“Dall’Ocse arriva oggi una ricetta sulla giustizia fiscale in netta controtendenza rispetto alle linee seguite dal governo Meloni. 1. ‘Spostare le imposte dal lavoro alla proprietà e all'eredità, garantendo il mantenimento o l'aumento delle entrate’. 2. ‘Contrastare l'evasione fiscale, anche continuando a promuovere l'uso dei pagamenti digitali e abbassando il tetto sui pagamenti in contanti’. 3. ‘Ridurre l'erosione della base imponibile, anche riducendo le spese fiscali e limitando la proliferazione di regimi fiscali speciali di flat tax’. 4. ‘Rivedere il catasto’. Una direzione opposta a quella del centrodestra che, con la sua riforma fiscale: 1. amplia i regimi agevolati; 2. favorisce l’evasione fiscale con l’aumento del tetto del contante, con la svendita del concordato biennale e con un numero sempre crescente di condoni; 3. continua a prelevare le imposte patrimoniali su valori degli immobili che non rispondono più alla realtà”.
Così la deputata democratica Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd.
Ministro rispetti autonomia e potenzi fondo nazionale Tpl.
"La migliore risposta all’assurda polemica politica contro Bologna che ha avviato la sperimentazione della città 30, dopo aver raccolto le segnalazioni delle strade più pericolose da 20 mila cittadini, arriva oggi dai Sindaci di centrodestra di Olbia e Treviso che hanno orgogliosamente rivendicato di aver già compiuto la scelta di andare nella stessa direzione seguendo l’esempio di Amsterdam, Bruxelles, Londra e Barcellona che riducendo la velocità nei centri urbani hanno ottenuto una drastica limitazione del numero di morti sulle strade. Se il ministro Salvini intende difendere il diritto al lavoro rispetti l’autonomia dei Sindaci e dedichi le sue energie a una cosa davvero utile: intervenga subito per potenziare il fondo nazionale per il Trasporto Pubblico Locale al collasso in tantissime realtà e per rinnovare il contratto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore sempre più in sofferenza”. Lo scrive sui social il deputato dem Andrea Casu, componente della commissione Trasporti.
“Una città come Grosseto che viene militarizzata è una sconfitta per l'amministrazione comunale che non ha saputo promuovere politiche efficaci di sicurezza e inclusione. La giunta non ha utilizzato e valorizzato le competenze e le risorse della Polizia Municipale, ecco perché ha dovuto ricorrere all'esercito per gestire la sicurezza in città. Il sindaco, invece di chiedere più risorse e personale per le forze dell’ordine, finisce per screditare il lavoro, complicato e difficile, di tanti uomini e donne che ogni giorno sono sulla strada per difendere le nostre comunità locali. Un sindaco che plaude a questa situazione ammette il proprio fallimento", è quanto dichiarano il deputato Pd Marco Simiani, Demetrio Cozzupoli segretario dell’Unione Comunale Pd e Davide Bartolini Capogruppo Pd del Comune di Grosseto, sulla notizia che nel capoluogo toscano arriverà l'esercito per presidiare il territorio.
"Con la destra Grosseto è diventata una città purtroppo meno sicura, ma questa situazione, senza politiche concrete di prevenzione ma di repressione, non porterà alcun beneficio. Anzi, causerà gravissimi problemi alla vocazione ricettiva e turistica del territorio", concludono.
"Con il taglio del fondo per i disturbi alimentari la destra da una nuova pugnalata ai giovani. Mai come ora espulsione dal ciclo formativo per motivi di classe, lavoro precario o sottopagato, disoccupazione e assenza di servizi sta minacciando il futuro di milioni di ragazze e ragazzi. In tutta Europa sui giovani si investe, in Italia no. Continueremo in ogni luogo e in ogni spazio parlamentare a rappresentare questa condizione per ricostruire una speranza". Così il deputato dem Nicola Zingaretti.
“Il Partito Democratico e la famiglia progressista dei Socialisti e Democratici europei lavorano fianco a fianco per costruire una società e un’economia equa, forte e inclusiva. Dobbiamo continuare a unire le forze e raddoppiare i nostri sforzi nel momento in cui dobbiamo fronteggiare enormi trasformazioni sociali ed economiche insieme ad un contesto geopolitico sempre più impegnativo. Questa Commissione, grazie all’iniziativa delle nostre famiglie politiche, ha fatto molti passi importanti nel portare avanti l’agenda sociale”.
Così l’attuale commissario Ue per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea, intervenendo al seminario del Gruppo Pd della Camera a Gubbio.
“Quello che siamo riusciti ad ottenere sotto il pilastro europeo dei diritti sociali - ha detto - è un risultato importante. Ne è un esempio la direttiva sul salario minimo, già di per sé un ragguardevole successo. Non è accettabile che persone che lavorano full-time non si possano permettere di arrivare alla fine del mese. Dobbiamo riconoscere il valore del lavoro e il valore dei lavoratori che svolgono quei lavori. Sempre più spesso in Italia vediamo retribuzioni troppo basse. I giovani colpiti dalla precarietà lasciano il Paese alla ricerca di lavori migliori altrove. L’Italia ha bisogno di salari migliori, con contrattazioni collettive e retribuzioni minime adeguate. L’Europa sociale gioca un ruolo decisivo nell’accompagnare la trasformazione che le nostre società ed economie stanno attraversando. Ma non possiamo dare per scontato il nostro modello sociale. Deve essere protetto, rafforzato e implementato ogni giorno. Credo che abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale europeo che garantisca una prosperità condivisa. Questo vuol dire mettere al centro della nostra campagna per le elezioni europee la giustizia sociale, il valore e la dignità del lavoro, l’uguaglianza di genere, gli investimenti sociali e la solidarietà. Siamo impegnati a favore del Green Deal, tuttavia, deve essere sociale e giusto, deve assicurare lavori di qualità e buone opportunità per tutti i cittadini. La nostra proposta è un’Europa verde, equa, democratica e sociale. Dobbiamo essere alla guida per assicurarci che la transizione verde sia una transizione equa, affinché i costi di oggi e i benefici di domani siano percepiti uniformemente. In conclusione, le prossime elezioni europee saranno incentrate anche sul tipo di società europea che vogliamo. Dobbiamo difendere i nostri diritti democratici e combattere per una società equa senza discriminazioni. Questi sono tra i valori fondamentali europei che noi, i progressisti, socialisti e democratici, devono difendere insieme con una politica sociale attiva basata sul pilastro dei diritti sociali. Noi contiamo sulla forza del Partito Democratico - ha concluso - per portare avanti questa agenda sociale e politica di rilevanza cruciale in Italia e per aiutare a creare un’Europa forte, inclusiva e progressista di cui la nostra società e l’economia necessitano urgentemente in questi tempi di tumulti internazionali”.
Abbiamo scelto di presentare questo importante emendamento al Milleproroghe con cui diamo la possibilità di ricorrere ai trattamenti di integrazione salariale per cinquantadue settimane, entro il 31 dicembre 2023, a quei datori di lavoro che, dovendo fronteggiare processi di riorganizzazione o ipotesi di grave difficoltà economica di imprese rientranti nel campo di applicazione della CIGS, non potevano più ricorrere ai trattamenti straordinari di integrazione salariale. Con l’approvazione di questo emendamento si
consente agli stessi datori di lavoro che non hanno usufruito di tale trattamento per tutte le cinquantadue settimane autorizzate, di completare il periodo totale, al fine di fronteggiare i processi di riorganizzazione già in corso o ipotesi di grave difficoltà economica di imprese rientranti nel campo di applicazione della CIGS. Una misura che può aiutare molte realtà del Sud come del Nord ad affrontare processi di riorganizzazione, oltre che segnale importante nei confronti dei lavoratori e delle imprese che confidiamo possa essere votato da tutte le forze politiche del Parlamento.
Così i deputati Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera e Marco Sarracino, responsabile Sud della segreteria nazionale del Pd.
“Il ministro per lo Sport, Abodi, completa il suo quotidiano allenamento di genuflessioni: dopo le società di serie A di calcio è il turno della ministra del Lavoro, Calderone, già presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Ai consulenti del lavoro in assemblea, Abodi dice: ‘Grazie a voi le società sportive entreranno senza traumi nella dimensione del lavoro sportivo’. Ecco allora spiegati i ritardi del ministro dello Sport che stanno mettendo in ginocchio soprattutto le piccole società sportive che devono affidarsi, per forza e pagando, a consulenti del lavoro, quando la legge permetterebbe loro di fare molti adempimenti gratuitamente e in autonomia, se solo i decreti fossero attuati, se solo il registro delle società dilettantistiche funzionasse. Il problema è che al ministro Abodi non interessano le società sportive, ma il solito club di presunti amici”.
Così Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile Sport del Partito democratico.
“Ancora tutta la mia solidarietà ai lavoratori de La Perla. Ed il massimo impegno in una vertenza di grandissimo valore, a fronte delle giuste preoccupazioni ribadite da Cgil e Uil. Per difendere i posti di lavoro ed un marchio di grandissimo valore per il Made in Italy”. Così su X io deputato democratico, Andrea De Maria dell’Ufficio presidenza del gruppo del Pd.
Preoccupa molto l'impatto economico che la crisi in corso nel Mar Rosso ha scatenato nel settore della logistica, provocando forti ritardi nelle spedizioni ed una vertiginosa impennata dei noli marittimi. In uno scenario così preoccupante è necessario agire subito per gestire quella che già oggi rappresenta una emergenza per il Paese. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione e richiesto una informativa urgente al Ministro Salvini, affinché venga a riferire in Commissione Trasporti sulle strategie messe in campo dal Governo per affrontare l'impatto che la crisi del Mar Rosso sta generando sul settore della logistica, dei trasporti e della portualità, che si inserisce in una congiuntura già complessa e che avrà impatti importanti sul lavoro trasportistico e portuale e a cascata sulle economie delle aziende e delle famiglie, e quali azioni intenda assumere per contrastare eventuali comportamenti speculativi come il rischi aumento dei noli.
Lo affermano la vicecapogruppo PD alla Camera Valentina Ghio e il capogruppo PD in commissione Trasporti Anthony Barbagallo.
“Non è questa la strada per una vera riforma della Giustizia e del sistema penale. Proponete un nuovo reato a settimana, avete superato ogni record in questo delirio panpenalista, e continuate ad ignorare i problemi che si ripetono ciclicamente nei penitenziari. Approvate nuovi reati senza interrogarvi sulla finalità della pena e con il Decreto Caivano il governo ha smantellato la giustizia minorile, inasprendo le pene e smantellando le pene alternative, e abbandonando a sé stessi i detenuti con disagio neuro psichiatrico. Nordio aveva annunciato un fantomatico Piano carceri, ma sembra aver fatto la fine del Piano Mattei. Con 50mila posti disponibili abbiamo oltre 60mila persone recluse, con un tasso di crescita del 120%. Dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane si sono già registrati quattro suicidi. La situazione è drammatica. Per costruire un nuovo carcere servono 25 milioni di euro e tra i 5 e 10 anni di tempo e servirebbero 44 nuovi istituti. Ma allora di cosa parliamo? La detenzione in carcere, oggi, a queste condizioni, rischia di perdere la sua funzione rieducativa. Rischia di perdere umanità. Non possiamo continuare a girarci dall’altra parte”.
Così la deputata dem della commissione Giustizia, Michela Di Biase, intervenendo in Aula dopo le comunicazioni del Guardasigilli Carlo Nordio sullo stato della Giustizia.
“Il lavoro parlamentare - ha aggiunto - si è ridotto a qualche legge correttiva e ad una serie di proposte preoccupanti come il Ddl in discussione al Senato o come le scelte sulla prescrizione che rischiano al Paese di far perdere una parte delle risorse assegnate con il Pnrr. Si è scelta la direzione sbagliata. Si pensi all’abolizione dell’abuso d’ufficio, che rischia di aprire un nuovo conflitto tra il nostro Paese e l’Ue, o alle drammatiche scelte operate dal governo nella Finanziaria con tagli da un miliardo di euro sul triennio. C’è bisogno di attivarsi subito - ha concluso - poiché sul carcere è calato il silenzio e ci troviamo in una fase di trionfo del populismo penale”.
Ora non ci sono scuse, subito nuove assunzioni e investimenti infrastrutturali
"Dopo la visita e le promesse tradite del viceministro Sisto alla giustizia, i proclami delle parlamentari di destra del territorio come Mazzetti e La Porta cui non seguiva nessun impegno da parte del governo, l'interrogazione fatta al Ministro Nordio che ha risposto non dando nessuna risposta, ho deciso di mettere alla prova il governo e il Parlamento con un ordine del giorno sul Tribunale di Prato che impegnava il governo ad assumere tutte le iniziative necessarie al fine di dare risposta alla domanda di giustizia di un intero territorio. Predisponendo, in particolare, fin dal primo provvedimento utile, tutte le misure necessarie a procedere alla prosecuzione e alla conclusione dei lavori strutturali del Palazzo di giustizia in tempi rapidi e ragionevoli. Nonché - prosegue l'ordine del giorno approvato - all’assunzione e all’assegnazione di personale amministrativo al fine di permettere la riapertura dell'ufficio decreti ingiuntivi presso il giudice di pace". Così in una nota Marco Furfaro, deputato, annuncia l'approvazione a larga maggioranza di un ordine del giorno a sua prima firma sul Tribunale di Prato.
"Una volta ancora" - spiega il deputato Pd eletto a Prato - "c'è la destra pratese e le sue parlamentari capaci di parlare sui giornali ma mai di alzare la mano per chiedere un impegno per il territorio al governo e poi ci siamo noi, che lavoriamo per Prato con i fatti. Siamo contenti che il Parlamento abbia votato un impegno per Prato che ora il governo deve rispettare, assumendo personale, proseguendo i lavori strutturali e ripristinando il corretto lavoro degli uffici. Vigileremo affinché questo impegno diventi al più presto operativo".
“Ho presentato un’interrogazione al Ministro per lo sport Andrea Abodi, poiché il decreto che ha dato piena attuazione alla riforma del lavoro sportivo prevedeva (entro il 31 dicembre 2023) l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo, al fine di favorire la conoscenza, migliorare l’attuazione e raccogliere e analizzare le problematicità della riforma.
Il termine indicato è ampiamente trascorso e dell'Osservatorio nazionale non c’è traccia. Chiedo al Ministro Abodi di uscire dal suo reiterato silenzio e dare al Parlamento e alle migliaia di società sportive qualche risposta su questo tema: quando verrà istituito questo tavolo di osservazione previsto dal decreto? Come e da chi sarà composto?” Così il deputato democratico, responsabile sport del Pd, Mauro Berruto.
“Gli allevamenti della provincia di Pavia sono allo stremo. Lo dicono i dati degli abbattimenti, arrivati oggi a 40mila, a fronte di nessun indennizzo riconosciuto in una porzione della Lombardia che vive di suinicoltura“ .
Così la deputata Pd, Antonella Forattini, rivolgendosi in commissione Agricoltura al Commissario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, chiamato a fare il punto sull’attività svolta, rivolgendogli le domande che anche i consiglieri regionali della Lombardia avevano più volte formulato in relazione agli indennizzi agli allevatori, ai criteri di perimetrazione della zona rossa, alla gestione dei liquami, all’individuazione dei macelli. Rispetto alla relazione ottimistica del Commissario, la parlamentare dem ha evidenziato che “ancora una volta il rischio è quello delle enunciazioni fine a se stesse: i Got, Gruppi Operativi Territoriali, in Lombardia non sono partiti, come non si è visto l’annunciato esercito. Il Commissario scarica ogni responsabilità sulla Regione, mentre noi ci aspettiamo che questo rimpallo di responsabilità cessi quanto prima e che arrivino i riscontri concreti. Il settore è in ginocchio, le risposte non possono essere rimandate ulteriormente. L’audizione odierna - ha concluso la deputata democratica - è stata richiesta dal Gruppo Pd alla Camera per la preoccupazione rispetto al raggiungimento degli obiettivi di abbattimento indicati nel piano, del ruolo che dovrà svolgere l’esercito al fianco delle regioni e dei Got, della ravvicinata scadenza del mandato del commissario che rischia di pregiudicare il lavoro di organizzazione e implementazione delle azioni messe in campo”.
“Quanto emerge dalla XI indagine dell’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia è un quadro molto preoccupante che purtroppo non stupisce. Le strutturali condizioni di difficoltà e precarietà che accompagnano il ruolo dei dottorandi in Italia non sono infatti nuove, ma nonostante ciò continuano a peggiorare: borse troppo basse, incapaci di garantire una vera sostenibilità economica, carichi di lavoro esagerati e un imbuto lavorativo che nega prospettive certe al grande lavoro di ricerca che si compie. Tutto questo, sottolinea il documento di ADI, produce livelli di stress e depressione allarmanti. Interventi immediati non sono solo auspicabili, ma necessari”. Lo afferma Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico che ha ospitato la conferenza stampa presso la Camera. Alla presentazione erano presenti la Dott.ssa Rosa Fioravante, Segretaria nazionale ADI, il Prof. Paolo Vincenzo Pedone, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), il Prof. Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), il Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università degli Studi di Catania, coordinatore della Commissione ricerca della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI), la Dott.ssa Marcella Gargano, Direttrice generale delle istituzioni della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), ed Alessia Conti, Presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU).
“Condivido il punto di vista dell'ADI – prosegue Scarpa - per cui il tema della salute mentale affrontato solo come episodico malessere individuale, ci fa correre il rischio di percepirlo come una mera ulteriore voce di spesa offrendo, per esempio, alcune sedute psicologiche e di counselling gratuite alla comunità dottorale. Se questo tema diventa invece elemento di riflessione sulla sostenibilità dei luoghi di lavoro di ricerca, qualità delle relazioni interpersonali, serietà del percorso professionalizzante e benessere personale e organizzativo, allora può rappresentare una straordinaria occasione di promozione di ambienti lavorativi cooperativi, percorsi formativi innovativi e inclusivi ed essere vettore di accesso a nuovi diritti e tutele. L’intervento sistemico sulle cause profonde rappresenta quindi un orizzonte non solo di sostenibilità economica e contenimento dei costi dell'intervento ex post, ma anche orizzonte positivo di promozione di valori fondanti della comunità accademica, nel riconoscimento del diritto universale alla dignità, al benessere materiale e immateriale, allo sviluppo umano integrale. Inoltre le indagini dell'ADI consentono di sollevare periodicamente i problemi strutturali legati alla considerazione del percorso dottorale come percorso unicamente di studio, svalutandone la professionalità e facendo mancare le dovute tutele che spetterebbero sul posto di lavoro, in controtendenza con il resto d'Europa."
“A proposito della fine della legge Fornero, baluardo della campagna elettorale di Salvini e della Lega tutta, il sottosegretario Durigon dichiara ora che “per cancellarla servirebbero enormi risorse”. La futura realizzazione della promessa quota 41 (che pure, secondo l’Inps costerebbe comunque 75 miliardi nei primi dieci anni) si arricchisce di un ricalcolo contributivo, non certo raccontato in campagna elettorale.
Ma se questo riguarda il futuro, il presente non è meno preoccupante: avevano promesso di rendere strutturale Opzione donna e di confermare Ape sociale: la prima è stata massacrata dalle due ultime leggi di bilancio, per la seconda sono stati inaspriti i requisiti di accesso. Durigon ascrive alla Lega il merito di avere stoppato l’aggancio delle pensioni anticipate alla speranza di vita, ma con la legge di bilancio l’hanno riattivata con un anno di anticipo. Hanno fatto cassa limitando l’indicizzazione delle pensioni medio alte, dopo aver promesso la rivalutazione di tutte le pensioni. Forse questo non era l’anno della riforma pensionistica, ma se il buongiorno si vede dal mattino…”. Lo dichiara la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.