03/06/2025 - 13:42

“Chi sostiene che non si deve votare al Referendum dovrebbe guardarsi allo specchio e riflettere su quello che ha fatto finora ad esempio sulla sicurezza sul lavoro. I numeri non mentono mai e rivelano quanto il Governo perda tempo e non applichi nessuna misura efficace. La cosiddetta patente a crediti, che è poco più di una gigantesca autocertificazione, riguarda quasi 800mila imprese edili. Di queste hanno attivato la patente circa la metà, 432mila. Al 30 aprile del 2025 i controlli effettuati sono stati poco più di 12mila, ovvero il 2,7 per cento delle aziende, e le sospensioni - che non significa interruzione di attività - sono state appena 21, ovvero lo 0,0004 per cento. Sono dati del Ministero del Lavoro che ha risposto a una interrogazione del Pd qualche settimana fa. Quando la Calderone dice che stanno facendo tanto per limitare i morti sul lavoro racconta balle. In un Parse dove nel 2024 sono morti 1080 operai nei cantieri queste misure sono poco più che simboliche. Per queste ragioni vanno messi in campo strumenti straordinari: dall’eliminazione del massimo ribasso alla fine dei subappalti a cascata, dall’assunzione di almeno mille ispettori in più alla responsabilità in solido delle imprese committenti. Quest’ultima misura è prevista nel referendum dell’8 e 9 giugno. Davanti all’immobilismo del Governo e alla gravità dei numeri occorre andare a votare in tanti anche per questo”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

03/06/2025 - 13:03

“Giorgia Meloni va a votare ma non va a votare. L’ennesima presa in giro di una presidente del consiglio che non sa scegliere tra più sicurezza sul lavoro o più precarietà. Noi invece sappiamo da che parte stare, e per questo invitiamo a votare 5 Sì, per un’Italia più giusta e con più diritti” così il deputato democratico, Marco Sarracino.

01/06/2025 - 15:12

"La ministra Calderone, ‘laureata' in precarizzazione del mondo del lavoro, oggi da Genova spiega che il giorno dopo il referendum continuerà a lavorare sulla sicurezza del lavoro. La domanda è: perché non lo ha fatto prima? Visto che la sua patente a crediti si è rivelata nient’altro che una gigantesca autcertificazione che ha riguardato solo la metà delle imprese edili a cui sono stati fatti meno del 2 per cento dei controlli e appena 20 sospensioni di patente. Sono dati dell’Inail rispondendo a una interrogazione del Pd, non della Cgil. Fanno solo chiacchiere”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

"Dopo tanti decreti inutili - conclude Scotto - dove la parola sicurezza è stata usata e abusata solo per reprimere chi dissente e chi protesta, una sola misura doveva fare il governo per decreto: introdurre il principio della responsabilità delle imprese committenti lungo la catena degli appalti. Per la destra però il dramma di 3 morti sul lavoro al giorno non è un urgenza. Perché non vogliono toccare interessi consolidati e continuare a garantire l’impunità dei colletti bianchi. Il referendum dell’8 e 9 giugno è una risposta all’azione dannosa e inefficace del governo e della ministra Calderone. Bisogna andare a votare".

 

31/05/2025 - 16:00

"La ministra Calderone, ‘laureata' in precarizzazione del mondo del lavoro, oggi da Genova spiega che il giorno dopo il referendum continuerà a lavorare sulla sicurezza del lavoro. La domanda è: perché non lo ha fatto prima? Visto che la sua patente a crediti si è rivelata nient’altro che una gigantesca autcertificazione che ha riguardato solo la metà delle imprese edili a cui sono stati fatti meno del 2 per cento dei controlli e appena 20 sospensioni di patente. Sono dati dell’Inail rispondendo a una interrogazione del Pd, non della Cgil. Fanno solo chiacchiere”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

"Dopo tanti decreti inutili - conclude Scotto - dove la parola sicurezza è stata usata e abusata solo per reprimere chi dissente e chi protesta, una sola misura doveva fare il governo per decreto: introdurre il principio della responsabilità delle imprese committenti lungo la catena degli appalti. Per la destra però il dramma di 3 morti sul lavoro al giorno non è un urgenza. Perché non vogliono toccare interessi consolidati e continuare a garantire l’impunità dei colletti bianchi. Il referendum dell’8 e 9 giugno è una risposta all’azione dannosa e inefficace del governo e della ministra Calderone. Bisogna andare a votare".

 

30/05/2025 - 17:11

“La sicurezza sul lavoro continua ad essere un tema sistematicamente enunciato, ma dimenticato dal governo Meloni quando si tratta di soluzioni concrete ed efficaci. Così la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico, interviene sul drammatico tema degli incidenti sul lavoro e ne collega l’urgenza al referendum abrogativo previsto per l’8 e 9 giugno.

«La cosiddetta patente a crediti – prosegue l’esponente dem - è stata costruita male: inefficace, senza reali controlli e priva di sanzioni. Un meccanismo che, così com'è, non tutela i lavoratori e non garantisce la sicurezza nei luoghi di lavoro. È proprio nella catena degli appalti che si verificano i più gravi infortuni: si cercano contratti al ribasso, dove al contenimento dei costi corrisponde una compressione delle tutele, dei salari e delle condizioni di sicurezza.

“Il referendum – conclude Guerra - rappresenta un’occasione per rimettere al centro la responsabilità delle imprese committenti. Chiediamo che chi appalta un lavoro sia obbligato a valutare attentamente l’affidabilità e la qualità dell’impresa a cui affida l’opera. In caso di incidente, se l’impresa appaltatrice non è in grado di garantire il risarcimento dovuto al lavoratore infortunato, deve risponderne il committente. Questa non è solo una mancanza d’interesse del governo Meloni per la sicurezza, ma è un rifiuto radicato in una precisa visione politica”.

 

30/05/2025 - 15:34

A rischio migliaia di posti di lavoro.

“L’articolo 18 del decreto Sicurezza varato dal governo Meloni rischia di infliggere un colpo mortale all’intera filiera della canapa industriale, vietando importazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze. Una norma ideologica, priva di fondamento scientifico, che mette a rischio un settore in crescita e con un forte potenziale occupazionale, in particolare tra i giovani.” Lo dichiara la deputata Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.

“Si parla di circa 23.000 lavoratori coinvolti e di un fatturato – prosegue l’esponente dem - che si aggira intorno al miliardo di euro. Si tratta di giovani imprenditori che hanno creduto in questo settore, investendo risorse e sviluppando un’industria in grado di produrre ed esportare non solo infiorescenze, ma una vasta gamma di prodotti derivati. Ora, dall’oggi al domani, questa categoria rischia di essere criminalizzata, senza alcun ammortizzatore sociale o forma di compensazione”.

“Nonostante gli appelli del settore e delle associazioni di categoria – conclude Forattini - l’esecutivo ha tirato dritto per pura ideologia, ignorando le evidenze economiche, occupazionali e scientifiche. Ma il Partito Democratico non resterà a guardare. Continueremo questa battaglia in Parlamento e fuori, a fianco delle imprese e dei lavoratori. Inoltre, rilanciamo la nostra proposta di legge sulla cannabis terapeutica, su cui il governo continua a non dare risposte, ma il tempo del silenzio è scaduto”.

 

30/05/2025 - 10:50

“Confindustria ha certificato ciò che denunciamo da mesi: questo governo è laureato in immobilismo. Nessuna strategia industriale, nessuna risposta alle emergenze delle imprese e delle famiglie, a partire dai costi energetici, e nessuna misura per contrastare il crollo della produzione industriale che dura da 26 mesi consecutivi. Così si mette a rischio il futuro della manifattura italiana e il ruolo del nostro Paese come seconda potenza industriale dell’UE”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervistato sui canali social dei deputati dem.

“Nel frattempo – ha aggiunto l’esponente Pd - i lavoratori non hanno ancora recuperato il potere d’acquisto perduto prima e dopo il Covid. Nei mercati, nelle fabbriche, negli ospedali, si parla solo di una cosa: della difficoltà di arrivare alla fine del mese. Ma per la presidente Meloni, tutto va bene. Madama la Marchesa. Il Partito Democratico ha presentato una mozione unitaria sul lavoro povero per rilanciare la necessità di una terapia d’urto: bisogna intervenire con forza, a partire dal salario minimo legale. Ma è altrettanto fondamentale sostenere il referendum dell’8 e 9 giugno. Chi viene licenziato ingiustamente deve essere reintegrato. I diritti non sono monetizzabili”.

“Non esiste un Paese democratico – ha concluso Scotto - in cui la libertà di licenziare è assoluta. Un lavoro precario o ricattabile significa meno salario, meno sicurezza, meno tutele. Per questo invitiamo tutte e tutti a votare, per cambiare le cose davvero. I diritti non ci sono stati regalati, li abbiamo conquistati. Ora è il momento di difenderli e rilanciarli”.

 

29/05/2025 - 15:45

“Con questo provvedimento oggi si consolida una prassi di svilimento e umiliazione del Parlamento, con la maggioranza assente e silente che evidenzia ancora di piu' l’impostazione autoritaria e antidemocratica di questa norma.
La destra sta facendo un’operazione di pura propaganda, che pero’ manda i bambini in carcere, vieta ai lavoratori di manifestare per salvare il proprio posto di lavoro, punisce duramente chi legittimamente protesta con la resistenza passiva.
Una propaganda costruita per coprire l’incapacità strutturale del Governo di affrontare i veri problemi del Paese: i salari, i giovani costretti a scappare, il costo della vita sempre più inconciliabile con i redditi delle famiglie.
Anziché governare questa maggioranza insegue i fantasmi dell’insicurezza parlando alla pancia del Paese, senza mai offrigli soluzioni reali.
Questo decreto non offre un euro in più alle forze dell’ordine, non prevede alcun piano strutturale per rafforzare l’organico, non investe nella formazione, non innova i sistemi di prevenzione. Nulla. Solo nuovi reati bandiera, meno garanzie, meno diritti, certamente non sicurezza.
La sicurezza vera si costruisce con più giustizia sociale, più istruzione, più lavoro stabile, piu’ partecipazione democratica. Temi sui quali il Governo continua a non dare risposte ”. Lo ha detto in Aula Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera dichiarando parere contrario al dl sicurezza.

29/05/2025 - 15:30

“Ci apprestiamo a votare l’ennesimo decreto legge che è parte di un disegno che sta lentamente ma costantemente restringendo lo spazio dei diritti, concentrando il potere decisionale nell’esecutivo e mortificando il ruolo del Parlamento. È pura propaganda. Ma tra la propaganda e la realtà c’è una grande differenza. Così il deputato Paolo Ciani, vicecapogruppo Pd-Idp e segretario di Demos intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto sul Dl sicurezza.

“In Italia – ha proseguito l’esponente Pd-Idp - esiste un tema di sicurezza: la violenza sulle donne, le morti sul lavoro, il lavoro povero, la lotta alla criminalità organizzata, grande assente di questo ‘pacchetto sicurezza’, le morti in mare, i suicidi in carcere. Invece la destra colpisce il diritto di manifestare, si inventa norme etniche che mettono i bambini in carcere, equipara la resistenza passiva non violenta alla rivolta, interviene sui servizi segreti, che su autorizzazione del presidente del Consiglio, potranno avere un ruolo attivo nella direzione o organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, e purtroppo non è uno scherzo. Ad una società complessa questo governo ha un’unica risposta, più carcere, più pene, più repressione: infatti crea 14 nuove fattispecie di reato e 9 nuove aggravanti”.
“Ma – ha concluso Ciani - il carcere in Italia, secondo la Costituzione, non dovrebbe avere un ruolo repressivo, ma di rieducazione; invece in carcere si soffre e si muore, con un sovraffollamento del 150%, carenza di personale, strutture fatiscenti e attività minime. L’ultimo suicidio è di due giorni fa, a Varese in un carcere che per le norme italiane è ‘dismesso’ dal 2001 e invece ospita il doppio delle persone previste. Questa è la realtà. E smettetela di dire che voi sareste dalla parte delle forze dell’ordine e noi no. Chi protesta, lo fa contro di voi e le vostre politiche, non contro le forze dell’ordine, di cui voi vorreste snaturare le funzioni. Noi siamo qui da giorni utilizzando ogni mezzo democratico per dire che non ci stiamo. Che la sicurezza non si costruisce con più carcere, ma con più scuola, più casa, più lavoro, più cultura, più solidarietà. E continueremo, insieme a tanti, a difendere la nostra democrazia, i suoi valori, la sua umanità. Perché è da lì, e solo da lì, che può venire una sicurezza vera, condivisa, profonda, per tutti”.

 

 

29/05/2025 - 13:42

“La storia della rana bollita viene spesso usata per raccontare il pericolo del riscaldamento del pianeta, la temperatura sale lentamente, il pianeta si scalda sempre di più e senza nemmeno accorgercene finiamo stecchiti come la rana nella pentola. Ma questa storia si presta a descrivere piuttosto bene anche quello che può accadere quando da democrazia liberale ci si trasforma in democratura. Al posto della temperatura che sale mettiamo i diritti che scendono, che si comprimono e vengono lentamente cancellati”.

Così la deputata del Pd, Eleonora Evi, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul Dl Sicurezza.

La libertà di dissentire e manifestare - aggiunge - viene a poco a poco soffocata. Si creano nuovi reati, si aumentano le pene, si puniscono con il carcere anche le azioni di disobbedienza civile. Dal reato di blocco stradale che diventa penale e punisce con il carcere chi protesta in modo pacifico e con il proprio corpo, penso agli ecoattivisti per il clima o ai lavoratori a cui questo governo sta dicendo, ‘state zitti’, ‘non disturbate’. O ancora la misura del daspo urbano che può scattare con una semplice denuncia, per arrivare alla norma oscena che manderà dietro le sbarre donne incinte e neomamme accanendosi così sui bambini, altro che difesa dell’interesse superiore del minore. E poi un capolavoro di pura propaganda. Azzerate il comparto della canapa made in Italy. Per la vostra ottusità - conclude - migliaia di agricoltori e imprese dall’oggi al domani sono senza lavoro. Tutto per portare avanti la vostra crociata basata su fake news e pregiudizi. Complimenti”.

 

 

29/05/2025 - 13:11

“Il dl Sicurezza è il manifesto del cinismo, del sadismo e dello strabismo della destra. Un passo verso Orban. Sono giustizialisti con i giustiziati dalla vita e garantisti con i garantiti da una vita grazie al cognome che portano e dal conto in banca che hanno. Tant’è che la loro linea politica è condoni agli evasori e manette ai poveracci. Il reato di blocco stradale porta l’Italia a un passo da Orban. Si criminalizza il dissenso degli studenti e dei lavoratori. Per 48 ore li abbiamo bloccati in Parlamento. Continueremo a farlo oggi e nel Paese nelle prossime settimane. Stanno trasformando l’Italia in una democrazia autoritaria”.

 

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

29/05/2025 - 13:02

“Il dl Sicurezza è il manifesto del cinismo, del sadismo e dello strabismo della destra. Un passo verso Orban. Sono giustizialisti con i giustiziati dalla vita e garantisti con i garantiti da una vita grazie al cognome che portano e dal conto in banca che hanno. Tant’è che la loro linea politica è condoni agli evasori e manette ai poveracci. Il reato di blocco stradale porta l’Italia a un passo da Orban. Si criminalizza il dissenso degli studenti e dei lavoratori. Per 48 ore li abbiamo bloccati in Parlamento. Continueremo a farlo oggi e nel Paese nelle prossime settimane. Stanno trasformando l’Italia in una democrazia autoritaria”.

 

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

29/05/2025 - 12:07

“La sicurezza in questo decreto viene vista attraverso il vostro storytelling come un elemento di paura, come elemento di grave emergenza nazionale, dove ogni volta lo scontro è fra cittadini ed istituzioni.

E invece il significato della parola sicurezza lo dà proprio la costituzione della Repubblica che nell’articolo due riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali.

La sicurezza è parte di noi e della nostra quotidianità. E non è solo aumentare i presidi delle forze dell’ordine che ringrazio per il loro lavoro e impegno quotidiano, ma anche un’azione di proposta, attraverso la costruzione di infrastrutture sociali, di scuole aperte tutto il giorno, di dare una risposta diversa alle difficoltà sociali, con strumenti culturali, che creano una comunità consapevole e non una comunità divisa, non azioni repressive verso i cittadini. Ecco noi dobbiamo modificare questo storytelling, dobbiamo riuscire ad essere diversi e lo stiamo dimostrando, di essere diversi da voi”. Lo ha detto in Aula Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, dichiarando il parere fermamente contrario del Pd al dl sicurezza.

 

29/05/2025 - 11:02

“Questo decreto è inutile e non servirà a garantire la sicurezza del nostro Paese, ma è anche pericoloso per le libertà costituzionali. Questo decreto sicurezza è la vostra coperta di Linus per non occuparsi delle vere emergenze del Paese, che sono la produzione industriale in calo, i giovani laureati che scappano dall’Italia perché non trovano lavoro, i prezzi alle stelle dell’energia.
Sicurezza non è aumentare il numero dei reati, le pene, i bambini con le loro madri in carcere. La sicurezza è mettere nelle condizioni i nostri Comuni di far fronte ai problemi sociali ed economici, è una strategia di prevenzione. E invece voi avete tagliato risorse importantissime ai Comuni, e lo farete per i prossimi sette anni, risorse che sarebbero servite proprio ad affrontare tutti i problemi che riguardano la sicurezza, come la riqualificazione urbana, le politiche sociali. Voi avete fatto questo e altri decreti cavalcando la vostra furia ideologica ma senza fare assolutamente nulla di concreto per i cittadini”. Lo ha detto in Aula Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del gruppo Pd alla Camera, dichiarando il parere fermamente contrario del Pd al dl sicurezza.

28/05/2025 - 18:34

"E' di oggi la notizia che la procura del tribunale per i minori di Genova ha chiesto il processo per uno studente di 16 anni accusato di avere stuprato una compagna di 15 anni a scuola. L'ennesimo caso di violenza contro una giovanissima donna che, al netto di cosa decideranno i giudici, deve richiamarci tutte e tutti all'urgenza di interventi concreti di nelle scuole. Interventi che prevedano l'educazione sessuale e all'affettività. Se vogliamo parlare di sicurezza e anche di sicurezza delle donne, dobbiamo parlare di formazione ed educazione.
Niente di tutto questo è previsto nel decreto repressione, che la maggioranza si ostina a chiamare "decreto sicurezza". Repressione del dissenso, repressione della protesta, repressione della resistenza passiva. C'è, invece, un ordine del giorno della Lega che rimette in campo la malsana idea della castrazione chimica. Come se lo stupro fosse il frutto di una disfunzione e non un esercizio di potere, una volontà di sottomissione e umiliazione, un esercizio di possesso del corpo della donna. Questa perversa mentalità non si supera certo con la castrazione chimica ma con un profondo lavoro culturale. Purtroppo l'idea di sicurezza della maggioranza è questa: reprimere quando i reati sono già avvenuti. Mai prevenire, mai educare, mai preoccuparsi di arrivare prima di avere una vittima e un carnefice. Solo l'ennesima bandierina ideologica: 14 nuovi reati e nuovi aumenti delle pene. Molto rumore per non risolvere alcun problema". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

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