Esprimere timori contro i ritardi e gli sprechi non significa non volere bene all'Italia.
“Proprio perché dei giochi olimpici di Milano-Cortina siamo orgogliosi e vogliamo che il nostro Paese sia all’altezza di un appuntamento così importante, abbiamo dei grandi timori a causa dei ritardi del governo nella realizzazione delle opere, dello spreco di risorse pubbliche, delle scelte nella governance dei lavori e dell'eredità che certe “cattedrali nel deserto” lasceranno in termini di impatto ambientale e di costi sulle popolazioni di montagna per la manutenzione negli anni successivi". Così la deputata componente dell’ufficio di presidenza del gruppo del Pd della Camera, Sara Ferrari intervenendo in Aula della Camera sul Decreto Milano Cortina 2020-2026.
“Se sottolineiamo la follia economica e ambientale della pista da bob di Cortina non significa essere disfattisti e scommettere sul fallimento. Ammesso che poi quella pista possa essere utilizzata davvero per i giochi del 2026, siamo del tutto contrari a tale indecenza e chiediamo al governo e al Ministro Salvini in particolare, di fermarsi, prima di sprecare 128 mln di soldi dei cittadini per un infrastruttura di grosso impatto, che forse non sarà pronta e collaudata in tempo, come ha detto lo stesso CIO, ma che rimarrà come debito alla popolazione locale a cui servono invece investimenti in sanità, scuola, trasporto pubblico, per non abbandonare la montagna” ha sottolineato Ferrari.
Il Parlamento francese chiama il Partito Democratico per avere informazioni e confrontarsi sulla legge sui lupi. L’ambasciata francese ha infatti contattato i deputati dem Marco Simiani e Stefano Vaccari, firmatari della legge e rispettivamente capigruppo Pd nelle commissioni Ambiente e Agricoltura, per confrontarsi sulla proposta di legge depositata a Montecitorio negli scorsi mesi. All’incontro tenutosi a Roma in una pausa dei lavori hanno preso parte la deputata Pascale Boyer (anche Presidente dell'Associazione Nazionale degli Elus di Montagna - Anem) ed i consiglieri dell’ambasciata transalpina Claire Bergé (tema Ambiente) e Philippe Mérillon (tema Agricoltura).
“Siamo molti soddisfatti della riunione e soprattutto dell’interessamento verso la nostra proposta di legge che è stata costruita confrontandoci con le associazioni agricole ed ambientaliste. E' un testo che rappresenta una sintesi virtuosa capace di coniugare la salvaguardia del lupo e le aziende agricole colpite dagli attacchi dei predatori. Anche la Francia ha questo problema, come molti altri Paesi europei, e riteniamo che sia necessario un coordinamento fra i singoli ordinamenti nazionali per rendere maggiormente efficaci norme di contrasto e prevenzione. L’apprezzamento ricevuto conferma l’utilità della nostra iniziativa che speriamo di calendarizzare prima possibile a Montecitorio”. Così in una nota congiunta i deputati Pd Marco Simiani e Stefano Vaccari.
Intervento minimale e tagliati due anni di sconto sulle barriere architettoniche
A leggere il decreto sul 110% non si sa se piangere o ridere. Siamo al bluff e al controbluff tra i partiti di maggioranza e il
Ministro Giorgetti. Alla fine, sul 110%, abbiamo la montagna che partorisce un topolino mentre FI gioisce come avesse raggiunto chissà quale risultato.
Altro che esultare, in realtà l’estensione per 8 mesi per chi ha un ISEE inferiore a 15.000 euro non farà che far litigare i condomini e bloccherà comunque i cantieri. In più la sorpresa del blocco dello sconto in fattura dal primo gennaio del bonus sulle barriere architettoniche, le cui risorse vengono usate per coprire i maggiori costi della mini estensione del 110 ai redditi più bassi.
La possibilità del bonus sulle barriere architettoniche era previsto sino al 2025: come al solito si cambiano le regole in corsa mettendo in ginocchio chi aveva pianificato i lavori nei prossimi due anni e le aziende che avevano esteso la propria attività facendo nuove assunzioni a cui dovranno rinunciare con la disoccupazione conseguente di molti giovani.
Chissà se anche su questo bonus si griderà alle truffe per giustificare quello che è: raschiare il barile perchè non si vogliono prendere i soldi dove ci sono i potenti.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione bilancio della Camera
“Oggi il ministro Lollobrigida con un’intervista sul Sole 24 Ore annuncia il raddoppio dei Fondi del Pnrr all’agricoltura. Indubbiamente una buona notizia per il settore e per il Paese, non c’è che dire. Aggiungere risorse ad una missione fondamentale che con il governo Draghi avevamo messo al centro dell’interesse italiano sarà sicuramente un passo importante, ma bisogna riconoscere che la missione era giusta e che il rifinanziamento c’è stato proprio grazie alla correttezza della missione individuata. Quindi Lollobrigida non può dire che il Pnrr è stato modificato. I contratti di filiera sono stati riconosciuti come la risposta corretta sia dagli imprenditori che dall’Europa”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, in un commento pubblicato dal Domani.
“Sulla manovra finanziaria - aggiunge - la montagna di promesse di Lollobrigida ha partorito nemmeno un topolino, visto che l’agricoltura è scomparsa e la quasi totalità delle associazioni di categoria ci hanno manifestato il loro malessere e ci hanno aiutato a scrivere gli oltre 60 emendamenti sui quali chiediamo di rimettere mano, occhi e orecchie. Dimenticare le migliaia di famiglie e imprese sarebbe una colpa difficilmente espiabile con i fondi del Pnrr. Inoltre, lo scorso 21 novembre, Lollobrigida ha approvato un decreto che riduce le coperture assicurative degli agricoltori dal 70 al 40%, in questo rischiando una sonora mazzata per la gestione del rischio e per le aziende che non potranno ottenere i costi assicurativi e che non stipuleranno le polizze stesse”.
Duecento milioni per 72 Paesi africani. Scontro in maggioranza su Africa?
“Dal Piano Mattei tanto decantato, di cui non sappiamo nulla, ai 200 milioni in Legge di bilancio per 72 Paesi africani. Avete letto bene, 72 Paesi. Se non fosse preoccupante per le ripercussioni che simili proposte possono causare, verrebbe da ridere. C’è voluto un viaggio in Africa, la montagna, un incontro utilizzato per fare altissimi proclami e probabilmente costato più dell’intero fondo per la cooperazione, per far partorire a Meloni e al governo un simile topolino. ‘L’Africa non si aiuta con la carità ma con la collaborazione’, aveva sostenuto Giorgia Meloni davanti al presidente della Repubblica in Mozambico. Poi arriva la Legge di bilancio e scopriamo che il governo istituisce un Fondo per la collaborazione ‘orizzontale’ per l’Africa. Orizzontale al punto di togliere a chi conosce e lavora sul territorio come le Ong la possibilità di accedervi forse? Orizzontale perché se ne avvantaggerà qualcuno che ha già una massiccia presenza? Orizzontale perché non si capisce”.
Lo dichiara Stefano Vaccari capogruppo Pd della commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Allo stesso tempo - aggiunge - fatichiamo a capire come possano 200 milioni essere distribuiti con una qualche efficacia su 72 Paesi con un miliardo e 216 milioni di abitanti. Pensano forse di ‘poterli aiutare a casa loro’ così? Mentre la loro casa cade a pezzi per i cambiamenti climatici, noi gli proponiamo un piccolo orto con qualche zucca? Forse non è chiaro, forse i numeri e la propaganda non tornano, non stanno insieme, non quadrano. O forse la presidente Meloni ha voluto interessare direttamente la presidenza del Consiglio di un tema che da sempre gestisce il ministero degli Esteri in accordo con i maggiori rappresentanti della cooperazione internazionale? Stanno usando l’Africa - conclude - anche come terreno di scontro interno a una maggioranza sempre più visibilmente divisa?”.
"In una settimana si è materializzata la tempesta perfetta per regioni e comuni e il nome di questa tempesta si chiama Fitto. Il Ministro, prima con la sua informativa sul PNRR e poi con la riunione del Cipess di ieri, ha inferto un durissimo colpo alle regioni. Dopo un anno di attesa la montagna ha partorito il topolino. Il riparto dei fondi di Sviluppo e Coesione è di fatto quello del governo Draghi e pur tuttavia si sono persi numerosi mesi. Non solo. I fondi non sono nemmeno immediatamente ascrivibili a bilancio e inoltre sembrerebbe esservi espresso divieto, cosa mai accaduta in precedenza, di utilizzo per le spese immateriali e per quei progetti che di fatto sono indispensabili per la coesione e per la riduzione del divario nord/sud. Siamo preoccupati perchè sembra che il governo tra pnrr e fsc stia giocando al gioco delle tre carte, di fatto paralizzando l'attività e la programmazione delle regioni e dei comuni. Non accettiamo questo modo di fare e chiediamo che si attivi immediatamente ogni procedura per consentire il pieno utilizzo delle risorse dell'FSC". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“L’ennesima brutta figura di un Governo impreparato e diviso su tutto, persino sul Mes dove sembravano testardamente concordi nel forzare la mano con l’Ue. Oggi è il ministero dell’Economia, il ministro Giorgetti, a far sapere che il Meccanismo Europeo di Stabilità porterebbe solo vantaggi al nostro Paese. Una verità che sconfessa anni di idiozie e propaganda sovranista. Ora aspettiamo di vedere cosa succederà, sperando che si convincano ad approvare uno strumento utile anche all’Italia, archiviando definitivamente la montagna di bugie che urlavano dai banchi dell’opposizione".
Così Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, in merito al parere del Mef alla Commissione Esteri nell’ambito dell’esame della proposta di legge a firma PD e IV sulla ratifica del Mes.
"Dal governo uno schiaffo alla montagna e ai suoi abitanti che, eroicamente, in molti piccoli comuni, garantiscono, con la loro presenza, un presidio umano ed economico. Per questo ci auguravamo che al di là delle bandiere questa problematica potesse essere condivisa con l'esecutivo e le forze di maggioranza, vista la richiesta super partes dell'Uncem, anche attraverso un ordine del giorno al decreto sulla Pubblica Amministrazione che impegnava il governo e il parlamento ad introdurre idonee misure di sgravi fiscali per contrastare la desertificazione commerciale in montagna, e per tutelare e valorizzare i negozi e il commercio di prossimità, nonché a prevedere un minor carico burocratico per chi possiede un negozio in un Comune montano, o per chi avvia una nuova attività commerciale, anche ipotizzando 'Zone a fiscalità di vantaggio'. Al tempo stesso chiedevamo al governo di introdurre incentivi per favorire la nascita di centri multifunzionali, ossia di negozi che vendono prodotti e allo stesso tempo svolgono dei servizi, anche d'intesa con associazioni locali presenti nei piccoli Comuni. Il governo, di contro, ha espresso un parere contrario al nostro ordine del giorno trovando il sostegno delle forze di centrodestra.
Ancora una volta la destra rivolge lo sguardo ai grandi interessi e non certo ai fatti concreti che riguardano le persone e la loro vita". Lo dichiara il deputato dem Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.
“Le disastrose alluvioni in Romagna hanno purtroppo coinvolto anche l’Appennino tosco emiliano, con interi pezzi di montagna che stanno continuando a scivolare a valle causando gravi problemi di pubblica sicurezza. Numerosi centri abitati tra cui Marradi, Palazzuolo sul Senio e Fiorenzuola sono da giorni isolate con strade interrotte, frazioni irraggiungibili, carenza di prodotti alimentari e medicinali e chiusura di molte attività produttive. Nonostante le necessità l’esercito non è stato ancora inviato in questi luoghi: per capire le motivazioni di questi incomprensibili ritardi e per garantire le risorse per la ricostruzione e la ripresa delle attività presenterò una interrogazione al governo”. Lo dichiara il deputato Pd e segretario regionale della Toscana Emiliano Fossi.
Il candidato segretario del Pd toscano sul pestaggio al liceo Michelangiolo: “Da Meloni ancora nessuna condanna: si rivede nei giovani picchiatori?”
“Il rilancio del Pd passa anche dal rimettere al centro la scuola. Partendo da alcune priorità: non ridurre le autonomie scolastiche, evitare gli accorpamenti e non sopprimere classi, ma semmai aumentare gli investimenti per garantire il diritto allo studio di ragazze e ragazzi che vivono nelle aree interne, in montagna e sulle isole, e allo stesso tempo combattere il fenomeno delle ‘classi pollaio’, che incide negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e alimenta abbandono e dispersione scolastica”.
A dirlo è stato Emiliano Fossi, candidato a segretario regionale del Pd toscano, che ieri ha partecipato da remoto all'incontro "Per una scuola pubblica diffusa e paritaria" che si è svolto al Circolo Arci Isolotto P.Pampaloni alla presenza delll'assessora regionale all'Istruzione Alessandra Nardini.Durante l’incontro, un professore del liceo Michelangiolo di Firenze ha raccontato il pestaggio dei ragazzi del collettivo Sum ad opera di un gruppetto di Azione studentesca sabato scorso.
“I responsabili delle violenze - dice Fossi - sono stati individuati e ora ci auguriamo che la giustizia faccia velocemente il suo corso, perché un pestaggio non può restare impunito. Ma c’è un punto politico che non va dimenticato: Giorgia Meloni non ha ancora preso le distanze dai suoi giovani iscritti che hanno commesso la violenza. Viene il dubbio che riveda in loro se stessa”.
“Il Pd deve stare senza se e senza ma dalla parte della scuola pubblica - ha detto Fossi d’utente l’incontro -. Non si può parlare di merito senza garantire a tutti i ragazzi e le ragazze uguali opportunità, senza distinzione sociale, culturale e territoriale. Ciò significa chiedere investimenti, in controtendenza rispetto ai tagli operati dal governo, e quindi prendere posizione: più soldi alla scuola pubblica, meno a quelle private”.
“Più nel dettaglio - continua Fossi - il Pd toscano deve sostenere convintamente il progetto 'Nidi gratis' della Regione, perché il nido deve diventare davvero un'opportunità per tutte le bambine e per tutti i bambini toscani per combattere le disuguaglianze e le povertà educative, conciliare tempi di vita e tempi di lavoro delle famiglie. Il Pd regionale toscano che vogliamo costruire si impegnerà per tutelare i progetti educativi zonali perché si possa costruire una scuola sempre più inclusiva, che rafforzi gli strumenti di sostegno ai disabili, e multiculturale, che potenzi le attività di insegnamento della lingua italiana agli alunni di lingua straniera. Ancora: lottare a tutti i livelli per maggiori investimenti in edilizia scolastica per la realizzazione di ambienti di apprendimento sostenibili, accessibili, innovativi e sicuri”.
"L'emergenza che colpisce il comparto del turismo invernale in Appennino rappresenta una priorità a cui lavorare con il massimo impegno. Domani ci sarà un incontro fra il governo e le regioni interessate, fra cui l'Emilia-Romagna. È fondamentale che si assumano iniziative urgenti a sostegno dell'occupazione e a tutela di un settore produttivo di grande valore e dei nostri territori di montagna. Presenteremo un odg al Dl Aiuti per sottolineare questa questione così rilevante".
Così i deputati del Pd, Andrea De Maria e Stefano Vaccari.
Dichiarazione di Andrea De Maria, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera
"Desta grande preoccupazione la crisi del comparto del turismo invernale nei comuni dell'Appennino in Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo. Ho sentito oggi il Sindaco Polmonari di Lizzano in Belvedere e l'Assessore Corsini della Regione Emilia-Romagna. Voglio manifestare il mio pieno sostegno alla iniziativa delle regioni e dei comuni interessati. Bene che il Governo abbia dato disponibilità a convocare un tavolo di lavoro. Le conseguenze occupazionali e sociali per la nostra montagna possono essere davvero gravi. Peraltro lo spopolamento dell'Appennino rappresenta un grande pericolo anche per la tutela del territorio e la qualità ambientale, come ben sa chi quella realtà la conosce veramente. Servono interventi urgenti e rilevanti. Alla ripresa della attività parlamentare mi riservo, anche alla luce di come il Governo affronterà la questione, di assumere iniziative in sede istituzionale".
“La montagna ha partorito il topolino. Il pacchetto enti locali non contiene nessun emendamento richiesto da ANCI, Upi e conferenza delle Regioni. Le divisioni della maggioranza paralizzano il Parlamento e scaricano sui cittadini l’aumento dei costi degli enti locali”.
Lo dichiara il deputato democratico Claudio Mancini, segretario della commissione Bilancio della Camera.
“La montagna che partorisce il topolino. L’analisi della Legge di bilancio, giorno dopo giorno, consolida sempre più questa sensazione. Un esempio tra molti, il Fondo per i Piccoli Comuni ‘a vocazione turistica’ con meno di 5mila abitanti (art. 105): una dotazione di 10 milioni di euro per il 2023 (12 M€ sia per il 2023 che per il 2024). Secondo la Classificazione Istat, la platea di potenziali beneficiari del sostegno somma ben 4mila comuni. Pertanto, il contributo medio teorico spettante a ciascuno, ammonterebbe ad appena 2.500 euro. Con questa cifra gli Enti dovrebbero attuare ‘interventi innovativi di accessibilità, mobilità, rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale’. E' chiaro che, attraverso la tagliola dei bandi, il Ministero sarà costretto a discriminare un numero enorme di progetti, nel vano tentativo di rendere minimamente credibile la misura. I Piccoli Comuni rappresentano un patrimonio formidabile, dal punto di vista dello sviluppo turistico. Per poterlo capitalizzare, tuttavia, c'è bisogno di risorse e non di proclami”.
“La maggioranza ha votato contro il mio emendamento su dl Aiuti Ter di sostegno a costi energetici e sicurezza di 1500 impianti di risaliti a fune, 1.2 miliardi di fatturato e 12 miliardi in turismo ed economia. Quelle luci rosse spengono la montagna. Governo sovranista, sì, ma contro la nostra comunità montana!” Lo scrive su Twitter Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile Sport della segreteria nazionale.