Grazie, signor Presidente. Una tesi di laurea copiata, una vacanza nel bel mezzo di un'alluvione, l'assunzione di una colf in nero, un comportamento aggressivo nei confronti dei propri collaboratori: questo è un elenco sommario delle ragioni che hanno spinto Ministri di Governi europei a rassegnare le proprie dimissioni. Parliamo di democrazie avanzate, Governi di tutti i colori politici, dell'efficiente Europa del Nord o delle dolenti sponde del Mediterraneo. Ovunque, chi commetta una leggerezza, lascia. Ovunque, tranne qui, tranne qualcuno, meglio se si è del giro stretto di amici e sodali della Premier della settima potenza mondiale, anche se le accuse sono ben più gravi e per le quali è impossibile, inopportuno addirittura, parlare di faciloneria.
Qui, in Italia, nel luglio scorso, anzi, al Senato, la Ministra Santanche', in una lunga requisitoria, tentò di dimostrare di essere vittima di una persecuzione politica, di una campagna di stampa e di un uso distorto e manipolato della magistratura. In quell'afosa giornata d'estate, la Ministra Santanche' ha cercato, con tutta la retorica a disposizione, di rispondere a gravi accuse, negando un coinvolgimento personale, attribuendo errori a soci, a terze persone, banalizzando l'accaduto e, soprattutto, descrivendosi come la vittima di un'assurda vicenda e di un'assurda macchinazione. Sono passati 8 mesi, quelle accuse sono ancora tutte lì, e, anzi, dove la magistratura ha già indagato, le accuse si sono fatte più circostanziate e precise, come sull'utilizzo della cassa COVID, sul mancato pagamento del TFR ai lavoratori e alle lavoratrici, e sui contenziosi con il fisco. Quindi, grazie alle indagini, ma non solo per quelle, proprio perché esse rappresentano solo una parte, un aspetto, di questa desolante vicenda, noi oggi non siamo qui a giudicare una persona che potrebbe essere rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Noi siamo qui prima che tutto ciò possa accadere, per impedire che le istituzioni siano coinvolte in un processo che vede una Ministra accusata di avere sottratto denaro pubblico in una fase così difficile per il Paese.
Lo abbiamo detto molte volte, lo avete detto anche voi, dai banchi della maggioranza, in quella che abbiamo chiamato l'ora più buia della nostra storia recente: qualcuno approfittava di finanziamenti pubblici e, al tempo stesso, sfruttava lavoratrici e lavoratori. Cosa può esserci di più grave e di più deprecabile da parte di una donna che oggi ricopre un incarico pubblico dentro il Governo del nostro Paese? Negare questa evidenza significa non guardare in faccia la realtà, ammettere che in queste Aule si può dire il falso senza timore, che si può continuare a ricoprire un incarico pubblico anche avendo mentito al Paese, anche se di questo Paese si è un Ministro del Turismo e quel Paese lo si rappresenta nel mondo.
In questi mesi è accaduto qualcosa di grave. Non solo le indagini sono andate avanti, ma è venuto meno quel rapporto di fiducia che dovrebbe sempre esserci tra l'istituzione parlamentare e un componente del Governo. Ha iniziato, la Ministra, con la ricostruzione fantasiosa della sua vicenda, ma ha continuato colpevolmente in questi mesi la Presidente del Consiglio: in 8 mesi - pensate! - non ci ha regalato nemmeno una faccina, non ha detto nemmeno una delle sue parole e quelle poche che ha detto sono servite solo a ribadire che un avviso di garanzia non implica automaticamente le dimissioni di un Ministro. Fatto strano, lo hanno ricordato i colleghi, singolare, da parte di chi in passato aveva chiesto le dimissioni per molti avvisi di garanzia e anche quando questi non c'erano nemmeno. Una Presidente del Consiglio che è costretta a schivare il coinvolgimento di più di un componente del suo Governo in questioni giudiziarie, dal furto di un quadro, all'uso politico di informazioni riservate, all'uso spavaldo di un'arma a una festa di capodanno. Una Presidente del Consiglio che non coglie come qui stiamo non affrontando una questione giudiziaria, ma una questione politica e morale.
Nei comportamenti della Ministra Santanche', nell'uso disinvolto del suo ruolo, nelle accuse costantemente rivolte alla stampa e nella ricostruzione fallace dei fatti, si è aperta una crepa nella fiducia e nel rispetto che si deve a un Esecutivo che mette in difficoltà la stessa Presidente del Consiglio, chi guida il Governo. Lei, prima di chiunque altro, dovrebbe avere la preoccupazione di vagliare l'opportunità di affidare un Ministero a chi assume questi comportamenti. E se non lo fa, come sta accadendo, è giusto e inevitabile che sia il Parlamento a porre la questione e a intervenire con una mozione di sfiducia.
Quando una Ministra mente in maniera spudorata al Parlamento e al Paese ed è motivatamente accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, non è più solo una questione di opportunità. In questo caso è urgente che lasci il suo incarico. Altrimenti, questo diventa il Governo che affonda il reddito di cittadinanza e dice di “no” al salario minimo, ma, se non paghi i lavoratori, se fai fallire i piccoli investitori, se ti appropri di quasi 3 milioni di euro di fondi per le piccole imprese, diventi Ministro e continui a stare lì, comodamente, al tuo posto, anche se la Banca d'Italia segnala, come sospetta compravendita nel giro di 24 ore, una villa in Versilia da parte del tuo compagno, in affari con la moglie del Presidente del Senato. Altro che dimissioni per una tesi di laurea copiata!
Va bene che questo è il Governo che ha fatto 18 condoni in 18 mesi, ma come si può accettare che possa rimanere al suo posto una Ministra che ha a che fare con accuse come falso in bilancio, bancarotta, utilizzo improprio della cassa COVID, contenziosi con il fisco? Daniela Garnero Santanche' deve lasciare il Ministero. Se non ci è arrivata da sola, allora è la Presidente del Consiglio che avrebbe dovuto da tempo chiederle di farlo. Deve lasciare per proteggere le istituzioni, prima ancora che se stessa, e deve lasciare perché - questa è la verità! - troppi interessi personali la legano allo svolgimento delle sue funzioni e perché la responsabilità politica precede di gran lunga quella giudiziaria. Una responsabilità che avrebbe dovuto imporle di essere in Aula in questi giorni, per rispetto delle opposizioni, ma non solo, mi viene da dire anche dei suoi colleghi di maggioranza, che sono costretti ancora una volta a difenderla. Invece ha preferito disertare, forse su consiglio dei propri avvocati, gli stessi - immagino - che l'avevano rassicurata sull'inesistenza di indagini a suo carico. In questi giorni ha detto alla stampa: preoccupazioni zero. Non proprio, visto che evita l'Aula e si chiude dentro al Ministero, a distribuire altri incarichi che fanno irritare la sua Presidente del Consiglio e forse dimostrando che tutta la compattezza proclamata non è poi così certa.
Colleghi di Forza Italia, mi rivolgo a voi, che vi dite patrioti e dite di voler difendere la Patria: noi vogliamo difendere la Repubblica, ma entrambi credo che ci rifacciamo a quell'articolo 54 della Costituzione, a cui tutti dovremmo rendere onore. La verità, invece, è che la Ministra Santanche' non si è attenuta né alla disciplina, né all'onore prescritti dalla nostra Costituzione. E per questo motivo, noi voteremo a favore della mozione che ne chiede le dimissioni.