“Ai Premi David di Donatello, ospitati al Quirinale, il ministro della Cultura ha reagito in modo risentito alle critiche espresse da Elio Germano, sottolineando la presunta gravità di essere stato contestato in una sede istituzionale. Oggi, nel corso di un evento ufficiale alla Camera dei deputati dedicato alla presentazione dei dati di bilancio di Ales, lo stesso ministro Giuli ha scelto di utilizzare un contesto istituzionale per sferrare un attacco frontale a Marcello Veneziani, colpevole di aver espresso una valutazione severa sull’irrilevanza dell’azione del governo Meloni. Al di là del merito delle posizioni di Veneziani, emerge con evidenza la difficoltà del ministro Giuli nel rapportarsi al dissenso e nel sostenere un confronto critico. Le istituzioni della Repubblica non possono diventare lo spazio per regolare conti personali né per alimentare polemiche politiche. Quel linguaggio e quella impostazione allergica a ogni voce critica appartengono ad altri contesti: forse è lo stile di Atreju, il luogo in cui Giorgia Meloni e i suoi esponenti di partito amano spavaldeggiare e celebrare un’unità e una compattezza che, come dimostrato in questi giorni al Senato, esistono solo nelle fantasie di Palazzo Chigi. Il ministro Giuli eviti di polemizzare per spostare l’attenzione altrove e si concentri sul punto centrale: questa è quarta manovra di bilancio del Governo Meloni che taglia risorse alla cultura, indebolendo un settore strategico per il Paese. E Giuli in questa tornata ne è il diretto responsabile”. Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
"Nel fantastico mondo della ministra Bernini non trovano spazio le tante segnalazioni degli studenti, delle famiglie e dei docenti che vivono in una tempesta perfetta creata dalla riforma di questo governo.”. Lo dichiara la deputata e capogruppo Pd in Commissione Cultura, Irene Manzi intervenendo sull'informativa della ministra Bernini sull'accesso ai corsi di laurea in medicina. “Bernini – sottolinea la parlamentare dem - parla di merito e si nasconde dietro presunti sabotaggi ma sono i dati Gimbe che sconfessano il le parole della ministra: sono state concentrate 450 ore di lezione in 60 giorni. In poche parole il semestre promesso è diventato un bimestre con didattica a distanza e scarsa interazione con i docenti.”. “Questo si chiama merito? No è la Caporetto annunciata di una riforma superflua il cui fallimento la ministra dovrebbe riconoscere chiedendo scusa. Le stesse scuse che la ministra dovrebbe agli studenti irrisi ed oggetto di un bullismo istituzionale davanti a platee politicamente amiche. Non servono delle toppe, serve rivedere nel profondo il contenuto della riforma all’interno delle aule parlamentari, riaprendo il confronto ed il dibattito su una legge profondamente sbagliata ed inadeguata per gli studenti, le università ed i loro docenti”, conclude Manzi.
“Il rapporto Made in Immigritaly di Fai Cisl e Centro Studi Confronti, presentato su mia iniziativa oggi alla Camera, mette nero su bianco una verità che la politica, soprattutto al governo, continua a eludere: l’agroalimentare italiano si regge strutturalmente sul lavoro delle persone immigrate. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni. Nel settore agricolo lavorano circa 362mila persone straniere regolarmente occupate. Esse coprono il 31,7% delle giornate lavorative complessive: quasi un giorno di lavoro agricolo su tre è svolto da un lavoratore immigrato. Senza lavoro migrante intere filiere non funzionerebbero. Ma a questa verità economica non corrisponde una verità politica. È qui che entra in gioco la responsabilità del governo. Si moltiplicano gli annunci sulla ‘lotta al caporalato’, ma i risultati concreti restano drammaticamente insufficienti”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e componente della commissione Agricoltura, intervenendo alla presentazione della ricerca “Made in Immigritaly” curata da Maurizio Ambrosini, Rando Devole e Paolo Naso, sotto la guida di Claudio Paravati, direttore del Centro Studi Confronti, dove hanno partecipato anche Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, Alessio Mammi, assessore alle Politiche Agricole della Regione Emilia-Romagna, Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl Nazionale e Sauro Rossi, segretario confederale della Cisl.
“Oltre il 60% delle aziende agricole controllate - ha aggiunto Vaccari - presenta irregolarità. Si stima che circa 230mila lavoratori agricoli siano a rischio grave di sfruttamento, e nove su dieci sono persone di origine straniera. Il caporalato non è un residuo del passato. In questo contesto c'è da registrare anche il fallimento del sistema dei flussi e del click day, figlio di una impostazione ideologica e sbagliata. Occorrerebbe una scelta di responsabilità, a cominciare dalla difesa della dignità del lavoro agricolo che significa qualità del cibo, tenuta dei territori rurali, l’idea stessa di Made in Italy come eccellenza fondata sul lavoro giusto. Allora sì - ha concluso - che potremo valorizzare ulteriormente la cucina italiana quale patrimonio dell'Unesco, anche da un punto di vista etico e dei diritti”.
Esprimo la più ferma e netta condanna per il gravissimo episodio di violenza verificatosi a Bondi Beach, che colpisce profondamente l’intera comunità australiana e desta forte preoccupazione anche tra i nostri connazionali. Atti di questa natura sono del tutto inaccettabili e rappresentano una grave violazione dei principi di sicurezza, legalità e convivenza civile», dichiara Nicola Carè, deputato italiano residente a Sydney. «In queste ore il mio pensiero va alle vittime, ai feriti e agli italiani residenti che si trovavano sul posto e che hanno vissuto momenti di grande paura e smarrimento. A loro e alle loro famiglie desidero esprimere la mia più sincera vicinanza e solidarietà». «Sono in costante contatto con le autorità australiane competenti e con i rappresentanti della comunità italiana locale, in stretto raccordo con le strutture del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per essere costantemente aggiornato sull’evoluzione della situazione e per verificare che tutti i nostri connazionali ricevano l’assistenza necessaria. Confido nell’azione delle forze dell’ordine australiane e nel pieno coordinamento istituzionale».
«Rinnovo infine la mia piena disponibilità a collaborare con le istituzioni italiane e locali, nell’interesse e a tutela degli italiani che vivono in Australia, riaffermando con forza che la violenza non può e non deve mai trovare spazio nelle nostre società».
Dichiarazione di Nicola Care’ , deputato Pd eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide
Lunedì 15 dicembre nell’Aula dei Gruppi, Via di Campo Marzio n.78, alle ore 9,30 conferenza sulla Governance Spazio.
Lo spazio non è più soltanto un ambiente da esplorare, ma è diventato un dominio strategico, con implicazioni fondamentali per la difesa e la sicurezza. Le tensioni internazionali, così presenti sulla Terra, rischiano di trasferirsi nello Spazio.
L’intasamento delle orbite spaziali determinato dal crescente numero di satelliti, circa 11.000, e dalla quantità di detriti, circa 40.000 di dimensione superiore a 10 cm e milioni di dimensione inferiore, che viaggiano a velocità che possono toccare i 28.000 km/h con rischi rilevanti per i prossimi voli spaziali, richiede nuove regolazioni concordate a livello internazionale.
Entro il prossimo decennio si prevedono da 80 a 100 nuove missioni lunari, ma non abbiamo regole condivise sulla cooperazione o per lo meno sulla competizione non aggressiva per l’utilizzazione delle risorse spaziali.
I cambiamenti richiedono una nuova visione, nuove regolazioni e un approccio aggiornato ai temi che oggi definiscono il panorama geopolitico globale.
Se ne discuterà con alcuni dei maggiori esperti alla Camera lunedì 15 dicembre, dalle ore 9.30 alle ore 12.30, presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari.
“Quasi 65mila precari hanno versato oltre 14milioni di euro di contributi alla gestione separata, eppure per l’INPS non esistono: neanche un mese accreditato, zero tutele, niente di niente. È l’iper precarietà del mondo del lavoro, ma parliamo di migliaia di persone che lavorano nei call center, nelle scuole dell’infanzia, nelle amministrazioni, nelle biblioteche. Persone che incontriamo tutti i giorni e che non hanno speranze sul futuro, oltre ad avere grandi difficoltà per il presente”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, commenta lo studio di Nidil Cgil su precarietà e lavoro autonomo.
“La stra grande maggioranza di loro non andrà in pensione né a 64 né a 67, perché non raggiungeranno gli importi minimi necessari. Ci andranno a 71, e la pensione sarà da fame. E questo nonostante abbiano lavorato tutta la vita. Anzi, molto spesso più di un lavoro, perché chi ha una partita iva “esclusiva” ma non è iscritto agli ordini, non riesce a vivere con uno stipendio solo - prosegue la deputata dem - In questo quadro drammatico donne e under 35 sono ulteriormente penalizzati”.
“Lo studio NIDIL Cgil sulla precarietà e sul lavoro autonomo è impietoso e non lascia spazio a dubbi. A questo si aggiunge che nella Manovra di Bilancio, nonostante le tante promesse ai liberi professionisti della destra, non c’è assolutamente nulla. È la realtà di un Paese che soffre: ben distante dall’immobilismo di Giorgetti e dai toni trionfalistici di Meloni” conclude Gribaudo.
"Questo provvedimento, pur non accogliendo tutte le nostre proposte, è comunque un passo avanti per dare concretezza ai diritti di cittadinanza di chi vive all'estero e per riavvicinare i cittadini italiani che vivono fuori dai confini nazionali con il nostro Paese. Oggi, infatti, al momento dell'iscrizione all'AIRE i cittadini sono cancellati dal Servizio sanitario nazionale, mantenendo una copertura limitata alle sole cure di emergenza, di conseguenza i cittadini iscritti all'AIRE nei paesi extra-europei, non avendo a disposizione lo strumento della TEAM, sono completamente impossibilitati ad accedere alle prestazioni del medico di famiglia e ai servizi del Servizio sanitario nazionale. Con questa proposta di legge viene esteso l'accesso al servizio sanitario nazionale anche agli iscritti all'Aire fuori dall'Europa. In questo modo rendiamo le difficili realtà dei ragazzi e delle famiglie che vanno all'estero meno pesanti e diamo loro la possibilità di potersi curare nel loro Paese d'origine, dove spesso tornano per ricongiungersi con le proprie famiglie.
Il concetto di fondo era infatti già stato approvato con un ordine del giorno presentato proprio da me e approvato a Dicembre 2023 all’unanimità dalla Camera dei Deputati. Purtroppo non tutto è stato recepito - avremmo infatti voluto un contributo per accedere al servizio proporzionale al reddito, una esenzione per gli studenti iscritti a corsi di laurea o di dottorato, e una esenzione per i pensionati che no usufruiscono della de-tassazione della pensione. Si tratta infatti di platee di esenzione molto piccole che avrebbero senz’altro potuto trovare spazio. Nonostante questi forti limiti, la proposta è comunque un passo avanti, e la nostra speranza è che si possano correggere questi limiti nei futuri provvedimenti”. Lo ha detto in Aula il deputato del Pd eletto nella circoscrizione estero Nord e Centro America, nella dichiarazione di voto sulla pdl che prevede l'assistenza sanitaria per i cittadini iscritti all'Aire.
“Bravo sindaco Lo Russo. Brava segretaria Schlein. È così che si affronta il tema della sicurezza in Italia, di tutti e per tutti. È questo il tono che serve alle città. Qui a Torino non c’è alcuna campagna elettorale in corso e se più forze politiche vanno finalmente nella stessa direzione, si dovrebbe festeggiare, non preoccuparsi”. Lo scrive sui suoi canali social il deputato Pd Mauro Laus.
“E invece – continua il parlamentare dem - paradossalmente, vedo che alcuni politici si agitano. Strano davvero, non sono preoccupati per i cittadini, ma perché rischia di venir meno quello spazio politico che per anni è stato una gallina dalle uova d’oro, alimentato più dalla paura che dalle soluzioni”.
“Ma la sicurezza non è una bandiera di partito. È un diritto delle persone e chi la affronta con serietà fa il bene della comunità, non di una parte. Per quanto mi riguarda, continuerò a scegliere la responsabilità al tifo da stadio. Perché i cittadini meritano soluzioni, non paure a noleggio”, conclude Lai.
Chi segnala un abuso non può essere preso di mira in un Paese civile
“A Castel Volturno il segretario cittadino del Pd, Alessandro Buffardi, ha ricevuto delle gravissime minacce solo per aver denunciato un fatto altrettanto grave: alcune studentesse della scuola alberghiera, che si stava occupando occupando dell’accoglienza di un evento pubblico, sono state messe a fare volantinaggio e propaganda politica per una candidata di Forza Italia. Una strumentalizzazione indecente da parte della destra che non ha perso occasione di sfruttare un evento pubblico come campagna elettorale, strumentalizzando giovani studenti come veicolo di propaganda elettorale e scambiando uno spazio educativo per una piazza elettorale.
Alla denuncia del segretario cittadino del Pd sono arrivate minacce pesanti, rivolte ad Alessandro e alla sua famiglia, nel tentativo di zittirlo e costringerlo a rimuovere quel post.
La mia solidarietà va innanzitutto alle studentesse, che con ogni probabilità hanno accettato quella richiesta in buona fede.
E la mia solidarietà va ad Alessandro perché continui con la sua attività, senza farsi intimidire da nessuno.
Non si transige: gli studenti non sono strumenti di propaganda e chi denuncia un abuso non può diventare il bersaglio di minacce.
Chi ha minacciato dovrà assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Basta con le minimizzazioni. In un paese civile, chi segnala un abuso, chi esprime un’opinione, chi svolge il proprio dovere nel pieno rispetto della legge non può essere preso di mira. Prevaricazione e prepotenza sono metodi inaccettabili, che tutti, indistintamente, devono respingere senza alcun tentennamento.
Non si arretra di un passo”. Lo scrive sulle sue pagine social il deputato del Pd e capogruppo in commissione Difesa di Montecitorio, Stefano Graziano.
“Condanno con la massima fermezza il gravissimo episodio avvenuto presso l’Istituto comprensivo Santa Beatrice nel quartiere Portuense.
Colpire una scuola significa colpire la comunità tutta: studenti, insegnanti, personale, famiglie.
E farlo utilizzando simboli nazifascisti rende questo atto ancor più spregevole e inquietante.
La scuola rappresenta un presidio di democrazia e convivenza civile. Attaccarla significa minare alla base i valori della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza e fondata sull’antifascismo.
A tutto il personale scolastico va la mia più sentita solidarietà. Come parlamentare e come docente continuerò ad impegnarmi affinché nelle scuole si rafforzino gli strumenti di prevenzione e di educazione alla cittadinanza attiva, al rispetto e alla memoria.
Non permetteremo che l’odio e la violenza, travestiti da bravata, trovino spazio tra i nostri ragazzi.
La scuola non si tocca.
La democrazia si difende ogni giorno”. Lo dichiara Patrizia Prestipino Deputata Pd e docente delle scuole superiori.
È vero che l’Italia si accingerebbe a negoziare direttamente con gli Stati Uniti i dazi per la pasta ed è vero che l’Italia sarebbe interessata a ridimensionare il supporto all’Ucraina? Le parole del presidente Trump lasciano poco spazio alle interpretazioni. Perciò Meloni non può far finta di nulla. Deve chiarire da che parte sta l’Italia e se è destinata a essere l’avamposto di Trump per rompere il fronte europeo e indebolire definitivamente l’Unione europea che non è soltanto un sodalizio economico, ma anche e soprattutto un patto politico tra stati che condividono valori, diritti e libertà.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Nordio riesce ancora una volta a banalizzare un tema cruciale. Dire che “l’educazione sessuale si fa in famiglia” è solo un modo per lavarsene le mani.
Vorrei ricordare al ministro Nordio, che afferma amenità del genere, che le due comunità educanti piu importanti nella vita dei ragazzi, la scuola e la famiglia, non possono essere scisse ma devono lavorare strettamente connesse e di pari passo.
Da ministro della Giustizia dovrebbe sapere che la prevenzione della violenza di genere inizia proprio dall’educazione, quella vera, fatta di rispetto, empatia e consapevolezza, non di slogan. E che l’educazione si fa a scuola già dai primi anni, e non solo in famiglia.
La sua dichiarazione è grave non solo per quello che dice, ma per ciò che rivela, cioè un’inquietante distanza dalla realtà sociale del Paese e un disprezzo per il ruolo della scuola come spazio di crescita collettiva. Nordio dovrebbe preoccuparsi dei dati dei femminicidi, che dovrebbe conoscere bene e che lo dovrebbero spingere a utilizzare il proprio ruolo istituzionale per aggredire un fenomeno ancora tropo diffuso”. Così in una nota la deputata del Pd, Patrizia Prestipino, nonché docente nelle scuole superiori.
“Ho vissuto personalmente tutte le problematiche affettive di molti studenti - aggiunge Prestipino - che siamo riusciti ad affrontare solo grazie al costante dialogo fra la scuola e le famiglie. L’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole è importantissimo. Ci auguriamo che il governo ne tenga conto”.
Prima giornata di lavori al Congresso del Partito Socialista Europeo che si è aperto oggi ad Amsterdam. Siamo nella storica Beurs van Berlage e vogliamo rilanciare l’agenda progressista in vista delle prossime sfide europee. Serve innanzitutto un cambio di passo della Commissione europea. È necessario ripartire dall’agenda delle forze progressiste: giustizia sociale, dignità umana, occupazione di qualità, welfare, clima, diritti delle minoranze, equità fiscale e stato di diritto.
Anche per questo da qui da Amsterdam è venuto chiaro un messaggio per una pace giusta in Medio Oriente e in Ucraina.
E per questo, per sostenere i valori europei come la parità di diritti e un'Europa sociale più forte il congresso ha votato l'espulsione dal partito di Smer, la forza politica slovacca fondata da Robert Fico. Siamo in una fase storica cruciale e tragica, non c’è spazio per le ambiguità: chi minaccia lo stato di diritto non può stare con le forze progressiste
Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"La gioia che vediamo nelle immagini della festa a Gaza all'annuncio dell'accordo raggiunto è la nostra gioia.
Dopo due anni di genocidio, di fame, di sofferenze indicibili, il popolo della Striscia torna a respirare e a vedere uno spiraglio di luce all'orizzonte.
E, finalmente, gli ostaggi barbaramente rapiti e imprigionati da Hamas possono tornare alle loro famiglie.
L'apertura dei valichi per l'ingresso dei camion carichi di aiuti permetterà di sfamare la popolazione di Gaza ridotta allo stremo.
Questo accordo deriva dallo sforzo dei negoziatori ed è anche il frutto delle straordinarie mobilitazioni che da molti mesi portano milioni e milioni di persone nelle piazze di tutto il mondo contro le politiche criminali di Netanyahu, inclusa l'Italia che ha visto manifestazioni oceaniche. Manifestazioni che hanno messo alle strette i governi, compreso quello italiano, che hanno sostenuto sempre Israele.
Non è il momento di abbassare l'attenzione: è solo un primo passo e, purtroppo, molte volte abbiamo assistito ad accordi disattesi che lasciavano di nuovo spazio alle bombe. Anche questa mattina, dopo l'annuncio della tregua, Israele ha continuato a bombardare Gaza. Sarà una tregua che dovrà diventare la pace che non c'è ancora. Bisogna fermare la violenta politica di annessione di Netanyahu in Cisgiordania e, soprattutto, bisogna battersi per il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese. Perché solo quando ci sarà uno Stato di Palestina libero e indipendente, accanto allo Stato di Israele, ci sarà sicurezza e pace per entrambi i popoli". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.