"Condanno con fermezza la violenta aggressione ai danni di un autista del trasporto pubblico ed esprimo la mia piena solidarietà a lui ed a tutto il personale di Autolinee Toscane": è quanto dichiara Marco Simiani, deputato Pd, sull'episodio avvenuto a Gavorrano, in provincia di Grosseto.
"E' un fatto inaccettabile che conferma la necessità di mantenere i controlli sui bus, soprattutto nelle tratte estive più affollate. Chi ha criticato queste misure spero si sia ricreduto: la sicurezza viene prima di tutto e non può essere oggetto di polemica politica".
"Ringrazio le Forze dell’Ordine, Prefettura e operatori del trasporto per il lavoro che svolgono ogni giorno. Continueremo a chiedere più risorse per prevenzione e per la presenza sul territorio. Il Partito Democratico farà la sua parte, con responsabilità e concretezza": conclude Simiani.
La sentenza della Corte di Giustizia Ue sul Protocollo Italia-Albania dà completamente torto al Governo italiano e alla Presidente Meloni. E lo fa affermando un concetto molto semplice: "non si può considerare un Paese sicuro se non offre una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione". È la dimostrazione che la nostra opposizione è sempre stata fondata sul rispetto del diritto. A differenza dell’operato di Meloni che ha sempre usato strumentalmente l'Albania e alla legge ha sostituito l’ideologia.
In tutti i sopralluoghi che abbiamo fatto in Albania abbiamo dimostrato - anche grazie al prezioso lavoro del Tavolo Asilo e Immigrazione - che il Centro di Gjader è solo un luogo di propaganda pagata a caro prezzo dai contribuenti, in cui si violano sistematicamente i diritti delle persone. Tutto per la campagna elettorale permanente di questo governo. Le dichiarazioni di oggi della Meloni denotano un grande imbarazzo, assai comprensibile per chi scandiva ad alta voce che i centri in Albania "fun-zio-ne-ran-no!”. Ci aspetteremmo ora che chiedesse scusa agli italiani per il grave spreco di soldi pubblici e investisse subito queste risorse sulla sanità e sul lavoro.
Così Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza del Partito democratico.
Il futuro dell’Ilva riguarda il paese intero. Transizione, lavoro, sviluppo sostenibile, politiche industriali, salute e sicurezza: sono dossier che non possiamo lasciare nelle sole mani del governo. Per questo diciamo ai sindacati: noi ci siamo. Nelle prossime ore avvieremo i contatti per incontrare le delegazioni FIM-FIOM-Uilm al più presto.
Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, Capigruppo PD alla Camera dei Deputati e al Senato.
“Il Governo Meloni e l’Inps parlano di ‘welfare generativo’, ma intanto lasciano migliaia di famiglie e operatori nel caos del nuovo Home Care Premium: piattaforme che non funzionano, accreditamenti bloccati per i dipendenti delle cooperative, educatori respinti in violazione del regime transitorio di legge, servizi storici come OSS, sollievo, centri diurni, trasporto e ausili cancellati o fortemente ridimensionati. Il tutto con una evidente avversione nei confronti del sistema della cooperazione sociale che non manca di denunciarlo costantemente”.
Lo dichiarano i deputati Silvio Lai (PD) e Francesca Ghirra (AVS), annunciando un’interrogazione urgente al ministro del Lavoro.
“Dai territori arrivano denunce circostanziate – spiegano –: i professionisti dipendenti di cooperative non riescono a completare l’accreditamento, i beneficiari non possono selezionarli, non sono visibili budget e dati necessari alla pianificazione degli interventi, regnano incertezza su fatture e pagamenti, e non ci sono regole chiare per la sostituzione durante ferie o malattia. È un corto circuito che scarica sui più fragili i costi dell’improvvisazione. L’INPS ha detto di aver reintrodotto OSS/OSA e promesso soluzioni informatiche, più un +25% del budget individuale come compensazione per i servizi eliminati. Ma sul campo le criticità permangono e quel +25% non sostituisce un centro diurno o un trasporto assistito per un ultra-ottantenne. Lo dicono chiaramente anche gli Ambiti e i Sindaci – come a Nuoro – che chiedono di ripristinare le prestazioni e di mantenere il ruolo degli ATS e delle cooperative sociali. Sugli educatori socio-pedagogici – incalzano Lai e Ghirra – il bando va allineato alla legge 15/2025: finché gli Albi non sono operativi, chi ha presentato domanda può lavorare. Chiediamo una circolare immediata per evitare esclusioni illegittime e interruzioni dei progetti educativi. Vogliamo risposte con date: quando saranno abilitati direttamente gli enti del Terzo Settore per l’inserimento dei propri dipendenti? Quando saranno ripristinate le prestazioni integrative essenziali? Quali indicatori si useranno per verificare gli effetti reali del nuovo schema? E perché non rendere obbligatoria la piattaforma SICARE per la rendicontazione di tutti, come proposto dalle organizzazioni? Il Governo smetta di fare propaganda e metta in sicurezza l’assistenza domiciliare: tavolo immediato con ANCI, Regioni e Terzo Settore, ripristino dei servizi essenziali, tutela dell’occupazione e rispetto dei CCNL e della sicurezza sul lavoro. Il welfare - concludono - si fa con le persone e con regole chiare, non con slogan”.
“L’accordo del comune di Roma con Cgil, Cisl, e le associazioni dei costruttori, sul badge telematico di cantiere e’ un fatto molto importante. Un ulteriore passo per la sicurezza nei luoghi di lavoro e per i diritti di chi lavora. Da tempo chiediamo che venga introdotto nella legislazione italiana e reso obbligatorio. Continueremo a insistere e auspichiamo che il Governo ascolti i sindacati”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, e la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.
"Dopo la Francia, anche UK riconosce lo Stato di Palestina. Ora sono 4 su 5 i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad aver fatto questo passo. La maggioranza. Mancano gli USA di Trump. Meloni non pervenuta. Sta facendo anticamera alla Casa Bianca per essere autorizzata". Così su X Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.
“Tre operai morti sul lavoro a Napoli, precipitati da un montacarichi al sesto piano. Una nuova strage, questa volta al quartiere Vomero, che si aggiunge alle troppe già viste. È una guerra silenziosa che colpisce ancora il mondo dell’edilizia, con lavoratori spesso avanti con l’età, esposti a rischi enormi e tutele troppo fragili. Morire così, nel 2025, è indegno di un Paese civile. Abbiamo bisogno di un cambio di rotta radicale, e le risposte al momento sono insufficienti. Sicuramente servono più controlli e più ispettori. Ma occorre soprattutto una rivoluzione nel sistema degli appalti, attraverso la responsabilità dell’azienda appaltatrice lungo tutta la catena della produzione e soprattutto il superamento di qualsiasi forma di precarietà che è uno dei maggiori fattori di insicurezza.
La sicurezza deve essere vista come un investimento, non come un costo. Non si può morire sul posto di lavoro”.
Così i parlamentari democratici, Marco Sarracino, Sandro Ruotolo e Arturo Scotto.
“Finalmente chiuse le indagini, ora si arrivi rapidamente a una conclusione. Deve emergere tutta la dinamica, comprese le condizioni di lavoro, i tempi ristretti, i carichi eccessivi e i processi burocratici complessi che, come abbiamo segnalato nella relazione prodotta dalla Commissione nel settembre scorso, hanno determinato il grave incidente ferroviario che ha scosso il nostro territorio”.
Così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, dopo la chiusura delle indagini sulla strage di Brandizzo.
“Credo si debba fare un plauso al lavoro della procura di Ivrea che, nonostante la ben nota carenza di personale e di risorse, è riuscita a concludere in tempi ragionevoli un lavoro certamente molto complesso - prosegue Gribaudo - Nella Relazione pubblicata dalla Commissione abbiamo fornito delle indicazioni per garantire la sicurezza di chi lavora sui binari, dove si continua a morire”.
“Mi auguro che queste proposte possano venire presto prese nella dovuta considerazione, anche alla luce di quanto emergerà dall'indagine giudiziaria. Perché è certamente indispensabile individuare le responsabilità, lo dobbiamo alle vittime e ai loro famigliari, che troppo spesso vedono trascorrere troppo tempo prima di avere giustizia. Ma dobbiamo, tutti, fare di tutto affinché incidenti di questo genere non accadano più” conclude Gribaudo.
“La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia prosegue il proprio operato per migliorare le condizioni di sicurezza e fare luce su quanto accaduto, perché non si ripeta più. Oggi, audiremo Paolo Sasso, responsabile idroelettrico in Italia per ENEL, in merito a quanto avvenuto a Suviana”.
Così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro.
“Come Commissione abbiamo aperto fin da subito un’inchiesta sulla strage che il 9 aprile del 2024 portò via sette lavoratori. Il tema è complesso ma serve agire per individuare le responsabilità, ma soprattutto per fare in modo che fatti del genere non capitino più. Sta anche alla politica portare quel cambiamento forte e necessario, in termini di normative e rivoluzione culturale, per evitare tragedie come queste”.
La proposta della Commissione Europea sul bilancio agricolo per il periodo 2028–2034 è una scelta grave e profondamente sbagliata. Tagliare quasi il 20% delle risorse destinate alla Politica Agricola Comune significa colpire al cuore uno dei pilastri storici e fondativi dell’Unione così come è un errore diluire le risorse dentro un fondo comune. Così si creano contrapposizioni e competizioni che porteranno a scelte non oggettive legate ai bisogni reali della gente e dei territori”.
Lo dichiarano il capogruppo Pd della Commissione Agricoltura della Camera, Antonella Forattini e i deputati, Stefania Marino, Andrea Rossi, Nadia Romeo e Stefano Vaccari.
“È inaccettabile - aggiungono - che a fronte delle sfide climatiche, economiche e geopolitiche che il settore primario si trova ad affrontare, si scelga proprio di ridimensionare gli strumenti che finora hanno garantito produzione alimentare di qualità, sicurezza, coesione sociale e presidio del territorio nel contesto di una equa e sostenibile transizione ecologica. La proposta della presidente von der Leyen e del commissario Fitto di trasformare la PAC in una generica “linea guida” per i piani nazionali è un vero e proprio arretramento politico e culturale, che nega il ruolo dell’agricoltura come leva strategica per il futuro dell’Europa. Privare Regioni, agricoltori e comunità rurali della possibilità di programmare e investire significa abbandonare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e sostenibilità ambientale.
Questa rinazionalizzazione mascherata è un regalo alle destre nazionaliste, che non aspettano altro che vedere l’Europa ritirarsi dai suoi compiti più nobili. Invece di indebolire la PAC, la Commissione dovrebbe rafforzarla, ascoltando chi nei territori ha esperienza diretta dei bisogni delle imprese agricole e delle filiere agroalimentari. Il Partito Democratico si opporrà con fermezza a questa impostazione. L’agricoltura non è un capitolo di spesa da tagliare, ma una scelta strategica per lo sviluppo, la qualità della vita e la sovranità alimentare del continente europeo. Difendere la PAC significa difendere l’Europa. Servivano - concludono - altre scelte economiche e vedremo se ora il Lollobrigida, Fitto e il governo italiano sapranno esprimere con forza la loro contrarietà nel successivo percorso parlamentare per scongiurare questo scenario o si gireranno dall’altra parte come hanno fatto con i dazi per non disturbare gli alleati sovranisti. Li misureremo sul campo”.
Oggi una delegazione del Partito Democratico composta dalla capogruppo alla Camera Chiara Braga, dalla coordinatrice della segreteria nazionale Marta Bonafoni, e dai deputati Maria Cecilia Guerra, Arturo Scotto, Laura Boldrini, Antonella Forattini e Rachele Scarpa, ha incontrato presso la Sala Berlinguer della Camera — insieme a parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra — i familiari di Satnam Singh, il bracciante indiano morto in condizioni disumane il 19 giugno dello scorso anno in seguito a un incidente sul lavoro in un’azienda agricola nell’agropontino.
“Satnam è stato abbandonato davanti alla sua abitazione, con un braccio amputato poggiato in una cassetta della frutta. Un atto brutale che ha scosso il Paese e messo ancora una volta sotto i riflettori la realtà dello sfruttamento nei campi” hanno detto i deputati nel corso di un incontro definito “intenso e toccante”. L’incontro promosso dalla CGIL è stato un momento di ascolto e di condivisione del dolore della famiglia, oggi in Italia per seguire il processo sul caso. “Un incontro che ha avuto un duplice valore - hanno detto i democratici - da un lato, testimoniare la vicinanza concreta della nostra comunità politica e delle istituzioni a chi chiede giustizia; dall’altro, rinnovare il nostro impegno a trasformare il dolore in azione politica e legislativa.
“La richiesta di giustizia della famiglia di Satnam è sacrosanta”, ha detto Chiara Braga. “E quella richiesta oggi è arrivata fino al Parlamento, dove ci impegniamo perché tragedie come questa non si ripetano mai più. Il Partito Democratico continuerà a battersi per rafforzare le leggi contro il caporalato, migliorare i controlli e garantire reali tutele per tutti i lavoratori agricoli, in particolare quelli più vulnerabili. Le morti sul lavoro nel nostro Paese sono ancora troppe e colpiscono in modo drammatico i cittadini stranieri, più esposti allo sfruttamento, all’insicurezza e all’illegalità” ha concluso la capogruppo democratica.
“Quanto emerge dall’indagine del Tribunale di Milano desta inquietudine. L’azienda Loro Piana era capofila di una catena di appalti ed esternalizzazioni, in cui comparivano imprese che non producono ma distribuiscono le commesse ad altri, con il risultato finale di comprimere i diritti dei lavoratori, pagarli quattro soldi, aggirare regole di sicurezza. L’enormità dello sfruttamento appare dal dato di prezzo: una giacca di lusso pagata 86 euro a chi la produceva davvero e commercializzata al consumatore finale a un prezzo compreso fra i 1000 e i 3000 euro. Presenteremo una interrogazione: occorre interrompere la spirale della precarietà, del sottosalario e dei subappalti che stanno impoverendo il lavoro portandolo a livelli di sfruttamento senza precedenti”.
Così la deputata dem e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra, e il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“L’arresto a Milano del capo della gang specializzata in attacchi ransomware è un risultato significativo che dimostra la capacità della nostra Polizia Postale e dei centri cibernetici di intervenire con efficacia e concretezza.
Per dare continuità a questi risultati serve un piano strutturato per prevenire la minaccia ransomware e per rispondere ai continui tentativi di estorsione informatica subiti quotidianamente da aziende e pubbliche amministrazioni.”
Lo dichiara Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico, responsabile nazionale del tema sicurezza del PD e già Vice-Ministro dell’Interno, commentando l’operazione internazionale coordinata tra Italia, Francia e Romania che ha portato all’arresto di un 44enne, ritenuto il leader della gang “Diskstation”.
“L’operazione – portata avanti dal Centro Cibernetico di Milano e dalla Polizia Postale – smantella una rete che chiedeva riscatti in cripto valute alle nostre aziende e pubbliche amministrazioni, mettendo così al riparo l’Italia da ulteriori danni economici e informatici. È il frutto di un lavoro serio, coordinato e professionale, che merita il nostro riconoscimento.”
“Per garantire che gli attacchi ransomware diminuiscano in modo strutturale il Partito Democratico ha già da tempo depositato misure concrete per la definizione di una strategia nazionale per
il contrasto degli attacchi informatici a scopo di estorsione. È arrivato il momento che il governo si attivi contro i ransomware, che colpiscono da tempo nel profondo la nostra economia nazionale, le imprese italiane e minacciano la sicurezza nazionale".
Così in una nota Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico e responsabile nazionale per la Sicurezza.
“Con un certo ritardo, in particolare rispetto alle necessità dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina che sono alle porte, arriva questo decreto Sport. Il nostro sarà un posizionamento non certo ideologico, ma puntuale su iniziative e aspetti da migliorare. Ci sono cose che condividiamo ed altre assolutamente no, come il tentativo sempre più evidente di occupare spazi di potere nella governance di alcune grandi manifestazioni sportive. Tutti i nostri emendamenti sono stati dichiarati ammissibili e questo lo riteniamo un buon risultato per il PD perché abbiamo lavorato nella direzione del buon senso e del tentativo di migliorare il decreto. Gli articoli sono estremamente diversi fra loro: dai Giochi Olimpici a quelli Paralimpici (ci preoccupa l’incremento di oltre il 300% delle risorse che dovrà gestire, in pochissimi tempo, il commissario ai Giochi Paralimpici e chiederemo spiegazioni su cosa sia successo), all’America’s cup a Napoli, ai Giochi del Mediterraneo, al tentativo di ingresso a piedi pari nella governance della ATP Finals di tennis, ai compiti della neo-insediata commissione che dovrà valutare i bilanci delle società calcistiche, alla sicurezza sulle piste da sci. Come sempre il Partito Democratico farà il suo lavoro fino in fondo per migliorare il decreto”. Lo dichiara Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile nazionale Sport.
“Oggi a Torino abbiamo presentato la proposta di legge Griseri Prisco, a mia prima firma, che prevede per i rider dipendenti un’integrazione salariale nei giorni di allerta meteo, senza provvedimenti emergenziali. Questo perché il cambiamento climatico è un dato di fatto innegabile: non possiamo più permetterci di arrivare impreparati a ogni avversità metereologica, occorrono misure strutturali e non emergenziali. Non solo: per quanto riguarda i rider autonomi e parasubordinati, che ad oggi non hanno alcuna tutela se non la possibilità di non lavorare e non avere alcun compenso, sarà previsto l’avvio di una sperimentazione triennale con ammortizzatore sociale dedicato. Chiediamo un fondo di 10 milioni l’anno per 3 anni. Ma soprattutto chiediamo la volontà del Governo e di questa maggioranza a lavorare per la salute e la sicurezza di questi lavoratori”. Così la vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo che questa mattina, insieme al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il presidente di ARCI Torino Daniele Mandarano e il segretario di Nidil Cgil Torino Danilo Bonucci, ha illustrato l’iniziativa.
“L’obiettivo della legge è di sospendere le consegne e tutelare economicamente i rider nei giorni di emergenza climatica. Pioggia torrenziale, caldo estremo, vento, eruzioni vulcaniche: lavorare non deve significare rischiare la vita. L’immagine che ha acceso la legge è quella descritta da uno degli ultimi articoli scritti dal giornalista di Torino Paolo Griseri, che pochi giorni prima di mancare descrisse le condizioni di lavoro dei rider durante l’alluvione di Bologna, a ottobre 2024. Contemporaneamente, abbiamo scelto di dedicare la legge anche ad Antonio Prisco, rider e sindacalista”.