprimenti di pene senza una adeguata corrispondenza con il rafforzamento delle politiche di prevenzione e di bonifica”.
Così il deputato democratico, Stefano Graziano, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Terra dei Fuochi.
“Ma non è tutto - ha aggiunto - perché nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto un emendamento che nulla ha a che vedere con la Terra dei Fuochi: e cioè l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un nuovo Dipartimento per il Sud, che dovrebbe acquisire le competenze e le prerogative della Struttura di missione per la zona economica speciale unica. Una scelta improvvisata, di cui non si era discusso prima, calata dall'alto, che cambia l'architettura e l'impianto organizzativo e istituzionale della Zes, senza alcun confronto, senza alcun dibattito preventivo, senza alcun ascolto dei territori, senza chiarezza sulle risorse e sugli obiettivi. Del resto - ha concluso - la grave vicenda dell’incendio di Teano e il voto contrario al nostro emendamento sono l’esempio che questa maggioranza è contro il Mezzogiorno”.
“Con un emendamento al decreto ‘Terra dei Fuochi’ chiediamo lo stanziamento di 15 milioni di euro in due anni per la bonifica dei territori colpiti dal grave incendio del 16 agosto 2025 nell’impianto ‘Campania Energia’ di Teano (CE). Chiediamo che tutti gli schieramenti politici votino il nostro emendamento all’unanimità poiché va nella direzione di aiutare un territorio per troppi anni martoriato e abbandonato.
Le risorse serviranno alla rimozione dei materiali contaminati, al risanamento ambientale, al monitoraggio sanitario e al sostegno alle aziende agricole danneggiate. Un intervento urgente e necessario per tutelare salute pubblica, ambiente e sicurezza del territorio”. Lo dichiara il deputato del PD Stefano Graziano, primo firmatario dell’emendamento al dl terra dei fuochi, che prevede lo stanziamento di spesa di 5 milioni di euro per il 2025 e di 10 milioni di euro per il 2026 a favore della Regione Campania da destinare alla bonifica e alla mitigazione dei danni causati dall’incendio avvenuto il 16 agosto 2025 nell’impianto “Campania Energia” nel comune di Teano (CE)
“Le parole del sottosegretario Ostellari sono gravissime. Non contenti di aver varato un decreto Sicurezza punitivo e securitario, aggravando le pene detentive per le detenute madri, ora la destra vuole addirittura costruire un ordinamento giuridico fondato sulla sottrazione dei minori ai propri genitori. Un approccio che non ha nulla a che fare con la prevenzione, con l’inclusione sociale o con la tutela dei bambini, ma che alimenta soltanto una logica securitaria e repressiva, spesso piegata a facili slogan contro comunità già stigmatizzate. Ricordo al sottosegretario che già esistono leggi chiare e già oggi i minori, in determinate condizioni, possono essere allontanati dalle famiglie”. Lo dichiara la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“Il protocollo ‘Liberi di scegliere’, nato per sottrarre i ragazzi all’influenza diretta delle famiglie mafiose, non può essere piegato a un utilizzo ideologico e discriminatorio. I minori – evidenzia - vanno accompagnati con strumenti educativi, sostegno scolastico, servizi sociali, e non trasformati in vittime di nuove marginalizzazioni per mano dello Stato. La proposta di Ostellari – conclude Di Biase - rappresenta una deriva che mina i principi di civiltà giuridica e che scarica sulle famiglie più fragili la responsabilità di politiche sociali inesistenti.”
La reintroduzione della visita specialistica, abolita nel 2012 col decreto ‘semplificazioni’. Ma anche un controllo neurologico e una prova pratica di guida per il rinnovo della patente di guida agli over 80. Sono questi i punti salienti della proposta di legge, per apportare urgenti modifiche al Codice della strada voluto da Salvini, depositata dai deputati Pd in commissione trasporti. Anthony Barbagallo, primo firmatario, auspica un confronto parlamentare sano e costruttivo privo della retorica e della propaganda che contraddistingue il governo e la maggioranza di centrodestra.
Una iniziativa che prende spunto – non solo dalle osservazioni di buon senso avanzate dal Pd in fase di discussione del Codice nei mesi scorsi – ma anche e soprattutto dai diversi incidenti avvenuti nel corso dell’estate, alcuni dei quali con vittime, che hanno visto negli automobilisti over 80 la causa di scontri gravissimi e, in alcuni casi, mortali.
“Salvini ci ha raccontato che – spiega Barbagallo - il suo il codice della strada aumentava la sicurezza. Ma i gravissimi incidenti mortali avvenuti quest’estate provocati da persone particolarmente avanti con l'età dimostrano che c’è un vuoto evidente all'interno del suo Codice della strada. Una norma spot, utile solo alla propaganda, che non affronta in modo serio e strutturale i problemi reali della sicurezza stradale e questo degli over 80 nello specifico.”
“Le parole e i dati di Piantedosi sono stupefacenti perché provengono da un ministro di un governo che sta strumentalizzando all’eccesso il tema della sicurezza, cercando in tutti i modi – anche attraverso il servizio pubblico televisivo – di stressare questo argomento per creare allarmismo e per giustificare interventi reazionari e liberticidi, come quelli contenuti nel cosiddetto “decreto sicurezza”. Così il responsabile sicurezza del Pd, il deputato democratico Matteo Mauri che aggiunge: “i dati presentati dal ministro dimostrano esattamente il contrario di quello che dice. A fronte di un milione di soggetti controllati nelle cosiddette “zone rosse”, i provvedimenti di allontanamento sono stati appena 6.500: cioè lo 0,65% del totale. I casi riguardanti i cittadini stranieri sono solo lo 0,49% sul totale dei controllati. Numeri talmente esigui da smontare la retorica dell’“invasione” agitata quotidianamente dalla maggioranza”, conclude Mauri.
“Basta allarmismi, Governo apra confronto con filiera”
Secondo l’ordinanza del Tribunale di Trento l’art. 18 del decreto Sicurezza che ha messo fuori legge tutta la filiera della canapa industriale, è solo ricognitivo e non modifica quindi la sostanza della norma. Pertanto continuerebbe a valere la sentenza delle Sezioni Unite del 2019, che dichiarava che i prodotti non droganti non possono essere considerati illecito penale. Oltre al fatto che pende ancora l'ipotesi che quell'articolo sia incompatibile con il diritto UE. Questa decisione, pur provvisoria, affronta nodi fondamentali. Il Governo apra subito un confronto strutturato con la filiera per definire linee operative uniformi nel rispetto dei principi europei. Non servono forzature, servono regole chiare e controlli seri. Basta allarmismi: va contrastato l’illegale e va tutelato chi lavora nella legalità, con tracciabilità, analisi ed etichettatura in ordine. Come Partito Democratico continueremo ad opporci a una decisione assurda del Governo che, per un po' di propaganda, sta mettendo in ginocchio un intero settore produttivo.
Così Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza del Partito democratico.
"Ormai è chiaro: la Tirrenica non verrà finanziata dal governo Meloni nonostante le promesse della destra che annunciavano l'inizio dei lavori entro il 2025. Questa infrastruttura non è mai stata una loro priorità": è quanto dichiara il capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio sul suo ordine del giorno al Decreto Economia respinto alla Camera.
“Avevamo chiesto ancora una volta il minimo sindacale, dopo i proclami di Salvini di inizio Legislatura, e cioè l'inserimento immediato di fondi vincolati per l’avvio dei cantieri, a partire dal tratto Tarquinia–Pescia Romana, già pronto dal punto di vista progettuale, ma ancora una volta ci hanno detto no. La Tirrenica è una strada pericolosa, con tratti a due corsie, incroci a raso e incidenti frequenti. Il territorio chiede sicurezza, sviluppo e una mobilità moderna, ma il governo resta sordo": conclude.
“Non c’è nulla di più paradossale, per questo Governo, che venire oggi qui a chiedere la fiducia su un provvedimento come questo dopo tre anni di poche idee, ben confuse. Questo decreto non cambia assolutamente nulla in questo quadro drammatico. È una scatola vuota: zero per i lavoratori, zero per le bonifiche e la tutela della salute, zero per la sicurezza e la manutenzione, zero per la diversificazione dell’economia del territorio. Come a dire: ‘c’è l’acciaio e tanto basta. Transizione o no, di questo dovete vivere o, ahi noi, morire’. C’è un’unica soluzione, e lo sa benissimo anche la maggioranza, per risolvere la questione: accompagnare direttamente, attraverso le articolazioni dello Stato e con soldi pubblici, il processo di transizione dell’ex Ilva. O è lo Stato ad assicurare il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente oppure nessuno saprà dare le stesse garanzie. Solo dopo, quando avremo una fabbrica in grado di produrre in modo ambientalmente ed economicamente sostenibile, si potrà parlare di cessione. Non prima”.
Così il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo sulla fiducia al decreto ex Ilva.
“Il decreto sport discusso oggi in Aula in realtà, con lo sport ha poco a che fare. È meglio definirlo per ciò che è: una rappresentazione plastica della voracità insaziabile di questo Governo rispetto all’occupazione di poltrone, spazi, potere nel mondo dello sport”. Lo dichiara il deputato Pd Mauro Berruto, responsabile per le politiche sportive del Partito Democratico, sul dl Sport.
“Ne sono esempi lampanti – sottolinea l'esponente dem - l’aumento dei componenti nella governance della fondazione Milano-Cortina arrivato nottetempo, l’America’s Cup ma senza la rappresentanza della Regione Campania e l’attacco frontale alle ATP finals che metteva a rischio l’assegnazione del torneo stesso all’Italia, fortunatamente scampato in base alla possibilità di mantenere l’attuale governance rinunciando al contributo pubblico, insieme alla soglia di 5 milioni al di sotto della quale si manterrà autonomia gestionale a tutele delle federazioni medio-piccole, frutto di un nostro emendamento. E ancora sub-emendamenti dell’ultimo minuto sulle figure di ipotetici commissari, la vergogna del contributo per la doverosa sicurezza dei Giochi Olimpici, stornato però dai risparmi del fondo di rotazione per le vittime di mafia, usura, racket e orfani di femminicidio nonostante tre diverse proposte delle opposizioni per trovare quel denaro da fondi diversi”.
“Tutto in un balletto di interruzioni, rinvii, emendamenti difesi e ritirati al punto di non permettere oggi la conclusione del provvedimento, come doveva essere. Siamo felici delle correzioni che siamo riusciti ad apportare al testo: in particolare quella orientata a promuovere l’equilibrio di genere all’interno delle governance dei grandi eventi sportivi, promossa, difesa e ottenuto grazie a un emendato che ho firmato insieme alla collega Sara Ferrari”, conclude Berruto.
"Con il Governo Meloni e con il Ministro Salvini si è bloccato il rilancio infrastrutturale della Costa Toscana: sono state definanziate opere già pronte come i Collegamenti Ferroviari connessi al porto di Livorno per oltre 300 milioni di euro scippati ai territori e mai reintrodotti e sono state totalmente dimenticate opere prioritari per il territorio come la Tirrenica; nonostante gli annunci della Lega che promettevano l'inizio dei lavori nel 2025. Questa ė purtroppo la realtà di una destra che in questi anni ha creato soltanto disastri": così il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio a margine della 23esima edizione della Giornata dell'Economia, in programma oggi a Livorno.
"Tutte le proposte del Pd al Decreto Infrastrutture per modernizzare e mettere in sicurezza strade e ferrovie della Costa sono state respinte della maggioranza: oltre al completamento della Due Mari e la stessa strada Tirrenica sono stati infatti bocciati il Lotto zero di Livorno, la metropolitana di superficie tra Grosseto ed il Mare, e l'implementazione dell'Alta Velocità nel tratto ferroviario Genova-Roma. Senza infrastrutture moderne, efficaci e sostenibili le comunità locali ed il vasto ed operoso tessuto imprenditoriale non possono sviluppare una adeguata crescita sociale ed economica".
“Con un certo ritardo, in particolare rispetto alle necessità dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina che sono alle porte, arriva questo decreto Sport. Il nostro sarà un posizionamento non certo ideologico, ma puntuale su iniziative e aspetti da migliorare. Ci sono cose che condividiamo ed altre assolutamente no, come il tentativo sempre più evidente di occupare spazi di potere nella governance di alcune grandi manifestazioni sportive. Tutti i nostri emendamenti sono stati dichiarati ammissibili e questo lo riteniamo un buon risultato per il PD perché abbiamo lavorato nella direzione del buon senso e del tentativo di migliorare il decreto. Gli articoli sono estremamente diversi fra loro: dai Giochi Olimpici a quelli Paralimpici (ci preoccupa l’incremento di oltre il 300% delle risorse che dovrà gestire, in pochissimi tempo, il commissario ai Giochi Paralimpici e chiederemo spiegazioni su cosa sia successo), all’America’s cup a Napoli, ai Giochi del Mediterraneo, al tentativo di ingresso a piedi pari nella governance della ATP Finals di tennis, ai compiti della neo-insediata commissione che dovrà valutare i bilanci delle società calcistiche, alla sicurezza sulle piste da sci. Come sempre il Partito Democratico farà il suo lavoro fino in fondo per migliorare il decreto”. Lo dichiara Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile nazionale Sport.
“Zero assoluto: con arroganza e disattenzione verso la Toscana, la destra ha deciso di bocciare tutti gli emendamenti proposti dal Partito Democratico al decreto Infrastrutture, ignorando le reali priorità del nostro territorio. È un colpo pesante per la mobilità, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile della nostra Regione". Così il deputato Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente.
“Si trattava - spiega l'esponente dem - di un pacchetto di emendamenti concordato con il Pd della Toscana, pensato per intervenire su strade, ferrovie, termodotti e bacini idrici strategici. Non erano richieste simboliche, ma opere concrete e urgenti: il completamento della strada Tirrenica, la messa in sicurezza della Fi-Pi-Li, della Tosco-Romagnola e della Statale 12, l’adeguamento della Firenze–Siena e il completamento della Due Mari, con attenzione al tratto aretino. Tutte proposte rigettate. Abbiamo chiesto interventi anche sulla viabilità locale come la demolizione e ricostruzione del ponte sul fiume Cecina, il Lotto Zero della Cassia a Siena, il collegamento tra Maroccone e Chioma a Livorno. Avevamo proposto di togliere il pedaggio ai residenti sulla A12 tra Palazzi e Rosignano e sulla A1 tra Firenze Nord e Firenze Sud. Nessuna di queste proposte ha ricevuto attenzione.
“Sul fronte del trasporto ferroviario - conclude Simiani - abbiamo chiesto il ripristino dei fondi tagliati per la Tramvia di Firenze e l’Interporto di Livorno, l’Alta Capacità tra Genova e Roma, il raddoppio della linea Siena–Poggibonsi, e nuove linee per i collegamenti turistici in Maremma. Anche qui, silenzio assoluto. Infine, il governo ha rifiutato di finanziare interventi fondamentali per la messa in sicurezza idraulica nei comuni di Manciano, Calenzano, Quarrata e Campi Bisenzio, e per la realizzazione di termodotti che avrebbero calmierato i costi energetici per le imprese. Il messaggio è chiaro: la Toscana per il governo Meloni non esiste, ma noi continueremo a batterci in Parlamento e nei territori affinché questa Regione non venga lasciata indietro”.
"In arrivo un’altra tassa targata Governo Meloni: proprio in vista delle vacanze, e a partire da agosto, la maggioranza aumenta i pedaggi autostradali con un colpo di mano inserito nel Decreto Infrastrutture. Siamo di fronte ad una destra senza scrupoli che utilizza le ferie degli italiani per fare cassa. Come Pd avevamo presentato emendamenti per ridurre o eliminare i pedaggi per i residenti nelle tratte interessate da lavori, con file estenuanti e ritardi continui. Meloni e Salvini invece hanno il coraggio di aumentare le spese ai caselli senza garantite adeguati interventi di messa in sicurezza delle infrastrutture. Abbiamo immediatamente presentato un subemendamento per evitare qualsiasi incremento dei pedaggi autostradali a carico degli utenti.": così i deputati del Pd Simiani, Barbagallo, Casu, Curti, Ferrari, Evi, Bakkali, Ghio, Morassut, Gianassi.
“Proprio mentre si espone a Montecitorio la borsa di Paolo Borsellino come simbolo del contrasto alla criminalità organizzata, il Governo in fase di conversione del decreto presenta un emendamento al DL Infrastrutture che va nella direzione opposta: dare rilevanza soltanto alle comunicazioni interdittive della prefettura e non più alle informazioni interdittive significa restringere di molto il campo dei controlli antimafia.
È un passo indietro pericoloso. Significa abbassare la soglia di attenzione e aumentare il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri pubblici. Uno strumento rigoroso viene oggi messo in discussione con una forzatura che il Quirinale aveva già evidenziato in passato. Non si tratta di un dettaglio tecnico, ma di una scelta politica. Una scelta che, combinata al DL Sicurezza, disegna un sistema opaco e pericoloso: da un lato si limita il dissenso delle comunità e dei territori su temi che li riguardano, dall’altro si accelerano gli affidamenti smorzando l'entità dei controlli, anche per opere già senza trasparenza sui costi, come il Ponte sullo Stretto”, dichiara Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo PD alla Camera e componente della Commissione trasporti.
“Abbiamo presentato immediatamente un sub emendamento per contrastare questa deriva pericolosa: la prevenzione antimafia non è un ostacolo, ma una garanzia per lo Stato, per le imprese sane, per i cittadini. la legalità si difende, ogni giorno, con scelte coerenti e responsabili, non indebolendo i suoi strumenti più solidi”, conclude Ghio.