Dichiarazione on. Ubaldo Pagano, capogruppo Pd commissione Bilancio
L’Europa deve giocare un ruolo nel quadro di preoccupanti tensioni internazionali e far valere tutto il suo peso per individuare, insieme ai principali attori globali, un percorso di pace stabile e duraturo. Il Partito Democratico ha indicato sin dall’inizio la strada da seguire, che non è ‘semplicemente’ quella del riarmo, bensì quella di una maggiore integrazione europea che preveda anche una difesa comune. Consentire agli Stati membri di aumentare la propria spesa militare non ci avvicinerà né alla fine dei conflitti ai nostri confini, né sarà d’aiuto per rendere più sicuro il territorio dell’Unione. L’impegno, poi, oltre che alla costruzione di una difesa comune, deve essere sempre ispirato al dialogo e alla diplomazia. Con il brusco cambio di rotta degli USA, l’UE rischia di restare l’unico spazio democratico e liberale al mondo. Dobbiamo poter affermare la nostra esistenza con i mezzi legittimati dai principi a cui ci ispiriamo. Cadere nella trappola di mostrare i muscoli, invece, può solo contribuire ad esacerbare pericolosamente gli animi in una fase storica già rovente.”
Così Ubaldo Pagano, deputato del Partito democratico e capogruppo in commissione Bilancio a Montecitorio.
In merito al comunicato stampa diffuso ieri dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, relativo al conferimento del “Premio Odoardo Focherini per la libertà di stampa” alla giornalista Rai Stefania Battistini, si esprime sconcerto e ferma condanna per un’ingerenza che travalica ogni limite accettabile nei rapporti tra Stati.
È inaccettabile che una rappresentanza diplomatica straniera si permetta di sindacare sulle scelte legate alla libertà di stampa nel nostro Paese e, ancor più gravemente, si arroghi il diritto di indicare chi possa o non possa essere premiato, insinuando giudizi inaccettabili sul lavoro di una professionista dell’informazione.
Il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, così come ogni spazio di informazione libera e indipendente, non è terreno disponibile a pressioni o intromissioni esterne. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e non sarà messa in discussione da dichiarazioni intimidatorie o propagandistiche. Ci si attende una chiara presa di distanza anche da parte delle istituzioni italiane, a tutela della sovranità nazionale e del diritto di cronaca”. Così una nota dei componimenti democratici della Commissione di vigilanza Rai.
Alla vigilia del 34° anniversario della strage del Moby Prince, i deputati del Partito Democratico Simona Bonafè, Marco Simiani, Matteo Mauri e Andrea Casu hanno presentato una proposta di legge per l’istituzione, a Livorno, di un museo dedicato alle vittime della tragedia e alla promozione della sicurezza navale. L’iniziativa nasce su impulso della Federazione provinciale e comunale del Partito Democratico di Livorno, dei Giovani Democratici, del gruppo consiliare Pd e del Sindaco Luca Salvetti.
"Il lavoro approfondito svolto dalle commissioni parlamentari d’inchiesta succedutesi nel corso delle ultime legislature hanno permesso di fare importanti passi in avanti sulle dinamiche della tragedia, sulle responsabilità e sull'autenticità dei fatti. Serve ora un sforzo collettivo per arrivare alla piena verità. Crediamo – dichiarano i promotori – che la realizzazione di uno spazio pubblico possa rappresentare un segno concreto di vicinanza alle famiglie delle vittime e un luogo di memoria collettiva."
"Un museo del Moby Prince – concludono – non sarebbe soltanto un doveroso omaggio alle 140 vittime, ma anche uno strumento di sensibilizzazione, ricerca e formazione in materia di sicurezza navale e trasporto marittimo. Un presidio culturale e civile che possa contribuire al percorso di verità e giustizia che ancora oggi, dopo 34 anni, deve essere pienamente compiuto".
Nel pieno delle giornate in cui si mobilitano le piazze in tutta Italia per chiedere azioni e politiche serie sul tema della violenza maschile sulle donne, dopo che due ragazze sono state ammazzate da due giovani italiani, il ministro Nordio imputa a certe “etnie” più di altre il fenomeno esplicitando un razzismo che non dovrebbe trovare mai spazio, certamente non dal ministero che dovrebbe incarnare il principio della Giustizia uguale per tutti. Caro ministro, ma di quali etnie parla? Quali numeri avvallano queste sue tesi violente? Dove sono le politiche di prevenzione? Dopo il femminicidio Cecchettin questo governo aveva promesso azioni, ma abbiamo visto solo la solita proposta panpenalista che prevede l’ergastolo, peccato quando ci hanno già ammazzate. Sull’educazione siamo invece nelle mani di Valditara che vede schwa ovunque, della Roccella che vede gender ovunque e non abbiamo ancora capito cosa stia facendo nel suo dicastero se non pontificare su cosa sia il patriarcato, su cosa debbano fare le donne con il proprio corpo, su cosa sia femminile e cosa no. Sveglia! Servono risorse e politiche serie, altrimenti le donne continueranno ad essere uccise da uomini non in base alla loro etnia ma per la loro convinzione, trasversale a culture, classi sociali, provenienze, di poter possedere le donne, i loro corpi e le loro vite.
Così la deputata del Pd democratica Ouidad Bakkali.
"Abbiamo appreso dalla stampa italiana e internazionale che l’organizzazione Idsf ( Israel Defense and Security Forum ) che propugna apertamente le ragioni dei coloni in Cisgiordania, i crimini contro l’umanità perpetrati a Gaza e nega esplicitamente la soluzione di due popoli due Stati ha incontrato la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il commissario alla Difesa e allo spazio della commissione Europea Kubilius ed altri numerosi esponenti politici del Pe. Il Pd più volte ha ribadito l’urgenza del riconoscimento dello Stato di Palestina per offrire uno sbocco credibile alla prospettiva di pace e ha condannato con forza la politica di Israele di espansione degli insediamenti coloniali nonché i crimini orrendi perpetrati a Gaza dopo il 7 ottobre con oltre cinquantamila vittime. In questi anni ci siamo recati più volte nei luoghi in cui tutto questo sta avvenendo per promuovere dialogo e cooperazione, costruendo occasioni diplomatiche dal basso per favorire la fine delle ostilità. Riteniamo incompatibili con i valori dell’Ue la permanenza di un’organizzazione come questa nel registro delle lobby accreditate presso il parlamento di Bruxelles. E altrettanto riteniamo incompatibile con le politiche del PD intrattenere qualsiasi relazione con simili realtà. Sono organizzazioni contrarie all’obiettivo da sempre sostenuto da innumerevoli risoluzioni delle Nazioni unite e al rispetto del diritto internazionale. Chiediamo agli esponenti politici che hanno coltivato relazioni politiche con questo think tank di estrema destra di prendere apertamente le distanze da questi ed altri attori che nel campo israeliano stanno sabotando ogni soluzione politica al conflitto". Lo dichiarano Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Susanna Camusso, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Nico Stumpo, Stefano Vaccari, componenti dell'Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina
“Oggi l’aeronautica militare compie 102 anni. Negli anni ha avuto un ruolo fondamentale in operazioni di difesa, missioni umanitarie e cooperazione internazionale, oltre a contribuire all’innovazione tecnologica nel settore aerospaziale.
A tutti i militari, donne e uomini, impegnati a tutelare ogni giorno la nostra sicurezza nazionale ed internazionale, rivolgo il mio più sentito ringraziamento e i miei più sentiti auguri di continuare in questa direzione verso una sempre maggiore innovazione tecnologica, nella difesa aerea dello spazio nazionale, nella partecipazione alle emissioni internazionali di pace, nelle operazioni umanitarie e nei soccorsi di emergenza”. Lo dichiara Stefano Graziano capogruppo PD in commissione difesa di Montecitorio.
“I dati sono inequivocabili: l’Italia è costantemente sotto attacco nel cyberspazio e il governo continua a ignorare un’emergenza nazionale che sta mettendo in ginocchio imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini. Non servono altri allarmi: serve agire subito”.
Lo dichiara Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico e responsabile nazionale Sicurezza del partito, commentando i dati pubblicati dal nuovo Cyber Index 2024 di Confindustria e dal rapporto aggiornato di febbraio dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
“Secondo il Cyber Index, l’85% delle PMI italiane non è consapevole dei rischi cyber. Parliamo della spina dorsale del nostro sistema economico, completamente esposta a una minaccia crescente. Il rapporto ACN di febbraio conferma che il ransomware è oggi il principale pericolo cyber, tenuto conto anche che negli ultimi 12 mesi, si sono verificati oltre 150 attacchi ransomware pubblicamente noti nel nostro Paese. E che solo nei primi mesi del 2025 ben due aziende italiane sono già state costrette alla cassa integrazione a causa di attacchi informatici. I ransomware sono una vera emergenza nazionale.”
“In questo quadro, il Governo Meloni è rimasto fermo, ignorando ripetuti allarmi e bloccando in Commissione una nostra proposta concreta per rafforzare la resilienza cibernetica del sistema Paese. È inaccettabile. Non basta parlare di cybersicurezza nei convegni o rilasciare dichiarazioni preoccupate: è il momento di passare ai fatti.”
“Per questo abbiamo depositato una Proposta di Legge organica contro gli attacchi ransomware, che contiene misure puntuali per: rafforzare la prevenzione, sostenere chi viene colpito e interrompere i flussi di denaro verso gruppi criminali e potenze ostili.”
“Se il governo dimostrerà interesse ci troverà pronti a discuterne senza pregiudizi. Ma non si può più perdere tempo. Ogni giorno di ritardo significa nuovi ricatti, nuove perdite economiche e nuovi rischi per la nostra democrazia. La cybersicurezza non è più solo un tema tecnico: è una priorità nazionale”.
Così in una nota Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico e responsabile nazionale per la sicurezza.
“Il familismo come leva di crescita professionale e gestione del potere. Una cosa non nuova, peraltro. Per questo pretendiamo che la Ministra Calderone venga in Parlamento. È il luogo dove ha preso la fiducia e ne deve avere rispetto. Non esiste uno spazio di valutazione autonoma possibile. La furbizia è un’onta per la Repubblica”. Lo scrive sui social il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro.
Riferendosi alla questione della laurea conseguita all'Università Link, Scotto continua “Marina Elvira Calderone: la laureata della domenica. Lei è a tutti gli effetti la Ministra della Precarietà. Non esiste un atto del suo ministero che sia andato nella direzione di una maggiore stabilità del lavoro, della difesa dei salari e degli stipendi, di sostegno ai più poveri. L’inchiesta del 'Il Fatto Quotidiano' ha squadernato una serie infinita di anomalie per acquisire il 'pezzo di carta' che merita una risposta molto più seria di qualche goffa e imbarazzata battuta”. “Per chi ha costruito una retorica di governo sulla centralità del merito scagliata come una clava contro i percettori di sussidi sociali è senz’altro un’incoerenza. Oltre che un conflitto di interesse abbastanza esorbitante”, conclude Scotto.
“Ho accolto con sincero apprezzamento l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, un’iniziativa doverosa per ricordare il dramma che il nostro Paese ha vissuto e l’impegno delle istituzioni in quei momenti difficili. Devo riconoscere al vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, promotore della legge approvata nel 2021, un intervento in Aula nella giornata del ricordo toccante e lucido nell'analisi di quei mesi. Tuttavia, non posso non rilevare la contraddizione di questa maggioranza, che da un lato promuove la memoria delle vittime, ma dall’altro continua a portare avanti scelte che minano quella stessa memoria e il senso di responsabilità collettiva”. Così il deputato del Pd Andrea Rossi, intervistato per i canali social del Gruppo dem.
“Parliamo di una maggioranza – sottolinea l’esponente Pd - che ha deciso di cancellare le multe ai no-vax, un atto che rappresenta un chiaro segnale di disconoscimento degli sforzi compiuti per tutelare la salute pubblica. Inoltre, nella commissione di inchiesta assistiamo a un processo di natura politica rispetto a quegli anni difficili, con un tentativo di riscrivere la storia e addirittura di dare spazio a chi nega la realtà della pandemia. È inaccettabile sentire insinuazioni secondo cui le immagini dei camion carichi di bare sarebbero state solo una ‘messa in scena’. Questo negazionismo è grave e offensivo nei confronti delle vittime e delle loro famiglie.”
“Mi chiedo – conclude Rossi – di fronte a questo negazionismo, di fronte a questa iniziativa legislativa, qual è la realtà? Qual è quello che oggi il centrodestra onestamente porta, culturalmente, dentro di sé di quell’esperienza?”.
"Il Governo continua a colpire le infrastrutture pugliesi. Soprattutto quelle dedicate al volo. Dopo il DDL "Spazio", che di fatto annulla 5 anni di progressi autorizzativi e investimenti fatti per lo spazioporto di Grottaglie, ora il Governo declassa la categoria antincendio dell’aeroporto di Brindisi, con conseguenze immediate e gravissime sull’operatività dell’aeroporto. Meno voli e meno sicurezza. È incredibile il disinteresse della maggioranza verso le infrastrutture strategiche pugliesi. Fiumi di parole, promesse, annunci. Mesi di strombazzate sul rilancio dell’aeroporto di Brindisi, convegni e interviste, per poi essere smentiti, probabilmente addirittura a loro insaputa, dal Governo. Se non fosse tragica questa assoluta irrilevanza dei parlamentari pugliesi di centrodestra, ci sarebbe persino da ridere. Invece ci tocca assistere e protestare contro una deliberata azione anti-Puglia del Governo. Dove sono gli eletti del centrodestra? A Brindisi, poi, il loro silenzio è inquietante. Enel, Eni, Aeroporto. Se ci siete battete un colpo e provate a dare una mano ad un territorio che ha bisogno di atti non di vuote parole, o peggio di un timido silenzio".
Così Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Nel giorno in cui si apre la discussione in Senato sul DDL Spazio che come condiviso dallo stesso Elon Musk con l’articolo 25 apre la strada a Starlink come sistema di backup satellitare per l’Italia, Giorgia Meloni intervenendo in Aula ribadisce la sua singolare idea di “dominio della sicurezza” parlando di acquisto di armi, materie prime critiche, infrastrutture strategiche, cybersicurezza, difesa dei confini, lotta ai trafficanti. Ancora una volta nemmeno una parola per i satelliti e la necessità di costruire una rete satellitare autonoma e competitiva anche livello italiano ed europeo: su questo aspetto cruciale per la nostra sicurezza presente e futura l’obiettivo del Governo si conferma non essere il dominio ma la sottomissione al dominatore” così il vicepresidente della commissione trasporti della camera, il deputato democratico Andrea Casu, condividendo sui social un passaggio dell’intervento in Aula Montecitorio della Presidente del Consiglio dei Ministri.
https://www.instagram.com/share/_lbqb3PJP
“La democrazia in Europa è sotto attacco e il servizio europeo per l’azione esterna ha rilevato un dato inquietante: degli oltre 2 mila canali di disinformazione russa e cinese rilevati l’88% viaggia su X il social network di proprietà di Elon Musk. Quanto ancora il Governo italiano potrà fare finta di non accorgersene?” Così il vicepresidente della commissione trasporti e comunicazione, il deputato democratico, Andrea Casu che aggiunge: “Mentre Musk offre il principale riparo a chi cerca di manipolare l’opinione pubblica europea ed italiana Meloni e Salvini non solo fanno finta di niente ma con l’articolo 25 del ddl spazio vogliono anche affidargli le chiavi della sicurezza del paese”.
Ma dentro maggioranza ancora teorie complottiste
“Ricordare le vittime del Covid, pazienti e personale sanitario, è un dovere e un debito verso le prossime generazioni, perché non si trovino impreparate a scenari come quelli vissuti nel 2020 e nel 2021. Sono passati 5 anni e onorare quelle vittime, a partire dai tanti operatori sanitari periti nell’esercizio del proprio dovere, dovrebbe essere un patrimonio indiscusso. Invece non è così. Non è così in Italia dove si perseguono ancora teorie complottiste e novax persino nelle istituzioni, all’interno delle forze di maggioranza. Non è così nel mondo e in particolare negli Usa dove il morbillo ha ripreso a mietere vittime, dove si sceglie un ministro della Sanità novax, dove si riducono i finanziamenti per la ricerca scientifica, e dove si sceglie di indebolire l’Oms unico spazio di collaborazione mondiale in sanità”.
Così sui social il deputato Pd, Silvio Lai.
“Ricordare e rendere omaggio - aggiunge - a chi ha combattuto in prima linea durante la pandemia da Covid, medici, infermieri, personale sanitario, forze dell’ordine, il terzo settore, serve se insieme ricordiamo i rischi che corre la popolazione mondiale se si dismettono le infrastrutture sanitarie e di ricerca che ci hanno salvato dalla pandemia. In Italia abbiamo bisogno di un servizio sanitario nazionale forte, di una ricerca scientifica sostenuta, di una cooperazione scientifica internazionale. Le scelte che il governo Meloni e la maggioranza di centro destra stanno facendo in questi anni vanno in direzione opposta esponendoci a rischi che non dovremo più correre. Per questo - conclude - in Parlamento come nei territori la nostra denuncia è ferma e la nostra opposizione forte. Per non dimenticare”.
"È inquietante che, in un contesto geopolitico così delicato, il governo Meloni non stia elaborando una strategia che permetta all'Europa di rafforzare la sua autonomia strategica sviluppando delle proprie infrastrutture satellitari, costruendo sistemi di sicurezza e difesa europee. La decisione nel DDL Spazio di aprire all'utilizzo di fondi pubblici italiani per rafforzare la capacità trasmissiva nazionale, attraverso investimenti rivolti ad attori stranieri non istituzionali come SpaceX appare insensata e miope, considerando le dichiarazioni di Elon Musk, che sollevano serie preoccupazioni sulla sicurezza europea”. Lo afferma il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Unione europea.
"Le affermazioni di Musk ‘se disattivo Starlink il fronte ucraino crolla’ e ‘dovremmo uscire dalla Nato, non ha senso che l'America paghi per la difesa dell’Europa’, evidenziano in modo chiaro i pericoli derivanti dalla dipendenza da un unico attore privato. È allarmante dunque che Giorgia Meloni non dica una parola per prendere le distanze da queste affermazioni inquietanti e soprattutto che il nostro governo abbia scelto di fare affidamento su Starlink senza perseguire invece una strategia autonoma di lungo periodo volta a sostenere la creazione di infrastrutture di sicurezza e difesa europee. È l'unica strada da percorrere se vogliamo garantire la nostra indipendenza e sovranità in futuro", ha concluso De Luca.
“Ormai Matteo Salvini non sa più come giustificare il suo affannoso rincorrere il favore di Elon Musk. Ieri ha tuonato ed evitato il confronto con tutti gli operatori satellitari diversi da Starlink e oggi attacca le opposizioni definendole anti italiane solo perché si oppongono ad un regalo incondizionato e avventato al magnate americano”. Così in una nota il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
“Il sovranista Salvini – continua l'esponente democratico - ha perso l'ennesima occasione di difendere, sul serio, l’interesse nazionale nelle votazioni sul ddl economia dello spazio. Bastava far votare gli emendamenti delle opposizioni all’articolo 25 o anche far presentare una riformulazione al 'suo' relatore al provvedimento, il leghista Gusmeroli. Invece c’è stato solo silenzio e imbarazzo”. “I sedicenti patrioti sono finiti a fare il megafono del miliardario Musk per ottenerne le grazie. Tutto il resto sono chiacchiere, quelle di Matteo Salvini”, conclude Peluffo.