“Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai giornalisti dell’agenzia Dire, che da due mesi non ricevono lo stipendio e stanno affrontando una grave situazione di incertezza, non solo sul piano personale, ma anche per il futuro della loro professione. La mancata erogazione dei compensi e l’assenza di un piano di rilancio da parte della società editrice sono inaccettabili.
Chiediamo al governo di intervenire rapidamente per porre rimedio a questa situazione anomala e preoccupante, resa ancora più grave dal fatto che riguarda un soggetto che riceve fondi pubblici per la fornitura di servizi informativi, ma che adotta comportamenti penalizzanti nei confronti dei lavoratori.
Le agenzie di stampa rappresentano un pilastro fondamentale dell’informazione, soprattutto in un contesto sempre più dominato da fake news e fonti poco attendibili. Il loro ruolo è un vero e proprio servizio pubblico che deve essere tutelato. Per questo, ribadiamo la nostra vicinanza al Comitato di Redazione e a tutti i giornalisti della Dire, riconoscendo il valore del loro lavoro e la necessità di garantire loro dignità e certezze” così la nota della capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga.
Snobbato dibattito su riforma governance servizio pubblico
“Grave e inaccettabile l’assenza della maggioranza e l’indifferenza del governo sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo. Oggi, in un’aula parlamentare quasi deserta, il tema cruciale della riforma della governance del sistema radiotelevisivo pubblico è stato affrontato solo con la presenza di un sottosegretario alla sovranità alimentare e senza alcun intervento da parte dei gruppi di maggioranza. Un segnale allarmante di disattenzione verso un settore essenziale per la democrazia e il pluralismo dell’informazione”. Così una nota dei parlamentari democratici della commissione di vigilanza Rai. “Il governo – aggiungono i demo - continua a ignorare l’urgenza di recepire l’European Media Freedom Act, che impone agli Stati membri di garantire indipendenza e imparzialità nei servizi pubblici radiotelevisivi. Quando si tratta di discutere di nomine, la maggioranza è sempre presente e attenta ma quando bisogna affrontare riforme fondamentali per il Paese, l’aula resta vuota. Il servizio pubblico è in stallo – aggiungono i democratici – ed è tenuto in ostaggio dalla maggioranza, che a distanza di mesi dalla nomina del nuovo Cda la Rai non è ancora stata in grado di nominare un presidente di garanzia. Siamo ben oltre il limite del rispetto della legge. Chiediamo un intervento immediato per adeguare il sistema agli standard europei e garantire un servizio pubblico libero da condizionamenti politici. Il governo non può sottrarsi a questa responsabilità”, concludono i democratici.
“L'atteggiamento politico della maggioranza sta svilendo il ruolo che ricopre la Rai, mortificando, quotidianamente, la professionalità delle persone che operano all'interno dell'azienda. TeleMeloni non è uno slogan ma un dato di fatto perché dopo i Tg, ora anche le radio sono oggetto di un'occupazione permanente del governo. Il governo Meloni tiene in ostaggio la Rai. Da mesi, siamo di fronte ad uno stallo delle nomine dei vertici che si riflette persino sull'ordinario funzionamento della commissione parlamentare di vigilanza. Il PD ha più volte denunciato questa paralisi sollecitando i presidenti di Camera e Senato per sbloccare l'impasse”. Così il deputato dem Andrea Casu, Segretario PD d'Aula, illustrando la mozione delle opposizioni, a prima firma Chiara Braga, sul regolamento europeo European Media Freedom Act (EMFA) e in particolare sulla governance della Rai, per salvaguardare i media dalle interferenze politiche e contrastare minacce alla libertà d'espressione e d'informazione.
“La Rai – continua l'esponente dem - è un patrimonio per il Paese, una grande azienda culturale italiana con brand riconosciuto in tutto il mondo. Ma in questi mesi assistiamo ad una fase calante degli ascolti, ad un'offerta di format non apprezzati dal pubblico e a cadute di stile che fanno un torto profondo alla storia della Rai”. “In Italia le criticità che si registrano nella governance dell'azienda, così come l'approccio ostile del governo verso le trasmissioni di servizio pubblico evidenziano la necessità di una rapida applicazione dell'EMFA a tutela del pluralismo e del giornalismo d'inchiesta che, in una democrazia, devono essere difesi e non costantemente attaccati e ostacolati da chi detiene il potere politico”, conclude Casu.
Ci auguriamo che Gennaro Sangiuliano abbia finalmente messo da parte il livore che ha caratterizzato il suo breve e fallimentare impegno politico e che sappia svolgere il ruolo di corrispondente Rai da Parigi con l’imparzialità che dovrebbe connotare ogni voce del servizio pubblico televisivo”. Così i componenti democratici della Commissione di vigilanza Rai commentano la notizia secondo cui l’ex ministro della Cultura assumerà a breve l’incarico di corrispondente Rai da Parigi.
"Il Partito Democratico chiede una riforma chiara e decisa della Rai, affinché il servizio pubblico possa garantire autonomia e indipendenza, nel pieno rispetto del ruolo che deve svolgere per i cittadini italiani, i quali lo finanziano attraverso il canone". Lo dichiara il deputato Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, intervistato sui canali social dei deputati dem.
"La nostra priorità – conclude Graziano - è assicurare un'informazione libera e indipendente, non condizionata da logiche politiche o di parte. Per questo, già la prossima settimana, arriverà in Aula una nostra mozione che chiede un cambiamento concreto. Inoltre, entro il mese di agosto, l'Italia dovrà adeguarsi al Regolamento europeo per la libertà dei media (European Media Freedom Act), che impone standard più elevati di autonomia e trasparenza per i servizi pubblici radiotelevisivi. Se il nostro Paese non si adeguerà, rischia una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea, con possibili ricadute economiche per i cittadini. La Rai deve essere davvero un servizio pubblico e non un megafono del governo di turno. Per questo, l'unica apertura possibile al dialogo è sulla riforma: senza un cambiamento strutturale, ogni altro discorso rischia di essere secondario".
Non poteva esserci risposta migliore alle farneticazioni di Meloni. Le parole di Benigni, lo share: 4 ml e mezzo di telespettatori per una tv che è stata davvero servizio pubblico. Cioè mezzo per dire le cose come stanno: la storia non si riscrive, l’Europa è radici e futuro.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Se dovessero essere confermate, queste nomine sono l’ennesima dimostrazione di un’occupazione sistematica della Rai, portata avanti senza alcuna visione strategica, ma solo per garantire l’equilibrio tra le forze di maggioranza. Non c’è alcuna discussione su come migliorare il servizio pubblico, rendere l’informazione più autorevole o affrontare le sfide del giornalismo contemporaneo. L’unico criterio resta la spartizione delle poltrone in base alle quote dei partiti di governo.
Il risultato? Una Rai sempre meno credibile, sempre più strumento di propaganda e sempre meno al servizio dei cittadini. Senza una vera riforma che liberi la tv pubblica da questa logica spartitoria, il declino continuerà.
Invece di pensare solo alle nomine, chiediamo ai partiti di maggioranza di presentarsi subito in Commissione di Vigilanza per superare l’assurda situazione in cui, a mesi dalla nomina del nuovo Cda, manca ancora un presidente di garanzia. Uno stallo senza precedenti, che consente all’amministratore delegato di sottrarsi alle audizioni parlamentari, mentre non si vede alcuna volontà da parte del governo di recepire immediatamente il Media Freedom Act” così i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Il centrodestra continua a smantellare il Servizio Sanitario Nazionale, colpendo le persone più fragili. Con le modifiche introdotte nel disegno di legge sulle prestazioni sanitarie, il Governo sposta il peso dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e ai malati cronici dalle istituzioni alle famiglie, mettendo in discussione il diritto universale alla cura.
Per il Partito Democratico questa scelta è inaccettabile: chi ha bisogno di assistenza non può essere lasciato solo. Ci opponiamo con forza a questa deriva privatizzatrice e continueremo a batterci per un sistema sanitario pubblico che garantisca cure adeguate a tutti, senza distinzioni di reddito o condizione sociale”. Così una nota della deputata democratica, componente della Commissione Affari sociali della Camera, Ilenia Malavasi.
“Il ridimensionamento della TGR da parte della Rai mortifica l’informazione locale e viola il contratto di servizio. Invece di valorizzare le sedi regionali, si penalizza una delle testate più importanti del servizio pubblico. Esprimiamo piena solidarietà ai giornalisti della TGR, in stato di agitazione con cinque giorni di sciopero, e chiediamo che si sblocchi la Commissione di Vigilanza Rai, paralizzata dai veti della maggioranza. Il crollo degli ascolti e la crisi di testate come TGR e Rai Parlamento non possono essere ignorati. Il centrodestra sta scientemente indebolendo il servizio pubblico. Partendo dalla vertenza TGR, serve un dibattito sul futuro della Rai. A marzo la Camera esaminerà la nostra mozione per recepire il Media Freedom Act e rilanciare il ruolo della Rai, tutelando chi vi lavora” così i parlamentari del Pd componenti della commissione di vigilanza Rai
“L’allarme lanciato dall'assemblea di redazione di rai Parlamento va raccolto immediatamente dai vertici Rai. E' impensabile che alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali la carenza di organico possa condizionare il normale svolgimento di un imprescindibile servizio pubblico. Ancora più grave è la mancata risposta alla richiesta di incontro da parte del Cdr per cercare soluzioni operative. Chiediamo che i vertici Rai si adoperino con la massima tempestività affinché vengano date risposte concrete alle richieste dei giornalisti e che vengano messi nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro al servizio dell'informazione pubblica dei cittadini. È molto grave che si sia arrivati a questo punto nella più assoluta inconsapevolezza del valore strategico di rai parlamento nel panorama generale del sistema informativo del Paese”. Così una nota dei componenti democratici nella commissione di vigilanza Rai.
“La maggioranza e il governo stanno bloccando la Rai per le loro divisioni interne, trascinando il servizio pubblico in uno stallo irresponsabile e senza precedenti. Mentre il Paese ha bisogno di una Rai autonoma ed efficiente, si continua a parlare solo di nomine e spartizioni, senza affrontare il vero nodo: l’assetto complessivo del sistema radiotelevisivo pubblico.
Lo scontro nella maggioranza è ormai frontale: Lega e Forza Italia attaccano duramente l’amministratore delegato, arrivando addirittura a definirlo "Re Tentenna". Un teatrino inaccettabile che paralizza il servizio pubblico e danneggia la credibilità dell’azienda.
Per il Partito Democratico, basta con questo spettacolo imbarazzante. È urgente recepire il Media Freedom Act, che impone regole chiare per garantire indipendenza e qualità all’informazione pubblica. La Rai non può restare prigioniera di logiche di potere: il servizio pubblico deve essere al servizio dei cittadini, non della politica” cosi i componenti democratici della Commissioni di vigilanza Rai.
"La clamorosa sfiducia espressa dall’83% della redazione di RaiNews24 nei confronti del direttore Paolo Petrecca certifica il fallimento della sua gestione e rende ormai indifferibile un suo passo indietro". Lo dichiarano i componenti del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai, che chiedono un intervento immediato da parte dei vertici aziendali per la sua rimozione.
"Il titolo su Delmastro è solo l’ultimo episodio di una gestione che ha compromesso la credibilità del servizio pubblico, trasformando RaiNews24 in una testata sbilanciata e non all’altezza del suo ruolo", proseguono i parlamentari dem.
"La volontà espressa dalla redazione non può essere ignorata. I vertici della Rai devono assumersi la responsabilità di questa situazione e rimuovere Petrecca, il cui mandato è già scaduto. Ogni giorno in più con lui alla guida di RaiNews24 è un danno per il pluralismo dell’informazione e per la missione del servizio pubblico".
"La Rai prenda atto della realtà e intervenga subito, restituendo a RaiNews24 una direzione autorevole e indipendente. Il servizio pubblico non può essere il megafono del governo, ma deve tornare a rappresentare tutti i cittadini", concludono i parlamentari PD.
Il Parlamento non è un passacarte di decreti governativi
“Non basta un incontro volante con qualche giornalista al margine delle trasferte internazionali, Meloni deve venire in Aula a riferire dei temi principali per l'Italia prima del vertice straordinario dei capi di Stato europei convocato giovedì prossimo”. Così la capogruppo Pd, Chiara Braga, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Anche ieri – ha dichiarato la presidente dem - abbiamo assistito all'utilizzo personale della Presidente Meloni del servizio pubblico televisivo, per parlare al Paese dei temi di attualità. In prima serata, dopo aver snocciolato idee confuse, Meloni ha provocato le opposizioni chiedendo in Tv cosa ne pensassero dell'invio di truppe a Kiev, senza mai aver comunicato quali siano le intenzioni del governo nelle sedi ufficiali e senza ammettere l'evidente spaccatura, a tal riguardo, all'interno del suo governo”.
“E' inammissibile che la premier si sottragga al confronto parlamentare come ha fatto e sta facendo in queste settimane” ha continuato Braga. “Il Parlamento non è il passacarte dei decreti del governo e questo concetto vorrei spiegarlo al sottosegretario Mantovano che ha dichiarato come 'sarà Palazzo Chigi a decidere gli emendamenti parlamentari prioritari, a definire i tempi e i rituali dell'Aula'. È inaccettabile che un rappresentante del governo parli in questo modo del lavoro che si svolge in Parlamento. Meloni riferisca sulla posizione dell'Italia nel dibattito di giovedì sulle scelte europee a garanzia della sicurezza dell'Ucraina”, ha concluso Braga.
“Ci troviamo di fronte al crollo degli ascolti Rai dovuto a un palinsesto non all’altezza delle sfide necessarie per il servizio pubblico. Si pone dinnanzi agli occhi di tutti il tema della visione di fondo che la Rai deve avere e che oggi non ha. La destra, invece di occuparsi di questo con forza, professionalità e determinazione, si concentra nella distribuzione di posti e prebende in nome del più bieco amichettismo”.
Così in una nota i parlamentari democratici della commissione di Vigilanza Rai.
I componenti democratici della commissione di vigilanza Rai hanno presentato un’interrogazione all’Amministratore Delegato della Rai in merito alla grave situazione in cui versa il canale all news del servizio pubblico, Rainews24.
L’iniziativa parlamentare segue la decisione dell’assemblea dei giornalisti di Rainews24 che, con un solo astenuto, ha dato mandato al Comitato di Redazione di organizzare una consultazione interna per verificare la fiducia nei confronti del Direttore Paolo Petrecca. Contestualmente, l’assemblea ha anche deliberato due giorni di sciopero per manifestare il disagio della redazione.
Uno degli elementi più preoccupanti è il drastico calo degli ascolti del canale, che ha registrato un -20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un dato allarmante che mette a rischio la credibilità e l’efficacia di Rainews24 nel panorama dell’informazione pubblica.
“La situazione rischia di diventare insostenibile per il servizio pubblico - si legge nell’interrogazione - con ripercussioni non solo sul piano reputazionale, ma anche sulla capacità di adempiere alla sua missione di canale all news. Per questo i parlamentari del Pd chiedono di sapere quali tempestive iniziative intenda assumere l’azienda al fine di rimuovere il Direttore Paolo Petrecca e rilanciare il canale Rainews24”.