I parlamentari democratici della Commissione di Vigilanza Rai chiedono all’amministratore delegato Giampaolo Rossi di riferire e fornire immediati chiarimenti sulle preoccupazioni espresse dall’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del Giornale Radio. È indispensabile conoscere il progetto aziendale per il futuro della Radio e garantire il mantenimento del perimetro occupazionale.
La Rai è un servizio pubblico fondamentale e, in quanto tale, deve tutelare il lavoro dei professionisti che ne garantiscono qualità e credibilità. Porteremo il caso in Vigilanza”, concludono i democratici, sottolineando che è grave che l’amministratore delegato Rossi non si sia ancora presentato in Commissione dal suo insediamento.
“La sentenza del TAR Liguria, che annulla l’affidamento diretto alla Rai dell’organizzazione del Festival di Sanremo a partire dal 2026, getta una forte ombra di incertezza su quello che rappresenta il più grande evento mediatico del servizio pubblico e la principale fonte di incasso pubblicitario della Rai. Anche se l’edizione del 2025 è salva, questa decisione rischia di avere un impatto devastante sui conti dell’azienda e sull’identità culturale dell’evento stesso. È fondamentale che l’Ad Rossi venga immediatamente a riferire in Commissione di Vigilanza per chiarire come intende affrontare questa situazione e garantire che il Festival di Sanremo rimanga un pilastro del servizio pubblico. Perdere il Festival sarebbe un colpo durissimo non solo per l’equilibrio economico della Rai, ma anche per la promozione della musica italiana e la tradizione culturale che questo evento rappresenta”. Così una nota dei componenti democratici della vigilanza Rai che sottolineano che Rossi da quando si è insediato ancora non si è mai presentato in vigilanza.
“La precettazione dei lavoratori del trasporto pubblico, annunciata dal ministro Salvini, sarebbe la beffa dopo il danno e un enorme atto di arroganza. Salvini e li governo non hanno tutelato il trasporto pubblico locale trascurando investimenti essenziali e negandoli ancora in Legge di bilancio. Sono scelte che colpiscono lavoratori e viaggiatori. Servono due miliardi, c’è poco da precettare. Bisogna investire. Bisogna tutelare la sicurezza del personale che è a rischio e garantire il servizio per i cittadini e per i turisti”. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, durante il convegno “Il sistema dei trasporti alla vigilia del Giubileo” organizzato da Uiltrasporti.
“Si tratta di un provvedimento approvato in tutta fretta solo per non perdere risorse inserite nel Pnrr. Non c’è alcuna misura in grado di stimolare la crescita del mercato e di attivare un virtuoso percorso positivo. Non ci sono norme sul commercio al dettaglio e per i servizi alle imprese, nonostante il settore viva una crisi devastante. Non si interviene per migliorare l'efficacia della pubblica amministrazione, non si riduce l'evasione fiscale, non si potenziano gli investimenti su ricerca e innovazione per contrastare con rapidità ed efficacia i cambiamenti climatici. Ci troviamo in presenza di un testo debole anche sul riordino delle concessioni autostradali sugli usi commerciali delle startup. Tutte le nostre proposte migliorative sono state sistematicamente respinte. Come quelle che intendevano garantire tariffe sostenibili agli utenti con investimenti, innovativi ed efficaci, che intervenivano sul trasporto pubblico locale e gli Ncc, che in migliaia si stanno mobilitando per poter continuare a lavorare, e sul telemarketing. Riguardo il servizio sanitario la destra ha superato e stessa riuscendo a prorogare con una deroga una legge, la legge Draghi sulla concorrenza, che dava sì la possibilità alle aziende private di poter concorrere, ma lo faceva cercando di far risparmiare la sanità”.
Così il deputato democratico e capogruppo in commissione Ambiente, Marco Simiani, intervenendo in Aula alla Camera per annunciare il voto contrario del gruppo al Ddl Concorrenza.
“Chiediamo alla RAI con urgenza come intende procedere per la situazione della TGR. Apprendiamo dal sindacato dei giornalisti Rai che la situazione al momento all’interno della TGR è alquanto critica poiché la produzione delle immagini per i tg viene esternalizzata invece di usufruire delle risorse interne, e ad oggi i budget sono insufficienti per coprire tutte le notizie, i servizi sempre più ridotti, telegiornali sempre più capoluogo-centrici, perché non ci sono risorse per coprire i territori, pregiudicando la missione stessa di servizio pubblico per il territorio affidato proprio alle TGR. Chiediamo pertanto un immediato intervento dell’Ad Rai”. Così in una nota i parlamentari PD della commissione di vigilanza sulla Rai che hanno presentato una interrogazione all’Ad Rai.
“Sulla Rai, la maggioranza appare completamente divisa: da una parte c'è chi vuole occuparla (FdI), dall’altra chi desidera affossarla (Lega), mentre Forza Italia sembra preoccupata solo di non perdere spazi pubblicitari. Nessuno, però, si sta realmente occupando dell'azienda, degli ascolti, della pubblicità o della qualità dell'informazione. Né si affronta seriamente il tema della trasformazione della Rai da broadcaster a digital media company, né si considerano i 12.000 dipendenti che vi lavorano. È importante ricordare che il servizio pubblico è finanziato dai cittadini attraverso il canone”. Così i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Ci troviamo difronte a un ddl debole riguardo alla rimozione degli ostacoli regolatori dell'apertura dei mercati, la promozione della concorrenza, la tutela dei consumatori e insufficiente per le aspettative di famiglie. Il governo resta sordo davanti a miglioramenti richiesti dal Pd sulla messa a gara delle concessioni autostradali ed è totalmente insufficiente sui Dehors, dove assistiamo alla proroga per un altro anno dei provvedimenti emergenziali e si elimina il principio dell’assunzione di responsabilità da parte di Sindaci e amministrazioni locali”. Così il deputato dem, Andrea Casu, vicepresidente in Commissione Trasporti alla Camera intervenendo sulla legge per il mercato e la concorrenza.
“Sul tema del trasporto pubblico non di linea ancora una volta si spreca l’occasione per sanare le ingiustizie nelle sanzioni e garantire un servizio pubblico più efficiente al servizio di tutti i cittadini. Il Governo getta la maschera e dimostra ancora una volta come l’obiettivo non sia affatto contrastare l’abusivismo ma rendere letteralmente impossibile il lavoro da parte di migliaia di operatori del settore NCC che chiedono solo di poter lavorare onestamente e invece si scontrano quotidianamente con interventi punitivi e persecutori da parte dell’attuale governo come abbiamo visto con l’assurdo obbligo dell’attesa dei 20 minuti tra un servizio e l’altro”, conclude Casu.
“Ci troviamo difronte a un ddl debole riguardo alla rimozione degli ostacoli regolatori dell'apertura dei mercati, la promozione della concorrenza, la tutela dei consumatori e insufficiente per le aspettative di famiglie. Il governo resta sordo davanti a miglioramenti richiesti dal Pd sulla messa a gara delle concessioni autostradali ed è totalmente insufficiente sui Dehors, dove assistiamo alla proroga per un altro anno dei provvedimenti emergenziali e si elimina il principio dell’assunzione di responsabilità da parte di Sindaci e amministrazioni locali”. Così il deputato dem, Andrea Casu, vicepresidente in Commissione Trasporti alla Camera intervenendo sulla legge per il mercato e la concorrenza.
“Sul tema del trasporto pubblico non di linea ancora una volta si spreca l’occasione per sanare le ingiustizie nelle sanzioni e garantire un servizio pubblico più efficiente al servizio di tutti i cittadini. Il Governo getta la maschera e dimostra ancora una volta come l’obiettivo non sia affatto contrastare l’abusivismo ma rendere letteralmente impossibile il lavoro da parte di migliaia di operatori del settore NCC che chiedono solo di poter lavorare onestamente e invece si scontrano quotidianamente con interventi punitivi e persecutori da parte dell’attuale governo come abbiamo visto con l’assurdo obbligo dell’attesa dei 20 minuti tra un servizio e l’altro”, conclude Casu.
"Alcune assunzioni di infermiere vincitrici di concorso pubblico sono state posticipate al termine del periodo di maternità obbligatoria. E’ quanto sta accadendo in alcune Asl del Lazio. Siamo arrivati allo Stato che calpesta i diritti fondamentali delle donne lavoratrici, una follia. I sindacati hanno denunciato già diversi casi di comunicazioni invitate dalle Asl della Regione Lazio per posticipare la firma dei contratti di assunzione a tempo determinato ad infermiere incinte. È accaduto nella Asl Roma 2, in quella di Rieti e in alcuni ospedali pubblici come San Giovanni di Roma e Ifo. Nelle comunicazioni inviate via pec alle vincitrici di concorso pubblico si specifica che le donne potranno prendere servizio solo al termine presumibile del congedo di maternità. È una vergogna, interrogherò il Ministro della Salute Schillaci perché questa è una discriminazione gravissima e inaccettabile. Queste donne non possono veder rinviata la firma di un contratto a tempo indeterminato, che aspettano dopo anni di studio e lavoro, solo perché in stato di gravidanza” Lo afferma la deputata del partito Democratico, Michela Di Biase, chiedendo al ministro Schillaci di riferire in parlamento.
“Oggi gli operatori e i professionisti del nostro servizio sanitario nazionale si sono fermati per mandare un messaggio chiaro al governo di Giorgia Meloni. I Medici, i dirigenti sanitari e gli infermieri si sono astenuti dal lavoro con punte dell’85%. Un segnale importante che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali di tutta Italia e sulle ragioni di una protesta sacrosanta. Perché a fronte di tutto questo, il governo sta varando una legge di bilancio che prova a indebolire il servizio pubblico a scapito dei privati, senza adeguare minimamente le retribuzioni o attivare un piano di assunzioni che eviti di chiudere reparti e isolare maggiormente i territori periferici. Non vi è traccia di un minimo provvedimento utile sulle liste d'attesa o sui pronto soccorsi. Solo promesse e propaganda spicciola, questo ha messo in campo la destra e per questo siamo al fianco degli operatori in questa giornata di sciopero. Servono risorse per la cura e la prevenzione, per la lotta alla povertà sanitaria, serve rilanciare la sanità pubblica territoriale e un vero piano di assunzioni. Per questo continueremo ad essere al fianco dei medici e di tutti gli operatori del nostro servizio pubblico nazionale e a combattere questa destra che sta provando a distruggere il diritto costituzionale alla salute. Lo faremo dentro e fuori dal parlamento. Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale a Roma, a margine della manifestazione dei medici” così il responsabile nazionale welfare del Pd, il deputato democratico, Marco Furfaro.
"L’alto numero di adesioni allo sciopero indetto dai medici, dagli infermieri e dagli operatori sanitari, attesta, se mai ve ne fosse bisogno, l’estrema precarietà nella quale versa il sistema sanitario pubblico e non accogliere questo grido di allarme sarebbe da irresponsabili. Purtroppo i segnali che arrivano dal governo e dalle destre va esattamente in segno contrario visto che nella legge di bilancio in discussione ora alla Camera le risorse messe a disposizione della sanità pubblica, e sottolineo pubblica, sono insufficienti e sono abbondantemente al di sotto del tasso inflattivo e quindi non grado di coprire le necessità.
Il tema che è di fronte a noi, non è quello di interventi chirurgici per affrontare alcune problematiche, che pure mancano, ma di porsi il problema su come salvare il sistema sanitario nazionale, attanagliato da una crisi che oggi appare irreversibile. Servono più risorse con un deciso incremento del Fondo Sanitario, occorre investire sul personale sanitario adeguando le retribuzioni e attivando un forte piano di assunzioni per evitare di chiudere reparti, per accorciare sensibilmente le liste d’attesa e per consentire ai pronti soccorsi di svolgere con celerità alla loro funzione. Occorre infine finalizzare risorse significative al rilancio delle politiche di prevenzione, sia sul terreno degli stili di vita e della lotta alla povertà sanitaria sia su screening e vaccini, con particolare riferimento alle aree di maggiore deprivazione sociale.
Queste saranno le proposte che il Gruppo Pd della Camera presenterà alla legge di bilancio, a tutela dei cittadini e definitivamente si capirà da che parte stanno governo e destre". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai, componente della commissione Bilancio.
Simiani e Peluffo: Lega presenta emendamento per assunzioni facili nell’Autority energia
“Germanà lancia il sasso e nasconde la mano. Che cosa vuol dire che non è stato informato di un emendamento presentato a suo nome che sembra essere cucito addosso alle caratteristiche di qualche figura che già lavora all'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente? Dovrebbe spiegare meglio perché il testo dell’emendamento parla chiaro e conferma che La Lega non perde il vizio, dopo i ministeri adesso è la volta dell’amichettismo nelle Autority” così i capogruppo democratici nella commissione ambiente e attività produttive della camera, Marco Simiani e Vinicio Peluffo, commentano l’emendamento da Tilde Minasi e Antonio Germanà al Dl Ambiente in discussione al Senato.
Ecco il testo dell’emendamento amichettismo ritirato appena diventato pubblico.
“Dopo il comma 4 aggiungere il seguente:
4-bis. Al fine di non disperdere le professionalità acquisite, nell'anno
2025 l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ARERA, è autorizzata
ad immettere nei propri ruoli con contratto a tempo indeterminato, previo
superamento di una prova selettiva per colloquio, il personale che risulti
in servizio da almeno tre anni, anche non continuativi, negli ultimi 5 anni,
con contratto a tempo determinato presso la medesima Autorità e che sia stato
reclutato per mezzo di procedure selettive pubbliche, anche semplificate; tali
assunzioni sono effettuate da ARERA nell'ambito della propria autonomia
organizzativa, contabile e amministrativa, senza nuovi o maggiori oneri per il
bilancio dello Stato, anche in deroga alla normativa vigente, comportando la
rideterminazione numerica della pianta organica di ruolo dell'Autorità”.
“Questa mattina siamo scesi in piazza accanto ai giornalisti Rai che hanno manifestato per un giusto contratto. Sosteniamo la loro battaglia contro la precarietà che deve essere al più presto eliminata. La lotta alla precarietà riguarda tutti noi, riguarda la libertà delle persone. A maggior ragione nella TV del servizio pubblico che tutti abbiano un giusto trattamento”. Lo dichiara Stefano Graziano capogruppo pd commissione di vigilanza sulla rai che questa mattina ha aderito allo sciopero dei giornalisti rai per un giusto contratto.
È molto grave l’attacco della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri, al giornalista di TeleRomagna per il quale ha chiesto all’editore della rete di prendere provvedimenti soltanto perché ha espresso disappunto per l’assenza di Elena Ugolini durante la trasmissione di confronto tra i candidati alla Regione. Ci preoccupa molto l’atteggiamento di fastidio e di indifferenza di questa destra nei confronti della libertà di stampa.
TeleRomagna non è teleMeloni.
Evidentemente certe impostazioni assunte dal servizio pubblico e dall'uso politico e con fini di propaganda di telegiornali e informazione in Rai vengono ormai date per scontate e da applicarsi a tutto il giornalismo e la libera stampa da Fratelli d’Italia, al punto di chiedere licenziamenti per giornalisti che hanno addirittura l’ardire di far notare l’assenza di una candidata ad un confronto. Seppur leggendo come previsto da Corecom la nota scritta che ha fatto pervenire Ugolini alla redazione.
Esprimiamo la nostra totale solidarietà al giornalista e a TeleRomagna perché con il loro lavoro contribuiscono a rendere più forte la nostra democrazia.
Un’altra giornata da incubo per milioni di cittadini che pagano l’indifferenza del governo e la latitanza di Salvini che da quando è Ministro non ha mai voluto ascoltare il grido di allarme di Comuni, aziende e lavoratori del trasposto pubblico locale. I lavoratori del tpl oggi in sciopero chiedono il rinnovo del contratto, investimenti e risorse per garantire un servizio adeguato ai cittadini e per poter lavorare in sicurezza. La legge di bilancio invece è la prova del fallimento di questa destra: servirebbero 1,7 mld ma il governo ha messo solo 120 milioni. E così anche oggi le conseguenze dell’incapacità di governare le paga chi deve spostarsi e chi lavora in condizioni difficili. Stiamo parlando di servizi essenziali per chi vive in città sempre più congestionate dal traffico privato, ma anche nelle aree interne che rischiano l’isolamento.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati