Rispettiamo le sentenze, sempre, i giudici e il loro lavoro. Ma la politica non si fa nelle aule di tribunale. Non cambia, quindi, la condanna morale e politica sull'inaccettabile condotta del ministro Matteo Salvini quando, nel 2019, lasciò al largo di Lampedusa, per 19 giorni, 147 persone salvate dalla nave Open Arms.
Persone trattate come cose e ridotte allo stremo e Ong dipinte come criminali.
Salvini non è stato processato per aver difeso i confini della patria, come dice lui, perché i confini non erano minacciati da nessuno.
Così come resta inaccettabile la campagna di discredito animata nei confronti dei giudici dell'accusa, costretti ad avere la scorta per le minacce e gli insulti ricevuti". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Ancora una volta, il governo Meloni dice no alla richiesta di sostegno per i lavoratori. È stato infatti bocciato un ordine del giorno che destinava risorse ai lavoratori facchini della difesa, presentato dal capogruppo PD in Commissione Difesa, deputato Stefano Graziano.
“Riteniamo del tutto incredibile che il governo abbia bocciato un serio sostegno per questi lavoratori che da molti anni, con abnegazione, svolgono attività di facchinaggio all’interno delle strutture, enti e basi militari della difesa”, ha dichiarato Graziano.
“Troviamo incomprensibile che ancora oggi questi lavoratori siano costretti a svolgere un lavoro precario all’interno di strutture militari, utilizzati quotidianamente per tutti i servizi di movimentazione delle merci, senza che ci sia un chiaro riconoscimento del loro ruolo”, ha proseguito.
“Porteremo avanti con tenacia questa battaglia nelle prossime settimane, chiedendo al Ministro della Difesa di porre fine a questo sistema di precarietà del lavoro, assumendo questi lavoratori nel proprio organico.”
Casu: governo ha assunto impegno a salvaguardare i posti di lavoro
“È stato approvato l'ordine del giorno presentato dai deputati Roberto Morassut, Andrea Casu e Silvia Roggiani e sottoscritto da tutto il gruppo PD, che impegna il governo ad adottare soluzioni per tutelare la sostenibilità finanziaria dell'ACI e garantire il rispetto della sua missione istituzionale. L'impegno riguarda la salvaguardia delle professionalità coinvolte e dei posti di lavoro, compresi tutti i dipendenti di ACI Informatica, attraverso il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali e aziendali. L'emendamento nasce a seguito dell’adesione del gruppo parlamentare Pd alla protesta delle lavoratrici e dei lavoratori di ACI Informatica, che hanno contestato l’articolo 116 della manovra del Governo Meloni che con un prelievo di 50 milioni di euro annui a partire dal 2025 mette pesantemente a rischio servizi pubblici essenziali e l'innovazione tecnologica per i cittadini, oltre a compromettere il futuro delle 500 famiglie dei dipendenti di ACI Informatica. Per il gruppo Pd è intervenuto in aula il deputato democratico Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, che dichiara: “Abbiamo mantenuto l’impegno che avevamo preso con le lavoratrici e i lavoratori. Adesso vigileremo perché il governo rispetti quanto votato dal parlamento e garantisca tutti i dipendenti, comprese le donne e gli uomini che lavorano per Aci Informatica, che svolgono, a tutti gli effetti, un servizio pubblico essenziale per cittadini e imprese”.
"Dopo l'ordine del giorno approvato a nostra prima firma l'otto ottobre scorso, oggi la Camera ha approvato all'unanimità un altro ordine del giorno trasversale (a firma Rizzetto, Furfaro, Scotto e altri) che impegna il governo ad adottare ogni provvedimento utile, anche con un confronto con la Fondazione Enasarco, per tutelare gli iscritti i cui contribuiti versati in anni di lavoro sono rimasti inulitizzati. Stiamo parlando di 700 mila persone che da anni lamentano di aver versato contributi durante la loro carriera senza ricevere alcuna prestazione corrispettiva una volta raggiunta l'età pensionabile. Dopo questo altro atto trasversale, ora il governo dia seguito a questo impegno che ci siamo presi verso la vita di tante lavoratrici e lavoratori". Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo dem in Affari Sociali e membro della segreteria nazionale, e Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione lavoro.
“Respinto l’ordine del giorno che ho presentato insieme ai colleghi Sarracino, Fossi e Guerra, che destinava il fondo istituito per il trattamento economico integrativo dei ministri e sottosegretari non parlamentari alle associazioni di volontariato e alla ricerca scientifica per le malattie rare. Per giorni i destinatari della misura hanno dichiarato che quelle risorse non le avrebbero utilizzate, ma evidentemente hanno cambiato idea, mentre negavano il salario minimo e mettevano soldi largamente insufficienti per il rinnovo del contratto del pubblico impiego non riconoscendo il recupero del potere d’acquisto perduto per tre milioni di lavoratori”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Nella notte tra il 17 e il 18 dicembre, un tragico incidente ha colpito il Porto di Genova, dove un lavoratore di 52 anni ha perso la vita durante il turno di lavoro notturno, e il suo collega è rimasto ferito. Questo ennesimo drammatico evento mette in luce l'urgente necessità di misure più efficaci per garantire la sicurezza dei lavoratori portuali, che quotidianamente affrontano turni e condizioni di lavoro estremamente gravosi, anche con situazioni meteo estreme.
Per questo abbiamo proposto un ordine del giorno alla manovra di bilancio che impegna il governo ad assumere con la massima urgenza ogni iniziativa per dare operatività al fondo per l’incentivazione al pensionamento bloccato da due anni e il riconoscimento del lavoro portuale operativo come usurante. L'ordine del giorno e' stato approvato all"unanimita" ma sono state.stralciate le parole "massima urgenza". Il tema pero' e' piu' che urgente perche' i lavoratori vanno tutelati ora e nok si puo' continuare ad assistere alla conta dei morti sulle banchine. E quindi dai primi atti del nuovo anno verificheremo la coerenza del Governo a dare seguito agli impegni presi oggi per la sicurezza dei lavoratori" così la vicepresidente del gruppo parlamentare del Pd, la deputata Valentina Ghio.
"Il miglioramento che i cittadini di Roma vedono con i propri occhi trova conferma nei dati contenuti nella relazione della Commissione Ecomafie sui rifiuti della Capitale. Un risultato che è il frutto dell’impegno del sindaco Gualtieri e della sua amministrazione. Non è facile colmare in poco tempo anni di ritardi e di inefficienze, ma grazie al lavoro del sindaco stiamo finalmente andando nella giusta direzione per il futuro. Oggi possiamo parlare di un’idea chiara e moderna di città, con una gestione della raccolta differenziata che si sta concretizzando, accompagnata dalla pianificazione necessaria a garantire la chiusura del ciclo per una Capitale più pulita e maggiore risparmio per i cittadini romani” così il deputato del Partito Democratico, Andrea Casu.
“Una manovra di galleggiamento, piena di mance, che dimentica i più fragili e il Sud scippato di 4 miliardi per la decontribuzione. Nessuna risposta sul lavoro dove nella sola Sicilia 2000 persone rischiano di perdere l'occupazione il 31 dicembre e 62000 sono lavoratori irregolari. Nulla viene fatto per la lotta alla mafia quando i dati Cgia ci parlano di 15000 infiltrazioni di stampo mafioso - di cui il 10% in Sicilia - e addirittura la maggioranza mette in discussione la legge Rognoni-La Torre, incisiva norma di contrasto alla mafia”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti e segretario regionale siciliano.
“Per non parlare dell'assenza – continua il parlamentare - di un piano per le infrastrutture: ancora 2 miliardi in più per il Ponte sullo stretto di Messina, sapendo che i costi lieviteranno. Siamo alla follia: un pugno in faccia ai calabresi e siciliani che avrebbero bisogno di ben altre risposte”. “Insomma una manovra iniqua e dannosa per l'Italia”, conclude Barbagallo.
“La premier nei due giorni di comunicazione alle camere ha montato un teatrino volto a nascondere i fallimenti del suo governo a livello internazionale e in politica europea. La via italiana in politica estera è in realtà un vicolo cieco. La premier ha mostrato di essere in grande difficoltà sui temi politici e non è riuscita a dare una prospettiva, un'idea, un programma di lavoro per rafforzare l'Europa. Rafforzarla a livello interno attraverso la competitività del mercato delle industrie italiane ed europee e a livello internazionale quale attore diplomatico di pace negli scenari internazionali. I toni aggressivi, gli attacchi, anche violenti, che abbiamo ascoltato sono un segnale di grande debolezza. Abbiamo sentito evocare sciamani, riti voodoo, macumbe e invece ci saremmo aspettati un discorso alto, con delle proposte e delle idee per rafforzare l'Europa. Il protagonismo dell'Italia non esiste; questo è il problema reale e i risultati ottenuti finora, purtroppo, non sono all'altezza della propaganda”.
Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche UE, a Coffee Break su La7.
“Questa mattina, insieme al Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo depositato altre 120 mila firme, oltre alle 500 mila già raccolte lo scorso anno per la petizione, a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora. Il segnale è chiaro: il popolo italiano vuole una misura di giustizia perché nessuno deve lavorare sotto i 9 euro lordi l'ora. Chiederemo l'immediata calendarizzazione in commissione Lavoro e questa volta la destra non potrà più fare finta di nulla e nascondere la testa sotto la sabbia”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, a margine dell’iniziativa per il deposito delle firme presso gli Uffici di Montecitorio.
“Un'altra tappa nella nostra battaglia che non conosce tregua sul ‘salario minimo subito’” ha aggiunto la deputata dem Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico perché, ha aggiunto “la questione salariale nel nostro Paese è la più serie che ci sia, i salari reali continuano a diminuire e il governo ignora questo problema, anzi lo alimenta favorendo la contrattazione pirata”. Per l’esponente Pd è necessario soprattutto tutelare “i giovani e le donne che entrano nel mercato del lavoro con stipendi da fame e percorsi continuamente interrotti. La logistica e l'agricoltura sono tutti settori in cui noi assumiamo degli schiavi non delle persone per le quali la dignità del lavoro deve essere garantita”. “’Salario minimo subito’ – ha concluso Guerra - significa dignità del lavoro e rispetto della nostra Costituzione, secondo cui il lavoratore deve essere pagato in proporzione alla qualità e quantità del lavoro che svolge”.
“È una legge di Bilancio profondamente riscritta dagli emendamenti del governo, trasformati in fittizi emendamenti dei relatori per non fornire i dati tecnici e costringere la Commissione ad esprimersi con un solo voto sull'intero pacchetto. Una legge priva di elementi cruciali come la politica industriale, priva di un piano, il salario minimo, le risorse per la sanità pubblica e per la scuola. C'è la volontà del governo di spingere verso la privatizzazione della sanità, della scuola e del sistema pensionistico”. Così la deputata dem Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd e relatrice di minoranza della Legge di Bilancio in discussione alla Camera.
“Quel poco che c'è è frutto del lavoro delle opposizioni che con poche risorse hanno permesso il raddoppio delle assunzioni degli ispettori sul lavoro per garantire maggiore sicurezza, tema per noi ineludibile, la stabilizzazione delle assunzioni di ricercatori e dei tecnici del Cnr, perché la ricerca è fondamentale per lo sviluppo del paese e il finanziamento di un servizio di sostegno psicologico nelle scuole per fronteggiare il disagio degli studenti post Covid”, conclude Guerra.
Non ci ferma nessuno! Ecco le firme per una legge d’iniziativa popolare per il salario minimo: sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento.
Uniti con le altre opposizioni per una misura di giustizia e dignità che un destra fuori dalla realtà non vuole accettare.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Oggi, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra depositeranno alla Camera dei Deputati le firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora.
L'appuntamento con i giornalisti, fotografi e operatori televisivi è fissato per le ore 10.00, davanti all’ingresso principale di Montecitorio.
Parteciperanno parlamentari e i responsabili del settore lavoro dei tre partiti. La proposta di legge, annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 2 maggio 2024, è stata depositata presso la Corte di Cassazione, come previsto dall’articolo 71 della Costituzione.
Il testo completo della proposta di legge è disponibile al seguente link: https://firme.salariominimosubito.it/wp-content/uploads/2024/05/LIP-SALA...
"Oggi, in Commissione Attività produttive presso la Camera dei Deputati, si è tenuta un’audizione dei rappresentanti Beko e di quelli dei sindacati. Dopo aver ribadito l'inaccettabilità di un piano industriale che prevede l'enormità di 2.000 licenziamenti, innescando nei territori interessati vere e proprie bombe sociali, abbiamo incalzato l’Azienda su alcuni dei passaggi anche tecnici relativi all’operazione. Beko ha ribadito le direttrici strategiche già enunciate, confermando peraltro di ritenere rispettati i termini del golden power. Questo, però , contraddice quanto dichiarato dal ministro Urso in aula a proposito di una presunta clausola di salvaguardia dei posti di lavoro. Di fronte a una tale intransigenza dell'azienda che sembra non trovare punti di apertura, riaffermiamo la nostra richiesta al Governo di contrastare con tutti i mezzi a sua disposizione questo piano spregiudicato". Così in una nota Augusto Curti a nome dei deputati Pd eletti nelle Marche, in Toscana e in Lombardia.
"Ben 300 pagine di rapporto, realizzati raccogliendo centinaia di esperienze di vittime, di testimoni ed esperti. Decine di attacchi militari dell'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza esaminati, 102 dichiarazioni di alti esponenti del governo di Netanyahu e di capi dell'esercito. Secondo Amnesty International è evidente "l'intento genocidario" del governo israeliano ai danni dei palestinesi.
Oggi in Comitato diritti umani alla Camera abbiamo audito le rappresentanti di Amnesty International che hanno illustrato l'enorme e dettagliato lavoro svolto dall'organizzazione per redigere il rapporto che ha suscitato molte reazioni, alcune delle quali positive, come quella della Spagna e dell'Irlanda. In Italia, invece, c'è stata poca attenzione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è limitato a dire che "è ora di fermarsi, è ora di arrivare al cessate il fuoco. Ma non si tratta di genocidio a Gaza", senza neanche far riferimento al rapporto di Amnesty.
Durante l'audizione, le rappresentanti dell'organizzazione, hanno riferito che l'Italia ha continuato a vendere armi ad Israele anche dopo il 7 ottobre del 2023. Nello specifico, sarebbero stati ceduti a Tel Aviv 4 milioni tra armi e munizioni, mentre sarebbero stati autorizzati ulteriori 7 milioni di pezzi di ricambio. Si tratterebbe di commesse legate a contratti firmati prima dell'attacco terroristico di Hamas, ma in base anche alla legge italiana 185 sul commercio di armamenti, continuare a inviarne potrebbe mettere l'Italia a rischio di complicità con atti genocidari. Le affermazioni di Amnesty, per altro, sono corroborate dai dati raccolti in un rapporto dall'associazione Altreconomia.
Su questo faremo un'interrogazione al governo, perché chiarisca definitivamente se l'Italia sta continuando a trasferire armi a Israele. E chiederemo anche come il governo intende agire per porre fine alla gravissima situazione in corso nella Striscia di Gaza". Lo riferisce Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.