ra dal Pd impegno costante in Parlamento
“Il tumore della prostata metastatico non è solo una patologia complessa, ma una sfida per l’intero sistema sanitario: una questione di equità, qualità delle cure e responsabilità pubblica. Dove esistono modelli organizzativi integrati, multidisciplinari e continui, i pazienti ricevono diagnosi tempestive, terapie appropriate e un accompagnamento lungo tutto il percorso. Dove invece prevale la frammentazione, chi ne paga il prezzo sono i cittadini”. Così il deputato del Pd Gian Antonio Girelli, componente della Commissione Affari Sociali e Presidente dell’Intergruppo parlamentare “Prevenzione e diminuzione del rischio”, commenta i risultati dell’incontro odierno alla Camera dedicato al tumore della prostata metastatico.
Nel corso della conferenza stampa sono emerse esperienze cliniche e organizzative che dimostrano come il modello delle Prostate Cancer Unit possa rappresentare la base per una rete nazionale capace di garantire uniformità e qualità dell’assistenza. “Non si tratta di creare qualcosa di estraneo al sistema – prosegue Girelli – ma di riconoscere, valorizzare e rendere replicabili le migliori pratiche già esistenti, mettendo a sistema competenze, strutture e risorse. La buona politica ha il dovere di costruire cornici che consentano al Servizio sanitario nazionale di offrire le stesse opportunità di cura ovunque, senza differenze geografiche”.
Per Girelli è necessario “assicurare continuità alle attività avviate oggi, definendo standard omogenei e sostenendo una rete nazionale integrata per la salute maschile che includa prevenzione, diagnosi precoce, qualità dei percorsi terapeutici e presa in carico globale dei pazienti”.
Il parlamentare ha annunciato che le indicazioni emerse dal confronto di oggi “diventeranno parte di un impegno politico stabile, attraverso iniziative parlamentari e atti di indirizzo. Il documento presentato non resterà sulla carta: sarà la base per un lavoro condiviso con istituzioni, professionisti e associazioni dei pazienti. I diritti alla salute non possono dipendere dal territorio di residenza. Trasformare le migliori evidenze scientifiche e organizzative in garanzie esigibili è il nostro compito”.
“Questa giornata non chiude un percorso – conclude Girelli – lo apre. Alla qualità clinica deve corrispondere la qualità delle scelte pubbliche. E su questo continueremo a lavorare con determinazione”.
“Per l’avv. Francesca Albanese, la senatrice Liliana Segre non avrebbe titolo per parlare di Gaza. Il paragone utilizzato – quello tra un malato di tumore e un sopravvissuto alla malattia – è incomprensibile. E lo è ancora di più perché viene da una donna che, in questi mesi, ha urlato al mondo la necessità di non dimostrarsi insensibili ai destini di Gaza. Non è solo un pericoloso doppiopesismo, ma anche un pensiero che offende una testimone della storia, tradendo anche l’essenza stessa della democrazia: il diritto di ogni cittadino di esprimersi, a maggior ragione quando porta con sé la memoria del dolore e dell’ingiustizia subiti, cosa che l’avv. Albanese fa de relato da mesi.” Così Claudio Stefanazzi, deputato del Partito Democratico che aggiunge “stiamo attenti a non dimenticare che la democrazia non è un salotto riservato agli esperti, ma un confronto aperto, spesso scomodo, tra esperienze e coscienze diverse. E che non dovrebbe concludersi con, per esempio, l’abbandono di uno studio televisivo perché qualcuno non la pensa allo stesso modo.”
“Le migliaia di persone che sono scese in strada in questi giorni per urlare al mondo l’angoscia per gli orrori di Gaza - continua l'esponente dem -, i tantissimi coraggiosi che hanno preso il mare per forzare il blocco israeliano sono la prova provata che la coscienza degli italiani è vigile e rivendica azioni per fermare Netanyahu e il suo governo criminale. Ed è un movimento pacifico, alieno ad ogni violenza, anche quella verbale con cui l’avv. Albanese spesso zittisce i suoi interlocutori, come successo con il sindaco di Reggio Emilia.”
“Liliana Segre - conclude Stefanazzi - rappresenta la memoria viva di ciò che accade quando l’odio si sostituisce all’ascolto. A chi la zittisce, oggi come ieri, resta soltanto il silenzio dell’intolleranza. Come diceva Don Tonino Bello: “…chi volete che ci ascolti quando facciamo comizi sulla pace, se nel nostro piccolo guscio domestico siamo schiavi dell'ideologia del nemico?"
Oggi è la Giornata mondiale della salute.
O di quel che ne resta, dopo i tagli di questo governo. Perché mentre Meloni fa i proclami, la sua maggioranza taglia. Cancella il fondo per i disturbi alimentari, boccia gli emendamenti per la prevenzione del tumore al seno, blocca la legge sullo psicologo di base, lascia 400 milioni in meno per le persone con disabilità, riduce la copertura per i malati gravissimi nelle RSA. Tagliano dove fa più male. Dove si colpisce chi ha bisogno. Dove si decide se un cittadino viene curato o abbandonato.
Non sono errori tecnici, ma precise scelte politiche. La destra vuole una sanità a misura di portafogli.
Così il capogruppo democratico nella commissione Affari sociali della Camera e responsabile Welfare del Pd, Marco Furfaro.
“La quantità di materiali nocivi presente in tutti i dispositivi utilizzati dai Vigili del Fuoco nello svolgimento delle loro mansioni deve essere accertata in tempi brevi e con assoluta chiarezza. La tragica vicenda dei tre agenti deceduti ad Arezzo, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro per lo stesso tumore raro, non può essere sottovalutata e approfondita immediatamente. Studi medici hanno già appurato che le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (Pfas), dannose per il nostro organismo, sono presenti sia in alcune tipologie di schiumogeni antincendio, sia nei dispositivi di protezione individuale utilizzati proprio dei Vigili del Fuoco. Per questi motivi va assolutamente chiarito senza ulteriori ritardi se sussista una causa effetto tra i decessi di Arezzo ed il contatto prolungato con tali sostanze e quali percentuali di Pfas possono essere tollerabili da corpo umano. Si tratta di una indagine indispensabile per dare risposte alle famiglie degli agenti e per prevenire ulteriori situazioni drammatiche”.
Lo chiedono i deputati Pd, Marco Simiani, Emiliano Fossi e Simona Bonafè, in una interrogazione al governo.
"Otto mesi di attesa per un esame istologico, mentre il tumore avanzava. La storia di Maria Cristina Gallo, professoressa siciliana che ha dovuto aspettare (lo ripeto) otto mesi per un esame istologico e che adesso ogni settimana è costretta a prendere l’aereo per Milano per sottoporsi alla chemioterapia, è sconvolgente, ma purtroppo non è un caso isolato. In Sicilia e in tutta Italia sono troppe le persone che vedono la loro salute compromessa a causa di ritardi inaccettabili nella diagnosi e nell’accesso alle cure. Un sistema sanitario che lascia le persone sole di fronte alla malattia è un sistema che ha fallito. E quando a essere violato è il diritto alla salute, l’unico diritto riconosciuto come fondamentale della nostra Costituzione, allora è lo Stato stesso a tradire i suoi cittadini. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Schillaci: per chiedere di fare immediata chiarezza su questa vicenda e di spiegare quali misure intenda adottare affinché non ci siano zone d’Italia dove la situazione non è “semplicemente” problematica, ma drammatica, come appunto la Sicilia, dove quello di Maria Cristina non è un caso isolato: è la fotografia di una sanità che condanna le persone a un’attesa infinita, con conseguenze spesso irreversibili. La verità è che non si aiutano le persone con falsi annunci sul taglio delle liste d’attesa, ma mettendo risorse vere nella sanità pubblica, investendo sul personale e sulle infrastrutture, garantendo che gli esami diagnostici vengano effettuati e refertati in tempi certi. Il resto sono chiacchiere e propaganda sulla pelle delle persone. Il governo ha il dovere di agire immediatamente e di assumersi le proprie responsabilità. Ogni giorno perso è un giorno in cui un’altra persona rischia di trovarsi nella stessa situazione. E noi non possiamo permettere che accada". Così Marco Furfaro, capogruppo in commissione affari sociali e membro della segreteria del Partito Democratico, annuncia un'interrogazione urgente al Ministro Schillaci firmata con la deputata del territorio Giovanna Iacono, il membro della segreteria nazionale Peppe Provenzano, il segretario regionale Anthony Barbagallo e la deputata Stefania Marino.
Il Partito Democratico ha chiesto al Governo di dare priorità al tumore al seno nella sanità pubblica italiana. “È essenziale finanziare ricerca e cure, potenziare le campagne di prevenzione e ampliare gli screening gratuiti, includendo le donne dai 45 ai 74 anni, garantendo anche programmi specifici per chi è ad alto rischio genetico o per familiarità. Le giovani donne sono sempre più colpite da questa malattia", ha dichiarato la deputata del PD, Ilenia Malavasi, durante il dibattito alla Camera sulle mozioni riguardanti la prevenzione e cura del tumore al seno. Malavasi ha evidenziato l'urgenza di garantire uniformità territoriale nelle cure, potenziando i percorsi di ricostruzione mammaria e offrendo un supporto psiconcologico adeguato alle pazienti. Tra le altre proposte, ha sottolineato la necessità di accelerare l'iter per il riconoscimento dell'invalidità civile nei casi di tumore metastatico e di ridurre le disuguaglianze regionali nell'accesso ai trattamenti innovativi. “Il Partito Democratico – ha concluso Malavasi – si impegnerà per eliminare ogni forma di inaccettabile discriminazione territoriale nelle cure, perchè la salute delle donne è la misura della civiltà di un Paese”.
“La Giunta Marsilio e il trio Meloni, Salvini e Tajani giocano senza pudore sulla pelle degli abruzzesi, ignorando le loro vite e fregandosene dei loro problemi. La sete di potere di FdI e Lega ha innescato una lottizzazione della sanità senza quartiere. La carenza di personale medico e infermieristico ha fatto allungare le liste di attesa per visite specialistiche e interventi chirurgici. La chiusura di ospedali e la distribuzione ineguale delle strutture sanitarie sul territorio ha limitato ulteriormente l’accesso alle cure per gli abitanti delle zone rurali e montani e ha acuito il fenomeno della migrazione sanitaria verso altre regioni. Al tutto si aggiunge una disorganizzazione nella gestione delle risorse e la mancanza di investimenti per l’ammodernamento delle attrezzature mediche”. Così il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali.
“I cosiddetti viaggi della speranza – conclude Furfaro – per curarsi altrove, costano alle casse regionali un saldo negativo di 51 milioni all’anno. Un malato di tumore su 4 decide di emigrare, un record difficile da eguagliare. Rispetto al periodo pre-covid le visite specialistiche sono inferiori del 14 per cento. I risultati della lotta senza esclusioni di colpi tra Fdi e Lega sono sotto gli occhi di tutti gli abruzzesi. Il 10 marzo va respinto il tentativo di svilire la sanità pubblica, l'Abruzzo si merita di meglio”.
“Il governo accelererà la procedura di rimborsabilità del farmaco chemioterapico di ultima generazione Enhertu anche per la cura della patologia HER2Low per donne con tumore metastatico del seno. Si tratta di un prodotto la cui efficacia è stata riscontrata ma che ad oggi è totalmente a carico delle pazienti. Questa patologia riguarda in Italia trentamila persone ed è necessario garantirne la gratuità per assicurare il diritto alla salute e dare speranza a migliaia di famiglie. L’approvazione dell’ordine del giorno all’unanimità su questo tema è un passo avanti significativo che necessita di una rapida attuazione e su cui vigileremo con attenzione”: è quanto dichiarano Simona Bonafè e Ilenia Malavasi, deputate Pd sull’atto accolto oggi dall’Aula di Montecitorio sul Decreto Proroghe.
"C'è una legge della Regione Lazio sulla ricostruzione mammaria nei casi di tumore al seno che ho voluto fortemente nel collegato bilancio regionale 2021 e che scopriamo essere inapplicata". Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, nel 2021 consigliera regionale del Lazio, con riferimento ad una notizia che arriva dal Policlinico Gemelli sui costi sanitari.
"In quella norma - spiegano Di Biase e la consigliera regionale Pd Emanuela Droghei - si prevedeva che la Regione sostenesse il rimborso economico nei casi in cui fosse possibile intervenire contestualmente con una sola operazione chirurgica per l'intervento di mastectomia demolitiva e per la ricostruzione immediata. Ci chiediamo - sottolineano le due esponenti Pd - cosa stia aspettando il Presidente Rocca ad intervenire per far rispettare una norma regionale, aiutando così le donne costrette dalla malattia al doppio intervento chirurgico".
"Depositerò una interrogazione- conclude la consigliera regionale Droghei - per fare luce sulle ragioni della mancata applicazione della legge regionale".
"Questa mozione dimostra la volontà politica del Parlamento nel perseguire un impegno a tutela della salute dei cittadini e cittadine su un tema drammatico, quello del cancro. L'unanimità dimostra che sulla salute non ci possono essere dei distinguo, rimane una priorità, un diritto alla cittadinanza che non può essere messo in discussione da nessun governo e da nessun partito politico". Lo ha detto intervenendo in Aula, la deputata del Pd, Ilenia Malavasi, dichiarando il voto favorevole del Pd alla mozione sulla prevenzione e cura del cancro.
“La salute è una questione di democrazia e giustizia sociale. Per il Partito Democratico, garantire una reale parità di accesso alle cure rappresenta un impegno che è anche un caposaldo del nostro vivere comune, perché questo deve avvenire indipendentemente dal territorio di residenza o dalle proprie possibilità economiche. Esiste un tema di diseguaglianza di accesso alle prestazioni sanitarie - come avevo già sottolineato in un emendamento alla legge di bilancio, riguardo agli screening mammografici - che è discriminatorio e contrario a quanto espresso anche dall'art. 32 della nostra Costituzione".
"La prevenzione - ha proseguito Malavasi - è il primo strumento importante per sensibilizzare ed educare la popolazione. La patologia del cancro è in costante aumento in Italia e in tutto il mondo. Dobbiamo mettere al centro il malato e fornire assistenza a 360 gradi. Potenziare le cure vaccinali, come il vaccino contro l'hpv. Dobbiamo arginare fattori di rischio comportamentali che aumentano il rischio di tumore di 1 su 3: il fumo, la mancanza di sport, la cattiva alimentazione. L'obiettivo della UE è ambizioso: aumentare il tasso di sopravvivenza per tutti i tumori entro il 2030 dal 47 al 75 per cento e da qui deriva anche il nostro piano nazionale contro i tumori. Aumentare screening e attività diagnostica che siano accessibili a tutti. Per questo servono investimenti, bene il Pnrr ma dobbiamo fare di più, finanziando la medicina pubblica e del territorio, monitorando il lavoro delle regioni, che deve fornire un servizio omogeneo su tutto il territorio nazionale. La ricerca, dobbiamo evitare che i nostri giovani vadano a fare ricerca all'estero perché non hanno condizioni dignitose di lavoro qui in Italia. E infine non dobbiamo lasciare sole le famiglie, i caregiver, chi assiste i malati oncologici e la loro riabilitazione. Quindi serve aumentare le risorse e il personale nei pronto soccorso, negli ospedali, con personale adeguato e formato", ha concluso la deputata dem.
Le parlamentari del Gruppo Partito Democratico - Italia democratica e progressista di Camera e Senato hanno presentato, sulla legge di bilancio, una serie di proposte concrete e il rifinanziamento di misure per promuovere le pari opportunità, per migliorare una manovra del governo che sulle donne ha un segno regressivo, discrimina tra madri e non madri e non tutela la qualità del lavoro femminile. Il “pacchetto donne” delle democratiche prevede: la conferma di Opzione donna come vigente, i congedi parentali paritari per madre e padre, l’integrazione del finanziamento al Fondo pari opportunità e delle misure di contrasto alla violenza sulle donne – in particolare, reddito di libertà, formazione e informazione, estensione a 6 mesi per i congedi lavorativi e sostegno ai Centri antiviolenza - il rifinanziamento del Fondo per l’imprenditoria femminile, il finanziamento dello screening sul tumore al seno e l’acquisto di nuove apparecchiature, il finanziamento della legge sulla parità salariale, gli sgravi fiscali per le imprese che assumono donne con contratti di qualità e le borse di studio universitarie Stem per ragazze.