"Grazie al sindaco Roberto Gualtieri e alla presidente del Municipio Titti Di Salvo da oggi una nuova targa toponomastica ricorda Bruno Trentin nel Municipio IX di Roma. Dalla lotta partigiana, all'impegno politico e sindacale, la memoria di Bruno Trentin continuerà sempre a vivere nella Via della Capitale che porta il suo nome per ispirare le future battaglie per le lavoratrici e i lavoratori. #1Maggio".
così su Twitter il deputato democratico Andrea Casu.
"Le priorità di questo governo sono incomprensibili: lo stop al Fondo Affitti è indecente. La scelta di bloccare gli aiuti alle famiglie in difficoltà economica per pagare gli affitti ci racconta molto di questo esecutivo, classista e fuori dalla realtà. Del resto se le sue priorità sono quella di riabilitare i medici No Vax o fare i decreti anti rave… Con i colleghi del Pd abbiamo già presentato un emendamento alla Legge di Bilancio che la maggioranza ha bocciato, ma siamo pronti a dare battaglia: le nostre priorità devono essere e saranno quelle dei cittadini".
Lo scrive su Facebook Emiliano Fossi, deputato del Pd e membro della commissione Lavoro della Camera, commentando lo stop al contributo affitti.
Dichiarazione di Andrea De Maria, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera
"Desta grande preoccupazione la crisi del comparto del turismo invernale nei comuni dell'Appennino in Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo. Ho sentito oggi il Sindaco Polmonari di Lizzano in Belvedere e l'Assessore Corsini della Regione Emilia-Romagna. Voglio manifestare il mio pieno sostegno alla iniziativa delle regioni e dei comuni interessati. Bene che il Governo abbia dato disponibilità a convocare un tavolo di lavoro. Le conseguenze occupazionali e sociali per la nostra montagna possono essere davvero gravi. Peraltro lo spopolamento dell'Appennino rappresenta un grande pericolo anche per la tutela del territorio e la qualità ambientale, come ben sa chi quella realtà la conosce veramente. Servono interventi urgenti e rilevanti. Alla ripresa della attività parlamentare mi riservo, anche alla luce di come il Governo affronterà la questione, di assumere iniziative in sede istituzionale".
Dichiarazione di Silvio Lai, deputato del PD
Da gennaio a novembre dello scorso anno più di mille morti sul lavoro. Ventidue morti alla settimana e almeno 3 incidenti mortali al giorno. Numeri terrificanti che non possono più essere evocati solo statisticamente. È una questione civile e sociale e come tale deve essere affrontata. Non si tratta solo di prevenire rafforzando il sistema dei controlli e riducendo i rischi nell'attività produttiva. Occorre alzare l'asticella tra sicurezza e modello di competizione che il sistema Paese intende darsi e non può essere legata alla strategia della riduzione dei costi a partire da quello del lavoro. Contrastare la precarietà del lavoro è il primo obiettivo insieme a politiche industriali adeguate.
Ciò che non si può fare è abituarci all'idea che il rischio possa essere considerato una variabile indipendente.
Il deputato dei Democratici e membro della commissione Lavoro: "Dobbiamo introdurre una cultura diversa, basata su sicurezza e prevenzione. E' inaccettabile morire ancora di lavoro"
"In Italia continuano le morti bianche, gli ultimi due sono ragazzi di 30 e 23 anni. Giovani usciti di casa per andare a lavoro, ma che non sono più tornati dalle proprie famiglie. Un dramma che è ormai inaccettabile. Esistono già delle leggi contro i datori che chiudono gli occhi sulla sicurezza, ora dobbiamo farle rispettare".
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd, membro della commissione Lavoro alla Camera.
"Serve aumentare i controlli dentro le aziende per prevenire gli infortuni, introducendo accertamenti che siano più continui e capillari. Ci sono imprese che non ricevono un sopralluogo da anni. Sappiamo - aggiunge Fossi - che occorre aumentare il numero degli ispettori tecnici, che oggi sono ancora pochi, per riuscire ad arrivare in modo puntuale e ampio in tutto il Paese. E dobbiamo contrastare il lavoro a nero, che porta a minore sicurezza, garantendo più tutele".
"La repressione - conclude il deputato Pd - non può essere considerato però l'unico strumento. Impegniamoci per introdurre anche una cultura diversa, sia tra i datori che tra i dipendenti, che sia basata sull'attenzione, l'interessa nella riduzione dei rischi, sulla prevenzione".
“Se l'utilizzo di un asterisco per definire la differenziazione di genere fosse la causa di licenziamenti si tratterebbe di un fatto gravissimo: verrebbero denigrate la dignità e la professionalità di una associazione che da anni garantisce la promozione di numerose attività culturali nel nostro territorio. Per chiarire la vicenda promuoveremo la presentazione di interrogazioni in tutti i livelli istituzionali: comunale, regionale e parlamentare”: è quanto dichiarano in una nota congiunta il deputato Pd Marco Simiani, l’assessore regionale Leonardo Marras e Davide Bartolini, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale sulla notizia emersa sui media nei giorni scorsi secondo la quale la Fondazione Grosseto cultura non avrebbe rinnovato all’associazione Clan la gestione del Polo Le Clarisse a causa dell’utilizzo, in una newsletter, di un asterisco per indicare contestualmente le attività di bambini e bambine.
“Sempre secondo la stampa questa decisione sarebbe maturata dopo una richiesta della Fondazione di diffondere una nota in cui Clan prendeva posizione contro l’asterisco. Va allontanato ogni dubbio su questo episodio: il Comune di Grosseto è partner istituzionale della Fondazione e sarebbe complice di una discriminazione folle e reazionaria. Sarebbe comunque altrettanto grave se l’obiettivo fosse quello, come sostiene qualcuno, di affidare tutti i servizi comunali relativi al settore cultura a strutture che non hanno ne l’esperienza, né le competenze per rivestire questi ruoli”.
“Chiediamo e vogliamo chiarezza. E’ finito il tempo della propaganda, della campagna elettorale e della pacchia, adesso bisogna governare e noi abbiamo intenzione di fare la nostra parte seriamente. Mentre c’è chi ricerca visibilità sui media locali cercando di regalare ancora illusioni e chi fa battute come quella sulle spiagge e i rifiuti che fanno solo danni al Paese, noi in Commissione lavoriamo a una proposta seria e concreta, con tutti gli elementi per farlo sul tema dell’innovazione, della tipicità delle imprese, della considerazione del lavoro e degli investimenti fatti. Basta con le bufale e le balle come l’arrivo di multinazionali a spazzare via tutto, perché basta inserire i giusti correttivi sui numeri di concessioni a bando per scongiurarle. E non è più il tempo di insistere su posizioni improbabili quali l’uscita dall’Europa o le solite proroghe delle concessioni che non danno alcuna certezza e non farebbero che spostare in avanti il problema senza entrare nel merito: la realtà è che questo governo sul turismo naviga a vista e in piena confusione, tanto da non aver neanche assegnato la delega al Demanio. Parliamo di un’industria strategica per il Paese, con numeri straordinari, che, partendo dalla ricettività, parlano di 226.855 esercizi alberghieri ed extra-alberghieri con più di 5,2 milioni di posti letto in Italia, dove i soli alberghi sono 32.202 per un totale di 2,2 milioni di posti letto”. Il deputato Dem Andrea Gnassi e i colleghi Piero De Luca e Vincenzo Peluso hanno ricostruito tutti i vari tasselli normativi e non dal 2009 a oggi e hanno presentato richiesta di una audizione congiunta urgente, considerata la trasversalità della materia, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Ministro del Turismo e del Ministro delle Politiche europee per chiarire le intenzioni del Governo in merito al futuro delle concessioni demaniali marittime.
“Non si può più perdere tempo: il Governo faccia chiarezza, dia la delega al più presto e vada a trattare seriamente con l’Europa. Lo richiede a gran voce un settore che è uno dei motori del Paese e conta qualcosa come 12.166 concessioni ad uso turistico per un totale di circa 26.700 stabilimenti e un giro d’affari calcolato in oltre 15 miliardi di euro l’anno» conclude Gnassi.
Mentre a Montecitorio si vota un decreto che di fatto elimina tutte le misure di prevenzione al COVID19 il ministero della Sanità emana una circolare in cui si parla di lavoro da casa e mascherine al chiuso. Un governo in confusione che mette a rischio la salute dei cittadini.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, deputata Pd e Segretaria di Presidenza della Camera dei Deputati.
“Ho letto delle preoccupazioni intorno alla proposta di rifunzionalizzare l’impianto da Bob di Cesana, sollevate dal sindaco Roberto Vaglio, e riprese dalla deputata del M5S, Chiara Appendino. Premesso che, se Torino avesse portato fino in fondo la sua candidatura come città ospitante, oggi staremmo facendo altri discorsi, condivido in pieno l’attenzione alla gestione del dopo olimpiadi e per questo sostengo con forza la proposta di portare la gara in Piemonte”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Laus, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
Secondo la Fondazione XX marzo – prosegue l’esponente Pd – stando alle cifre da loro fornite quando Chiara Appendino era sindaca del capoluogo piemontese, ristrutturare la pista sarebbe costato circa 15 milioni di euro, smantellarla altri 10, per un totale di 25 milioni, contro i 60 milioni impegnati dal governo per realizzarla ex novo a Cortina, a cui si aggiungono gli ulteriori 20 della Regione Veneto. Sono cifre importanti, se si pensa che il motivo per cui Torino, sotto la guida del M5S e dell’ex sindaca Appendino, si ritirò dalla corsa per la candidatura olimpica fu la, già allora eclatante, menzogna per cui il governo non avrebbe finanziato con un solo euro la manifestazione olimpica”.
“In poche parole – conclude Laus - venendo in Piemonte, il Veneto risparmierebbe 20 milioni e il governo oltre 30. Il Piemonte otterrebbe una gara olimpica importante e risolverebbe una volta per tutte il destino di una struttura abbandonata rifunzionalizzandola e, eventualmente, abbattendola dopo.
Certo è interessante lavorare anche per portare gare in impianti ancora funzionanti, come l’Oval, ma questo lascia del tutto aperto il tema della riqualificazione dell’area bob di Cesana. Questa è invece una occasione da non lasciarsi scappare”.
Bocciato l’odg del deputato dei Democratici che impegnava, in caso di aumento dei contagi, il governo a reintrodurre l’obbligo dell’uso dei dispositivi di protezione individuale per i lavoratori della ristorazione
“Questo governo e questa maggioranza si confermano sordi alle esigenze dei lavoratori e si comportano come se il Covid fosse sparito, quando basta guardare a ciò che sta accadendo in Cina per capire che non è così”.
Così Emiliano Fossi, deputato del Pd e membro della commissione Lavoro, commenta la bocciatura da parte del centrodestra dell’ordine del giorno sulla reintroduzione dell’obbligo delle mascherine per i lavoratori della ristorazione in caso di aumento dei contagi.
“Alcuni studi fatti ad inizio pandemia – aggiunge Fossi – hanno segnalato come la ristorazione sia l'attività tra le più a rischio per i contagi. Inoltre i dati confermano che il Covid circola ancora. Come emerge dai bollettini settimanali del Ministero della salute il numero delle vittime è in crescita del 4,8% (686 morti la prima settimana di dicembre, 719 la seconda). Inoltre una Regione è classificata a rischio alto per molteplici allerte di resilienza e dieci sono a rischio moderato. Non prendere in considerazione questi dati è da irresponsabili”.
Il 28 dicembre 1943 vennero fucilati Quarto Camurri e i sette fratelli Cervi.
Le loro storie sono ormai parte della memoria collettiva sulla Resistenza e sono motivo di orgoglio per il nostro territorio. È un episodio che racconta tutta la brutalità della repressione fascista, ma ci ricorda anche la fierezza e la forza di una famiglia antifascista.
Dopo la fucilazione furono proprio le donne di casa Cervi, insieme al padre Alcide, a raccontare e testimoniare in tutta Italia la storia dei sette fratelli. E ancora oggi Adelmo Cervi, figlio di Aldo, porta avanti questo lavoro.
Proprio per questo, anche dopo 79 anni, casa Cervi è simbolo di quei valori di democrazia, libertà e solidarietà per cui morirono i partigiani.
Lo scrive il deputato democratico Andrea Rossi.
“Non bastavano pene fino a 6 anni e multe fino a 10 mila euro per chi organizza un rave. Il governo vuole pure impedire un confronto approfondito sulla legge, ponendo la fiducia e tagliando così la discussione generale. La maggioranza è in preda ai tic ideologici della peggiore destra”.
Ad affermarlo è Emiliano Fossi, deputato del Pd e membro della commissione Lavoro della Camera.
“In Italia c’è un’emergenza che si chiama lavoro - dice Fossi - ma il governo Meloni non se ne è accorto o non sa come intervenire: in ogni caso parla di altro e non si occupa di ciò che sta a cuore agli italiani”.
“Il Presidente del Senato ha tutto il diritto di commemorare il padre. Ne ha molto meno nell'esaltare il MSI, per i legami con il regime fascista e per quello che ha rappresentato nell'Italia repubblicana. La Russa è un uomo di parte, inadeguato al ruolo che ricopre”.
Così su Twitter la deputata democratica Chiara Gribaudo, vice presidente della commissione Lavoro.
“Deplorevole e ipocrita fare post su Fb strappalacrime sulla coppia di ragazzi senza dimora di 23 anni, Sabrina e Michael, che a Milano hanno lasciato il figlio in ospedale perché non hanno niente di niente. Quei ragazzi avrebbero bisogno di diritti, una casa, un lavoro. Invece non hanno assicurato nemmeno il diritto alla salute. Perché i senza dimora - 100mila in tutta Italia - perdono la residenza e quindi anche la possibilità di avvalersi del medico di base. Per questo, in approvazione della Legge di bilancio, ho presentato in Aula un ordine del giorno che impegnava il governo a sanare questa ingiustizia terribile. Una norma caldeggiata dall'Ordine dei Medici che avrebbe comportato meno costi per lo Stato (andare al Pronto Soccorso costa molto di più) e dato la possibilità di iscriversi negli elenchi degli assistiti delle Asl. Nonostante una legge sia stata già approvata all'unanimità in Emilia Romagna, Puglia e Piemonte e in tante altre si stia per farlo, il governo ha dato parere contrario e l’Odg è stato bocciato. Poi a Natale arriva il post strappalacrime e ipocrita di una ministra dello stesso governo che prima toglie il reddito di cittadinanza, poi nega fondi per il disagio abitativo e infine le cure ai più poveri. E' inaccettabile. Roccella, anziché piangere lacrime di coccodrillo, spieghi perché sono così cattivi da voler negare a quei due ragazzi, come ad altre 100mila persone, il medico di base. Tra l'altro, probabilmente uno dei motivi per cui quei due ragazzi hanno dovuto lasciare il figlio in ospedale senza riconoscerlo”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Affari sociali alla Camera, Marco Furfaro.
“Durante la lunga maratona di questa notte per approvare la manovra, è stato fatto un passo avanti nella direzione di riconoscere l’importanza di un sostegno ai redditi degli autonomi nei momenti di calo del fatturato”. Ha dichiarato Chiara Gribaudo, Vicepresidente della Commissione Lavoro.
“Infatti, in vista di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, già annunciata in audizione dalla Ministra Calderone, è positivo che sia stato accolto un mio ordine del giorno alla legge di bilancio che chiede una riduzione dell’aliquota contributiva ISCRO per l’annualità 2023 nella misura dello 0.26%. Grazie al monitoraggio dell’INPS, del Ministero del lavoro e del MEF sappiamo che, data la capienza delle risorse disponibili, questo cambiamento non comporterebbe ulteriori oneri in capo alla finanza pubblica ed è quindi giusto non gravare maggiormente sui lavoratori autonomi”. Conclude la deputata DEM.