“Il rinnovo delle concessioni geotermiche in Toscana ha messo tutti d’accordo: è stata coniugata la promozione dell’energia pulita con la crescita economica dei comuni interessati che potranno beneficiare di ulteriori risorse; è stato inoltre salvaguardato l’impatto ambientale e ridotto notevolmente l’utilizzo di fonti fossili. Il ‘Modello Toscana’ anche in ambito energetico si è dimostrato quindi vincente. E’ ora necessario che la stessa modalità di rinnovo sulle concessioni, che prevede quindi di dare alle regioni la possibilità di scelta tra messa a gara e riassegnazione ai concessionari uscenti a fronte di un piano di investimenti e ricadute positive per i territori, sia esteso anche al settore dell’energia idroelettrica”. E’ quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani e Vinicio Peluffo, rispettivamente capogruppo in Commissione Ambiente ed Attività Produttive di Montecitorio.
“Sulle criticità del settore Moda non solo il governo si è mosso tardi ed in maniera insufficiente ma continua a sottovalutare colpevolmente la situazione. Continuando soltanto con gli annunci e le promesse rischiamo di perdere la punta di diamante del Made in Italy”. Lo dichiarano Simona Bonafè, vicepresidente dei Deputati Pd e Vinicio Peluffo, capogruppo Dem in Commissione Attività produttive della Camera, nel corso dell’audizione del Ministro Urso sulla crisi del comparto, a Montecitorio.
“In oltre un anno niente è stato fatto per sostenere la liquidità delle imprese, nessuna iniziativa è stata intrapresa per calmierare i costi energetici che nel nostro paese sono tra i più alti in Europa mentre le norme sulla cassa integrazione sono risultate fino ad ora inutili per le Pmi, che rappresentano di fatto il tessuto produttivo di riferimento per le grandi griffe. Del Disegno di Legge per elevare la competitività delle piccole e medie imprese, approvato dal Consiglio dei Ministro un mese fa, si sono perse le tracce e non abbiamo notizie sulla proroga degli ammortizzatori sociali e dei correttivi necessari per permetterne l’attivazione da parte delle aziende in difficoltà. Il progetto industriale per rilanciare il settore, chiesto dalle associazioni di categoria, è rimasto lettera morta. Il tempo stringe e la crisi, che coinvolge ogni giorno nuove realtà produttive, rischia di diventare irreversibile”, concludono i dem.
“Le poche settimane di cassa integrazione straordinaria che scadono oggi rappresentano perfettamente quello che ha fatto questo governo in un anno per contrastare la gravissima crisi del settore moda: poco o niente. L’unica norma varata nel 2024 (peraltro insufficiente) non è stata inoltre utilizzata dalle Pmi perché le imprese, in evidente crisi di liquidità, non erano in grado di anticipare i versamenti ai lavoratori. Il risultato è incredibile: meno di 3 milioni di euro utilizzati su 110 ed il Ministero che scarica la colpa sulle aziende definendo la Cig uno ‘strumento non utile’ proprio perché non attivato. Su questa vicenda ho depositato nei giorni scorsi una interrogazione parlamentare: se da un lato è necessario e urgente garantire gli ammortizzatori anche per tutto il 2025, bisogna poi che le imprese possano effettivamente utilizzare le risorse. Nel frattempo il governo deve mettere in campo una politica industriale in grado di rilanciare un comparto strategico per il Made in Italy”. Lo dichiara la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Un pacchetto di emendamenti al Decreto Emergenze a sostegno del settore della Moda: una serie di norme per dare respiro ad imprese lavoratori di uno dei comparti principali del Made in Italy colpito da un crisi che rischia di divenire irreversibile”: questi in sintesi gli obiettivi delle proposte emendative, depositate dalla vicepresidente dei Deputati Pd Simona Bonafè, al provvedimento attualmente in discussione a Montecitorio.
“I contenuti degli emendamenti concretizzano le richieste che l’intera filiera avanza da mesi. Si tratta di interventi urgenti che non sono stati però ad oggi realizzati da un governo irresponsabile, che continua a temporeggiare nonostante gli impegni presi. In primo luogo occorre prorogare la cassa integrazione in deroga per i lavoratori coinvolti, che scade a fine mese, almeno fino a giugno. E’ poi necessaria una moratoria per i pagamenti fiscali delle imprese per il tutto il 2025 e l’attivazione di risorse specifiche per promuovere le aggregazioni delle Pmi del settore moda, al fine di renderle maggiormente competitive, e per ristorare le aziende che hanno avuto cali di fatturato insostenibili. Mi auguro che la destra, dopo le promesse, passi finalmente ai fatti e sostenga queste proposte”: conclude Simona Bonafè.
"Il governo disattende completamente l’impegno preso con il Parlamento la scorsa settimana e non aumenta i fondi per la moda." Così la vicepresidente del gruppo Democratico della Camera, Simona Bonafè, che sottolinea: "La moda italiana è stata abbandonata e, nonostante l'impegno del governo di trovare i fondi per superare la crisi del settore nel primo provvedimento utile, nulla è stato fatto. La manovra di bilancio è piena di provvedimenti microsettoriali di cui non si comprende la ratio. Sarebbe stato molto più opportuno intervenire su un settore che rappresenta un fiore all’occhiello del nostro Made in Italy."
“Ieri è stata una giornata importante per il Parlamento. Il voto - anche dei colleghi del centrodestra - all’ordine del giorno di Simona Bonafé, passato in maniera sorprendente al vaglio dell’Aula, ha prodotto un’indicazione chiara al governo: occorre una soluzione strutturale sugli ammortizzatori sociali nel settore della moda per l’intero 2025. Ora si tratta di essere conseguenti nella legge di bilancio. Bisogna dare respiro a un settore che vede oltre 130mila addetti a rischio lavoro e migliaia di imprese esposte al rischio di chiusura. Quando il Parlamento decide, il governo non può girarsi dall’altra parte e ignorarlo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La tragedia di Calenzano impone di interrogarci sui meccanismi di funzionamento delle nostre grandi aziende partecipate. Adesso è toccato a Eni, ma non dobbiamo dimenticare Brandizzo, Suviana, Casteldaccia, che hanno coinvolto Rfi, Enel, Amap. Nelle società partecipate c’è un problema e non bastano i pannicelli caldi. La politica è in ritardo e deve smetterla di girarsi dall’altra parte. Siamo dinnanzi a un decreto che non affronta i nodi del Paese. Anche sugli ammortizzatori non ci siamo. Abbiamo ottenuto noi la proroga di quattro settimane nel settore della moda, perché l’emendamento si era perso nel Porto delle nebbie della dinamica tra Mef, ministero del Lavoro e Ragioneria dello Stato. Non possiamo più limitarci ad una questua fuori la porta del ministro Giorgetti per un po’ di soldi, quando siamo davanti alla crisi di un comparto che merita un intervento strutturale. Ciò che è insopportabile è questa destra non trova i soldi per gli ammortizzatori, ma non si fa problemi a condonare 100 milioni di multe ai No Vax. Queste sono le loro priorità. Servirebbe uno strumento universale che garantisca la transizione senza perdere un posto di lavoro. Un nuovo Fondo Sure in grado di aiutare i lavoratori ad attraversare un 2025 pericolosissimo. Siamo già a oltre il più 23 per cento di Cig rispetto allo scorso anno. Nell’automotive i numeri sono impressionanti. Eppure in Stellantis negli ultimi tre anni si sono divisi 23 miliardi di dividenti e hanno caricato sulla collettività 700 milioni di Cig
Non è accettabile”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, in merito alla discussione sul Dl Pnrr.
“Grazie al lavoro delle opposizioni, che unitariamente hanno chiesto di sospendere la seduta, si è riusciti a superare l’impasse sull’estensione degli ammortizzatori sociali sul settore moda. Abbiamo costruito anche insieme alla maggioranza una soluzione che allarga la platea dei beneficiari fino al 31 gennaio. Un piccolo segnale per un settore che va rilanciato”. Così in una nota congiunta i capigruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5S), Francesco Mari (AVS), e le capigruppo in commissione Cultura a Montecitorio, Irene Manzi (Pd), Elisabetta Piccolotti (AVS) e Valentina Grippo (Azione).
“La Cassa integrazione straordinaria per il settore della moda sarà estesa anche per il tutto il mese di gennaio 2025. Questo risultato è stato ottenuto grazie al lavoro delle opposizioni e del Partito Democratico. Il governo infatti, nonostante gli accordi presi in sede di discussione in commissione, voleva approvare il decreto senza alcuna proroga. Siamo perfettamente consapevoli che l’estensione a questo periodo è ancora insufficiente per un comparto in gravissima crisi. Il nostro obiettivo sarà adesso quello di ottenere un ulteriore rinnovo degli ammortizzatori sociali, almeno per tutto il nuovo anno con la Legge di Bilancio e il Decreto Milleproroghe”: è quanto riporta una nota congiunta dei parlamentari Pd eletti in Toscana Simona Bonafè, Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Marco Simiani, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli, sull’emendamento al Decreto Pnrr approvato oggi, mercoledì 11 dicembre, dall’Aula di Montecitorio.
Moda, automotive, design e cinema in crisi: manca politica industriale è emergenza occupazione
“Il Made in Italy, simbolo di eccellenza, creatività e tradizione, sta attraversando una delle fasi più critiche della sua storia. Settori fondamentali come moda, design e arredamento, automotive, cinema e audiovisivo, pilastri dell’economia e della cultura del nostro Paese riconosciuti a livello globale, sono in grave sofferenza. E i dati Istat di oggi, che evidenziano stime di crescita del Pil dimezzate, aggravano ulteriormente una situazione già fortemente compromessa.
Le vendite nel legno-arredo, nella moda e nel design registrano contrazioni significative, sia sul mercato interno che su quelli esteri. L’automotive vive un anno nero, con un calo drammatico dei fatturati e tagli occupazionali che, solo nell’indotto, colpiscono un’azienda su tre. Anche l’industria cinematografica e audiovisiva è in crisi, con migliaia di lavoratori a rischio a causa dell’incertezza generata dal governo, che sta compromettendo le nuove produzioni.
Questa situazione non può essere imputata esclusivamente alle sfide globali. È evidente l’assenza di una politica industriale efficace e la mancanza di una visione strategica da parte del governo Meloni, che lascia le imprese prive del supporto necessario per affrontare le difficoltà e non mette in campo nessun tipo di nuovi ammortizzatori sociali. Il Made in Italy non è solo un settore economico, ma il cuore della nostra identità e la chiave del prestigio italiano nel mondo.
È necessario un intervento tempestivo e deciso per invertire la rotta e rilanciare i settori strategici del Paese. Sono in gioco il futuro di milioni di lavoratori e il valore inestimabile che il Made in Italy rappresenta a livello internazionale. L’Italia non può permettersi di perdere questa battaglia”.
Così in una nota i capigruppo democratici nelle commissioni Bilancio, Attività produttive, Lavoro e Cultura della Camera, Ubaldo Pagano, Vinicio Peluffo, Arturo Scotto e Irene Manzi.
“Il governo deve intervenire per sostenere il settore della moda, le imprese ed i lavoratori coinvolti. Bene il voto unanime di tutta l’Aula di Montecitorio con cui il Parlamento ha dato mandato all’esecutivo di stanziare risorse e varare norme per scongiurare una crisi irreversibile”. Lo dichiara la vicepresidente dei deputati Pd, Simona Bonafè, sull’ordine del giorno a sua prima firma al Decreto Fiscale approvato alla Camera.
“Le richieste arrivate dalle associazioni di categoria e dai sindacati nel corso della riunione svolta la settimana scorsa in Regione Toscana sono state condivise dagli enti locali e da tutte le forze politiche. Si tratta di interventi che vanno dall’attivazione della cassa integrazione straordinaria per le imprese fino a 15 lavoratori anche per l’anno 2025; l’erogazione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese che hanno registrato un consistente calo di fatturato rispetto al 2023; l’introduzione di incentivi per gli investimenti delle aziende in ricerca, sviluppo, innovazione, riqualificazione del personale, transizione ecologica e transizione digitale; la sospensione per le imprese dei versamenti delle imposte per tutto il 2025 senza applicazione di sanzioni ed interessi; il blocco dei pagamenti delle rate dei mutui. Non servono bandierine politiche ma misure concrete a partire dalla Legge di Bilancio e il Decreto Pnrr attualmente in discussione a Montecitorio”, conclude Simona Bonafè.
“Estendere anche al 2025 la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di tutte le imprese del settore moda”.
Lo chiede la vice presidente dei deputati Pd, Simona Bonafè, sulle proposte presentate dal Partito Democratico al Decreto Pnrr, in discussione nelle Commissioni competenti alla Camera.
“La crisi è strutturale - aggiunge - ma occorrono strumenti immediati per garantire reddito a migliaia di lavoratori coinvolti, soprattutto artigiani. Nei giorni scorsi, durante la riunione svolta presso la Regione Toscana, tutti i parlamentari di maggioranza ed opposizione si sono impegnati a definire proposte unitarie come quella della proroga della cassa integrazione. Si tratta di un primo indispensabile intervento che darebbe continuità alle tre settimane di ammortizzatori sociali, attivate proprio in questi giorni. Ci aspettiamo - conclude - che il governo ascolti queste richieste bipartisan”.
“Chiediamo un’informativa urgente da parte del Ministro Urso che venga a riferire in Aula sulla grave crisi che sta attraversando il settore della moda. Avevamo proposto alcune soluzioni dai banchi dell’opposizione, come per esempio l’aumento della cassa integrazione in deroga. Ci sono tante aziende, tante piccole e medie imprese che oggi rischiano di chiudere i battenti per sempre. Perderemmo tante aziende di eccellenza e uno dei settori che è il fiore all’occhiello del made in Italy. Le cause di questa crisi sono diverse, ma c’è l’esigenza di mettere in campo una visione strategica per il rilancio di questo settore, di mettere in campo misure strutturali. Chiediamo quindi che il ministro Urso venga riferire in aula e lo chiediamo in tempi molto rapidi. Non possiamo permetterci che queste aziende perdano competenze e capacità di produzione perché sarebbe un grave danno al tessuto economico italiano”. Lo ha detto intervenendo in Aula Simona Bonafè vicepresidente vicaria del gruppo Pd alla Camera.
“Cento milioni di euro nel 2025 per erogare contributi a fondo perduto a sostegno delle imprese tessili che hanno registrato un calo di fatturato o dei corrispettivi di almeno il 25 per cento nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2024 e il 30 novembre 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023”: questi in sintesi i contenti di un emendamento alla Legge di Bilancio, a prima firma della vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè, che è stato ‘segnalato’ e che verrà quindi discusso nei prossimi giorni alla Camera.
“La situazione è palese e gravissima. Per aiutare le imprese, soprattutto Pmi ed artigiane, da una crisi che potrebbe divenire irreversibile serve un intervento shock: risorse immediate per sostenere migliaia di realtà produttive e scongiurare chiusure e licenziamenti. Siamo perfettamente consapevoli che al settore occorrano interventi strutturali e una rinnovata prospettiva di sviluppo ma senza liquidità molte aziende rischiano di non sopravvivere. Facciamo appello ai deputati di maggioranza affinché sostengano questa proposta”: conclude Simona Bonafè.
“Pronto un pacchetto di emendamenti dei parlamentari Pd della Toscana alla Legge di Bilancio per sostenere e ristorare il settore della Moda, da mesi in gravissima crisi”.
Così Simona Bonafè, vicepresidente dei deputati Pd.
“Nonostante le richieste delle imprese, dei sindacati e degli enti territoriali - aggiunge - nella Manovra non è stata inserita alcuna risorsa. Le uniche norme, presenti nell’ultimo decreto Decreto Pnrr anch’esso all’esame del Parlamento, si riferiscono all’attivazione della cassa integrazione straordinaria in maniera comunque insufficiente rispetto alle esigenze del comparto. Nel pacchetto della Legge di Bilancio sono state quindi elaborate proposte complementari che agiscono su più piani di intervento e che potrebbero dare ossigeno a migliaia di attività in ginocchio. Scendendo nello specifico gli emendamenti riguardano, per ciò che concerne le imprese, la sospensione dei versamenti delle imposte per tutto il 2025 senza applicazione di sanzioni ed interessi e la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui. Per quanto riguarda i lavoratori abbiamo previsto l’attivazione di ammortizzatori sociali anche per ulteriori settimane nel corso dell’anno 2025; sono inoltre presenti interventi che prevedono ulteriori risorse agli enti territoriali finalizzati al rilancio occupazionale e produttivo dei distretti toscani della Moda. Si tratta comunque di emendamenti che hanno come obiettivo prioritario quello di tamponare l'attuale situazione, che necessita di interventi strutturale e di una rinnovata prospettiva di sviluppo. Ci auguriamo in ogni modo - conclude - che tutti i deputati di maggioranza del territorio appoggino queste proposte e che il governo corregga la Manovra per venire incontro alle reali necessità del settore”.