“La destra entra nella fase del piccone verso le istituzioni democratiche. Lo schema è quello tradizionale delle forze populiste e nazionaliste: prima raccolgono il consenso, poi conquistano il potere e presto evaporano. Infine attaccano le istituzioni democratiche. La destra italiana non è da meno. Dopo l'idea scellerata dell'autonomia differenziata che spaccherebbe il Paese, con questa proposta di riforma prevede l'elezione diretta del Premier, a fronte di un Presidente della Repubblica eletto dalle camere che sarebbe di fatto un ‘prigioniero politico’. Una situazione foriera di scontri permanenti dentro e fra le Istituzioni. Insieme, si indebolisce la forza del Parlamento”.
Così Nicola Zingaretti, deputato democratico e presidente della Fondazione del Pd.
“Una riforma pericolosa e pasticciata, che affossa il modello di governo parlamentare, limita fortemente i poteri del presidente della Repubblica e svilisce il ruolo del Parlamento. Non è così che si restituisce potere ai cittadini e si combatte l’astensionismo. Si vuole solo mettere mano alla Costituzione nata dalla Resistenza e creare un alibi per tutto quello che questo governo non riuscirà a fare per evidenti incapacità. Non lo consentiremo”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati .
"Il Premierato di Giorgia Meloni stravolge di fatto la Costituzione depotenziando le prerogative del Presidente della Repubblica e liquidando la forma di governo parlamentare. La nostra è una democrazia parlamentare mentre la riforma della destra ribalta l’equilibrio dei poteri voluto dai costituenti e da sempre garanzia di libertà e democrazia. Si tratta di una riforma pasticciata che va fermata perché renderà il nostro sistema più fragile”: ": è quanto dichiara Simona Bonafè, capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati sulla riforma votata oggi, venerdì 3 novembre, dal Consiglio dei Ministri
"Tra le poche cose che ci sono in questo decreto ce n'è una che testimonia tutta la furia ideologica di una destra che, quando è in difficoltà sul piano economico e sociale, fa due cose: mettere in campo le riforme istituzionali, con la scusa del “non riusciamo a fare le cose, abbiamo bisogno di più poteri” e su questo noi vi fermeremo, o scagliarsi contro le persone che fuggono da guerre e povertà, additandole come il problema. Nessuno ci ha ancora spiegato cosa c'entrano con un decreto, che dovrebbe occuparsi dei problemi del Mezzogiorno, due articoli in cui si aumenta la possibilità di trattenere un migrante in un CPR fino a 18 mesi e in cui si qualificano questi siti quali strutture per la difesa e la sicurezza nazionale. Ma cosa c'entra questa cosa con il Sud? Ma dove lo avete scritto questo decreto, a Pontida?". Lo ha detto il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino in dichiarazione di voto alla Camera sul Dl Sud.
"La prova più evidente dello spirito antimeridionale del Governo è rappresentata dall'autonomia differenziata - ha aggiunto l'esponente dem - un disegno che spaccherà il Paese, che tradisce il Sud, che ha visto critiche da tutti, non solo dalle opposizioni, ma dalla Banca d'Italia, dalla Commissione europea, dalla Conferenza episcopale, dalle imprese, dai sindacati; eppure, fate finta di non sentire. Ma che fine hanno fatto i patrioti? Qui si sta mettendo in discussione l'unità e la tenuta del Paese. Certe volte mi capita di dire ad amici e regioni del Nord, che mostrano più difficoltà a riconoscere il Mezzogiorno, che questo patrimonio è anche vostro, è il patrimonio dell'Italia unita e dovreste essere orgogliosi anche voi, perché senza il Mezzogiorno non ci sarebbe stata l'Italia, e non ci sarebbe stata l'Italia senza il Mezzogiorno: sono parole del Presidente Giorgio Napolitano; lui che, assieme a tanti altri, aveva capito che la questione meridionale è, innanzitutto, una questione nazionale, che con gli egoismi non si va da nessuna parte, che le diseguaglianze sono un freno alla competitività di tutto il Paese, anche del Nord. Quando parliamo del Sud credo ve ne sia una che supera le altre: le migliaia di ragazze e ragazzi che vanno via dal nostro Paese non perché vogliono farlo ma perché costretti, perché non hanno un'alternativa. Così come quelle ragazze e quei ragazzi che, invece, hanno deciso di restare, di lottare, che sognano di costruire il proprio futuro nel luogo in cui sono nati, che vedono nello sviluppo del Sud una speranza di cambiamento delle proprie prospettive, una grande opportunità. Ecco, quando noi difendiamo il Sud - ha concluso Sarracino - il Partito Democratico lo fa principalmente per loro ed anche per questo votiamo contro questo provvedimento".
“Il governo usa le riforme in questo momento come arma di distrazione di massa perché non è in grado di mantenere le promesse. Le usano come alibi per dire che non riescono a farlo perché non hanno potere. In questo senso, la coincidenza con la presentazione della manovra non è causale. Volevano essere il governo del popolo ma si rivelano come affamatori del popolo.
Stiamo assistendo a una degradazione della democrazia impressionante, una cosa senza precedenti con un grave svuotamento del ruolo del Parlamento. In questo modo l’unica arma esistente è il ricatto della maggioranza verso la presidente del consiglio.
C’è inoltre un attacco all’unica istituzione che gode della fiducia dei cittadini, il Presidente della Repubblica. Se davvero volessero stabilità, dovrebbero introdurre la sfiducia costruttiva. Se insisteranno su questa strada, troveranno un muro. Come succede con la proposta dell’autonomia differenziata.”. Lo ha detto stamani a la7 il deputato democratico Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Giorgia Meloni chiede tutto il potere per sé. In nessun Paese occidentale esiste il premier eletto direttamente dal popolo. Con una legge elettorale che offre un premio di maggioranza esorbitante che annulla qualsiasi autonomia del Parlamento. Vogliono comandare, non governare.
Lo scrive sui social Arturo Scotto, capogruppo PD in commissione Lavoro della Camera.
"Da Giorgia Meloni e Matteo Salvini arriva un duro colpo per le lavoratrici e i lavoratori che vedono allontanarsi il diritto alla pensione, con il ritorno a riforme precedenti. Una aggressione sistematica ai diritti dei lavoratori senza nessuna strategia, visto che è scomparsa dai radar anche la discussione sulle pensioni di garanzia. Ci opporremo in ogni sede a questo approccio che smentisce le promesse elettorali della destra e rappresenta una disfatta della Meloni e di Salvini. Ancora una volta la realtà è più forte della propaganda elettorale".
Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
"Provo tristezza, che deve trasformarsi in indignazione, che deve trasformarsi in una riforma radicale del settore. L'ennesima bufera che sta per abbattersi sul mondo del calcio non può che alimentare ancora una volta lo sconcerto verso un mondo che ha perso ogni credibilità, che continua a negarsi la necessità di una trasformazione culturale radicale e che parta dalle fondamenta. Nessuno vuole anticipare sentenze, al momento resta agli atti solo l’autodenuncia di Nicolò Fagioli, e gli avvisi di garanzia notificati a Sandro Tonali e Nicolo Zaniolo nel ritiro della Nazionale a Coverciano. Il resto lo capiremo nelle prossime ore". Lo dichiara in una nota il deputato dem Mauro Berruto, responsabile Sport del Partito Democratico.
"Il mondo del calcio - aggiunge l'esponente Pd - ha sradicato le sue radici, piantate da più di un secolo nel terreno delle passioni, del senso di appartenenza e identità. Piantate con forza nella memoria storica e nel cuore della gente, dei praticanti, degli appassionati, dei tifosi. E siamo qui a chiederci 'come è stato possibile?'. È stato possibile perché il calcio ha prima trasformato i suoi tifosi in clienti, allontanandoli dagli stadi e costringendoli ad acquistare due, talvolta tre diversi pacchetti offerti da pay-tv, poi si è venduto l’anima a finanziatori, spesso provenienti da altri paesi e diciamo non sempre cristallini, poi ancora ha esportato il suo prodotto verso nazioni con giganteschi scheletri nell’armadio in termini di sportwashing. E in tutto questo, e di nuovo, le scommesse. A maggior ragione quelle illegali un vero malaffare, spesso funzionale anzi necessario al riciclaggio e alle attività criminali. Mi dispiace, ma le giustificazioni non possono essere l’incoscienza o la noia”.
“È perfino impietosamente banale - conclude Berruto - ricordare che lo sport, che da poche settimane ha ricevuto il riconoscimento di diritto costituzionale, con la recente modifica dell’Art. 33 della carta, è fatto anche di doveri: come quello dei tesserati di non scommettere su eventi sportivi, come quello di rispettare la propria società, i propri compagni, i propri avversari, gli arbitri, i dirigenti, i tifosi”.
Dichiarazione di Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione europea
“Questo governo è in grado di condurre in porto il negoziato per la revisione di una nuova governance economica dell’Unione Europea? E soprattutto è in grado di portarlo avanti difendendo davvero i nostri interessi? Per noi è essenziale chiudere anzitutto il negoziato entro l’anno altrimenti si rischia una procedura di infrazione devastante.” Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione europea nella dichiarazione di voto a nome del suo gruppo sul tema delle politiche di bilancio. Rivolgendosi a governo e maggioranza, l’esponente Pd ha affermato: “voi vi presentate però nelle peggiori condizioni possibili. Con quale credibilità negoziate se il Pnrr è in ritardo. Con quale autorevolezza dialogate se state bloccando da mesi la ratifica della riforma del Mes, strumento decisivo per migliorare la stabilità dell'eurozona, la tutela dei consumatori e anche la valutazione di merito dei nostri titoli di debito pubblico. Noi vi chiediamo – ha proseguito De Luca- di attivarvi concretamente e seriamente per portare avanti un negoziato soddisfacente, proponendo ulteriori miglioramenti alla proposta della Commissione, in particolare promuovendo, tra le altre importanti questioni, la possibilità di non considerare nel computo della spesa netta alcune spese per riforme o per investimenti, in particolare quelli per la transizione verde e digitale, per il contrasto del dissesto idrogeologico e del cambiamento climatico, e nello specifico le spese relative al PNRR e l’avvio della riflessione per la revisione, in una prospettiva di medio periodo, dei parametri di riferimento del 3% per il disavanzo pubblico e del 60% per il debito pubblico, ormai privi di rappresentatività. Per fare questo – ha incalzato De Luca- ci vuole credibilità e autorevolezza. Per fare questo bisogna scegliere i giusti interlocutori. E questo governo non sta certo aiutando l’Italia continuando ad avere per alleati Orban e i Paesi di Visegrad, con Vox e con Le Pen, perché questi sostengono un minore impegno europeo in tutti i settori e anche in quello economico. Noi abbiamo bisogno della prospettiva e del percorso esattamente inverso. Mi auguro – ha concluso De Luca- che Meloni e soci non vogliano assecondare spinte sovraniste pericolose e devastanti. Ma decidano di difendere davvero gli interessi dell’Italia a Bruxelles. Solo con un’Europa più forte e unita avremo un’Italia più solida e sicura”.
Le immagini che vediamo della carica della Polizia a Torino contro un gruppo di giovani impongono al ministro dell’Interno Piantedosi di fare chiarezza sulla gestione dell’ordine pubblico nel caso di specie. In alcune fasi emerge, infatti, un uso della violenza da parte delle forze dell’ordine che appare del tutto ingiustificato".
Lo scrive il deputato democratico Piero De Luca, segretario del Gruppo Pd per il Pnrrr, riforme e sicurezza.
“Quando l'Europa è coraggiosa, riesce a mettere in campo risposte innovative e straordinarie, necessarie per affrontare le sfide complesse del nostro temp. Pienamente condivisibile il messaggio che @vonderleyen ha lanciato oggi, invitando a non interrompere nei prossimi anni il percorso delle riforme avviato a Bruxelles per rafforzare sempre più la nostra Unione. Solo con maggiore integrazione potremo difendere al meglio gli interessi dei nostri Stati, delle nostre famiglie, dei nostri lavoratori, delle nostre imprese e delle nostre comunità. In questa prospettiva, è estremamente positiva la decisione di affidare a Mario Draghi il compito di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. È un motivo di orgoglio per tutti noi e uno stimolo a continuare il cammino intrapreso in questi ultimi anni per un’Europa sempre più solidale, forte e dinamica”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue.
La fantapolitica della Meloni nasconde i problemi e inventa i nemici. Non è in grado di mantenere le promesse elettorali sue e dei suoi alleati e così la colpa diventa degli altri: del Pd, di Gentiloni, dell’Europa. Non una parola su come pensa di affrontare il paese reale quello che vede aumentare il costo della vita, è costretto a pagarsi le cure mediche, rimanda la pensione. In compenso il solito lamento sugli attacchi a lei e alla famiglia. Rifugiarsi tra le braccia del partito non la salverà dal dover rispondere degli errori compiuti in un anno di governo, dal mancato utilizzo di tutte le risorse del Pnrr al governare le emergenze a suon di decreti e nuovi reati, rimandando le riforme utili allo sviluppo.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Il rendiconto e l'assestamento di bilancio oggi in discussione ci dimostrano la differenza tra la spinta alla crescita dei governi post pandemia e l'immobilismo di questo governo. Dopo aver criticato per anni l’austerità, questa maggioranza si vuole accreditare agli occhi dei possibili nuovi alleati in Europa e quindi gioca a tirare i cordoni della borsa, lasciandola aperta solo per garantirsi il consenso di una parte di Paese a cui dovete dare tutto quello che avete promesso." Lo ha detto in Aula Claudio Mancini deputato del Partito Democratico intervenendo in discussione generale sul rendiconto e l'assestamento di bilancio.
"Tagliate servizi, investimenti, lasciate gli enti locali in balia di loro stessi, azzoppate il PNRR e le sue riforme e poi però fate condoni, spaccate l’Italia con l’autonomia e tagliate le tasse alle partite IVA che guadagnano tra i 65 mila e i 90 mila euro. Tutto questo mentre il Paese affoga tra innalzamenti del costo della benzina, inflazione, voucher, precariato e togliete pure le misure per il sostegno al reddito”, ha aggiunto Mancini.
“Le stime della crescita pubblicate dalla Commissione europea in questi giorni sono il frutto delle decisioni di austerità e di calcolo elettorale prese dal governo Meloni", ha concluso il dem.
“Solo la politica può unire il partito nelle differenze. Poi ci sono scelte personali che non possono essere contenute da nessuno. Adesso il Pd con Elly Schlein sta costruendo le condizioni di un’opposizione forte in Parlamento e nel Paese. Sui temi del lavoro, della sanità pubblica, della transizione ecologica e delle riforme costituzionali. La concreta traduzione di questi temi deve essere il nostro principale impegno. In un dibattito interno aperto e con un impegno nel Paese. Penso che il Pd debba lanciare una sua grande manifestazione nazionale ‘democratica’ per questo autunno. Declinare ancor meglio alcuni grandi obbiettivi di lotta già fissati prima dell’estate. Su questo c’è bisogno di lavorare ancora molto. Poi chi decide di intraprendere altri percorsi se ne prende la responsabilità anche verso chi lo ha eletto. La coerenza e la lealtà a volte sono una misura del tutto personale, ma questo non toglie nulla all’obbiettivo di un partito unito che discute anche nelle differenze. Per noi non può essere diverso”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Mentre la destra accentra e cambia per decreto la governance delle Zes istituendo nel Sud Italia una unica Zona Economica Speciale la cui efficacia è ancora tutta da verificare, ci sono territori in tutta Italia che aspettano da mesi l'istituzione delle Zone logistica semplificate, già individuate dalle singole Regioni, ma colpevolmente ancora non ratificate dal governo: stiamo parlando della Toscana, della Lombardia, del Lazio, della Liguria, del Friuli e dell’Emilia Romagna. Si tratta di aree vaste però private di strumenti normativi e fiscali che garantirebbero il rilancio sociale, occupazionale ed economico di zone oggi in crisi”. Così Marco Simiani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, sul provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri.
“Quello che colpisce di più di questa maggioranza non è soltanto l’incapacità e la confusione, già manifestata dai ritardi del Pnrr, dall’inflazione che sale, dal caro carburante, dall’immigrazione incontrollata, ma l’arroganza con cui governa: dichiara di volere l’autonomia ma poi accentra la governance, chiede tempo per attuare le riforme ma poi smantella quelle appena varate, è incapace di rispettare gli impegni comunitari ma accusa il Commissario Gentiloni. Sui ritardi delle Zls non ancora istituite nel centro e nel nord Italia abbiamo da tempo presentato numerosi atti parlamentari ancora senza risposta”, conclude Marco Simiani.