07/11/2024 - 17:02

Il ministro Giorgetti nell’audizione di oggi non ha speso una sola parola sulla giustizia, confermandoci in questo modo il preoccupante taglio di 500 milioni per i prossimi tre anni previsto dalla manovra, che abbiamo denunciato fin da subito. I numeri nudi e crudi ci spiegano quanto il governo Meloni ritenga assai poco strategico un settore che è invece cruciale per la crescita del Paese, per la tutela dei diritti dei cittadini e per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Il governo è ossessionato da bandiere ideologiche come per la separazione delle carriere dei giudici e dimentica di occuparsi delle esigenze di buon funzionamento che stanno a cuore ai cittadini.
Così Federico Gianassi, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera.

07/11/2024 - 13:19

Sisto vuole imporre tempi al Parlamento

" Il viceministro Sisto che non ha ritenuto di intervenire durante la discussione degli emendamenti sulla riforma costituzionale riguardante lo sdoppiamento del CSM, ha esternato all’uscita dalla Commissione affermando che l’iter di approvazione in prima lettura alla Camera si concluderà entro fine anno come «deciso dal Governo».

In una democrazia parlamentare il governo può auspicare ma non certo decidere i modi e i tempi dell’approvazione di una legge di riforma costituzionale.

Una brutta sgrammaticatura istituzionale che insieme alla consegna del silenzio attuata dalla maggioranza in Commissione affari costituzionali, rafforza l’idea che siamo di fronte non già a una corretta postura riformatrice ma una muscolare esibizione tipica del modello di dittatura della maggioranza, l’esatto opposto di cui il paese avrebbe bisogno se vi volesse affrontare i problemi reali delle persone e non alimentare una sterile propaganda governativa”.

 

Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera e componente della Commissione Affari Costituzionali.

23/10/2024 - 13:51

"La Lega ha presentato una serie di emendamenti al ddl sulla separazione delle carriere che prevedono la supremazia delle norme italiane su quelle europee. L'unico modo perché ciò avvenga è uscire fuori dalla UE: l'Italexit. Dev'essere chiaro a tutti. A questo punto chiediamo alla premier Meloni se nelle intenzioni del governo c'è l'Italexit. Credo che i cittadini dovrebbero saperlo visto che si mette in discussione il loro futuro. Se così non fosse metta freno a queste azioni deliranti che mettono in crisi la credibilità internazionale del Paese". Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche Ue alla Camera commenta l’emendamento annunciato dal leghista Igo Iezzi alla camera

23/10/2024 - 13:09

“Non c’è una volontà di migliorare il funzionamento della giustizia nel nostro paese ma unicamente di violentare la costituzione sacrificando il bene irrinunciabile dell’autonomia e indipendenza della magistratura” così in una nota i capigruppo del Pd nelle commissioni affari costituzionali e giustizia della camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi che rendono noto la presentazione da parte del gruppo dem di 170 emendamenti soppressivi al ddl sulla separazione delle carriere.

10/10/2024 - 14:02

Gianassi: separazione carriere è battaglia rivolta al passato, legge Cartabia già limita i passaggi tra le funzioni

“Siamo fortemente contrari alla separazione delle carriere. La destra persevera nell'errore di strumentalizzare la giustizia con battaglie guidate da furore ideologico. In un mondo che va avanti, la maggioranza cerca di riportare indietro le lancette di vent'anni. Già oggi esiste infatti una separazione di fatto delle carriere realizzata dalla riforma Cartabia. Allora perché insistere in battaglie divisive senza occuparsi dei veri problemi della giustizia italiana che ha bisogno di risorse e mezzi?

Questo ulteriore intervento sta dentro un disegno portato avanti dal Governo che, dall’abrogazione dell’abuso di ufficio ai nuovi reati come quello di resistenza pacifica, ci preoccupa molto. In questo caso c’è il rischio di minare i l’autonomia di giudici e pubblici ministeri, di trasformare i pubblici ministeri in super-poliziotti. Non abbiamo davvero di tutto questo".

Così il capogruppo democratico in commissione giustizia alla Camera, Federico Gianassi commenta l’approvazione del testo base sulla separazione delle carriere in commissione affari costituzionali alla Camera.

19/06/2024 - 09:26

“Hanno forzato le regole parlamentari per imporre una seduta fiume e votare, nottetempo e non alla luce del sole, un'autonomia differenziata senza paracadute. Una forzatura per potere ed interessi delle forze politiche della destra, l’autonomia ad uno, il premierato all’altra, la separazione delle carriere alla memoria del terzo.
Calderoli ha fatto il giocatore di poker, ha fatto buio senza vedere le carte perché non si sa, e questa notte lo ha ammesso, quanti soldi servono e a cosa toglierli. Intanto si prepara l’arma poi si vedranno i danni è la filosofia del Governo, che ha  deciso di dividere il Paese con questa scelta spregiudicata. Pagheranno caro questa scelta, tutti gli italiani, anche i pochi che, apparentemente, potrebbero trarne un vantaggio e a maggior ragione ci rimetteranno i cittadini del Mezzogiorno e delle Isole che si vedranno ridurre ancora di più diritti e servizi rispetto alle regioni del centronord. Sanità, assistenza, scuola, ambiente non avranno le risorse necessarie in egual misura in ogni parte del territorio. Cresceranno le disuguaglianze, aumenterà la precarietà, si innescheranno nuovi conflitti sociali. Continueremo a dare battaglia in Parlamento per impedire l'approvazione definitiva delle altre riforme costituzionali e porteremo nelle piazze il disagio di quanti la vivranno sulla loro pelle. Se pensano di averci piegato sbagliano e di grosso, non ci fermeremo”. Lo dichiara il deputato del PD, Silvio Lai.

29/05/2024 - 17:29

Serracchiani, Gianassi, Bazoli e Verini: siamo al baratto, ddl è il prezzo che Meloni paga per tenuta governo

“Il disegno di legge Costituzionale sulla riforma delle carriere è un duro colpo all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. Dopo il premierato e l’autonomia differenziata, il ddl Nordio è il prezzo che la Meloni paga a Forza Italia per la tenuta del governo. Siamo all’ennesimo baratto: la Costituzione viene sfregiata e sacrificata per un patto di potere” è dura la reazione del Partito democratico alla riforma costituzionale approvata oggi dal Consiglio dei ministri. La responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani e i capigruppo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e dell’antimafia Walter Verini aggiungono: “il ddl Nordio non risolve i problemi della giustizia, anzi li aggrava perché indebolisce la magistratura compromettendone autonomia e indipendenza. La separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e magistrati requirenti – sottolineano i dem - non è necessaria, poiché la separazione delle funzioni esiste già. La separazione delle carriere rischia invece di trasformare i pm in una sorta di super poliziotti o, al contrario, li rende subordinati al potere esecutivo. Quanto all’Alta Corte, così come formulata, rischia di essere un pasticcio. Il testo presenta infatti molte contraddizioni e scelte non condivisibili. In particolare siamo contrari al sorteggio per i due Csm e per l’Alta corte, che sminuiscono la professionalità dei magistrati riducendo il loro ruolo a una questione di fortuna piuttosto che di merito. Più che in presenza di una riforma della giustizia assistia

14/03/2024 - 16:54

“L’annuncio di un nuovo ddl del governo sulla separazione delle carriere è una presa in giro che serve solo a nascondere le divisioni interne alla maggioranza e a rinviare il dibattito in corso alla camera” così il capogruppo democratico nella commissione Giustizia di Montecitorio, Federico Gianassi che sottolinea come ”la volontà di eludere il dibattito e prendere tempo è confermata dall’interruzione dei lavori in commissione affari costituzionali del testo base sulla separazione delle carriere. “Siamo alla schizofrenia: frenano dicendo di accelerare. Nel merito ribadiamo ancora una volta che siamo contrari - sottolinea Gianassi – perchè il tema è solo ideologico dal momento che la riforma Cartabia ha già separato di fatto le carriere e ogni ulteriore intervento rischia di portare i Pm sotto l’esecutivo e compromettere l’obbligatorietà dell’azione penale”.

20/02/2024 - 15:22

“La separazione delle carriere è sbagliata perché compromette l’obbligatorietà dell’azione penale con pubblici ministeri che finiranno sotto l’esecutivo. Una riforma che, nei fatti, minerà l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”, così la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani interviene nel merito della riforma costituzionale in materia di separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura all’esame del parlamento.

19/12/2023 - 10:01

“Immaginate rischi per il vostro governo per un’azione della magistratura, probabilmente per coprire i fallimenti emersi clamorosamente con la manovra finanziaria, ma quello che state facendo sulla Giustizia dimostra quali siano i veri vostri obiettivi. Da una parte, con le vostre riforme costituzionali volete incidere pesantemente su pesi e contrappesi su cui si regge la nostra Carta e le ricordo che la funzione antimaggioritaria nelle democrazie liberali è connaturata a tutte le istituzioni di garanzia, indipendenti: è la tutela del pluralismo. Dall’altra, la vostra iniziativa sulle politiche per la giustizia dimostra come non vi stia a cuore l’efficienza del sistema. Ci costringete a parlare per la quinta volta in 10 anni di prescrizione; state portando le carceri al collasso; mancano operatori, agenti e dirigenti di polizia penitenziaria; non ci sono investimenti e addirittura fate finire in carcere i bambini incolpevoli. Invece delle sfide per una giustizia efficiente per i cittadini, ci costringete a parlare di separazione delle carriere, riforma che porterà inevitabilmente a superare l’obbligatorietà dell’azione penale e il principio di eguaglianza davanti alle leggi. Una giustizia che non ci piace, perché per noi le legge è uguale per tutti”.
Lo ha detto fra le altre cose la responsabile Giustizia del Pd in aula Debora Serracchiani in replica all’informativa del ministro Crosetto.

17/07/2023 - 13:36

Il ministro Nordio prima dichiara di voler abolire il reato di abuso d’ufficio, poi che vanno limitate le intercettazioni e, ancora, che va rivisto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa perché “evanescente”. Grande imbarazzo della Presidente del Consiglio costretta a sconfessarlo ed a ricordargli, oltre alla sua personale storia politica, che “non s’ha da fare”. Molta confusione sotto il cielo di Palazzo Chigi. Sulla giustizia proprio non ci siamo e, nel frattempo, invece di attuare le riforme già fatte dalla ministra Cartabia, si rimaneggiano vecchi cavalli di battaglia, si attacca la Costituzione nei suoi valori portanti attraverso la separazione delle carriere che mina il principio di obbligatorietà dell’azione penale cardine dell’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.  Mentre non si pensa a come salvare le risorse del Pnrr. E dicevano pure di essere pronti.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd

24/04/2023 - 12:48

"Gli annunci di Nordio non finiscono mai, nemmeno dopo la figuraccia internazionale del caso Uss.
Ancora una volta vengono lanciate a casaccio separazione delle carriere, abolizione di reati, intercettazioni da rivedere, senza che, dopo mesi di proclami, ci sia uno straccio di testo. Ma  soprattutto non c’è nulla di quello di cui ci sarebbe davvero bisogno e cioè attuare le "riforme Cartabia" che riguardano per l’appunto l’efficienza della giustizia e la ragionevole durata dei processi: il ministro doveva approvarne i decreti attuativi, nemmeno quello ha fatto. Ci dica poi dove è finito l’unico testo, quello sui crimini internazionali, approvato in Cdm ormai da oltre un mese e di cui si sono perse le tracce. Oppure, a proposito di certezza della pena, si preoccupi di spiegare agli italiani come pagare le sanzioni pecuniarie visto che non è stato licenziato il relativo decreto attuativo.
Ed anche sull'abuso di ufficio, dopo centinaia di interviste, non è nota la posizione del governo e della sua maggioranza. Quello che è certo, è che i sindaci chiedono una revisione complessiva del sistema delle responsabilità e su questo noi abbiamo presentato tre proposte di legge chiare che però giacciono a prendere polvere nei cassetti del Parlamento mentre si preferisce strumentalizzare le sacrosante esigenze degli amministratori. Insomma il solito minestrone pieno di contraddizioni, di ambiguità e di velleità".

Così Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd e i capigruppo in Commissione Giustizia di Camera e Senato Federico Gianassi e Alfredo  Bazoli

14/02/2023 - 20:07

“Concentriamoci sulle vere esigenze che stanno a cuore ai cittadini”“Riteniamo sbagliata l’iniziativa di riaprire la questione della separazione delle carriere.Per due motivi. Il primo, con la riforma Cartabia il tema è stato già affrontato dal parlamento che ha realizzato una separazione di fatto concedendo un solo passaggio nel corso della carriera. Servirebbe allora monitorare gli effetti della nuova norma per verificare se gli obiettivi importanti che si poneva sono stati raggiunti senza riaprire un tema che per sua natura si presenta da sempre divisivo. In secondo luogo, la giustizia ha bisogno concentrare energie, sforzi e investimenti in risorse umane, formazione, edilizia, abbattimento della burocrazia per velocizzare il processo e assicurare i diritti dei cittadini. Su questo dovrebbe lavorare il governo e su questo invece sta perdendo tempo e occasioni”.

Lo dichiarano la vice capogruppo del Pd alla Camera Simona Bonafé e il capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi.

19/01/2023 - 15:20

"Sussistono posizioni contraddittorie del Governo sulla Giustizia. Avete richiamato l'importanza di fare investimenti sul carcere e avete fatto con la manovra di bilancio tagli sull'amministrazione penitenziaria. Avete detto che avreste limitato le intercettazioni e impedito l’estensione del diritto penale ma avete creato un nuovo reato, il cosiddetto Dl anti-rave, con più carcere e più intercettazioni e ora si parla di un nuovo reato per imbrattamenti. 
Troppe incoerenze anche sulla riforma Cartabia tra esponenti del governo che dicono di difenderla senza se e senza ma e altri che la ritengono inutile e dannosa. Le contraddizioni sono anche all'interno del Governo, la Presidente Meloni ha detto che la sicurezza dei cittadini si consegue con più carcere, ma il ministro Nordio ha espresso posizione opposta e cioè meno carcere e più misure alternative. Nonostante gli annunci, idee e azioni sono discordanti. Viene poi completamente dimenticato il lavoro già fatto dal Parlamento. La nostra posizione è invece che le riforme approvate devono essere attuate con un impegno forte da parte del governo anche attraverso il monitoraggio sul successo di quelle riforme rispetto ad obiettivi importanti. Non c’è quindi bisogno di agitare temi divisivi portando indietro di anni le lancette dell’orologio. Su intercettazioni, prescrizione, separazione delle carriere, obbligatorietà c’è da attuare le riforme fatte.
Guardiamo al futuro e a una giustizia giusta al fianco dei cittadini, senza sollevare inutili scontri che non B servono a niente e che noi respingiamo. 
Nella nostra agenda restano prioritari gli investimenti sul Pnrr e noi saremo sentinelle vigili perché siano spesi presto e bene; gli investimenti sull'ufficio del processo; occorre contrastare lo scandalo dei suicidi, delle cattive condizioni delle carcerie e valorizzare la giustizia riparativa.
Infine, tutela vera dei sindaci partendo dalle nostre proposte su chiarezza di separazione dei poteri politici e tecnici degli amministratori locali, le modifiche del testo unico degli enti locali che aiutano gli amministratori locali a lavorare in sicurezza. Il governo non li strumentalizzi, noi siamo al loro fianco". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Federico Gianassi, intervenendo in dichiarazione di voto sulla giustizia in Aula.

07/12/2022 - 15:36

Dichiarazione di Debora Serracchiani, presidente gruppo Pd e Federico Gianassi capogruppo Pd in commissione Giustizia.

Siamo preoccupati per l’impostazione data dal ministro Nordio nel tracciare stamane in commissione alla Camera le linee programmatiche del suo ministero.
In particolare, dal ministro sono emerse tante contraddizioni e posizioni che reputiamo divisive e che rischiano di fare della giustizia solo un terreno di scontro. Il rischio è di tornare indietro negli anni, quando invece la giustizia ha bisogno di guardare al futuro con capacità innovativa valorizzando quanto è stato fatto con le riforma Cartabia. Anche stamane il ministro della Giustizia ha ribadito di essere contro l’ampliamento della sfera penale, che l’esecuzione della pena non può essere solo in carcere e che devono essere limitate le intercettazioni. Osserviamo però che il primo provvedimento, il cosiddetto decreto rave, crea un nuovo reato, prevede il carcere e l’uso delle intercettazioni. Una contraddizione totale, tanto da creare fibrillazioni nella stessa maggioranza, come dimostrano i tanti emendamenti presentati da Forza Italia.
Nordio sembra mosso prevalentemente dal desiderio di introdurre temi identitari, come la separazione delle carriere, l’attacco alle intercettazioni, il superamento dell’obbligatorietà dell’azione penale. Eppure, non sono stati citati i tanti passi in avanti fatti nella scorsa legislatura con la riforma Cartabia su questi temi. L’attacco alle intercettazioni sembra rivolto più allo strumento, che alle violazioni della norma. Troviamo in definitiva pericoloso,  come fa Nordio, alimentare un terreno di scontro.
Apprezziamo invece l’impegno a non rinviare l’entrata in vigore della riforma Cartabia, a cui sono collegate le risorse del PNRR. Come Pd saremo inflessibili e garanti dell’applicazione di quella riforma e lavoreremo per mobilitare le migliori energie del Paese e delle diverse anime della giurisdizione contro culture e approcci divisivi perché la giustizia non sia terreno di scontro ma occasione di sviluppo e potenziamento della qualità della nostra democrazia.

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