Discussione generale
Data: 
Giovedì, 9 Ottobre, 2025
Nome: 
Matteo Orfini

Doc. IV-bis, n. 1-A

Grazie, Presidente. Credo che tutti, in quest'Aula, abbiamo chiaro che stiamo parlando di una vicenda grave, seria, gestita in modo pasticciato, che oggettivamente ha messo in difficoltà il nostro Paese, ne ha minato la credibilità.

Credo che nessuno di noi, a prescindere da come la pensiamo, dalle legittime differenze politiche, sia felice di come è finita: la liberazione di un criminale non è qualcosa da plaudire, che soddisfi nessuno di noi. Questo perché Almasri è un criminale, leader della Rada Force, milizia paramilitare responsabile di quel cosiddetto carcere di Mitiga - dico cosiddetto, perché in realtà è un lager dove si tortura, si stupra donne e bambini, dove sono stati censiti almeno 34 omicidi. Almasri fu arrestato dalle nostre Forze dell'ordine e qui ci tengo a ringraziare quelle Forze dell'ordine perché, in questa vicenda, sono le uniche che hanno fatto bene il loro lavoro. Almasri è stato poi liberato e riaccompagnato, invece che consegnato a processo come da richiesta della Corte penale internazionale.

Oggi i Ministri vengono qui e ci spiegano che fu una scelta dettata dallo stato di necessità, da un interesse superiore. Qui c'è un primo punto cioè fu una scelta politica - avete ragione - consapevole, condivisa da tutto il Governo, e le riunioni che ci furono nelle ore calde lo dimostrano. Questa vostra affermazione, però, è una prima conseguenza. Su questo passaggio non sono esattamente d'accordo con l'onorevole Gianassi, perché il vostro non è stato un comportamento omissivo, è stato un comportamento menzognero. Voi siete venuti qui, in Parlamento, a dire una cosa diversa.

Il Ministro Nordio venne a dire, testualmente, virgolette, che le sue azioni furono motivate da valutazioni squisitamente giuridiche. Oggi, lo stesso Ministro ci dice che, invece, fu una valutazione politica. Sono due cose completamente diverse e, tra persone serie, tra rappresentanti delle istituzioni credibili, basterebbe questo per alzarsi dalla sedia del Ministero e andare a dimettersi, perché mentire al Parlamento e al Paese non è tollerabile in una democrazia matura.

Ha mentito la Meloni. Qui non ne abbiamo parlato, ma il famoso video di due minuti della Presidente del Consiglio, in cui si indignava per aver ricevuto una comunicazione giudiziaria, diceva: ha deciso tutto la corte d'appello. Oggi, la stessa maggioranza e il relatore Pittalis ci spiegano che, invece, fu una decisione politica del Governo (, non della corte d'appello.

Ministro Piantedosi, anche lei diciamo non ha detto proprio la verità. Ci ha spiegato che bisognava espellere Almasri perché era socialmente pericoloso.

È vero, è un uomo pericoloso, lo è come è stato ricordato in Libia; lo è, come è stato ricordato, in Libia e lo è in Italia per quello che fa dalla Libia. In Italia andava a vedere le partite di calcio, era andato a Torino a vedere Juve-Milan e a tifare per la Juve. Ora, sebbene io sia molto milanista, non penso che la responsabilità di aver tifato Juve in una partita sia tale da giustificare un'espulsione immediata. Quindi c'è una scelta politica, su questo mi pare che siamo d'accordo e siamo d'accordo sul fatto che avete mentito al Parlamento. Qual è la ragione di questa scelta? C'è un preminente interesse pubblico. Noi avevamo capito un'altra cosa, che il preminente interesse pubblico di questo Paese fosse inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo; appunto, come ha ricordato il collega Gianassi, ve ne era capitato uno, era in galera e voi lo avete riaccompagnato a trafficare esseri umani, quindi mettendo a rischio l'interesse del nostro Paese. Dite: ma avevamo paura di rappresaglie. Da parte di chi? Della milizia Rada. Ora, qui noi dovremmo un po'sviluppare questo ragionamento, perché quella milizia, secondo le carte di questa vicenda che noi abbiamo visionato, letto e studiato, ha rapporti strutturali con i nostri servizi segreti, è in collaborazione, in società con i servizi italiani, tanto che a quella milizia è affidata la sicurezza degli italiani in Libia; non da altri, ma dalle scelte di questo Governo.

Allora, Ministro Piantedosi, mi dica una cosa, giusto per capirci: visto che fra qualche settimana scatta il tacito rinnovo del memorandum Italia-Libia e visto che quelli che noi armiamo e addestriamo poi mettono a rischio la sicurezza dei nostri concittadini, quel memorandum lo rinnoviamo o ci fermiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Perché questo è un passaggio. È un memorandum che fu fatto dal Governo Gentiloni e chi parla era contrario già allora, e lo disse in quest'Aula, quindi figuriamoci, però oggi siamo di fronte a un ulteriore salto di qualità. Era concreto il rischio per la sicurezza degli italiani? No, onorevole Pittalis, non scaricate tutto sui servizi, non è serio. I servizi hanno fatto un racconto, una fotografia della situazione dicendo che ci sarebbero forse potuti essere dei rischi, ma non c'era nulla di concreto; la decisione è stata quindi tutta politica. Ma, guardate, se fosse vero quello che dite voi - e noi abbiamo comunque il dovere, visto che rappresentate il Paese, di prendervi sul serio - dovremmo discutere di qual è la natura dei nostri rapporti con quel Paese, con la Libia, perché se addirittura è impossibile per noi assicurare alla giustizia un criminale in virtù del rapporto che abbiamo con quel Paese, abbiamo un problema. Vede, quel celebre video si concludeva in un modo, con la Meloni che, con la solita enfasi, diceva: io non sono ricattabile, e forse questo dispiace a qualcuno. Questa vicenda dimostra esattamente l'opposto, voi state ammettendo di essere sotto ricatto delle milizie libiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), e questa è una responsabilità grave per il nostro Paese. Voi oggi forse salverete i Ministri dal processo, ma vi state assumendo una responsabilità persino più grande, cioè quella di riconoscere di aver ceduto un pezzo della sovranità del nostro Paese a delle bande criminali, cioè i Ministri che hanno gestito questa pratica e il Governo tutto - perché l'onorevole Meloni ha giustamente detto: sono io responsabile, perché i Ministri agiscono per mio mandato, e ha ragione -, questo Governo, sono stati condizionati più dalla fedeltà e della lealtà a una milizia paracriminale libica che alla Costituzione sulla quale hanno giurato.