Da lunedì 3 marzo Laura Boldrini, deputata PD e Coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per il disarmo nucleare, sarà a New York per partecipare al terzo meeting degli stati parte del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) che si svolgerà fino al 7 marzo presso l'Onu. Il meeting, organizzato da Ican, campagna promotrice del trattato, arriva in un momento cruciale e cioè nell'anno dell'80esimo anniversario del lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki. Ma anche in un'epoca in cui la corsa al riarmo sembra la strategia predominante nella politica estera mondiale.
Durante la sua permanenza a New York, Boldrini incontrerà anche realtà della società civile impegnate nell'accoglienza dei migranti, nella battaglia per i diritti delle persone LGBTQIA+ e nella tutela della parità delle donne, tutti ambiti molto colpiti dalla nuova amministrazione Trump che sta erodendo ampi spazi democratici e civili della vita statunitense. Inoltre si confronterà con studentesse e studenti della Columbia University su temi riguardanti i diritti umani, ruolo delle Nazioni unite e politica internazionale.
"Oggi ci aspettavamo risposte chiare su costi, tempi del programma nucleare e sull'annunciata joint venture tra Ansaldo, Leonardo e Enel, ma non abbiamo ricevuto alcuna delucidazione, neanche su quello che dovrebbe esserne il piano industriale” Così una nota dei deputati democratici Christian Di Sanzo, Vinicio Peluffo e Marco Simiani al termine dell'audizione del ministro Urso nelle Commissioni Attività Produttive e Ambiente della Camera. "Per l'ennesima volta, il ministro non ha fatto nessuna chiarezza sul programma nucleare, il disegno di legge del governo è vuoto, e oggi il ministro non ha detto niente sul programma nucleare perdendosi in riflessioni generali di una banalità sconvolgente - e ancora oggi non sappiamo quale sia davvero il piano del governo”.
"Non sapevamo che il deputato di Forza Italia, Luca Squeri, fosse un esperto di ingegneria nucleare al punto da permettersi di offendere pubblicamente ricercatori di livello internazionale. Ancora una volta questa destra pensa di poter riscrivere le leggi della fisica alzando la voce e screditando chi non si piega alla loro propaganda.
A Nicola Armaroli non va solo la nostra solidarietà, ma anche il sostegno di tutta la comunità scientifica che riconosce da tempo il valore del suo lavoro. Consigliamo alla maggioranza un bagno di umiltà e il rispetto dovuto a chi si occupa di ricerca con serietà e competenza”. Lo dichiarano il capogruppo del Partito Democratico in Commissione Ambiente, Marco Simiani, e il capogruppo in Commissione Attività Produttive, Vinicio Peluffo, commentando quanto accaduto alla Camera durante l’audizione sul nucleare.
“Nel Governo c’è la tendenza ad indicare la responsabilità sempre negli altri, come ha fatto ieri il Ministro Salvini ma sul costo dell’energia oggi non si può continuare a dire che la risposta è il nucleare. Invece di parlare di nucleare, che ha un problema di sicurezza, di costi alti e di tempi lunghi, questo governo dovrebbe dare risposte sui costi delle bollette. È un problema grave che riguarda il potere di acquisto delle famiglie. Un terzo degli italiani fanno fatica a pagare le bollette energetiche. È arrivato nelle aule parlamentari proprio l’altro giorno il grido dell’allarme delle imprese che rischiano 10 miliardi in più di costo, che significa mettere fuori mercato interi settori e soprattutto mettere a rischio la ripresa, dopo 22 mesi consecutivi di calo della produzione industriale. Abbiamo bisogno di più energia a minor costo e oggi e nei prossimi anni questo è garantito dalle fonti energetiche rinnovabili, il dato è incontrovertibile”. Lo ha detto il deputato del Pd, Vinicio Peluffo rispondendo all'informativa del ministro Pichetto Fratin alla Camera sulle iniziative in relazione al rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese.
“Nel corso dell’audizione del ministro Pichetto Fratin avevamo chiesto una discussione ordinata sul nucleare partendo dai risultati dell’indagine conoscitiva. Inoltre, su richiesta della maggioranza di centrodestra tale indagine conoscitiva in Commissione Attività produttive alla Camera è stata prorogata fino al 31 marzo. Evidentemente il ministro ha cambiato idea e presentando un ddl quadro sul nucleare, pensa di fare l'ennesima forzatura che ancora una volta calpesta il ruolo del Parlamento. Rimangono del tutto irrisolti i quesiti che abbiamo sollevato sui tempi e sui costi di un ritorno al nucleare e sulla sicurezza a partire dall’individuazione del deposito delle scorie nucleari”. Così il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive sulla decisione del governo di un disegno di legge quadro sull'energia nucleare entro fine gennaio.
“È stato approvato oggi alla Camera un ordine del giorno a firma Federico Fornaro e Chiara Gribaudo e della capogruppo dem Chiara Braga, con cui il Governo si impegna ad adottare le misure atte a estendere a 60 giorni la data di invio delle osservazioni dei comuni in relazione all’avvio del procedimenti di VIA della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI) a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Grazie a questa nostra iniziativa è stato quindi raddoppiato il tempo a disposizione dei comuni per le loro osservazioni, precedentemente stabilito in 30 giorni che scadevano il 26 dicembre. E’ stato così corretta un’interpretazione burocratica della norma e poco rispettosa dei sindaci e del personale tecnico dei comuni. Ha fortunatamente prevalso il buon senso. Adesso si ascoltino per davvero le buone ragioni dei rappresentanti delle nostre comunità”. Lo scrivono in una nota i deputati democratici, Federico Fornaro e Chiara Gribaudo.
“È importante che ogni iniziativa legislativa del governo in tema nucleare arrivi solo dopo la conclusione dell’indagine nucleare che stiamo portando avanti in Commissione Attività Produttive. Consentire la conclusione dell’indagine permetterà al Parlamento di potersi esprimere sul tema indicando anche le vie piú opportune. Contiamo che il rispetto del ruolo del Parlamento non venga meno in una tema che ha necessariamente bisogno di una visione a lungo termine per il Paese.”
Cosí il Deputato PD dottorato di ricerca in Ingegneria Nucleare al panel del Convegno AIN insieme a parlamentari rappresentanti di tutti i partiti. “Dal governo vi è ancora una azione molto confusa con l’intento di portare avanti una agenda nucleare che assomiglia piú a un generico libro dei desideri che a un vero programma strategico. Dicono di voler puntare sui piccoli reattori che però non sono ancora pienamente commerciali. Ci preoccupa invece il silenzio del governo sulla gestione della Sogin, nonostante le notizie allarmanti riguardo la condotta dell’AD, e l’azione sul deposito unico nucleare la cui soluzione deve essere una priorità prima di riaprire una vera discussione sul tema. Se si vuole parlare del futuro del nucleare, si investa prima di tutto seriamente nella ricerca a partire dalle nostre università“
“Il caso di sospetta contaminazione al plutonio alla Casaccia conferma l’urgenza di una soluzione per l’individuazione di un deposito unico dei rifiuti nucleari. La procedura da me avviata nel 2020 come viceministro all’Ambiente è stata poi rallentata, per paura di decidere. Con le solite barocche lungaggini da ‘tavoli di consultazioni’ che in politica sono tanto gratificanti per chi le promuove quanto inconcludenti e in questo caso dannose”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico e già viceministro all’Ambiente, Roberto Morassut.
“Sono trent’anni - continua - che si aspetta l’individuazione di un sito per i rifiuti a bassa e molto bassa attività e di uno per quelli ad alta attività. Due scelte urgenti che comportano procedure complesse che non avrebbero dovuto essere impastoiate una volta avviate. Ma intanto l’Italia paga multe, infrazioni e corre rischi. Adesso basta, si decida. E ci si assuma le responsabilità che comporta governare”.
Nei giorni scorsi i comuni interessati hanno ricevuto una comunicazione da parte del Ministero dell’Ambiente riguardante l’avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della Proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi incluso in un Parco Tecnologico.
I comuni possono inviare osservazioni entro 30 giorni, ovvero entro il 26 dicembre.
Il governo ha tenuto fermo nei cassetti per mesi e mesi questa procedura prevista dalla legge e adesso chiede ai comuni di rispondere in pochi giorni visto le imminenti festività.
Un comportamento inaccettabile e irrispettoso che la dice lunga sul mancato rispetto delle opinioni delle autonomie locali su di una questione delicata su cui ci sarebbe bisogno di ascolto non formale dei sindaci e delle comunità locali”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza alla Camera del Partito Democratico.
Apprendiamo da notizie di stampa che presso l’ex sito nucleare di Casaccia, gestito dalla Sogin, alle porte di Roma, nei giorni scorsi un operaio sarebbe risultato colpito da contaminazione da plutonio. Chiediamo pertanto al ministro dell'Ambiente se sia stato informato tempestivamente di quanto avvenuto, di quali elementi conoscitivi disponga in relazione all’incidente e, in particolare, in merito allo stato di contaminazione del sito e al progetto al quale stava lavorando l’operaio coinvolto e se siano state messe in atto misure idonee ad assicurare la massima sicurezza e protezione sanitaria per la popolazione. Chiediamo inoltre quali iniziative urgenti intenda intraprendere per accelerare l’iter di individuazione del deposito unico nazionale delle scorie radioattive al fine di anticipare, rispetto alla previsione del 2039, la sua messa in esercizio.
Così i deputati del PD Simiani, Peluffo, Di Sanzo, Laus e D’Alfonso, in un’interrogazione al ministro dell'Ambiente.
Ruolo marginale del governo italiano nei negoziati
“La COP29 si è svolta in un contesto di forti tensioni geopolitiche e crisi economiche, che hanno più volte messo a rischio i negoziati: probabilmente sarebbero addirittura saltati se non fosse stato per il ruolo dell’Europa e di pochi altri Paesi, con cui però non si è riusciti a realizzare un coordinamento sufficiente per spingere su obiettivi più ambiziosi.
Da segnalare il ruolo totalmente marginale dell’Italia, con un’unica nota rilevante: la pubblica sconfessione da parte della premier Meloni delle ambizioni di un ritorno alla fissione nucleare, data per certa da Lega e Forza Italia. L’italica visione sul futuro è ostinatamente rivolta al passato, puntando sul gas, come i Paesi produttori, ma senza averlo, con un tocco di futurismo con la fusione nucleare, che essendo ancora ben lungi dall’essere una possibilità vagamente reale, non può rispondere alle necessità urgenti di decarbonizzazione.
Una visione fuori contesto rispetto agli obiettivi discussi. L’esultanza del ministro picchetto Frattin sui risultati del summit conferma questo quadro di distonia desolante,”
dichiarano in una nota i componenti della delegazione democratica alla COP29: Annalisa Corrado, responsabile dem per la Conversione ecologica, Clima e Green economy; Marco Simiani, capogruppo dem in Commissione Ambiente alla Camera; e Nicola Irto, capogruppo dem in Commissione Ambiente al Senato.
Nel merito dell’accordo di finanza climatica, - segnalano i dem - il divario tra i fondi promessi (entro 10 anni) e le necessità del sud globale resta abissale, con una differenza di mille miliardi di dollari all’anno. Anche l’intesa sui nuovi mercati del carbonio presenta lacune significative, con regole solo abbozzate che rendono incerto il futuro delle misure. “Preoccupa infine la fragilità del testo su mitigazione e decarbonizzazione, ostacolato dall’opposizione dei Paesi produttori di idrocarburi, incluso il Paese ospitante”. concludono i parlamentari democratici.
"Il Documento finale della Riunione dell’Unione Interparlamentare (UIP) alla COP29 è chiaro: gli obiettivi dell'Onu e dell’Accordo di Parigi sulla riduzione dei gas nocivi sono a rischio e, senza una inversione di tendenza sulla transizione ecologica, la sopravvivenza in molti territori oggi abitabili sarà irrimediabilmente compromessa." È quanto dichiara da Baku il capogruppo PD in Commissione Ambiente Marco Simiani. "Le emissioni di CO2 - continua il deputato dem - sono in aumento rispetto al 2023 e quest’anno raggiungeranno i 41,6 miliardi di tonnellate. I Parlamenti di tutto il mondo sono chiamati ad adottare questo Documento finale per salvare il pianeta. Oggi i paesi governati dalle destre, Italia compresa, continuano a investire su fonti inquinanti come i combustibili fossili o ritardare la transizione ecologica con la riproposizione del nucleare, soluzione superata dai tempi, condannando di fatto le prossime generazioni. Capi di Stato come tra poco Trump ed attualmente Javier Milei (l’Argentina ha ritirato la delegazione da Baku), stanno sottovalutando una situazione che nei prossimi anni, senza interventi risolutivi, è destinata a peggiorare con un aumento esponenziale delle catastrofi naturali".
"Il rapporto del Global Carbon Project prevede un nuovo aumento delle emissioni di CO2. Entro la fine di quest’anno si attende un aumento delle emissioni di diossido di carbonio (CO2) dello 0,8% rispetto al 2023, arrivando a 37,4 miliardi di tonnellate. Infatti, il 32% dell’aumento delle emissioni globali di CO2 sarà dovuto alla Cina (+0,2% su base annua), il 13% agli Stati Uniti (-0,6%), l’8% all’India (+4,6%), il 7% all’Unione europea (-3,8%), e il 38% al resto del mondo (+1,1%)", conclude Simiani.
“La Premier Meloni questa volta è stata coerente. L’intervento a Baku ricalca perfettamente le politiche del suo governo: meno rinnovabili, più combustibili fossili ed annunci contrastanti sul ritorno al nucleare, viste le dichiarazioni di alcuni Ministri e della coalizione di centro destra in questi due anni. Se sommiamo questo alla riduzione delle risorse contro il dissesto idrogeologico e al Fondo clima (tagliato dal Governo Meloni di circa 840 milioni di euro nel triennio 2024-2026) il quadro è chiarissimo. La lotta ai mutamenti climatici per questa destra, sia italiana che mondiale, non solo non è una priorità ma rappresenta un vincolo ideologico da abbattere in nome del progresso. Le conseguenze di questo atteggiamento, soprattutto per una Presidente del Consiglio che ormai si crede l’unico trait d’union tra Europa e Stati Uniti, saranno drammatiche e coinvolgeranno le nuove generazioni. I sovranismi stanno smantellando di fatto tutti gli accordi fatti fino ad oggi per salvare il pianeta”: è quanto dichiarano: la Europarlamentare Annalisa Corrado, il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani e il Capogruppo della Commissione Ambiente del Senato Nicola Irto, attualmente in Azerbaigian per seguire i lavori della Conferenza mondiale.
In qualità di Presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Mongolia, sono stato in missione a Ulaanbaatar accompagnato dall’Amb. Giovanna Piccarreta, e ho incontrato il Vice Presidente del Parlamento mongolo, On. Purevdorj Bukhchuluun; la Presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Mongolia del Grande Huraal, On. Undraa Agvaanluvsan; il Presidente della Commissione cibo, agricoltura e ambiente, On. Beisen Bulan; e il Presidente della Commissione Esteri e sicurezza, On. Temuulen Ganzorig. Ho avuto modo di condividere con i miei interlocutori la positiva crescita dell’interscambio commerciale tra Italia e Mongolia, frutto questo anche delle proficue interazioni tra Presidenti dei due Gruppi di amicizia interparlamentare (l’On. Purevdorj e’ stato il Presidente di quello Italia-Mongolia prima delle elezioni del giugno scorso, a seguito delle quali è stato nominato Vice Speaker del Grande Huraal). Nell’incontro con l’On. Purevdorj sono stati evocati i mega progetti lanciati dal nuovo esecutivo mongolo e le opportunità di collaborazione che ne scaturiscono per l’Italia. È stato condiviso l’apprezzamento per l’intensificazione dei rapporti interparlamentari e per i crescenti flussi turistici tra i due Paesi, anche a seguito dell’esonero dal visto per i cittadini italiani, ciò che contribuisce a rafforzare l’avvicinamento tra i due popoli. Nell’incontro con la mia omologa, On. Undraa, scienziata nucleare che ha effettuato un ciclo di studi a Trieste presso il Centro Internazionale di Fisica Teorica, ho evocato le opportunità di promuovere assieme collaborazioni in ambito scientifico, energetico, accademico, culturale e dell’istruzione. Ho inoltre avuto un proficuo scambio di vedute con il Presidente della Commissione per il cibo, l’agricoltura e l’ambiente del Grande Huraal sulle molteplici opportunità di collaborazione tra i due paesi nel settore del cashmere sostenibile, dell’agricoltura, e nell’ambito della correlazione tra cibo e salute.Con il Presidente della Commissione per la sicurezza e la politica estera sono stati evocati possibili ambiti di cooperazione nell’ambito del peacekeeping e delle eccellenze italiane in ambito tecnologico.” Cosi’ Nicola Carè, deputato eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, Presidente della Sezione Bilaterale dell'Unione Interparlamentare Italia- Mongolia, componente Assemblea Parlamentare NATO e Vicepresidente della Sottocommissione Difesa e Sicurezza NATO.