“Quello sulla sicurezza è un ddl tutto incentrato sull'ideologia securitaria e repressiva. Il pacchetto di norme rischia di smantellare la funzione rieducativa e di mettere in crisi alcuni baluardi della civiltà giuridica e del diritto internazionale. Siete garantisti con i più forti e repressivi con i più fragili. Dispensate paura e costringete il Parlamento ad una campagna elettorale perenne senza risolvere i problemi”. Lo dichiara la deputata dem Michela Di Biase intervenendo a Montecitorio sul ddl sicurezza in discussione generale.
“Con la norma sulle detenute madri - continua Di Biase - arrivate a superare la stato di diritto liberale: l'abolizione della sospensione della pena per le donne con figli minori di un anno è inaccettabile perché viola l'interesse superiore del bambino così come riconosciuto dalla Convenzione Onu”. “È una norma che nasce per punire un'etnia. Non è il carcere il luogo dove far nascere e crescere un bambino. I minori non hanno colpe e non possono rispondere delle colpe delle loro madri” conclude Di Biase.
“Il governo ha l’obbligo giuridico e morale di cambiare le norme ed i codici di condotta sui salvataggi in mare. Impedire alle navi umanitarie di sbarcare i naufraghi nei porti vicini aumentando agonie e sofferenze, costringere successivamente i migranti a ulteriori spostamenti verso centri di accoglienza lontani e colpire le ong con multe e fermi amministrativi sono scelte scellerate in palese violazione di tutte le Convenzioni internazionali sui diritti umani. Le ultime vicende della nave Geo Barents costretta ad approdare a Livorno e bloccata a Salerno nonostante avesse salvato centinaia di vite, soprattutto minori, è una crudeltà ignobile e gratuita su cui abbiamo presentato una interrogazione sia alla Camera sia al Senato”. Così una nota congiunta dei parlamentari della Toscana del Partito Democratico Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Arturo Scotto, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Silvio Franceschelli e Ylenia Zambito.
“Da inizio 2024 sono morte nel Mediterraneo oltre 1000 persone, in fuga da guerre, carestie e violenze. Invece di impedire questa mattanza la destra colpevolizza, criminalizza e punisce chi salva le vite in mare. Nel 2023 le rotte vessatorie inflitte dal Viminale alle Ong hanno costretto le navi umanitarie a percorrere oltre 150 mila chilometri senza motivo: quante delle 2500 vittime potevano essere salvate senza queste restrizioni? E i dati registrati nei primi mesi del 2024 sono ancora peggiori. Il Governo Meloni deve sospendere queste norme inaccettabili e riconoscere piena agibilità alle attività di ricerca e salvataggio delle navi Ong che avvengono nel pieno rispetto del diritto internazionale”, conclude la nota.
“Piena solidarietà alla procuratrice per i minorenni di Palermo, dottoressa Claudia Caramanna, che ha subito l’ennesimo vile atto intimidatorio. Certo che porterà avanti con determinazione l’opera di lotta alla mafia e tutela della legalità attraverso il contrasto alla devianza minorile, confido che le sia garantita piena sicurezza affinché possa svolgere serenamente il suo prezioso lavoro a servizio dello Stato di diritto e del bene comune”. Così in una nota, il deputato Peppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del Partito democratico e componente della Commissione nazionale antimafia.
Il decreto carceri rimane un titolo: non ce niente che vada davvero ad affrontare l’emergenza che da tempo è l’ordinario. Troppo poche le assunzioni del personale di Polizia Penitenziaria e quasi inutili le poche misure alternative alla detenzione e ad altri benefici. Perché rimane la cultura della repressione e dell’aumento dei reati che è propria del governo Meloni. Non si vogliono risolvere i problemi ma fare propaganda. Così si calpesta il diritto e la dignità delle persone. Il carcere non può essere l’unica soluzione soprattutto quando si tratta di minori. Ma ad affrontare davvero i problemi la destra non ci pensa proprio.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“L’approvazione della Camera dell’ordine del giorno che impegna il governo a rafforzare il sistema della probation minorile e delle misure alternative al carcere, potenziando gli Uffici di servizio sociale per minorenni, i Centri di prima accoglienza, le case e i centri di Comunità, i centri diurni polifunzionali, è certamente una buona notizia. Soprattutto perché favorisce l’ottimale svolgimento delle attività trattamentali, formative e rieducative dei detenuti. Purtroppo, però, ‘una rondine non fa primavera’. Anzi. Resta infatti il nostro giudizio fortemente critico sull’intero impianto del Decreto Carcere, e più in generale sulla deriva securitaria che è stata la linea guida dell’intera attività di governo dell’esecutivo Meloni in materia di giustizia. Un indirizzo che trova nel Decreto Caivano il suo massimo fallimento. Si tratta di scelte che, come testimoniano i report dell’Associazione Antigone, non danno risposte al disagio giovanile ma provocano solo un pericoloso aumento della popolazione carceraria minorile”.
Così la deputata democratica della commissione Giustizia e della commissione per l’Infanzia e l’adolescenza, Michela Di Biase.
Approvato ordine del giorno Pd, Lai, Gianassi, Serracchiani
“Il Parlamento ha impegnato il Governo a confermare l’attuale destinazione ai soli detenuti adulti l’istituto penitenziario di Lanusei e a stanziare adeguate risorse, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, per continuare a ridurre il sovraffollamento, per proseguire nel rafforzamento del personale di servizio e per realizzare gli interventi di manutenzione e di ristrutturazione dell’istituto penitenziario”.
Questo il dispositivo approvato all’unanimità alla Camera di cui dà notizia il deputato Pp della Sardegna, Silvio Lai, primo firmatario di un ordine del giorno al decreto carceri firmato anche dal capogruppo in commissione Giustizia, Federico Gianassi, e dalla responsabile nazionale Giustizia, Debora Serracchiani.
“Il Carcere di Lanusei - spiega Lai - è assolutamente inadeguato ad accogliere giovani detenuti e che venisse preso in considerazione per una nuova ‘Guantanamo’ per giovani ritenuti ‘difficili’ era fatto molto grave per un istituto che non è in condizioni di accoglienza adeguate anche solo per i detenuti adulti, come riconosciuto anche dalla riformulazione richiesta dal governo, che impegna a manutenere e ristrutturare il carcere ogliastrino. Confidiamo che sia messa la parola fine alla ipotesi di destinazione ai minori e che si lavori per dare al sistema penitenziario sardo nel suo insieme un assetto adeguato in termini di personale addetto e di supporto sanitario come di possibilità di accesso alle pene alternative, ancora troppo inaccessibili. Sulla Sardegna vanno accesi i riflettori posto che di 61 suicidi avvenuti al 31 luglio ben 4 sono avvenuti nelle carceri di Sassari e Cagliari, due ognuno, tra cui un giovane cagliaritano di 32 anni che non ha superato la prima notte e si è tolto la vita alla vigilia di Pasqua. E i suicidi - conclude - sono un campanello d’allarme anche per la polizia penitenziaria dove il tasso di suicidi è doppio di quello della popolazione generale, segno evidente di una sofferenza di un sistema in grado di accogliere 47.000 persone che negli ultimi due anni è passato da 54.000 a 61.500 detenuti, con enormi carenze di personale”.
Deputata dem ha visitato oggi il carcere minorile Beccaria
“Il carcere dovrebbe avere una funzione rieducativa, soprattutto per i minori. Così scriveva Cesare Beccaria, a cui è intitolato il carcere minorile, che ha capienza per 37 persone. Oggi li sono detenuti 62 ragazzi. Che rieducazione si può fare in queste condizioni?” Così sui social la deputata democratica, Lia Quartapelle.
Oggi in un’intervista a Repubblica il sottosegretario Delmastro racconta il mondo delle carceri ribaltando la realtà. La drammatica condizione dei penitenziari e degli istituti minorili in Italia non può essere mistificata, è necessario smascherare le bugie che arrivano dal Governo”. Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“Balzano agli occhi tre questioni sulle quali il Governo nasconde la verità per non mettere in discussione la propria ideologia securitaria e repressiva. La prima riguarda l’ormai famigerato piano carceri per ridurre il sovraffollamento. Delmastro annuncia con toni trionfalistici l’arrivo di nuove risorse ma non spiega che per costruire un nuovo carcere servono tra i 5 ed i 10 anni e che ogni nuovo istituto – ne servirebbero ben 44 per colmare il sovraffollamento – costa circa 25 milioni di euro. La realtà è che non ci sono le risorse e neanche i tempi, soprattutto perché nel frattempo il Governo continua a far nascere nuovi reati in pieno delirio panpenalista” continua la deputata Pd.
“Sulla questione delle donne incinta e delle madri di bambini sotto un anno il sottosegretario invece non sembra farsi problemi davanti alla cancellazione, prevista nel Ddl Sicurezza, dell’obbligatorietà del rinvio della pena prevista dall’art. 146 del codice penale. Garantisti solo quando conviene al proprio partito. La realtà è che si tratta di una proposta che vìola lo stato di diritto, una ferita al nostro ordinamento penale perché farebbe venire meno l’interesse supremo del minore e pensata per dar corso alla propaganda contro un’etnia. Il sottosegretario dice che nessun giudice manderà un bambino in carcere ma evidentemente frequenta poco i penitenziari perché purtroppo ci sono.” evidenzia Di Biase
“Non si può tacere su un altro aspetto, la creazione del reparto antirivolte nelle carceri. Il Gio fa il paio con le norme contro la rivolta passiva nelle carceri. Due misure che hanno lo scopo di costruire un modello delle condizioni di detenzione che getta il Paese indietro di cento anni. Neanche nel sistema delle carceri fasciste c’erano regole così dure” aggiunge la deputata.
“La verità è che i numeri del sovraffollamento non salgono per caso. L’aumento delle fattispecie di reato voluto dal Governo e insieme l’aumento delle richieste di custodia cautelare hanno generato un’emergenza carceri che non si risolve dipingendo la realtà secondo i piacimenti del sottosegretario Delmastro” conclude Michela Di Biase.
“Condivido l’appello lanciato da Paolo Siani a tutti i parlamentari per tenere fuori dalle carceri donne incinta e madri di bambini piccoli. Le norme contenute nel decreto Sicurezza in discussione alla Camera sono gravissime e richiedono una mobilitazione della politica e della società civile. Va assicurata l’assistenza sanitaria alle donne incinta e alle madri di figli piccoli e soprattutto deve sempre essere salvaguardato l’interesse superiore dei minori, come stabilito anche dalle convenzioni internazionali. Il caso di Giacomo, il bambino di 2 anni recluso a Rebibbia insieme alla mamma, ha acceso l’attenzione su questo aspetto drammatico: se le proposte contenute nel Ddl Sicurezza diventeranno legge ogni bambino, anche di pochi mesi, sarà costretto a crescere in una cella. Dobbiamo trovare ogni mezzo, percorrere ogni strada, per placare il furore ideologico della maggioranza che si abbatte contro i diritti di donne e bambini.” Lo afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
"Il naufragio di Cutro si poteva evitare. Quelle 94 vite, di cui 35 bambini, si potevano salvare. Lo scrive, nero su bianco, la Procura di Crotone che ha chiuso le indagini sui fatti di quella notte terribile, tra il 25 e il 26 febbraio del 2023, chiedendo il rinvio a giudizio per sei persone, quattro finanzieri e due militari della Guardia Costiera.
Cos'ha da dire il ministro Piantedosi che non ha mai risposto alle nostre domande su una delle più gravi stragi verificatesi in mare in prossimità delle coste italiane?
Cos'ha da dire il governo che a quella strage rispose solo inasprendo pene, limitando di fatto il diritto d'asilo, minando i diritti dei minori stranieri non accompagnati, costruendo centri di detenzione in Albania e stringendo accordi con autocrati del nord Africa a cui non interessa alcunché dei diritti umani dei loro cittadini, figuriamoci di quelli dei migranti ?
Bisogna abolire la Bossi-Fini, che impedisce ai migranti di entrare in Italia regolarmente in cerca di occupazione, e aprire canali legali di ingresso. Diversamente, continueremo una macabra conta dei morti nel deserto, nei campi di detenzione libici, nel Mediterraneo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Le politiche di accoglienza di questa destra sono inaccettabili e indegne di un paese civile. Nessuna risorsa per i territori, nessuna organizzazione logistica, nessun soccorso efficace per i migranti, spesso donne e minori ed in condizioni fisiche e psicologiche devastanti. Ringraziamo oggi la Regione Toscana ed i comuni interessati, i volontari e le associazioni coinvolte, per aver soccorso le 226 persone sbarcate oggi a Livorno dalla nave Geo Barents”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Il Governo Meloni criminalizza da sempre l’immigrazione come strumento di propaganda, dimenticando che dietro ogni persona c’è una vita difficile e spesso drammatica. La strage di Cutro, i lager in Albania, le norme contro le navi Ong che salvano vite in mare sono le uniche risposte di Giorgia Meloni a chi cerca un futuro migliore”: conclude Emiliano Fossi.
Meloni fuori dai giochi, Tajani indebolito nel Ppe, Salvini minoritario
“Il voto contrario del gruppo della Premier Meloni alla riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea ha avuto da subito un impatto profondamente negativo. Anzitutto ha isolato l'Italia nel contesto europeo, con rischi evidenti per le trattative sul futuro commissario europeo. Ma ha anche avuto un altro esito devastante. Le profonde divisioni all'interno della maggioranza di governo ha reso irrilevanti le stesse danneggiando la rappresentanza dell'intero Paese: Giorgia Meloni è rimasta fuori dai giochi, Antonio Tajani ha perso peso nel PPE, come dimostra l'assenza di presidenze delle commissioni, e Matteo Salvini si è rivelato del tutto ininfluente. Era difficile mettere in campo una strategia politica peggiore di questa”. Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei, Piero De Luca.
Testo è bipartisan, ci sono condizioni politiche per rapida approvazione
“In seguito alle parole di Ursula Von der Leyen, chiediamo un'accelerazione nell'esame della proposta di legge bipartisan volta a regolamentare l'uso sicuro e consapevole dei social media e di Internet per bambini e ragazzi. Questo è un tema di estrema urgenza e rappresenta una priorità fondamentale per le famiglie. Non perdiamo tempo: abbiamo tutte le condizioni politiche per arrivare a una convergenza tra maggioranza e opposizione e adottare un testo innovativo per proteggere i minori dai rischi del mondo digitale. È evidente che questo è un tema che supera i confini nazionali e che dovremo affrontare in accordo con il Parlamento Europeo per garantire misure di sicurezza coerenti e applicabili in tutti i Paesi membri, offrendo una protezione omogenea a tutti i giovani cittadini dell'Unione” Così in una nota la deputata democratica, Marianna Madia, che ha promosso la legge bipartisan all’esame del Senato insieme alla senatrice di Fdi, Lavinia Menunni.
Berruto, serve una legge che riconosca la cittadinanza ai tanti under 18 sportivi e non
“Nel nostro paese un campione come Lamine Yamal non avrebbe potuto giocare nella nazionale perché non ha ancora raggiunto la maggiore età e la legge italiana riconosce il diritto ai ragazzi nati in Italia da genitori stranieri di diventare cittadini italiani solo al compimento dei 18 anni. Siamo oggettivamente indietro sul piano dei diritti fondamentali e lo vedremo ancora di più tra poche settimane con l’avvio dei Giochi Olimpici”. Così il deputato democratico, responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto, è intervenuto alla Camera nel corso della presentazione del libro ‘Signora Meraviglia’ di Saba Anglana che racconta l’iter burocratico per ottenere la cittadinanza in Italia. “Non può certamente essere il talento sportivo a definire chi ha o meno diritto alla cittadinanza, ma sicuramente lo sport è una lente di ingrandimento di un fenomeno che va affrontato. Purtroppo però – ha denunciato Berruto – il ministro Abodi non vuole ascoltarci e nello stesso giorno in cui ha dichiarato alla stampa ‘di voler affrontare il tema dello ius soli sportivo’, in aula alla Camera ha bocciato la proposta del Pd che chiede di riconoscere a tutti i minori nati in Italia e/o con background migratorio, il diritto di accesso alla pratica sportiva e la possibilità di competere in tutti i campionati italiani, e, per evidenti meriti sportivi confermati da una apposita commissione Coni, anche la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana nel caso in cui abbiano completato un ciclo scolastico di almeno 5 anni. Una proposta concreta, che è un mix tra lo ius scholae e lo ius soli sportivo su cui chiediamo al governo di ripensarci”.
“Non è certo il talento che può definire il diritto di cittadinanza o può accorciarne i tempi per l’ottenimento. Ma è in dubbio che lo sport, con il suo valore sociale, può essere una grande lente d’ingrandimento su un tema che attraversa l’intera società italiana. Per questo è molto grave che il governo abbia bocciato il nostro ordine del giorno per avviare una riforma della legge sulla cittadinanza che riconosca a tutti i minori nati in Italia e o con background migratorio, un diritto di accesso alla pratica sportiva, garantendo altresì loro la possibilità di competere in tutti i campionati italiani e, per evidenti meriti sportivi confermati da una apposita commissione CONI, anche la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana nel caso in cui abbiano completato un ciclo scolastico di almeno 5 anni”. Così il responsabile nazionale sport del PD, il deputato democratico, Mauro Berruto.