31/01/2025 - 20:19

“Per la terza volta, il governo ha trasferito migranti in Albania senza rispettare le norme, e per la terza volta questi dovranno essere rimpatriati. Il cosiddetto ‘modello Albania’ si conferma un fallimento totale: una violazione dei diritti umani che spreca milioni di euro degli italiani solo per alimentare la propaganda ideologica della destra. Tornano tutti in Italia. Di nuovo.”

“Appena due giorni fa ho potuto parlare con uno di loro. Ho trovato una persona spaventata e disorientata, che si commuoveva ricordando la detenzione e le violenze subite in Libia, che mi chiedeva: ‘ma è vero che forse andrò in Italia?’ Oggi, è avendo in testa quel ragazzo, non troppo più grande di me, che accolgo con sollievo la decisione della Corte d’Appello di sospendere il trattenimento delle 43 persone portate a Gjader, in attesa della pronuncia della Corte Europea di Giustizia sui paesi sicuri. Ma anche con sdegno.”

“Sdegno per la deportazione che hanno subito queste persone, tra cui quattro minori e due vulnerabili. Sdegno per i soldi dei contribuenti buttati. Un’operazione disumana, inutile e costosissima, orchestrata solo per alimentare la propaganda del governo.”

28/01/2025 - 14:04

“Le scuole devono essere luoghi sicuri e inclusivi, dove ogni attività educativa rispetti rigorosi criteri scientifici e pedagogici. Per questo, insieme alla consigliera regionale Francesca Zottis, abbiamo deciso di intervenire sul caso Teen Star, un’associazione i cui corsi di educazione affettiva e sessuale hanno sollevato preoccupazioni in molte comunità scolastiche, da San Donà di Piave a Caorle fino a Torino. Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare e una regionale per chiedere trasparenza e maggiore controllo su queste attività educative”. Lo dichiarano in una nota congiunta la deputata Rachele Scarpa e la consigliera regionale Francesca Zottis, entrambe del Partito Democratico.
“Le proteste di genitori, insegnanti e opinione pubblica dimostrano quanto sia necessario garantire che i corsi proposti nelle scuole da associazioni esterne rispettino i principi di inclusività, scientificità e tutela dei minori. È inaccettabile che temi così delicati siano trattati in modo approssimativo o non conforme agli standard educativi. È nostro dovere vigilare affinché le scuole siano luoghi di crescita e rispetto, e non di divisione o disagio,” prosegue Scarpa.
Le interrogazioni, presentate in Parlamento e nel Consiglio regionale del Veneto, chiedono al Governo e alla Giunta regionale di verificare le modalità di accreditamento e monitoraggio di associazioni come Teen Star e di assicurare che le attività educative extrascolastiche rispettino i diritti dei minori e i principi costituzionali di pari opportunità.

“Questo è un impegno che riguarda tutte le istituzioni, a ogni livello,” concludono Scarpa e Zottis.

 

22/01/2025 - 17:04

"Ormai è chiaro, i diritti dei minori sono fuori dagli obiettivi del governo Meloni. Quando si tratta di trovare risorse e investimenti tagliano i fondi ed i progetti per l'infanzia. È una vergogna". Così la capogruppo Pd in commissione Infanzia e Adolescenza, Michela Di Biase, commentando lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo nazionale Infanzia e Adolescenza.
"Il mese scorso i tagli in finanziaria al fondo per la povertà educativa - ha proseguito la deputata Pd - oggi abbiamo appreso dei tagli sul fondo per l'Infanzia che viene ripartito annualmente alle città metropolitane. Quasi 1,5 milioni di euro di decurtazioni che si abbatteranno sui progetti che i comuni attuano per le politiche di inclusione e sostegno. Questo Governo non si smentisce mai: da una parte nomina commissari per annunciare l'intenzione di volersi occupare di periferie, come hanno fatto con il decreto Pnrr, e poi taglia le risorse per i progetti per i più giovani che vivono proprio in questi territori. Un governo di slogan, nessun atto concreto" ha concluso Di Biase.

21/01/2025 - 18:32

Scarpa: governo taglia e non interviene sull’emergenza carceraria

“Il Partito Democratico si asterrà sul "Decreto Giustizia", un provvedimento che, nonostante il titolo ambizioso, offre risposte del tutto insufficienti alle criticità del sistema giudiziario”. Lo ha dichiarato, intervenendo in Aula alla Camera, la deputata democratica Rachele Scarpa, componente della Commissione Giustizia di Montecitorio.
“Abbiamo sostenuto alcuni interventi migliorativi – ha aggiunto la democratica – ma le nostre proposte per colmare le gravi lacune sono state respinte da una maggioranza che continua a ignorare le opposizioni. È necessario affrontare con urgenza questioni cruciali come il rafforzamento della giustizia penale e civile, con investimenti in risorse e strumenti adeguati, compresa l’applicazione del processo telematico penale, che finora ha mostrato evidenti limiti. Occorre inoltre intervenire per potenziare e stabilizzare la magistratura onoraria, migliorare il funzionamento dell’ufficio del processo e garantire un supporto concreto alle vittime di mafia, usura, estorsione e crimini domestici”.
“Un capitolo fondamentale – ha proseguito Scarpa - riguarda le carceri, dove la situazione è drammatica: 63mila detenuti a fronte di 51mila posti disponibili, con 83 suicidi nel 2024 e già 8 nel 2025. Le condizioni di detenzione sono disumane, l’autolesionismo è ormai quotidianità, con un sovraffollamento medio del 130%, che in alcune strutture, come a San Vittore, raggiunge picchi del 220%. Una vera e propria emergenza umanitaria. Nonostante ciò, il governo ha tagliato oltre 500 milioni di euro alla giustizia nell’ultima manovra di bilancio, penalizzando l’edilizia carceraria, la giustizia minorile e penale, oltre ai servizi di reinserimento. Questi tagli aggraveranno una situazione già critica, minando il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti”.
“Chiediamo investimenti concreti per affrontare il sovraffollamento carcerario, sostenere il personale penitenziario e potenziare le misure alternative. La rieducazione è il fine della pena, non l'umiliazione. Senza dignità, il sistema continuerà a produrre dolore, recidiva e ingiustizia”, ha aggiunto Scarpa.
“Il Partito Democratico continuerà a battersi per una giustizia equa e rispettosa dei diritti umani, contestando l’azione del governo, che fino ad ora si è limitato ad aumentare le pene e introdurre nuovi reati nel codice penale. Misure che non migliorano il sistema giudiziario, ma servono esclusivamente alla propaganda governativa” ha concluso.

15/01/2025 - 17:36

"Le loro famiglie sono state sterminate sotto i bombardamenti a Gaza, le loro case sono state distrutte, di alcuni familiari non hanno più notizie da mesi. E' il racconto drammatico che Fatima e Fatiha, due donne originarie della Striscia ci hanno fatto, oggi, durante un incontro che come delegazione del Comitato diritti umani della Camera, abbiamo avuto a Ramallah con le ONG palestinesi che, da prospettive diverse, si occupano di diritti umani a Gaza e in Cisgiordania.
Un racconto che restituisce tutto l'orrore di quanto sta accadendo da ormai 14 mesi a Gaza dove, ad oggi, si contano almeno 47mila vittime di cui la maggior parte donne e minori.
Fatiha vive in Cisgiordania da quando andava all'università e dal 2000 ad oggi è potuta tornare a Gaza solo due volte perché neanche quando la madre è morta l'esercito israeliano le ha concesso di rientrare nella Striscia per partecipare ai funerali.
Ma Gaza non è l'unico posto in cui i diritti vengono costantemente calpestati. Come ha spiegato la ministra di Stato per gli Affari Esteri palestinese, Varsen Aghabekian Shahin, senza la fine dell'occupazione dei territori della Cisgiordania non ci sarà il rispetto dei diritti umani delle persone che vivono in quelle terre alle quali non viene nemmeno garantita la possibilità di muoversi liberamente, di curarsi, di continuare gli studi, di lavorare. Perfino la resistenza pacifica dei Territori - ha sottolineato la ministra di Stato - viene tacciata di terrorismo ed è motivo di persecuzione. Anche la ministra, come il sindaco di Betlemme, ha chiesto che la comunità internazionale faccia pressione per porre fine a quello che ha definito "un regime di apartheid". Chiede, Aghabekian Shahin, che venga finalmente rispettato il diritto internazionale che è uguale per tutti i paesi e i popoli. "Le vite dei palestinesi contano come quelle degli israeliani, degli ucraini e di tutti gli altri. Riconoscere lo Stato di Palestina non sarebbe solo un gesto simbolico, ma un'applicazione del diritto all'autodeterminazione dei palestinesi. Perché l'Italia non lo fa?". Lo riferisce Laura Boldrini, in questi giorni in missione in Israele e Palestina con una delegazione del Comitato permanente della Camera sui i diritti umani nel mondo di cui è presidente.

14/01/2025 - 17:58

“Il decreto del 23 dicembre è un provvedimento che smantella l’ordinamento costituzionale. Si superano le prerogative degli enti locali e dei comuni, commissariando interi quartieri sparsi sul territorio italiano per imporre il “modello” Caivano. Un modello tutt’altro che virtuoso, che ha minato il sistema della giustizia minorile per affermare un approccio securitario e punitivo”. Lo ha detto la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase intervenendo in Aula sulle pregiudiziali al decreto ‘Misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza’.

“Non viene accennato al criterio con cui sono state scelte queste proprio zone e non altre. Ancora - ha proseguito la deputata Pd -  nel decreto non c’è nessun accenno ai criteri né tanto meno ai contenuti del piano straordinario d’intervento che il commissario straordinario dovrà approntare. Sappiamo solo una cosa: al di là delle rassicurazioni formali di dialogo e condivisione, questi quartieri saranno commissariati dal Governo, tolti dalla competenza diretta di Sindaci e presidenti delle municipalità”.

“E’ chiaro l’intento del Governo: per celare l’assenza di una visione complessiva per la soluzione di questi problemi si rifugge verso il modello Caivano, un insieme di repressione e ossessione securitaria come mai visto prima nel nostro Paese. Si sceglie qualche quartiere e si avvia la gran cassa della propaganda di Governo, con il risultato evidente di produrre una ghettizzazione di queste zone e con il rischio concreto – ha evidenziato Di Biase - di produrre effetti peggiori della situazione esistente. Bisogna invece ripartire dai presidi associativi e culturali di queste comunità, dagli amministratori locali, dalle parrocchie e insieme formare un’alleanza che sappia mettere al centro percorsi di assistenza e di riscatto sociale. L’azione preziosissima delle forze dell’ordine – ha concluso - non basta da sola a bonificare territori così complessi, occorre una rigenerazione culturale, sociale ed educativa”.

08/01/2025 - 17:56

«Ho depositato un’interrogazione a mia prima firma al Ministro degli Affari Esteri, sottoscritta anche dai colleghi Enzo Amendola, Giuseppe Provenzano e Fabio Porta, per chiedere al governo di dire una volta per tutte la verità sull’invio di armi dall’Italia a Israele dopo il 7 ottobre 2023.

Diverse ricerche e inchieste giornalistiche, che vengono citate nell’interrogazione, dimostrano che un flusso di materiali d’armamento è proseguito anche nei mesi nei quali l’esercito israeliano ha scatenato a Gaza un massacro di civili senza precedenti: sono ben oltre 45mila le persone uccise, per la maggior parte donne e minori.

Dal 1990 l’Italia si è dotata di una legge, la 185, che vieta la vendita, la concessione di licenze, il trasporto e perfino il passaggio nei porti o sul territorio nazionale di armi, munizioni e strumenti bellici verso paesi che violano le convenzioni internazionali sui diritti umani.

Sia la Corte Penale Internazionale sia la Corte Internazionale di Giustizia hanno accertato che, con i bombardamenti indiscriminati e con il blocco di aiuti umanitari, il governo di Israele sta violando le convenzioni internazionali in materia di diritti umani. Quindi, secondo la legge 185, dall’Italia non possono essere inviate armi e loro componenti verso Israele.

Ma le inchieste citate nell’interrogazione dicono che invece proprio questo sta avvenendo, e che vengono perfino vendute armi cosiddette “a uso civile”, classificazione bizzarra e sconosciuta alla legislazione italiana, vendute ai coloni degli insediamenti illegali per essere usate contro le famiglie palestinesi.

Il governo risponda e dica la verità. Noi ci auguriamo di essere smentiti: sarebbe di una gravità inaudita scoprire che il governo italiano sta collaborando al massacro di decine di migliaia di persone innocenti, violando la legge nazionale e il diritto internazionale».

Lo dichiara in una nota Laura Boldrini, deputata PD e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

05/12/2024 - 14:30

“È la nostra Costituzione a riconoscere ai magistrati onorari un ruolo nell'ordinamento giudiziario che nel corso degli anni è cresciuto acquisendo importanza molto rilevante fino ad occuparsi del 50% delle cause civili e dell'intero insieme dei reati penali minori. L'infrazione comunitaria ha posto in evidenza dubbi sulla compatibilità tra la normativa nazionale e quella dell'Unione soprattutto sul deficit che i giudici hanno subito in materia di diritti essenziali perché esclusi dallo status di lavoratori dipendenti. Il ddl che oggi votiamo non riesce a risolvere tutte le questioni avanzate dall'infrazione comunitaria, non soddisfa le richieste legittime dei magistrati e lascia il fianco scoperto a iniziative di rivalsa per i diritti negati.” Così il deputato dem Marco Lacarra intervenendo in Aula annunciano l'astensione del Pd sul voto del ddl sulla magistratura onoraria.
“In Commissione -  continua il parlamentare - il Pd ha presentato emendamenti per coprire le lacune al ddl in materia di indennizzi, dell'ingiusto obbligo di gestione separata Inps per i magistrati non esclusivisti e i costi per il ricongiungimento pensionistico. Su questi punti il governo è rimasto sordo e le coperture finanziarie restano insufficienti”. “Insomma questa è una norma che non riconosce ai magistrati onorari il giusto riconoscimento e importanza che rivestono per lo Stato italiano”, conclude Lacarra.

04/12/2024 - 18:05

“Il Decreto Fiscale sul quale il governo ha posto l’ennesima fiducia di questa legislatura doveva essere la certificazione di un grande successo della destra sull’abbassamento permanente delle tasse. Invece è stato un esercizio di illusionismo finito male, sugli scogli. Così come sugli scogli si sono infranti i proclami di compattezza e unità di una maggioranza che inizia a rivelarsi per quello che è. Un insieme unito solo dalla colla del potere e disunito su tutto. Questo decreto non si ricorderà per l’impraticabile abbassamento delle aliquote Irpef, ma solo per gli incidenti di percorso di maggioranza”.

Così il deputato democratico della commissione Bilancio, Silvio Lai, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo alla fiducia posta dal governo al Decreto Fiscale.

“La destra - ha aggiunto - può raccontare di 500mila ore di lavoro in più nel mese di settembre, ma sono poco più di 3000 persone a tempo pieno di cui non sanno le motivazioni. Può annunciare, con sprezzo del ridicolo, che siamo la locomotiva d’Europa o che il Mezzogiorno cresce più del Nord o dei successi nel contrasto all’immigrazione clandestina. Può raccontare che la coperta è corta, ma è stata la maggioranza ad accorciarla miliardo dopo miliardo con condoni ed errori. A parte la natura minoritaria revanscista e predatoria, non esiste nelle sue politiche un’idea di sviluppo e crescita del Paese intero, basta vedere come ha ridotto le politiche industriali e di sviluppo: al niente. Un’idea - ha concluso - di coesione complessiva, un progetto in cui si possa riconoscere un popolo intero non c’è e, è evidente, non ci sarà”.

 

03/12/2024 - 14:09

“Negli istituti penali minorili è fondamentale la formazione del personale. Ma dalle dichiarazioni in audizione del capo dipartimento Sangermano e di quelle del sottosegretario alla Cultura Mazzi, che stranamente e con mio rammarico viene a rispondere alla mia interrogazione, la divisa all'interno dei DPM viene impartita per questioni di autorevolezza percepita creando distanza tra personale e i ragazzi. Così invece di formare il personale, il governo preferisce eludere il problema e dare risposte burocratiche che nulla hanno a che fare con la funzione rieducativa”. Così la deputata dem Michela Di Biase in replica all'interrogazione al ministro di Giustizia sulla circolare delle divise nei carceri minorili.
“In due anni di legislatura, questo governo ha reso gli istituti penali minorili sempre più simili ai carceri degli adulti, smantellando e sminuendo il sistema della messa alla prova e creando un sovraffollamento che prima del decreto Caivano era inesistente”, conclude Di Biase.

29/11/2024 - 17:35

Dichiarazione on. Nicola Care’

“L’Australia ha vietato i social media agli under 16 con una legge votata da tutto il parlamento. In Italia, il Pd ha già depositato una proposta legislativa per affrontare l'emergente problema dell'accesso dei minori ai social media in Italia. Ispirandosi alla recente legge approvata in Australia, ci impegniamo a promuovere misure simili nel nostro Paese. Il 47% dei giovani italiani tra i 10 ed i 24 anni sarebbe favorevole a una limitazione dello smartphone fino ai 14 anni e dei Social media fino ai 16. E se questo concetto è più accettabile per chi quell'età l'ha già raggiunta, fa riflettere che sia d'accordo anche 1 su 3 fra chi ci deve ancora arrivare come rivela l'annuale indagine condotta dall'Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo Di.Te.) in collaborazione con il portale studentesco Skuola.net.
La legge australiana, approvata con largo consenso parlamentare, rappresenta una delle più severe normative a livello mondiale contro i social media, imponendo alle aziende di adottare misure efficaci per impedire ai giovani di creare account. Questa iniziativa è un passo importante per proteggere i nostri giovani dai rischi associati all'uso delle piattaforme social. Il disegno di legge che abbiamo presentato in Italia in senato a prima firma Menunni e Malpezzi e alla Camera Madia, mira a velocizzare l’iter legislativo e garantire un ambiente online più sicuro per i nostri ragazzi tutelando così i minori e promuovendo una maggiore responsabilità da parte delle piattaforme social.” Così Nicola Carè deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia.

26/11/2024 - 19:22

Braga e Guerra, governo non sia sordo a grido d’allarme Cgil, Cisl, Uil e Ugl

“La riscrittura del codice degli appalti made in Salvini si tradurrà in un “liberi tutti” per contratti siglati da sindacati e associazioni datoriali prive di ogni rappresentatività. Si aprirà una competizione fra contratti con criteri di equivalenza che  premieranno quelli con minori tutele economiche e normative. Tutte le organizzazioni sindacali audite oggi alla Camera, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, e varie associazioni datoriali hanno espresso  forte preoccupazione e allarme.
Bisogna fermarsi ed ascoltarle. Bisogna  impedire questo scempio” così la capogruppo democratica alla Camera e la responsabile nazionale lavoro del Pd, Chiara Braga e Maria Cecilia Guerra.

26/11/2024 - 18:13

Opposizioni hanno lasciato commissione in protesta contro gestione  dei lavori
“Non c’è stata alcuna unanimità oggi durante il voto sulla relazione della prima indagine conoscitiva, dal momento che il Partito Democratico e le altre opposizioni sono stati costretti a non partecipare al voto sul documento presentato dalla presidente Brambilla al termine dell'indagine sul degrado materiale, morale e culturale che colpisce i minori in Italia, con particolare attenzione alla diffusione di alcool, nuove droghe, aggressività e violenza.
Infatti, nonostante la normale richiesta di svolgere i lavori come la prassi vuole e quindi di poter avere un tempo congruo per poter presentare eventuali osservazioni al documento, la presidente ha scelto di andare comunque avanti lasciando alle opposizioni solo il tempo della discussione odierna. Tuttavia, anche questa discussione non ha prodotto un nuovo documento su cui fosse possibile votare. Affermare che il documento sia stato approvato all’unanimità è molto grave”.
Così in una nota congiunta, i parlamentari democratici della Commissione bicamerale per l'infanzia: Michela Di Biase, Mauro Berruto, Cecilia D’Elia, Graziano Delrio Giovanna Iacono, Marianna Madia e Simona Malpezzi.
“Le audizioni  hanno fatto emergere aspetti importanti che il Parlamento dovrà approfondire in vista di interventi legislativi. Per questo motivo ritenevamo fondamentale arrivare a un documento condiviso, che rappresentasse non solo in modo completo quanto emerso dall'indagine ma che offrisse proposte condivise. Purtroppo, il metodo frettoloso e poco rispettoso delle opposizioni adottato nella redazione del documento conclusivo non ha favorisce un confronto costruttivo e rischia di compromettere il lavoro svolto. Per il Partito Democratico, l'obiettivo resta quello di elaborare una serie di interventi normativi di iniziativa parlamentare, frutto di un ampio confronto e basati sui dati emersi dall'indagine conoscitiva. La nostra non partecipazione al voto non è un atto fine a se stesso, ma un modo per sollecitare una maggiore riflessione e un approfondimento che permettano di trasformare il lavoro della Commissione in interventi  lontani da logiche di parte.”

25/11/2024 - 15:05

“Una vera cultura contro il patriarcato e contro la violenza sulle donne si costruisce con l’educazione all’affettività. Lo confermano i dati preoccupanti diffusi oggi da Save the Children. Un adolescente su tre è d’accordo con la tesi che la violenza possa essere provocata dal comportamento o dall’abbigliamento di una ragazza. Uno su cinque ha confermato che in una relazione può anche scapparci uno schiaffo. Davanti a queste interviste il Governo dovrebbe fare una sola cosa, smettere di costruire stereotipi contro gli stranieri e avviare un grande piano educativo nelle scuole mettendo al centro le emozioni, la sessualità ed il supporto psicologico ai minori. Nei giorni scorsi la risposta a un governo che nega l'esistenza del patriarcato è arrivata forte e chiara dalle migliaia di donne che hanno riempito le piazze del nostro Paese. Ora serve fare di più, lo Stato deve essere protagonista in questa sfida culturale”. Lo afferma in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.

25/11/2024 - 12:13

“Il 25 novembre ci consegna purtroppo una vera e propria emergenza sociale: un fenomeno che colpisce tutto il paese e contro il quale siamo chiamati ogni giorno a non abbassare la guardia perché la sola repressione non basta ed è l’educazione a fare la differenza. La prevenzione ed il rispetto devono partire innanzitutto dalle scuole, ma non può prescindere un ruolo attivo delle famiglie”. Lo dichiara il deputato del Pd, Marco Simiani.

“I dati anche nei nostri territori sono allarmanti e mostrano un preoccupante aumento delle violenze sessuali denunciate in numerose province del sud-est della Toscana, tra cui Grosseto, Siena e Arezzo. In particolare, nella provincia di Livorno si segnala un incremento significativo. Tuttavia, il dato più allarmante riguarda il grossetano, dove le denunce per violenze sessuali su minori di 14 anni sono più che raddoppiate in un solo anno, passando da 4 a 11”, aggiunge il dem.

“Purtroppo, la visione del ministro Valditara, che ha affermato che il patriarcato sarebbe stato ‘sconfitto per decreto’ e che le violenze sessuali sarebbero in aumento a causa dell’immigrazione, risulta non solo errata ma pericolosa. La cultura patriarcale è ancora profondamente radicata in Italia dove la violenza di genere, che si manifesta tra le mura domestiche, sul luogo di lavoro o in altri contesti, continua a essere un fenomeno sommerso. Come Partito Democratico, continueremo a impegnarci per garantire un sostegno concreto a chi subisce violenza, per finanziare maggiormente i centri antiviolenza, decostruendo al contempo gli stereotipi di genere che sono alla base di una cultura patriarcale e sessista, per promuovere nei fatti l'educazione alla parità di genere. Non è più sufficiente dire alle donne di denunciare: occorre comprendere davvero il loro punto di vista e cambiare la narrazione sulla violenza commessa dagli uomini. Possiamo farlo solo tutte e tutti insieme, non in una sterile lotta tra generi, ma nella comprensione chiara di chi agisce e chi subisce, intervenendo quindi sui modelli culturali”, conclude Marco Simiani.

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