12/11/2025 - 11:56

“Il ministro Urso dice di essere 'alla ricerca di risorse nuove', peccato che quelle vecchie, gli oltre 6  miliardi destinati a Transizione 5.0, le abbia già fatte sparire. È paradossale: la principale misura industriale del PNRR è stata smontata pezzo per pezzo da questo Governo, che ha tagliato quasi 4 miliardi di euro e ora lascia le imprese in lista d’attesa, con una semplice 'ricevuta di indisponibilità delle risorse'. Altro che successo: è un fallimento annunciato”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e capogruppo dem in Commissione Bilancio alla Camera.
“Hanno trasformato Transizione 5.0 - sottolinea il parlamentare - in un imbuto burocratico che blocca gli investimenti e alimenta la sfiducia del sistema produttivo. È l’ennesima dimostrazione dell’improvvisazione del Governo Meloni sul fronte delle politiche industriali. Invece di accompagnare la transizione energetica e digitale delle imprese, stanno mettendo in ginocchio chi vuole innovare, produrre e creare lavoro. Le imprese non chiedono nuove scuse, ma serietà, programmazione e regole chiare. Dalla siderurgia all’automotive, dal manifatturiero alla transizione verde, il bilancio dell’esecutivo è disastroso. Il ministro Urso si riempie la bocca di parole come 'reindustrializzazione' e 'rilancio', ma dietro gli annunci non c’è alcuna strategia, solo ritardi, tagli e propaganda”.
“La verità – conclude Pagano – è che questo Governo non ha una politica industriale: ha solo un elenco di fallimenti. E senza una visione vera, la prossima transizione rischia di essere quella dal futuro al passato”.

 

12/11/2025 - 11:02

“Il Piemonte non è più una delle Regioni che traina il Paese. Anzi è “in transizione”, cioè non più tra le più sviluppate in Europa. Abbiamo perso 3 punti percentuali di pil pro capite in sette anni: è la dimostrazione plastica, chiara ed evidente del fallimento Cirio”.

Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico e deputata piemontese, sul declassamento del Piemonte a Regione “in transizione”.

“Il crollo del settore automotive, che più volte abbiamo denunciato, su cui governo nazionale e regionale non sono minimamente intervenuti, ha tolto 1500 posti di lavoro a Torino solo nell’ultimo anno - prosegue la deputata dem - Aumentano la cassa integrazione, il lavoro nero, quello sommerso. Il PNRR? È stato sprecato senza programmazione ma con un’accozzaglia di interventi inutili. Hanno tagliato sugli ospedali, sui sostegni alle famiglie per fare ridicole feste “identitarie”. E la lista sarebbe lunga.
Cirio, troppo impegnato a tagliare nastri e a fare il simpatico alle sagre, non si è mai accorto di tutto questo”.

“Oggi la Regione apre gli occhi e festeggia per 1,5 miliardi in più da spendere. Farebbe ridere se non fosse drammatico: si esulta perché arriveranno più fondi proprio per il declassamento. Cirio parlava di “Piemonte a un’altra velocità”, slogan buono per la campagna elettorale ma assolutamente lontano dalla realtà. Il Piemonte corre, è vero, ma all’indietro. Serve un piano industriale, una capacità di attrarre cervelli e investimenti, un netto cambio di passo. Tutto quello che l’attuale giunta, in quasi 7 anni, ha dimostrato di non saper fare” conclude Gribaudo.

 

10/11/2025 - 16:12

"La posa della chiglia della nave oceanografica Arcadia rappresenta un segnale significativo per la tutela del nostro patrimonio marino e per il rilancio di Piombino. Si tratta di un progetto dedicato alla ricerca e alla tutela degli ecosistemi ed un tema centrale per il nostro futuro ambientale ed economico".

Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.

"La costruzione della Arcadia, destinata all’Ispra e sostenuta dal Pnrr, è un passo significativo nel rafforzare la capacità dell’Italia di studiare e proteggere il Mediterraneo. Per Piombino, si tratta di un’occasione di rilancio industriale e di valorizzazione delle competenze locali, pur in un contesto che resta complesso, segnato da difficoltà occupazionali e ambientali che non possiamo ignorare. Proprio per questo, iniziative come questa devono ricordarci quanto sia urgente coniugare sviluppo e sostenibilità, lavoro e tutela del mare. È su questo equilibrio che si gioca il futuro della nostra comunità e del territorio costiero": conclude.

 

06/11/2025 - 12:56

“Il Pil italiano è fermo da tre trimestri consecutivi e la produzione industriale ristagna da oltre due anni. In questo contesto, il governo Meloni approva una legge di bilancio che, secondo gli stessi documenti del MEF, non avrà alcun impatto positivo sulla crescita. È scritto nero su bianco: la manovra non farà aumentare i consumi interni e avrà effetti negativi sugli investimenti”. Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico.

“La premier Meloni – spiega l’esponente dem - racconta un’Italia che non esiste, promettendo un rilancio che non arriverà. Se oggi non fossimo sostenuti dai fondi del PNRR, il Paese sarebbe già in recessione. Il problema non è solo economico ma politico: manca una strategia industriale capace di orientare la crescita e affrontare le sfide globali. Il Partito Democratico chiede al governo di unirsi a un’iniziativa comune in Europa per rafforzare le politiche su innovazione, energia e infrastrutture. Non possiamo competere da soli con giganti come Cina e Stati Uniti: servono investimenti di scala e una transizione tecnologica sostenuta a livello europeo”.

“Sul piano nazionale – conclude Guerra – è urgente intervenire sul costo dell’energia. Le nostre proposte mirano a sganciare il prezzo del gas da quello delle rinnovabili, in modo da far scendere le bollette e migliorare la competitività delle imprese. Inoltre, il governo non può continuare a ignorare le conseguenze delle politiche economiche americane: i dazi di Trump impongono una strategia di sostegno alle esportazioni e alla manifattura italiana. Serve una politica industriale seria, non propaganda”.

 

05/11/2025 - 14:18

“L’Italia è ormai in una fase di stagnazione tecnica, con il Pil fermo per il terzo trimestre consecutivo e i consumi in frenata. La legge di bilancio 2026, secondo le stime del Mef, non produrrà alcun effetto positivo sulla crescita”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio.

L’esponente dem sottolinea come “perfino il Centro Studi di Confindustria riconosce che l’attuale, debole crescita è soltanto l’ultima coda degli investimenti del Pnrr. Senza quei fondi, l’Italia sarebbe già in recessione. La manovra del governo Meloni è la prima in molti anni a non avere alcun impatto sulla crescita: se si facesse o non si facesse, sarebbe esattamente la stessa cosa. Il Pnrr è stato usato per coprire spese ordinarie, sottraendo risorse a scuola, sanità, transizione digitale ed ecologica. Così si condanna il Paese a un futuro di bassa crescita e scarse opportunità”.

“Il Partito Democratico – conclude Lai - presenterà una contromanovra che punti davvero sullo sviluppo industriale, sulla ripartenza e sulle infrastrutture sociali. In Italia la povertà cresce, la disoccupazione aumenta e i giovani restano senza prospettive. Questo è un governo di pura propaganda, incapace di gestire l’economia di un Paese e di costruire una visione per il futuro. Serve un piano alternativo che rimetta al centro il lavoro, gli investimenti e la coesione sociale”.

 

04/11/2025 - 11:50

“Confindustria conferma ciò che il Partito Democratico denuncia da settimane. La manovra è a saldo zero, nessun impatto sulla crescita del Paese. Il Governo parla di “responsabilità” e “prudenza”, la realtà è che non c’è un euro per la competitività, per gli investimenti, per il lavoro e per l’innovazione. Come ha ricordato Tarquini in audizione, la crescita allo “zero virgola” non garantisce il futuro dell’Italia, e infatti senza le risorse del PNRR oggi il nostro Paese sarebbe già in recessione. Per rilanciare il Paese serve una politica industriale e fiscale che premi chi investe, chi innova e chi crea lavoro stabile, non un bilancio di mera sopravvivenza.” Così in una nota il capogruppo del Partito Democratico, in commissione bilancio alla camera, Ubaldo Pagano.

27/10/2025 - 16:30

“Il Governo deve rivedere subito il provvedimento che riduce del 10% le risorse destinate ai progetti sui beni confiscati alla criminalità organizzata. È un taglio miope e ingiusto, che colpisce soprattutto i piccoli Comuni, già impegnati con lavori appaltati e interventi avviati grazie ai fondi PNRR.
Queste risorse non sono solo numeri di bilancio, ma strumenti di riscatto civile e di rigenerazione sociale. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo concreto di legalità, e bloccare o ridurre questi progetti significa indebolire la risposta dello Stato contro le mafie.
Penso al caso di Cesa e a tanti altri Comuni del Mezzogiorno che rischiano di fermare cantieri già avviati per mancanza di copertura finanziaria. È inaccettabile. Il Governo Meloni garantisca la piena copertura dei fondi originari e introduca norme di salvaguardia per i progetti in corso. La lotta alla criminalità non può subire tagli: servono coerenza, visione e rispetto per il lavoro dei sindaci e delle comunità locali”. Lo dichiara Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico, in seguito all’appello del sindaco di Cesa, Enzo Guidi, ai parlamentari casertani, alla presidente del consiglio Meloni e all’Anci sul no al taglio del 10% dei fondi per i beni confiscati per progetti già appaltati.

27/10/2025 - 15:31

“Il Governo deve rivedere subito il provvedimento che riduce del 10% le risorse destinate ai progetti sui beni confiscati alla criminalità organizzata. È un taglio miope e ingiusto, che colpisce soprattutto i piccoli Comuni, già impegnati con lavori appaltati e interventi avviati grazie ai fondi PNRR.
Queste risorse non sono solo numeri di bilancio, ma strumenti di riscatto civile e di rigenerazione sociale. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo concreto di legalità, e bloccare o ridurre questi progetti significa indebolire la risposta dello Stato contro le mafie.
Penso al caso di Cesa e a tanti altri Comuni del Mezzogiorno che rischiano di fermare cantieri già avviati per mancanza di copertura finanziaria. È inaccettabile. Il Governo Meloni garantisca la piena copertura dei fondi originari e introduca norme di salvaguardia per i progetti in corso. La lotta alla criminalità non può subire tagli: servono coerenza, visione e rispetto per il lavoro dei sindaci e delle comunità locali”. Lo dichiara Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico, in seguito all’appello del sindaco di Cesa, Enzo Guidi, ai parlamentari casertani, alla presidente del consiglio Meloni e all’Anci sul no al taglio del 10% dei fondi per i beni confiscati per progetti già appaltati.

14/10/2025 - 19:21

“Ancora un nulla di fatto sulla manovra. La maggioranza continua a rimandare la presentazione di un testo, paralizzata da un braccio di ferro interno che dimostra l’assenza di una visione comune. Non emergono misure concrete e tutto lascia prevedere che sarà il terzo flop della politica economica del governo Meloni. In questi anni solo le risorse del PNRR hanno permesso al Paese di non scivolare in recessione, mentre il ministro dell’Economia Giorgetti si sta rivelando ininfluente: non c’è traccia di una vera politica economica né di una politica industriale. Le dichiarazioni odierne del ministro – “La prospettiva è abbastanza delineata, venerdì i particolari” – confermano la confusione e l’improvvisazione con cui il governo sta affrontando una fase delicata per famiglie, imprese e conti pubblici. L’Italia ha bisogno di scelte serie e di una manovra capace di sostenere crescita, lavoro e investimenti, non di annunci e rinvii continui” così il capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano commenta l’ennesimo rinvio da parte del CdM, dell’approvazione della manovra.

 

09/10/2025 - 18:00

“Sul Dpfp il governo è reticente e il documento tace perché non dice ciò potrebbe e dovrebbe dire. Il governo non ha mai fornito al Parlamento informazioni adeguate sul documento che sulla programmazione resta oscuro, allusivo, incomprensibile. La manovra programmatica porterà ad un aumento del Pil pari a zero nel 2026 e 0,1 nel 2027/28. Senza gli investimenti del Pnrr, ereditati dai governi precedenti, sarebbe recessione. Questo governo sa solo galleggiare”. Così la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra nella dichiarazione di voto sul Documento programmatico di finanza pubblica.
“Dal 2027 – continua la parlamentare dem - l'età per il pensionamento aumenta di tre mesi e peggiorano i canali di uscita anticipata, esattamente il contrario di quanto dichiarato dall'attuale maggioranza in campagna elettorale attaccando la ministra Fornero. Non c'è nulla sulla spesa degli enti decentrati che non tiene più il passo dell'inflazione e cala in termini reali: come faranno a fornire i servizi ai cittadini?”
“Sulla sanità mancano le risposte su spesa e finanziamento e, secondo la Corte dei Conti, mancheranno 13 miliardi nel 2028. La pressione fiscale cresce smentendo il punto principale del governo Meloni: con il fiscal drag, il sistema tassa di più i lavoratori che hanno aumenti contrattuali che li difendono appena dall'inflazione. Il governo è reticente, il documento tace: che pena”, conclude Guerra.

02/10/2025 - 16:19

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sta diventando purtroppo il piano dei ritardi e dei rimpianti. Ai gravi ritardi accumulati si sommano tagli a progetti fondamentali: trasporti regionali, iniziative per le persone con disabilità, centri per l’impiego e politiche attive del lavoro, interventi contro il rischio idrogeologico in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Una situazione critica e preoccupante, che rischia di compromettere il futuro dell’Italia e dell’Europa”. Lo dichiara Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Affari europei alla Camera.

“Ad oggi – aggiunge l’esponente dem – il governo deve ancora spendere circa 110 miliardi di euro in meno di un anno, avendone spesi solo 86. Eppure, il ministro Fitto non ha chiarito quali misure intenda adottare per accelerare. Abbiamo chiesto di attuare il piano, non di smontarlo. I ritardi non sono imputabili agli enti locali, che sono in regola, ma soprattutto ai ministeri nazionali. Serve meno propaganda e più impegno concreto: meno centri in Albania e più centri per l’impiego in Italia”.

“Saltare questo piano – conclude De Luca – significa soprattutto penalizzare il Mezzogiorno, cui era destinato almeno il 40 per cento dei progetti territorializzabili per ridurre i divari di servizi e infrastrutture. Quella scelta non fu casuale, ma frutto di una visione politica coraggiosa della passata legislatura, che ha reso possibile il Next Generation EU e il Pnrr. Se oggi il Paese dispone di queste risorse, è grazie al lavoro dei democratici e dei progressisti. Il governo Meloni, invece, rischia di dissipare un patrimonio economico e sociale decisivo per il futuro dell’Italia”.

 

01/10/2025 - 14:12

“Il PNRR rischia di diventare il Piano nazionale dei Ritardi e dei Rimpianti. A meno di un anno dalla scadenza, mancano all’appello 110 miliardi di euro da spendere e 280 obiettivi da raggiungere: un fallimento annunciato, certificato dalla nuova richiesta di revisione. Il Ministro è venuto qui in Parlamento con un documento vuoto, 11 pagine in cui non dice nulla sul contenuto reale di questa ennesima modifica, solo indicazioni generiche. Una specie di Manuale delle Giovani Marmotte, che offende il ruolo delle Camere e ignora il confronto istituzionale. Nessuna chiarezza su progetti cancellati, fondi persi, ritardi gravi dei ministeri competenti. Tagli agli asili, sanità territoriale, transizione ecologica e infrastrutture nel Mezzogiorno: è inaccettabile! Il Governo sta smantellando il Piano, anziché attuarlo. Chiediamo rispetto del cronoprogramma, stop ai tagli e no all’utilizzo delle risorse PNRR per la difesa”. Lo ha detto in Aula il deputato del Partito Democratico, Piero De Luca, in dichiarazione di voto sul Pnrr.

“Far fallire il Piano vuol dire bruciare la possibilità storica di migliorare le condizioni di vita nel nostro Paese. Ma vuol dire anche mettere in discussione il senso politico del PNRR, quale simbolo di un’Europa vicina ai cittadini e ai territori, simbolo del lavoro che dovremmo svolgere per un’Europa sempre più forte, autorevole e autonoma da un punto di vista strategico. Il problema è proprio questo. Voi nell’Europa non ci credete, e non lavorate né per difenderla né per rafforzarla, come dimostra il fatto che non è chiara la vostra posizione sul prossimo quadro finanziario pluriennale. Attuare il PNRR vuol dire difendere gli interessi del nostro Paese, ma vuol dire anche collocare l’Italia dalla parte giusta della storia, quella immaginata nel Manifesto di Ventotene, quella federalista, volta a costruire gli Stati Uniti d’Europa. Se il prossimo anno non riuscirete a portare a termine il Piano nei tempi e modi previsti come vi abbiamo indicato, avrete il dovere politico di rassegnare le dimissioni perché responsabili dinanzi alla storia ed al Paese di aver bruciato il futuro dell’Italia e quello dell’Europa intera", ha concluso Piero De Luca.

 

01/10/2025 - 12:50

“Il Pnrr doveva essere un’opportunità di rilancio per il nostro Paese ma il governo l’ha trasformato in un’occasione perduta. Le tante rimodulazioni hanno avuto il solo scopo di accentrare a Palazzo Chigi la programmazione e la spesa degli obiettivi indipendentemente dall’efficacia e dall’efficienza di questa scelta: un disastro per il Paese”. Così il deputato Claudio Michele Stefanazzi, intervenendo alla Camera sulle comunicazioni del ministro Foti sul Pnrr.
“L’anima del Piano, ovvero la coesione territoriale, la parità di genere e le politiche per i giovani sono scomparse. Che fine hanno fatto – chiede il parlamentare dem al ministro - i 60mila nuovi alloggi per studenti universitari e il potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro? La stessa sorte dei 100mila posti negli asili nido: tutti cancellati. Il target europeo di posti in asilo per popolazione sarà raggiunto solo perché il Governo ha consentito alle regioni del Nord di raggiungere percentuali oltre il 70%, condannando il sud a rimanere sotto il 10%. I fondi e gli investimenti per il Sud o vengono eliminati o finiscono in un progetto fallimentare come il Ponte sullo Stretto”.
“Il PNRR è un ‘regalo’ che questo governo ha ereditato e sprecato per la sua incapacità. Le risorse potevano essere spese per la sanità pubblica, invece che continuare a favorire quella privata e utilizzate per costruire infrastrutture laddove non esistono”, conclude Stefanazzi.

 

26/09/2025 - 11:25

“Rivolgo un appello al governo Meloni: non ostacoli l'immediato recepimento della direttiva europea del 2024 a tutela dei giornalisti e della libertà di informazione”. Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Unione europea alla Camera, intervistato sui canali social dei deputati dem.

“La direttiva – ricorda l'esponente Pd – introduce garanzie fondamentali per proteggere cronisti e reporter da azioni intimidatorie e cause temerarie, strumenti usati per limitare e condizionare l’attività giornalistica. Si tratta di una norma urgente e necessaria, che andava recepita nella legge di delegazione europea ora in discussione in Parlamento. Il governo ha scelto di non inserirla, dimostrando ancora una volta scarsa attenzione verso il lavoro dei giornalisti”.

“Secondo i dati dell’Ordine – aggiunge De Luca – nel nostro Paese le azioni vessatorie contro la stampa sono aumentate in misura preoccupante, fino a raggiungere livelli record rispetto ad altri Stati membri. Per questo presenteremo un emendamento mirato, affinché l’Italia non perda altro tempo e garantisca finalmente una cornice normativa coerente con i principi europei”.

Il deputato dem denuncia anche “il rapporto complicato tra governo e stampa, evidente nelle rarissime conferenze del Presidente del Consiglio. Meloni fugge dal confronto perché preferisce alimentare una narrazione di comodo, evitando le domande sui problemi realialari fermi, sanità sottofinanziata, costo della vita in crescita, Pnrr in affanno, mancanza di una politica industriale. Per noi la libertà di stampa è sacra, un presidio irrinunciabile della nostra democrazia. Faremo di tutto perché l’Italia recepisca questa direttiva senza ulteriori ritardi”.

24/09/2025 - 18:54

“Dietro i numeri del bilancio si nascondono scelte politiche profonde, e quei numeri ci parlano della vita concreta delle persone. La propaganda del governo non può nascondere la realtà: l’Italia non sta meglio, anzi famiglie e imprese sono sempre più in difficoltà. I dati Istat ci dicono che quasi un italiano su dieci vive in povertà assoluta, e tra loro il 14% sono bambini e adolescenti. L’Eurostat certifica che oltre il 10% dei lavoratori sono poveri, anche a tempo pieno, mentre il governo ha cancellato la proposta di salario minimo e rinunciato a dare risposte concrete. Sul fronte della sanità, 5,8 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi e le liste d’attesa sono sempre più lunghe”.

Così Silvia Roggiani, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula alla discussione generale sul Rendiconto e Assestamento.

“Nonostante la propaganda - ha aggiunto - la spesa sanitaria in rapporto al Pil resta sotto la media europea e Ocse. La crescita economica è ferma: produzione industriale in calo da oltre due anni, previsioni di crescita ridimensionate allo 0,5% nel 2025 e 0,7% nel 2026. Anche il Pnrr è stato sprecato: sono stati tagliati più di 100mila posti nido, un’occasione persa per il Paese e un peso scaricato ancora una volta sulle donne. Mentre la pressione fiscale resta al 42,5%, record dal 2020, il governo continua con condoni e rottamazioni, arrivati ormai alla quarta edizione in tre anni. E mentre le banche registrano utili stratosferici, si rifiuta di introdurre una tassa sugli extraprofitti che potrebbe restituire risorse a cittadini e servizi. Questi sono i numeri che ci avvicinano alla prossima legge di bilancio. Dobbiamo dare un’anima ai numeri: l’anima di un Paese che si occupa di chi non ha lavoro, di chi lavora ma è sfruttato, di chi non riesce a pagare l’affitto, dei giovani che lasciano l’Italia e delle donne che rinunciano a una famiglia perché il peso della cura grava solo su di loro. Questo - ha concluso - è il vero senso della politica, e su questo il governo Meloni continua a mancare l’appuntamento”.

 

 

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