Dichiarazione di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 5 Agosto, 2014
Nome: 
Cristina Bargero

A.C. 2568-A

 

Signora Presidente, signori Ministri e rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la fiducia che oggi il Governo ci chiede riguarda un provvedimento importante per il Paese con disposizioni urgenti e quanto mai necessarie per rilanciare la competitività dell'economia italiana. Tutti gli sforzi del Governo negli ultimi mesi stanno andando in questa direzione attraverso un cammino di riforme richieste non solo dalla comunità internazionale, ma soprattutto da un Paese stanco di rinvii e discussioni e invece bisognoso di decisioni e di soluzioni. 
Riforme che vanno a modificare l'assetto istituzionale dello Stato, dalle province al superamento del bicameralismo perfetto, con lo scopo di fornire un impianto più snello e attuale alle istituzioni perché siano in grado di rispondere meglio alle nuove esigenze del Paese. 
E in un contesto di riforme, il Ministro dell'economia e delle finanze ha ribadito come, in una fase di stagnazione economica, come quella attuale, perdurante e mondiale, non esistano scorciatoie per la crescita, ma occorra, invece, una strategia fondata su tre pilastri: più mercato, più riforme, più investimenti. Tale strategia è indispensabile per affrontare il retaggio del passato, superarlo e costruire i presupposti per un futuro più promettente. 
L'Italia soffre da tempo di un problema di scarsa competitività, precedente alla crisi e che, oggi più che mai, richiede una soluzione. Negli ultimi vent'anni, il nostro Paese ha registrato la crescita reale del PIL pro capite più bassa dei Paesi dell'OCSE. Tale situazione, ha acuito i problemi di finanza pubblica e ha comportato lo stallo, e recentemente il calo, del livello dei redditi reali. 
Oggi, i nostri conti pubblici sono in ordine, ma non è sufficiente: occorrono urgentemente misure per favorire la crescita, sostenere la competitività e creare migliori prospettive sul fronte dell'occupazione, ossia occorre una politica industriale. Una nuova politica industriale, basata su scelte strategiche, su politiche attive di sostegno alla manifattura e di soppressione o snellimento degli oneri burocratici sulle imprese. E, a tal fine, questo decreto costituisce un importante tassello, in quanto va ad incidere su una molteplicità di ambiti produttivi, dall'agricoltura, all'ambiente, al sostegno degli investimenti, al credito per le piccole e medie imprese, alle semplificazioni, tenendo conto, al contempo, di come siano mutati i paradigmi di produzione nei Paesi occidentali. 
Relativamente al settore agricolo, il decreto comprende importanti misure presentate nei mesi scorsi sotto il titolo «Campolibero». Si tratta di norme a lungo attese dal mondo dell'agricoltura, che aggrediscono nodi strutturali in quanto vanno ad intervenire sul fronte del confronto tra impresa e pubblica amministrazione: si pensi, ad esempio, alle questioni dei controlli a cui sono sottoposte le imprese agricole. 
Altre questioni qualificanti del provvedimento sono quelle dei crediti d'imposta per l'innovazione di prodotto, l'introduzione di incentivi per le assunzioni di giovani e l'affitto dei terreni agricoli. Un pacchetto di interventi che risponde, quindi, ad una duplice finalità: da un lato, la valorizzazione del settore agricolo e  agroalimentare, dall'altro, la lotta alla disoccupazione attraverso il ricambio generazionale. 
Per quanto riguarda le misure rivolte specificatamente alle imprese, occorre sottolineare come il credito di imposta per l'acquisto di nuovi beni strumentali e le modifiche alla nuova «legge Sabatini» mirino a sostenere e semplificare gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature, soprattutto per le piccole e medie imprese, così come le disposizioni in materia di Agenzia per le imprese rispondono all'esigenza di semplificare le procedure di attestazione della sussistenza di requisiti concernenti l'esercizio dell'attività di impresa. 
Senza dimenticare, poi, il «prestito ponte» da parte delle banche all'Ilva e i nuovi poteri concessi al subcommissario all'ambiente, con la possibilità di utilizzare le risorse sequestrate per la riqualificazione dell'impianto di Taranto, punto fondamentale per salvare e rilanciare, nel rispetto di tutti i parametri dell'ambiente, un settore fondamentale come quello della siderurgia e del suo indotto. Così anche le modifiche alla disciplina fiscale in materia di aiuto alla crescita economica (ACE) – che, poi, saranno approfondite in uno dei decreti delegati relativi alla delega fiscale –, come le misure di semplificazione per la quotazione delle imprese e a favore delle obbligazioni societarie, vanno nell'ottica di ovviare, da un lato, al fenomeno del credit crunch e, dall'altro, di rafforzare la patrimonializzazione delle imprese italiane. 
Per quanto attiene alle misure riguardanti il settore energetico, esse costituiscono uno degli step volti alla riduzione della spesa elettrica per le piccole e medie imprese, attraverso il taglio dei sussidi alle fonti fossili e la rimodulazione degli incentivi sulle fonti rinnovabili. 
Il lavoro svolto dall'VIII e dalla X Commissione, nonostante i tempi ristretti, non è stato solo di asciugatura del testo licenziato dal Senato, ma ha consentito importanti miglioramenti, attraverso l'introduzione di nuove disposizioni, quali ad esempio la disciplina dello scambio sul posto e quella relativa ai biocarburanti. 
Ho parlato solo di alcune delle misure contenute nel decreto-legge, tralasciandone, visto il tempo a mia disposizione, altre, di cui i colleghi del Partito Democratico hanno già sottolineato l'importanza in sede di discussione sulle linee generali. 
Ma è proprio l'impianto del decreto-legge a confermare, ancora oggi, la validità dell'azione di Governo, che attraverso l'agenda dei mille giorni del Presidente del Consiglio, saprà trasformare quel tempo guadagnato, definito da Wolfgang Streeck come una crisi rinviata del capitalismo democratico, in un tempo ritrovato, per ristabilire quel patto sociale tra cittadini e sistema economico in grado di garantire crescita ed occupazione in modo equo. 
Per ritrovare la crescita servono provvedimenti come questo, importanti per ridare fiato al nostro sistema produttivo. Per ritrovare la crescita servono – in Italia come in Europa – riforme incisive e cambiamenti profondi. Serve una nuova qualità dell'azione pubblica e la mobilitazione delle energie dell'iniziativa privata. Serve, dunque, una politica responsabile e coraggiosa, consapevole del fatto che l'Italia merita un futuro diverso e migliore. Noi riteniamo che questo provvedimento vada in questa direzione. Per questo motivo, signora Presidente, ancora una volta, convintamente, rinnoveremo la nostra motivata fiducia al Governo.