"Assumere ogni iniziativa utile affinché le legittime scelte editoriali del Gruppo Sae non penalizzino i lavoratori coinvolti e garantiscano effettivamente il diritto allo sciopero sancito dalla Costituzione".
Lo chiedono al governo i deputati PD, Marco Simiani e Laura Boldrini, che hanno depositato un'interrogazione sul trasferimento dei tipografi del giornale Il Tirreno da Livorno alla Sardegna.
"Costringere decine di lavoratori a cambiare luogo di lavoro senza concertazione ignorando le esigenze personali e familiari (per evitare il licenziamento), calpesta i diritti fondamentali e la dignità delle persone. Continuare a stampare il quotidiano nonostante lo sciopero in tipografie esterne rappresenta un grave attacco ai diritti dei lavoratori, primo fra tutti quello dello sciopero. È necessario che il governo vigili attentamente su questa vicenda".
Così in una nota congiunta Marco Simiani, Laura Boldrini, Alberto Brilli e Alessandro Franchi, rispettivamente segretari comunale e provinciale del Partito Democratico di Livorno.
“Salvini colleziona l’ennesima figuraccia con la bocciatura del TAR di oggi. Anziché occuparsi di far funzionare i trasporti collettivi e di dare risposte sui salari dei lavoratori, usa la leva della precettazione per scopi meramente elettorali. E’ intollerabile questo attacco strumentale al diritto di sciopero che è garantito dalla nostra Carta costituzionale, la quale, per fortuna, sta sopra le pagliacciate di un ministro screditato e incapace”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Salvini ormai non si limita solo a precettare tutte le settimane gli scioperi, adesso minaccia di rivedere la normativa e mettere in discussione un diritto sancito dalla Costituzione. Siamo davanti a un uso potenzialmente eversiva della funzione di governo. Che in una stagione difficile come quella che si apre sul terreno delle innumerevoli crisi industriali sparse per il Paese è molto pericoloso. Da un ministro si dovrebbe pretendere saggezza, non toni aggressivi e intimidatori nei confronti del sindacato. Meloni lo richiami alle sue responsabilità”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Totale solidarietà ai ferrovieri coinvolti dalle aggressioni a Finale Ligure, lungo la tratta Belluno Treviso e a Fidenza dove un capotreno è stato malmenato con una piccozza da un passeggero. Solo nelle ultime 24 ore tre nuove prove del fatto che ormai la situazione è fuori controllo ogni giorno. Nonostante un tavolo aperto al Mit e decine di atti parlamentari presentati, compreso l’impegno contenuto nella mozione del Partito Democratico votato all’unanimità in aula a maggio, il Governo continua a non affrontare con la dovuta serietà questo tema drammatico". Così in una nota congiunta i deputati dem Andrea Casu, Ouidad Bakkali, Anthony Barbagallo, Valentina Ghio e Roberto Morassut.
"Purtroppo - continuano i componenti della Commissione Trasporti alla Camera - alla scelta di responsabilità di tutti i sindacati che anche alla luce di questi ultimi gravissimi episodi non hanno indetto un nuovo sciopero per non alimentare ulteriori strumentalizzazioni contro i diritti dei lavoratori non corrisponde un’adeguata assunzione di responsabilità del Governo che continua a sottovalutare la questione e non garantire gli interventi per la sicurezza non più rinviabili che come Partito Democratico stiamo sollecitando in ogni sede anche attraverso il documento del coordinamento dei circoli della mobilità". "Il Ministro Salvini apra gli occhi e capisca che il problema che stiamo vivendo non dipende dalla nazionalità di chi aggredisce ma dall’incapacità della destra di andare oltre gli slogan e prendere iniziative concrete per garantire concretamente il diritto alla mobilità e la sicurezza di lavoratori e cittadini sui treni e nelle stazioni”, concludono i deputati Pd.
“Le dimissioni di Tavares da amministratore delegato di Stellantis, motivate da profonde divergenze strategiche, sono solo l'ultimo tassello di un mosaico che vede la situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventare sempre più critica. Mentre Usa e Cina difendono questo comparto con fortissimi investimenti, in Europa non sono ancora stati definiti gli strumenti di sostegno e accompagnamento dell'intero sistema nella transizione. In Italia con la manovra economica, il governo taglia del 80% le risorse destinate al settore dal governo precedente”. Così il capogruppo dem in Commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo ha interrogato il ministro Urso nel question time alla Camera.
“Mese dopo mese si sta assistendo ad un peggioramento tangibile della situazione produttiva di Stellantis, tanto che i sindacati hanno proclamato il 18 ottobre 2024 uno sciopero unitario per sollecitare il Governo ad intervenire e convocare le parti a Palazzo Chigi. E dunque cosa intenda fare il Governo per garantire la salvaguardia di un comparto così strategico degli interessi nazionali?”, ha concluso Peluffo.
Dichiarazione del deputato Pd Andrea Casu, vicepresidente commissione Trasporti della Camera
“Anche oggi gravi difficoltà sulla rete ferroviaria che presenta numerosi ritardi, ma il ministro Matteo Salvini è impegnato ad accanirsi contro il diritto costituzionale allo sciopero, tentando di scaricare sui lavoratori le responsabilità di un sistema che non funziona. Milioni di cittadini vivono disagi quotidiani, e l’avvicinarsi delle festività natalizie non fa che peggiorare una situazione già critica. Il problema non sono certo i ferrovieri, ma una gestione politica priva di visione, incapace di affrontare le inefficienze strutturali che affliggono il nostro sistema ferroviario. Servono investimenti seri, infrastrutture moderne e una pianificazione competente, ma al posto di soluzioni reali si continua a fare propaganda contro i diritti dei lavoratori. Salvini si preoccupa di tagliare nastri di cantieri delle opere che avranno effetti positivi nel futuro ma non fa niente per risolvere i problemi nel presente. Questo dicembre infernale non è colpa dei ferrovieri, ma di chi non è all’altezza delle funzioni operative necessarie a garantire un servizio dignitoso ai cittadini” Così il vicepresidente della commissione trasporti della Camera, il deputato democratico, Andrea Casu replica al ministro del trasporti, Matteo Salvini.
"Che bella l'Italia che non piega la testa.
Che bella l'Italia che dice no a una legge di bilancio che rende gli ultimi sempre più ultimi, che colpisce scuola e sanità, che non mette un solo euro per sostenere chi non può più permettersi di pagare un affitto, che non fa nulla contro i salari da fame.
Insegnanti, medici, infermieri, operai. Il Paese reale, presidente Meloni, è qui. Nella piazza di Bologna, nelle strade di Roma, Milano, Napoli e di tutta Italia.
Nonostante i ricatti e nonostante un ministro che precetta gli scioperi ma mai i ritardi dei trasporti di cui dovrebbe occuparsi.
Continueremo a batterci in Parlamento, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, contro questa legge di bilancio ingiusta e iniqua” così sui social il responsabile welfare del Pd, il deputato democratico Marco Furfaro.
"Oggi sono scesa in piazza a Genova al fianco dei lavoratori e dei sindacati per contrastare la manovra del governo. Una legge di bilancio iniqua che non sostiene il lavoro e la crescita dei salari, fermi da troppo tempo, e che non si fa carico di risolvere la situazione drammatica della sanità pubblica, anzi accelera sulla sua privatizzazione.
In questo scenario preoccupante, il Governo calpesta anche il diritto di sciopero con un utilizzo disinvolto delle precettazioni da parte del Ministro Salvini che spende il suo tempo non per mettere mano all'incresciosa situazione in cui versa il trasporto ferroviario o per sostenere il trasporto pubblico locale, ma per calpestare i diritti dei lavoratori.
Per contrastare l'attacco frontale del lavoro e per chiedere politiche eque che contrastino il lavoro povero e precario e che tutelino con risorse adeguate la sanità universale, la mobilità pubblica, che promuovano una rivalutazione delle pensioni reale, oggi sono scesa in piazza con i lavoratori".
Valentina Ghio vicepresidente Gruppo PD alla Camera e componente Commissione Trasporti che a Genova ha partecipato allo sciopero generale indetto dai sindacati.
Contro i tagli alla sanità, alla scuola, ai trasporti. Oggi in piazza a Como con Cgil e Uil a manifestare contro una pessima legge di bilancio.
Vicino ai lavoratori e ai pensionati che più di altri pagano le scelte scellerate del governo. Non hanno mantenuto la promessa elettorale di rivedere la legge Fornero e hanno reso inapplicabili le altre agevolazioni come opzione donna. Non un euro in più per abbattere le liste d’attesa nella sanità pubblica e solo favori a quella privata, tagli a scuola e università e niente per la crescita e lo sviluppo. E così sempre più giovani lasciano il paese e fanno sempre meno figli. E sulle donne continua a pesare il carico del lavoro di cura e l’assenza di servizi. Intanto litigano, si fanno ripicche e vanno avanti solo a colpi di fiducia. Perché li tiene insieme l’occupazione del potere ma niente che interessi veramente i cittadini.
Ascoltino la voce di chi oggi ha scioperato, esercitando un diritto fondamentale che la destra ha messo sotto attacco. Lo facciano da subito votando gli emendamenti delle opposizioni su sanità, salario minimo, congedi paritari e conversione dell’industria a partire dal settore automotive.
Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Bisogna che chi ci governa si renda conto che lo sciopero generale non è una giornata di festa. Ma di lotta. I primi a rimetterci sono i lavoratori che perdono una parte di salario. Devono innanzitutto rispettarli e soprattutto dargli delle risposte. Lo dico a Salvini, a Meloni, a tutti quelli che si domandano, come fosse un atto di lesa maestà, perché le persone scioperano. Semplice, perché stanno male, perché i salari sono troppo bassi e il lavoro è precario. Se ne facciano una ragione e guardino queste piazze di Cgil e Uil in tutta Italia: sta cambiando il vento e la propaganda non funziona più”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, dalla manifestazione di Roma.
“Siamo oggi in piazza insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori in sciopero. Ci preoccupa la deriva miope e autoritaria di questo governo che non vuole risolvere i problemi per i cittadini dalla sanità alla scuola. In particolare, per i trasporti servono maggiori ed ulteriori risorse sia per il Tpl sia per il rinnovo dei contratti ma la manovra del governo Meloni pensa a tutt'altro. Totalmente dimenticata è pure la sicurezza per gli operatori vittime di quotidiane aggressioni sul lavoro. Insomma dopo due anni di governo Salvini si occupa di tutto tranne che dei trasporti”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti.
"Oggi ho partecipato a Bologna alla manifestazione di Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale contro la manovra di bilancio. Tantissimi lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate sono scesi in piazza. Tutta la politica ascolti le ragioni di questa giornata di lotta, che ha attraversato il Paese. Noi del PD faremo la nostra parte. Con la battaglia che faremo in Parlamento anche per portare le ragioni dello sciopero di oggi".
Così Andrea De Maria, deputato PD.
“La presidente dell’Autorita’ di garanzia sugli scioperi ha fatto una relazione alle commissioni riunite Lavoro e Trasporti lacunosa e imbarazzante. Innanzitutto, non ha fornito dati sugli scioperi precedenti per dare fondamento alla precettazione. Ripetendo le stesse performance dello scorso anno. Allora il problema dello sciopero generale di Cgil e Uil era la rarefazione, quest’anno invece la concentrazione in una sola giornata. E questo, a suo avviso, metterebbe in pericolo i diritti degli utenti vista l’eccessiva grandezza dei sindacati confederali che lo hanno indetto. Il problema dunque per la garante e’ la possibile adesione molto alta allo sciopero. Siamo davanti a un giudizio di merito, non all’applicazione della legge. Alla fine l’esito è uguale a quello dello scorso anno: limitare un diritto costituzionale. Siamo sconcertati. Nei fatti ha confermato di essere stata protagonista di una forzatura politica. Condizionata dalla campagna martellante del ministro delle Infrastrutture. Ci domandiamo perché sia ancora al suo posto. La prossima volta chiederemo di audire direttamente Salvini”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Lega e Forza Italia impegnati in uno scontro tutto interno alla maggioranza alla vigilia dello sciopero generale. Nessun impegno per migliorare la legge di bilancio, per finanziare sanità, scuola, servizi. Nessun intervento per il paese. Per fortuna che la Meloni si era tanto arrabbiata…
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Domani, 29 novembre, parteciperò allo sciopero generale indetto da CGIL e UIL, scendendo in piazza a Venezia per ribadire il nostro dissenso verso un governo che sta attaccando i pilastri della giustizia sociale e della democrazia. La legge di bilancio proposta è l’ennesima dimostrazione di una visione miope e classista, che taglia il welfare universale, abbandona i più fragili e penalizza chi lavora. La precarietà è ormai sistemica, i salari stagnano, la sanità è ad un passo dal collasso, eppure il governo non solo ignora queste emergenze, ma tenta di zittire il dissenso. È inaccettabile che il ministro Salvini attacchi il diritto di sciopero, un diritto costituzionale e democratico, tentando di limitarlo con interventi autoritari che mirano a silenziare lavoratori e sindacati.
Il Partito Democratico è al fianco di chi lotta per un futuro più giusto, opponendosi a un governo che aggrava le disuguaglianze e disprezza il dialogo sociale. Saremo in piazza per difendere un modello di sviluppo che metta al centro il lavoro stabile, la sicurezza, il welfare, una sanità universale e di qualità, e la partecipazione democratica. Domani sarà un momento importante per dimostrare che c’è un’Italia che non si arrende, che crede nella giustizia sociale e nella dignità del lavoro. Il governo faccia un passo indietro: il diritto di sciopero non si tocca, i diritti non si tagliano, e il Paese non può essere governato contro i suoi cittadini.
Lo dichiara la deputata del PD Rachele Scarpa.