“I dati dell’Istat confermano un quadro preoccupante per l’export italiano, in forte contrazione soprattutto verso gli Stati Uniti, a causa delle pesanti tariffe doganali imposte dall’amministrazione americana. Un crollo che non viene compensato dai mercati alternativi e che rischia di travolgere migliaia di imprese e posti di lavoro nel settore manifatturiero. In questa fase cruciale, il governo Meloni è scomparso. Ancora una volta immobile, assente, afono e senza una strategia concreta né misure efficaci per tutelare le imprese italiane più esposte ai dazi unilaterali imposti da Trump. Sei mesi fa, quando la crisi si è manifestata con chiarezza, era stato annunciato un piano da 25 miliardi per sostenere le imprese colpite dai dazi, ma oggi di quel piano non si vede traccia né in legge di bilancio né in altre misure. L'ennesima bugia di un governo preoccupato solo di non disturbare Trump e disinteressato alle sorti del nostro tessuto produttivo. Mentre altri Paesi europei, come la Spagna, si stanno muovendo con interventi mirati per difendere le proprie industrie e salvaguardare migliaia di posti di lavoro, l’Italia continua a navigare a vista, con una politica economica che sacrifica la crescita. Serve un cambio di passo immediato. Il Pd chiede al governo Meloni di chiarire quali azioni intenda mettere in campo per contrastare l’effetto devastante dei dazi sul sistema produttivo italiano; sostenere con risorse adeguate le imprese esportatrici; promuovere investimenti per aumentare la competitività del Made in Italy sui mercati globali; tutelare i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro a causa di questa crisi. Difendere le imprese italiane è un dovere del governo. A meno che per la Premier Meloni non sia più importante difendere l'alleanza politica con chi sta distruggendo Italia e Europa” così una nota del capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.
“Sulle pensioni il Governo è in confusione. Avevano garantito, tramite soprattutto il sottosegretario al lavoro Durigon, che non si sarebbe proceduto all’aumento di tre mesi dell’età pensionabile. Oggi, invece, lo stesso Durigon fa capire che nel centrodestra non tutti sono d’accordo e che dunque sarà difficile varare questo provvedimento. Siamo davanti a una vera e propria truffa ai danni di elettori che avevano creduto alla promessa dell’abolizione della Legge Fornero e ora si ritrovano un quadro addirittura peggiore. Chiediamo al Governo di spiegare in maniera trasparente quale è la linea”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo PD in commissione lavoro di Montecitorio.
“Dal primo giorno di audizioni in Toscana emerge chiaramente, ancora una volta, come la lotta contro il dissesto idrogeologico sia complessa eppure terribilmente urgente. È necessario uscire dalla logica emergenziale per lavorare in modo strutturale sulla prevenzione, per rendere le nostre città e i nostri territori “a prova di futuro”. Tra i tanti nodi da sciogliere ci sono responsabilità e competenze frammentate in più livelli istituzionali e addirittura in molteplici ministeri, governance confusa, normativa farraginosa e burocrazia estenuante, che rendono anche l’erogazione delle risorse sui territori particolarmente lenta e complicata, per non parlare dei tagli proprio sui fondi per il dissesto idrogeologico effettuati dal governo Meloni. Nonostante questo la Toscana ha saputo reagire dopo la devastante alluvione del 2023, mettendo in campo iniziative e progettualità per mettere in sicurezza un territorio ferito, un lavoro iniziato che deve proseguire con visione e coraggio e dovrebbe essere supportato da politiche nazionali lungimiranti”.
Lo ha detto Eleonora Evi, deputata Pd, in missione con la commissione parlamentare d’inchiesta dissesto idrogeologico in Toscana.
“È surreale e vergognoso ciò che sta accadendo. Mentre a Prato il procuratore Tescaroli, insieme a Regione Toscana, Asl, forze di polizia, istituzioni e associazioni firma un protocollo per proteggere i lavoratori sfruttati e combattere il caporalato, Fratelli d’Italia approva un emendamento che fa l’esatto contrario: certifica per legge lo sfruttamento. Con l’emendamento Amidei-Ancorotti, il committente nel settore moda potrà liberarsi da ogni responsabilità rispetto agli appalti e ai subappalti. In pratica, potrai vendere un vestito a 500 euro anche se chi lo ha cucito è stato pagato due euro e mezzo l’ora, senza che nessuno possa più controllare. È un colpo di mano indegno che cancella anni di battaglie contro il lavoro nero e il caporalato, e che toglie ogni tutela ai lavoratori, italiani e stranieri.
La Toscana combatte lo sfruttamento, la destra lo promuove. È questa la differenza tra chi crede nella dignità del lavoro e chi difende solo i profitti di pochi. Il governo Meloni si assuma la responsabilità di questa vergogna e ritiri subito quella norma.
“Come chiarito dal CDR del TG3, le parole del giornalista Jacopo Cecconi sono state estrapolate e usate in modo strumentale, completamente fuori dal contesto sportivo in cui erano state pronunciate. Esprimiamo quindi piena solidarietà a Cecconi, vittima di un attacco costruito ad arte da una maggioranza che continua ad alzare polveroni e ad infuocare il dibattito politico in modo irresponsabile. Del resto, solo pochi giorni fa la presidente del Consiglio in persona ha definito le opposizioni alla stregua di ‘Hamas’ e non ha ancora sentito il dovere di scusarsi: difficile attendersi toni diversi se ai vertici del governo siede chi ha fatto della provocazione il proprio metodo e agire politico. La libertà e la dignità del lavoro giornalistico vanno difese. Usare le parole di un cronista per alimentare lo scontro politico è segno di debolezza e di profonda mancanza di rispetto per l’informazione e per le istituzioni". Così una nota dei componenti del Partito Democratico nella Commissione di Vigilanza Rai.
“Siamo davanti a un colpo di mano che indebolisce la lotta allo sfruttamento del lavoro. Con l’emendamento dei senatori di FdI, Amidei e Ancorotti, al Ddl 1484 l’azienda committente nel settore della moda può farsi certificare la regolarità della filiera che attiva con le sue commesse, liberandosi così da ogni responsabilità rispetto al comportamento di appaltatori e subappaltatori. In sostanza, puoi vendere le scarpe a 500 euro mentre l’azienda a cui hai appaltato il lavoro paga gli operai due euro e mezzo, ma nessuno potrà controllarti: la parola del soggetto certificatore toglie la parola al controllo di legalità. Viene spazzata via la responsabilità sociale e civile del committente. Un passo indietro voluto da una destra che non ha interesse né a tutelare la qualità del lavoro, né a preservare le imprese che non scelgono la strada della concorrenza sleale”.
Così la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, e Arturo Scotto, capogruppo Dem in commissione Lavoro alla Camera.
“Con un lavoro unitario di Pd, AVS e M5S vogliamo fare quello che la destra non ha mai fatto: mettere la casa al centro del welfare e delle politiche sociali”, così dichiara Marco Furfaro, esponente della segreteria Pd e capogruppo in Commissione Affari Sociali, a margine dell’evento ‘Politiche abitative e disuguaglianze sociali: serve un piano casa pubblico’, organizzato da Unione Inquilini e con la partecipazione degli onorevoli Marco Grimaldi (Alleanza Verdi e Sinistra) e Agostino Santillo (Movimento 5 Stelle), la segretaria nazionale di Unione Inquilini Silvia Paoluzzi e il professor Carlo Cellammare dell'Università La Sapienza di Roma. "Siamo partiti da tre proposte sull'edilizia residenziale pubblica che mantenevano un paradigma comune, rispondendo tutte all'esigenza di sanare una crisi abitativa ormai drammatica. Ci sono punti di convergenza comune e tracce di arricchimento di lavoro reciproche, tra i quali un grande e nazionale piano di edilizia residenziale pubblica che preveda investimenti reali, concreti, ma che riqualifichi e recuperi anche alloggi pubblici euro l’anno per costruire e recuperare alloggi pubblici, sostenendo famiglie e studenti. Il governo Meloni ha scelto la strada dell’indifferenza, tra condoni edilizi e tagli ai fondi. Noi invece vogliamo trasformare la casa in un diritto reale. Perché avere un tetto sopra la testa non è un lusso ma la base della dignità, della sicurezza e della libertà di ogni persona”, ha concluso.
“Quali sono le iniziative urgenti che i ministri competenti intendono portare avanti per salvare la Cerence? L’ho chiesto in un’interrogazione alla Camera questo pomeriggio, dopo il presidio dei sindacati sotto alla Regione Piemonte, e la risposta, per ora, non è soddisfacente”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, che oggi in Commissione ha interrogato il Governo sulla situazione dello stabilimento torinese.
“Si parla di 54 lavoratori e lavoratrici con competenze di eccellenza: il Made in Italy, tanto difeso dal Governo, comporta anche avere la volontà politica di mantenere l’occupazione - ha proseguito la deputata - Invece qui sta avvenendo l’opposto: i dati dello stabilimento mostrano che non c’è alcuna motivazione per chiudere, contraddicendo questa scelta e contraddicendo anche l’azione del Governo, che porta a Torino una fondazione sull’intelligenza artificiale e poi non preserva questi posti di lavoro”.
“Mentre il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione per scongiurare i licenziamenti e promuovere tavoli istituzionali di confronto, la Regione Piemonte sceglie di incontrare le parti sociali solo tardivamente dopo settimane di silenzio. È molto grave ed è il motivo per cui portiamo il question time alla Camera, sperando che venga creato un tavolo nazionale sul tema” conclude Gribaudo.
“È stato importante il voto favorevole dell’Aula sulle diverse mozioni presentate per dare un segnale forte alla Commissione europea e per sostenere il mondo agricolo. Sono mozioni che hanno in comune il fatto di non accettare il fondo unico di programmazione della PAC e il taglio delle risorse voluto dalla Commissione. È necessaria una Politica Agricola Comune giusta e finanziata, che rimetta al centro il reddito degli agricoltori, la dignità del lavoro e la lotta al caporalato. Una PAC che premi chi produce davvero e chi assume con contratti regolari, chi investe nella qualità della produzione e nel benessere animale”. Lo dichiara la deputata e capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, Antonella Forattini presentando la mozione dem sulla PAC.
“La PAC - continua la parlamentare – oggi, nel silenzio generale, rischia di essere smantellata anche a causa di chi, in Europa, avrebbe dovuto difendere gli interessi del nostro Paese e non l'ha fatto. Mi riferisco a Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea, che non ha mosso un dito per evitare che le politiche agricole tornassero ai margini delle politiche europee e venissero tagliati 8 miliardi dei fondi destinati all'Italia: anche la sua stessa maggioranza ha tranquillamente confermato che non conta nulla.”.
“Nel frattempo il governo continua con la propaganda fatta da annunci roboanti: il ministro Lollobrigida, con Coltivitalia, promette un miliardo per l'agricoltura senza un euro vero e un crono-programma reale mentre il provvedimento è fermo alla Ragioneria di Stato. In altre parole nessun sostegno per gli agricoltori e le aziende in crisi. Coltivitalia è un titolo vuoto in una campagna elettorale permanente, un campo lasciato incolto”, conclude Forattini.
“Sfruttamento di lavoratori stranieri, subappalto non autorizzato e lesioni personali colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni: questo non è lavoro, è caporalato e sfruttamento”.
Così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sull’operazione “Stella Verde” avviata a Biella dopo la denuncia di un operaio addetto alla manutenzione della diga dell’Ingagna di Mongrando.
“Ringrazio la guardia di finanza che sta conducendo le indagini e soprattutto l’operaio di Biella che ha avuto il coraggio di denunciare. In condizioni del genere non è mai facile - prosegue Gribaudo - Non è umanamente sostenibile sopportare turni massacranti senza pause, riposi e ferie, condizioni igieniche pessime, botte e minacce, e a maggior ragione per 500 euro in tre mesi di cantiere. Ancora una volta la catena di appalti e subappalti è un tema centrale che va affrontato e combattuto con urgenza”.
“Mi auguro che presto venga alla luce tutta la vicenda. Lo dico ancora una volta: la sicurezza sul lavoro, il rispetto dei diritti e delle tutele di lavoratori e lavoratrici, la prevenzione non possono mai essere messi in secondo pi
Una relazione che aspettavamo da tempo, che è stata già consegnata alle commissioni competenti, ma che merita di essere discussa in una sessione speciale alla Camera come previsto in norma. Ringrazio Filomena D’Antini e Agnese Canevari per il lavoro svolto fin qui insieme alle tante consigliere che sul territorio svolgono un lavoro preziosissimo”.
Così Chiara Gribaudo, deputata prima firmataria e relatrice della Legge 162 del 2021 che ha introdotto la certificazione di genere, a margine della Conferenza Nazionale delle Consigliere di Parità tenutasi nella Sala D’Antona riguardante la relazione al Parlamento sullo stato di parità di genere sul lavoro in Italia.
“Occorre continuare in questa direzione anche dando più valore economico al ruolo delle consigliere e fare un passo in avanti. Bisogna fare una sessione straordinaria sulle questioni femminili che vada oltre la simbologia dell’8 marzo e del 25 novembre - ha proseguito la deputata - Ecco perché è importante non solo trasmettere la relazione in commissione ma presentarla passando da AL ad IN Parlamento. Auspico che su questo tutto il fronte parlamentare, come approvammo la legge 162 all’unanimità, possa essere d’accordo”.
“Voglio ancora ringraziare tutte le consigliere di parità regionali e provinciali che sul territorio svolgono gratuitamente un lavoro prezioso e mi auguro che i prossimi passi vadano nella direzione di un adeguato riconoscimento anche economico al loro ruolo e operato che è fondamentale. La direttiva europea ci aiuterà a svolgere un lavoro più chiaro sulle retribuzioni, senza più scuse, abbiamo bisogno di dare più valore al lavoro, alla retribuzione e all’occupazione femminile” ha concluso Gribaudo.
"Tajani ha ribadito più volte che il governo è concentrato da tempo sulla ‘ricostruzione’ di Gaza. Bene, ma è consapevole che questo governo non ha fatto nulla per fermare invece la sistematica distruzione di Gaza in questi due anni? Il Ministro avrebbe dovuto usare la propria voce diplomatica per prevenire e fermare l’escalation, non limitarsi a commentarla a posteriori. Così come ancora nessun impegno concreto per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per sostenere gli organismi internazionali nel lavoro con cui tentano di perseguire i crimini di guerra commessi. Evidentemente il lavoro nascosto decantato da Tajani non è stato nascosto, ma del tutto invisibile.” Lo dichiara la Vicepresidente del Gruppo del Pd alla Camera, Valentina Ghio a margine dell'informativa di Antonio Tajani alla Camera.
"La Corte Costituzionale con la sentenza di oggi ha fatto definitiva chiarezza sciogliendo qualsiasi dubbio sull'ipotesi di decadenza da Presidente della Regione Sardegna di Alessandra Todde. Insieme alla sentenza vengono archiviate anche le speranze di quei partiti che, a destra, avevano utilizzato la vicenda come un tentativo di rivincita nei tribunali, dopo aver perso la partita in campo. Ora la sfida per tutti diventa quella del confronto di merito, sulle scelte da fare, in qualche caso dopo anni di vuoto". Lo dichiara il deputato sardo del Pd, Silvio Lai, che esprime "da parte dei democratici della Sardegna le congratulazioni alla Presidente per l’esito del ricorso, con la certezza di poter proseguire serenamente nel lavoro di rilancio nella nostra Regione affrontando con decisione quelle criticità che pesano su famiglie e imprese in Sardegna".
Dal 21 al 23 ottobre il mondo della salute e della sicurezza sul lavoro si incontra a Roma per gli Stati Generali organizzati dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro della Camera dei Deputati. Dopo l'edizione dell’anno scorso l’evento torna per proseguire il dialogo istituzionale e sociale su un tema fondamentale. Tanti gli argomenti trattati: dalla tecnologia e l’intelligenza artificiale alla formazione, dalla logistica allo stress lavoro-correlato, con l'ascolto delle proposte delle parti sociali, degli esperti, delle istituzioni, per restituire alla politica soluzioni concrete che aumentino sicurezza e prevenzione. L’evento è in collaborazione con la Presidenza della Camera dei Deputati.
“Le morti sul lavoro sono una piaga che continua a straziare il nostro Paese. Dobbiamo costruire percorsi più efficaci di prevenzione e cultura della sicurezza e per farlo serve un patto rinnovato tra parti sociali e la politica - così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia - Anche per questo momenti come gli Stati Generali sono preziosi: riuniamo tante parti in causa per discutere su soluzioni condivise, strategie, proposte”.
A inaugurare le giornate il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, la Presidente della Commissione Chiara Gribaudo e la Ministra del Lavoro Marina Calderone. Segue una lettura dell’attore Alessio Vassallo e la condivisione delle storie di lavoratrici e lavoratori vittime di infortuni e familiari dei caduti sul lavoro, tra cui la madre di Luana D’Orazio, i parenti delle vittime delle stragi di Brandizzo e di Casteldaccia, i genitori di Mattia Battistetti.
Ci sarà poi il confronto delle parti sociali, tra i sindacati e le associazioni datoriali. La seconda giornata sarà dedicata al futuro delle generazioni più giovani, con panel che tratteranno dei temi della formazione, con un focus sulle nuove tecnologie, anche con il contributo delle università che presenteranno progetti e studi sul tema. Infine, le giornate si concluderanno giovedì 23 ottobre con la relazione della magistrata Rita Sanlorenzo, perché “abbiamo un tema di giustizia, è una richiesta costante dei famigliari delle vittime” chiosa Chiara Gribaudo. Alla conclusione dei lavori, come lo scorso anno, le proposte concrete emerse dai tavoli di lavoro verranno consegnate alla politica parlamentare, con l'obiettivo di farle approdare nelle sedi istituzionali e trasformarle in un cambiamento reale.
“Ancora un nulla di fatto sulla manovra. La maggioranza continua a rimandare la presentazione di un testo, paralizzata da un braccio di ferro interno che dimostra l’assenza di una visione comune. Non emergono misure concrete e tutto lascia prevedere che sarà il terzo flop della politica economica del governo Meloni. In questi anni solo le risorse del PNRR hanno permesso al Paese di non scivolare in recessione, mentre il ministro dell’Economia Giorgetti si sta rivelando ininfluente: non c’è traccia di una vera politica economica né di una politica industriale. Le dichiarazioni odierne del ministro – “La prospettiva è abbastanza delineata, venerdì i particolari” – confermano la confusione e l’improvvisazione con cui il governo sta affrontando una fase delicata per famiglie, imprese e conti pubblici. L’Italia ha bisogno di scelte serie e di una manovra capace di sostenere crescita, lavoro e investimenti, non di annunci e rinvii continui” così il capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano commenta l’ennesimo rinvio da parte del CdM, dell’approvazione della manovra.