15/10/2025 - 12:25

Una relazione che aspettavamo da tempo, che è stata già consegnata alle commissioni competenti, ma che merita di essere discussa in una sessione speciale alla Camera come previsto in norma. Ringrazio Filomena D’Antini e Agnese Canevari per il lavoro svolto fin qui insieme alle tante consigliere che sul territorio svolgono un lavoro preziosissimo”.

Così Chiara Gribaudo, deputata prima firmataria e relatrice della Legge 162 del 2021 che ha introdotto la certificazione di genere, a margine della Conferenza Nazionale delle Consigliere di Parità tenutasi nella Sala D’Antona riguardante la relazione al Parlamento sullo stato di parità di genere sul lavoro in Italia.

“Occorre continuare in questa direzione anche dando più valore economico al ruolo delle consigliere e fare un passo in avanti. Bisogna fare una sessione straordinaria sulle questioni femminili che vada oltre la simbologia dell’8 marzo e del 25 novembre - ha proseguito la deputata - Ecco perché è  importante non solo trasmettere  la relazione in commissione ma presentarla passando da AL ad IN Parlamento. Auspico che su questo tutto il fronte parlamentare, come approvammo la legge 162 all’unanimità, possa essere d’accordo”.

“Voglio ancora ringraziare tutte le consigliere di parità regionali e provinciali che sul territorio svolgono gratuitamente un lavoro prezioso e mi auguro che i prossimi passi vadano nella direzione di un adeguato riconoscimento anche economico al loro ruolo e operato che è fondamentale. La direttiva europea ci aiuterà a svolgere un lavoro più chiaro sulle retribuzioni, senza più scuse, abbiamo bisogno di dare più valore al lavoro, alla retribuzione e all’occupazione femminile” ha concluso Gribaudo.

 

27/09/2025 - 13:50

“Le notizie degli ultimi giorni, con Bosch che annuncia 13mila licenziamenti e Starbucks che taglia 900 posti di lavoro e chiude centinaia di sedi, dimostrano ancora una volta come le grandi multinazionali continuino a pensare unicamente ai profitti, scaricando i costi delle proprie scelte sui lavoratori e sulle loro famiglie. Va assolutamente evitato che queste politiche scellerate penalizzino i lavoratori anche nel nostro paese": è quanto dichiara il deputato Dem Emiliano Fossi.

 "Siamo di fronte a manager che mantengono stipendi milionari e benefit fuori da ogni logica, mentre migliaia di persone rischiano di perdere il lavoro o sono spinte a condizioni umilianti per costringerle a lasciare. È inaccettabile che gli errori delle classi dirigenti vengano pagati da chi ogni giorno manda avanti aziende e produzioni. Il Governo Meloni, che non perde occasione per vantarsi di una crescita occupazionale, dimentica però che l’Italia resta ultima in Europa per occupazione giovanile e femminile, e che a crescere non è lavoro stabile e di qualità ma lavoro povero e precario. Davanti a processi di ristrutturazione di questa portata servono serietà, regole e una politica industriale che metta al centro le persone, non i bilanci dei colossi globali".

 "Il Partito Democratico continuerà a chiedere con forza che il Parlamento e il Governo si assumano la responsabilità di difendere chi lavora, tutelando i diritti e costruendo un modello economico più giusto, in cui non siano sempre i più deboli a pagare il prezzo degli errori altrui”: conclude

29/08/2025 - 15:22

“E’ un dato di fatto che l'economia si è fermata e che crescono le diseguaglianze. Nel contesto in cui abbiamo ancora indicatori positivi grazie alle risorse del Pnrr, che non dobbiamo mai dimenticare sono conquistate dai governi di centrosinistra, l'aumento del lavoro povero e precario è un'aggravante nei confronti del Governo Meloni. Fa venire la pelle d'oca sentire esponenti della maggioranza citare i dati dell'occupazione femminile, se una donna su tre lavora part-time, se la metà guadagna meno di ottomila euro lordi l'anno significa che c'è un problema devastante nel mondo del lavoro che riguarda prima di tutto la condizione di donne e giovani che deve essere affrontato subito”. Cosi' il deputato Pd Andrea Casu a Coffee Break su La 7, commentando i dati Istat sull'economia. “Di fronte alla fuga dei neo laureati che scappano all'estero – continua il parlamentare dem - come possiamo consolarci con la crescita dell’occupazione degli over50? Questo Governo sta bruciando intere generazioni e per invertire la rotta è necessaria una svolta radicale a partire dal salario minimo”. “Anche se Giorgia Meloni preferisce tenere la testa sotto la sabbia e fingere di non vedere la realtà è che la vita degli italiani è nettamente peggiorata negli ultimi tre anni sotto la sua guida come dimostrano i sei milioni di italiani che nel 2024 hanno rinunciato alle cure, le difficoltà crescenti che stanno affrontando le persone che vivono nelle aree interne, sempre più colpite dalla crisi dei trasporti, e le imprese che stanno pagando il prezzo dei dazi di Trump”, conclude Casu.

 

11/06/2025 - 18:45

"Le donne non hanno bisogno di ghetti rosa, ma di libertà e giustizia ovunque"

"Apprendo con preoccupazione dell’avvio del progetto 'Bosco Rosso', promosso dalla Regione Lazio e presentato come uno strumento per la sicurezza delle donne. Dietro l’apparente intento protettivo, non vorrei si celasse però una visione distorta e regressiva della libertà femminile. Creare parchi “protetti” per le donne significa forse accettare che il resto del territorio sia, e resti, insicuro e pericoloso? Le donne non hanno bisogno di recinti sicuri, ma di vivere libere e sicure ovunque: in ogni strada, in ogni parco, a ogni ora del giorno e della notte". Lo dichiara la deputata Pd Michela Di Biase, segretaria della commissione Giustizia.

 

 

29/05/2025 - 16:20

“Serve un intervento immediato e strutturale per superare la diseguale divisione del lavoro di cura che continua a penalizzare le donne nel nostro Paese” – dichiara Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, commentando i dati contenuti nella Relazione annuale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sulle dimissioni convalidate.

“I numeri parlano chiaro: quando insorgono difficoltà di conciliazione dopo la nascita di un figlio, a lasciare il lavoro sono quasi sempre le madri. Il 77% delle donne che richiedono la convalida delle dimissioni lo fa per questo motivo, contro appena il 21,1% degli uomini. È un quadro allarmante, ma purtroppo non nuovo.”

“La stessa Relazione sottolinea come ci troviamo di fronte a uno scenario complesso, che riflette non solo la prevalenza delle dimissioni femminili, ma anche il radicamento culturale e sociale dello stereotipo che attribuisce alle donne il compito esclusivo della cura.”

“Non si tratta di scelte individuali, ma di un assetto strutturale che continua a far ricadere in modo sproporzionato il carico familiare sulle donne. Fino a quando la cura resterà implicitamente associata al genere femminile, sarà impossibile raggiungere una vera parità: nei salari, nelle possibilità di carriera, nel tasso di occupazione.”

“Per questo – conclude Gribaudo – auspico che il Governo e la maggioranza vogliano sostenere la proposta del Partito Democratico sull’introduzione di un congedo parentale obbligatorio e paritario per entrambi i genitori. Un passo fondamentale non solo per riconoscere anche ai padri il diritto di prendersi cura dei propri figli, ma per scardinare alla radice quei pregiudizi che ancora oggi portano a chiedere solo alle donne, durante i colloqui di lavoro: “Ha intenzione di avere figli?”

 

22/05/2025 - 14:45

“I dati resi noti dall’Istat confermano un allarme che denunciamo da tempo: l’Italia è un Paese che invecchia rapidamente e si impoverisce. Per la prima volta, il numero degli over 80 ha superato quello dei bambini sotto i 10 anni. Un dato simbolico ma drammaticamente reale, che fotografa la deriva demografica in corso. Eppure, il governo Meloni continua a ignorare questa emergenza, rinunciando a politiche lungimiranti e inclusive”. Così la deputata dem Rosanna Filippin, componente della commissione Politiche dell’Unione Europea.

«Il governo – prosegue l’esponente Pd – ha avuto l’occasione di intervenire anche attraverso il PNRR, ma ha preferito tagliare proprio lì dove servivano più investimenti: il numero degli asili nido è stato dimezzato, compromettendo così due leve fondamentali per contrastare l’inverno demografico: la natalità e l’occupazione femminile. È una scelta miope e dannosa, come anche quella di ridimensionare le case di comunità e gli interventi per la conciliazione vita-lavoro. A questo si aggiunge un impoverimento generalizzato delle famiglie italiane. Negli ultimi cinque anni, come certificato dall’Istat, il potere d’acquisto è diminuito drasticamente. Eppure, il governo continua a scaricare le responsabilità su altri, dopo tre anni di guida del Paese senza misure concrete per affrontare il declino demografico ed economico”.

“Oggi l’Italia scende sotto i 59 milioni di abitanti, dei quali 5 milioni e mezzo sono cittadini stranieri. Chi oggi promuove politiche restrittive sull’immigrazione – conclude Filippin – non ha chiaro che senza l’apporto degli stranieri, un Paese con un quarto della popolazione over 65 è semplicemente destinato a morire. In questo contesto, anche il referendum sulla cittadinanza dell’8 e 9 giugno è un’occasione per riaffermare un’idea di Italia aperta, dinamica, solidale. L’unica Italia possibile se vogliamo ancora avere un futuro”.

 

06/05/2025 - 15:37

“I dati del rapporto 'Le Equilibriste, la maternità in Italia' di Save the Children presentato oggi rappresentano un grido d’allarme sulla condizione delle donne e delle madri nel nostro Paese. L'Italia occupa il 96esimo posto su 146 Paesi nel mondo in relazione alla partecipazione femminile al mondo del lavoro, mentre rispetto al gender gap retributivo si trova alla 95esima posizione. Numeri drammatici che smentiscono la narrazione del Governo Meloni e spiegano bene, oltre ogni discorso, il calo delle nascite e le difficoltà di vita di molte donne. Mentre gli uomini con figli hanno una percentuale di occupazione superiore al 90 per cento, le donne madri superano di poco il 60 per cento perché sono costrette, in molti casi, a smettere di lavorare per l’impossibilità di conciliare il lavoro di cura famigliare con l’occupazione. E accanto alle disparità di genere, il rapporto fotografa immutate le diseguaglianze territoriali profonde che caratterizzano il nostro Paese. Il Mezzogiorno presenta dati sulla partecipazione delle madri al lavoro di appena il 44 per cento, neanche una su due. Servono interventi urgenti per far fronte a questa situazione, ma il Governo non ascolta. Abbiamo chiesto più volte l'introduzione del congedo paritario, io stessa ho presentato una proposta di legge per incentivare la presenza femminile negli ambiti di studio e di lavoro scientifici e per dar vita ad un contributo strutturale per le famiglie che devono dotarsi di baby sitter o per le spese dei centri estivi. Il Governo ascolti gli appelli, sono necessarie misure concrete per colmare questa distanza che rappresenta un'ingiustizia profonda della nostra società”. Lo dichiara la capogruppo Pd in commissione Infanzia e Adolescenza Michela Di Biase.

26/03/2025 - 18:11

“Di fronte ai dati sconfortanti sulla (dis)parità di genere, che emergono dalla relazione del Ministero dell’economia e delle finanze sul bilancio di genere dello Stato, ci aspettiamo uno scatto di investimento del governo in politiche pubbliche che intervengano a correggere le profonde discriminazioni esistenti tra uomini e donne nel nostro Paese. I dati dimostrano che in questi due anni lo scatto non c’è stato. Ad oggi soltanto lo 0,42% della spesa pubblica statale nei vari settori riguarda impegni che impattano direttamente sulla riduzione delle disuguaglianze di genere. Dal 2022 al 2023 nel suo primo anno di governo Giorgia Meloni, la prima donna premier italiana ha aumentato queste spese solo dello 0,01%. Il bilancio di genere presentato oggi fornisce un’analisi delle spese pubbliche secondo il loro impatto di genere assolutamente insufficiente perché l’83% del bilancio viene letto come neutro rispetto al genere (cioè che incide ugualmente sulla vita di uomini e di donne), una lettura fuorviante poiché nessuna scelta sulla spesa pubblica è neutra. Serve dunque una lettura non basata sul pregiudizio e un maggior impegno del governo nella più approfondita valutazione di impatto della spesa, per mettere in campo le risposte più adeguate a colmare il gap esistente. I soldi dei cittadini e delle cittadine vanno investiti in modo appropriato per rispondere ai bisogni di tutte e tutti. Non serve fare propaganda, esaltando la crescita dell’occupazione femminile, tra l’altro precaria e povera - una tendenza già in atto dopo il Covid - ma azioni mirate e specifiche da parte di tutti i ministeri, non solo quello delle pari opportunità. Ci aspettiamo finalmente dalla presidente del consiglio Meloni interventi governativi concreti che migliorino la vita delle donne e la competitività della società italiana” così le deputate democratiche, Laura Boldrini, Valentina Ghio e Sara Ferrari.

 

16/03/2025 - 14:41

“I dati Eurostat certificano il fallimento delle politiche del governo Meloni sul lavoro. L'Italia si conferma ultima in Europa per tasso di occupazione, con un divario che, invece di ridursi, aumenta. L’occupazione femminile resta drammaticamente indietro, con un distacco di oltre 13 punti rispetto alla media UE, e i giovani continuano a essere penalizzati. Di fronte a questo scenario allarmante, l’esecutivo continua a negare la realtà e a proporre misure inefficaci, mentre servirebbero investimenti seri per creare lavoro stabile e ben retribuito.

Meloni e il suo governo preferiscono propagandare successi inesistenti piuttosto che affrontare i problemi reali del Paese. Ma i numeri parlano chiaro: il lavoro precario dilaga, le disuguaglianze aumentano e l’Italia resta fanalino di coda in Europa. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un cambio di rotta, per un lavoro dignitoso e per politiche salariali capaci di proteggere il potere d’acquisto”. Così Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro della Camera.

 

05/03/2025 - 18:25

“Il Governo deve uscire dalle vuote parole trionfalistiche e stare nella realtà: per occupazione femminile siamo ultimi in Europa, con un divario di genere di oltre 18 punti che diventano anche 30 per il gap retributivo. Se il Governo non approva il salario minimo e invece liberalizza i contratti a termine, dà un segnale preciso che incide sulla vita delle donne, che sono quelle con contratti più deboli e precari. Se taglia 150mila posti di asilo nido e non riconosce i congedi paritari pienamente retribuiti e universalistici, significa che vuole tenere le donne a casa. Se affossa anche nel percorso pensionistico una possibilità concreta per le donne di recuperare il tanto tempo dedicato alla cura con la restrizione di Opzione donna, significa che a questa maggioranza di destra sta bene che le donne siano più povere anche da pensionate. In questi due anni il Governo non ha agito in modo sistemico sul mercato del lavoro, sui suoi modelli organizzativi, sul sistema dei servizi, sulla dimensione della famiglia e su quella culturale. Contrastare il declino demografico ed economico di questo Paese significa sostenere misure di equità salariale, fiscale, di accesso ai servizi per le donne, ma questo Governo con la prima presidente del Consiglio donna di questo Paese, ha preso tutt’altra strada”.

Così la vice presidente del Gruppo PD alla Camera, Valentina Ghio, replicando nell’Aula della Camera all’informativa dei ministri Foti e Calderone sulle politiche volte a favorire l’occupazione femminile.

 

05/03/2025 - 18:14

“E’ già stucchevole, in una discussione sulle politiche volte a favorire l’occupazione femminile, registrare in quest’Aula la subalternità di linguaggio utilizzata anche da persone di sesso femminile. Non si sognerebbero mai di chiamare ‘cameriere’ la cameriera oppure ‘maestro’ la maestra. Però se c’è una presidente del Consiglio donna la chiamano ‘il presidente del Consiglio’, se c’è una ministra donna la definiscono ‘il ministro’. Fatevi una domanda e datevi una risposta. Ma veniamo al mercato del lavoro e al gender pay gap, tema molto forte nel nostro Paese soprattutto legato a quello della maternità. Quando in Italia una donna dà alla luce un figlio il suo destino lavorativo è segnato. A quindici dal parto il suo salario lordo annuale è ridotto del 57 per cento rispetto a una lavoratrice non madre. La parte preponderante poi non è il basso salario orario, ma l’utilizzo del part time e del tempo determinato. E’ la precarietà del lavoro che nelle donne incide in un modo spropositato. Cosa ha fatto la destra per evitare la precarietà del lavoro per gli uomini e le donne, ma soprattutto per le donne? L’esatto contrario di ciò che serviva: ha reso più facile l’accesso ai contratti di somministrazione, a tempo determinato e stagionali”.

Così la deputata democratica, Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, replicando nell’Aula della Camera all’informativa dei ministri Foti e Calderone sulle politiche volte a favorire l’occupazione femminile.

 

05/03/2025 - 16:41

Solo propaganda e retorica ma nessun rispetto per le donne

“La consigliera per le pari opportunità, in base all'articolo 1 della legge 162 del 2021 avrebbe dovuto rendicontare entro il 30 giugno 2024 sull'andamento delle certificazioni per la parità di genere ma non lo ha mai fatto. Dalla ministra Roccella otteniamo risposte già note sui giornali e non del perché tale rendicontazione non ci sia stata. La ministra è venuta in Aula a fare la solita manfrina fatta di propaganda e retorica”. Così la deputata dem Chiara Gribaudo intervenendo in replica alla ministra Roccella durante il Question Time alla Camera sulla parità salariale di genere.
“La verità è che questo governo non ha alcuna intenzione di occuparsi del gap tra donne e uomini nel mercato del lavoro e i suoi ministri preferiscono rilasciare interviste sul gender. L'unico gender che al Pd interessa è il gender gap salariale in questo Paese”.
“Roccella - continua la parlamentare Pd rispondendo alla ministra sui dati Istat - parla di dati positivi sull'occupazione femminile ma nasconde che la crescita è legata al lavoro precario e povero. Siamo il Paese d'Europa con il più basso tasso occupazionale femminile perché il governo Meloni lavora contro le donne con la liberalizzazione dei contratti di somministrazione, l'abrogazione dell'esenzione Irpef alle prestazioni di baby-sitting di welfare aziendale, l'aumento dell'Iva sui prodotti igienico-sanitari femminili e sui pannolini. Questo governo ha cancellato 'Opzione donna', non finanzia i consultori e inserisce le stanze dell'ascolto per non lasciare le donne libere di scegliere”. “Questo governo ha tagliato fondi sugli asili nido presenti sul Pnrr e, in ritardo di un anno, solo l'altro ieri ha reso note le risorse sul reddito di libertà per le donne. Voi non guardate al futuro del Paese e, soprattutto, non portate rispetto alle donne”, conclude Gribaudo.

 

22/12/2024 - 18:43

"I dati diffusi oggi dalla CGIL sono allarmanti: nel 2024 il numero di lavoratori coinvolti in crisi industriali è quasi raddoppiato, passando dai 58mila gennaio ai quasi 106mila a dicembre. Complessivamente, sono oltre 118 le persone che hanno già perso il lavoro o che rischiano di perderlo". Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Marco Simiani.

"Queste cifre svelano l'inganno della destra sui dati manipolati ad arte relativi alla 'falsa' crescita del lavoro in Italia. Quasi ogni giorno la premier Meloni esulta infatti per il calo della disoccupazione, dimenticando però di evidenziare come l'occupazione giovanile sia in calo e quella femminile ultima in Europa. Senza dimenticare poi che oggi, per le indagini Istat, basta lavorare soltanto un'ora nella settimana prima della rilevazione ufficiale per risultare tra gli occupati. La verità è che l'unico lavoro che cresce è quello precario e sottopagato mentre la realtà parla di migliaia di persone che soffrono a causa delle crisi aziendali causate da una drammatica assenza di politiche industriali efficaci. Serve un cambio di rotta urgente: è indispensabile intervenire con misure concrete per sostenere i settori strategici, promuovere l’innovazione e garantire la tutela dei lavoratori. Un’industria senza lavoro è destinata a fermarsi. Non possiamo permettere che l’inerzia del governo comprometta ulteriormente il nostro tessuto produttivo e il futuro di migliaia di famiglie. Il Partito Democratico continuerà a battersi con determinazione per politiche industriali serie e per la difesa dei diritti dei lavoratori", conclude Marco Simiani.

14/12/2024 - 13:48

“Parlano tanto di famiglia, ma quando si tratta di fare qualcosa per la famiglia non ci sono mai. Ho chiesto alla maggioranza e al governo di approvare l’emendamento unitario delle opposizioni a prima firma della nostra segretaria Elly Schlein a sostegno del congedo paritario obbligatorio per entrambi i genitori. Non è solo welfare, è un’idea diversa di famiglia, di rapporti tra i genitori, di gender gap. Permetterebbe infatti di condividere davvero il lavoro di cura all’interno della famiglia ma anche di tutelare la continuità professionale, salvaguardare l’occupazione femminile e contribuire in modo sano alla crescita del Pil, come dimostrano tutti gli studi dedicati al tema. 5 mesi retribuiti al 100% per entrambi i genitori, esteso anche ai lavoratori autonomi: una sfida al governo per promuovere davvero la natalità senza fare la solita vuota propaganda”.

Lo ha scritto su Facebook Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

14/11/2024 - 16:46

“L’emendamento alla legge di bilancio che introduce il congedo paritario per i genitori è per noi un passo in avanti importante in termini ci civiltà. È un emendamento di cui siamo particolarmente orgogliosi perché è frutto del lavoro unitario e meticoloso fatto dall’opposizione. Parliamo di 5 mesi retribuiti al 100%, per entrambi i genitori e non trasferibile tra di loro. Parliamo di una misura che vuole sfidare il governo sulla questione della denatalità perché non solo supporta le famiglie nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ma sostiene e garantisce l'occupazione femminile. Siamo il paese con l’occupazione femminile più bassa d’Europa al Sud, siamo un paese dove il carico di cura all'interno delle famiglie è quasi sempre sulle spalle delle donne che spesso sono costrette a scegliere tra famiglia e lavoro. Questa non è solo un’ingiustizia di genere ma una vera e propria emergenza. Il congedo paritario sostiene le madri e tutela la loro carriera professionale e, al tempo stesso, garantisce ai papà la possibilità di essere più vicini ai propri figli durante i loro primi mesi di vita. Visto che la destra al Governo parla tanto di famiglie questa volta ha una buona occasione per produrre, oltre gli slogan e la propaganda, qualcosa di concreto votando e facendo approvare il nostro emendamento”.  Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale.

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