25/11/2025 - 12:46
“I dati che il ministro Nordio ha presentato alla Camera sulle percentuali dell’autorizzazione, proroga e convalida delle intercettazioni da parte dei GIP non appaiono affatto chiari. Il ministro, per avvalorare la propria causa sulla separazione delle carriere, parla di un accoglimento di tali richieste tra l’84 e il 100%, un ‘appiattimento’ tra giudici e pubblici ministeri. Ma questi stessi dati vengono dichiarati ‘falsi’ o incongruenti da autorevoli magistrati, procuratori della Repubblica e componenti del CSM. Gli uffici giudiziari non trasmettono dati statistici con le caratteristiche presentate da Nordio, né tantomeno è possibile ridurre a dato unico le richieste di proroga. Diversi capi delle procure, inoltre, hanno dichiarato di non avere mai trasmesso tali documentazioni e di non conoscere l’esistenza di simili prospetti”. Così in una nota la deputata Pd, Debora Serracchiani che annuncia la presentazione di un’interrogazione a Nordio firmata da tutti i deputati Pd della Commissione Giustizia.
“È dunque necessario che il ministro Nordio chiarisca quali siano esattamente gli uffici giudiziari che avrebbero trasmesso i prospetti statistici utilizzati per elaborare le percentuali fornite, quali siano i modelli, i formati e le procedure di raccolta dei dati e se tali modelli siano effettivamente in uso presso tutte le Procure e gli Uffici GIP–GUP. E soprattutto, se il ministro voglia rettificare o integrare i dati forniti al Parlamento qualora questi non fossero esatti”, conclude Serracchiani.

 

17/11/2025 - 13:58

“Sulla riforma della legge elettorale stiamo correndo il rischio che si ripeta ciò che è accaduto con la separazione delle carriere: un testo scritto fuori dal Parlamento e approvato dal parlamento senza possibilità di modifica. Sarebbe un grave strappo istituzionale, in contrasto con lo spirito dell’articolo 138 della nostra Costituzione”. Lo ha dichiarato Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo parlamentare del Pd alla Camera intervenendo oggi al convegno “Una nuova legge elettorale per fare cosa e per chi?” nella Sala Matteotti della Camera dei deputati.
“Prima di cambiare radicalmente la legge elettorale – ha aggiunto il democratico – la maggioranza deve spiegare perché lo fa. Le priorità non possono prescindere dalla crisi dell’astensionismo: le elezioni politiche del 2022 e quelle europee ai minimi storici ci consegnano di fatto una ‘democrazia senza popolo. Qualsiasi nuovo modello deve partire dal recupero del rapporto di fiducia tra elettori ed eletti”. Fornaro ha inoltre ricordato che “liste bloccate, selezione delle candidature, premio di maggioranza e soglie sono nodi delicatissimi: non possiamo sacrificare la rappresentanza in nome della sola stabilità, soprattutto se il Parlamento così eletto può arrivare a modificare la Costituzione a maggioranza senza il coinvolgimento delle opposizioni. Non siamo contrari a discutere la legge elettorale - ha concluso Fornaro - ma temiamo che la maggioranza non sia disponibile a un vero confronto parlamentare. Serve trasparenza: la legge che regola il voto non può essere decisa in solitudine da Palazzo Chigi”.

06/11/2025 - 17:35

Domani, venerdì 7 novembre, alle ore 10 i presidenti dei gruppi parlamentari del PD, M5S e AVS della Camera, Chiara Braga, Riccardo Ricciardi e Luana Zanella, si recheranno presso la sede della Cassazione per consegnare le firme raccolte per la richiesta di referendum popolare sulla separazione delle carriere dei magistrati.

04/11/2025 - 15:03

“Mentre il Governo Meloni si ostina a portare avanti battaglie ideologiche sulla separazione delle carriere, alimentando lo scontro e la delegittimazione della Magistratura, le carceri italiane continuano ad andare a picco. La situazione di Sollicciano, per la quale abbiamo depositato una nuova interrogazione parlamentare, è l’emblema di un sistema che marcisce nell’indifferenza: celle allagate, corridoi impraticabili, detenuti costretti a camminare scalzi e personale abbandonato in condizioni impossibili”: è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Federico Gianassi e Debora Serracchiani.
“La realtà smentisce ancora una volta le priorità del Ministro Nordio: invece di occuparsi della sicurezza e della dignità di chi vive e lavora negli istituti penitenziari, il governo porta avanti una riforma che indebolisce la Magistratura e non migliora in alcun modo la giustizia per i cittadini. A Firenze, come in tante altre città, mancano manutenzioni, personale, interventi edilizi: piove nelle celle. Chiediamo che il Ministero agisca subito, con risorse straordinarie e un piano di emergenza per le carceri più compromesse. Il paese ha bisogno di una giustizia efficiente e rispettosa della dignità umana. Sollicciano non può restare un simbolo di vergogna nazionale”: conclude la nota.

 

 

03/11/2025 - 14:55

“Le dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro Carlo Nordio al Corriere della Sera confermano, in modo sempre più esplicito, la volontà di politicizzare la giustizia e di ridimensionare l’autonomia della magistratura. Dalle parole del ministro emerge chiaramente un disegno che punta a indebolire il ruolo della magistratura, “spuntandole le unghie”, per consentire al potere politico di agire senza il necessario equilibrio dei controlli. Non solo: Nordio arriva persino a teorizzare le modalità di questa trasformazione, sostenendo che una giustizia piegata alla politica possa essere utile oggi a una parte e domani all’altra.

Si tratta di una concezione grave e inaccettabile, che tradisce lo spirito della Costituzione e mina i principi fondamentali della separazione dei poteri. La giustizia non è e non deve mai diventare uno strumento nelle mani della politica. Difendere la sua indipendenza significa difendere le garanzie dei cittadini che con questa riforma, come ci spiega il ministro, non saranno più eguali davanti alla legge.” così la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica Debora Serracchiani.

 

31/10/2025 - 14:20

I gruppi parlamentari di PD, M5S e AVS hanno inviato due lettere, identiche nel testo, al segretario generale della Camera e a quello del Senato per avviare la raccolta firme per la richiesta di referendum popolare sulla separazione delle carriere.

Le lettere, firmata dai vicepresidenti vicari dei gruppi – Simona Bonafè, Carmela Auriemma e Marco Grimaldi per la Camera, Alfredo Bazoli, Alessandra Majorino e Tino Magni per il Senato – chiedono di “disporre affinché gli Uffici della Segreteria Generale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica approntino i moduli per la raccolta, e la relativa certificazione, delle firme necessarie alla richiesta di referendum popolare ai sensi dell'art. 138, secondo comma, della Costituzione e degli articoli 4 e 6 della legge 25 maggio 1970, n. 352, sul testo di legge costituzionale ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare’, approvato dalla Camera dei deputati, in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, nella seduta del 18 settembre 2025, e dal Senato della Repubblica, in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, nella seduta del 30 ottobre 2025, come comunicato nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 31 ottobre 2025, ai sensi dell'articolo 3 della legge 25 maggio 1970, n. 352. Nelle lettere si propongono, quali delegati a depositare la richiesta di referendum presso la Cancelleria della Corte di Cassazione, ai sensi dell'articolo 6, secondo comma, della legge 25 maggio 1970, n. 352, le deputate e i deputati Chiara Braga, Riccardo Ricciardi e Luana Zanella per la Camera e i senatori Francesco Boccia, Stefano Patuanelli e Peppe De Cristoforo per il Senato”.

 

 

30/10/2025 - 15:11

“I problemi reali della giustizia italiana non vengono minimamente affrontati dalla riforma voluta dal ministro Nordio. I processi sono troppo lunghi, mancano magistrati, personale amministrativo e stabilizzazioni per i tanti precari che tengono in piedi gli uffici giudiziari. Tutto questo non viene toccato da una riforma che, come ha ammesso lo stesso ministro, non incide sui tempi della giustizia”. Lo dichiara Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Partito Democratico, dopo l'approvazione definitiva della riforma costituzionale.

“Non è una riforma delle carriere – spiega l’esponente dem - ma una separazione delle magistrature che non serve ai cittadini. Lo ha detto chiaramente anche il presidente del Senato La Russa, ammettendo che ‘forse non valeva neppure la candela’. Se non serve a rendere più efficiente la giustizia, allora la domanda è: a cosa serve davvero?”.

“La verità – conclude Serracchiani – è che l’obiettivo di questa riforma è indebolire il Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno che garantisce indipendenza e autonomia a ogni singolo magistrato. La separazione delle carriere non trova riscontro nella Costituzione. Se davvero si fosse voluto distinguere i percorsi di giudici e pm, bastava una legge ordinaria con due concorsi separati. La riforma costituzionale serve solo a dare più potere alla politica nella scelta dei magistrati, minando l’equilibrio democratico tra poteri dello Stato”.

 

28/10/2025 - 19:30

“Questa riforma strappa la Costituzione, mina l’autonomia della magistratura e indebolisce le fondamenta stesse della nostra democrazia. Non fa nulla per gli interessi degli italiani, anzi ne riduce le garanzie, né fa nulla per il sistema della giustizia, come lo stesso ministro Nordio ha sottolineato in modo molto chiaro. Il Governo si fermi  subito prima di provocare danni irreversibili, e ridiscuta  il testo, che è stato imposto senza alcun confronto parlamentare, anche in questo caso stravolgendo il dettato costituzionale. Dopo le parole del Presidente La Russa, la maggioranza dovrebbe fermarsi e non procedere oltre, altrimenti siamo al solito gioco delle parti tutto interno ai partiti di governo.” Così la responsabile giustizia del Pd, la deputata Debora Serracchiani.

 

28/10/2025 - 19:17

“Le parole del Presidente del Senato segnano una netta presa di distanza e confermano quanto sia profondo il disagio anche all’interno della maggioranza di fronte a questa riforma. È grave che il testo in discussione al Senato sia stato imposto al Parlamento senza alcuna possibilità di confronto: si tratta infatti dello stesso testo approvato dal Consiglio dei Ministri, un grave strappo al principio di condivisione e allo spirito della nostra Costituzione, che impone dialogo e partecipazione nelle modifiche di tale portata. Questa riforma attacca alle radici la nostra democrazia, minando i principi costituzionali della separazione dei poteri e colpendo al cuore l’autonomia della magistratura. Il Governo ha ancora il tempo di ripensarci.” Così Federico Gianassi, capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Giustizia della Camera, commenta le parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa sulla riforma della separazione delle carriere.

 

28/10/2025 - 18:40

"Orban viene in Italia a sparare a zero contro l'Unione europea e trova in Salvini una sponda in quello che viene definito "un incontro affettuoso". Tra supporter di Putin, si capiscono bene. Ma mette in imbarazzo Meloni che sta facendo di tutto per fare dimenticare le sue storiche posizioni antieuropeiste. Ricordiamo tutti il suo "la pacchia è finita" urlato in campagna elettorale riferita proprio all'Europa. E l'imbarazzo della premier è tale che da palazzo Chigi non è uscita, come avvenuto per incontri con altri capi di Stato, una nota congiunta dopo il colloquio di ieri. Orban arriva in Italia, tra l'altro, nei giorni in cui il governo ci accinge a festeggiare la separazione delle carriere dei giudici, che sarebbe più appropriato chiamare la separazione delle magistrature, voluta al solo scopo di indebolire il potere giudiziario, obbiettivo questo già ottenuto da Orban in Ungheria fino al punto da costringere l'UE ad aprire una procedura di infrazione.
Orban, amico e ispiratore del governo Meloni, ma allo stesso tempo ospite ingombrante perché troppo sfacciato. Antieuropeisti in campagna elettorale e con gli alleati, ma poi a Palazzo Chigi, antieuropeisti senza dare troppo nell'occhio". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

27/09/2025 - 13:50

Anche oggi il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non ha voluto rinunciare a regalarci due perle. Prima ha tuonato dicendo che ‘i suicidi in carcere non sono legati al sovraffollamento’, poi che ‘il sovraffollamento non è dovuto ai nuovi reati” introdotti in questa legislatura dalla maggioranza e dal governo di destra. Ma dove vive il guardasigilli? Anzi, dove non si è mai recato il ministro? Certamente non ha visitato gli istituto penitenziari del nostro Paese. Se lo avesse fatto, non avrebbe pronunciato con così tanta leggerezza questo parole che sono frutto di una distanza siderale dalle reali condizioni di vita nelle nostre carceri e avrebbe usato maggiore cautela. Le nostre carceri sono oggi un terribile buco nero che Nordio evita perché è solo interessato a propagandare l’ideologico verbo della separazione delle carriere e a rilanciare attacchi contro la magistratura. Nordio venga con me a Firenze nel carcere della mia città, Sollicciano. Sono convinto che dopo averlo visitato rinuncerebbe a dichiarazioni come quella di oggi”.

 Così il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.

19/09/2025 - 16:44

Che il ministro degli Esteri italiano, di fronte alla guerra in Ucraina e alla catastrofe a Gaza, trovi il tempo per citarmi e per citare una mozione congressuale di un altro partito è indicativo dei tempi che stiamo vivendo e dell'inadeguatezza di questo governo. In ogni caso, il Partito Democratico, come ha già fatto in Parlamento, spiegherà le ragioni del no in tutte le sedi. Quanto al metodo, lo decideremo nei nostri organismi di partito e con le altre opposizioni.  E chissà, magari si aggiungerà anche il ministro Nordio che firmò un appello contro la separazione delle carriere e, chissà perché, ora ha cambiato idea.

Così la deputata e responsabile nazionale Giustizia del Pd Debora Serracchiani.

 

18/09/2025 - 15:13

La bagarre in aula è la conseguenza della mancata risposta alla nostra richiesta che la Presidente del consiglio venga a riferire in aula circa la situazione insostenibile che sta accadendo a Gaza. Abbiamo appreso dai giornali che il vicepresidente Fitto in Commissione Europea non si è presentato e non ha votato le sanzioni contro Israele. Inoltre, abbiamo assistito ad un ulteriore scempio delle istituzioni, facendo passare una riforma costituzionale a colpi di maggioranza su un testo del governo e con una maggioranza ed un governo che si sono lasciati andare a urla di giubilo, applausi e abbracci. Francamente, le istituzioni meritano un altro tipo di rispetto e noi glielo abbiamo fatto notare. E lo abbiamo fatto notare nei modi in cui lo fa il partito democratico, ossia nel rispetto delle istituzioni”. Lo ha detto Debora Serracchiani Deputata Pd e responsabile Nazionale giustizia intervistata a Montecitorio a margine della seduta d’aula sulla riforma della separazione delle carriere.

18/09/2025 - 14:50

“La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere sta avanzando in Parlamento con un metodo che esclude ogni confronto e si fonda solo sulla forza dei numeri della maggioranza. È un approccio sbagliato e pericoloso, perché invece di risolvere i veri problemi della giustizia, a partire da processi troppo lunghi e risorse insufficienti, lancia un attacco all’equilibrio tra i poteri dello Stato.

Quello che si sta costruendo non è un sistema giudiziario più efficiente, ma un impianto che riduce le garanzie dei cittadini e limita l’autonomia della magistratura. La Costituzione non può essere piegata a logiche di parte: il rispetto dell’indipendenza della giustizia è un presidio fondamentale della nostra democrazia. Per questo il Partito Democratico continuerà a opporsi con determinazione a una riforma che non modernizza il sistema, ma lo rende più fragile.”

Così Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera.

 

18/09/2025 - 13:32

“Con il terzo passaggio alla Camera della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, prosegue l’iter di un intervento che consideriamo profondamente sbagliato e pericoloso per gli equilibri democratici del nostro Paese.

La maggioranza sta portando avanti a colpi di numeri una riforma costituzionale sulla separazione delle carriere che mina l’equilibrio tra poteri dello Stato e indebolisce le garanzie dei cittadini. È un attacco diretto all’indipendenza della magistratura e alla nostra democrazia.

Non ci piegheremo a questa logica autoritaria: il Partito Democratico continuerà a denunciare con forza una riforma scritta per limitare la libertà e ridurre i diritti. La destra vuole un Paese dove chi governa controlla anche la giustizia: non lo permetteremo.

Saranno i cittadini a decidere perché è in gioco il futuro della giustizia e delle libertà di tutti”. Lo dichiara Debora Serracchiani deputata Pd e responsabile nazionale Giustizia.

 

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