24/06/2025 - 17:27

“Per contrastare la violenza sulle donne serve educazione, non ideologia. Da due anni a questa parte tutti i soggetti pubblici e privati, collettivi e singoli riferiscono negli incontri con la commissione parlamentare di indagine sulla violenza e il femminicidio che è necessario e urgente intervenire sulla prevenzione della violenza attraverso una nuova cultura, una sicura e strutturata formazione scolastica all’affettività e alla parità. È infatti dagli stereotipi e dalle discriminazioni di genere, dai ruoli e dal potere economico e sociale diverso tra uomini e donne, che discende la violenza, la sua accettazione, il suo mancato riconoscimento, la degenerazione nel femminicidio. Opporsi, come ha fatto la maggioranza di centrodestra oggi in commissione cultura all’abbinamento delle proposte di legge sull’educazione all’affettività e alla parità presentate da PD e M5S al disegno di legge Valditara sul consenso preventivo dei genitori rileva la miopia e l’ottusità ideologica che condiziona le forze politiche di maggioranza, alla prova dei fatti si sottraggono sempre ad un confronto effettivo e di merito sul tema importante dell’educazione alla affettività. Anche oggi si è persa una opportunità per avviare insieme un percorso condiviso su temi importanti a danno di un’autentica azione di prevenzione della violenza sulle donne” così la democratica Sara Ferrari, capogruppo in commissione bicamerale sulla violenza e il femminicidio, commenta il voto contrario della maggioranza all’abbinamento in commissione Cultura alla Camera della legge sulla parità di genere al disegno di legge Valditara.

 

11/06/2025 - 17:33

“Il governo si affretti a dare attuazione alle direttive europee sulla violenza e sugli organismi di parità”. Lo chiedono le deputate Sara Ferrari, Valentina Ghio, Simona Bonafe’ del Partito Democratico. “Oggi l'Aula della Camera - aggiungono - ha approvato il disegno di legge di delegazione europea 2024, che consente il recepimento di importanti direttive, quali quella per la prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica in tutta l’Unione europea e quella sugli organismi per la parità di trattamento. Con esse la UE si dota di un vero e proprio assetto normativo comune per combattere la violenza sulle donne e per la parità di genere e contro ogni discriminazione - dicono le deputate democratiche - esortiamo il Governo ad esercitare le deleghe al più presto, prima della scadenza dei termini previsti al 2026 e 2027, in modo da consentire l’adeguamento dell’ordinamento nazionale a quello europeo in tempi rapidi, visto il continuo e insopportabile ripetersi di femminicidi e violenza contro le donne e le  persistenti discriminazioni”, concludono.

30/05/2025 - 18:03

“Durante l’informativa alla Camera, ancora una volta, il ministro Tajani ha scelto la via dell’inazione, confermando l’inerzia politica e diplomatica del governo Meloni di fronte alla gravissima crisi umanitaria in corso a Gaza”. Così la deputata dem Rachele Scarpa, che accusa l’esecutivo di non aver assunto alcuna posizione concreta a fronte delle continue violazioni del diritto internazionale da parte del governo israeliano.

“Abbiamo ascoltato tante parole – prosegue l’esponente Pd - ma nessuna proposta vera. Tajani non ha nemmeno avuto il coraggio di nominare il primo ministro israeliano Netanyahu, nonostante le gravissime responsabilità nel blocco degli aiuti umanitari e nella gestione disumana della distribuzione. Si è limitato a citare l'iniziativa ‘Food for Gaza’, con cui l’Italia ha fatto entrare appena 110 tonnellate di cibo, mentre Israele ha bloccato per 80 giorni 116.000 tonnellate di aiuti. Una cifra che dà la misura della sproporzione e dell’inadeguatezza dell’azione italiana.”

“Inoltre – conclude Scarpa - gli aiuti entrati sono stati gestiti da contractor militari israeliani, causando il caos nella distribuzione e portando a episodi di violenza contro la popolazione palestinese. Uomini e donne ammassati in recinti metallici, trattati come bestiame, e addirittura bersaglio di spari. È una vergogna che contraddice ogni principio umanitario. Alla vigilia della manifestazione del 7 giugno, chiediamo che l’Italia si schieri apertamente con i partner europei che invocano quantomeno una revisione dell'accordo di associazione tra Unione Europea e Israele.
Non possiamo restare inerti: serve un’azione diplomatica decisa, all’altezza della tradizione umanitaria e democratica del nostro Paese”.

 

30/05/2025 - 13:12

“Registriamo con grande piacere il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia raccolto l’invito di Elly Schlein, dopo il femminicidio della giovanissima Martina Carbonaro, a lavorare insieme in Parlamento per una battaglia condivisa di prevenzione della violenza a partire dalla cultura e dall’educazione. Sia alla Camera che al Senato sono depositate da tempo proposte di legge delle forze di opposizione per l’educazione scolastica alla parità e all’affettività, chiediamo dunque con forza e urgenza al governo di depositare le proprie proposte per poter iniziare quanto prima a lavorare nella direzione condivisa. Si passi in fretta dalle parole ai fatti sulla prevenzione. Noi ci siamo, con spirito collaborativo per fermare la strage delle donne”. Per il Partito democratico in commissione bicamerale femminicidio lo dichiarano la capogruppo Sara Ferrari, con le deputate Valentina Ghio e Antonella Forattini, la senatrice vicepresidente della commissione Cecilia D’Elia, con la senatrice Valeria Valente e il senatore Filippo Sensi.

29/05/2025 - 15:30

“Ci apprestiamo a votare l’ennesimo decreto legge che è parte di un disegno che sta lentamente ma costantemente restringendo lo spazio dei diritti, concentrando il potere decisionale nell’esecutivo e mortificando il ruolo del Parlamento. È pura propaganda. Ma tra la propaganda e la realtà c’è una grande differenza. Così il deputato Paolo Ciani, vicecapogruppo Pd-Idp e segretario di Demos intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto sul Dl sicurezza.

“In Italia – ha proseguito l’esponente Pd-Idp - esiste un tema di sicurezza: la violenza sulle donne, le morti sul lavoro, il lavoro povero, la lotta alla criminalità organizzata, grande assente di questo ‘pacchetto sicurezza’, le morti in mare, i suicidi in carcere. Invece la destra colpisce il diritto di manifestare, si inventa norme etniche che mettono i bambini in carcere, equipara la resistenza passiva non violenta alla rivolta, interviene sui servizi segreti, che su autorizzazione del presidente del Consiglio, potranno avere un ruolo attivo nella direzione o organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, e purtroppo non è uno scherzo. Ad una società complessa questo governo ha un’unica risposta, più carcere, più pene, più repressione: infatti crea 14 nuove fattispecie di reato e 9 nuove aggravanti”.
“Ma – ha concluso Ciani - il carcere in Italia, secondo la Costituzione, non dovrebbe avere un ruolo repressivo, ma di rieducazione; invece in carcere si soffre e si muore, con un sovraffollamento del 150%, carenza di personale, strutture fatiscenti e attività minime. L’ultimo suicidio è di due giorni fa, a Varese in un carcere che per le norme italiane è ‘dismesso’ dal 2001 e invece ospita il doppio delle persone previste. Questa è la realtà. E smettetela di dire che voi sareste dalla parte delle forze dell’ordine e noi no. Chi protesta, lo fa contro di voi e le vostre politiche, non contro le forze dell’ordine, di cui voi vorreste snaturare le funzioni. Noi siamo qui da giorni utilizzando ogni mezzo democratico per dire che non ci stiamo. Che la sicurezza non si costruisce con più carcere, ma con più scuola, più casa, più lavoro, più cultura, più solidarietà. E continueremo, insieme a tanti, a difendere la nostra democrazia, i suoi valori, la sua umanità. Perché è da lì, e solo da lì, che può venire una sicurezza vera, condivisa, profonda, per tutti”.

 

 

28/05/2025 - 18:34

"E' di oggi la notizia che la procura del tribunale per i minori di Genova ha chiesto il processo per uno studente di 16 anni accusato di avere stuprato una compagna di 15 anni a scuola. L'ennesimo caso di violenza contro una giovanissima donna che, al netto di cosa decideranno i giudici, deve richiamarci tutte e tutti all'urgenza di interventi concreti di nelle scuole. Interventi che prevedano l'educazione sessuale e all'affettività. Se vogliamo parlare di sicurezza e anche di sicurezza delle donne, dobbiamo parlare di formazione ed educazione.
Niente di tutto questo è previsto nel decreto repressione, che la maggioranza si ostina a chiamare "decreto sicurezza". Repressione del dissenso, repressione della protesta, repressione della resistenza passiva. C'è, invece, un ordine del giorno della Lega che rimette in campo la malsana idea della castrazione chimica. Come se lo stupro fosse il frutto di una disfunzione e non un esercizio di potere, una volontà di sottomissione e umiliazione, un esercizio di possesso del corpo della donna. Questa perversa mentalità non si supera certo con la castrazione chimica ma con un profondo lavoro culturale. Purtroppo l'idea di sicurezza della maggioranza è questa: reprimere quando i reati sono già avvenuti. Mai prevenire, mai educare, mai preoccuparsi di arrivare prima di avere una vittima e un carnefice. Solo l'ennesima bandierina ideologica: 14 nuovi reati e nuovi aumenti delle pene. Molto rumore per non risolvere alcun problema". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

28/05/2025 - 16:25

“Nella sua veste di conferenziere, il ministro Nordio discetta di casi di cronaca con una imbarazzante leggerezza. Si occupa della tragica vicenda di Garlasco, suggerisce alle donne minacciate di violenza di rifugiarsi in chiesa o in farmacia e assiste silente alle intollerabili esternazioni del fido Delmastro. Non contento, ogni giorno annuncia mirabolanti riforme della giustizia che dovrebbero ridurre la durata dei processi. E infatti riduce i tempi delle intercettazioni, abolisce i reati, reintroduce la prescrizione e annuncia che le sentenze saranno inappellabili. Con buona pace del diritto, della Costituzione e dei Codici. Piuttosto si preoccupi del fatto che il Giudice di Pace di Busto Arsizio ha fissato la prossima udienza al 7 luglio 2031. E la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere su questo non serve a niente” così la responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani.

 

26/05/2025 - 12:44

“Questo è l'ennesimo, pessimo, decreto che aumenta solo le pene e i reati in una logica di mero populismo penale. Non affronta mai le cause profonde che creano i reati ma agisce solo sulle emozionalità di fatti sotto l'occhio dei media. La sicurezza del governo, a invarianza di bilancio, non interviene mai in maniera strutturale. Quale sicurezza si garantisce al Paese mandando in carcere i bambini fino a 3 anni figli di donne che devono scontare una pena, condannandoli a vivere i primi anni di vita fra le sbarre?”. Lo dichiara la deputata Simona Bonafé, vicepresidente del Gruppo Pd, intervenendo durante la discussione sul decreto Sicurezza a Montecitorio,
“Con questo decreto – continua l'esponente dem - si equiparano i condannati ai semplici denunciati, la resistenza passiva ad un atto di violenza: alla faccia del principio di garantismo e dello spirito della nostra Costituzione”. “Con un iter condito dalla doppia tagliola degli emendamenti e le dichiarazioni di voto in Commissione, di forzatura in forzatura, il governo continua a svilire il ruolo del Parlamento. Una cosa è certa, per la maggioranza il tema della sicurezza è solo propaganda”, conclude Bonafè.

23/05/2025 - 19:48

“Da Feltri parole inaccettabili e sessiste”. Il partito democratico ha presentato una interrogazione parlamentare in vigilanza Rai per sapere dal Presidente e dall’Amministratore delegato della RAI, “quali opportune e tempestive iniziative intenda assumere con urgenza la Rai che in qualità di servizio pubblico e di principale azienda culturale del Paese, non può derubricare un episodio di tale gravità e per evitare che possano ripetersene di analoghi”. L’interrogazione si riferisce alla trasmissione “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, condotta da Piero Chiambretti e andata in onda su Rai 3 il 22 maggio  in cui si faceva riferimento alle infelici espressioni del Ministro Nordio che ha consigliato alle donne vittime di violenza di rifugiarsi in chiesa o in farmacia. Il conduttore - scrivono i democratici - si domandava dove avrebbero potuto andare le donne vittime di violenza se avessero trovato chiese e farmacie chiuse. Al che Feltri commentava: “A casa mia. Se sono bone”.

Siamo davanti - aggiungono i dem - a una evidente, vergognosa ed inaccettabile frase sessista e violenta, che colpisce tutte le donne vittime ogni anno di violenza e di maltrattamenti, che offendono la memoria di tutte le donne uccise per mano di un uomo, e che evidenziano ancora una volta come, colpevolmente, anche da parte del servizio pubblico, non sia adeguatamente compresa la gravità di certe espressioni.

Inoltre - sottolineano - è di tutta evidenza che quanto affermato da Vittorio Feltri durante il programma in oggetto viola apertamente sia il Contratto nazionale di servizio tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la Rai - Radiotelevisione italiana S.p.a che all’articolo 2 comma 2 prevede espressamente che “L'offerta di servizio pubblico deve essere improntata (…) al contrasto di ogni forma di violenza, discriminazione e discorsi d'odio”, sia il Regolamento della Agcom contro Hatespeech ("Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona ai sensi dell'articolo 30 del Decreto Legislativo 8 novembre 2023, n. 208)”. L’interrogazione è stata presentata con la prima firma di Ouidad Bakkali, a cui seguono quella del capogruppo Stefano Graziano e di tutti i componenti dem in vigilanza.

 

23/05/2025 - 16:35

“Sono sconcertanti e inaccettabili le parole di Vittorio Feltri ospite della trasmissione di Rai Tre “donne sull’orlo di una crisi di nervi”.
Ricordiamo che il giornalista Feltri è già stato radiato dall’albo per le sue dichiarazioni spesso inappropriate e inqualificabili ma questa volta riteniamo che abbia superato ogni limite. Parole gravi, passate per battuta, che evocano la cultura dello stupro, il sessismo, la violenza maschile come normalità, stereotipi che andrebbero combattuti, senza se e senza ma, considerando che ogni giorno molteplici donne sono vittime di violenza e i femminicidi sono una piaga sociale che non si arresta. Il Partito Democratico, che presenterà un’interrogazione parlamentare attraverso i colleghi della commissione di vigilanza RAI, plaude all’iniziativa dell’associazione Differenza Donna che ha presentato formale diffida al Cda Rai e segnalato l’accaduto all’Agcom”. Lo dichiara Sara Ferrari, deputata e capogruppo Pd nella commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

16/05/2025 - 16:18

La presidente del gruppo PD in Commissione Femminicidio e violenza, Sara Ferrari, invita il ministro Nordio a tornare a incontrare la commissione di indagine per capire meglio quali sono i problemi del malfunzionamento del braccialetto elettronico in Italia. “Chiediamo al ministro Nordio di soprassedere da dichiarazioni strampalate e irresponsabili con le quali invita le donne a rifugiarsi in chiesa o in farmacia se non funziona il braccialetto e a venire invece in Commissione Femminicidio, dove abbiamo fatto un approfondimento serio e compreso che non solo lo strumento non è sempre quello adeguato a tutte le situazioni di rischio, in particolare, se vittima e potenziale aggressore risiedono in territori circoscritti, ma anche che serve un sistema di monitoraggio nazionale capillare e ben distribuito che in altri paesi è garantito e consente la reale tutela delle donne, mentre in Italia invece non c’è, ma è svolto insieme a tutti gli altri compiti dalle forze dell’ordine che questo governo tra l’altro ha caricato di ulteriori compiti per nuovi reati senza un euro per aumentarne l’organico.  Torni in commissione il ministro Nordio, magari con la ministra Roccella, ma questa volta ci risparmi il monologo e ci ascolti, perché gli racconteremo volentieri quello che abbiamo imparato e che lui con il suo governo può mettere in pratica”.

16/05/2025 - 14:00

“Ci lascia Teresa Vergalli, partigiana e patriota. Tutta la sua vita è stata spesa per la la libertà e per la dignità delle persone. Da staffetta partigiana, durante la Resistenza, poi come insegnante nei quartieri popolari di Roma, in particolare a Don Bosco, il quartiere di periferia più sovrappopolato d’Europa. Se ci sono esempi che possono essere offerti ai giovani Teresa Vergalli è uno di questi. Aver dedicato la propria vita agli altri rischiando la propria è un esempio di eroismo. E nel caso di Teresa non è una parola eccessiva. Attendo parole di giusto riconoscimento dalle massime autorità istituzionali che guidano il nostro Paese grazie a una democrazia che lei con altri giovani donne e uomini hanno contribuito a ricostruire dalle macerie della guerra e della violenza fascista”. Cosi in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.

08/04/2025 - 17:12

“Difficile da accettare il giudizio che 75 coltellate efferate, fino alla certezza della morte, non siano crudeltà. Nel rispetto che si deve sempre alle sentenze, vogliamo esprimere però una grande preoccupazione per il messaggio terribile che questo giudizio dei magistrati può generare nell’opinione pubblica. Lavoriamo molto per promuovere una nuova cultura del rispetto degli uomini nei confronti delle donne, per contrastare la misoginia, l’odio in rete che dilaga, i comportamenti sessisti, il patriarcato che normalizza quotidiane discriminazioni, ma temo che questo giudizio faccia un grave danno nella percezione collettiva della violenza, negando che 75 coltellate siano crudeltà. Siamo sempre più convinte della necessità della formazione obbligatoria specifica di chi è chiamato a occuparsi di violenza contro le donne. Lo abbiamo voluto nella legge del 2023 e sono state ormai pubblicate le linee guida anche per gli operatori della giustizia. A volte il diritto, anzi la sua interpretazione rischia di essere contraria al buon senso e al senso di umanità”. Così una nota delle componenti democratiche della commissione Femminicidio, Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione, Sara Ferrari capogruppo, le deputate Antonella Forattini e Valentina Ghio, la senatrice Valeria Valente e il senatore Filippo Sensi.

07/04/2025 - 12:34

"Insulti sessisti, minacce, meme volgari: una tempesta social si è scatenata contro la presidente dell'Umbria Stefania Proietti. Perché se c'è una donna al vertice, allora la politica non esiste più: esistono solo il sessismo e la violenza.
Fa bene la presidente ad annunciare le denunce contro chi, in questi giorni, si è scagliato contro di lei con un odio che, purtroppo, conosciamo bene da molti anni.
Se pensano di fermare le donne in questo modo, si sbagliano di grosso: continueremo a fare politica, a impegnarci in ogni ambito, a ricoprire ruoli di vertice e di responsabilità ovunque.
E denunceremo perché l'odio non può restare mai impunito.
Tutta la mia solidarietà a Stefani Proietti: non sei sola". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

03/04/2025 - 14:25

"Anche alcuni ministri di questo Governo non hanno la giusta sensibilità per capire fino in fondo il problema della violenza contro le donne. Se ce l'avessero, comprenderebbero che la stragrande maggioranza dei femminicidi sono commessi da maschi italianissimi". Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase rispondendo alle dichiarazioni sulla violenza contro le donne del Ministro Nordio.

"Questo Governo continua a creare polemiche rinviando ciò che davvero serve a fermare la violenza di genere. Investire sull'educazione sesso-affettiva nelle scuole e rafforzare la cultura del rispetto con programmi concreti" aggiunge Di Biase.

 

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