“Questo decreto è il primo atto legislativo del nuovo governo di destra. E’ il biglietto da visita che ci dice quali sono le sue priorità. E’ legittimo cancellare dal ministero delle Infrastrutture e i trasporti, proprio la mobilità sostenibile. Certo sorge il dubbio che della mobilità sostenibile interessi poco. Dubbio fondato visto l’azzeramento delle risorse per il fondo per le piste ciclabili in Legge di bilancio. E’ legittimo cancellare il nome di transizione ecologica dal ministero dell’Ambiente, ma si abbia il coraggio di dire chiaramente che si leva il nome transizione ecologica perché non ci si vuole occupare di transizione ecologica. Quello che ci preoccupa è che possa essere la porta per smontare il Pnrr che prevede il 40% di risorse per progetti sulla rivoluzione verde. Non vi permetteremo di sabotare un piano di investimenti straordinario. Il Pnrr non va rinegoziato, va attuato”.
Così Simona Bonafè, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula per esprimere il voto contrario sul Dl Ministeri.
“Avete voluto chiamare il ministero dello Sviluppo economico - ha aggiunto - ministero delle Imprese e del Made in Italy senza però prevedere in Legge di bilancio il rifinanziamento dei fondi come Industria 4.0 e Sabatini, che potrebbero davvero sostenere la competitività delle nostre imprese all’estero. E potrei continuare con Agricoltura e sovranità. E arriviamo al ministero dell’Istruzione e del merito. Il Pd non è contrario al merito. Parlare del merito nella scuola dell’obbligo non può però essere disgiunto dal riaffermare il tema delle uguaglianze di opportunità. Ma Il merito si calcola dopo che si è adempiuto alla responsabilità repubblicana di rimuovere gli ostacoli, con soldi per le borse di studio, sostegno ai costi universitari per i meritevoli, libri gratuiti, alloggi, compensazione del gap informatico delle famiglie più povere. Quando avrete fatto tutte queste cose potrete premiare e valorizzare il merito. Ma tutto questo nella Legge di bilancio non c’è. Avete vinto le elezioni, avete una maggioranza chiara per governare. Noi voteremo contro - ha concluso - e sappiate che continueremo ad essere vigili perché nessuna maggioranza può far tornare indietro il nostro Paese”.
“L’Europa sta investendo da tempo nella transizione ecologica: l’unico modello di sviluppo capace di coniugare crescita produttiva e benessere sociale, salvaguardia dell’ambiente ed occupazione, tutela delle risorse e produzione energetica rinnovabile. Esponenti dell’attuale governo e della maggioranza hanno già negato in passato l'emergenza climatica e denigrato la green economy, cambiare quindi nome al ministero non è soltanto una pessima scelta dal punto di vista simbolico, ma rischia quindi di essere il primo passo verso politiche ambientali retrograde”: è quanto dichiara Simona Bonafè, vice presidente del deputati Pd, sulla scelta del governo Meloni di cambiare nome, attraverso il Decreto Ministeri, al dicastero della Transizione ecologica.
“Quello che più ci preoccupa, in questa direzione, è infatti che questo possa essere l’espediente per smontare il Piano nazionale di riprese e resilienza, perché sappiamo bene tutti che il 40 per cento delle risorse del Pnrr deve essere obbligatoriamente destinato a progetti e processi di transizione ecologica nelle sue varie declinazioni”: conclude Simona Bonafè.
“Per il Pd è fondamentale chiedere al Governo di ritirare l’emendamento al Senato sulla proroga del decreto sull’Ucraina del marzo scorso, un emendamento fatto al decreto Calabria che nulla c’entra con il tema dell’aggressione russa all’Ucraina.
Ci sono due questioni importanti: una di merito e una di metodo.
Quanto alla prima, quella di merito, noi siamo a sostegno da sempre dell’Ucraina, in tutte le forme, rispetto all’attuale scenario bellico.
Sulla questione di metodo penso che non si possa e non si debba, attraverso un emendamento ad un decreto che nulla c’entra con la questione ucraina, parlare della vicenda ucraina.
Già a giugno avevamo fatto una risoluzione dove si chiedeva di coinvolgere il Parlamento. E penso che questo sia un tema talmente importante
che va trattato attraverso un provvedimento ad hoc.
Quindi chiediamo al Governo di ritirare quell’emendamento”. Lo ha detto in Aula Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, in premessa dell’illustrazione della mozione del Pd sul conflitto russo-ucraino.
“Il nuovo governo deve affrontare il tema del conflitto in Ucraina con chiarezza, senza ambiguità e senza scorciatoie. Non si può pensare di presentare la proroga degli aiuti all’Ucraina con un emendamento dei relatori, e non del governo, a un decreto con tutt’altro oggetto (il cosiddetto decreto Calabria). Quell’emendamento deve essere ritirato. E deve essere seguita la linea inaugurata nel marzo scorso. Quella di uno specifico decreto, previo indirizzo delle Camere, seguito poi da successivi passaggi parlamentari di informativa con i ministri competenti almeno ogni tre mesi, come da noi chiesto ed ottenuto nel decreto del marzo scorso. Il Partito Democratico ha sostenuto da subito la scelta di sostenere con tutte le forme di assistenza necessarie l’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa e continuerà a farlo anche per il 2023. Ma è irrinunciabile l’esigenza che il Parlamento si confronti su un provvedimento specifico e che una decisione così importante non venga presa con un emendamento frettoloso ed estemporaneo”. Lo dichiara la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani.
Il Governo non ha previsto del dl aiuti quater nessun intervento per la sanità. Nelle proposte della legge di bilancio per il 2023 le risorse previste per reggere al caro energia e ai costi del Covid sono di 2 miliardi. Ne servirebbero almeno altri 4 ,come come chiesto da tutte le Regioni. Il Fondo per la Sanità diminuisce nei fatti e non sono previste risorse per i prossimi anni per assumere personale medico e infermieristico e per aumenti adeguati delle loro retribuzioni: così li ringrazia la destra per il loro impegno nella pandemia. Per questo con il collega Virginio Merola e con i militanti del PD oggi abbiamo volantinato davanti all'Ospedale Maggiore a Bologna. Per informare i cittadini e per chiedere il loro sostegno per la battaglia che vogliamo mettere in campo in Parlamento per chiedere più risorse per la salute.
Così, Andrea De Maria, deputato Pd
Con un’interrogazione alla Camera indirizzata al ministro dell’Economia, Giorgetti, il deputato del Partito Democratico, Luciano D’Alfonso, interviene sul caso della tassazione degli extraprofitti per gli Enti Pubblici territoriali proprietari di impianti di produzione di energia verde.
In queste settimane migliaia di comuni stanno ricevendo dalla Gse le fatture con scadenza 31 ottobre 2022 per il pagamento delle somme dovute a seguito della applicazione retroattiva del meccanismo di “compensazione a due vie” sul prezzo dell’energia elettrica, come previsto dall’art. 15 bis del Decreto-legge 27 gennaio 2022 n. 4, c.d. DL Sostegni-Ter.
“E’ inaccettabile - commenta Luciano D’Alfonso - che vengano tassate somme che finanziano gran parte dei servizi erogati dall’Ente alla Comunità locale. L’applicazione di tale compensazione porta inevitabilmente a degli squilibri finanziari pesantissimi per i bilanci comunali”.
“La base morale di una tassa sull’extraprofitto - si legge nel testo dell’interrogazione - non è rinvenibile se si è in presenza di risorse aggiuntive che i Comuni italiani riversano in Servizi essenziali sulle comunità locali di riferimento, che per natura stessa assolvono ad una funzione redistributiva”.
“Mi unisco all’appello lanciato dall’Anci - conclude il deputato dem - affinché questa norma venga rivista per tutti gli Enti Pubblici territoriali con particolare riguardo per le autonomie locali e chiedo al ministro e al governo di far fronte agli effetti distorsivi degli equilibri finanziari dovuti al caro energia per gli Enti pubblici, sempre più afflitti da una crisi di liquidità aggravata da due ‘rotture di civiltà’ come la pandemia e la guerra in Ucraina”.
“Nella riunione degli uffici di presidenza dei gruppi del Partito Democratico di Camera e Senato abbiamo condiviso una posizione chiara e forte sulla bozza del Ddl Calderoli sulla autonomia differenziata, che non rispetta lo spirito e i principi indicati in Costituzione. La nostra idea di autonomia, di cui abbiamo indicato con grande chiarezza priorità e percorsi istituzionali, è l'occasione per promuovere l'unità nazionale e per rafforzare l'efficacia della azione amministrativa. Un’idea pienamente in sintonia con gli orientamenti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna”.
Così Andrea De Maria, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
"Contante a 5mila euro e annunciato condono fiscale sono regali agli evasori. Le trivellazioni perfino in aree marine protette mettono a repentaglio l’ecosistema per quantità di gas irrisorie. Un governo per interessi di pochi a discapito delle esigenze di molti".
Lo scrive sui social Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
“Dopo una Nadef completamente priva di ogni contenuto, il governo vara un decreto assolutamente insufficiente a coprire i bisogni del Paese in un momento di gravissima crisi. Lì dove servivano risposte chiare, ci siamo scontrati con il silenzio del governo o con soluzioni del tutto ipotetiche, quasi come se la destra avesse bisogno di sondare il terreno per paura di far danno. Mi riferisco soprattutto al Superbonus, dove i rischi paventati dall’Ance sono più che reali: sui crediti incagliati non è stata messa in campo nemmeno un’idea di lavoro, mentre sul bonus si colpiscono come al solito le fasce più deboli.”
Lo dichiara il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Montecitorio.
“Nel frattempo, però - conclude Pagano - si è trovato tempo e modo di introdurre una misura utile solo a favorire evasione e circolazione illegale di denaro grazie all’innalzamento del tetto per l’uso del contante a 5000 euro. Come pure, nonostante le tantissime voci contrarie che si sono levate in questi giorni, il governo ha voluto insistere con le trivellazioni nell’Adriatico. Un intervento che non solo non avrà alcun effetto benefico nell’attenuazione del prezzo delle bollette energetiche, ma che creerà danni irreparabili all’ambiente e al potenziale turistico delle nostre coste. Insomma, il tesoretto che abbiamo lasciato in eredità alla destra, a parte prorogare le misure già messe in campo dal governo Draghi, è stato malamente sperperato in misure inutili ad alleviare il peso dei rincari e in alcuni casi controproducenti. Se questo è l’antipasto della manovra che ci aspetta, siamo pronti a portare avanti un’opposizione inflessibile per difendere gli interessi dei cittadini.”
Dal governo Meloni un alto tasso di confusione, litigiosità e poca concretezza. Un pasticcio sul superbonus che rischia di mettere in crisi le imprese e colpisce le fasce più deboli. Un favore agli evasori e un incentivo al riciclaggio con l'aumento del tetto al contante e idee discordanti sulle trivelle. Insomma, un decreto non solo inutile, ma dannoso.
Lo afferma Stefano Graziano, capogruppo PD in commissione Difesa della Camera.
“Il DL Aiuti quater è un provvedimento deludente. Nulla di concreto per chi oggi ha davvero bisogno, per i soggetti e le categorie più fragili e in difficoltà. Solo misure pasticciate, inefficaci e pericolose, su cui peraltro la maggioranza è già fortemente divisa. Pensiamo all'aumento del tetto al contante, al blocco anticipato del superbonus 110% senza che ci siano soluzioni necessarie per sbloccare il problema della liquidità per le imprese, alla decisione sulle trivellazioni, contestata da esponenti stessi della Lega. Nell'esame del Decreto Aiuti ter avevamo fatto varie proposte emendative per rafforzare i sostegni a famiglie, enti locali, terzo settore e aziende rispetto al caro energia e al costo delle bollette, ma niente. Solo un “vuoto” che si aggiunge alle misure propagandistiche e pericolose adottate finora: come il reintegro dei medici no vax, la norma anti rave, illiberale e incostituzionale, e -come se non bastasse- le figuracce sul tema migranti. Insomma, i primi passi del governo si confermano drammatici e imbarazzanti”. Così Piero De Luca, vicepresidente Partito democratico alla Camera intervenendo stamattina su SkyTg24.
"In fase di approvazione del decreto Aiuti ter, è stato accolto un mio ordine del giorno che impegna il governo, in uno dei prossimi provvedimenti, ad implementare il fondo finalizzato al mantenimento delle scuole elementari parificate e alla realizzazione del sistema prescolastico integrato, al fine di comprendere anche le scuole degli enti locali che, dalla lettura della norma, sembrano restare escluse dal contributo. Inoltre, l'ordine del giorno impegna l'esecutivo ad adottare, in tempi brevi, iniziative urgenti volte a reperire risorse adeguate per consentire alle scuole dell’infanzia paritarie la possibilità di fronteggiare l’aumento dei costi energetici e di evitare così l’interruzione dei servizi offerti o la chiusura definitiva, altrimenti inevitabili. Mi auguro che l'esecutivo dia corso all'impegno preso, in linea, del resto, con le promesse fatte in campagna elettorale. Aspettiamo il governo alla prova dei fatti". Lo dichiara in un nota la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura e responsabile scuola del Partito Democratico.
“Il centrodestra ha respinto nuovamente in Aula l’emendamento Pd che avrebbe dimezzato le bollette per cittadini ed imprese dei comuni geotermici. Evidentemente per la maggioranza e il governo Meloni questi territori, spesso marginali e svantaggiati, non devono essere sostenuti in un momento di crisi come quella attuale, nonostante producano una fonte pulita e rinnovabile utilizzata da vasti bacini di utenza contigui”, così Marco Simiani, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente e primo firmatario della proposta emendativa al decreto Aiuti Ter respinto oggi dall’Aula di Montecitorio, dopo essere già stata bocciata nei giorni scorsi dalla Commissione Speciale.
“Riproporremo questo emendamento nei prossimi provvedimenti a partire dalla legge di Bilancio. Siamo convinti che le comunità geotermiche non debbano essere penalizzate e invitiamo maggioranza e governo ad una maggiore attenzione verso le aziende ed i cittadini che hanno reali difficoltà a sostenere i rincari energetici”, conclude Marco Simiani.
Dichiarazione di Ilenia Malavasi, deputata Pd
“Va benissimo sostenere imprese e famiglie, ma nel frattempo non possiamo permettere che chiudano i servizi pubblici importanti. A novembre la fiscalità locale non si può cambiare, le entrate sono già certe. Davvero una scelta che giudico grave e pericolosa.” Così la deputata del Partito Democratico Ilenia Malavasi intervenendo in Aula sul decreto aiuti-ter. “I comuni – ha proseguito Malavasi- costituiscono l'asse portante del nostro Paese, tutti, indipendentemente dalla loro dimensione. Quasi 8 mila comuni italiani e quasi 110 province erogano quotidianamente servizi pubblici essenziali, fondamentali per garantire qualità della vita ai nostri cittadini, servizi alla persona, assistenza agli anziani, sostegno alle tante fragilità sociali: scuole, terzo settore, case protette, servizi culturali, sport, solo per fare qualche esempio.” “E i ristori finora decisi a favore dei comuni- ha proseguito la parlamentare Dem- coprono circa il 55 per cento dei costi sostenuti annualmente in condizioni di normalità. Noi del Pd – ha aggiunto- abbiamo presentato emendamenti precisi, proprio per garantire la chiusura dei bilanci del 2022 e per programmare con risorse certe il bilancio del 2023, almeno il primo semestre. Ma abbiamo trovato un muro di gomma. Solo dei no. E a tutti questi no se ne sono poi aggiunti altri: non ci sono maggiori risorse per il terzo settore, così come non ci sono maggiori risorse per gli enti di formazione professionale, che hanno chiesto aiuto per il caro bollette. Ricordo che questi enti erogano un pezzo importante del diritto allo studio per i nostri ragazzi. Ma non ci arrendiamo. Chiederemo al Governo di stanziare, nella prossima legge di Bilancio, le risorse necessarie, aprendo subito un'interlocuzione con ANCI e con UPI, oltre che con le regioni, per creare quelle condizioni di stabilità necessarie al Paese.
“Il mondo dello sport è un generatore di benessere, di senso civico, di qualità della vita e anche di economia. Lo sport e la cultura del movimento hanno un impatto sull'economia. E’ stato identificato in 24,5 miliardi di euro, equivalente all'1,37% del Pil il contributo allo sport del Paese nell'anno 2019, ovvero l'ultimo anno di un mondo che per lo sport non esiste più. Queste premesse sono necessarie per esprimere con chiarezza la preoccupazione mia e quella del Partito Democratico per l’insufficiente intervento di sostegno al mondo dello sport contenuto nel decreto Aiuti Ter. La somma di 50 milioni prevista nell'articolo 7 quale contributo a fondo perduto per associazioni, società sportive dilettantistiche, federazioni, enti di promozione sportiva e gestori di impianti sportivi e natatori è drammaticamente insufficiente. Un altro brutto segnale, dopo il Pnrr, che poteva essere un'occasione imperdibile per il rilancio del mondo dello sport e chi invece ha destinato soltanto 700 milioni, oltre 300 milioni per l'impiantistica scolastica. Lo 0,45% del totale, una cifra non congruente, a fronte di quell'1,37% di impatto sul Pil. Bastava una calcolatrice e si sarebbe capito facilmente che sarebbe stato giusto destinare allo sport almeno il triplo di quello che è stato deciso. Il Partito Democratico lo chiedeva allora e lo continua a chiedere oggi. Ristori, Pnrr, decreti di aiuti, compreso quello che siamo chiamati a votare oggi, non sono sufficienti per aiutare un comparto in enorme difficoltà. Lo dico con amarezza e senza ambiguità”.
Lo ha dichiarato nel suo intervento in discussione generale sul decreto Aiuti ter, il deputato dem Mauro Berruto, della commissione Cultura e responsabile Sport del Partito Democratico.
“Il Partito Democratico – ha aggiunto Berruto – ha presentato un emendamento per aumentare la cifra destinata articolo 7, che non è stato recepito, ne prendiamo atto, ricordando ancora una volta lo stato agonizzante in cui versano le società di gestione degli impianti sportivi e le società di gestione degli impianti natatori. Oltre a sostegno più robusto, occorre pensare ad un impegno strutturale che passa attraverso la proposta di linee guida nazionali per supportare e riscrivere, viste le incredibilmente diverse condizioni di mercato, i rapporti concessivi relativi ai contratti esistenti di gestione degli impianti comunali. Lo chiedono i gestori, lo chiedono le amministrazioni comunali, lo chiedono gli utenti di quegli impianti”.
“Il decreto legislativo 36 del 2021, pubblicato mercoledì 2 novembre sulla Gazzetta Ufficiale – ha concluso Berruto - ha finalmente normato il lavoro sportivo superando una serie infinita e storica di incredibili ingiustizie e disparità di status, di genere, di diritti, di tutele di centinaia di migliaia di lavoratori sportivi. Tira, tuttavia, una brutta aria da parte di alcuni centri di interesse, che vogliono per usare una metafora sportiva, calciare la palla in tribuna, chiedendo al governo di rimandare l’entrata in vigore di questa legge, prevista per il 1° gennaio 2023, paventando un’insostenibilità dei costi del lavoro da parte delle associazioni che è smentita dai fatti! Chiedo di riconoscere identità e dignità a tutti coloro che, ogni giorno, mettono lo sport al centro della propria vita o del proprio lavoro generando valore per il Paese: perché se uno sportivo su mille diventerà campione olimpico, la nostra società ha un enorme bisogno di quello che lo sport può insegnare ai novecentonovantanove che campioni non diventeranno mai. Chiedo allora al governo e al ministro Abodi, di tenere in vita questo motore virtuoso del Paese e di riconoscere allo sport il valore di bene essenziale per il Paese”.