“Plauso all’approvazione della Legge Ricciardi: un passo avanti per gli italiani all’estero. Benefici immediati anche per i milioni di siciliani residenti nel mondo” così il deputato democratico, segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo, firmatario del progetto di legge, che ha aggiunto “Esprimiamo piena soddisfazione per l’approvazione all’unanimità alla Camera della Legge Ricciardi, ora in attesa del via libera definitivo da parte del Senato. Una riforma attesa da anni, che introduce misure concrete di alleggerimento fiscale per gli italiani residenti all’estero, recependo e confermando le proposte avanzate dal Partito Democratico in materia di IMU e TARI. Si tratta di un intervento che offre finalmente risposte concrete a chi vive all’estero ma mantiene un legame affettivo, familiare e patrimoniale con il proprio territorio d’origine. Una condizione molto diffusa in Sicilia che avrà pertanto ricadute positive e immediate anche per i tantissimi siciliani residenti nel mondo, spesso penalizzati da un carico fiscale non proporzionato all’effettivo utilizzo degli immobili”.
“Quella del governo Meloni è una manovra figlia di nessuno: improvvisata, scritta all’ultimo minuto per tenere insieme una maggioranza divisa e senza visione. È un provvedimento che si caratterizza soprattutto per ciò che non c’è: misure per la crescita, per il lavoro stabile, per i salari, per contrastare la povertà. Si regalano piccole mance a categorie diverse, ma senza una strategia complessiva”. Lo afferma la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito Democratico, in un’intervista diffusa sui canali social dei deputati dem.
“Sul fisco – aggiunge l’esponente Pd – il governo restituisce solo briciole dopo aver tolto 25 miliardi ai lavoratori dipendenti, e sul lavoro continua a ignorare la necessità di regole sulla rappresentanza e sulla contrattazione negli appalti. Sulle pensioni poi siamo di fronte a un vero arretramento: cancellata ‘Opzione donna’, bloccati i canali di pensione anticipata e dimenticati disoccupati, persone con disabilità e donne con carichi familiari. È un’impostazione che tradisce ogni promessa elettorale.”
“Anche sulla Sanità – conclude Guerra – le risorse sono del tutto insufficienti. La spesa cresce, ma i finanziamenti non tengono il passo: a pagare saranno ancora una volta i cittadini, con l’aumento delle addizionali regionali e l’impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza. E il tetto sulle assunzioni resta, condannando ospedali e servizi pubblici alla paralisi. È una manovra sbagliata nel metodo e nel merito, e a farne le spese saranno i più fragili”.
Promesse tradite: crescono tasse, età pensioni e lavoro povero
“Siamo alla quarta Manovra del Governo Meloni ma il bilancio, quello vero, è fallimentare: promesse elettorali disattese, famiglie e imprese lasciate sole, lavoro sempre più povero”: è quanto dichiara il deputato Dem e segretario Pd della Toscana, Emiliano Fossi sul provvedimento bollinato oggi, mercoledì 22 ottobre, dalla Ragioneria generale dello Stato.
“Giorgia Meloni aveva promesso meno tasse e più sostegni. Oggi la pressione fiscale è al 42,8 per cento del Pil, la più alta degli ultimi dieci anni. L’età pensionabile aumenta, ‘Opzione Donna’ viene cancellata e le donne continuano a essere penalizzate. È un governo che parla di famiglia, ma ignora che oltre 2,2 milioni di nuclei familiari vivono in povertà assoluta.”
“Con il governo della destra è cresciuto il lavoro precario, sottopagato e nei settori a bassa produttività: un lavoratore su dieci è povero, e tra le donne la quota supera il 25 per cento. Altro che rilancio dell’occupazione stabile. Dopo quattro anni di promesse mancate, la Premier non può più dare la colpa agli altri: i numeri certificano che ogni promessa è stata tradita. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un fisco più giusto, pensioni dignitose e lavoro stabile per tutti”: conclude.
La propaganda del governo Meloni si scontra con la realtà dei numeri.
“Il governo Meloni aveva promesso meno tasse, ma la realtà racconta un’Italia diversa da quella della propaganda. Oggi la pressione fiscale ha raggiunto un livello record, pari al 42,5%: italiane e italiani sono tra i più tassati d’Europa e, allo stesso tempo, tra i più poveri. Un cittadino su dieci vive in condizione di assoluta povertà, senza che l’esecutivo abbia introdotto misure concrete per sostenere chi fa più fatica. Nessun salario minimo, nessun aiuto per chi non riesce ad accedere alle cure, mentre la spesa sanitaria resta tra le più basse in Europa e sotto la media OCSE”.
Così Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione Bilancio, intervistata sui canali social dei deputati dem, che aggiunge: “Alla vigilia della legge di bilancio, ci auguriamo un cambio di rotta. Serve un Paese che metta al centro le persone, non che le lasci indietro”.
Sul tema della cosiddetta “pace fiscale”, l'esponente Pd è netta: “È indegno parlare di pace fiscale in un Paese in cui a pagare sono sempre i soliti, spesso senza ricevere in cambio servizi e diritti. Siamo alla quarta rottamazione: lo stesso viceministro Leo ha ammesso che questi strumenti sono stati utilizzati in modo furbesco da chi avrebbe potuto pagare e non lo ha fatto. Non serve l’ennesimo condono: serve che tutti paghino il dovuto e che si introduca una tassa sugli extraprofitti delle banche, per finanziare servizi e diritti a favore delle persone”.
“Questo non è un decreto fiscale: è un manifesto ideologico, pensato per premiare i furbi e penalizzare i contribuenti onesti”. Lo ha detto in Aula alla Camera, Claudio Stefanazzi, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Finanze, annunciando il voto contrario del Gruppo dem al cosiddetto Dl fiscale”.
“Si tratta – ha aggiunto l’esponente Pd - di un provvedimento minimo nell’impatto finanziario, appena 9,9 milioni nel 2025, ma massimo nell’ambiguità politica. Un maquillage normativo che introduce norme opache, condoni mascherati e nuove disparità. Non c’è alcuna volontà di costruire un fisco giusto, si coltivano invece relazioni clientelari e si moltiplicano le sanatorie per gli evasori. Nel decreto troviamo varie ‘perle’, tra cui l’apertura all’uso del contante per le spese all’estero, l’allargamento della flat tax, la possibilità di manipolare i valori fiscali con stime forfettarie, e la stretta sui controlli dell’Agenzia delle Entrate e con il nuovo ravvedimento speciale si consente di chiudere la propria posizione versando anche solo la prima rata, premiando chi evade”.
“Nel frattempo – ha concluso Stefanazzi – la pressione fiscale tocca il 50,6% e milioni di italiani rinunciano alle vacanze per mancanza di risorse. Questo decreto è l’ennesima occasione persa per una riforma vera: noi continueremo a batterci in Aula, nelle commissioni e nei territori per un fisco giusto, e a denunciare ogni misura che allontana l’Italia da un sistema equo e solidale. Il fisco non deve proteggere gli amici del governo, ma costruire una società più giusta. Ogni euro evaso è un euro in meno per asili, ospedali, diritti. L’equità non è un optional: è la base di una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e non sulla furbizia”.
“La nostra proposta: sistema equo e personalizzato, basta Flat Tax”
“Il governo Meloni, sul fisco, naviga a vista: poche idee, molto confuse e fortemente corporative. Con la proroga della delega fiscale, stanno di fatto ammettendo che le decisioni reali saranno rinviate, forse addirittura alla prossima legislatura. Nel frattempo, il sistema fiscale resta profondamente iniquo e sbilanciato contro lavoratori dipendenti e pensionati.”
Lo dichiara Virginio Merola, capogruppo del Partito Democratico in commissione Finanze alla Camera, l’indomani del via libera da parte della Camera della proroga alla delega fiscale.
“L’esecutivo – prosegue l’esponente dem – parla di riduzione delle tasse, ma si tratta di una menzogna. La pressione fiscale è aumentata, spinta dall’inflazione e dagli aumenti delle addizionali regionali e comunali, necessari per far fronte ai tagli. Le imposte sostitutive sono ormai numerose e penalizzano anche gli enti locali. Basta guardare le buste paga dei lavoratori per capire che la narrazione del governo non regge: la realtà è un’altra. La Flat Tax ha creato un sistema profondamente iniquo: a parità di reddito, cittadini diversi pagano tasse diverse, contraddicendo il principio di progressività previsto dalla Costituzione. Un lavoratore autonomo con reddito pari a 35.000 euro può pagare meno tasse rispetto a un lavoratore dipendente, ma perde in cambio tutte le detrazioni, tranne quelle previdenziali. Si tratta di un sistema che divide, favorisce le disuguaglianze e penalizza il lavoro subordinato”.
“La proposta del Partito Democratico – conclude Merola – è chiara: superare la distinzione artificiale tra lavoratori dipendenti e autonomi, spesso di fatto subordinati, e introdurre una tassazione IRPEF personalizzata sul reddito complessivo individuale. Si tratta di un modello adottato con successo in altri Paesi europei, oggi ancora più realizzabile grazie alle tecnologie digitali. È il momento di abbandonare bonus, sussidi e condoni a pioggia, e costruire un sistema semplice, equo e trasparente. Le tasse non sono un ‘pizzo di Stato’, ma la base per garantire servizi pubblici e diritti a tutti i cittadini”.
“Con un emendamento al decreto fiscale a firma del presidente della commissione Finanze Marco Osnato (FdI), Fratelli d’Italia tenta di reintrodurre il ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo biennale 2025-2026, già escluso dal governo nella precedente versione del provvedimento. Siamo di fronte all’ennesimo condono mascherato, che va nella direzione sbagliata e mina la credibilità del sistema tributario”. Lo dichiara Virginio Merola, capogruppo del Partito Democratico in commissione Finanze alla Camera.
“Questa politica di continui condoni, rottamazioni e agevolazioni a beneficio di categorie selezionate di contribuenti – prosegue Merola – non solo incentiva l’evasione fiscale, ma riduce drasticamente il tasso di adesione spontanea al pagamento delle imposte, creando un sistema iniquo dove chi rispetta le regole è penalizzato due volte. È un colpo diretto alla fiducia dei cittadini nello Stato e alla tenuta del nostro welfare, dalla sanità all’istruzione, fino all’assistenza”.
“Il Partito Democratico – conclude – è e resterà contrario a ogni misura che favorisca i furbi a scapito della collettività. Serve un fisco equo, certo e trasparente, capace di sostenere una società giusta e inclusiva, non l’ennesimo favore elettorale camuffato da provvedimento fiscale”
“Fratelli d’Italia torna all’attacco per riproporre un bel condono sotto forma di ravvedimento speciale per chi aderisce alla seconda versione del concordato preventivo biennale. Un’ipotesi già respinta dal governo, ma che ora rispunta grazie a un emendamento al decreto fiscale presentato dal presidente della commissione Finanze Marco Osnato (FdI)”. Così la deputata dem Maria Cecilia Guerra, componente della commissione Bilancio e responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico.
“Si tratta dell’ennesimo tentativo di piegare la leva fiscale a una concezione profondamente clientelare: provvedimenti di favore per gruppi ben identificati di contribuenti, con l’obiettivo evidente di ottenerne il sostegno elettorale. Ma così facendo – prosegue l’esponente Pd – si costruisce un fisco colabrodo, dove a parità di reddito si pagano imposte profondamente diverse. Un sistema in cui chi rispetta le regole viene doppiamente penalizzato: paga più degli altri e subisce la concorrenza sleale di chi, evadendo le imposte, può offrire prezzi più bassi senza alcuna conseguenza.”
“La morale, purtroppo, resta sempre la stessa: rubare alla collettività non è considerato un furto. Il Partito Democratico continuerà a contrastare con forza questa deriva, per difendere un principio basilare di equità fiscale e rispetto delle regole”, conclude
“Non esiste alcuna reale riduzione delle tasse, in particolare per i lavoratori dipendenti e il ceto medio. Il governo continua a raccontare una narrazione falsa, mentre la pressione fiscale aumenta e le disuguaglianze si aggravano”. Lo dichiara il deputato Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, commentando l’allarme lanciato dall’Ufficio parlamentare di bilancio sul regime a tre aliquote IRPEF.
“Il problema principale – spiega l’esponente dem – è che non si interviene sull’effetto dell’inflazione e del cosiddetto fiscal drag: gli aumenti contrattuali ottenuti grazie all’azione sindacale vengono di fatto riassorbiti dalla crescita della tassazione. Un paradosso intollerabile, in cui chi lavora e produce si ritrova penalizzato, senza che il governo faccia nulla per correggere questa distorsione. Inoltre, le riduzioni di risorse a Comuni, Province e Regioni stanno determinando aumenti della fiscalità locale, aggravando ulteriormente il carico fiscale sui cittadini, soprattutto su chi già paga l’IRPEF. Siamo davanti a un sistema sempre più iniquo. Mentre la pressione fiscale cresce, il governo continua a proporre nuove rottamazioni. Salvini invoca una ‘pace fiscale’ che di fatto si traduce in una nuova ondata di condoni. Ma i risultati sono fallimentari: al concordato preventivo ha aderito solo il 13% dei contribuenti. Così si incentiva solo l’attesa del prossimo condono, disincentivando i pagamenti regolari”.
“Questa non è lotta all’evasione, né riduzione delle disuguaglianze – conclude Merola – è la resa dello Stato alle spinte corporative e agli interessi particolari, a scapito dell’interesse generale del Paese. La verità è che si riduce il peso delle imposte progressive a favore di quelle sostitutive: oggi solo il 40% delle entrate fiscali deriva da tasse realmente progressive. Si sta svuotando l’IRPEF e con essa l’autonomia finanziaria degli enti territoriali. Il risultato è un sistema fiscale sempre più insostenibile, che genera disparità crescenti tra territori, generazioni e cittadini”.
“Mentre il Paese attende risposte concrete, la maggioranza si mostra ancora una volta unita solo di facciata. Forza Italia e Lega non perdono occasione per litigare su ogni dossier: fisco, riforme, politica estera, cittadinanza, terzo mandato e perfino nomine interne. Altro che governo coeso e stabile. Oggi è la volta della rissa fiscale. Da un lato Tajani, che insiste sulla necessità di un taglio strutturale dell’Irpef per aiutare il ceto medio. Dall’altro Salvini, che rilancia l’ennesima rottamazione e invoca una “pace fiscale” che, a conti fatti, non ha copertura. Peccato che i soldi per fare entrambe le cose non ci siano, e che nel frattempo il ministro dell’Economia Giorgetti venga ignorato perfino dalla premier Meloni. Lo scontro di oggi conferma una volta di più che siamo di fronte a una crisi plastica, evidente e sotto gli occhi di tutti” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
“La fotografia dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio è chiara: il Paese è esposto a rischi economici crescenti, i ritardi del PNRR mettono a repentaglio la crescita, il carico fiscale reale aumenta e le previsioni sul debito si basano su ipotesi ottimistiche, come le privatizzazioni. Di fronte a tutto questo, il Governo continua a illudere i cittadini con propaganda e slogan, senza affrontare i nodi strutturali.” Lo dichiara Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Bilancio della Camera.
“I dati sul PNRR – sottolinea l'esponente dem - sono allarmanti: solo un terzo della spesa complessiva è stato effettivamente realizzato e appena il 32% dei progetti è nella fase conclusiva. Questo significa che molte risorse rischiano di restare inutilizzate.”
“Serve un Governo che metta al centro il lavoro, la giustizia sociale, la coesione territoriale e la sostenibilità, non operazioni di facciata. Serve un Governo che si rimbocchi le maniche e inizi a lavorare piuttosto che dedicarsi alla propaganda che prima o poi si scontra con la realtà”, conclude Lai.
“Il nuovo blocco informatico di oggi dei servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate rischia di penalizzare migliaia di aziende agricole per il mancato invio della comunicazione per la prenotazione del credito d'imposta Zes Unica e del credito d'imposta Zes agricoltura sugli investimenti effettuati dall'1 gennaio 2025 al 15 novembre 2025 e in scadenza il prossimo 30 maggio. Già il 16 maggio scorso si era verificato il medesimo problema e l'Agenzia aveva prorogato le scadenze del 16-19 maggio al 20 al 30 maggio. Si tratta di un disservizio che penalizza in maniera particolare il mondo agricolo. Ecco perché riteniamo necessaria l’autorizzazione ad una ulteriore proroga di dieci giorni, a partire dalla data di risoluzione del problema, poiché con questo blocco è stata di fatto impedita ogni comunicazione relativa a pagamenti, dichiarativi o files. Siamo certi che il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, non lascerà inascoltata questa richiesta che è giunta anche dal Consiglio nazionale dei commercialisti”.
Così la capogruppo Pd in commissione Agricoltura della Camera, Antonella Forattini.
“Il Ministro Giorgetti prenda atto del danno che ha provocato e accolga la richiesta dei commercialisti di prorogare i termini dei numerosi adempimenti fiscali in scadenza alla fine del mese.
Il nuovo blocco informatico dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate sta causando disagi enormi a professionisti e contribuenti. È inaccettabile che, di fronte a un malfunzionamento così grave, il Governo resti fermo, scaricando sui cittadini le conseguenze della propria inefficienza.
Non si può chiedere rigore nei pagamenti e poi lasciare nel caos chi deve operare ogni giorno tra scadenze e burocrazia. Un altro segnale di sciatteria e disattenzione che colpisce il lavoro di migliaia di professionisti.
Il Governo intervenga subito.” Così una nota dei componenti democratici della Commissione Finanze della Camera dei Deputati.
“È del tutto ingiustificabile che il sito delle Agenzie delle Entrate anche questa mattina, dopo l'ennesimo blocco avvenuto il 16 maggio scorso, sia di nuovo non funzionante. Il portale, gestito da Sogei, anche oggi non permette l'invio delle dichiarazioni fiscali per il tilt dei servizi telematici. Mi auguro un altro pronto intervento di ripristino di tutte le funzionalità ma restano aperte e non ancora spiegabili le responsabilità di gestione di uno strumento così importante per i tanti professionisti che anche oggi si trovano impossibilitati a inviare le loro dichiarazioni fiscali in scadenza”. Così in una nota il deputato Virginio Merola, capogruppo Pd in Commissione Finanze.
"Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) è stato chiaro: la flat tax non solo è ingiusta, ma danneggia l’economia e ostacola la crescita. Serve ampliare la base imponibile e tornare a un sistema fiscale equo e progressivo. Lo dice un organismo internazionale, non un presunto complotto della sinistra, come questa destra ama raccontare". Così il deputato Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
"Il governo - conclude Merola - continua a difendere uno strumento sbagliato, ideologico, che tutela pochi a scapito di molti. È appiattito sugli interessi delle proprie corporazioni di riferimento, tra condoni e privilegi. Ma la verità è che un fisco giusto e progressivo è nell'interesse di tutti, non solo di chi ha già molto".