07/10/2025
Marco Simiani
FOSSI, FURFARO, BONAFÈ, GIANASSI, BOLDRINI, SCOTTO, DI SANZO, CURTI, EVI, FERRARI, GHIO, FORNARO e CASU
3-02228

Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il reticolo minore delle campagne toscane, come quello di molte aree dell'Emilia-Romagna e delle Marche, è sempre più spesso soggetto a eventi meteorologici estremi che mettono a dura prova la sicurezza dei cittadini e la tenuta del territorio, rendendo indispensabili risorse e interventi tempestivi di prevenzione e messa in sicurezza del suolo;

   il Documento programmatico di finanza pubblica 2025, nell'allegato Bes, segnala che, sulla base dei dati Istat e Ispra, il consumo di suolo netto in Italia è tornato a crescere nel 2024, con un aumento di +0,07 punti percentuali annui, raggiungendo il valore massimo dal 2016;

   tale dato conferma come, nonostante la crescente consapevolezza ambientale e l'urgenza di contrastare la perdita di suolo agricolo e naturale, il Paese non sia ancora riuscito a invertire una tendenza preoccupante, che richiede una più efficace sinergia tra Governo, regioni ed enti locali;

   in questo quadro, la regione Toscana rappresenta un modello virtuoso, poiché il consumo di suolo nel suo territorio rimane tra i più bassi d'Italia grazie a una pianificazione urbanistica avanzata, orientata alla tutela del paesaggio, alla riduzione del rischio idrogeologico e all'uso sostenibile del territorio;

   negli ultimi dieci anni la Toscana ha dimostrato un'elevata capacità di spesa nel settore della difesa del suolo, utilizzando oltre 560 milioni di euro tra risorse statali, fondi regionali e in contabilità speciale per opere effettivamente realizzate o in corso di completamento;

   sul punto, la regione ha più volte segnalato al Governo la necessità di semplificare le procedure amministrative per accelerare la realizzazione degli interventi, ma, nonostante tali richieste, il decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 191 del 2024, ha introdotto ulteriori adempimenti – come il monitoraggio obbligatorio sulla piattaforma Rendis, aggiuntivo rispetto ai sistemi già esistenti (Bdap, Ainop e altri) – con il rischio di rallentare ulteriormente la spesa e l'attuazione delle opere;

   nonostante tali difficoltà, la Toscana ha continuato a operare con tempestività e concretezza e ha già impegnato e sta spendendo quasi il 90 per cento delle risorse disponibili, dimostrando una notevole capacità di spesa e gestione efficiente, anche in presenza di procedure complesse, a conferma della serietà e dell'efficacia dell'azione regionale nella tutela del territorio –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare per garantire adeguate risorse finanziarie, accompagnate da misure di semplificazione normativa e amministrativa, in grado di assicurare sia la programmazione efficace, sia la rapida realizzazione degli interventi strutturali di prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico.

Seduta delll'8 ottobre 2025

Illustrazione di Marco Misiani, risposta del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. replica di Emiliano Fossi

MARCO SIMIANI, Grazie, Presidente. Signor Ministro, il dissesto idrogeologico è un problema annoso. Ormai gli eventi climatici sono diventati una normalità. La Toscana questo l'ha capito: infatti, più volte, ha cercato di mettere in campo azioni positive, virtuose; infatti sta gestendo molto bene il territorio e, soprattutto, la messa a terra delle opere pubbliche. Questo però non basta, abbiamo bisogno di più risorse. Ecco perché chiediamo quali iniziative intende adottare il Governo per garantire adeguate risorse finanziarie, accompagnate da misure di semplificazione normative e amministrative.

GILBERTO PICHETTO FRATINMinistro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, e un grazie agli interroganti. In relazione al tema posto dagli interroganti, si rappresenta che presso il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica è stato attivato un tavolo tecnico con le regioni, con l'obiettivo, tra l'altro, di pervenire all'ottimizzazione degli strumenti di interscambio dei dati in tema di dissesto idrogeologico, oltre che di snellire ulteriormente, ove possibile, le procedure di spesa. Inoltre, l'innovazione operata con il decreto-legge Ambiente, citato dall'interrogante, che ha definito la modalità di alimentazione del repertorio cosiddetto ReNDiS, non costituisce un reale aggravio della procedura prevista. Difatti, per l'attività di programmazione delle risorse del Ministero messe a disposizione dei presidenti di regione in qualità di commissari straordinari, un apposito DPCM già stabiliva criteri che si basavano sull'utilizzo del database ReNDiS, che ormai da 20 anni costituisce lo strumento per la formazione di un quadro unitario a livello nazionale, sistematicamente aggiornato, delle opere e delle risorse impegnate nel campo della difesa del suolo, condiviso tra tutte le amministrazioni che operano nella pianificazione e nell'attuazione degli interventi. Attraverso ReNDiS è possibile distinguere le risorse in base alle varie fasi di attuazione degli interventi ed è possibile desumere lo scarto tra il totale delle risorse programmate e quelle erogate al soggetto attuatore dell'intervento. Poiché questo dato è l'indice della spesa effettivamente compiuta, si può affermare che al 31 dicembre scorso la regione Toscana ha speso una frazione delle risorse programmate, pari al 27,5 per cento.

Fino a che i presidenti non hanno assunto la qualità di commissari straordinari, la conservazione dei dati riguardava esclusivamente il Ministero dell'Ambiente. Ad oggi, occorre che il versamento dei dati venga tempestivamente assicurato per ogni intervento finanziario da parte dei soggetti a cui è affidata l'attuazione.

Inoltre, non si intravede dalla disposizione neppure un reale aumento della quantità dei dati tecnici, il cui invio spetta alle amministrazioni che attuano gli interventi. Alle regioni compete la mera comunicazione dell'elenco degli interventi finanziati con risorse di diretta competenza.

EMILIANO FOSSI, Grazie, Ministro. Non so se lei ha mai visto le immagini dell'alluvione in Toscana. Fate lo scarica barile, ma noi le abbiamo viste e abbiamo visto anche la rabbia, la disperazione di chi, dopo mesi e mesi, aspetta ancora un aiuto che non arriva.

Ministro siamo a questo punto: l'Italia si allaga e voi tagliate i fondi. Avete tagliato 6 miliardi e mezzo di euro alla lotta contro il dissesto idrogeologico, in un Paese dove il 94,5 per cento dei comuni è a rischio e dove ci sono 636.000 frane attive. È come se un medico vedesse un paziente in pericolo e gli togliesse l'ossigeno.

Non contenti, in modo strumentale - lo dicevano anche le sue parole poco fa -, vi siete spinti oltre: vi siete inventati la favola della Toscana che non spende. La realtà è un'altra: la Toscana spesso ha impegnato quasi il 90 per cento delle risorse ricevute. Ha cantieri aperti ovunque: altro che inerzia! Qui, in Toscana, al contrario del Governo, si lavora.

Cosa resta, però, Ministro, al di là di tutto? Restano le famiglie che hanno perso tutto, restano i ristori che non arrivano, restano i cittadini lasciati soli, le regioni che da anni vi chiedono di semplificare e voi avete aggiunto complicazioni burocratiche.

Ministro, non è la pioggia che uccide, non è la natura la colpevole di questa o quella catastrofe: è la politica che non previene e, a fare disastri, sono i vostri tagli, le vostre scelte, la vostra indifferenza. Dite “prima gli italiani” e vi riempite la bocca, ma quando l'acqua entra nelle loro case, nelle loro fattorie, nelle loro aziende, vi girate dall'altra parte. Avete trovato i soldi per i CPR, ma non per chi ha perso tutto.

Ministro, allora glielo dico con chiarezza, glielo diciamo con chiarezza: ogni volta che un torrente esonderà, ogni volta che una città sarà sommersa, ogni volta che un agricoltore perderà il frutto del proprio lavoro, non permettetevi più di dire che è colpa della natura, che si è trattato di una semplice calamità: la colpa sarà solo vostra, perché chi taglia sulla prevenzione, condanna il Paese a contare i danni o, peggio ancora, i morti.