"Invece di occuparsi di scuola, trasporti e sanità, con liste d'attesa sempre più lunghe, il Governo accelera su premierato, autonomia e giustizia: le tre bandierine della campagna elettorale della maggioranza. Le riforme non c'entrano nulla: è solo uno scambio politico sulla pelle degli italiani". Lo ha detto Andrea Casu, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, ai microfoni di Rai Parlamento.
“Il ministro Ciriani ha poco da essere deluso, il Governo sta gestendo malamente la partita delle riforme assecondando nei tempi e nei modi le richieste della maggioranza, che sta mercanteggiando sulle riforme istituzionali. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono interessati unicamente a piantare bandierine su premierato, autonomia e giustizia in vista delle prossime europee. È molto grave che temi fondamentali per i cittadini sottostiano a logiche elettorali” così la vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera e capogruppo nella commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Simona Bonafè.
"Anche in questo caso abbiamo assistito ad un abuso e uso improprio dei decreti leggi. Continueremo a sottolinearlo perché le nostre Camere sono ridotte ad un monocameralismo alternato di fatto e siamo di fronte ad un esecutivo che continua ad incentrare i provvedimenti più importanti e significativi riducendo le Camera ad un ruolo di ratifica. Se vogliamo intervenire davvero sull'astensionismo che è il fenomeno più preoccupante di questa crisi della democrazia dovremmo affrontare il tema di una riforma organica degli enti locali e non limitarci ad interventi dettati da interessi di parte e di partito. Non basta 'elezione diretta ma dovremmo necessariamente dare più poteri ai sindaci che conoscono le esigenze dei cittadini e non privarli sempre di più dei loro poteri come sta accadendo con questa maggioranza.
Riteniamo che il numero dei mandati due o tre debba essere uguale per tutti i comuni, non possiamo accettare che ci sia una gerarchia legata al numero degli abitanti. Si sta introducendo una modalità di voto che va ad accentuare il voto di relazione rispetto al voto di opinione, continuando così ad avallare e dare un peso al voto di scambio e di clientela.
Il tema del numero dei mandati andava affrontato con una riforma del testo unico degli enti locali e questo proporremo.
Le riforme vanno fatto in generale e nell'interesse del Paese. Non condividiamo trasformismi né manovre di palazzo. Non condividiamo la politica di questo Governo epensiamo che debbano essere gli elettori a mandarvi a casa". Lo ha detto il deputato del Pd, Virginio Merola, intervenuto in Aula dichiarando il voto contrario del Pd al dl elezioni.
Clamoroso ritardo del Mit su attuazione Pnrr, dati Corte dei Conti inequivocabili
"Il prossimo Consiglio europeo è chiamato ad assumere decisioni fondamentali. La preoccupazione è che l’Italia, con la presidente Meloni al Governo, non sia in grado di giocare un ruolo da protagonista.
Come può l’Italia sostenere davvero l’Ucraina ed assumere un ruolo decisivo per la pace se ogni giorno il Vice Presidente del Consiglio Salvini rilascia dichiarazioni imbarazzanti? Come possiamo credervi se c’è una parte del Governo che si complimenta con Putin per la vittoria in elezioni che sono chiaramente condizionate e non libere davvero? Il Governo ha il dovere di chiarire quale sia la sua posizione politica e quella del vicepremier Salvini. Altrimenti queste tensioni e decisioni ci indeboliscono a livello internazionale ed europeo". Lo ha detto in Aula Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo Pd in commissione Politiche Ue, a proposito delle comunicazioni della presidente del Consiglio Meloni alla Camera in vista del Consiglio europeo.
E sulla questione di Israele Piero De Luca ha aggiunto: "Bisogna fare ogni sforzo per proteggere la popolazione palestinese innocente e inerme. Sarebbe un errore grave aggiungere vittime innocenti palestinesi alle vittime innocenti israeliane. Invitiamo Il Governo a sostenere ogni iniziativa per un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza. Basta violenza. Tacciano le armi. Si aprano i valichi per gli aiuti umanitari e si avvii un’iniziativa di de-escalation per aprire una conferenza di pace che ponga fine al conflitto attraverso una soluzione politica, quella dei “due popoli e due Stati”. Non vi sono altre strade percorribili".
"Sulle riforme in materia economica bisogna essere credibili e attuare il Pnrr - ha proseguito Piero De Luca -; i dati che la corte dei conti ha emanato nelle scorse ore irritano la presidente del consiglio ma sono dati reali. Siamo indietro in modo clamoroso con l'attuazione del piano, questa è la verità. Il Mit di Salvini è al 15 per cento della spesa rispetto alle risorse ottenute e avete fatto tagli drammatici certificati su settori decisivi quali sanità e asili nido, state sbagliando strada. Il pnrr è arrivato grazie al Pd e grazie al lavoro che David Sassoli ha fatto in Europa dando vita ad un piano, il next generation, che non era mai esistito finora e grazie a lui abbiamo portato 200 miliardi in Italia. Non possiamo dimenticare che il governo Meloni ha votato contro quel piano! Vi chiediamo serietà e responsabilità in Europa perché solo da lì possiamo riportare democrazia, diritti ed economia".
DOMANI ORE 17:30 CONFERENZA STAMPA PRESSO SALA STAMPA MONTECITORIO
Il governo non metta in discussione il giudizio descrittivo nella scuola primaria. È questo il monito lanciato dalla rete di associazioni composta da AIMC - ANDIS- CEMEA - CGD - CIDI - FLC CGIL - LEGAMBIENTE SCUOLA E FORMAZIONE- MCE - PROTEO FARE SAPERE- UCIIM. Un emendamento presentato dal governo nella seduta della Commissione cultura e istruzione del Senato della Repubblica del 7 febbraio scorso, nel corso dell’esame del DDL relativo al voto in condotta, propone di smantellare la riforma che appena tre anni fa introduceva il giudizio descrittivo alla primaria.
In assenza di una documentazione sui processi in atto, di una verifica sulle esperienze condotte nelle scuole, di un’interlocuzione con il mondo della scuola e della ricerca universitaria questo governo decide di interrompere un processo di rinnovamento della cultura e delle pratiche valutative.
Una decisione immotivata dal punto di vista pedagogico che affaticherà ulteriormente chi ha già speso molte energie per affrontare in modo costruttivo il cambiamento introdotto appena tre anni fa. La scuola non può essere costantemente investita, nell’alternarsi dei governi, da politiche frammentarie, contraddittorie, prive di una visione pedagogica coerente e duratura. Studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori non possono restare ‘ostaggio’ di riforme incompiute, leve di interessi di parte. La scuola deve essere l’espressione dei valori e dell’unità della Repubblica.
Interverranno, oltre a deputati e senatori di diversi schieramenti, i rappresentanti delle associazioni promotrici: Anna D'Auria, Davide Tamagnini MCE, Susanna Crostella CGD, Giuseppe Desideri AIMC, Manuela Calza FLCGIL, Valentina Chinnici CIDI.
“Trovo positivo il confronto che si è svolto oggi in direzione. Condivido l'impegno a continuare ad assicurare pieno sostegno alla resistenza ucraina, al fine di giungere quanto prima ad una pace giusta e sicura. Così come l’unanime consapevolezza della necessità di costruire un'Europa sempre più forte, solidale e coesa per affrontare al meglio le sfide e le problematiche del nostro tempo. Oggi abbiamo confermato anche la nostra ferma e convinta opposizione al patto scellerato della destra tra Premierato e Autonomia differenziata secessionista che distrugge l'unità nazionale. Così come valuto molto utile e costruttiva l'apertura ad un confronto su possibili modifiche all'attuale disciplina elettorale degli amministratori locali, nel quadro di un assetto istituzionale complessivo da modulare in modo equilibrato e coerente”. Così il deputato Piero De Luca, intervenendo oggi durante la Direzione del Partito Democratico.
“Tra scelte di politica economica e proposte di riforma, la destra sta smantellando le istituzioni democratiche e spaccando l’Italia, creando cittadini di serie A e di serie B. Basta guardare ai fatti: dalla legge di bilancio che ha tagliato i servizi, aumentato le tasse e sta bloccando la crescita, al Pnrr insabbiato e rimodulato dal governo che ha cancellato miliardi per comuni, asili, ospedali e case di comunità. Per non parlare delle riforme. L'Autonomia differenziata - così come è stata pensata - è devastante per il Sud: distrugge l'unità nazionale con l'ipotesi di residuo fiscale e senza il previo finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni. Ovvero di quei servizi scolastici, sanitari, sociali, infrastrutturali, che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini in modo omogeneo in ogni area del Paese. Ci opporremo con tutte le nostre forze. Lo stesso faremo per l'altra riforma, frutto di un patto scellerato tra Lega e Fdi, quella sul Premierato. Altro progetto folle che rafforzerà il potere nelle mani di un’unica persona, rendendo ancora più subalterno il Parlamento e creando un conflitto enorme con il ruolo di garanzia e di equilibrio del Presidente della Repubblica. Questa destra insomma, dietro ad una sfacciata propaganda, si sta confermando davvero pericolosa per l’Italia. Faremo un'opposizione dura per evitare che portino a compimento questi piani”, così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Commissione Politiche UE alla Camera, intervenendo stamattina a Omnibus su La7.
“Un vecchio detto popolare dice che bisogna stare attenti perché a volte la toppa risulta alla fine essere peggiore del buco che si vuole coprire.
Se il buco era rappresentato dalla originaria proposta della maggioranza riguardante l’inserimento in Costituzione di un premio al 55% di seggi garantiti alla Camera e al Senato, la toppa non può certo essere un generico rimando a una legge elettorale che preveda un premio in seggi che garantisca la maggioranza ai sostenitori del Presidente del Consiglio eletto.
Un premio di maggioranza che non prevede sia un tetto massimo sia una soglia minima.
In teoria si potrebbero generare mostri simili alla legge Acerbo che paradossalmente aveva una soglia d’ingresso minima del 25% (con un numero di eletti garantito alla lista vincente del 75%).
La soluzione migliore è quella di confermare l’impostazione dei costituenti e di non inserire in Costituzione il tema della legge elettorale.
Legge elettorale che va cambiata per ridare nuovamente ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentati superando le attuali liste bloccate”.
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, della Commissione Affari Costituzionali della Camera e componente dell’Ufficio di Presidenza del gruppo PD a Montecitorio.
Nordio e Meloni prendano distanze
“Quello di Salvini è un inaccettabile e violento attacco alla magistratura. Il vice premier usa toni inadeguati e sguaiati che non possono essere tollerati. Le riforme della giustizia, che peraltro il Governo Meloni non sta facendo, servono per dare a cittadini e imprese un sistema equo, giusto e veloce, non certo per regolare conti politici o per screditare e sottoporre a controllo politico la magistratura. Il ministro Nordio e la presidente del consiglio prendano immediatamente le distanze”. Così il capogruppo del Pd nella commissione Giustizia di Montecitorio, Federico Gianassi commenta le parole pronunciate dal vicepremier Salvini nel corso di un evento promosso dal suo partito.
“Hanno bisogno di 20 miliardi per mimetizzare le mancate risposte ai cittadini, dopo una campagna elettorale sguaiata e piena di annunci roboanti. E cosa fa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni? Fa ciò che aveva sempre detto di voler contrastare: la privatizzazione degli asset strategici del Paese. Da ‘Fratelli’ a ‘commessi’ d’Italia. Non hanno alcuna idea di quale debba essere il futuro di questo Paese. Navigano a vista senza mettere in campo un serio piano per la crescita e lo sviluppo dell’Italia. Sono pericolosi, come dimostrato dalle riforme istituzionali e la gestione del Pnrr, straordinaria occasione che non possiamo mancare”.
Così Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
Con l'emendamento proposto dai relatori al dl energia Schifani e il centrodestra puntano alla realizzazione degli inceneritori con l’obiettivo di eludere le procedure ambientali. Con la scusa dell’ordinanza contigibile e urgente, infatti, rischia di saltare ogni procedura paesaggistica e di valutazione di impatto ambientale afferente sia gli inceneritori sia le procedure per il piano rifiuti”. Lo dice il segretario del PD Sicilia e deputato Dem a margine dei lavori delle commissioni congiunte Ambiente e Attivita' Produttive della Camera Anthony Barbagallo, poco prima della discussione del testo che prevede la nomina di commissario straordinario ai rifiuti per il presidente della Regione siciliana.
“E’ evidente che - aggiunge - per risolvere il problema dei rifiuti in Sicilia servirebbero centinaia di impianti per lo smaltimento ma negli ultimi 6 anni dal centrodestra al governo ne sono stati finanziati meno di dieci. Servono ambiti territoriali efficienti e funzionali in linea con la richiesta della corte dei conti siciliana; e serve una natura giuridica pubblica delle societa' di regolamentazione pubbliche che invece, ancora oggi, - nonostante le tante riforme annunciate da Musumeci e Schifani e mai portare in aula all'ARS - e' privata. Ed è soprattutto necessario spezzare l’oligopolio che alcune imprese, nel silenzio del centrodestra, continuano ancora oggi ad esercitare in questo settore in Sicilia con la benedizione della criminalità organizzata. Su questi temi non intendiamo – conclude – arretrare di un millimetro e daremo battaglia alla Camera”.
“Un anno di annunci, retromarce, contraddizioni e scelte sbagliate. La giustizia è diventata terreno di scontro ideologico, una giustizia debole con gli amici e aggressiva con gli avversari. Questo settarismo ideologico lo abbiamo già sperimentato in tante fasi della storia politica italiana e produce solo disastri e fallimenti.
Il governo Draghi nel suo anno e mezzo aveva prodotto tre importanti riforme (riforma del processo civile, riforma del processo penale, riforma dell’ordinamento giudiziario); nello stesso tempo il governo Meloni non ha prodotto nulla se non controriforme come sulla prescrizione che mettono a rischio tre miliardi di euro per il comparto giustizia, risorse indispensabili per dare risposte ad un settore fragile, o misure sbagliate come la segretezza delle decisioni dei giudici sulle ordinanze cautelari o come l’abrogazione dell’abuso di ufficio che cancella la rilevanza penale degli abusi di potere di un funzionario pubblico commessi contro i cittadini.
La novità è che anche nella maggioranza c’è chi inizia a dare segni di insofferenza. Quest’anno, a differenza del passato, la maggioranza ha accolto Nordio con banchi semivuoti e i gruppi di Lega e Forza Italia erano ridotti al minimo e rispetto alla trentina di applausi e standing ovation dell’anno scorso, quest’anno il primo applauso, flebile, arriva dopo 70 minuti di intervento del ministro.
Assoluto è il disinteresse verso le proposte dell’opposizione come quelle che noi avanziamo a a tutela dei sindaci.
Insomma, la politica sulla giustizia non può essere settarismo ideologico. Deve essere aspirazione a tutelare beni fondamentali di cittadini e imprese.
Stando così le cose, noi continueremo a fare una dura opposizione al governo anche su questa materia”.
“Sono giuste le considerazioni offerte ieri da Elisa Fornero. Il Pd avanzi la proposta forte e chiara di una patrimoniale sulle alte rendite e sugli alti patrimoni che contribuisca allo sforzo che il Paese sta producendo. Al tempo stesso penso che sul terreno delle riforme costituzionali noi si debba andare con decisione su una proposta di semipresidenzialismo secondo il modello francese. Si potrebbe dire che per dare chiarezza e forza alla linea del Pd occorre una proposta di destra e una di sinistra”. Lo scrive in una nota il parlamentare del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“La revisione del reato di abuso d’ufficio sia l’occasione per una riforma organica sulle responsabilità dei Sindaci”. Lo chiede il deputato del gruppo parlamentare del Pd, Andrea Gnassi che aggiunge: “da ex sindaco per 10 anni e ora da parlamentare credo che ci sia la necessità improrogabile per il Pd di una riflessione seria e di proposte concrete conseguenti sul senso, il ruolo, la fatica, il lavoro, la responsabilità (di ogni tipo per altro) degli amministratori dei livelli più esposti di tutta l’architettura istituzionale del paese: che sono i Comuni, i Sindaci. Il nostro da molti anni è un paese esposto a crisi economiche e problemi sociali, un paese dove le riforme e la riorganizzazione delle attribuzioni e delle responsabilità dei livelli amministrativi decentrati sono e sono state contorte e complesse. Ma mentre i bisogni esplodono (la casa, la sanità i servizi le infrastrutture) il portone a cui bussano i cittadini per chiedere in prima istanza risposte è sempre quello dei Comuni che per molti degli atti che devono fare non trovano persino e a volte riferimenti normativi certi a fronte di responsabilità penali economiche e amministrative che hanno in relazione al ruolo che hanno. Persino sul Pnrr i Sindaci da un lato devono utilizzare le risorse in tempi brevi dall'altro per la mancanza di riferimenti normativi certi sono esposti a possibili reati se vogliono utilizzare le risorse per rispondere ai bisogni dei cittadini. I territori, i sindaci sono fondamentali per ogni forza politica. Per il Pd devono essere un perno. Anche per la costruzione di proposte.
C'è un tema politico che chiede di investire su una cultura politica che abbia coraggio e chiarezza di proposte non subalterne e persino paurose di un certo giustizialismo demagogico. E ciò a maggiore ragione di fronte ad una destra che sull’abuso d’ufficio si muove alla cieca e in generale sottende, come per molti atti e provvedimenti fatti, una cultura incline a minare principi e valori di legalità dall'altro”.
“La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa riferisce di un suo allarme per gli eccessivi tempi della giustizia italiana. Se il suo grido di dolore fosse sincero, allora dovrebbe immediatamente bloccare l’ennesima proposta di riforma della prescrizione voluta dalla sua maggioranza di destra e dal ministro Nordio: perché l’unico risultato certo sarebbe quello di far saltare i risultati positivi raggiunti proprio sui tempi dalle riforme Cartabia. Darei alla premier un consiglio, anziché tornare a discutere di prescrizione, si concentri sull’attuazione delle riforme Cartabia a cui sono agganciati tre miliardi del Pnrr sulla giustizia che sarebbe delittuoso perdere, sul dramma delle carceri che sono al collasso e sulla mancanza di operatori e agenti di polizia penitenziaria”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.