“Le parole del ministro Musumeci non convincono perché il governo si sta muovendo in grave ritardo. Sull’emergenza Campi Flegrei, una situazione che vede il terreno sollevarsi, in questo anno, di 20 millimetri, a novembre scorso il Partito Democratico, unico gruppo alla Camera, presentò un ordine del giorno che affrontava il delicato tema delle delocalizzazioni. L’Odg venne bocciato da maggioranza e governo. Nessuna interlocuzione avviata, nessun tavolo che potesse permettere di lavorare ad ipotesi come l’utilizzo del Sisma-bonus e delle normative di efficentamento energetico. Nulla. Chiediamo che almeno nel Decreto Ricostruzioni si possa avviare una positiva interlocuzione che possa valutare e sostenere possibili percorsi di delocalizzazione in grado di mettere in sicurezza la vita dei cittadini”.
Così il capogruppo in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.
“Rifinanziare con 30 milioni di euro il ‘Decreto Franceschini’ che ha permesso negli scorsi anni l’acquisto di libri da parte delle biblioteche per promuovere la lettura quale strumento di integrazione ed inclusione sociale, soprattutto dei giovani”: è quanto chiede un emendamento del Pd, a prima firma della vicepresidente del Gruppo Simona Bonafè, al Decreto Sicurezza.
“Si tratta di una misura che ha aumentato l’offerta delle biblioteche pubbliche e private ma che il governo Meloni ha colpevolmente dimenticato. La lettura è una attività fondamentale lungo tutto l’arco della vita, gioca un ruolo fondamentale nel processo di crescita e sviluppo dei ragazzi ed è uno strumento universalmente riconosciuto per promuovere legalità e civismo. Questa norma ha inoltre sostenuto le librerie territoriali indipendenti da tempo in crisi, che hanno venduto i libri alle biblioteche e rilanciato il loro ruolo di presidi culturali e sociali. Ci auguriamo che la maggioranza appoggi e sottoscrivi la nostra proposta”: conclude Simona Bonafè.
“Con le detrazioni edilizie al 30 per cento si rischiano nuove stragi nei cantieri: il Governo Meloni, bocciando l’ordine del giorno del Pd sulla necessità di una revisione delle aliquote meno drastica, promuove di fatto il lavoro nero che gli incentivi fiscali di questi ultimi decenni avevano contribuito a contrastare” Lo dichiara il deputato Pd e segretario dem della Toscana Emiliano Fossi sulla discussione del Decreto Superbonus in corso oggi a Montecitorio.
“Un incidente sul lavoro su tre - aggiunge Fossi - si verifica in edilizia ed è praticamente inutile, come sta facendo la destra, aumentare le sanzioni se poi non ci sono controlli adeguati perché manca il personale preposto. La verità è che per questa maggioranza e per questo governo la sicurezza sul lavoro non è una priorità”.
"46 anni fa veniva approvata la legge 194: le donne non erano più costrette a ricorrere all’aborto clandestino rischiando di morire per interrompere una gravidanza e diventavano libere di scegliere per sé stesse, di decidere se e quando diventare madri in sicurezza e legalità, senza dover passare da pratiche pericolose e fuori legge.
46 anni dopo quel diritto acquisito grazie a tante battaglie delle donne è costantemente minacciato da un governo che da una parte dice di non volere toccare la 194 e dall'altra mette in atto qualsiasi strumento per svuotarla e renderla inapplicabile. Lo abbiamo visto con il subdolo emendamento al decreto PNRR che apre le porte dei consultori alle associazioni antiabortiste e anti scelta, lo vediamo con i mille ostacoli messi dalle regioni governate dalle destre all'accesso alla pillola abortiva, lo vediamo con il costante bombardamento di dichiarazioni che colpevolizzano le donne che abortiscono.
Il Pd continuerà a mobilitarsi su tutti i territori per difendere il diritto all'autodeterminazione delle donne. Lo faremo insieme alle associazioni e i movimenti, nelle piazze e nelle sedi istituzionali: la 194 non si tocca, si applica". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Ascoltare amministrazioni locali, norma può essere inserita in dl super bonus
“Seguiamo con estrema attenzione quanto sta avvenendo nei campi Flegrei. Occorre ogni sforzo possibile innanzitutto affinché la comunicazione alla popolazione locale sia totalmente coordinata. Come sempre in questi casi, offriamo al Governo la totale disponibilità ad ogni tipo di collaborazione. Chiediamo che informi il Parlamento sull'accaduto e sulle opportune e necessarie misure che intende adottare a sostegno delle comunità locali. Chiediamo di ascoltare le richieste delle amministrazioni locali che conoscono i problemi di quel territorio meglio di chiunque altro. Se da un lato c’è un tema di gestione dell’emergenza, dall’altro c’è un enorme problema di prevenzione. A tal proposito avevo proposto con un emendamento al decreto campi flegrei, di immaginare uno strumento di intervento e di incentivi per la messa in sicurezza degli edifici privati. Proprio oggi alla Camera inizierà la discussione sul decreto superbonus. C’è dunque la possibilità di intervenire. Il Governo ci ascolti”. Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale Sud del Pd, Marco Sarracino.
“Sui morti sul lavoro i numeri continuano a crescere ma la prevenzione ed i controlli non aumentano. Gli ultimi drammatici episodi confermano come il governo non riesca a mettere in campo misure e soprattutto risorse efficaci per contrastare una strage infinita. Il Partito Democratico è pronto a fare la sua parte ma l’appello all’unità di intenti lanciato del sottosegretario Durigon oggi a Montecitorio deve poi concretizzarsi nel dibattito parlamentare: un dibattito che questa destra, anche recentemente sulla sicurezza sul lavoro e nel decreto Pnrr, prosegue a mortificare. Se la premier Meloni continuerà sulla sua finta narrazione di un paese in crescita che sta assicurando solo buona occupazione, diritti garantiti e salari onorevoli sarà difficile trovare soluzioni comuni e la colpa degli incidenti sarà addossata sempre e comunque (come ha fatto pubblicamente l’imprenditore di Carrara del marmo Alberto Franchi) alla superficialità degli stessi lavoratori”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi nel corso della discussione della interrogazione sulla sicurezza sul lavoro svolta oggi a Montecitorio.
Di fronte all’ennesima ‘strage’ sul lavoro il governo e tutta la politica non si possono più limitare ad esprimere il pur doveroso cordoglio, che esprimiamo, alle famiglie delle vittime. Né a lanciare l’ennesimo allarme sulle deformazioni e storture di un mondo del lavoro che non sa (o non vuole) più garantire la sicurezza di un impiego a chi ogni giorno lavora per guadagnarsi la vita. Servono norme più stringenti e controlli più scrupolosi contro subappalti selvaggi, illegalità e sfruttamento. E’ del tutto evidente che il “pacchetto sicurezza” recentemente approvato in un decreto che parlava di tutt’altro, non è sufficiente a garantire le giuste tutele. Riteniamo necessario che si faccia di più mettendo il tema della sicurezza sul lavoro al centro di una discussione in Parlamento con la Presidente del Consiglio per poter condividere le linee di un intervento che individui norme urgenti che finalmente possano tutelare il diritto ad un lavoro sicuro. Quanto avvenuto a Casteldaccia oggi è l’ultimo episodio di una tragedia che dobbiamo fermare per poter davvero garantire quello che è uno dei principali diritti costituzionali.
Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd di Camera e Senato.
Governo Meloni dimentica i lavoratori
“Va ascoltata la piazza di Cgil e Uil che oggi a Roma ha manifestato per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il Governo continua a non avvertire il senso di un’emergenza che cresce soprattutto nei settori dove il lavoro è più precario e intermittente. Chiediamo di rivedere le misure ancora troppo parziali che sono state introdotte con il decreto Pnrr. Quelle scelte andranno riviste perché saranno inefficaci già nel breve periodo. Non è possibile che in cima alle priorità del Governo Meloni non ci sia mai il lavoro”. Lo dichiara Arturo Scotto capo gruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.
Quello sul Pnrr è l’ennesimo decreto omnibus del Governo, fatto di norme ad personam, bandierine elettorali per gli amici degli amici e tanta propaganda. La destra ha bocciato molti degli emendamenti Pd a sostegno dei comuni che contenevano le richieste che i sindaci, compresi quelli di centrodestra, per poter realizzare gli interventi del PNRR. Invece che ascoltare i comuni, la maggioranza moltiplica i commissariamenti, incluso quello per i beni confiscati, scelta che tutte le associazioni che si occupano di legalità hanno bocciato durante le Audizioni.
Il Governo prima scrive nel Def che il PNRR è l’unica leva di crescita per l’Italia e poi, senza pudore, taglia investimenti fondamentali, tra cui 5 miliardi dal Fondo Sviluppo e coesione, che non saranno rifinanziati. Il Pnrr si dovrebbe rivolgere ai giovani ma il Piano della destra definanzia la rigenerazione urbana, lo sviluppo del 5G, la lotta al dissesto idrogeologico. Ma soprattutto, nell’Italia in cui 4,5 milioni di persone rinunciano a curarsi, la maggioranza decide di tagliare sulla sanità, portando il servizio sanitario pubblico al 6.2 per cento del Pil ed eliminando 1.2 miliardi di risorse per la sicurezza degli ospedali.
Questo provvedimento racconta di un governo che spreca le promesse di futuro che il Next Gen Eu ci aveva consegnato per l’Italia di oggi e di domani”.
Così la deputata Pd Silvia Roggiani, intervenendo in Aula per dichiarare il voto contrario del Partito Democratico al Dl Pnrr.
Finanziati progetti ingiusti e onerosi come Italia Albania e via libera ad associazioni anti-abortiste nei consultori norma oscena
"L'attuazione del Pnrr è indispensabile nel nostro Paese, come risulta persino da quel simulacro di Def che ci avete presentato, ma noi a questo provvedimento sconclusionato e pasticciato voteremo no.
Questo Pnrr è una rimodulazione dei finanziamenti, operata con un gioco complesso di finanziamenti e definanziamenti che a volte è un gioco delle tre carte in cui gli stessi fondi emigrano da una voce all'altra, ma spesso la somma non fa il totale. Assistiamo ad un taglio complessivo delle risorse che riguardano gli investimenti pubblici, con uno spostamento verso quelli privati e un forte appoggiarsi per i finanziamenti al fondo di sviluppo e coesione. Sono 5 miliardi sottratti al fsc - si legge 'presi in prestito' - e andranno a finanziare dei progetti che erano stati precedentemente definanziati. Ma la nostra richiesta di trasparenza e chiarezza sulla destinazione di questi fondi è stata bocciata. Siamo fermi alla relazione del giugno 2022. Totale mancanza di trasparenza di questo Governo. C'è un taglio molto forte alla sanità, di 1 miliardo e 200 milioni, tolti dai fondi per ospedali sicuri. E infatti tutte le regioni anche quelle di centrodestra hanno protestato e minacciato di rivolgersi alla corte costituzionale.
Il capitolo sicurezza sul lavoro è stato infilato dentro questo decreto Pnrr, nonostante avessimo chiesto un provvedimento ad hoc. Avete cercato di sopprimere la nostra proposta sul salario minimo, perché avevate paura ad affrontarlo ora sotto le elezioni, ma poi avete dovuto approvare il nostro emendamento che obbliga alla applicazione dei contratti più rappresentativi nella catena degli appalti.
Avete realizzato la patente a punti in un modo così pasticciato, in una notte, che ci avete poi chiesto una delega in bianco, per riscriverla con un decreto del ministero che deciderà cose essenziali come il recupero dei punti persi della patente.
Ci sono poi alcune chicche come l'accordo Italia-Albania, molto oneroso, che portate a 65 milioni dai 39 che erano per portare qualche migliaia di immigrati da un'altra parte per dire che siete i più bravi di tutti. E l'introduzione nei consultori familiari delle associazioni anti-abortiste, una norma irricevibile e oscena. E viene riproposta con la solita sfacciata arroganza maschile secondo cui le donne non sono capaci di decidere, di scegliere, di autodeterminazione nemmeno su una scelta così dolorosa come l'aborto. Ma questa norma potrebbe portare ad una eterogenesi dei fini perché c'è scritto che queste associazioni potranno essere coinvolte ma senza oneri per la finanza pubblica, voglio vedere come faranno le regioni come per esempio il Piemonte a contribuire come fanno adesso a far andare queste associazioni nei consultori e negli ospedali". Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Maria Cecilia Guerra, dichiarando il voto contrario del Pd al decreto Pnrr.
“Il nostro giudizio sulle misure sulla sicurezza e salute sul lavoro nel decreto Pnrr è negativo. Il Governo non ha risposto alle richieste che dal sindacato all’opposizione sono venute per misure efficaci per limitare gli incidenti sul lavoro. Abbiamo ottenuto finalmente la parità di trattamento economico e normativo nella catena dei subappalti, ma sulle sanzioni, sul divieto di intermediazione illecita e sulla patente a crediti non ci siamo. Limitare questa misura solo all’edilizia è inaccettabile e non siamo d’accordo con deleghe in bianco all’esecutivo. Sui crediti poi si è giocato dall’inizio alla fine sulle tabelle. Nella formulazione iniziale il Governo prevedeva 15 crediti per l’inabilita’ permanente e 10 per quella temporanea. Ieri invece hanno avanzato una proposta peggiorativa: 8 per la permanente e 2 per la temporanea. Oggi l’ennesima riformulazione della riformulazione. L’inabilità permanente si sdoppia: 8 crediti per quella al lavoro parziale e 15 per quella al lavoro assoluta. L’inabilità temporanea invece passa a 5, la metà della proposta iniziale. Una cosa inaccettabile perché questi numeri parlano della vita concreta delle persone. Non capiamo se qualche manina ha lavorato per ridimensionare l’impatto delle sanzioni. Resta l’impressione amara di numeri tirati fuori un po’ a caso”.
Lo dichiarano la responsabile Lavoro del Pd e deputata della commissione Bilancio, Maria Cecilia Guerra, e il capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Sulla sicurezza sul lavoro abbiamo ingaggiato con il governo un confronto serrato in commissione Bilancio che ha portato ad alcuni passi in avanti, pur in un contesto che resta ancora molto difficile. Un importante risultato è avere ottenuto l’estensione agli appalti privati dell'obbligo già previsto per quelli pubblici delle tutele economiche e normative contenute nei contratti siglati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative in tutti i casi di appalto e subappalto. Non è però stata accolta la nostra richiesta di non applicare mai nei subappalti contratti peggiorativi rispetto a quelli applicati nell’anello appaltante superiore. Resta invece molto incerta la questione legata alla cosiddetta ‘patente a crediti’. Registriamo un passo in avanti nell’aver permesso l’esclusione dal suo utilizzo alle sole aziende in possesso di un certificato Soa di terzo livello e di aver parametrato le sanzioni in relazione al valore dei lavori commissionati. Resta però il grave errore di non aver esteso la patente prevista per l’edilizia a tutti gli altri comparti, come originariamente previsto nel decreto 81 sulla sicurezza, e di aver delegato, con una delega in bianco, ad un futuro decreto del governo aspetti dirimenti come le modalità di recupero o acquisto dei crediti da parte delle aziende, esautorando di fatto il Parlamento del suo ruolo. Alcuni problemi sono stati per ora accantonati, come quello che riduceva da 10 crediti a 2 quelli che si perdono quando l'incidente provoca l’inabilità temporanea e da 15 a 8 crediti l’inabilità permanente per l’azienda che violava le norme sulla prevenzione degli infortuni rispetto al testo presentato 40 giorni fa, e la partita resta aperta”.
Così Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd e deputata della commissione Bilancio.
Stamattina al presidio di Cgil e Uil a Roma sotto la sede della Regione Lazio per esprimere solidarietà e preoccupazione per le morti sul lavoro. Pensieri, cordoglio e vicinanza vanno alle vittime di Suviana. Ma sappiamo che non bastano più. Abbiamo contrastato il decreto sicurezza del governo perché inutile e nato vecchio. La patente a punti per le imprese un’offesa alle vittime, i controlli affidati ai soli ispettori inadeguati, la catena di appalti e subappalti pericolosa.
E’ tempo di cambiare davvero con più formazione, diversi ritmi di lavoro, sistemi di sicurezza, contratti certi. Tutto fatto con la collaborazione di lavoratori e imprese, con il sostegno della politica che deve intervenire dove è necessario e con il rafforzamento delle strutture predisposte ai controlli. Occorre impegno, intelligenza e determinazione. La vita umana è troppo preziosa.
Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“L’accordo Italia-Albania sull’immigrazione è un progetto costosissimo che avrà effetti dannosi per le casse dello Stato. A maggior ragione la creazione di centri per i migranti sul territorio albanese e un carcere comporterà un esborso economico per il governo molto elevato.
Oltre alle cifre già stanziate per l’Albania che ammontano a 635 milioni di euro, nell’ultimo decreto fatto ne hanno aggiunti altri 65 milioni, che riguardano alcune voci di spesa come la bonifica di ordigni bellici piuttosto che la creazione delle reti idriche e fognarie e collaudi vari. Nonostante tutti questi sprechi di denari, sarà molto poco probabile che i centri siano già attivi da maggio, come sostiene il governo.
Quindi alla fine dei conti questo accordo non è vantaggioso per l’Italia e provocherà una perdita economica e sottrazione di personale per l’Italia, togliendo fondi e risorse importanti ad altri investimenti e progetti prioritari per l’Italia, come i fondi destinati ai territori colpiti da terremoti e alluvioni, come abbiamo già denunciato fin dall’inizio”. Lo dichiara MATTEO MAURI deputato e responsabile sicurezza del PD.
Delegazione deputati Pd al presidio dei sindacati alla Regione Lazio
Stamattina una delegazione del gruppo parlamentare del Pd partecipa al presidio dei sindacati davanti alla Regione Lazio per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro. Saranno presenti Chiara Braga, Arturo Scotto, Roberto Speranza, Andrea Orlando, Andrea Casu, Marco Sarracino e la coordinatrice della segreteria del Pd, Marta Bonafoni in rappresentanza di tutti i parlamentari democratici impegnati in queste ore in commissione bilancio alla Camera a discutere il decreto Pnrr dove il Pd ha presentato un pacchetto di emendamenti per rafforzare la normativa sulla sicurezza sul lavoro.
“Non si può morire di lavoro, la sicurezza deve essere al primo posto dell'agenda politica. Al ministro Calderone chiediamo di passare dalle parole ai fatti e quindi di dare parere favorevole al nostro pacchetto di emendamenti sulla sicurezza sul lavoro al decreto Pnrr”, concludono i democratici.