Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 6 Dicembre, 2016
Nome: 
Assunta Tartaglione

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Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, con la mozione presentata in materia di obesità infantile vogliamo porre all'attenzione del Governo e dell'Aula un problema che non va in alcun modo sottovalutato: l'obesità e il sovrappeso, prima considerati problemi dei solo Paesi ricchi, sono oggi in aumento anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica a livello mondiale. L'Italia non è esclusa in alcun modo da questo fenomeno; l'eccesso ponderale è una condizione molto diffusa e rappresenta un problema prioritario di salute pubblica. Da tempo gli organismi sovranazionali come l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unione europea hanno indicato che l'eccesso di peso dovuto a un mancato equilibrio tra apporto calorico e dispendio energetico corrisponde a un cambiamento complesso della società, che avviene appunto su scala mondiale ed è legato alle condizioni dell'ambiente, dei trasporti, dell'agricoltura e dell'offerta di alimenti e anche alla pubblicità, oltre che alle caratteristiche individuali. 
L'eccesso ponderale è un fattore di rischio che può comportare decessi. Il 65 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi in cui il sovrappeso e obesità uccidono più che il sottopeso. L'obesità è un problema sociale, oltre che clinico. Di conseguenza, oltre a misure preventive quali interventi mirati di sanità pubblica rivolti sia alla popolazione generale sia agli individui in eccesso ponderale, affinché aumenti la consapevolezza dell'importanza di mantenere il peso ideale attraverso una sana alimentazione è indispensabile che i Governi elaborino e mettano in atto politiche intersettoriali volte a favorire una dieta povera di grassi o di alimenti altamente energetici e, al contrario, ricca di frutti e vegetali. Secondo i dati forniti dal rapporto Eurostat pubblicato il 20 ottobre 2016, in Europa la percentuale di adulti con obesità, che circa dieci anni fa era intorno al 12 per cento, arriva oggi quasi al 16 per cento, con un deterioramento della salute evidenziabile in un aumento del diabete, che in Italia affligge il 10 per cento della popolazione, dell'ipertensione, della dislipidemia, nei disturbi cardiovascolari, come pure del cancro e di molte altre patologie degenerative. Da non sottovalutare è anche il fatto che oltre un terzo della popolazione è in sovrappeso. 
In questo scenario di vera e propria epidemia di obesità, particolarmente preoccupante è il fenomeno dell'insorgenza dell'obesità infantile, che predispone all'obesità in età adulta e che si accompagna sempre di più a patologie in età pediatrica come l'aumentata insorgenza di diabete e ipertensione. 
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono 44 milioni. Lo stato di nutrizione dipende sostanzialmente dall'interazione di tre elementi: lo stile di vita, l'ambiente culturale, lo stato economico.
Emerge chiaramente il ruolo centrale dell'alimentazione e dell'assunzione dei costituenti essenziali per assicurare un equilibrato metabolismo organico, per prevenire l'insorgenza di patologie da eccesso o carenziali degli elementi essenziali e per favorire una longevità qualitativamente migliore. Per questo è indispensabile che l'alimentazione poggi non solo su una semplicistica riduzione calorica ma sia programmata su basi razionali e scientifiche che tengano conto delle diverse necessità nutritive, non solo quantitative ma soprattutto qualitative, dei nutrienti richiesti dalla continua trasformazione nelle varie fasi della crescita, dell'attività mentale e fisica svolta. 
L'impatto dell'obesità e le conseguenti ripercussioni dirette sulla salute sottolineano come sia prioritario e necessario contrastare tempestivamente tale fenomeno. Il Piano d'azione sull'obesità infantile per il 2014-2020 dell'Unione europea si inserisce proprio in quest'ottica di prevenzione e contrasto. Il sistema di sorveglianza nazionale «OKkio alla salute», promosso e finanziato dal Ministero della salute, coordinato dal Centro nazionale di epidemiologia sorveglianza e promozione della salute, dall'Istituto superiore di sanità, e condotto in collaborazione con tutte le regioni italiane e il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, dal 2007 costituisce una solida fonte di dati epidemiologici sugli stili di vita dei bambini della scuola primaria, e rappresenta la risposta istituzionale italiana al bisogno conoscitivo del problema del sovrappeso e dell'obesità nella popolazione infantile. 
Lo sviluppo di sistemi di sorveglianza è alla base delle strategie italiane in materia di prevenzione e promozione della salute, quali il programma governativo «Guadagnare Salute» e il Piano nazionale della prevenzione. L'Italia, con i dati di «OKkio alla salute», partecipa inoltre all'iniziativa della regione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità denominata «COSI». Dall'ultimo report del 2014 di «OKkio» si desume che i bambini in sovrappeso sono il 20,9 per cento, e i bambini obesi sono il 9,8 per cento, compresi i bambini severamente obesi, che da soli sono il 2,2 per cento. Si registrano prevalenze più alte nelle regioni del sud e del centro. In particolare, il dato in Campania resta preoccupante dall'ultimo report del 2014. Certamente i programmi di prevenzione sono fondamentali per il contenimento del fenomeno, ma risulta altrettanto importante offrire un percorso di diagnosi e cura per i bambini che presentano obesità, spesso già con le connesse gravi complicazioni. A tal fine sarebbe pertanto necessario ampliare l'attività di monitoraggio coinvolgendo anche i bambini dell'età prescolare. 
Un dato importante che emerge dalle indagini epidemiologiche è che tale patologia si associa a condizioni sociali di fragilità, quali scarsa istruzione materna, che non riconoscono la condizione o la sottovalutano, ed è quindi un elemento di diseguaglianza in sanità. Un approccio fondamentale è quello della prevenzione, che bisogna sostenere attivando e incentivando programmi di prevenzione nelle scuole. La letteratura in tema di evidenze e di efficacia afferma che la promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute, in passato considerata attività esclusiva del settore sanitario attraverso interventi di educazione sanitaria, richiede invece un approccio globale di sistema che coinvolga tutti i settori, che con le loro politiche interagiscono sui vari determinanti di salute. 
In quest'ottica, fare di salute con la scuola vuol dire quindi rimettere in discussione bisogni di salute, modelli di consumo e di spreco, attivare consapevolezza critica, ragionare sulla cultura dello star bene e non solo su quella del rischio.
In tal modo, ragionare e progettare in tema di alimentazione, attività fisica e prevenzione dell'obesità significa parlare della promozione di una nuova economia, parlare dell'appropriatezza della domanda di salute, parlare di partecipazione e di ricerca delle corresponsabilità per la salute. Per il miglioramento dello stile alimentare dei bambini, la refezione scolastica attuata secondo le linee guida nazionali del Ministero della salute costituisce un elemento importante di promozione nell'ambito della salute. Il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 di cui all'intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sancita nella seduta della Conferenza Stato-regioni del 13 novembre 2014, evidenzia l'importanza di adottare un approccio intersettoriale e di configurare interventi per contesto di appartenenza (ad esempio, setting scolastico di comunità); sviluppare programmi integrati tra servizi sanitari e istituzioni educative; attivare le azioni nel contesto scolastico nell'ambito del modello delle scuole promotrici di salute; prestare attenzione all'equità e contrastare le disuguaglianze di salute; promuovere il potenziamento dei fattori di protezione life skill empowerment e anziché operare azioni di promozione nella salute volte a favorire l'adozione di comportamenti sani su diverse tematiche e rendere facili le scelte di salute come indicato in «Guadagnare salute». Lo scopo della mozione è pertanto quello di porre l'attenzione del Governo su un tema quanto mai urgente, in particolare sulla necessità di prevedere entro pochi mesi la sostanziale gratuità dei percorsi di prevenzione dell'obesità per i minori di età inferiore di 12 anni. 
Come detto l'obesità non riguarda unicamente le classi agiate, anzi spesso risulta un fenomeno particolarmente diffuso tra le fasce economicamente più deboli della società e garantire dei percorsi di prevenzione meno onerosi assicurerebbe di certo una maggiore efficacia dell'azione preventiva. Il benessere dei nostri bambini è la cartina di tornasole di uno Stato che possa realmente dirsi sociale. Sono sicura che il Governo saprà al meglio dare attuazione a quanto da noi richiesto con la mozione in discussione.