“Di fatto questo decreto è un decreto non organico soprattutto nel rapporto fra ambiente e agricoltura che è un binomio che deve andare avanti grazie anche alle direttive europee. Credo che su alcuni punti fondamentali come la questione delle aree di interesse, la gestione del territorio e quella dell’impresa agricola non vanno di paro passo. Dobbiamo sì accelerare sullo sviluppo delle energie rinnovabili, ma dobbiamo anche garantire le culture e soprattutto l'attività stessa dell'azienda agricola”. Lo ha detto Marco Simiani capo gruppo pd in commissione Ambiente di Montecitorio intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del pacchetto di emendamenti PD al Dl agricoltura.
Sul tema della siccità Simiani ha aggiunto: “Il tema siccità viene affrontato nel modo più sbagliato possibile, in 14 mesi il commissario non ha mosso una zolla di terra e avremo ancora un'estate all'insegna della crisi idrica e dell'emergenza, senza aver realizzato nessuno invaso. Rispetto ai 6,2 miliardi chiesti dalle regioni, ci sono 73 interventi del valore di un miliardo, la maggior parte ancora in fase di progettazione, a sentire le parole del ministro Salvini. Noi pensavamo che l'intervento sull'Emilia Romagna potesse essere esteso anche ad altre regioni, sulla Toscana non c'è un euro per gli interventi post- alluvione”, ha concluso Simiani.
Ci aspettavamo una riforma strutturale, invece siamo davanti a dei provvedimenti spot. Con l’abolizione dell’abuso d’ufficio i cittadini italiani saranno più vulnerabili rispetto ai reati della pubblica amministrazione. Un professore o un medico che passerà la prova di un concorso oggi non sarà più punibile”.
Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“È il riciclo di una norma che era già prevista nel disegno di legge collegato al decreto primo maggio che doveva essere approvato un anno e mezzo fa, quindi sicuramente una norma molto tardiva. Noi siamo d'accordo che l'incrocio delle banche dati sia utile per contrastare la piaga del caporalato in agricoltura, ma non basta. La nostra proposta è quella di costruire un Durc di congruità, così come è stato fatto in edilizia cioè uno strumento che metta in relazione il tipo di coltura che viene fatto con la manodopera che è necessaria. Ci si deve arrivare anche in base alle esperienze già maturate con i vari indici di coerenza sperimentati in diversi contesti nazionale e regionali. Se non c’è congruenza non ci deve essere l’abilitazione per poter ottenere finanziamenti pubblici sia europei che nazionali, e questo deve diventare in prospettiva un titolo abilitativo per poter trasformare e commercializzare i propri rodotti. Va costruito come è stato fatto in edilizia in accordo con le parti sociali”. Lo ha detto Maria Cecilia Guerra deputata Pd e responsabile nazionale Lavoro intervenendo alla conferenza stampa del Pd di presentazione del pacchetto di emendamenti al Dl agricoltura.
Ministro Lollobrigida perché non è andato a Latina?
“Un decreto che mette una pezza, ma non risolve la piaga del caporalato. Per farlo occorrono controlli più significativi, incrociare davvero le banche dati, colpire la parte illegale della filiera agricola, per esempio sono ancora poche o pochissime le aziende che aderiscono alla rete agricola di qualità; e allo stesso tempo colpire il lavoro irregolare e nero. Dobbiamo dunque superare la legge Bossi Fini e scegliere di intervenire sulla qualità del lavoro lavoro produttivo. Il ministro Lollobrigida anziché fare proclami retorici poteva recarsi a Latina, incontrare la famiglia del lavoratore ammazzato e mandare un segnale a tutta la comunità italiana: non si può sfruttare il lavoro”. Lo ha detto Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del pacchetto di misure emendative del Partito Democratico al Dl agricoltura.
Pacchetto emendamenti Pd ricollocano agricoltura nella transizione ecologica
“L’agricoltura ha bisogno di interventi strutturali, che ricollocano il comparto e lo rendono protagonista nella fase complessa della transizione ecologica.
Così com’è dalla peste suina, dal giusto prezzo al caporalato passando per la gestione della fauna selvatica è un provvedimento che non dà risposte strutturali ma gestisce ordinariamente questioni emergenziali, e lo fa in con estremo ritardo". Lo ha detto Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura di Montecitorio in conferenza stampa per presentare il pacchetto di modifiche dem al dl Agricoltura.
“Sarà una estate all’insegna della crisi idrica e della siccità - ha aggiunto Vaccari - e da Salvini, Lollobrigida e Fitto ci si limiterà ad organizzare l’emergenza portando, dove possibile, navi e autobotti per non lasciare i rubinetti chiusi delle case e le aree agricole senza le necessarie irrigazioni. Ma nessuna misura per affrontare strutturalmente i mutamenti climatici. Il
Governo interviene sempre dopo e sull’emergenza, ma non vara misure strutturali”.
Alzate le pene e carcere per ‘no ponte’ e studenti pacifici che partecipano a sit-in
Si aggrava la portata della linea anti-dissenso del governo. Dopo l’approvazione di una norma che porterà alla reclusione anche per gli studenti che organizzano un sit-in pacifico per strada davanti a una scuola, oggi viene approvata una nuova norma che introduce un’aggravante per chi protesta contro la realizzazione di un’opera pubblica. Siamo davanti a un giro di vite liberticida senza precedenti che non trova alcuna motivazione se non quella di intimidire e limitare in maniera drastica libertà fondamentali e la possibilità di protestare” così il deputato democratico, ex viceministro degli interni con delega alla sicurezza pubblica, Matteo Mauri, commenta l’approvazione della norma definita dalla stampa ‘anti-No ponte’.
“Cancellate dal codice penale l'abuso di potere del pubblico funzionario che, violando deliberatamente la legge, discrimina un cittadino o ne avvantaggia ingiustamente un altro in quanto amico o parente. Stiamo parando di atti spregevoli, che allontanano le persone dalla PA. Il governo, abolendo l'abuso d'ufficio, premia l'impunità per comportamenti gravi”. Lo dichiara il deputato dem Federico Gianassi, Capogruppo in Commissione Giustizia, annunciando il voto contrario del Pd al Ddl di modifica del codice penale.
“Il governo – continua Gianassi - ha portato avanti questo provvedimento ispirato dall’ideologia perché qui non ci troviamo davanti ad una riforma ma ad un atto bandiera. Non ci sono risorse, investimenti sulla Giustizia e tutto è stato condito da grande arroganza perché il governo non ha voluto neanche aprire una riflessione con le opposizioni sulle tante criticità che avevamo evidenziato”.
“Nel merito – ha concluso Gianassi - questo provvedimento è sbagliato perché viene rimossa la riforma del 2020 che aveva efficacemente tipizzato e ridimensionato il reato. Per il clamoroso vuoto normativo che si crea, il ministro Nordio ha già fatto un’incredibile prima e parziale retromarcia perché in Cdm con urgenza ha introdotto l'abuso d'ufficio-bis, chiamato peculato per distrazione. Siamo davanti ad un atto incompatibile con i principi europei e incoerente con l'esigenza di tutela dei cittadini. Per colpa di questo furore ideologico verranno cancellate sentenze di condanna già emesse e saltano processi per fatti gravi come truccare i concorsi che nelle aule di tribunale vengono oggi considerati reato di abuso di ufficio”.
Oggi, conferenza stampa con Braga, Guerra, Scotto, Simiani e Vaccari
Mercoledì 10 luglio alle ore 12 presso la Sala Berlinguer della Camera dei Deputati si terrà una conferenza stampa del Gruppo parlamentare del Pd in cui sarà presentato il pacchetto di modifiche dem al decreto agricoltura all’esame di Montecitorio. Parteciperanno la presidente delle deputate e dei deputati democratici, Chiara Braga, i capogruppo in commissione Agricoltura, Ambiente e Lavoro, Stefano Vaccari, Marco Simiani e Arturo Scotto, e la responsabile economia del Pd, Maria Cecilia Guerra. “Il governo sta trascurando un settore strategico con interventi ‘alla giornata’: chiediamo strategie di medio e lungo periodo lontane da mancette senza senso che durano lo spazio di una notte. Il nostro pacchetto di emendamenti serve a migliorare il decreto e a dare risposte concrete a partire dal tema del caporalato che continua ad essere una vera emergenza nazionale a cui il governo non sta dando risposte”. “E poi le gravi criticità del settore - sottolinea Vaccari – dalla crisi idrica, alla peste suina, al giusto prezzo del cibo e alle emergenze conseguenza dei mutamenti climatici”.
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“Il Pd ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità sul dl Infrastrutture perché riteniamo che il disegno di legge non abbia i requisiti essenziali di necessità e di urgenza che giustificano il ricorso normativo al decreto legge, nulla di 'straordinario' ai sensi dell'articolo 76 della Costituzione. È un provvedimento miscellanea di interventi del tutto inadeguato allo status di decreto legge, mancando il nesso oggettivo o funzionale richiesto dalla Corte Costituzionale: le 6 ben distinte finalità, che coinvolgono 3 ministri differenti, sarebbero dovute essere l'oggetto di 6 distinte proposte di legge ordinarie”. Lo dichiara la deputata dem Sara Ferrari sulla questione di costituzionalità del disegno di legge omnibus sulle infrastrutture, gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport.
“Il decreto riguarda infrastrutture – continua Ferrari - investimenti, processo penale e tesseramento degli sportivi, si va dal ponte sullo Stretto di Messina al personale della Laguna di Venezia, dal finanziamento della Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli allo stoccaggio della CO2, dal polo di ingegneria di Genova al Piano Mattei in Africa, materie che non hanno alcuna coerenza e attinenza tra loro e quindi mancano del requisito costituzionale di omogeneità. Ma solo due tipologie di provvedimenti plurimi sono stati autorizzati alla decretazione dalla Corte costituzionale: quelli di carattere finanziario e quelli per la proroga dei termini legislativi. Non è questo il caso! Continua così da parte del governo un abnorme abuso dell'utilizzo dei decreti urgenti: il numero 66 in meno di due anni, che esautorano il Parlamento, eletto dal popolo per fare le leggi”.
“Questa è una legge che ha la sicurezza solamente nel titolo. La maggioranza è capace solo di aumentare le pene e inventarsi nuovi reati. Le solite cose buone per la propaganda ma che sappiamo non risolvono assolutamente niente. In questo ddl il governo mette delle norme liberticide, che farebbero finire in galera persino Gandhi. Ma soprattutto il governo di destra non mette un euro. Né per la sicurezza urbana né per le forze dell'ordine. Non un euro per pagare gli straordinari degli agenti di polizia né per le nuove assunzioni. Questa provvedimento è inutile, pericoloso e rappresenta esattamente il contrario della nostra idea di sicurezza e di quello che serve ai cittadini”. Così il deputato dem Matteo Mauri, ex viceministro dell’Interno e responsabile Sicurezza del Partito Democratico.
Vogliono spaccare lo sport a favore delle società più ricche. Lotito il regista?
“Tanto tuonò che non piovve: l’emendamento Mulè sull’autonomia della Lega Calcio, di cui tanto si è parlato, è stato “accantonato”. Una vera dichiarazione di guerra da parte della Lega di SerieA nei confronti della FederCalcio, una sorta di autonomia differenziata, ma molto peggio, che ha destato l’attenzione della UEFA che minaccia l’esclusione dei club di SerieA dalle competizioni europee. Insomma, una dichiarazione di indipendenza clamorosamente pericolosa nel merito e sfacciata nel metodo: un emendamento a un decreto legge che si occupa tra l’altro di temi del tutto estranei. Ora l’emendamento va “ai box” chissà per uscirne con quale maquillage. Immaginiamo servirà prima di tutto un confronto interno a Forza Italia, nella cui squadra giocano il Sen. Lotito, proprietario di un club calcistico di serie A, ma anche il capogruppo alla Camera, l’On. Barelli, presidente di una importante federazione sportiva come la Federnuoto. Non invidiamo la posizione dell’On. Mulè la cui prima firma è su quell’emendamento, né quella del Min. Abodi, che da esperti di equilibrismo troveranno il modo di uscire dall’empasse. Abbiamo invece una certezza: il Partito Democratico denuncerà e si opporrà in tutte le sedi al più esplicito e clamoroso tentativo di spaccare lo sport italiano a favore delle società più ricche (e peraltro non esattamente esemplari e virtuose) a scapito di tutto il resto del mondo sportivo”. Così il deputato democratico, responsabile nazionale sport del PD, Mauro Berruto.
“Respinti, con parere contrario del ministro Abodi e voto della maggioranza, tutti i nostri emendamenti al dl sport. Respinta la richiesta di un vero sistema democratico elettorale per le federazioni con l’abolizione del medievale meccanismo delle deleghe, con equilibrio di genere e generazionale nelle figure apicali dei consigli federali e limite dei tre mandati, dove il Ministro Abodi riesce palesemente a smentire le sue stesse parole, essendosi espresso sugli stessi temi ripetutamente. Respinto il richiamo alla incredibile principio di incoerenza che prolunga il limite dei mandati ai presidenti federali, ma non agli organismi nazionali e regionali del Coni, una norma che riesce contemporaneamente ad e contra personam. Respinto l’emendamento abrogativo della commissione di controllo dei bilanci del calcio di nomina politica, con il conseguente clamoroso rischi di conflitto di interesse. Respinti anche gli emendamenti “tecnici” sul lavoro sportivo a favore della soluzione di criticità emerse con pensionati con quota100, terzo settore e direttori di gara. Appare evidente che con questo governo non esiste la possibilità di confronto su nessun tema, l’unico pensiero è per il calcio, tutte le altre discipline sono quotidianamente tradite. Ne prendiamo atto e continuiamo testardamente nel nostro lavoro, di denuncia e di racconto di tutto ciò che clamorosamente vediamo succedere, ogni giorno, nelle aule di questo Parlamento, svilito di ogni sua funzione” così il deputato democratico, responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto.
Proprio mentre discutiamo in aula il DDL Nordio, un provvedimento chiamato dalla maggioranza “riforma della giustizia”, anche se si tratta di un intervento residuale e a costo zero, il dramma del sovraffollamento carcerario preme con la sua urgenza anche nella nostra città, Treviso.
Oggi l’Istituto Penitenziario per minori di Treviso finisce nel mirino della stampa nazionale per l’estrema situazione di sovraffollamento: a giorni i ragazzi detenuti saranno 26, in una struttura che è attrezzata per 12 persone.
Sono stata qualche mese fa, insieme al segretario regionale del PD Andrea Martella, in ispezione dentro al minorile di Treviso, e abbiamo potuto constatare con i nostri occhi la situazione denunciata: i detenuti dormono in 4 o 5 in celle con 2 o 3 posti letto, usano servizi sporchi, nella completa assenza di privacy, facendo la doccia nella turca in cui fanno i bisogni, soffrono il caldo in cella, in una situazione per cui il sovraffollamento compromette anche la qualità delle attività educative e ricreative e rende molto più difficile il lavoro della direzione e del personale penitenziario, che, nello sforzo quotidiano che va loro riconosciuto, denunciano un grande tema di carenza di organico.
Il problema non risiede evidentemente nel caso isolato dell’istituto minorile trevigiano: è palese come la situazione sia un effetto del decreto Caivano.
il VII Rapporto di Antigone sulla giustizia minorile e gli Istituti penali per minorenni ci dice che, all’inizio del 2024 erano circa 500 i detenuti nelle carceri minorili italiane: da oltre dieci anni che non si raggiungeva una simile cifra, e che gli ingressi negli IPM, Istituti penali minorili, sono in netto aumento; se sono stati 835 nel 2021, ne abbiamo avuti 1.143 nel 2023, la cifra più alta almeno negli ultimi quindici anni; inoltre i ragazzi in IPM in misura cautelare erano 340 nel gennaio 2024, mentre erano 243 un anno prima.
Gli istituti minorili diventano così, grazie al Governo, una vera e propria bomba sociale, che fa male innanzitutto ai ragazzi e al fine rieducativo che a maggior ragione negli istituti minorili dovrebbe essere la prima priorità.
La strategia securitaria della destra al Governo sta fallendo davanti ai nostri occhi.
Domani conferenza stampa con Braga, Guerra, Scotto, Simiani e Vaccari
Mercoledì 10 luglio alle ore 12 presso la Sala Berlinguer della Camera dei Deputati si terrà una conferenza stampa del Gruppo parlamentare del Pd in cui sarà presentato il pacchetto di modifiche dem al decreto agricoltura all’esame di Montecitorio. Parteciperanno la presidente delle deputate e dei deputati democratici, Chiara Braga, i capogruppo in commissione Agricoltura, Ambiente e Lavoro, Stefano Vaccari, Marco Simiani e Arturo Scotto, e la responsabile economia del Pd, Maria Cecilia Guerra. “Il governo sta trascurando un settore strategico con interventi ‘alla giornata’: chiediamo strategie di medio e lungo periodo lontane da mancette senza senso che durano lo spazio di una notte. Il nostro pacchetto di emendamenti serve a migliorare il decreto e a dare risposte concrete a partire dal tema del caporalato che continua ad essere una vera emergenza nazionale a cui il governo non sta dando risposte”. “E poi le gravi criticità del settore - sottolinea Vaccari – dalla crisi idrica, alla peste suina, al giusto prezzo del cibo e alle emergenze conseguenza dei mutamenti climatici”.
Per l’ingresso della stampa da Via Uffici del Vicario 21 è necessario inviare un accredito all’indirizzo pd.ufficiostampa@camera.it entro le ore 19 di oggi.
Ddl Casellati non dovrebbe essere discusso prima di conoscere proposta governo
“La nuova architettura istituzionale del premierato si fonda sulla riforma della legge elettorale che, per la prima volta nella storia repubblicana, entra, di fatto, in Costituzione. Oggi Tajani parla del modello utilizzato per l’elezione dei presidente di Regioni ma la verità è che la maggioranza va in ordine sparso su questo tema. L’abbiamo detto nel giorno in cui il premierato è stato incardinato alla Camera, per noi, non ha senso affrontare la riforma, su cui siamo fermamente contrari, prima di conoscere qual è il modello elettorale associato. La Camera deve essere messa nelle condizioni di poter esaminare nel merito tutti gli effetti della riforma sulla nostra architettura istituzionale” così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè commenta quanto dichiarato da Antonio Tajani durante la sua relazione al Consiglio nazionale di Forza Italia.