“La RAI ormai non è più servizio pubblico".
Una gestione totalmente fallimentare, basta guardare gli ascolti. Un atmosfera insostenibile per chi ci lavora, basta vedere i tanti addi di persone serie e professionali.
Uno strumento di propaganda che non è più in grado di assicurare il diritto a una corretta informazione. Oggi arriva la sentenza del Tribunale del lavoro che ha condannato la RAI per comportamento antisindacale, per boicottare lo sciopero dei giornalisti. Uno scenario che peggiora di giorno in giorno, e che si aggiunge alla imbarazzante linea editoriale del direttore di RaiNews Petrecca, che ha preferito mandare in onda il festival di Pomezia e non la diretta delle elezioni francesi. E che è stato sfiduciato poi dalla sua stessa redazione. Il direttore di RaiNews non può più restare al suo posto.
Chiediamo un sussulto di dignità ai vertici dell’azienda, chiediamo le dimissioni immediate di Petrecca” così un post condiviso sugli account social del partito democratico e dei deputati e senatori dem.
“Finalmente anche la maggioranza se ne accorge: la Rai è fuori controllo. Al punto che la Lega presenta un’interrogazione contro la direzione approfondimento gestita da Paolo Corsini, che ad Atreju si era auto definito un militante di Fratelli d’Italia. Al governo tutti contro tutti, a TeleMeloni tutti contro la dignità dei giornalisti e contro il servizio pubblico. Uno sfascio a cui pare nessuno riesce a porre argini” così i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.
Sangiuliano svetta sul podio dei ministri più presi in giro della Repubblica
“I componenti di Fdi in commissione di vigilanza Rai possono dormire sonni tranquilli: nessuno di noi invidia i fischi (anche se magicamente trasformati in applausi) che accompagnano ogni apparizione di Gennaro Sangiuliano, che svetta sul podio dei ministri più presi in giro della storia repubblicana. Al partito della presidente Meloni chiediamo però di associarsi alla nostra richiesta di chiarezza su chi ha manomesso le registrazioni di un evento pubblico trasformando la protesta e i fischi in un plauso all’azione del governo. Il ‘miracolo di Sangiuliano dei fischi trasformati in applausi’ è un onta per il servizio pubblico e anche per il governo che, in assenza di chiarezza, è considerato responsabile di un atto degno dei regimi non democratici. La Rai apra subito un’indagine interna su chi è stato il responsabile di quella goffa manomissione di cui non ci sono precedenti in Italia” Così i componenti democratici in commissione di vigilanza Rai replicano alla nota di Fdi.
Governance Rai indichi i responsabili e sanzioni
“Cosa aspetta la governance Rai a sanzionare chi ha sostituito i fischi con gli applausi al ministro Sangiuliano? Un fatto gravissimo che non può certo passare come una nota di colore.
Il servizio pubblico ha ingannato i cittadini violando completamente il codice deontologico dei giornalisti. La Rai provveda immediatamente ad individuare i responsabili e quindi intervenga con sanzioni disciplinari. A questo punto chiederemo in Vigilanza di sapere la catena di comando e se ha avuto un ruolo lo stesso ministro che da alcune dichiarazioni apparse oggi sulla stampa sembrerebbe che abbia una abitudine a fare pressioni sui direttori”. Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
Ministro pretende domande edulcorate e servizi su misura, fare luce sul caso
“Sangiuliano non vuole domande inappropriate e deve essere accontentato’. Le dichiarazioni del direttore Petrecca, riportate da alcuni organi di stampa, sono estremamente gravi e confermano l'uso personale e propagandistico delle reti pubbliche da parte dei ministri del governo Meloni che chiedono trattamenti speciali, domande edulcorate e servizi su misura. Stiamo assistendo a una pressione senza precedenti sulle redazioni giornalistiche, che deve essere denunciata con forza. È molto preoccupante che il ministro della cultura sia protagonista di questo continuo attacco alla libertà di stampa, pilastro fondamentale della democrazia e della cultura del nostro paese. Chiediamo alla Rai di fare luce sul caso” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della camera, Irene Manzi.
“La denuncia all’Ordine è l’ennesima conferma dell’incapacità di Petrecca di gestire la redazione di Rainews24” così in una nota il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano commenta la nota con cui il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio esprime solidarietà al Comitato di redazione di Rainews 24 in seguito all’esposto del direttore della testata, che sarà esaminato dal Collegio di Disciplina. “Petrecca non è in grado di guidare la prestigiosa testata del servizio pubblico e sta adottando comportamenti che stanno creando grande tensione nella redazione di cui siamo molto preoccupati e che segnaleremo in vigilanza. La sua gestione è la peggiore dalla nascita di Rainews, è lui che deve dimettersi”.
“Quanto accaduto ieri sera è l’ennesima conferma dell’inadeguatezza di Petrecca a ricoprire il ruolo di direttore di Rainews24” così i componenti democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai, che ieri sera, per primi, hanno sottolineato come Rainews, diversamente da quanto stava accadendo in tutta Europa, dove tutte le reti all news pubbliche e private erano sintonizzate sulle elezioni francesi, silenziava l’esito del voto. “Trasmissione di comizi della destra in diretta senza alcun filtro; violazione della par condicio e del pluralismo; servizi di parte; omissioni di notizie ‘scomode’ per il governo; bavaglio alle opposizioni e alle voci libere; attacchi al cdr; gaffe continue: questa è la gestione Petrecca. La misura è colma, porteremo in commissione di vigilanza Rai la richiesta di dimissioni del direttore di Rainews24, Paolo Petrecca. La televisione pubblica – ribadiscono i democratici - non deve e non può in alcun modo diventare la televisione di regime. Deve rimanere un servizio pubblico per tutta la collettività, rispettare la par condicio e il pluralismo dell'informazione e restare libera. Petrecca ha confermato di essere inadeguato – concludono – per questo chiediamo le sue dimissioni”.
“Le reti del servizio pubblico italiano non stanno dando notizia dell’esito delle elezioni francesi. Sarà forse che il trionfo del Fronte popolare scomoda i piani di palazzo Chigi nella trattativa in Ue? Porteremo anche questo caso in commissione di vigilanza Rai”. Così i componenti democratici nella commissione di vigilanza Rai.
“Ieri sera Rai1 ha mandato in onda un estratto della serata inaugurale del Taobuk festival di Taormina tagliando il momento in cui il ministro Sangiuliano è stato fortemente fischiato dal pubblico presente. Piccoli escamotage di montaggio hanno addirittura fatto credere ai telespettatori che il ministro sia stato applaudito durante la serata. Quanto andato in onda è vergognoso, degno della televisione di stato di Kim Jong-un. Questa è la stampa di regime non quella contro cui si scontra ideologicamente ogni giorno la presidente del consiglio Meloni” così i deputati democratici della commissione Cultura della Camera.
Una brutta pagina per la Rai, una brutta pagina per il servizio pubblico che sanziona una sua professionista per aver contestato un’ingiusta imposizione. Chi dovrebbe essere sanzionato per aver messo il bavaglio a una voce libera agisce ancora liberamente e indisturbato nella definizione delle scalette dei programmi e lo fa con una visione di parte per allisciare il pelo a governo e maggioranza. Questa è TeleMeloni, questa è la televisione di regime che non ha più niente a che fare con il servizio pubblico: sanzionano voci libere, premiano gli amichetti. Porteremo nuovamente il caso in vigilanza”. Così in una nota i parlamentari democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai commentano le sanzioni a Serena Bortone per il ‘caso Scurati’.
“Sulla Rai il governo va in ordine sparso con la Lega di Salvini che presenta una proposta di legge per abrogare il canone: cosa ne pensano Meloni e Tajani di una proposta che porterà alla chiusura del servizio pubblico e ha tutto il sapore di un avvertimento a Mediaset e alle private?” Così su X il capogruppo democratico nella Commissione bicamerale di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
Presentata interrogazione a Roberto Sergio
Ha destato davvero scalpore e indignazione il servizio giornalistico della Rai sulla tragedia di Satnam Singh, il lavoratore deceduto presso l’ospedale San Camillo di Roma a seguito di un incidente sul lavoro con un macchinario che gli aveva letteralmente staccato un braccio nell’azienda agricola in cui lavorava, a Borgo Santa Maria, frazione di Latina. Intervistato il padre del titolare dell’azienda, indagato dalla procura di Latina per omesso soccorso e omicidio colposo, ha testualmente affermato “Mio figlio aveva detto al lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma il lavoratore ha fatto di testa sua. Una leggerezza, purtroppo”.
Ha dell’incredibile che nell’ambito di questo servizio riportato anche dalle altre reti del servizio pubblico non sia stato fatto alcun cenno alla dinamica drammatica dell’evento e alle circostanze non degne di un Paese civile come l’Italia. Per questo chiediamo all’Amministratore delegato della Rai di sapere se i vertici dell’azienda risultino a conoscenza del servizio giornalistico messo in onda e se ritengano di dover appurare quanto accaduto e verificare che non vi siano stati interventi che abbiano in qualche modo condizionato la predisposizione del servizio minimizzando l’accaduto e non offrendo ai telespettatori, fattore che mortifica la missione del servizio pubblico, una completa informazione rispetto al tragico incidente sul lavoro che ha riguardato Satnam Singh.
Così i componenti Pd in commissione di Vigilanza Rai che hanno presentato un’interrogazione all’amministratore delegato Roberto Sergio, a prima firma Bakkali.
Lo scrive su X Alessandro Zan, deputato Pd e responsabile diritti del partito democratico
Serena Bortone è stata punita per aver denunciato una censura in Rai. E le punizioni sono proprie di un regime, non di una democrazia, perché la vendetta del potere dimostra tutta la sua debolezza. Che brutta fine per il servizio pubblico.
“Oggi il parere congiunto dell’Autorità Antitrust e dell’Autorità per la Regolazione dei Trasporti è chiarissimo nel sottolineare i danni che i decreti Salvini sul trasporto pubblico non di linea porteranno alle nostre città, ai diritti alla mobilità dei cittadini, a tanti lavoratori e aziende del settore. A questo punto è indispensabile che il governo sia finalmente disponibile ad affidare al Parlamento la definizione di una nuova legge quadro, ad oltre trent’anni di distanza dalla legge del 1992, per garantire finalmente un quadro normativo moderno ed efficace per il trasporto pubblico non di linea. Il Pd è pienamente disponibile a fare la propria parte in Parlamento, iniziando da una indagine conoscitiva affidata alle Commissioni competenti, con l’obiettivo di innovare tutelando il lavoro, il servizio e i diritti dei cittadini”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut
Discussa interrogazione on.li Rachele Scarpa e Gianni Girelli
Oggi in Commissione Affari Sociali la deputata Scarpa e il deputato Girelli hanno interrogato il sottosegretario del Ministro della Salute Gemmato, a proposito dell'offerta di BMed Me.di.ca Group, che intende offrire un servizio simile a quello del medico di base ma a pagamento. La motivazione sarebbe quella di offrire il servizio alle persone che non hanno un medico di medicina generale, come stranieri o cittadini che, a causa della carenza di medici, non sono in cura con nessun medico sul territorio.
"Ritengo sia molto pericoloso legittimare una pratica del genere: il medico di base non offre prestazioni, ma si occupa della salute della persona a 360 gradi, occupandosi sia della prevenzione che delle esigenze di cura.", dichiara Scarpa. "Atomizzare ed esternalizzare le prestazioni della medicina generale, peraltro a pagamento, vuol dire promuovere un'idea di sanità che non ha la cura e la salute della persona come principale obiettivo, ma il profitto sulla base di prestazioni erogate. Abbiamo pertanto chiesto al sottosegretario Gemmato se sia a conoscenza di questa pratica e cosa intenda fare a tal proposito."
Continua Girelli: "Ci aspettiamo che dal Ministero si proceda con una regolamentazione adeguata, che non solo eviti un travaso di risorse umane ed economiche dal pubblico al privato, ma che incentivi anche giovani medici a percorrere la strada della medicina generale. Al di là dei buoni propositi bisogna arrestare uno scivolamento che sembra inesorabile verso la sanità privata: siamo in un contesto in cui è il cittadino che si va a cercare l'assistenza sanitaria e la prestazione, e non in cui esiste un servizio efficiente che tiene in carico la salute di ogni cittadino. Perciò è importante normare il settore, facendo in modo che anche il privato sia messo nelle condizioni di operare in sanità nell'interesse pubblico, e secondo la regia del SSN."