“In 48h due provvedimenti che seviziano la dignità di un Paese che ha dato i natali a Cesare Beccaria e a Maria Montessori: prima il "dl sicurezza", uno dei più feroci di questo esecutivo, oggi l'inizio della discussione emendativa sulla riforma Valditara della scuola che si fonda sullo strumento del voto in condotta come una scimitarra per poter punire, bocciare, marginalizzare. Questa scelta non porta con sé nessun obiettivo di natura educativa, solo la volontà di addestrare all'obbedienza e di punire, punire, punire. Il Partito Democratico crede nell'amore per l'educazione, crede nell'unicità degli insegnanti e degli studenti, non nel distopico tentativo di imporre loro una certa visione, grigia e pericolosa, di mondo”. Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto.
“Oggi in Commissione Lavoro della Camera il Governo ha respinto gli emendamenti sul lavoro portuale che abbiamo presentato per il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure professionali operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti. Stiamo sollecitando lo sblocco di questo ultimo provvedimento, che non comporterebbe risorse aggiuntive, dall'insediamento del governo che non da' alcuna risposta. E così, nonostante tanti proclami di riforme annunciate e mai attuate e privatizzazione dei porti per fare cassa, nonostante i commissariamenti nelle Autorità di sistema che non consentono una piena operatività, nonostante il rischio di parcellizzazione e indebolimento che porterà l'autonomia differenziata, l'unica cosa reale è la mancanza di azioni concrete a sostegno della portualità e dei suoi lavoratori” così la vicepresidente del Gruppo PD alla Camera e componente della Commissione Trasporti, Valentina Ghio, prima firmataria degli emendamenti sul lavoro portuale.
“Un'immagine conta più di mille parole e l'immagine della prima vittoria della nostra nazionale di pallavolo femminile alle Olimpiadi, accompagnata a tanti altri podi e gare olimpiche e paraolimpiche è la rappresentazione di un'Italia migliore, aperta dove non ci sono differenze. Questa Italia è anche in ogni settore giovanile sportivo e nelle scuole dove ragazzi e ragazze hanno colore della pelle, religione, provenienza geografica differenti. Perché questi ragazzi che vivono e studiano in Italia non sono italiani?”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Berruto intervenendo in Aula di Montecitorio sul ddl Sicurezza
“Il Pd – continua Berruto - propone un emendamento al ddl Sicurezza proprio sullo ius scholae: il completamento di un ciclo scolastico di 5 anni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Lo ius scholae è una promessa di speranza, una risposta ai ragazzi al loro desiderio di appartenere, la possibilità di essere riconosciuti per quello che i realtà già sono: italiani nella mente, nel cuore e nella cultura”. “La maggioranza voti questo emendamento pensando di spiegare questo voto ai propri figli e nipoti con coerenza”, conclude Berruto.
“Esprimo un giudizio positivo sull’impegno che si è assunto il governo di favorire l’accesso dei detenuti all’attività sportiva, in linea con il dettato costituzionale, soprattutto perché è provato che l’attività sportiva migliora il benessere e allo stesso tempo i parametri di vivibilità e sostenibilità della condizione carceraria, con una diminuzione del numero dei suicidi. Lo dicono, le statistiche, lo dice la scienza e lo dico anche io, per esperienza, avendo 'allenato' molti anni fa, quando ero coach in serie A di pallavolo, un gruppo di detenuti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglion delle Stiviere (Mn), che aveva dimostrato, dopo un progetto di sei mesi, una clamorosa diminuzione delle terapie farmacologiche a cui quei detenuti erano sottoposti”.
Così il deputato democratico e responsabile Sport del Pd, Mauro Berruto, esprimendo soddisfazione per il parere positivo del governo al suo Odg.
“Il decreto legge sulle materie prime critiche approvato dalla Camera dei Deputati in prima lettura è un pasticcio politico e costituzionale.” È molto duro il giudizio del deputato dem della commissione bilancio Silvio Lai sul decreto legge che raccoglie il regolamento europeo sulle materie prime critiche e strategiche. “Lo scopo del regolamento europeo di cui questo decreto dovrebbe applicare le norme e i principi è quello di ridurre la dipendenza dell’Europa per l’approvvigionamento di materie prime necessarie per la transizione ecologica e digitale, ma come al solito il nostro Paese si distingue per fare male e copiare peggio.”
“Il regolamento europeo da grande priorità all’economia circolare, al riciclo di materiali provenienti da scarti minerari o tecnologici mentre nel testo italiano prevale la libertà di scempio del territorio, sottraendo competenze e funzioni a province, in campo ambientale, e alle regioni per le responsabilità minerarie di ricerca ed estrazione” prosegue Lai. “Le Regioni, di contro, con l’istituzione di un punto unico di contatto, PUC, sono lasciati ai margini durante la fase dei titoli abilitativi. Persino il piano nazionale delle estrazioni, della durata di 5 anni non sarà sottoposto alla valutazione vincolante delle Regioni, un vero abuso istituzionale.”
“Il solito Governo Meloni che da mano libera senza controlli allo sfruttamento del territorio e dell’ambiente e che mostra due facce, quella che approva l’autonomia differenziata con 23 materie statali, compresa la produzione e il trasporto di energia, e dall’altra sottrae funzioni di governo del territorio già in capo alle Regioni. Questa è una norma che va oltre gli indirizzi europei le cui norme sfidano la costituzionalità, e per le quali le Regioni non potranno che appellarsi alla Suprema Corte”.
"Il provvedimento in esame poteva essere lo strumento per risolvere molti problemi ed invece è l’ennesimo spot di Salvini, un carrozzone vuoto del Governo Meloni. Non risolve alcuna delle priorità del Paese. Un decreto che in realtà si è via via tramutato in un vero e proprio assalto alla diligenza per ottenere risorse per alcuni territori vicini alla destra. Da questo punto di vista, abbiamo potuto misurare bene il nervosismo di una maggioranza dove la Lega l’ha fatta da padrona, mettendo sia FdI che Forza Italia all’angolo e razziando il massimo delle risorse possibili per i propri interessi di bottega. Il Pd aveva presentato moltissimi emendamenti che riguardavano le carenze infrastrutturali ed il trasporto pubblico locale di tutta Italia; come ad esempio la Tirrenica per il Lazio e la Toscana ed in particolare il primo lotto già cantierabile; il rafforzamento per l’autorità di Bacino del Po; l’interporto di Termini Imerese; finanziamento per il fondo nazionale del trasporto pubblico locale; risorse aggiuntive per le metropolitane di Roma; maggiori finanziamenti per il trasporto aereo della Sicilia; nuove risorse per i collegamenti insulari e la ristorazione del carcere di Sollecciano. Nessuno di questi emendamenti che avrebbero aiutato e migliorato i trasporti in Italia è stato approvato. Nel mentre il Governo Meloni fa cassa sui pedaggi autostradali; il piano Mattei rimane una scatola vuota e anzi si fa cassa sul fondo clima; il Ponte sullo Stretto, dopo lo stop della commissione VIA che ha emanato 239 prescrizioni, ha deciso di procedere per fasi costruttive mettendo a rischio tutto il territorio dello stretto di Messina. Un vero e proprio flop". Lo ha detto in Aula Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, dichiarando il voto contrario del gruppo Pd al dl Infrastrutture.
“Con questo decreto si passa da un’idea di ‘contratto di programma’ a quello di un infinito programma di contratti tra pezzi di Paese, di Istituzioni, di maggioranza, che contrattano con il governo. Un metodo che riteniamo sbagliato per gli interessi dell’Italia. Non possiamo fare finta di nulla sull’emergenza trasporti che stanno vivendo milioni di cittadini italiani, lavoratori, pendolari, famiglie, turisti. Non abbiamo tutti la fortuna del ministro Salvini. Non tutti siamo capaci di prendere in tempo l’unico aereo quando tutti gli atri non decollano. Siamo in una emergenza continua e non possiamo sempre sentirci rispondere con gli alibi dell’incidente, del bug, c’è un problema molto più grave e profondo. Noi non abbiamo fatto polemiche strumentali. Abbiamo chiesto al ministro Salvini di venire e riferire in Parlamento, ad esempio sul vergognoso blocco della linea Sapri-Battipaglia che ha diviso in due il Paese. Ma se l’opposizione chiede un confronto per risolvere i problemi, il governo non può scappare dalla realtà. Se c’era un decreto utile e urgente era quello per intervenire sulla straordinaria crisi del trasporto pubblico. Lo scorso 18 luglio c’è stato uno sciopero di quattro ore e tutte le sigle sindacali hanno indicato per il 9 settembre un nuovo sciopero di otto ore per il rinnovo di tutti i contratti degli autoferrotranviari. Ma mentre l’Europa va nella direzione di investire di più nel trasporto pubblico locale per garantire un servizio sempre più efficiente e rispettoso dell’ambiente, noi stiamo invece scivolando nel Far West di una mobilità ogni giorno più insostenibile”.
Così il deputato democratico e vicepresidente della commissione Trasporti, Andrea Casu, intervenendo in discussione generale sul Dl Infrastrutture.
“Si tratta dell’ennesimo decreto legge da convertire in fretta e furia. Uno strumento normativo sbagliato, che calpesta questo Parlamento, senza che vi sia alcuna traccia dei requisiti di necessità e urgenza.
Eppure anche questa volta verrà posta la questione di fiducia. E’ un testo minestrone dove c’è di tutto. Certo infrastrutture, commissari, Ponte sullo Stretto, bonifiche, ma anche cose che non c’entrano nulla: sport, modifiche al codice di procedura penale, ma anche soldi del Fondo Italiano per il Clima che vengono reindirizzati sul Piano Mattei, la famosa scatola vuota che si sta riempiendo di ambiguità e confusione. Ma una delle cose più gravi presenti in questo decreto sono le deroghe per procedere, in barba ad ogni principio di trasparenza, di democrazia, ma anche di buon senso e logica, nell’avanzamento dello scandaloso Ponte sullo Stretto”.
Così la deputata democratica Eleonora Evi, intervenendo in discussione generale nell’Aula di Montecitorio sul Decreto Infrastrutture.
“L'ennesimo decreto omnibus fatto di misure emergenziali, parziali, senza la possibilità di avere un confronto con l'opposizione e con i soggetti auditi: un calderone di ideologia, di nostalgia e di punizione. Un testo pieno di ingiustizie per il mondo scolastico e universitario: in particolare il nulla per l'inclusione degli studenti con background migratorio, il 67% nati in Italia, che per noi sono e restano italiani”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Berruto intervenendo in Aula per ribadire il no del Pd alla fiducia posta dal governo sul Dl Sport-Scuola.
“Per lo sport – continua Berruto - ci troviamo davanti a un decreto horror di bullismo istituzionale: permettete a qualche presidente federale di occupare la stessa poltrona ininterrottamente da quando il conio stampava ancora le lire sanando una faida all'interno del Coni. Con l'istituzione di una commissione di nomina politica a giudicare i bilanci di società di calcio di serie A fra le quali ci sono quelle di proprietà di politici di maggioranza. Controllori e controllati che coincidono alla faccia della terzietà! Con l'emendamento Mulè avete fatto una retromarcia imbarazzante per il mondo del calcio dopo l'aut aut di Uefa e Fifa che avrebbe portato l'esclusione delle squadre italiane dalle competizioni europee e della candidatura dell'Italia ad ospitare l'Europeo del 2032. Per il Pd non è il portafoglio a determinare il comando nel calcio perché – citando il ct Bielsa – il calcio è proprietà popolare”.
“Commissionare l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa è sbagliato nella forma e nella sostanza, nel merito e nel metodo: nella forma perché di fatto si commissaria l’Ente senza alcuna motivazione di tipo organizzativo o contabile, ma paradossalmente perché si ritiene affidabile tanto da prevedere per esso funzioni ulteriori e più dettagliate; nella sostanza perché gli attuali vertici stavano portando avanti un lavoro prezioso riconosciuto da tutti. Nel metodo perché è stato attuato con l’ennesimo colpo di mano della destra in un provvedimento omnibus e nel merito perché con la nuova governance i progetti portati avanti fino ad oggi per l’aggiornamento e la sperimentazione della didattica rischiano adesso di venire vanificati, così come viene messo a rischio il carattere di garanzia ed autorevolezza necessario per indirizzare la didattica e lo sviluppo del sistema scolastico italiano. Grazie al governo Meloni al posto di un Ente indipendente e guidato da rigorosi principi scientifici, seppur vigilato dal ministero dell’Istruzione, ci ritroviamo un ‘comitato di amici’ del ministro Valditara. La Scuola italiana non merita questo trattamento, ma attenzione e rispetto”.
Lo dichiarano la vicepresidente dei deputati Pd e la capogruppo dem in commissione Istruzione, Simona Bonafé e Irene Manzi, sui contenuti del Decreto Sport e Scuola in discussione alla Camera.
“Assistiamo all'ennesimo voto di fiducia su un decreto omnibus che è stato addirittura peggiorato nel passaggio in Commissione. Un insieme di norme privo di organicità che contiene al suo interno disposizioni palesemente discriminatorie e ingiuste. Non sfugge a nessuno che creare un percorso parallelo e temporaneo di formazione dei docenti di sostegno, realizzato da INDIRE, è nei fatti una sanatoria che rischia di creare disparità di trattamento tra docenti. Si trasmette il messaggio sbagliato per cui una formazione seria, qualificata del docente di sostegno -organizzata dagli Atenei- abbia un valore secondario. Le criticità croniche e strutturali determinate dalla carenza di docenti di sostegno richiederebbero un intervento serio, a cominciare dal tema degli organici. L'ultimo piano pluriennale di immissione in ruolo di circa 25 mila docenti di sostegno è stato fatto nel 2020 per merito di un altro governo. Qui non c'è nulla sugli organici e sull’accelerazione delle procedure di riconoscimento dei titoli esteri. In materia di sport arrivate addirittura a prevedere che “più paghi più conti”. Questa è una colossale svalorizzazione del sistema nazionale d'istruzione". Lo dichiara la capogruppo dem in commissione istruzione Irene Manzi, dichiarando in Aula il voto contrario alla questione di fiducia posta dal governo sul Dl Sport-Scuola.
"Ma anche rispetto all’integrazione degli studenti con background migratorio -aggiunge- non avete tenuto conto delle molte buone esperienze didattiche che in tante scuole del nostro paese si sperimentano. Almeno è stato approvato un emendamento -frutto del lavoro di ANCI che ringraziamo- con cui si estendono anche agli studenti con deficit linguistici le azioni previste per i NAI (studenti neo arrivati in Italia)".
“Il ministero che ha il 'merito' nel suo nome – conclude Manzi - crea docenti di serie A e di serie B. Il governo delle ingiustizie non ha ascoltato i soggetti auditi, né accolto i nostri emendamenti a partire dal pre ruolo universitario e le misure per i docenti all'estero. Ha puntato invece a privilegiare una platea di sanati, impedendo ai vincitori del concorso dirigenti scolastici 2017 -oggi fuori regione- il diritto al rientro. Non c'è che dire un capolavoro".
"Garantite il regolare avvio ed il pieno svolgimento del prossimo anno scolastico per le tutte gli istituti che da tempo hanno gravi ed irrisolte criticità infrastrutturali": è quanto chiedono i deputati Pd Simona Bonafè e Marco Furfaro nel loro ordine del giorno presentato al Decreto sport e scuola attualmente in discussione a Montecitorio.
"E' evidente come siano necessari, per assicurare la regolarità e l’efficacia della didattica, plessi edilizi scolastici moderni e funzionali. Al contrario il regolare avvio e l’efficace svolgimento dell’anno scolastico potrebbero essere inficiati dalla presenza di infrastrutture fatiscenti o non adeguate. In questi contesto la situazione del Liceo scientifico di Pescia, in provincia di Pistoia, è emblematica. Da oltre due anni la sede è inagibile ed il polo scolastico, vera eccellenza del territorio, è stato costretto ad utilizzare sette immobili differenti (oggi per fortuna ridotti a cinque) per lo svolgimento delle lezioni; con disagi e problemi che tutti possiamo immaginare per studenti, famiglie e docenti. Chiediamo al Ministro Valditara di intervenire stanziando risorse certe e rapide per realizzare una nuova sede": conclude Simona Bonafè.
“Questo è un decreto omnibus che presenta tante criticità, con misure emergenziali e parziali. Gli interventi in materia di scuola sono confusi, emergenziali e senza alcuna visione. Noi avevamo presentato un pacchetto articolato di proposte sul percorso di formazione dei docenti di sostegno, la continuità didattica per gli alunni disabili e l’integrazione degli studenti con background migratorio. La risposta è stata praticamente sempre negativa”. Lo dichiara la deputata dem Sara Ferrari intervenendo in Aula sul Decreto legge sport e sostegno didattico alunni con disabilità.
"Sul sostegno - continua Ferrari - chiedevamo di superare il 'percorso parallelo' temporaneo che qui viene affidato a INDIRE contemporaneamente al suo commissariamento, puntando invece sul potenziamento del TFA e sul lavoro svolto dalle università. Abbiamo proposto strumenti per incrementare l’offerta formativa dei percorsi esistenti, senza abbassare gli standard attuali: per superare la precarietà endemica e per rendere la continuità didattica davvero esigibile è necessario stabilizzare i posti in deroga, favorendo l’accesso ai corsi di formazione e adeguandoli al fabbisogno regionale. Per l’accoglienza degli stranieri avevamo chiesto di rivedere il limite del 20% per assegnare un docente di italiano L2, assicurando interventi stabili in orario scolastico. Siamo riusciti ad ottenere l’approvazione un emendamento - frutto del lavoro di ANCI - con cui si estendono anche agli studenti con deficit linguistici le azioni previste per gli studenti neo arrivati in Italia". “Purtroppo, questo non è il Ministero del merito ma delle sanatorie: così i vincitori del concorso per dirigenti scolastici del 2017, nell’atteso rientro nelle proprie regioni, verranno superati da coloro che sono stati sanati grazie ai provvedimenti del governo Meloni. Infine il dl proroga ancora il precariato dei ricercatori universitari, anziché applicare la legge sul pre ruolo. Alla scuola italiana non servono misure spot, demagogiche e populiste, che generano confusione invece che risolvere i problemi. L’esatto contrario di ciò che sta facendo il governo”. Così conclude Ferrari.
“Il Pd ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità sul dl Infrastrutture perché riteniamo che il disegno di legge non abbia i requisiti essenziali di necessità e di urgenza che giustificano il ricorso normativo al decreto legge, nulla di 'straordinario' ai sensi dell'articolo 76 della Costituzione. È un provvedimento miscellanea di interventi del tutto inadeguato allo status di decreto legge, mancando il nesso oggettivo o funzionale richiesto dalla Corte Costituzionale: le 6 ben distinte finalità, che coinvolgono 3 ministri differenti, sarebbero dovute essere l'oggetto di 6 distinte proposte di legge ordinarie”. Lo dichiara la deputata dem Sara Ferrari sulla questione di costituzionalità del disegno di legge omnibus sulle infrastrutture, gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport.
“Il decreto riguarda infrastrutture – continua Ferrari - investimenti, processo penale e tesseramento degli sportivi, si va dal ponte sullo Stretto di Messina al personale della Laguna di Venezia, dal finanziamento della Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli allo stoccaggio della CO2, dal polo di ingegneria di Genova al Piano Mattei in Africa, materie che non hanno alcuna coerenza e attinenza tra loro e quindi mancano del requisito costituzionale di omogeneità. Ma solo due tipologie di provvedimenti plurimi sono stati autorizzati alla decretazione dalla Corte costituzionale: quelli di carattere finanziario e quelli per la proroga dei termini legislativi. Non è questo il caso! Continua così da parte del governo un abnorme abuso dell'utilizzo dei decreti urgenti: il numero 66 in meno di due anni, che esautorano il Parlamento, eletto dal popolo per fare le leggi”.
Vogliono spaccare lo sport a favore delle società più ricche. Lotito il regista?
“Tanto tuonò che non piovve: l’emendamento Mulè sull’autonomia della Lega Calcio, di cui tanto si è parlato, è stato “accantonato”. Una vera dichiarazione di guerra da parte della Lega di SerieA nei confronti della FederCalcio, una sorta di autonomia differenziata, ma molto peggio, che ha destato l’attenzione della UEFA che minaccia l’esclusione dei club di SerieA dalle competizioni europee. Insomma, una dichiarazione di indipendenza clamorosamente pericolosa nel merito e sfacciata nel metodo: un emendamento a un decreto legge che si occupa tra l’altro di temi del tutto estranei. Ora l’emendamento va “ai box” chissà per uscirne con quale maquillage. Immaginiamo servirà prima di tutto un confronto interno a Forza Italia, nella cui squadra giocano il Sen. Lotito, proprietario di un club calcistico di serie A, ma anche il capogruppo alla Camera, l’On. Barelli, presidente di una importante federazione sportiva come la Federnuoto. Non invidiamo la posizione dell’On. Mulè la cui prima firma è su quell’emendamento, né quella del Min. Abodi, che da esperti di equilibrismo troveranno il modo di uscire dall’empasse. Abbiamo invece una certezza: il Partito Democratico denuncerà e si opporrà in tutte le sedi al più esplicito e clamoroso tentativo di spaccare lo sport italiano a favore delle società più ricche (e peraltro non esattamente esemplari e virtuose) a scapito di tutto il resto del mondo sportivo”. Così il deputato democratico, responsabile nazionale sport del PD, Mauro Berruto.